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Autore: darkgirl    16/09/2005    2 recensioni
ok...una piccola stupidaggine....una storia creata da una canzone che io ho riscritto...per informazione è "Gabriel" di lamb...quindi ai suoi fan non conviene leggere...
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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piccolo preavviso....a chi piace la canzone "Gabriel" di Lamb che compare nel film "Tre metri sopra la cielo" non conviene leggere perchè io ho riscritto il testo...anche se non credo che abbia lo stesso tempo. Per il resto,nella seconda parte il finale è un po' cruento quindi diciamo che alle persone molto svenevoli non conviene leggere....per il resto spero che vi piaccia...tanto a voi tocca la decisione, in fondo avete tutta la prima parte...:)

Raphael si alzò appoggiandosi ad un albero. Era ferito gravemente ad una spalla. Doveva cercare delle cure al più presto. Si sentiva debole, estremamente debole. La battaglia lo aveva propio spossato. Ormai erano 10 anni che inseguiva Gabriel e ogni volta quel maledetto riusciva a spuntarla e invece sul suo corpo compariva una nuova cicatrice. Le forze cominciarono a mancargli, non trovò più l'appoggio di un albero e cadde per terra. Provò a rialzarsi ma non ci riuscì. La vista gli si stava annebbiando. "Non devo morire, non propio ora. Prima devo vendicarla, prima devo ucciderlo" pensò e cominciò a strisciare. Riuscì a fare pochi metri, era troppo debole. Si accasciò al suolo e svenne.
Si svegliò in piena notte. Era in un letto. Era stato bendato. Non vi era la luna quella sera, quindi la stanza era praticamente buia. Si potevano solo delineare il contorno di un tavolo e di una poltrona. La stanza non sembrava essere molto ampia. Ad un certo punto una porta si aprì e una donna entrò. Non vide il suo volto, ma intravide il profilo del suo corpo snello, ma non asciutto. Intravide anche l'ombra dei capelli lunghi, lasciati sciolti. Sembravano leggeri quanto l'aria, ma lui non riuscì a vedere il loro colore. La donna si avvicinò al ferito. Prese uno straccio e lo bagnò in un secchio d'acqua che lui non poteva vedere, ma a quanto pare era ai piedi del letto. La figura femminile gli pulì il viso e l'uomo notò che aveva delle mani affusolate e delicate quanto un fiore e anche il tocco rassomigliava tanto a quello di un petalo,leggero e dolce. La curatrice mise di nuovo lo straccio enl secchio e si rivolse all'uomo con voce gentile:
- Dormi ora, hai bisogno di riposo per riprenderti.- poi con passo felpato uscì dalla stanza richiudendo la porta dietro di sè.
Raphael cominciò a guardare il soffitto, poi il dolce Morfeo lo accolse tra le sue braccia.
Quella non fu una notte senza sogni. Lui rivide, come molte altre volte, la sua Dafne. Aveva i capelli color fuoco e gli occhi color cielo. Ogni volta che si specchiava in quegli occhi, credeva di perdersi dentro l'animo della sua amata. E quando lei cantava, lui si sentiva in paradiso. Quando lo accoglieva al ritorno delle sue missioni da soldato, lui rinasceva dopo aver visto tanti orrori. Lei era il suo serafino. Lei era la sua tentazione. Lei era tutto per lui. Ma qualcuno gliela portò via. Un altro la amava ed era dilagnato dalla gelosia che lei non l'amasse. Era il miglior amico di Raphael. Avevano vissuto tante avventure insieme tra assalti e duelli. Erano cresciuti praticamente assieme, credeva di conoscere Gabriel. E invece lui rinneggò tutto quello in cui credeva, tutto quello per cui aveva combattuto fino a quel momento, e l'aveva venduto al nemico. Era diventato un suo generale e tutto questo per gelosia e odio. Gelosia di un amico, odio per un amore non corrisposto.
Così un giorno, mentre Raphael era fuori per una missione, Gabriel attaccò il suo villaggio, uccise i suoi parenti, uccise la sua gente, uccise lei, cosìcchè se non l'avesse avuta lui non l'avrebbe avuta nessuna. Quando Raphael tornò, convinto di trovare la sua amata ad attenderlo assieme a quel paese tanto paciffico, vide solo un mucchietto di case bruciate e ammassi di cadaveri. Lui corse fino alla casa di Dafne, ma era troppo tardi. Lei giaceva inerme con un coltello conficcato nello stomaco. Il viso non era contratto dal dolore, anzi anche nella morte aveva conservato la sua bellezza. Raphael si lasciò prendere dalla disperazione. E cominciò a vagare per il villaggio, oramai distrutto. Ad un certo punto vide qualcuno muoversi, contorcersi per terra. Gli corse incotro. Era il padre di Dafne.
- Chi è stato a fare tutto questo?- gli disse il ragazzo afferandolo per le spalle, ancora prima che il vecchio potesse reagire.
Il vecchio non rispose.
- Chi é stato?!?!?! - gli ripetè il giovane scuotendolo
- G...a..Gabriel....- disse il vecchio e poi si accasciò tra le mani del giovane. Era morto.
A sentire quel nome, l'animo del ragazzo s'infiammò di una rabbia mai provata. Sapeva che Gabriel amava Dafne, ma non credeva che sarebbe arrivato a questo solo per gelosia. Credeva di conoscere il suo migliore amico. Ma si sbagliava. Mentre seppelliva i corpi dei suoi concittadini, piangeva, si disperava e pensava. L'ultima che seppellì fu lei. Dopo che l'ebbe fatto decise che avrebbe cercato Gabriel anche in capo al mondo solo per vendicarsi. Raccolse le sue cose e quel poco cibo che era rimasto intatto dopo l'incendio, e partì.
Inseguì Gabriel per dieci anni, ma ogni volta lui riusciva a scappare, in un modo o nell'altro. Ed era arrivato là, dopo l'ennesimo fallimento. Si svegliò, era mattino inoltrato e il sole entrava nella stanza, illuminandola. Non era una stanza molto grande, ospitava solo un tavolino, una cassettiera, una poltrona verde bottiglia e il suo letto. Tutto era costruito in un legno di colore scuro. "Chissà che tipo di legno è.." pensò guardandosi attorno. Poi notò il secchio d'acqua a fianco del letto. Lo straccio era appoggiato al bordo, in modo che non si bagnasse. Appena si mise sui gomiti per guardare meglio il posto in cui si trovava, dalla porta entrò la ragazza della sera prima (la riconobbe dal profilo). Era snella ma non asciutta, come aveva pensato la sera prima, aveva dei capelli color castano chiaro e una carnagione rosea. Le mani erano affusolate e delicate. Come lei si avvicinò all'uomo, notò che la ragazza aveva anche degli occhi color cioccolato. Lei gli mise una mano sul petto per farlo ridistendere:
- Devi riposarti - disse di nuovo con la sua voce gentile - Non devi affaticarti in nessun modo, così entrò un paio di giorni potrai muoverti di nuovo.-
- E tra quanto potrò ripartire? -
- Non prima di una settimana, la tua ferita era grave e noi abbiamo fatto appena in tempo per salvarti.-
L'uomo guardò il soffitto rassegnato: una settimana prima di riprendere la ricerca della vendetta.
- Ci stai cercando con tanto ardore?- gli chiese la donna, dandogli una ciotola con del cibo
- Il mio nemico-
- E vuoi ucciderlo?-
- Sì.-
- Perchè?-
- Perchè con lui ucciderò anche il mio dolore e il mio passato.-
La ragazza rimase, in un certo senso, sconvolta da quella risposta. Ma quell'uomo l'aveva intrigata da quando l'aveva visto svenuto nel bosco. Però quel giorno decise di non continuare il suo interrogatorio. Dopo aver dato da bere uscì lasciando l'uomo da solo con i suoi pensieri. Anche lei aveva altro a cui badare.
Dopo un paio di giorni l'uomo si alzò dal letto e per suo piacere cominciò a vagare per il piccolo villaggio. Bambini spensierati giocavano per le strade. Donne laboriose svolgevano il loro compito:chi tesseva,chi filava, chi cucinava, chi si occupava della casa. L'uomo dopo un lungo vagare per il villaggio decise di sedersi su di una pietra vicino ad un ruscello. La ragazza che lo aveva curato lo vide là e si avvicinò.
- Allora straniero, come va la tua ferita? - disse portando con se una cesta con alcuni vestiti.
- Meglio, grazie, le tue cure sono state efficaci.-
- Anche se non posso sapere chi cerchi, posso sapere qual'è il tuo nome o te ne devo dare uno io? - disse lei mentre lavava alcuni panni nel ruscello.
- E che nome mi daresti? - chiese incuriosito lui
-Beh vediamo, guardando i tuoi occhi color grigio scuro, ti darei un nome un po' strano...tipo antiche civiltà...direi Grey Cloud o Grey Blade...però pochè starai con noi solo poco tempo potrei abbinarti anche Grey Wind-
- Eheheh... vada per Grey Wind, forse un giorno ti rivelerò il mio vero, ma per ora era meglio di no.- infatti sospettava che alcuni soldati lo stessero cercando, era pur sempre una spina nel fianco per il loro capo Gabriel. - Ma dimmi mia bella salvatrice, qual'è il tuo di nome?-
- Perchè dovrei dirtelo? Io non posso sapere il tuo...-
- Ma tu stai negando la risposta ad un ospite che preferisce mantenere segreta la sua identità per motivi di sicurezza, e cmq io non ho abbastanza fantasia, quindi non saprei darti un nome e chiamarti "donna o ragazza" mi da alquanto fastidio...-
- Mi chiamo Evelin.-
- Evelin? Bel nome, delicato come le tue mani. Ma posso farti una domanda Evelin?-
- Si chiedi pure...-
- Ho notato che nel villaggio ci sono solo donne,vecchi e bambini...dove sono i vostri uomini?-
- Ehm....-
- é una cosa segreta allora...ma non ti preoccupare non sono una spia di Gabriel, io odio quell'uomo.-
- Bhe, stanno preparando una rivolta contro Gabriel che governa su questa regione da qualche tempo...-
- Ribelli eh? Interessante - e si passò una mano sul mento.
- Ma ora puoi togliermi tu una curiosità? Gabriel è il nemico che cerchi?-
- Sì....-
- Come mai?- ma vedendo lo sguardo triste dell'uomo aggiunse - se vuoi puoi anche non rispondere...-
- No...beh diciamo che mi a tolto le cose più care che avevo...- e per un attimo all'uomo sembrò di vedere Dafne correre per il ruscello a piedi nudi, amava molto l'acqua.
- Mi dispiace, e ora stai tentando di lavare via il dolore con il sangue vero?-
L'uomo non rispose, passò qualche minuto in silenzio e poi cominciò a parlare: - Posso darvi una mano con la ribellione? Cioè posso unirmi a voi quanto basta per infiltrarmi nella sua fortezza?-
- Bhe quando ti sarai rimesso ti porterò dagli uomini e loro decideranno. -
L'uomo si alzò e ritornò alla sua stanza. In un angolo vicino al tavolo c'erano le sue cose, una piccola sacca con un po' di cibo, il necessario e un ciondolo. Un ciondolo rotondo argentato. Raphael lo prese tra le mani e lo guardò malinconico. Lo faceva scivolare tra le dita immerso in pensieri tristi che strasformavano i suoi occhi in nubi scure cariche di pioggia.
I giorni successivi passarono abbastanza velocemente, fin troppo velocemente per Evelin. Ormai credeva di amare quei capelli dorati, quegli occhi grigi, tutto di Grey Wind, ma non aveva molto tempo per stare sola con lui ed ammirare quell'uomo di cui non sapeva neanche il nome.
Intanto l'uomo aiutava alcuni anziani per i lavori pesanti, giocava con i bambini.Insomma, era diventato una specie di celebrità per il piccolo villaggio. Evelin arrivò a passi svelti verso un gruppetto di bambini seduti intorno a Grey Wind che stava raccontando loro una storia.
-...il grande mago, anche se ferito dal drago di ferro, non volle lasciare la sua amata tra le grinfie del Lord Grimauld, però ormai non gli rimaneva che una soluzione, usare la sua magia più potente, la più distruttiva, ma che avrebbe potuto ucciderlo...-
- Scusa, posso parlarti un attimo in privato, Grey Wind? - chiese la ragazza
- Sì va bene, ok bambini per oggi la storia finisce qua...-
- No no...e il finale? - si lamentarono i bambini in coro.
- Ve lo racconto questa sera...intanto voi provate ad immaginarvelo...- e seguì Evelin - Cosa succede?-
- Gli uomini hanno accettato di parlarti, devi seguirmi fino al loro nascondiglio. - e la ragazza si incamminò verso il bosco. Camminarono per alcuni minuti, poi Evelin si fermò. Scostò alcune foglie dal suolo del bosco, scoprendo una botola,l'aprì e fece scendere l'uomo poi lo seguì chiudendo dietro di sè la botola. Erano delle caverne anguste, scavate dall'uomo. Alle pareti vi erano delle torce che illuminavano debolmente l'ambiente, ma quanto basta per farsì di vedere i propi piedi. Evelin prese una torcia e guidò Grey Wind per il cunicolo d'ingresso, poi fecero un giro intricato tra cunicoli e stanze fino ad arrivare ad una porta. La ragazza bussò e aprì la porta. Questa era una stanza più ampia delle precendenti ed era più illuminata. Al centro c'era un tavolo dove vi erano seduti alcuni uomini con una piantina di una città al centro. Tutti guardarono Evelin e il nuovo arrivato. Poi un uomo che non avrà avuto più di quarant'anni, alto, robusto, con una barba scura si alzò e si avvicinò alla ragazza:
- E lui Grey Wind? - chiese
- Sì - rispose lei.
- Bene, grazie per averlo accompagnato qua, ora puoi andare.- e la ragazza dopo un cenno di saluto, si girò e se ne andò.
- Piacere, mi chiamo Xian. - disse l'uomo porgendoli la mano.
- A quanto pare sapete già il mio soprannome...- disse l'altro strigendogli energicamente la mano tesa.
- Dimmi perchè vuoi unirti alla nostra ribellione? - e lo accompagnò al tavolo.
- Bhe io vorrei unirmi alla vostra causa per riuscire ad infiltrarmi nel castello di Gabriel per ucciderlo.-
- E perchè vuoi ucciderlo?-
- Per vendetta. Ho una faccenda in sospeso con lui...-
- Bene, domani sera entremo nel castello. Molti nostri uomini si sono già infiltrati tra le guardie e domani sera avranno tutti il turno di guardia, quindi si potrebbe dire che la riuscita dell'assalto è praticamente certa. Se vuoi ti puoi unire al primo gruppo ed infiltrarti velocemente nel castello.-
- Va bene, ma vorrei chiedervi se posso occuparmi di Gabriel da solo, senza l'aiuto di nessun altro...-
L'uomo lo guardò un po' interdettò, dopo gli fece un cenno d'assenso. - Bene allora torna qua domani sera al tramonto, sarà una notte di dolore di vittoria e di sconfitta.- detto questo Xian lo congedò. Fuori dalla porta trovò Evelin che era appoggiata al muro e lo stava aspettando. Riaccompagnò l'uomo in silenzio al villaggio, ma prima che lui rientrasse nella sua dimora gli parlò.
- Senti Grey Wind, quando avrai compiuto la tua vendetta, cosa farai? -
L'uomo si girò e guardò la ragazza: - Non lo so, non ci penso mai.-
- Perchè non torni qua? In fondo ti sei trovato bene, i bambini ti adorano e poi...- e arrosì abbondantemente
- Senti Evelin...-
- Ti prego non lasciarmi, io ti amo- e si gettò tra le braccia dell'uomo
L'uomo l'abbracciò per un momento poi la staccò da sè, le alzò il viso e vide delle lacrime che le solcavano il volto.
- Mi dispiace, ma non credo di essere l'uomo per te Evelin, covo troppo odio nel cuore e poi non riesco ancora a dimenticare la persona che amavo- fece per entrare, ma la ragazza lo fermò di nuovo - Posso sapere almeno il tuo nome? Intendo, il tuo vero nome?-
- Raphael.- rispose ed entrò in casa.

  
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