Ubriaca di Lui
2:00
Destra, sinistra, barcollo e ancora destra, sinistra…
Nella mia testa c’era solo questo.
Avevo determinato, seppur con molta fatica, che ad ogni due passi
seguiva un
mio barcollamento.
I piedi, sembrava che scivolassero sull’asfalto freddo di
quella notte, sentivo
solo voci ovattate e vedevo solamente i fari delle macchine che
passavano al
mio fianco.
Barcollavo, con la mano destra che sosteneva le mie scarpe rotte e
nell’altra
il bicchiere vuoto del Martini.
Il ghiaccio che tintinnava nel bicchiere di cristallo, dava un ritmo
alle
parole scoordinate di Ino che arrivavano solo in parte alle mie
orecchie.
Il mio top ad ogni mio passo saliva sulla mia pancia e la mini gonna mi
limitava i movimenti.
Eppure, in tutto quel trambusto, di movimenti non calcolati e di
clacson di
auto che correvano ad alta velocità, io ridevo; con il
braccio di Ino al collo
che premeva sul mio corpo, io ridevo.
Lei parlava, cantava e mormorava qualcosa, rideva anche lei.
Inciampammo insieme, mentre cercavo di ricordare come si usassero le
parole e
come si muovevano le labbra per dare il suono ad una frase, magari di
senso
compiuto.
“We were… the KINGS! and
queeeeeens of
promisee~!” urlava Ino, in quella che doveva essere
una canzone.
“Ahahahaha! We were…
ehm… the victims of
ourselves?” continuai io con una certa
difficoltà.
Tutto l’alcol che avevo ingerito poco prima era arrivato al
cervello e lo
sentivo scorrere nella mia testa, facendola girare.
Non era una bella sensazione, eppure sembrava una specie di
anti-Paradiso, non
l’Inferno… era solo ubriachezza e voglia di fare
mille stronzate. E faceva
male, lo sapevo, ma era una di quelle cose che capitano… che
devono capitare
almeno una volta.
Sakura Haruno, 19 anni, Tokyo e Ino Yamanaka 19 anni anche lei, erano
nel pieno
della sbronza più eclatante della loro vita.
Almeno così era per me.
Cantavamo e urlavamo come delle pazze, proprio a due centimetri dalla
statale.
Le macchine sfrecciavano via come siluri, e le luci non mi aiutavano a
vedere
bene la strada per arrivare alla nostra macchina.
Camminavamo, ridevamo e basta!
Per noi era l'unica cosa che contava in quel momento. Solo quello.
“Maybe the children of a
bastard…”
Ino bestemmiò involontariamente, mentre una risata ancora
più forte uscì dalle
mie labbra dal sapore d’alcol.
“ AHAHAHA! Non è ‘bastard’, se
non ricordo bene perché è difficile che
io…
ricordi qualcosa oraaaa… ahahahaah! Era ‘lesser
God’… penso,
ah…ahahahahaha!” dissi, tra una risata e
l’altra, mentre ogni
parola era spezzata da singhiozzi e varie pause.
“OOOOOH già.. era così, waaah sei un
genio! Uh guarda Sakura, un ufo. Eccolo
lìì! Eheeh che bello che è”.
Non mi girai verso il pezzo di cielo che indicò Ino,
cominciai solo a ridere
asciugandomi le lacrime che erano scese dai miei occhi, per poi deviare
e
finire in mezzo alle macchine, proprio nel centro.
“Ma sei proprio ubriacaaa tu eh!” dissi ad Ino,
mentre il bicchiere del Martini
scivolò a terra e si ruppe in mille pezzi.
Ridemmo.
Una macchina ci deviò per un pelo, il clacson
sembrò che mi stesse rompendo i
timpani.
“Cosa hai detto? Io ubriaca!!? Pffff… e tu che
sei! Ehi stronzo… quel clacson
te lo ficco su per il…” .
“AHAHAHAHAH che uomo mancaaaanto, non ci ha nemmeno chiesto
un passaggio.”
Parlavamo in mezzo alle macchine, fregandocene altamente di tutto.
Era solo delirio.
Quando arrivammo al parcheggio, riuscii persino a contare quante volte
barcollai e quante volte finii addosso ai muri dei palazzi per tenermi.
Ino invece si trascinava a stento, anche se continuava a fare la pazza
e dire
cose non poco volgari. Era tutto così divertente.
Però, appena arrivai e posai le mano sulla maniglia
dell’auto, non mi ricordavo
neppure come si apriva.
“Ino… come si apre ‘sta
cosa?!” domandai mentre spingevo invece di tirare.
La bionda alzò le spalle, posando la schiena sulla
saracinesca del negozio, “
che vuoi che ne sappia io… sei tu quella sobria…
Ahahaha!”.
“Ma sei tu quella che deve—ahahahaha! Tu non puoi
guidare ahahahah!”.
“Wow, ci sta uno sfigato lì, guardalo!”.
Ino non mi rispose nemmeno, stava guardando un ragazzo al di
là della strada
prima di alzare le braccia e chiamarlo.
“EHI SFIGATOOO! CIAOOOOOO!”
Cominciai a dubitare della nostra sanità mentale, poi mi
ricordai che eravamo
ubriache fino alla punta dei capelli.
Stavo provando in tutti i modi di aprire quel dannato marchingegno: lo
presi a
pugni, a calci, tirai, strattonai, provai a spingere. Niente.
Il risultato fu che appena lo presi a pugni mi feci male la mano,
quando lo
presi a calci mi graffiai la gamba.
“Ok, questa macchina è tua, perché non
la apri tu mag… Ino… ehi Ino.”
Mi girai per cercarla cercando di fare qualche passo, trovandola poi
stesa,
mentre dormiva per terra.
“Ma tu guarda, cioè, ci dovevo pensare
io!” imprecai volontariamente mentre mi
abbassavo per guardarla dormire, “fanculo puttaniere da
quattro soldi” masticò
nel sonno.
Le sfilai dalla pochette il cellulare e mi rialzai con fatica. Guardai
il
piccolo telefono, cercando i modi per aprirlo, non ne voleva sapere
proprio di
stare tra le mie mani e mi scivolava come una saponetta.
Quando finalmente riuscii a capire come si apriva, non riuscivo a
vedere bene i
numeri sullo schermo, e quando vidi il nome che più mi
sembrava vicino alla
parola ‘Naruto’, chiamai.
“pronto…”
“Naruto-chaaaaaaaan! Vienici a prendere ti prego, siamo
ubriache…ahahaha Ino sta
dormendo per terra, e io non riesco a capire come si apre la macchina.
Non è
colpa mia se mi sono ubriacata… Ino mi ha costretta!
È colpa suaaaaaa, non ti
arrabbiare... mi ha costretta anche a ballare su un tavolo e ho rotto
le
scarpe, ho camminato a piedi nudi. Ho cantato tante canzoncine sai? Ma
vieni a
prendere ti prego.. sto ah-“
“Scusi ma.. lei chi è?”
Cazzo, non era Naruto.
Scoppiai a ridere.
Rimasi ferma sul cofano della macchina a guardare le stelle. Ino stava
ancora
dormendo per terra e, dopo mille tentativi, riuscii a chiamare Naruto
solo per
il rotto della cuffia.
Avevo chiamato la nonna di Ino per prima, avevo rischiato di farle
prendere un
infarto sicuramente; Poi avevo chiamato Choji, Temari, la mamma di
Sas’ke, il
fioraio e anche un gigolò.
Guardavo le stelle con aria assente, facendomi domande che solo una
ragazza nel
pieno di una sbornia si può fare. Domande assurde che non
necessitavano per
forza una risposta, domande campate in aria, senza un filo logico. I
miei occhi
smeraldi erano nel nero.
“I'll sing it one last
time… for you”
comincia a cantare con voce rauca, per passare il tempo, mentre mi
sforzavo di
trattenere il vomito e quella sensazione di disagio che avevo dentro.
Avevo mal di testa, e la speranza di vedere Naruto venirci a prendere,
era
quasi scomparsa il momento in cui avevo attaccato la cornetta.
Sinceramente?
Non mi fregava niente. Non m’importava nulla di preciso in
quell’istante… a
parte quella voglia di niente e tutto che ti prende quando sei brillo.
Quella
voglia che nemmeno tu sai cos’è e che hai solo
perché te lo dice qualcosa che
non sei tu, ma che ti appartiene. Era strano… quella pazzia
era tremendamente
strana.
Stavo chiudendo gli occhi, mentre mi facevo cullare dalle stelle e dal
rumore
delle macchina che andavano e venivano sulla strada.
“You've been the only thing that's
right.”
Erano le parole della canzone che avevo sentito con Ino prima di
arrivare alla
festa, era l’unica cosa che ricordavo, e che sicuramente mi
sarei dimenticata
da lì a poco.
La mia voce era un sussurro rotto, mentre il mio stomaco reclamava
pietà
insieme alla mia testa. Sorrisi al nulla continuando a canticchiare
quella
canzone.
“In all I've done”.
Le successive strofe le mormorai e farfugliai, fino ad andare al
ritornello
dove cominciai ad alzare pian piano la voce.
Mi misi a sedere sul cofano della macchina ed alzai le braccia.
“LIGHT
UP, LIIIIGHT UPP. As if you have a choiceee
nanananana~”.
Cominciai
a ridere, spostando i capelli appiccicati sulla mia tempia. Il
vento soffiò dando piacere alla mia pelle accaldata.
“Even ifyoucannot hear my VOICE!
Ahahaha”
Solo in quel momento, il rombo assordante di una moto, mi
arrivò chiaro e tondo
alle orecchie. Era di un nero lucido e si fermò giusto un
centimetro prima di
venirmi addosso e ammaccare la macchina.
Rimasi per qualche secondo impietrita, poi sorrisi capendo chi erano i
ragazzi
coperti dai caschi neri.
Le mie labbra si piegarono in una risata divertita, quando incontrai lo
sguardo
del conducente. Era nero come il cielo che avevo guardato prima.
“I'll be right beside you
dear…”
finii di cantare l’ultimo pezzo della canzone, continuando a
guardarlo, e
inclinando la testa da un lato.
Il ragazzo che stava dietro, si levò il casco lasciando
liberi i capelli
biondi, mi guardò con leggero rimprovero e poi
proferì parola, scendendo
dall’enorme bestione.
“Perché quando abbiamo chiesto ‘avete
visto due ragazze ubriache che vogliono
morire giovani’, nessuno sapeva niente?”
domandò divertito, avvicinandosi a me
e dandomi un buffetto sulla fronte.
“Ehi, vacci piano biondino che la mia fronte ha
già graaaaandi problemi”
risposi abbracciandolo.
“Sas’ke guarda! È davvero
ubriaca” esclamò Naruto, ricambiando
l’abbraccio.
Vidi Sasuke sfilarsi il casco e guardarmi divertito,
“già, ora vai a vedere
come sta la Yamanaka però” gli ordinò.
Naruto si staccò senza problemi da me, andando a recuperare
Ino ancora svenuta
per terra.
“Ce ne avete messo di tempo, stupidi gay che non siete
altro” non sapevo
nemmeno io perché dissi quelle cose, le pensavo e basta.
“Vacci piano con le parole, altrimenti ti lasciamo
qui” mi minacciò Sasuke,
lanciandomi il casco che cadde per terra rotolando sotto i miei piedi.
Lo raccolsi, ma cadde un'altra volta per terra, scivolando dalle mie
mani.
“Cosa devo farci con questo?” domandai confusa.
Sasuke guardò Naruto trascinare Ino, che cominciò a
imprecare e saltargli al
collo, poi si girò verso di me e mi fece segno di metterlo
in testa.
“Ma scusa… la macchina non funziona e noi siamo in
quattr-“
Naruto prense le chiavi dalla borsetta della Yamanaka e aprì
la macchina, come
se fosse la cosa più facile del mondo.
La mia bocca forma una ‘O’ perfetta, mentre mi
apprestavo a battergli le mani
con sincero stupore.
“Bravissimo Naruto-chan! Bravo bravo! Ahahahah!”
Sentii qualcuno mettermi qualcosa in testa, tanto da farmela
rimbombare, “Ahio!
Vacci piano!” esclamai, con la testa che mi duleva.
Sasuke face segno di mettermi dietro.
“I piani sono questi, apri le orecchie da ubriacona e
ascolta: Naruto, il tipo
biondo, va con Ino, la tipa quasi morta. In a u t o. E tu. Sakura. La
ragazza
noiosa come sempre. Vieni con me. Sasuke Uchiha.” Scandiva
ogni parola per
farmi capire meglio. Ma davvero mi aveva preso per una scema? Avevo
capito,
perfettamente.
“Ehi aspetta, io devo venire con te o con Naruto?”
domandai ridendo. Dietro di
me Ino comincia a ridere, si è svegliata.
“Sakura tu vai con l’emo” mi disse
l’Uzumaki, salendo nella macchina.
“Ah, ok”.
Monto dietro a Sasuke che non riesciva a trattenersi dallo sbuffare,
“tieniti”
mi disse, prima di partire.
3:00
La moto sfrecciava via tra le macchine; se prima avevo un insano calore
in
corpo, in quel momento stavo morendo di freddo.
Il vento sbatteva sulla mia pelle scoperta, mentre mi tenevo sul
sellino della
moto.
Il mal di testa mi stordiva, e tutte quelle luci non aiutavano di certo.
Tante, tante luci. Tutte colorate. Mi davano alla testa come la vodka
qualche
ora prima.
Sentivo le braccia allentare la presa del sedile, mentre i miei occhi
si
stavano chiudendo piano piano.
Sonno, tanto sonno.
La mia testa pesava sul corpo rigido, e il rumore ancora una volta mi
cullava
come una ninna nanna.
Buona notte, ci vediamo domani mondo…
Poi tutto prese una piega diversa:
La moto di Sasuke prese un dosso, io saltai sul posto e automaticamente
mi tenni
a lui facendomi più vicina. Il mio cuore batté
all’impazzata.
“Stai attenta”.
Non sentivo nemmeno un po’ d’imbarazzo, eppure ne
stavo morendo dentro.
“Ho sonnoooo!” mi avvicinai alla sua schiena e
posai la testa sul suo giubbino,
chiusi gli occhi ma le mani sul suo torace non si staccarono, aspirai
il suo
profumo e lo sentii sospirare.
3:10- 3:30
Quando arrivai all’appartamento di Naruto ed Ino -i due
condividevano
l'appartamento-, Sasuke mi dovette tenere perché ad ogni
passo vacillavo.
“IO NON VIVO SENZA DI TEEE BABY, Narutooo dove
sei?!”
Sentivo Ino che urlava dall’uscio della porta. Spostai il
viso verso quello di
Sasuke solo il momento prima che la porta si aprisse davanti a noi.
Ino ci guardò senza riconoscerci, spostando lo sguardo sul
braccio che lui
teneva sulla mia vita per non farmi cadere.
“Non avrete intenzione di scopare nella mia stanza spero!
Aahahah…”
“Ma sei fuori?” domandò Sasuke seccato
mentre io risi alla battuta.
“Woooh che bella che è!” esclamai io
rincoglionita.
“Guarda che ci sei stata già altre
volte” mi ricordò Sasuke al mio fianco,
“uh,
vero” ammisi io sorridendo.
“Sakura, eheh, non lasciarmi da sola ti prego. Naruto mi ha
abbandonato e ora
sta con Hinata nella sua stanza… mi ha abbandonato
per… e…”
E vomitò sulle mie scarpe.
Ino mi chiese scusa, Sasuke mi guardò inorridito e io
scoppia a ridere.
“Fai schifo! AHAHAHAHAHAH” mi buttai tra le braccia
di Sasuke e mi tolsi le
converse, sfilandole con i piedi.
Ino mi fissò con una scia di vomito sulla bocca, si
ripulì con la manica della
maglia e poi corse in bagno presa da un nuovo attacco di vomito.
Risi quando la vidi scappare.
Cominciai a fare qualche passo, ma Sasuke mi seguiva pian piano come si
segue
un bambino che fa i primi passi. Gli riservai uno sguardo omicida e
risposi sgarbata.
“Guarda che so fare da me!”.
Sasuke sorrise malignamente e mi lasciò, “ non lo
metto in dubbio… ma dobbiamo
andare nella stessa direzione mi sa.”
Camminai al suo fianco, facendo finta di essere il più
stabile possibile.
Non barcollare, mi dicevo, fai vedere che sei sobria e non
barcollare…
… E come se non l’avessi mai detto, un capogiro mi
prese e le mie gambe
sembrarono fatte di ricotta; mi avventai su Sasuke, facendolo cadere
per terra,
io sopra di lui.
“Lo sapevo io” borbottò lui arrabbiato.
Avevo una gamba fra le sue e tutto il mio corpo premuto sul suo, non mi
preoccupai nemmeno di alzarmi, convinta di essere anche troppo leggera
per
dargli fastidio.
Alzai lo sguardo per arrivare a guardarlo negli occhi, gli sorrisi come
un
ebete, ma stranamente felice.
“Ciao” lo salutai, solare.
Mi guardò nervoso, “ciao”
sussurrò poi, a disagio.
“Come si sta li sotto?” chiesi divertita. Questa
non era l’ubriachezza,
vero?
Sasuke sembrò pensarci, “come si sta
sopra” mi disse, stando al gioco.
Il mio sorriso si allargò, i miei gesti erano ampliati
dall’alcol. “Qui sopra
si sta una meraviglia” gli risposi sorniona.
Il moro sorrise malizioso, “cosa vedi di così
bello, spiega”.
Alzai le sopracciglia, incuriosita.
“Sono ubriaca ma mica scema!”
“Sei noiosa.”
“Vuoi sapere si o no cosa vedo?” domandai
impaziente.
Sasuke fece spallucce, incassando il colpo. Mi avvicinai quasi a
sfiorargli le
labbra, “vedo il ragazzo di cui sono innamorata”.
Le mani premevano sul torace di lui.
“Insopportabile” mormorò, leggermente
imbarazzato.
Mossi le dita sul suo torace formando cerchi immaginari e ghirigori,
“ e tu…
cosa vedi?”
“A parte una ragazza dai capelli rosa ubriaca?”
domandò ironicamente, sporsi il
labbro inferiore, offesa.
“A parte quello.”
Sorrise, “non lo so.”
Ci guardiamo, poi uno strano impulso mi prese: io mi abbassai per
avvicinarmi
mentre lui si alzava per annullare le distanze tra noi.
“Non vorrai approfittare di una ragazza ubriaca
spero.”
“Sei tu che stai tentando di violentarmi, se non
sbaglio” mi sussurrò di
rimando.
Soffiai sulle labbra per poi avvicinarmi.
“SAKURAAAAAAA VIENI TI PREGO!” urlò Ino
dal bagno.
Non riuscii nemmeno a posare le labbra su quelle sottili di lui, ci
mancava
così poco.
Buffammo entrambi scocciati, scivolai da lui e lo guardai,
“ciao” dissi prima
di scomparire dalla sua vista.
“Oh merda che puzza in questo bagno.”
“Rimani qui per favore.”
Un altra scarica di vomito la prese.
14:30
Appena mi svegliai una fitta tremenda mi prese alla testa, soppressi
una
smorfia di dolore ed aprii gli occhi con difficoltà. La
puzza di vomito che
riempiva tutto il bagno, mi arrivò al naso in pochissimo
tempo. Ero stesa sul
pavimento ormai caldo e quando mi alzai, sentii tutte le ossa
indolenzite. La
testa pesava e faceva male, l’odore era insopportabile e gli
occhi non volevano
collaborare. Finalmente in piedi, notai che non avevo capogiri, anche
se avevo
dolori di stomaco e fitte. Mi stirai e passai le mani sugli occhi per
vedere
meglio, trovai Ino con la testa nel water, e la finestra del bagno
totalmente
chiusa.
L’aprii e feci pipì nel bidet per non svegliare la
mia amica.
Quando passai davanti allo specchio della camera della bionda, mi
accorsi che
ero vestita ancora come il giorno prima. Sorrisi guardando i miei
capelli
arruffati, la maglia fin sopra l’ombelico e la gonna a fior
di mutande. Mi
sistemai alla bell'e meglio e mi avviai per la casa senza una meta
precisa.
Appena arrivata in cucina, con una lentezza degna di nota, aprii il
frigorifero
solo per vedere cosa conteneva. Alla vista di lattine di birra, vino,
bacardi e
rum, il mio stomaco si rifiutò di tenere ancora duro, e
rigettai quello che già
qualche ora prima avrei dovuto rigettare.
Vomitai ai piedi del frigo, fissando costantemente il vomito diventare
una
chiazza sempre più grande.
Mi pulii la bocca con l’acqua del rubinetto e mi diressi,
ancora senza meta, in
giro per la casa.
I miei piedi si fermarono in salotto, dove avevo deciso di passare il
resto
della mattinata; purtroppo lo trovai occupato da un Sasuke, ancora nel
mondo
dei sogni. Mi soffermai vari minuti a guardarlo dormire, a vedere il
suo torace
alzarsi ed abbassarsi ritmicamente, gli occhi chiusi in un espressione
serena.
Dio quanto ero innamorata di lui. Da circa una vita.
Sorrisi maledicendo la mia stupidità e mi avviai verso la
camera di Naruto.
Aprii la porta, dimenticandomi completamente del fatto che lui stava
con
Hinata, erano poche le cose che ricordavo.
Arrivando alla conclusione che non mi fregava un cazzo, mi avvicinai al
bel
biondino, nudo sul letto e lo mossi ripetutamente.
“Naruto… Naruto sveglia!” lo chiamai
più volte, ma per tutta risposta mi mandò
a quel paese e si girò verso la sua ragazza.
Uscii dalla stanza buia, decisa a farmi una doccia.
Tornai nel bagno, dove c’era ancora Ino che stava dormendo
con la testa sul
water, mi lavai i denti con il suo spazzolino, mi sfilai i vestiti ed
aprii il
getto d’acqua.
Rimasi sotto la doccia, per più di dieci minuti;
finché non riuscii a mettere
in ordine almeno un quarto di quello che era successo qualche ora
prima, e
finché non mi passò quel senso di schifo addosso.
Ricordai che Ino mi aveva portato ad una nuova discoteca, che lei si
era
ubriacata quasi subito che io avevo cominciato a bere da varie
scollature dei
suoi bicchieri, finché non mi ero decisa a bere qualcosa
anch'io. Ricordai che
non avevamo pagato, che avevamo ballato su un tavolo e che eravamo
uscite
reduci, grazie ad un amico di Ino. Poi il vuoto…
Uscii dalla doccia quando le mie dita ormai era rigrinzite per colpa
dell’acqua.
Mi pettinai i capelli e, ancora nuda e bagnata, guardai Ino dormire in
quella
posizione strana. La fissai scettica, pensando che fosse morta e
quindi, per
accertarmene, gli diedi una leggera spinta con un piede, la vidi
respirare
pesantemente. Era viva, quindi la lasciai lì, fregandomene.
Presi dall’armadio della bionda una mutandina decente
– ne aveva o troppo
piccole o troppo scomode- ed una maglia abbastanza lunga per coprirmi
almeno
fino al fondoschiena.
Presi un fermaglio rosso e tirai indietro i miei capelli bagnati.
Arrivai davanti allo specchio per vedere se almeno avevo uno sguardo
decente,
mi rattristai, costatando che ero uno zombie dai capelli di uno strano
colore.
“Ma che ti frega” mi dissi, girando i tacchi e
ritornando in cucina, pronta per
bere litri e litri di caffè, per levare quel poco di sbronza
che mi restava.
Appena misi piede in cucina, notai che Sasuke era lì,
sveglio e con una tazza
in mano.
Il mio volto s’illuminò appena incontrai il suo
guardo, “ciao!” lo salutai con
troppo entusiasmo. Lui fece segno con la tazza, “ come va la
testa?” chiese.
Mi stupii della sua preoccupazione, ma decisi di non farci troppo caso.
“Bene grazie… tu come stai?” domandai.
“Si può stare meglio.”
Mi avvicinai al lavandino e cominciai a farmi il caffè,
ignorandolo
volutamente.
“Naruto?” domandò poi.
“Sta con Hinata, a letto.”
“Ino?”
“Dorme nel bagno.”
“Nel bagno?”
“Già, ha vomitato tutta la notte.”
Misi la moka sul fornellino ed accesi il fuoco.
“Mi potresti ricordare, non so, qualcosa… vedi, mi
sono dimenticata tutto
quello che è successo da quando siamo uscite dalla
discoteca”.
Sembrò che Sasuke stesse affogando con il latte, mentre
tirava un sospiro di
sollievo, “oh.. ehm.. cough cough…
niente!” fra un po’ non moriva.
Lo guardai accigliata, sostenendo il suo sguardo con il mio altrettanto
curioso, ed indagatore.
“È successo qualcosa non è
vero?”
“No.”
“Magari… centri tu?”
“Ma che dici.”
“Oddio, ho baciato Naruto.”
Si scandalizzò più di me “per sua fortuna
no!”.
Lo guardai alzando le sopracciglia, “sua?” mentre
incrociavo le mani, la maglia
lasciò intravedere qualcosa. Sasuke fissò le mie
gambe.
“Eri ubriaca, non era niente di che.”
“Ma forse ho detto qualcosa di eclatante. Quando si
è ubriachi si dice sempre-“
“Si dicono tante cazzate.”
“MA ERO UBRIACA!”
“MA CHE TI STRILLI!”
Sospirai, prendendo una boccata d’aria “ok, se non
ho fatto niente, mi dici che
ho fatto”.
“Non hai fatto niente. PUNTO.”
“Ho detto qualcosa che non dovevo dire?” chiesi
avvicinandomi a lui, “tipo che
mi piaci?”
Sasuke sorrise beffardo, “questo lo sanno tutti”.
“Ero ubriaca, daaaai” lo pregai.
Cominciò a ridere, “cantavi delle canzoni, e
cadevi dal motorino.”
Quanto era bello quando rideva, o almeno faceva quella smorfie che
sembravano
un sorriso.
“Eri ubriaca fradicia.”
“Sono sempre ubriaca…” gli dissi
inclinando la testa da un lato, “di te”.
Potevo scommetterci gli occhi, che era arrossito! Forse gli occhi no,
ecco, ma
ne ero sicura!
Lui si avvicinò al mio viso, mentre io facevo lo stesso con
il suo, ebbi un
dejà vu e ricordai in parte.
Arrossii, mentre Sasuke si apprestava a muoversi il più in
fretta possibile per
avvicinare le sue labbra alle mie.
I lamenti di Ino arrivarono chiare alle nostre orecchie, spalancai gli
occhi
socchiusi e mi bloccai quando vidi il polso trattenuto dalle mano di
lui.
“Non provare ad alzarti!”
Sorrisi, “ è un ordine?”.
“Sì.”
Forse, ero ancora ubriaca… forse mi stavo immaginando tutto.
Ma le sue labbra sulle mie erano la cura migliore.
“Sakura!!!”
___________________________
Spero che tollererete un leggero OOC
di Sasuke. Sempre se c'è... non lo soooo è
così difficile fare quel dannato bastardo.
Allora, che dire di questa fiction?
Prima cosa e che è un fatto realmente accaduto, a me XD
Hahaha! Non ridete della mia stupidaggine, io mi sono identificata in
Sakura. Ino era la mia amica. Anche se i pezzi SasuSaku sono
un'aggiunta.
Ero un pò scettica per il fatto di postarla, però
mi sono decisa.
Se non si fosse capito, Naruto ed Ino condividono casa.
<3 La Statale è una strada molto trafficata eh! XD. Mi scuso per eventuale errori!
Doveva far ridere, ma ho fallito miseramente... perchè non
fa ridere nemmeno un pò xDD. Okay ehm... sì, vi
prego recensiteeeee! Questo è un regalo per chi segue " Il
ragazzo di mia sorella" che ci sto mettendo anni per scrivere. Se vi
è piaciuta è tutta vostra <3, se no potete
uccidermi °A°
Ringrazio la mia Beta a cui voglio tanto bene, e che mi sopporta!
Le canzoni sono:
Quella che cantano Ino e Sakura
è Kings and
Queens 30 seconds to Mars.
Quella che canta Sakura è Run Snow Patrol.
Ciao da robs :)