Salve a tutti, ecco un’altra
shotty ideata appositamente per il compleanno di un cara amica che sa sempre
come farmi sghignazzare attraverso i commenti alle mie fics…Slanif, un mondo di auguri, questa è per te!
(E tra poco ti arriverà anche un certo pacco, da cui uscirà un certo biondo con
delle certe orecchie conigliesche che tu conosci bene…non strapazzarmelo troppo
però ^__^)
I’ll Never Leave You
Il rumore perforante del
bicchiere che andava in pezzi sul pavimento del salotto mi fece capire che era
tutto finito.
Fino a pochi momenti prima
ero incantato a fissare quel sottile calice di cristallo colmo di champagne,
che girava lentamente ella mano di mio padre.
Mani uguali alle mie,
sottili ma estremamente forti.
Mentre discutevamo, mentre
urlavamo le nostre ragioni, io avevo sempre puntato lo sguardo su quel calice.
Non avrei mai potuto dire
quello che avevo detto se avessi fissato mio padre direttamente negli occhi, in
quelle due pozze gelide che mi squadravano con insostenibile intensità.
Ma alla fine ci ero
riuscito, a quanto sembrava: non ero più un Malfoy.
Quando ero entrato nella
stanza, ansioso di dire al mio genitore che non volevo essere un DeathEater,
non avevo sperato di raggiungere il mio obbiettivo in così poco tempo.
Ero convinto di dover lottare
con le unghie e con i denti per staccarmi dalla mia famiglia, per allontanare
le sue spire velenose dalla mia mente.
Tutto a un tratto mi sembrò
strano, troppo, che mio padre avesse ceduto dopo solo una discussione.
Finalmente ebbi il coraggio
di guardarlo negli occhi. Rabbrividii nel notare che erano scuri di collera… e
di qualcos’altro.
Ma cosa? L’intuito mi diceva
che non era nulla di buono.
Provai a considerare la sua
espressione nell’insieme.
Deluso? Sì.
Furibondo? Sicuramente.
…Eccitato? Oh, sì.
Aveva qualcosa di rapace,
quell’eccitazione. Capii all’improvviso che era tutta una farsa.
Non mi avrebbe lasciato
andare senza problemi.
Non avrebbe semplicemente
cancellato il mio nome da ogni ricordo, preparandosi a generare un altro erede.
Voleva usarmi per arrivare a
Potter…e io gli avevo appena dato il pretesto migliore.
Prima o poi, sarei andato
all’Ordine per confermare la mia posizione, per entrare a farne parte, e lui
avrebbe trovato il modo di seguirmi.
E allora ogni segreto
sarebbe saltato. Sarebbe stata la fine della Resistenza.
I frammenti del calice
risplendevano di fiamme rosso-dorate, quelle del camino alla destra di mio
padre.
Lo stelo era ancora intatto,
a parte una lieve incrinatura della base.
Incameravo ossessivamente
ogni dettaglio di quel bicchiere, sperando di non fargli capire che avevo
mangiato la foglia.
Lo champagne si era sparso
sul parquet di legno chiaro, in parte assorbito dall’angolo del tappeto
persiano beige e azzurro.
Lo sentii muoversi verso di
me e prima ancora di poter pensare a reagire mi aveva afferrato per il collo,
Smaterializzandosi all’ingresso di Malfoy Manor.
Mi gettò nella neve candida
e io quasi urlai quando la pelle scaldata dal fuoco entrò in contatto con
quella fredda distesa.
I vestiti leggeri che
indossavo non mi aiutavano.
Mi tirai su velocemente,
scrollandomi la neve di dosso e rabbrividendo nelle folate di vento che
arrivavano come staffilate sul mio corpo bagnato.
Quando mio padre parlò mi
immobilizzai, le mani a mezz’aria nell’atto di scuotere i fiocchi bianchi dai
capelli.
-Questo non è più il tuo
posto. Mai, mai avrei pensato che mi avresti deluso in questo modo, Draco.
Credimi quando ti dico che mi hai spezzato il cuore con questo tuo
comportamento inaccettabile-
-La domanda è…tu ce l’hai un
cuore, padre?- Non riuscii a frenare quelle parole maligne, ma me ne
pentii all’istante.
Il fiotto luminoso della
Cruciatus mi avvolse e io ricaddi contorcendomi fra la neve, urlando fino a
quasi perdere conoscenza.
La figura di Lucius Malfoy
svettava nera su di me, con la luce di un lampione che ne risaltava i capelli
biondi. Il resto del volto era in ombra, ma riuscivo a scorgere lo stesso la
piega perfida del suo sorriso.
Quando la tortura finì
stetti così, disteso col viso rivolto verso il cielo plumbeo, ansimante.
-Vai, Draco. Non sei più il
benvenuto. Cerca aiuto dal tuo amichetto magari, perché no? Tanto anche lui
farà la tua stessa fine-
Quelle furono le sue ultime
parole. Si volse e con calma ritornò al castello, sparendo presto dalla mia
vista.
Affondai la testa pulsante
nella neve, cercando di schiarirmi le idee…ma il freddo si fece strada in me
furtivo, rendendomi insensibile a tutto.
Non riuscivo a muovere più
un muscolo, e i pensieri si accavallavano in una spirale confusa.
Il mio ultimo pensiero,
prima di abbandonarmi al mio destino, fu per la persona che amavo. Mio padre
ancora non lo sapeva, ma lui era da tempo passato dalla parte dell’Ordine. Il
motivo? Lo stesso che avevo io…non ci sarebbe stato futuro per noi due nelle
fila dei DeathEaters.
Socchiusi gli occhi,
lasciando che si ricoprissero come il resto del mio corpo di fiocchi candidi e
freddi.
All’improvviso, un odore
familiare. Calore. Due mani che mi accarezzavano gentilmente i capelli. Poi, il
buio.
Al mio risveglio, mugugnai
infastidito dalla luce che mi feriva gli occhi e tentai di coprirmeli con una
mano.
Non ci riuscii. Spostai lo
sguardo sul mio corpo, inerte su un letto.
Un letto?
-Ben svegliato, amore-
Due labbra che conoscevo
alla perfezione si poggiarono sulla mia fronte e poi incontrarono le mie, in un
lieve contatto che mi snebbiò la mente.
-Blaise? Dove…dove sono?
Come hai fatto a trovarmi?-
-Quante domande! Sei
all’Ordine, dove sennò? Ti abbiamo localizzato grazie al bracciale che Hermione
ti ha dato tempo fa…l’incantesimo di Rivelazione ha fatto il suo dovere, quella
ragazza è un genio-
Sorrisi quando mi prese fra
le braccia, il mio Blaise…
Una ciocca dei suoi capelli
corvini mi solleticò il naso e io la soffiai via, poggiando il volto fra il suo collo e la spalla.
-Ce l’hai fatta, a quanto
sembra- La sua voce era bassa, carezzevole, sentivo il sonno riprendermi fra le
sue spire…fino a che un pensiero non mi distolse da quella tranquillità.
-Blaise, dobbiamo avvertire
tutti! Sono certo che mio padre sta tramando qualcosa, o non mi avrebbe mai
lasciato andare!- La mia voce mi spaventò, da tanto era stridula per il
terrore.
Lui mi guardò perplesso, le
sopracciglia aggrottate sui suoi grandi occhi blu scuro.
-Draco, stai tranquillo,
questo non è possibile…sai meglio di me che questo posto è sotto incanto
Fidelius e non può sapere dove siamo-
Lo interruppi frenetico:
-Non dire sciocchezze,
stiamo parlando di Lucius Malfoy! Quando mi avete preso non vi siete
preoccupati di guardarvi intorno, vero? Lui era lì, da qualche parte! Vi ha
seguito e ha visto dove siete entrati…l’incantesimo non serve più a nulla, sarà
in grado di ritrovare la strada quando verrà con tutti gli altri!-
A quelle parole fece eco uno
schianto.
Blaise sfoderò la bacchetta
e si mise in guardia, mentre le prime urla giungevano alle nostre orecchie.
Senza badare al fatto di
essere appena scampato alla morte per assideramento mi alzai, barcollando un
po’, e agguantai a mia volta la bacchetta che era stata messa sul comodino.
La porta si spalancò con
violenza, mostrando un Remus trafelato che perdeva sangue da un brutto taglio
sulla guancia.
-I DeathEaters stanno
attaccando, presto! Severus, Harry e Tonks non possono trattenerli ancora per
molto!-
Lo seguimmo di corsa,
arrivando nel salone dove si svolgeva la battaglia.
Il mio cuore saltò un
battito nel vedere Severus a terra, colpito a ripetizione da innumerevoli
Diffindo.
Schizzi purpurei
imbrattavano la sua pelle ogni volta che un incantesimo andava a segno, eppure
lui non urlava.
Digrignava i denti, tentando
di difendersi dal suo aguzzino…che riconobbi all’istante.
Mio padre.
Stava torturando senza pietà
il suo più caro amico dai tempi della scuola.
Se fossi stato l’eroe che
pensavo, mi sarei gettato senza indugio su mio padre, incurante delle persone
intorno a me, lo avrei immobilizzato con facilità estrema e mi sarei assicurato
che non si potesse muovere prima di occuparmi degli altri.
La verità è che rimasi lì,
troppo debole e impaurito per fare alcunché.
Fu Blaise ad agire, spedendo
uno Stupeficium che mio padre scansò per un soffio.
Si voltò subito a
fronteggiarlo e mi vide, immobile accanto alla persona che amavo.
-Bravo Draco, proprio un
buon lavoro…- ghignò ferino.
-LUI NON HA FATTO NIENTE DEL
GENERE, NON PROVARCI!- Con queste parole Blaise si fece avanti, il corpo arcuato
in avanti e teso allo spasimo.
E io ero ancora là,
inebetito.
La situazione precipitò in
un secondo.
Severus giaceva a un angolo,
era riuscito a trascinarsi fino a lì per poi svenire. La striscia di sangue che
ne delineava lo spostamento mi sembrò terribilmente stonata, così rossa e
lucente sul parquet consumato.
Tonks non stava meglio,
aveva una brutta bruciatura che le aveva portato via una buona parte di
capelli, e si reggeva a malapena.
Gli unici ancora in piedi
erano Harry e Remus, che riuscivano con qualche difficoltà a tener testa a vari
DeathEaters ciascuno.
E Blaise stava combattendo
contro mio padre. Ancora oggi, non so che cosa mi abbia spinto a non agire
subito.
Blaise era bravo, ma mio
padre vantava anni e anni di missioni da cui era quasi sempre uscito illeso.
Un incantesimo dalle
sembianze di frusta lucente da parte di mio padre, una ciocca di capelli di
Blaise svolazzò nell’aria tranciata di netto.
E io niente.
Un altro attacco del mio
genitore, stavolta ebbe una mira più accurata e l’acido fuoriuscito dalla
bacchetta si infranse sul braccio di Blaise, la pelle fumò e si increspò.
Io non mi ero ancora mosso
da lì.
Blaise crollò a terra, mio
padre gli fu subito sopra e alzò la bacchetta per finirlo.
I nostri occhi si
incrociarono.
Quando vi lessi un trionfo
smisurato, tutte le mie incertezze vennero spazzate via dalla collera. Sgorgò
dal mio petto con veemenza, quel violento sentimento dai bordi carmini.
-Draco…- Blaise mi chiamò
fievole, la mia bacchetta scattò e uno Stupeficium si schiantò nel petto di mio
padre, scagliandolo lontano da lui.
Un altro movimento brusco
del polso e il corpo del mio genitore venne imprigionato da forti catene, che
gli immobilizzarono collo e arti. Alcune ciocche di capelli argentati si erano
chiazzate di rosso, lì dove si erano impregnate nel sangue di Severus che
imbrattava il pavimento.
Afferrai Blaise e lo tirai
su di peso, ricominciando a respirare solo quando socchiuse gli occhi e mi
mormorò:
-Stavolta ce l’hai fatta
veramente, Draco…-
Gli baciai la tempia e lo
misi vicino a Severus, ancora incosciente. Mi preparai ad affrontare i
DeathEaters rimasti, ma proprio in quel momento Bellatrix Lestrange cadde per
non rialzarsi più a causa dell’Avada lanciata da Harry, mentre gli altri due
furono imprigionati da Remus.
Ci ritrovammo
improvvisamente nel silenzio, con solo l’odore del sangue e il dolore delle
ferite a ricordarci che eravamo ancora vivi. Crollai in ginocchio, avvertendo
l’adrenalina esaurirsi nel mio corpo.
Quando irruppero gli Aurors,
non guardai in faccia mio padre. Seppellii il volto nel petto di Blaise,
tappandomi le orecchie nel vano tentativo di non udire le sue urla furiose.
Passarono due settimane da
quel terribile giorno, in cui rischiai di perdere Blaise. Mio padre e gli altri
furono processati e condannati al Bacio.
Quando lo sentii non potei
impedirmi di gemere, era una punizione peggiore della morte, persino per lui.
Fu così che ci ritrovammo ad
Azkaban, quell’isola spoglia circondata dal mare turbolento.
Non ci sono cancelli, in
quella prigione. A che servirebbero?
Le rocce nere che la
circondano non offrono né cibo né riparo, e il mare perennemente agitato
stremerebbe anche il nuotatore più esperto.
Solo la resistenza della sua
forma Animagus aveva permesso, anni prima, la fuga di Sirius Black.
Sentii la mano di Blaise
stringere forte la mia e mi resi conto di essere rimasto a fissare l’orizzonte
per almeno dieci minuti, perso nei miei pensieri. Nell’ululare del vento
distinsi delle voci e mi girai, trovando i prigionieri incatenati l’uno
all’altro, disposti in una fila ordinata.
La loro compostezza e il
loro sguardo fiero mi fecero venire i brividi.
Il più impassibile di tutti
era mio padre. Testa alta e schiena dritta, sembrava fosse uno spettatore, non
una vittima.
Persino con i capelli
scarmigliati e il volto solcato da lividi era più freddo di una statua di
ghiaccio.
Insieme a me e Blaise era
venuto solo Severus. Il mantello nero del mio padrino si gonfiava intorno alla
sua figura snella, il volto era anche più pallido del solito. Immaginai fosse
venuto per prendersi la sua rivincita. Le ferite riportate nello scontro erano
state molte, ma nessuna troppo grave. L’unica seria era stata quella alla
coscia sinistra, dove era stata intaccata l’arteria femorale. Per fortuna era
riuscito a fermare il sangue prima di svenire, o non avrebbe mai più aperto gli
occhi.
Lui e mio padre si fissarono
a lungo, in silenzio…mi iniziai a chiedere se ci fosse qualcos’altro oltre i
motivi di vendetta per aver spinto Severus ad assistere.
In quel momento, dalle mura
erose della prigione emerse una figura coperta di stracci scuri. L’ultimo
Dementor di Azkaban, tenuto solo per esigenze come quella.
Il freddo pungente sembrò
scomparire di fronte a quella sensazione molto più infida, di gelo spirituale.
La creatura scivolò
nell’aria, saggiando con l’olfatto le potenziali vittime.
I Patronus scagliati dalle
guardie lo costrinsero a ripiegare sui prigionieri, a cui si avvicinò
lentamente.
Il primo della fila non
seppe trattenere un urlo quando rapide due mani putride si chiusero in una
morsa sul suo capo, costringendolo a quel bacio fatale.
Non scorderò mai la paura
negli occhi di quell’uomo.
Altre urla, altri gemiti
mentre il Dementor avanzava, rubando anime e lasciando al loro posto solo gusci
vuoti.
Quando arrivò il turno di
mio padre trattenni il respiro. Ancora una volta una mano dalle dita
incancrenite si chiuse sui capelli della vittima, portandone il volto vicino al
foro sibilante che aveva per bocca.
Mio padre iniziò a tremare
convulsamente…nemmeno lui poteva rimanere indifferente a quell’orrore che stava
per sottrargli la coscienza.
Quando era ormai a pochi
centimetri dal Dementor Severus materializzò il suo Patronus, che fece
allontanare temporaneamente l’essere. Si avvicinò a mio padre e le guardie
accorsero, ma un suo sguardo sembrò far loro capire che non c’era nulla di cui
preoccuparsi.
Carezzò la guancia di mio
padre e gli sussurrò qualcosa all’orecchio…sgranai gli occhi nello scorgere
l’ombra di sorriso che increspò le labbra di Lucius Malfoy. Labbra che vennero
coperte brevemente da quelle di Severus in un bacio che lasciò di stucco tutti
quanti.
Stettero fronte contro
fronte per qualche istante, poi il mio padrino si fece da parte e il Dementor
completò il suo lavoro.
Un lieve rumore di risucchio
e, quando passò oltre, gridai orripilato. Gli occhi di mio padre erano
dilatati, l’espressione altera del suo volto sostituita da una rilassata e
terribilmente vacua.
Il vento gli sbatté in
faccia i capelli, ma nessuna mano salì a scostarli dalla fronte con quel gesto
sprezzante che conoscevo. Blaise mi abbracciò, io osservai Severus per vedere
quale fosse stata la sua reazione. Se possibile, il suo volto era anche più
inespressivo di quello di mio padre.
Gli scoccai un’occhiata
interrogativa, volevo sapere di più su quel bacio, su cosa gli avesse detto da
farlo sorridere a un passo dalla morte spirituale.
Ma lui scosse la testa e
incantato un sasso lo utilizzò come una Passaporta, scomparendo in un lampo.
-Dici che ci fosse qualcosa
di più fra loro?- mi chiese Blaise, bisbigliando piano nel mio orecchio e
accarezzandomi i capelli.
-Non saprei…andiamo a casa,
ora…ci pensi, questa sarà la nostra prima notte da persone libere…non dovremo
più fingere-
A quanto sembra ci aveva
pensato bene, il tempo di una doccia e di un pasto veloce e poi ci eravamo
buttati sul grande letto della stanza che condividevamo a Grimmauld Place.
Ho sempre amato le sue mani,
sembrano adatte a lavori delicati e appaiono incredibilmente fragili…solo io
conosco la loro forza.
Ora quelle mani stanno
scivolando lentamente sulla mia schiena, fermandosi sui fianchi.
Ci fissiamo negli occhi, con
le bocche che si sfiorano. Il suo respiro caldo mi lambisce le labbra, le
unisco alle sue in un bacio lento che sembra protrarsi all’infinito. Ha i
capelli legati in un basso codino, glieli sciolgo e soffici ciocche nere si
mischiano alle mie, annuso il loro odore pulito e lo abbraccio con forza. Per
un attimo, le nostre teste vicine riflesse nello specchio mi sembrano quelle di
Severus e mio padre.
-Prima ho parlato con
Remus…sai, di Severus- Gli dico mentre le mie dita gli pizzicano un capezzolo.
Lui si inarca leggermente, poi chiede:
-E cosa ti ha detto?-
-Che ai tempi della scuola,
e anche dopo, stavano insieme. Quando Severus ha tradito il Lord, la loro
relazione non ha retto…Remus mi ha detto che dovevano amarsi ancora, ma davanti
al loro amore hanno posto le idee politiche…sembrava veramente triste. Lo sono
anch’io, in verità. Voglio bene a Severus, deve essere stato un colpo durissimo
per lui. Però sono anche felice-
Blaise intanto si è messo
sopra di me a cavalcioni, dondolando appena il bacino. Sa quanto mi fa eccitare
vederlo così, ma si ferma non appena sente le mie ultime parole.
-Felice? Per cosa?-
-Beh, loro non sono riusciti
a trovare il coraggio di ignorare tutto e tutti, pur di stare insieme. Noi
l’abbiamo fatto, e mi sento così orgoglioso di me stesso come non accadeva da
anni. Se siamo riusciti a superare una cosa simile, vuol dire che ci amiamo
veramente, non credi?-
Sorride, e quel sorriso
dolce mi fa capire che ho fatto la cosa giusta. Ho perso mio padre, ma ho
trovato una persona che mi ama per quello che sono e che nel bisogno ci sarà
sempre. Si abbassa per baciarmi e io lo ricambio con tutto me stesso,
pregustando il piacere che esploderà in me quando sarò dentro di lui.
Ci uniamo lentamente, con
trasporto, Blaise si muove sopra di me con la testa e la schiena piegati
all’indietro.
Ma quella posizione, per
quanto sia sensuale, non è quella che voglio. Lo tiro su di me, per cercare
maggior contatto, per permettere alle sue mani di insinuarsi nei miei capelli e
non lasciarli più. Veniamo quasi in simultanea, lui si abbandona sul mio corpo
e sento il suo respiro affannoso solleticarmi l’orecchio.
Per conquistare tutto
questo, molte persone hanno sofferto.
Terrò stretto a me Blaise
qualunque cosa succederà.
Per non tradirli.
Per non rendere vano il loro
sacrificio.
E quel suo:
-Ti amo…- bisbigliato
impercettibilmente mentre affonda il volto nel cuscino, mi pare la frase più
bella del mondo.
FINE
Visto che ho qualche minuto,
vi informo delle peripezie che ho affrontato per scrivere questa shotty, che
alla fine non è venuta affatto come volevo, ma tant’è…il finale in realtà era
ben diverso, le parti di Severus e Lucius avrebbero dovuto essere molto più
marcate. E in effetti così era, se non che…un giorno, facendo pulizia nel piccì
che come al solito scoppiava di immy…l’ho buttata per sbaglio, svuotando il
Cestino!! La mia sore MrsScarlett90 mi ha rimandato il primo pezzo per fortuna,
glielo avevo inviato per farmi dare un parere (è la mia beta o no? ^^)…ma ero
così depressa, ci avevo messo tanto a scrivere e in due secondi puff…dovevo
iniziare da capo! Come se non bastasse il mio programma Word è idiota, mi si
chiudeva ogni cinque secondi (con conseguente perdita di quello che scrivevo e
non avevo il tempo di salvare -.-) e alla fine ho risolto salvandola come
pagina Web e modificandola di volta in volta…tutto questo per farvi capire che
una recensione sarebbe gradita XDDDD!! Un bacio a tutte mie care (o miei cari,
ovvio ^^), alla prossima!
Sanzina Malfoy
=3