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Autore: _moonlight    07/07/2010    11 recensioni
Tutto l’alcol che avevo ingerito poco prima, era arrivato al cervello e lo sentivo scorrere nella mia testa, facendola girare.
Non era una bella sensazione, eppure sembrava una specie di anti-Paradiso, non l’Inferno… era solo ubriachezza e voglia di fare mille stupidaggini.
E faceva male, lo sapevo, ma era una di quelle cose che capitano, che devono capitare almeno una volta.
Sakura Haruno, 19 anni, Tokyo e Ino Yamanaka 19 anni anche lei, erano nel pieno della sbronza più eclatante della loro vita.
SasuSaku
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ubriaca di Lui

2:00

Destra, sinistra, barcollo e ancora destra, sinistra…
Nella mia testa c’era solo questo.
Avevo determinato, seppur con molta fatica, che ad ogni due passi seguiva un mio barcollamento.
I piedi, sembrava che scivolassero sull’asfalto freddo di quella notte, sentivo solo voci ovattate e vedevo solamente i fari delle macchine che passavano al mio fianco.
Barcollavo, con la mano destra che sosteneva le mie scarpe rotte e nell’altra il bicchiere vuoto del Martini.
Il ghiaccio che tintinnava nel bicchiere di cristallo, dava un ritmo alle parole scoordinate di Ino che arrivavano solo in parte alle mie orecchie.
Il mio top ad ogni mio passo saliva sulla mia pancia e la mini gonna mi limitava i movimenti.
Eppure, in tutto quel trambusto, di movimenti non calcolati e di clacson di auto che correvano ad alta velocità, io ridevo; con il braccio di Ino al collo che premeva sul mio corpo, io ridevo.
Lei parlava, cantava e mormorava qualcosa, rideva anche lei.
Inciampammo insieme, mentre cercavo di ricordare come si usassero le parole e come si muovevano le labbra per dare il suono ad una frase, magari di senso compiuto.
“We were… the KINGS! and queeeeeens of promisee~!” urlava Ino, in quella che doveva essere una canzone.
“Ahahahaha! We were… ehm… the victims of ourselves?” continuai io con una certa difficoltà.
Tutto l’alcol che avevo ingerito poco prima era arrivato al cervello e lo sentivo scorrere nella mia testa, facendola girare.
Non era una bella sensazione, eppure sembrava una specie di anti-Paradiso, non l’Inferno… era solo ubriachezza e voglia di fare mille stronzate. E faceva male, lo sapevo, ma era una di quelle cose che capitano… che devono capitare almeno una volta.
Sakura Haruno, 19 anni, Tokyo e Ino Yamanaka 19 anni anche lei, erano nel pieno della sbronza più eclatante della loro vita.
Almeno così era per me.
Cantavamo e urlavamo come delle pazze, proprio a due centimetri dalla statale.
Le macchine sfrecciavano via come siluri, e le luci non mi aiutavano a vedere bene la strada per arrivare alla nostra macchina.
Camminavamo, ridevamo e basta!
Per noi era l'unica cosa che contava in quel momento. Solo quello.
Maybe the children of a bastard…” Ino bestemmiò involontariamente, mentre una risata ancora più forte uscì dalle mie labbra dal sapore d’alcol.
“ AHAHAHA! Non è ‘bastard’, se non ricordo bene perché è difficile che io… ricordi qualcosa oraaaa… ahahahaah! Era ‘lesser God’… penso, ah…ahahahahaha!” dissi, tra una risata e l’altra, mentre ogni parola era spezzata da singhiozzi e varie pause.
“OOOOOH già.. era così, waaah sei un genio! Uh guarda Sakura, un ufo. Eccolo lìì! Eheeh che bello che è”.
Non mi girai verso il pezzo di cielo che indicò Ino, cominciai solo a ridere asciugandomi le lacrime che erano scese dai miei occhi, per poi deviare e finire in mezzo alle macchine, proprio nel centro.
“Ma sei proprio ubriacaaa tu eh!” dissi ad Ino, mentre il bicchiere del Martini scivolò a terra e si ruppe in mille pezzi.
Ridemmo.
Una macchina ci deviò per un pelo, il clacson sembrò che mi stesse rompendo i timpani.
“Cosa hai detto? Io ubriaca!!? Pffff… e tu che sei! Ehi stronzo… quel clacson te lo ficco su per il…” .
“AHAHAHAHAH che uomo mancaaaanto, non ci ha nemmeno chiesto un passaggio.”
Parlavamo in mezzo alle macchine, fregandocene altamente di tutto.
Era solo delirio.
Quando arrivammo al parcheggio, riuscii persino a contare quante volte barcollai e quante volte finii addosso ai muri dei palazzi per tenermi.
Ino invece si trascinava a stento, anche se continuava a fare la pazza e dire cose non poco volgari. Era tutto così divertente.
Però, appena arrivai e posai le mano sulla maniglia dell’auto, non mi ricordavo neppure come si apriva.
“Ino… come si apre ‘sta cosa?!” domandai mentre spingevo invece di tirare.
La bionda alzò le spalle, posando la schiena sulla saracinesca del negozio, “ che vuoi che ne sappia io… sei tu quella sobria… Ahahaha!”.
“Ma sei tu quella che deve—ahahahaha! Tu non puoi guidare ahahahah!”.
“Wow, ci sta uno sfigato lì, guardalo!”.
Ino non mi rispose nemmeno, stava guardando un ragazzo al di là della strada prima di alzare le braccia e chiamarlo.
“EHI SFIGATOOO! CIAOOOOOO!”
Cominciai a dubitare della nostra sanità mentale, poi mi ricordai che eravamo ubriache fino alla punta dei capelli.
Stavo provando in tutti i modi di aprire quel dannato marchingegno: lo presi a pugni, a calci, tirai, strattonai, provai a spingere. Niente.
Il risultato fu che appena lo presi a pugni mi feci male la mano, quando lo presi a calci mi graffiai la gamba.
“Ok, questa macchina è tua, perché non la apri tu mag… Ino… ehi Ino.”
Mi girai per cercarla cercando di fare qualche passo, trovandola poi stesa, mentre dormiva per terra.
“Ma tu guarda, cioè, ci dovevo pensare io!” imprecai volontariamente mentre mi abbassavo per guardarla dormire, “fanculo puttaniere da quattro soldi” masticò nel sonno.
Le sfilai dalla pochette il cellulare e mi rialzai con fatica. Guardai il piccolo telefono, cercando i modi per aprirlo, non ne voleva sapere proprio di stare tra le mie mani e mi scivolava come una saponetta.
Quando finalmente riuscii a capire come si apriva, non riuscivo a vedere bene i numeri sullo schermo, e quando vidi il nome che più mi sembrava vicino alla parola ‘Naruto’, chiamai.

“pronto…”
“Naruto-chaaaaaaaan! Vienici a prendere ti prego, siamo ubriache…ahahaha Ino sta dormendo per terra, e io non riesco a capire come si apre la macchina. Non è colpa mia se mi sono ubriacata… Ino mi ha costretta! È colpa suaaaaaa, non ti arrabbiare... mi ha costretta anche a ballare su un tavolo e ho rotto le scarpe, ho camminato a piedi nudi. Ho cantato tante canzoncine sai? Ma vieni a prendere ti prego.. sto ah-“
“Scusi ma.. lei chi è?”

Cazzo, non era Naruto.
Scoppiai a ridere.


2:30

Rimasi ferma sul cofano della macchina a guardare le stelle. Ino stava ancora dormendo per terra e, dopo mille tentativi, riuscii a chiamare Naruto solo per il rotto della cuffia.
Avevo chiamato la nonna di Ino per prima, avevo rischiato di farle prendere un infarto sicuramente; Poi avevo chiamato Choji, Temari, la mamma di Sas’ke, il fioraio e anche un gigolò.
Guardavo le stelle con aria assente, facendomi domande che solo una ragazza nel pieno di una sbornia si può fare. Domande assurde che non necessitavano per forza una risposta, domande campate in aria, senza un filo logico. I miei occhi smeraldi erano nel nero.
I'll sing it one last time… for you” comincia a cantare con voce rauca, per passare il tempo, mentre mi sforzavo di trattenere il vomito e quella sensazione di disagio che avevo dentro.
Avevo mal di testa, e la speranza di vedere Naruto venirci a prendere, era quasi scomparsa il momento in cui avevo attaccato la cornetta. Sinceramente? Non mi fregava niente. Non m’importava nulla di preciso in quell’istante… a parte quella voglia di niente e tutto che ti prende quando sei brillo. Quella voglia che nemmeno tu sai cos’è e che hai solo perché te lo dice qualcosa che non sei tu, ma che ti appartiene. Era strano… quella pazzia era tremendamente strana.
Stavo chiudendo gli occhi, mentre mi facevo cullare dalle stelle e dal rumore delle macchina che andavano e venivano sulla strada.
You've been the only thing that's right.”
Erano le parole della canzone che avevo sentito con Ino prima di arrivare alla festa, era l’unica cosa che ricordavo, e che sicuramente mi sarei dimenticata da lì a poco.
La mia voce era un sussurro rotto, mentre il mio stomaco reclamava pietà insieme alla mia testa. Sorrisi al nulla continuando a canticchiare quella canzone.
“In all I've done”.
Le successive strofe le mormorai e farfugliai, fino ad andare al ritornello dove cominciai ad alzare pian piano la voce.
Mi misi a sedere sul cofano della macchina ed alzai le braccia.
LIGHT UP, LIIIIGHT UPP. As if you have a choiceee nanananana~”.
Cominciai a ridere, spostando i capelli appiccicati sulla mia tempia. Il vento soffiò dando piacere alla mia pelle accaldata.
“Even ifyoucannot hear my VOICE! Ahahaha
Solo in quel momento, il rombo assordante di una moto, mi arrivò chiaro e tondo alle orecchie. Era di un nero lucido e si fermò giusto un centimetro prima di venirmi addosso e ammaccare la macchina.
Rimasi per qualche secondo impietrita, poi sorrisi capendo chi erano i ragazzi coperti dai caschi neri.
Le mie labbra si piegarono in una risata divertita, quando incontrai lo sguardo del conducente. Era nero come il cielo che avevo guardato prima.
“I'll be right beside you dear…” finii di cantare l’ultimo pezzo della canzone, continuando a guardarlo, e inclinando la testa da un lato.
Il ragazzo che stava dietro, si levò il casco lasciando liberi i capelli biondi, mi guardò con leggero rimprovero e poi proferì parola, scendendo dall’enorme bestione.
“Perché quando abbiamo chiesto ‘avete visto due ragazze ubriache che vogliono morire giovani’, nessuno sapeva niente?” domandò divertito, avvicinandosi a me e dandomi un buffetto sulla fronte.
“Ehi, vacci piano biondino che la mia fronte ha già graaaaandi problemi” risposi abbracciandolo.
“Sas’ke guarda! È davvero ubriaca” esclamò Naruto, ricambiando l’abbraccio. Vidi Sasuke sfilarsi il casco e guardarmi divertito, “già, ora vai a vedere come sta la Yamanaka però” gli ordinò.
Naruto si staccò senza problemi da me, andando a recuperare Ino ancora svenuta per terra.
“Ce ne avete messo di tempo, stupidi gay che non siete altro” non sapevo nemmeno io perché dissi quelle cose, le pensavo e basta.
“Vacci piano con le parole, altrimenti ti lasciamo qui” mi minacciò Sasuke, lanciandomi il casco che cadde per terra rotolando sotto i miei piedi.
Lo raccolsi, ma cadde un'altra volta per terra, scivolando dalle mie mani.
“Cosa devo farci con questo?” domandai confusa.
Sasuke guardò Naruto trascinare Ino, che cominciò a imprecare e saltargli al collo, poi si girò verso di me e mi fece segno di metterlo in testa.
“Ma scusa… la macchina non funziona e noi siamo in quattr-“
Naruto prense le chiavi dalla borsetta della Yamanaka e aprì la macchina, come se fosse la cosa più facile del mondo.
La mia bocca forma una ‘O’ perfetta, mentre mi apprestavo a battergli le mani con sincero stupore.
“Bravissimo Naruto-chan! Bravo bravo! Ahahahah!”
Sentii qualcuno mettermi qualcosa in testa, tanto da farmela rimbombare, “Ahio! Vacci piano!” esclamai, con la testa che mi duleva.
Sasuke face segno di mettermi dietro.
“I piani sono questi, apri le orecchie da ubriacona e ascolta: Naruto, il tipo biondo, va con Ino, la tipa quasi morta. In a u t o. E tu. Sakura. La ragazza noiosa come sempre. Vieni con me. Sasuke Uchiha.” Scandiva ogni parola per farmi capire meglio. Ma davvero mi aveva preso per una scema? Avevo capito, perfettamente.
“Ehi aspetta, io devo venire con te o con Naruto?” domandai ridendo. Dietro di me Ino comincia a ridere, si è svegliata.
“Sakura tu vai con l’emo” mi disse l’Uzumaki, salendo nella macchina.
“Ah, ok”.
Monto dietro a Sasuke che non riesciva a trattenersi dallo sbuffare, “tieniti” mi disse, prima di partire.

3:00

La moto sfrecciava via tra le macchine; se prima avevo un insano calore in corpo, in quel momento stavo morendo di freddo.
Il vento sbatteva sulla mia pelle scoperta, mentre mi tenevo sul sellino della moto.
Il mal di testa mi stordiva, e tutte quelle luci non aiutavano di certo.
Tante, tante luci. Tutte colorate. Mi davano alla testa come la vodka qualche ora prima.
Sentivo le braccia allentare la presa del sedile, mentre i miei occhi si stavano chiudendo piano piano.
Sonno, tanto sonno.
La mia testa pesava sul corpo rigido, e il rumore ancora una volta mi cullava come una ninna nanna.
Buona notte, ci vediamo domani mondo…
Poi tutto prese una piega diversa:
La moto di Sasuke prese un dosso, io saltai sul posto e automaticamente mi tenni a lui facendomi più vicina. Il mio cuore batté all’impazzata.
“Stai attenta”.
Non sentivo nemmeno un po’ d’imbarazzo, eppure ne stavo morendo dentro.
“Ho sonnoooo!” mi avvicinai alla sua schiena e posai la testa sul suo giubbino, chiusi gli occhi ma le mani sul suo torace non si staccarono, aspirai il suo profumo e lo sentii sospirare.


3:10- 3:30

Quando arrivai all’appartamento di Naruto ed Ino -i due condividevano l'appartamento-, Sasuke mi dovette tenere perché ad ogni passo vacillavo.
“IO NON VIVO SENZA DI TEEE BABY, Narutooo dove sei?!”
Sentivo Ino che urlava dall’uscio della porta. Spostai il viso verso quello di Sasuke solo il momento prima che la porta si aprisse davanti a noi.
Ino ci guardò senza riconoscerci, spostando lo sguardo sul braccio che lui teneva sulla mia vita per non farmi cadere.
“Non avrete intenzione di scopare nella mia stanza spero! Aahahah…”
“Ma sei fuori?” domandò Sasuke seccato mentre io risi alla battuta.
“Woooh che bella che è!” esclamai io rincoglionita.
“Guarda che ci sei stata già altre volte” mi ricordò Sasuke al mio fianco, “uh, vero” ammisi io sorridendo.
“Sakura, eheh, non lasciarmi da sola ti prego. Naruto mi ha abbandonato e ora sta con Hinata nella sua stanza… mi ha abbandonato per… e…”
E vomitò sulle mie scarpe.
Ino mi chiese scusa, Sasuke mi guardò inorridito e io scoppia a ridere.
“Fai schifo! AHAHAHAHAHAH” mi buttai tra le braccia di Sasuke e mi tolsi le converse, sfilandole con i piedi.
Ino mi fissò con una scia di vomito sulla bocca, si ripulì con la manica della maglia e poi corse in bagno presa da un nuovo attacco di vomito.
Risi quando la vidi scappare.
Cominciai a fare qualche passo, ma Sasuke mi seguiva pian piano come si segue un bambino che fa i primi passi. Gli riservai uno sguardo omicida e risposi sgarbata.
“Guarda che so fare da me!”.
Sasuke sorrise malignamente e mi lasciò, “ non lo metto in dubbio… ma dobbiamo andare nella stessa direzione mi sa.”
Camminai al suo fianco, facendo finta di essere il più stabile possibile.
Non barcollare, mi dicevo, fai vedere che sei sobria e non barcollare…
… E come se non l’avessi mai detto, un capogiro mi prese e le mie gambe sembrarono fatte di ricotta; mi avventai su Sasuke, facendolo cadere per terra, io sopra di lui.
“Lo sapevo io” borbottò lui arrabbiato.
Avevo una gamba fra le sue e tutto il mio corpo premuto sul suo, non mi preoccupai nemmeno di alzarmi, convinta di essere anche troppo leggera per dargli fastidio.
Alzai lo sguardo per arrivare a guardarlo negli occhi, gli sorrisi come un ebete, ma stranamente felice.
“Ciao” lo salutai, solare.
Mi guardò nervoso, “ciao” sussurrò poi, a disagio.
“Come si sta li sotto?” chiesi divertita. Questa non era l’ubriachezza, vero?
Sasuke sembrò pensarci, “come si sta sopra” mi disse, stando al gioco.
Il mio sorriso si allargò, i miei gesti erano ampliati dall’alcol. “Qui sopra si sta una meraviglia” gli risposi sorniona.
Il moro sorrise malizioso, “cosa vedi di così bello, spiega”.
Alzai le sopracciglia, incuriosita.
“Sono ubriaca ma mica scema!”
“Sei noiosa.”
“Vuoi sapere si o no cosa vedo?” domandai impaziente.
Sasuke fece spallucce, incassando il colpo. Mi avvicinai quasi a sfiorargli le labbra, “vedo il ragazzo di cui sono innamorata”.
Le mani premevano sul torace di lui.
“Insopportabile” mormorò, leggermente imbarazzato.
Mossi le dita sul suo torace formando cerchi immaginari e ghirigori, “ e tu… cosa vedi?”
“A parte una ragazza dai capelli rosa ubriaca?” domandò ironicamente, sporsi il labbro inferiore, offesa.
“A parte quello.”
Sorrise, “non lo so.”
Ci guardiamo, poi uno strano impulso mi prese: io mi abbassai per avvicinarmi mentre lui si alzava per annullare le distanze tra noi.
“Non vorrai approfittare di una ragazza ubriaca spero.”
“Sei tu che stai tentando di violentarmi, se non sbaglio” mi sussurrò di rimando.
Soffiai sulle labbra per poi avvicinarmi.
“SAKURAAAAAAA VIENI TI PREGO!” urlò Ino dal bagno.
Non riuscii nemmeno a posare le labbra su quelle sottili di lui, ci mancava così poco.
Buffammo entrambi scocciati, scivolai da lui e lo guardai, “ciao” dissi prima di scomparire dalla sua vista.


“Oh merda che puzza in questo bagno.”
“Rimani qui per favore.”
Un altra scarica di vomito la prese.


14:30

Appena mi svegliai una fitta tremenda mi prese alla testa, soppressi una smorfia di dolore ed aprii gli occhi con difficoltà. La puzza di vomito che riempiva tutto il bagno, mi arrivò al naso in pochissimo tempo. Ero stesa sul pavimento ormai caldo e quando mi alzai, sentii tutte le ossa indolenzite. La testa pesava e faceva male, l’odore era insopportabile e gli occhi non volevano collaborare. Finalmente in piedi, notai che non avevo capogiri, anche se avevo dolori di stomaco e fitte. Mi stirai e passai le mani sugli occhi per vedere meglio, trovai Ino con la testa nel water, e la finestra del bagno totalmente chiusa.
L’aprii e feci pipì nel bidet per non svegliare la mia amica.
Quando passai davanti allo specchio della camera della bionda, mi accorsi che ero vestita ancora come il giorno prima. Sorrisi guardando i miei capelli arruffati, la maglia fin sopra l’ombelico e la gonna a fior di mutande. Mi sistemai alla bell'e meglio e mi avviai per la casa senza una meta precisa.
Appena arrivata in cucina, con una lentezza degna di nota, aprii il frigorifero solo per vedere cosa conteneva. Alla vista di lattine di birra, vino, bacardi e rum, il mio stomaco si rifiutò di tenere ancora duro, e rigettai quello che già qualche ora prima avrei dovuto rigettare.
Vomitai ai piedi del frigo, fissando costantemente il vomito diventare una chiazza sempre più grande.
Mi pulii la bocca con l’acqua del rubinetto e mi diressi, ancora senza meta, in giro per la casa.
I miei piedi si fermarono in salotto, dove avevo deciso di passare il resto della mattinata; purtroppo lo trovai occupato da un Sasuke, ancora nel mondo dei sogni. Mi soffermai vari minuti a guardarlo dormire, a vedere il suo torace alzarsi ed abbassarsi ritmicamente, gli occhi chiusi in un espressione serena.
Dio quanto ero innamorata di lui. Da circa una vita.
Sorrisi maledicendo la mia stupidità e mi avviai verso la camera di Naruto. Aprii la porta, dimenticandomi completamente del fatto che lui stava con Hinata, erano poche le cose che ricordavo.
Arrivando alla conclusione che non mi fregava un cazzo, mi avvicinai al bel biondino, nudo sul letto e lo mossi ripetutamente.
“Naruto… Naruto sveglia!” lo chiamai più volte, ma per tutta risposta mi mandò a quel paese e si girò verso la sua ragazza.
Uscii dalla stanza buia, decisa a farmi una doccia.
Tornai nel bagno, dove c’era ancora Ino che stava dormendo con la testa sul water, mi lavai i denti con il suo spazzolino, mi sfilai i vestiti ed aprii il getto d’acqua.
Rimasi sotto la doccia, per più di dieci minuti; finché non riuscii a mettere in ordine almeno un quarto di quello che era successo qualche ora prima, e finché non mi passò quel senso di schifo addosso.
Ricordai che Ino mi aveva portato ad una nuova discoteca, che lei si era ubriacata quasi subito che io avevo cominciato a bere da varie scollature dei suoi bicchieri, finché non mi ero decisa a bere qualcosa anch'io. Ricordai che non avevamo pagato, che avevamo ballato su un tavolo e che eravamo uscite reduci, grazie ad un amico di Ino. Poi il vuoto…
Uscii dalla doccia quando le mie dita ormai era rigrinzite per colpa dell’acqua.
Mi pettinai i capelli e, ancora nuda e bagnata, guardai Ino dormire in quella posizione strana. La fissai scettica, pensando che fosse morta e quindi, per accertarmene, gli diedi una leggera spinta con un piede, la vidi respirare pesantemente. Era viva, quindi la lasciai lì, fregandomene.
Presi dall’armadio della bionda una mutandina decente – ne aveva o troppo piccole o troppo scomode- ed una maglia abbastanza lunga per coprirmi almeno fino al fondoschiena.
Presi un fermaglio rosso e tirai indietro i miei capelli bagnati.
Arrivai davanti allo specchio per vedere se almeno avevo uno sguardo decente, mi rattristai, costatando che ero uno zombie dai capelli di uno strano colore.
“Ma che ti frega” mi dissi, girando i tacchi e ritornando in cucina, pronta per bere litri e litri di caffè, per levare quel poco di sbronza che mi restava.
Appena misi piede in cucina, notai che Sasuke era lì, sveglio e con una tazza in mano.
Il mio volto s’illuminò appena incontrai il suo guardo, “ciao!” lo salutai con troppo entusiasmo. Lui fece segno con la tazza, “ come va la testa?” chiese.
Mi stupii della sua preoccupazione, ma decisi di non farci troppo caso.
“Bene grazie… tu come stai?” domandai.
“Si può stare meglio.”
Mi avvicinai al lavandino e cominciai a farmi il caffè, ignorandolo volutamente.
“Naruto?” domandò poi.
“Sta con Hinata, a letto.”
“Ino?”
“Dorme nel bagno.”
“Nel bagno?”
“Già, ha vomitato tutta la notte.”
Misi la moka sul fornellino ed accesi il fuoco.
“Mi potresti ricordare, non so, qualcosa… vedi, mi sono dimenticata tutto quello che è successo da quando siamo uscite dalla discoteca”.
Sembrò che Sasuke stesse affogando con il latte, mentre tirava un sospiro di sollievo, “oh.. ehm.. cough cough… niente!” fra un po’ non moriva.
Lo guardai accigliata, sostenendo il suo sguardo con il mio altrettanto curioso, ed indagatore.
“È successo qualcosa non è vero?”
“No.”
“Magari… centri tu?”
“Ma che dici.”
“Oddio, ho baciato Naruto.”
Si scandalizzò più di me “per sua fortuna no!”.
Lo guardai alzando le sopracciglia, “sua?” mentre incrociavo le mani, la maglia lasciò intravedere qualcosa. Sasuke fissò le mie gambe.
“Eri ubriaca, non era niente di che.”
“Ma forse ho detto qualcosa di eclatante. Quando si è ubriachi si dice sempre-“
“Si dicono tante cazzate.”
“MA ERO UBRIACA!”
“MA CHE TI STRILLI!”
Sospirai, prendendo una boccata d’aria “ok, se non ho fatto niente, mi dici che ho fatto”.
“Non hai fatto niente. PUNTO.”
“Ho detto qualcosa che non dovevo dire?” chiesi avvicinandomi a lui, “tipo che mi piaci?”
Sasuke sorrise beffardo, “questo lo sanno tutti”.
“Ero ubriaca, daaaai” lo pregai.
Cominciò a ridere, “cantavi delle canzoni, e cadevi dal motorino.”
Quanto era bello quando rideva, o almeno faceva quella smorfie che sembravano un sorriso.
“Eri ubriaca fradicia.”
“Sono sempre ubriaca…” gli dissi inclinando la testa da un lato, “di te”.
Potevo scommetterci gli occhi, che era arrossito! Forse gli occhi no, ecco, ma ne ero sicura!
Lui si avvicinò al mio viso, mentre io facevo lo stesso con il suo, ebbi un dejà vu e ricordai in parte.
Arrossii, mentre Sasuke si apprestava a muoversi il più in fretta possibile per avvicinare le sue labbra alle mie.
I lamenti di Ino arrivarono chiare alle nostre orecchie, spalancai gli occhi socchiusi e mi bloccai quando vidi il polso trattenuto dalle mano di lui.
“Non provare ad alzarti!”
Sorrisi, “ è un ordine?”.
“Sì.”
Forse, ero ancora ubriaca… forse mi stavo immaginando tutto.
Ma le sue labbra sulle mie erano la cura migliore.

“Sakura!!!”

___________________________

Spero che tollererete un leggero OOC di Sasuke. Sempre se c'è... non lo soooo è così difficile fare quel dannato bastardo. 
Allora, che dire di questa fiction? 
Prima cosa e che è un fatto realmente accaduto, a me XD Hahaha! Non ridete della mia stupidaggine, io mi sono identificata in Sakura. Ino era la mia amica. Anche se i pezzi SasuSaku sono un'aggiunta.
Ero un pò scettica per il fatto di postarla, però mi sono decisa. 
Se non si fosse capito, Naruto ed Ino condividono casa. <3 La Statale è una strada molto trafficata eh! XD. Mi scuso per eventuale errori!
Doveva far ridere, ma ho fallito miseramente... perchè non fa ridere nemmeno un pò xDD. Okay ehm... sì, vi prego recensiteeeee! Questo è un regalo per chi segue " Il ragazzo di mia sorella" che ci sto mettendo anni per scrivere. Se vi è piaciuta è tutta vostra <3, se no potete uccidermi °A°

Ringrazio la mia Beta a cui voglio tanto bene, e che mi sopporta! 

Le canzoni sono: 

Quella che cantano Ino e Sakura è Kings and Queens  30 seconds to Mars.
Quella che canta Sakura è Run  Snow Patrol.

Ciao da robs :)

   
 
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