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Autore: _Mary    06/07/2010    8 recensioni
Andromeda dormiva serena, stretta al cuscino. La tuta troppo grande che Ted le aveva prestato la faceva sembrare molto più piccola di quanto fosse, nella stanza in disordine. Il vestito bianco con cui era arrivata era appoggiato su una sedia, sporco e strappato.
Per Julia Weasley ♥
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Scritta per Julia Weasley. Enjoy it <3

 

DISCLAIMER: anche se non li ha praticamente usati, Ted e Andromeda rimangono di JK Rowling, e la fanfiction non ha scopo di lucro. Ma quando sarà diventata miliardaria acquisterò i loro diritti e me ne approprierò, sisì.

 

 

Wedding dress

 

 

Andromeda dormiva serena, stretta al cuscino. La tuta troppo grande che Ted le aveva prestato la faceva sembrare molto più piccola di quanto fosse, nella stanza in disordine. Il vestito bianco con cui era arrivata era appoggiato su una sedia, sporco e strappato.

Ted sorrise dalla porta. Quando l’aveva vista arrivare con quel vestito da sposa, completamente bagnata, febbricitante, gli era venuto un colpo. Si era gettata tra le sue braccia senza dire niente, e lui l’aveva fatta entrare, sorpreso. Si era tolta il vestito da sposa in fretta, con rabbia, lui l’aveva fatta asciugare, le aveva prestato la tuta da ginnastica migliore che avesse e l’aveva fatta dormire, senza domandarle niente.

Andromeda gli aveva chiesto di rimanere con lei mentre si addormentava, come fosse una bambina piccola. Ted l’aveva vista chiudere gli occhi, serena, e poi aveva sentito il suo respiro farsi più regolare, fino a quando non aveva capito che si era addormentata.

Ted non sapeva cosa le fosse successo. Non le aveva chiesto niente, l’aveva vista troppo fuori di sé per turbarla ancora. Lei, prima di addormentarsi, gli aveva rivolto un mezzo sorriso.

“Ti amo” aveva sussurrato. E Ted aveva intuito. Le aveva carezzato una guancia, prima di baciarla a fior di labbra e di sorriderle.

“Anche io”.

Era felice di averla lì: non contava più niente di quello che era accaduto prima. Andromeda era lì, ed aveva detto di amarlo. Tutto il resto non era nulla.

Continuava a dormire da ore, ormai. Ted aveva provato a fare la cena, ma aveva scoperto che, ancora una volta, sua madre aveva ragione: una pentola poteva essere usata da un Tonks solo come arma impropria, non certo per cucinare.

Così aveva deciso di aspettare che lei si svegliasse: aveva scoperto un’ottima pizzeria a qualche isolato di distanza.

Sbuffò. Probabilmente l’ultimo pasto di Andromeda era stato quanto di più raffinato i suoi elfi domestici avessero potuto cucinare. E lui voleva offrirle una pizza.

Sentì che una strana morsa di inquietudine gli aveva stretto lo stomaco. Quel piccolo tarlo fastidioso c’era sempre stato, ma in quel momento, quando Andromeda aveva davvero deciso di vivere con lui, si faceva sentire ancora di più.

Ted la amava, ma lei si rendeva conto di tutte le cose a cui aveva rinunciato con la sua scelta?

Si guardò intorno: l’appartamento era piccolo ed in disordine. Andromeda l’aveva definito scherzosamente ‘Il perfetto appartamento da scapolo’.

Ted storse il naso: quel monolocale doveva essere più piccolo della camera di Andromeda, a casa sua, ed era tutto quello che avrebbe potuto offrirle fino a quando non avesse messo da parte un po’ di soldi. I vestiti da stirare ammucchiati in un angolo, poi, la dicevano lunga su quanto Ted potesse permettersi in moda ed accessori, cose che Andromeda aveva sempre amato e si era sempre potuta permettere.

Infine, c’era la cosa più importante: lei aveva sempre frequentato l’élite della società magica; si sarebbe accontentata di una persona semplice come lui, o un giorno si sarebbe stufata dei suoi modi spontanei, della sua poca raffinatezza, della sua mancanza di amicizie importanti?

Ted sospirò. Andromeda gli era sempre sembrata superiore, fin da Hogwarts; ci aveva messo anni a dichiararsi proprio per questo motivo, e quando aveva capito di essere ricambiato gli era sembrato impossibile che fosse successo proprio a lui. Le aveva proposto di raggiungerlo, di vivere con lui, di stare insieme, e non avrebbe certo ritirato le sue parole. Avrebbe potuto badare ad entrambi, ma in quel momento non poteva fare a meno di chiedersi se, in qualche modo, Andromeda potesse essersi illusa. Si sarebbe adeguata al tenore di vita che avrebbe potuto offrirle, che era ridicolmente inferiore a quello a cui era abituata? Dopotutto, lui era un semplice impiegato all’Ufficio Passaporte.

Si sentì abbracciare e si riscosse dai suoi pensieri, sorpreso.

“Ehi” salutò, voltando la testa. “Hai dormito tanto”.

Andromeda annuì.

“Ero un po’ stanca” disse, baciandolo su una guancia.

Ted sorrise.

“Ho preparato del tè. Emh…”, esitò, andando ai fornelli e prendendo la teiera sbeccata, “l’ho assaggiato. Mi sembra che sia… ecco, bevibile, almeno”.

Andromeda annuì, stiracchiandosi sulla sedia sulla quale si era seduta. Ted prese una delle tazze vicino al lavandino e la riempì di tè, facendo poi molta attenzione a non rovesciarlo da nessuna parte mentre lo portava ad Andromeda.

“Grazie” sbadigliò Andromeda.

Per un po’ rimasero in silenzio. Ted non sapeva come affrontare la questione, ed Andromeda notò che qualcosa non andava.

Lui sospirò.

“Posso… posso sapere perché sei qui?” chiese, cauto.

Andromeda posò la tazza sul tavolo. Cominciò a rigirarsela tra le mani, in silenzio. Poi sorrise.

“Avevi ragione, Ted. Su tutto. Stavo per sposarmi quando l’ho capito. O meglio, mi stavo provando il vestito da sposa” disse, alzando lo sguardo.

“Mi dispiace di esserti piombata in casa così, so che non avrei dovuto. Me ne andrò stasera stessa comunque, così…”

“No, rimani” la interruppe bruscamente Ted.

Lei sgranò gli occhi.

“Puoi rimanere quanto vuoi qui, te l’ho già detto” proseguì Ted. “Quello che volevo chiederti era…”

Sospirò, passandosi una mano tra i capelli. Andromeda rimase in silenzio.

“Ecco, guardati intorno. Io non sono come la tua famiglia. Non ho una villa, non ho elfi domestici, non ho niente di ricco o… sfarzoso o che so io. E non so nemmeno cucinare” aggiunse. “Possiamo vivere insieme, posso offrirti una vita da strega normale. Ma forse non sono alla tua altezza”.

Si interruppe umettandosi le labbra e distogliendo lo sguardo da lei.

“Quindi… se vuoi tornare da loro, puoi farlo. Mi rendo conto di avere pochissimo da offrirti. Posso darti tutto quello che ho, ma…”

“Ted” lo interruppe Andromeda.

Ted la guardò. Lei si sporse verso di lui, prendendogli una mano tra le sue.

“Hai ragione. Non hai una villa, non hai elfi domestici. E, se davvero mi vorrai qui, penso che uno dei due dovrà assolutamente imparare a cucinare”.

Ted stava per dire qualcosa, ma Andromeda gli fece cenno di tacere.

“E la sai una cosa? Non mi importa. Ho vissuto tutta la vita circondata da persone che rispondevano ‘Sì’ ad ogni mia richiesta, viziata, abituata ad avere tutto quello che desideravo”.

Ted abbassò di nuovo lo sguardo. Era esattamente ciò che non avrebbe mai potuto darle.

“E non ero felice” concluse Andromeda.

Ted alzò la testa di scatto. Andromeda alzò le spalle.

“A cosa mi serve indossare vestiti da sera quando ho te? Comincerò a vestirmi da babbana e, ovviamente, anche a lavorare. Mi dovrai insegnare un bel po’ di cose sui babbani, ma…”

“Ne sei sicura?” la interruppe Ted in un soffio.

Andromeda fece un sorriso strano, guardandolo negli occhi.

“Sai perché sono scappata, Ted?”

Lui scosse la testa.

“Mi sono guardata allo specchio. Indossavo quel vestito – costosissimo – e alle mie spalle potevo vedere la stanza in cui sono cresciuta. L’idea di rimanere tutta la vita come un burattino agghindato mi ha terrorizzata. Ho capito così che dovevo rivederti” mormorò Andromeda.

“Ho capito che non mi interessa nient’altro che il tuo amore”.

Ted esitò.

“Non voglio che tu ti illuda, Dromeda. Lo sai. Sono solo… sono solo Ted”.

Andromeda sorrise. Gli si avvicinò e lo baciò delicatamente, portandogli le mani tra i capelli.

“Certo che sei solo Ted” mormorò. “Ti amo per questo”.

Ted la strinse a sé. La sentì appoggiare la testa sulla sua spalla, sospirando. Non poté fare a meno di pensare che quel momento era perfetto, nonostante la cucina fosse in disordine, lei stesse indossando una tuta sformata e la pioggia stesse battendo contro la finestra della sala.

Aveva capito, e, anche se gli sembrava incredibile che Andromeda ricambiasse quello che lui provava, pensò che neanche a lui sarebbe interessato niente di tutto il resto.

Del suo appartamento minuscolo, della sua incapacità nel cucinare, del fatto che probabilmente si sarebbe trovato i suoi parenti in cerca di vendetta alla porta, un giorno o l’altro.

Il vestito rovinato giaceva abbandonato sulla sedia, il fantasma di un futuro che non ci sarebbe più stato.

C’era solo lei, Andromeda. Ed il suo amore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa fanfiction può essere considerata il seguito ideale di ‘Through the looking-glass’ – giusto per qualche riferimento, mi sembra sia abbastanza comprensibile anche senza averla letta – che, tanto per vantarmi un po’, è arrivata seconda al contest a cui ha partecipato *-* Rimango convinta che il secondo posto sia del tutto immeritato – anzi, probabilmente l’ho solo sognato – però finché non mi arriverà la smentita ufficiale io continuerò a galleggiare per la felicità come una stupida.

Ho scritto questa cosa per la magnifica Julia Weasley, che è stata tanto gentile da darmi questa idea – ovvero una fic sui dubbi di Ted qui.

Grazie, Julia! Non esitare a tirare fuori i tuo lato Black e a maledirmi se sono andata, umh, fuori traccia <3

E, dato che questa è la seconda shot che scrivo 'su richiesta', posso creare una serie, dal titolo, emh, Spicchi di cielo. ... si accettano suggerimenti, io odio i titoli 8)
Come al solito, se questa shot vi ha incuriositi almeno un po’ su un pairing così poco considerato – pochino pochino – e vi ha fatto venire voglia di Ted/Andromeda… visitate il profilo di whateverhappened, non rimarrete delusi *-*

Bon, mi sembra di aver scritto tutto. Grazie a chi aggiunge a Preferite/Ricordate/Seguite, grazie a chi legge soltanto, grazie a chi recensisce – risposte via e-mail <3

 

Un abbraccio,

Ilaria

   
 
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