L’orco cattivo
viveva in una grotta su una montagna del nord,
da dove i due non potevano scappare…
L’androide numero 6 contemplava
la luna senza dire una parola.
Gero dormiva nella sua camera,e
così i bambini.
I piani del suo capo erano palesi. Voleva far qualcosa ai
gemelli,qualcosa di cui
lui stesso conosceva la sofferenza.
Si alzò lentamente dal bordo e camminò dentro nel laboratorio.
Un semi-automa come lui non poteva fare altro che
muoversi. Non poteva
dormire,o mangiare. Era stato costruito
solo per “Far pulizia”…così diceva Gero
quando intendeva uccidere qualcuno.
Che ne sa un automa,di emozioni?
6 poteva provarle,a causa di un
ancestrale dejavu,ma non riusciva a spiegarle.
“Anch’io avevo dei genitori?” si
chiese triste mentre si sedeva piano
su di una sedia.
Ad un certo punto la porta si aprì e la bimba camminò
tastoni,con i suoi
piedini scalzi,verso il bagno.
L’androide stava al buio,e la
guardava. I suoi sensori fissarono la guancia
gonfia,e videro delle lacrime che ancora
scendevano.
“Cosa ci fai qui?” domandò
cogliendola di sorpresa.
18 fece un piccolo balzo,ma poi
vedendo quella persona si rasserenò.
6 non le dava l’impressione di una persona cattiva,sebbene fosse imponente…
“V…vorrei usare il bagno…mi scappa la pipì…”rispose con un
filo di vergogna.
Lui le si avvicinò e le porse una
mano.
“Vieni,ti ci accompagno…” mormorò
prendendola per manina.
Il metallo del suo braccio fece incuriosire la bimba,che iniziò a tastarlo.
“Sei così freddo…sono queste le tue braccia?” domandò.
L’androide non rispose e la portò nel luogo stabilito.
Quando ebbe finito,fece per
portarla in camera.
“Ti conviene dormire…è molto tardi…” mormorò alla bimba dandole
una leggera pacca sul sederino,per
mandarla avanti.
18 si girò e lo guardò negli occhi.
“Tu sei buono con me…perché servi quel signore cattivo che
ci fa male?”
chiese toccandogli i lunghi capelli.
6 la guardò e tirò un sospiro.
“Lui mi ha salvato…salvato dalla
morte. Mi disse che i miei genitori mi avevano
abbandonato…gli devo la vita…”.
La bimba lo strattonò per un lembo dei suoi pantaloni.
“Mi racconti cosa ti è successo?”.
Allora i due si sederono,e 6 si
mise a raccontare.
“Prima di diventare così,ero un
bambino della tua età. Vivevo felice,ma un
giorno ebbi un incidente. Delle
macchine…un’ambulanza…poi il vuoto.
Credevo di esser morto,o magari
lo ero…un giorno mi svegliai e trovai
il dottore vicino a me. Mi disse che
ero andato in coma,e che ero stato giudicato
morto. I miei genitori stavano per mandarmi all’inceneritore,ma lui ha preso il
mio corpo e lo ha tramutato in ciò
che sono ora,salvandomi dalla morte.”
così dicendo si mise una mano sopra
l’altra,e il braccio prese la forma di
una mitragliatrice.
“Metà del mio corpo è umano,e per
questo posso crescere,ma l’altra metà è
un’arma assassina. La mia memoria è
stata cancellata quasi del tutto,non ricordo
altro…” concluse facendo tornare alla
normalità l’arto.
18 lo guardava attonita.
“Tu uccidi la gente?” chiese con un filo di voce.
6 non rispose.
---I tuoi genitori sono morti,non
torneranno. Gero ti ha mentito per farti stare buona---
Come avrebbe potuto dirle ciò?
---Sono stato io a ucciderli---
Le parole non gli uscivano,non
poteva assolutamente dirle la verità.
---Mi spiace---
Decise quindi di tacere e di assecondarla.
“Dici che la mamma tornerà?” chiese la bimba in tono
preoccupato.
“Aspetta ancora,piccolina”
rispose “perché sono certo che un giorno tutto si risolverà…la ritroverai…”.
Il suo volto si illuminò di
gioia.
Eppure dietro tale ipocrisia le si stava
nascondendo il peggiore dei dolori…
“Tu mi piaci,signore” disse con
un sorriso “Non sei una brutta persona.Sei tanto tanto buono!”.
6 la guardò sorpreso. Una bimba
poteva provare sentimenti per una cosa
abominevole come lui?
18 lo salutò e tornò a letto,dopo
avergli dato un bacino sulla guancia.
L’androide abbassò lo sguardo e si mise le mani nei
capelli.
“Mi ha anche detto che le piaccio…”
Che crudeltà.
Tutto è così crudele…
Io ho ucciso i suoi genitori e lei mi viene a dire che
sono una brava persona…
Perché questo…
Perché questo…
Perché questo…
La notte passò. Le stelle rimasero a brillare,simili a tante piccole lacrime…