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Autore: Isidar Mithrim    06/07/2010    13 recensioni
Cosa potrà mai aver combinato la piccola Lily per costringere la McGranitt a convocare personalmente i Potter a Hogwarts, proprio in occasione di un giorno tanto speciale?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Lily Luna Potter, Minerva McGranitt | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Malandrinate junior a casa Potter!'
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Espulsa?!
 
 
Era una tiepida mattina di maggio quando Harry aprì gli occhi, ben più tardi degli altri giorni lavorativi.
Si rigirò nel letto alla ricerca della propria moglie, desiderando ricevere da lei un bacio del buongiorno.
 
Sì, era un gran bel giorno.
 
Se non fosse per il fatto che Ginny, nel letto, non c’era affatto.
 
"Amore? Dove sei finita?" indagò Harry, articolando le parole con la bocca ancora impastata dal sonno.
 
Non avendo ricevuto risposta, inforcati gli occhiali diede un rapido sguardo alla sveglia – "Sono solo le dieci!" – e si alzò dal letto infilandosi i pantaloni del pigiama, buttati per terra.
 
Si alzò trascinando faticosamente le sue membra giù per le scale, per arrivare in uno dei suoi luoghi preferiti: la cucina.
 
Finalmente trovò sua moglie, che era indaffarata ai fornelli.
 
"Ecco che fine avevi fatto!"
 
Ginny si accorse solo in quel momento della sua presenza, e lo guardò sorridendo.
 
"Se uno zuccone di mia conoscenza non si fosse già alzato, gli avrei portato la colazione a letto!"
 
Indicò il vassoio sul tavolo ed i toast che sfrigolavano sulla padella. Harry riuscì a percepire l’inconfondibile profumo della torta alla melassa giungere dal forno. Le sorrise grato.
 
"Perdonami… Ero solo venuto a cercare il bacio del buongiorno…"
 
Ginny abbandonò le varie occupazioni culinarie e si avvicinò dolcemente ad Harry, posando le proprie labbra sulle sue.
 
Harry stava per stringerla più saldamente a sé per evitare che potesse scappare preferendogli i fornelli, quando una voce severa e squillante li richiamò a loro stessi.
 
"Potter!"
 
"Ma chi è?" si sorprese Ginny.
 
"Comunque, chiunque sia, oggi ti proibisco di lavorare, sappilo!" aggiunse irritata.
 
"Non ho alcuna intenzione di farlo, tesoro, tranquilla" la rassicurò Harry mentre si avviava al grande focolare in salone, per capire chi lo stesse chiamando.
 
Quando entrò in salotto, con sua sorpresa, tra le fiamme verdi del caminetto vide il volto indurito di Minerva McGranitt, Preside di Hogwarts.
 
L’istinto paterno fece subito sobbalzare Harry per la preoccupazione.
 
"Professoressa! Cos’è successo?"
 
"Oh, Potter, mi dispiace così tanto disturbarvi a quest’ora della mattina, e proprio oggi per giunta…" disse desolata.
 
"Cosa diamine hanno combinato quelle due pesti?" esclamò Ginny irata, arrivando subito alle sue conclusioni.
 
"Loro nulla, per questa volta. Mi dispiace davvero di darvi questa pessima notizia, ma temo che io sia costretta ad espellere vostra figlia Lily. Proprio oggi, poi…"
 
Harry rimase basito.
 
La sua bambina, solo al primo anno di Hogwarts, espulsa?
 
Non riuscì ad articolare nemmeno una parola.
 
"COSA?" ruggì invece Ginny, già rossa in volto.
 
"E cosa diamine ha combinato, per Merlino?"
 
"Sapete perfettamente, e così anche Lily, che non si può tenere od usare autonomamente alcun manico di scopa, al primo anno. Nonostante avesse perfettamente chiara questa regola, vostra figlia ha comunque ritenuto opportuno non curarsene. E la punizione è l’espulsione."
 
"Ma la sua scopa l’abbiamo requisita noi prima che ripartisse dopo le vacanze di Pasqua! Non credo che sia già così in gamba da soffiarcela sotto al naso…" commentò Harry, con un barlume di speranza nella ritrovata voce.
 
"Difatti ha rubato di nascosto quella di vostro figlio Albus, e ha visto bene di uscire volando dal castello nel pieno della notte, ieri sera…"
 
"Folle. Abbiamo una figlia folle." sentenziò Ginny, le mani tra i capelli.
 
Harry, che a differenza di sua moglie era molto più preoccupato che inviperito, tentò ancora.
 
"Professoressa, la prego, per una volta potrà anche chiudere un occhio… Per me lo ha fatto, no?"
 
"Tanto può sicuramente star certa del fatto che ci penserò IO in prima persona, a punirla!" decretò Ginny.
 
"Mi dispiace, Harry, ma questa diventerebbe la terza volta che chiudo un occhio. E sfortunatamente ne ho solo due, come puoi ben notare."
 
"Andiamo, professoressa, non ha fatto nulla di realmente pericoloso, non stava andando a spasso per la Foresta Proibita!"
 
"In effetti, quella è la cosa per cui ho chiuso il primo occhio…"
 
"Non solo è folle, ma anche idiota! Come diamine è riuscita a farsi beccare con Mantello e tutto il resto in dotazione!"
 
Ginny era incredula.
 
"Come vi ho detto, non posso davvero fare nulla. Perderei ogni credibilità se facessi un’eccezione per lei, e sinceramente sospetto che questo non le farebbe piacere."
 
"Già, Lily odia quando le vengono rese facili le cose solo perché è mia figlia."
 
"Posso farle solo quest’offerta: le concederò la possibilità di ricominciare tra due anni. Intanto, se lo desidera posso metterla in contatto con Madame Maxime affinché possa iscriversi a Beauxbaton, anche se in effetti vostra nuora vi potrebbe aiutare più di me, in questo frangente."
 
"Be’, certo sarebbe meglio di niente" commentò Harry.
 
"Comunque, credo sia giusto dirvi che Lily si è giustificata spiegando che voleva volare a casa, per passare questa giornata con te, Harry."
 
"Vedi di non scioglierti troppo, ricordati che si è appena fatta espellere" gli intimò Ginny, che conosceva bene l’influenza che la più piccola dei loro figli aveva sul padre. Harry annuì, ma con un groppo alla gola.
 
"Bene, è necessario che la veniate a prendere. Tra un’ora andrà bene?
 
Le chiederò di aspettarvi nella Sala Grande, poi potrete venire insieme nel mio ufficio. Ah, ci sarà Gazza ad aprirvi il portone."
 
Pure Gazza si dovevano sorbire!
 
"Harry, mi dispiace ma ti lascerò andare da solo, perché penso che io potrei strozzarla se la vedessi prima delle prossime ventiquattro ore" commentò Ginny, lapidaria.
 
"Va bene, non c’è problema, verrò io, Professoressa" accettò Harry, affranto.
 
****

"Papà!"
 
Lily gli corse incontro - ignorando beatamente Gazza – e lo abbracciò forte.
 
Sapeva che non ce l’avrebbe fatta ad aspettarlo nella Sala Grande, quindi aveva messo Sir Cadogan di vedetta per lei.
 
Harry strinse la figlia undicenne tra le braccia, e liquidò il Magonò senza troppe cerimonie.
 
"Mi dispiace così tanto! Io non volevo che succedesse tutto questo!
 
Ma dov’è la mamma?"
 
Lily si rese conto della sua assenza con un certo sollievo.
 
"Mi ha salutato dicendomi che era meglio che ti portassi o da nonna, o da zio Ron, o dalla tua madrina a pescare Plimpi, perché di certo saresti stata più al sicuro che a casa con lei."
 
"È così arrabbiata?"
 
"Dire che arrabbiata è un eufemismo, tesoro. Stava per provare su di me la fattura Orcovolante per vedere se le veniva bene come una volta…"
 
"E tu?"
 
"E io mi sono scansato, sai che se tua mamma vuole affatturare qualcuno non c’è-"
 
"Intendevo – lo interruppe Lily – e tu, sei arrabbiato?"
 
Harry sospirò.
 
"So che dovrei esserlo, ma al momento sono molto più dispiaciuto che arrabbiato, se devo essere onesto."
 
"Non sei neanche un po’ deluso?"
 
"Se lo fossi mi starei comportando da ipocrita, visto che anche io ho fatto questa e tante altre malandrinate ai miei tempi."
 
"Ma lo facevi sempre a fin di bene!"
 
"Credo che al momento ti sfugga qualcuno dei racconti dello zio Ron.
 
Che ne dici di quando tirammo fango a Malfoy da sotto il Mantello dell’Invisibilità, mentre io ero ad Hogsmeade senza permesso? O di quando la McGranitt beccò me e zia Hermione nella torre di Astronomia, dove avevamo appena consegnato un drago a degli amici di zio Charlie?"
 
Lily non potè fare a meno di sorridere per un attimo, mentre cominciarono a percorrere il corridoio che conduceva alla Sala Grande l’uno affianco all’altra.
 
Poi tornò seria.
 
"Questo non mi giustifica, papà. Mi merito di essere espulsa. Ma ora mi sento così stupida…"
 
"No, non ti giustifica, e fai bene a sentirti una stupida, perché in effetti hai perso una delle più grandi opportunità della tua vita… Ma ce ne saranno altre, di questo ne sono certo.
 
Non dovevamo andare nell’ufficio della McGranitt, comunque?" indagò Harry, visto che non gli risultava stessero percorrendo la giusta strada.
 
"Possiamo passare prima in Sala Grande? Devo trovare Al e James, ancora non lo sanno… Anche se si chiederanno come possa non aver imparato nulla da loro, non posso non dirglielo.
 
Stamattina stranamente non erano nei loro letti. Non capisco perché non stiano approfittando di queste ore di sonno, ma è certo che se non stanno dormendo allora-"
 
"-stanno lautamente banchettando" concluse Harry per lei, realizzando che molti studenti dovevano stare ancora nei loro letti, visto il silenzio che regnava.
 
"Comunque, tu giri liberamente nei dormitori dei tuoi fratelli pieni di ragazzi adolescenti, Lily?"
 
Lei non potè fare a meno di ridacchiare.
 
"Veramente ieri sera, quando sono andata a rubarmi la Firebolt300 di Al, era la prima volta che ci entravo…"
 
"Almeno questo…" si consolò Harry.
 
A pochi metri dal portone stranamente chiuso della Sala Grande, finalmente Harry sentì dei brusii, che testimoniarono la presenza di un minimo di vita nella scuola. Ormai dovevano essere le undici passate, d’altronde.
 
Quando fece per afferrare la maniglia, Lily posò la propria mano sulla sua, e lo guardò dritto negli occhi, sorridendo sorniona.
 
"Papà, ma tu davvero credi che io, armata di Mappa e Mantello, potessi essere così torda da farmi scoprire?"
 
Harry realizzò il significato di quelle parole solo quando la porta si spalancò, ed applausi e grida di esultanza lo accolsero festosamente.
 
Doveva aver stampato in viso un’espressione di ebete sorpresa, mentre notava che tra la miriade di persone c’erano Ginny – semplicemente raggiante – Ron, Molly, Arthur e gli altri Weasley, nonché Neville con l’imperiosa nonna, la sognante Luna vicina ai suoi gemelli, il Ministro Kingsley e il proprio figlioccio Teddy che teneva per mano Victoire.
 
"Abbiamo organizzato tutto io, Al e Lily!" escalmò James, che era corso ad abbracciarlo insieme al fratello e festeggiava anche con gli altri due la riuscita della sorpresa.
 
Harry, stringendoli a propria volta, dedusse che doveva essere stata Hermione a rendere sgargiante i colori della scritta – firmata certamente Dean Thomas – che recitava:
 
 
2 maggio 2018

XX ANNIVERSARIO della VITTORIA su TOM RIDDLE

Grazie, Harry Potter!

(un giorno in più di ferie all’anno ci voleva proprio!)
 

***********************



Una piccola cosa, uscita quasi casualmente dalla mia penna… Mi sembrava più che legittimo che il 2 maggio fosse designato giornata di festa nazionale per i maghi!
 
Spero di averci preso con le date… ora ho corretto qualcosa, Vodia - grazie! - mi ha ricordato che risale al 1998 la sconfitta di Voledemort!Sarebbe un anno dopo lo scorcio che ci ha dato JKR, che possiede tutti questi personaggi! So che a Lily mancherebbe ancora un anno per essere in età da Hogwarts, dovrebbe avere ancora 10 anni, ma sicuramente Al è al secondo anno=). Mi piaceva pensare che la festa fosse per il XX anniversario, ricorrenza tonda! All'inizio avevo pensato di rendere James il "colpevole" di espulsione, facendolo litigare a morte con qualcuno - sempre in via ipotetica - che alla fine James avrebbe insultato come "Mezzosangue"... ma alla fine mi sembrava molto più carina questa versione! 
Perdonatemi per tutti gli spazi, ma l'HTLM questa volta l'ha avuta vinta... Per maltrerio, Dean Thomas è un ottimo disegnatore e realizzava spesso stendardi per i Grifondoro...che Hermione provvedeva a fare "risplendere"! =)
Visto che sono in vena di modifiche, grazie ai recensori e a chi ritiene quest'episodio senza pretese degno di essere ricordato, oltre che semplicemente letto!
 





   
 
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