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Autore: missteacakes    05/07/2010    1 recensioni
Quando Patroclo uccide accidentalmente un amico in un litigio, lui e suo padre sono costretti a fuggire a Ftia, la cui regina si dice essere una dea. Al ragazzo viene chiesto di prendersi cura del suo figlioletto, non immaginando le conseguenze di quella serie di eventi destinata a cambiare il mondo per sempre. {Patroclo/Achille}
Genere: Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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«In All but Blood»

Sciro e Teseo
- Capitolo 20° -

Ad Achille sembrava che Sciro più che un'isola fosse un insieme di montagne che gli dei, non sapendo cos'altro farsene, avevano semplicemente scaricato in mare. Il palazzo di Licomede sorgeva appollaiato su uno di quelle, e solo una strada arrivava fin lì, intorno c'erano solo scogliere.

Apparentemente Teti era andata a Ftia per informare Peleo della situazione. Dopo molti sospiri e litigi, riuscirono a convincerla che sarebbe stato meglio se Fenice fosse andato a Sciro per badare a suo figlio. Achille era entusiasta di avere il suo vecchio tutore con sé; era stato molto solo, e solamente Licomede e le sue figlie conoscevano la sua identità. Non gli era permesso di fare niente di ciò che avrebbe voluto fare, dato che tecnicamente doveva essere una ragazza.

Sebbene sapesse che Fenice gli voleva davvero bene ed era felice di vederlo, era sicuro che il motivo principale per cui era giunto a Sciro era il suo timore, e quello di Peleo, che Achille diventasse troppo effeminato in mezzo a tutte quelle ragazze, quando invece era necessario incoraggiarlo verso gli interessi da ragazzi. Achille non vedeva alcuna ragione per il loro timore; era completamente disinteressato a qualsiasi ragazza. Al contrario, era più che felice quando si sedeva vicino a Fenice per ascoltare le sue storie.

Peleo, gli disse, era rimasto sconcertato quando Teti si rifece viva. Achille era cresciuto abituato a non averla accanto, ed era felice; il suo ritorno aveva disgregato tutto, e aveva scosso abbastanza Peleo. Nemmeno Achille era rimasto estasiato dal rivedere sua madre, se non altro perchè riusciva a malapena a ricordarla. Ma comunque, avrebbe voluto che i suoi genitori andassero un po' più d'accordo.

Fenice menzionò anche il fatto che Patroclo fosse tornato al Monte Pelio; Chirone l'aveva lasciato andare, per così dire. Vedendo che Achille se n'era andato e Medeo era tornato a casa, sembrava senza senso trattenere Patroclo.

Lui... lui ha un amante?” chiese Achille.

Fenice fece una pausa, come se non fosse sicuro che Achille sapesse davvero di cosa stava parlando. In tutta sincerità, non sapeva molto dettagliatamente cosa volesse significare essere amanti. Medeo gli aveva spiegato le basi principali del sesso poco prima che se ne andasse. Achille però non capiva esattamente tutti i meccanismi, e quando gli chiese come uno potesse essere in grado, il ragazzo più grande si arrese e disse, “Lo capirai tra qualche anno.” Tuttavia, lui aveva capito i sentimenti che c'erano dietro l'essere amanti, e sapeva che non voleva che nessuno li ricevesse da Patroclo.

No,” disse finalmente Fenice. “Lui ha avuto...degli incontri, ma niente di più.”

Achille lasciò andare l'aria che non si era neanche accorto di aver trattenuto per tutto quel tempo. Fenice lo guardava con una strana espressione, vedendo il sollievo del ragazzo. Poi l'uomo fece un sorriso contorto, come se sapesse cosa stava pensando Achille.

"Oh, Fenice,” disse Achille, come se improvvisamente si fosse ricordato qualcosa. “Teseo è qui! Ho sentito gli altri parlare di lui, di tutte le cose che ha fatto! Ci sono così tante cose che voglio chiedergli, ma non posso, perchè dovrei essere una ragazza.”

Questa volta il guardiano rise. “Perchè non me l'hai detto, posso chiedere io per te.”



~*~


Le cose si fecero più interessanti col tempo. Fenice convinse Licomede a permettere ad Achille di usare la palestra, purchè lo facesse di notte. Era solito sentirsi molto più soddisfatto dopo aver fatto gli esercizi, e aver praticato il combattimento, anche se solo con Fenice, che era abbastanza vecchio, e questo tratteneva Achille dall'andarci troppo pesante.

Una volta ogni tanto correva via per restare un po' solo, finchè qualcuno non lo andava a riprendere per rinchiuderlo nel castello. Spesso andava giù di sotto in una parte privata della spiaggia, così da poter nuotare senza rompere la promessa fatta a sua madre. Quando qualcuno si avventurava giù per quella strada, cosa che non capitava spesso, se ne andava prima che potesse essere visto. Dopo un po' di tempo, divenne molto compiaciuto e, come poi scoprì, avventato.

Era un bel giorno soleggiato, e piuttosto caldo. Era sceso sulla spiaggia per fare una nuotata, e non stava prestando attenzione a niente e nessuno. Solo dopo un po' di minuti Achille si accorse di essere osservato da un uomo che se ne stava lì in piedi. Riconobbe subito quell'uomo, e si tirò su con orrore, l'acqua gli arrivava a mala pena a metà coscia. Si buttò subito giù imprecando, così solo la testa e le spalle si potevano vedere. Non che cambiasse poi molto.

"Buon pomeriggio, mia signora," disse Teseo, non riuscendo a trattenere le risate.

"Non dirlo a nessuno," disse Achille, pregandolo.

Teseo lo studiò per un momento. Achille pensò che sembrava quasi una statua di bronzo, con quei capelli dorati e la pelle abbronzata.

"D'accordo," disse, alla fine. "Se tu mi dirai perchè diavolo fai finta di essere una ragazza."

Sospirando, Achille si tirò su in piedi e si diresse verso la spiaggia, tirando su il suo asciugamano e il suo vestito. Teseo aspettò pazientemente che si asciugasse e vestisse, poi i suoi iniziarono a camminare sulla spiaggia. Achille gli disse come, dato che sua madre era una dea, sapeva tutto sul futuro, e voleva tenerlo nascosto, in modo che non sarebbe andato in guerra troppo giovane. Dato che non era ancora un uomo, non aveva alcun diritto per protestare, e lei non aveva nemmeno chiesto il parere di suo padre.

"Odio questo posto," concluse. "Voglio andare a casa, e rivedere mio padre e mio cugino."

"Cugino?"

"Patroclo," disse Achille. "Non siamo mai stati separati per così tanto tempo. È sempre stato con me, per quel che posso ricordarmi. Suo padre è il re di Opunte, Menezio."

Teseo annuì. "Conosco il nome. Opunte non è così lontano da Atene, anche se sono in regioni diverse. Loro sono Locriani."

"Patroclo mi ha detto che poteva vedere Euboea dal palazzo di suo padre," disse Achille. "Quindi sarebbe sulla riva a nord. Atene non è al centro dell'Attica?"

"Bè, sì," ammise Teseo, scrollando le spalle. "Ma non è così lontano come da altri posti. Come Ftia."

"Fenice dice che la distanza è relativa."

Teseo rise. "Infatti è così." Si fermarono. La città non era molto lontana, e sarebbe stata una cattiva idea passare di lì insieme. La gente stava già parlando dell'interesse di Fenice per una splendida ragazza, Pirra, che stava a palazzo, e non c'era nessun grave problema in questo. Girava una voce però, su Teseo: dicevano che aveva rapito una ragazza per sposarla, quindi non era una bella idea farsi vedere insieme. "Bè," disse. "È stato piacevole parlare con te. Spero che tu riesca ad uscire di qui. Ti prometto che non dirò a nessuno il tuo piccolo segreto."

Achille gli sorrise e corse su per la collina, non vedendo l'ora di raccontare e Fenice il suo incontro con l'eroe.

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Nota della traduttrice:

Salve *O*/ Scusate per tutto questo tempo senza aggiornamenti.. C'è stato qualche problema con lo staff e dovevano spostare la fanfiction e cose simili, però non è ancora successo niente, quindi forse lo farò io o_o Boh, non lo so, comunque ho aggiornato per dire che è solo questo il problema ^^
@cry_chan: Aww ♥ Ma sono io che ringrazio te :3 quanti complimenti <33 Non preoccuparti, quello che più mi sta a cuore è che la gente legga questa fanfiction per il bene dell'Iliade, che è stata raccontata in mille modi sbagliati ;___;  Grazie per averla messa nei preferiti :)
   
 
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