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Autore: Isidar Mithrim    07/07/2010    6 recensioni
E giunse il giorno in cui Renesmee non crebbe più, e le si aprì davanti, con autentica immediatezza, l’infinità di un’esistenza immortale.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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E giunse il giorno in cui Renesmee non crebbe più, e le si aprì davanti, con autentica immediatezza, l’infinità di un’esistenza immortale.

 

Per una volta, fingiti sorpreso

 

Jacob entrò senza bussare nella piccola casa in pietra.

Non c’era alcuna necessità di avvisare, perchè colui con il quale desiderava parlare sapeva già benissimo del suo arrivo.

Edward lo salutò con un’espressione a metà tra un ghigno ed il suo solito sorriso sghembo, che Bella tanto amava.

"Prego" gli disse, facendolo accomodare in salotto. Non si strinsero la mano, ma non perchè avessero ostili sentimenti reciproci: semplicemente, non amavano il contatto con la così differente temperatura dell’altro.

Per non parlare del puzzo.

"Sono tutto orecchie."

Per una volta, fingeresti per me di essere sorpreso?

Edward ridacchiò.

Jacob lo interpretò per un sì. Forse, una cosa normale ci sarebbe finalmente stata nella sua vita così impregnata di sovrannaturale.

"Avanti, parla pure."

"In realtà, non sarebbe nemmeno necessario quello che sto per dirti. Fin dalla sua nascita abbiamo sempre saputo tutti che sarebbe andata a finire così. Che è inevitabile che avvenga. Qualsiasi cosa ne pensi la bionda."

Edward era impassibile, in attesa del resto delle sue parole che in realtà conosceva già perfettamente.

"Quindi, tecnicamente non ti sto chiedendo alcun permesso. Ma ritengo sia corretto venire comunque a sondare la tua opinione.

Temo che se tu non dovessi approvare, però, saresti davvero l’unico."

"Rose esclusa" sorrise Edward.

"Rose esclusa" concesse Jacob.

"Sono qui perchè credo sia giunto il momento di prendermi ciò che - sai benissimo - mi spetta di diritto.

È una settimana che non cresce più, Carlise controlla continuamente. Quindi, ora che è diventata adulta… Sono venuto a chiederti la mano di tua figlia."

Edward spalancò gli occhi dallo stupore.

Infame pensò amichevolmente Jacob.

"Sbaglio o sei tu che mi ha pregato di fingermi sorpreso?"

Confidavo nel fatto che avresti sfoggiato le tue eccellenti qualità teatrali

Sai bene quanto grande sia il mio amore per Nessie, succhias… Edward. E sai perfettamente che anche lei lo desidera con tutta se stessa. Ma posso giurarti che, per quanto grande possa essere la tua certezza a proposito, la mia sicurezza è comunque maggiore. Nonostante non possa spiarle nella mente.Edward non se la prese per il leggero tono d’accusa che quel spiarle celava, perchè era conoscio di quanto effettivamente fosse vero.

"Capisco perfettamente" annunciò sorridendo "Non potevo leggere i pensieri di Bella, ma sapevo che il suo desiderio di diventare mia moglie fosse radicato ben aldilà del semplice pensiero stesso."

"Un’altra cosa in comune. Sto cominciando ad averne la nausea, amico!"

"Ti sono grato di avermi chiamato amico, giova di certo alla mia autostima, ma ti garantisco che se mi chiamassi genero non avrei alcun risentimento, perchè, tutto sommato, non credo potrebbe bastare a farmi sentire vecchio. Non più di quanto effettivamente lo sia, almeno."

Edward sfoggiava il suo più bel sorriso.

"Un suocero centenario…" Una grande scocciatura, me lo puoi concedere?"

"Direi che è tollerabile" stabilì Edward fraternamente.

Poi gli porse la mano fredda e granitica, sorridendo in modo abbagliante. Jacob la strinse con le sue calde mani da mutaforme, rabbrividendo appena al contatto con il gelido tocco. Ma per un momento, mentre Edward smise semplicemente di inalare ossigeno e Jacob trattenne il respiro, la puzza e la temperatura furono l’ultimo dei loro problemi.

 

**************

Edward stava suonando uno dei suoi pezzi migliori al pianoforte, quando sentì l’inconfondibile camminata fluida ed elegante di Bella, che stava rientrando a casa dopo un estenuante pomeriggio con Alice e Renesmee nel più grande e prestigioso centro commerciale di Seattle.

Non si sorprese nel non udire l’armonioso battito del cuore della figlia e lo scorrere dei suo pensieri. Poteva ipotizzare benissimo dove si trovasse, se non era al fianco della madre.

Edward si girò per ricevere un bacio da Bella che già si trovava al suo fianco, le buste con gli acquisti abbandonate nell’ingresso.

Lei lo accontentò con entusiasmo.

"Mi sei mancata"

"Te l’avevo detto di convincere Emmett e Jasper ad accompagnarti a cacciare. Ti saresti distratto."

"Malfidata," sorrise lui "c’è un motivo più che valido che mi ha spinto a rimanere a casa tutto il tempo"

"Sarebbe? Allenarti con il piano in cui hai davvero enormi difficoltà di riuscita?" lo sfottè amorevolmente Bella, rubandogli un secondo bacio.

Edward, pur avendo difficoltà a controllarsi, se ne staccò.

Lei mise su uno sguardo torvo.

"Sai benissimo di non saper mentire" scherzò lui in risposta a quell’espressione di evidente finto astio.

Bella rise, colmando l’aria un suono amabilmente fresco e cristallino.

"Bene, ora che ho appurato che sei stato tu, per qualche misterioso scopo, a persuadere Alice a programmare questa giornata, potrò cominciare ad elaborare la mia vendetta!"

"Be’, in mia difesa posso garantire che era uno scopo più che nobile!

E poi, Alice non aspettava altro che la fine della crescita di Ne… Renesmee per crearle un guardaroba nuovo grande almeno quanto i magazzini La Fayette. Aspettati che la trascini fino in Europa, prima o poi!"

"Basta che allora non coinvolga anche me! Soccomberei ad una cosa simile!

Ora, però, vorresti per favore ricordarti che non tutti possono leggere nella mente altrui? Sto aspettando di conoscere quest’ottima motivazione!"

La sua risata adamantina riempì di nuovo la stanza, accompagnata da quella di Edward.

"Jacob è venuto qui, oggi"

"Non sapeva che eravamo a Seattle?"

"È venuto proprio perchè eravate a Seattle."

Bella lo guardò con sopresa intensità.

"Stai per dirmi quello che penso io?"

"Non è carino infierire sulla mia impossibilità di leggere il tuo pensiero!"

Bella si sforzò un po’ e fece librare fuori dal suo corpo lo scudo psichico che la proteggeva con tanta efficacia.

Edward le regalò un sorriso mozzafiato.

"Sì" rispose all’immagine formatasi nella mente di Bella.

"Quindi… Si sposeranno!"

"Sì" ripetè Edward.

"Credi che il matrimonio riuscirà a distogliere la mente di Alice dall’Europa?"

Edward rispose con un bacio che questa volta nessuno dei due si diede la pena di interrompere.

 

 

********************

 

 

Billy mosse veloce la carrozzella per andare ad aprire la porta, poichè qualcuno aveva bussato. Non si sorprese affatto ritrovandosi davanti la fulgida bellezza di Renesmee, incantevole col suo viso dai lineamenti perfetti, incorniciati da boccoli bronzei.

"Nessie!" la accolse sprizzando allegria.

"Ciao Billy!" rispose lei, stringendolo con calore, in senso letterale e figurato.

"Jake è andato a farsi una nuotata."

"Non so perchè, la cosa non mi sorprende!" commentò amorevolmente Renesmee.

Billy la osservò entusiasta. Finalmente avrebbe visto suo figlio sposato con quel tesoro di fanciulla. Sperava davvero di poter divenire nonno prima di essere richiamato all’altro mondo. In realtà era ottimista: si augurava che i geni da mutaforma – in lui latenti – gli potessero allungare la vita. Pensò all’amico Charlie… Poteva diventare bisnonno!

"Hai bisogno di qualcosa, qui? Posso darti una mano con la casa, o la cucina, oppure-"

"Jake sta facendo un ottimo lavoro da donna di casa, quindi vai subito a raggiungerlo, Nessie" sorrise lui, felice. Il figlio gli aveva annunciato la notizia, ma Billy sapeva che Renesmee non ne aveva ancora avuto conferma, così non fece nessun commento.

Lei gli accarezzo dolcemente il volto facendo scorrere tra i pensieri del futuro suocero la sprizzante immagine di Jacob che rideva davanti ai fornelli, una padella nella mano.

Lui si godette quel ricordo allegro e la salutò con profondo affetto, prima di vederla fuggir via veloce verso il suo promesso.

 

 

***************

 

Jacob emerse dalla fresca acqua spumeggiante e si avvicinò con entusiasmo al centro gravitazionale del suo meraviglioso universo.

Renesmee lo aspettava seduta sulla spiaggia, con un brillante sorriso sul volto.

Attese che il suo Sole caldo e luminoso la raggiungesse, i capelli ed il costume quasi già asciutti grazie al suo calore intrinseco.

Jacob si fermò in piedi davanti a lei, sovrastandola dall’alto dei suoi due metri.

Si guardarono intensamente negli occhi, entrambi con il sorriso stampato sulle labbra. Jacob si chinò davanti a lei affinchè i loro volti giovani e splendenti si trovassero alla medesima altezza.

Renesmee allungò la mano con gentilezza e gli sfiorò amorevolmente il volto.

Il mutaforma si lasciò inebriare dall’amore che quel tocco gli trasmetteva fisicamente e mentalmente.

Gli passò davanti agli occhi l’immagine Billy, immensamente felice, mentre indicava a Renesmee dove si trovasse; la sentì saltellare spensierata fino alla spiaggia e sedersi là, ad osservare l’immagine di se stesso che nuotava a velocità impercettibili all’occhio umano. Vi lesse adorazione incondizionata e indipendente da qualsiasi pretesa o aspettativa.

"Sono stato a casa tua oggi"

Renesmee evocò per lui l’immagine di lei che lo avvisava della sua giornata a Seattle. Sapevi che non mi avresti trovata. L’affermazione era un’implicita ricerca di spiegazioni.

"Cercavo Edward"

Jacob, sulla cui gota ancora posava il tocco gentile di Renesmee, ne vide il volto tra i suoi pensieri.

"Gli ho detto che volevo sposarti"

Questa volta furono i suoi occhi color cioccolato a parlargli, spalancandosi dalla felicità.

"Direi proprio che ne era felice"

Il sapore intenso ed unico del bacio di Renesmee si mescolò al suo profumo sempre più vivido ed al flusso dei ricordi più felici della loro vita assieme.

Due poli di attrazione magnetica si incontrarono, assaporando ognuno le labbra dell’altro e vivendo nuovamente nel ricordo il loro primo, irribetibile incontro.

 

***************

 

 

Jacob – a malincuore – lasciò che Renesmee scendesse dalla propria Golf non appena si fu avvicinato al bosco.

"Ti amo" le sussurrò, certo che potesse comunque udirlo.

Lei gli carezzò teneramente il volto ed un fiotto caldo ed amorevole si riversò nella sua mente attraverso quel tocco.

Lo lasciò lì con un sorriso, correndo rapidamente a casa sua, dove sperava di trovare i genitori.

Desiderava mostrare loro la notizia quanto desiderava non staccarsi da Jacob.

 

******************

 

Edward accarezzò dolcemente Bella e le lasciò un bacio sulla fronte, casto come i loro primi, sospirati contatti.

In una microfrazione di secondo, lei si voltò verso di lui per guardarlo dritto negli occhi dorati.

"Cosa c’è?" domandò capendo che Edward stava per rialzarsi e raccogliere i vestiti sparpagliati per terra.

"Sta tornando" sorrise lui.

In un attimo, Bella fu perfettamente presentabile, ed il letto da cui Edward era appena stato spodestato era liscio ed ordinato come prima, ancora miracolosamente intero, nonostante l’ultima riparazione risalisse a tre mesi prima, oramai.

La porta si aprì nel momento in cui Bella entrò nell’ingresso.

Dietro di lei, Edward non smetteva di sorridere.

Bella aprì le braccia pronta ad accogliervi il caldo corpo dell’adorata, unica figlia, che riversò con un tocco gentile le sue forti emozioni nella mente della madre.

Immagini di Jacob elegante come mai lo era stato, ancora Jacob che la informava della reazione di Edward, lei in bianco con la madre raggiante alle sue spalle, in color pesca.

Gli occhi di Bella si illuminarono alla vista di queste brevi diapositive di ricordi o fantasie, e strinse a sé la figlia con meno della metà delle sue forze.

Sua figlia.

Il suo testimone nonché migliore amico.

Due tra le persone che più amava al mondo.

Non riusciva ad esprimere la sua gioia illimitata all’idea che qualcuno per cui provava tale sconfinato affetto avrebbe goduto di ciò che lei ed Edward condividevano così naturalmente. Avrebbero vissuto insieme, ed insieme avrebbero avuto figli e costruito una famiglia.

E anche loro avrebbero avuto tutto questo per l’intera eternità.

Bella si augurava con tutte le sue forze che Renesmee potesse assaporare la gioia della maternità, quella gioia che considerava come la più inimitabile ed autentica.

"Sono coì felice per te! E per Jake! Dov’è? Voglio abbracciare anche lui!

Tesoro, non sarebbe potuto spettarti marito migliore. È l’unico che si meriti davvero tutte le tue qualità!"

Renesmee contnuava a stringerla trasmettendole le immagini che le pullulavano nella mente.

Edward sorrideva abbagliante mentre le leggeva i suoi pensieri.

La mente di sua figlia era la più gentile, generosa e limpida che avesse mai ascoltato, perfino rispetto a quella di Bella.

D’altronde, condividere così intimamente ricordi, emozioni, immagini e sensazioni era il dono che la sua natura sovrannaturale le aveva regalato.

Col tempo, comunque, avevano fatto sì che imparasse a gestire questa capacità utilizzandola solo a comando, perché altrimenti sarebbe stato impossibile per lei vivere da umana.

Nonostante ciò, la bontà della sua mente non era stata minimamente intaccata, e nemmeno la sua gioia nel condividere le sue più intime sensazioni.

Renesmee con i vampiri e i mutaforma non aveva mai avuto segreti, ma in effetti non aveva nemmeno mai avvertito l’esigenza di averne, come non era mai riuscita a comprenderene davvero la necessità.

Certo, era comunque impossibile nascondere qualcosa al padre, per quanto Edward avesse spesso promesso che si sarebbe impegnato a non violare la sua intimità. Renesmee, però, aveva sempre declinato l’offerta, perché per lei ammettere altri nella sua catena di memorie, percezioni, sogni e desideri era un onore.

Questo suo svelarsi non si accompagnava mai con un tentativo di svelare: Renesmee non aveva mai invidiato al padre il suo potere inverso.

A dir la verità, questo preoccupava un po’ Jacob e genitori, poiché avevano paura che cadesse nell’ingenuità di prendere per oro colato le parole altrui. Ma il suo altruismo mentale, almeno umanamente – ma non solo – incomprensibile e quasi inaccettabile, non era ancora mai scaduto in qualcosa che fosse lontano da una fine sensibilità ed intelligenza.

Edward non poteva nemmeno fare a meno di pensare al fatto che condividere i pensieri con Jacob praticamente significava farlo con tutto il suo branco, ma Renesmee non smetteva mai di sorprenderlo, perché – pur essendo perfettamente cosciente di ciò – non se ne curava minimamente.

Questo suo modo di porsi l’aveva resa indiscutibilmente amata da tutti, ed era la sua stessa esistenza, più che la mediazione di Bella, ad aver condotto ad un’incrollabile armonia e ad un autentico rispetto tra Quileute e Cullen, i quali oramai potevano girare liberamente per la riserva.

Tutte queste riflessioni - certo non nuove – attraversarono la mente di Edward in pochi attimi.

Quando Renesmee si staccò da Bella, lui era pronto a stringerla amorevolmente tra le sue braccia bronzee.

Bella era la donna della sua vita e non credeva che avrebbe mai provato un amore quantitativamente pari – seppur qualitativamente differente – per nessuna altra.

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Come mi sbagliavo! pensò sorridendo tra sé, mentre la forza dei pensieri della figlia si intensificò quando la sua mano calda percorse con sconfinato affetto il suo zigomo freddo.

Grazie gli stava dicendo lei

Un’altra sua inestimabile qualità: ringraziava sempre, anche quando non aveva nulla da ringraziare.

"Jacob è davvero fortunato. Se penso che mi ero quasi dispiaciuto per lui quando ho sposato tua madre! Alla fine, non ne ha tratto che vantaggi."

 D’altronde, chi mai potrebbe prefrirmi a mamma?

Lei ne era davvero felicimente convinta, tale era l’amore e la stima che provava per Bella.

Edward non perse tempo per smentirla, conscio del fatto che sarebbe stata l’ennesima battaglia persa, ma sorrise ancora della sua inaudita benevolenza.

Non aveva mai letto invidia, nella sua mente. Per i talenti, le vicende ed i rapporti altrui provava solo gioia e ammirazione.

Infondo, era pur vero che non aveva mai avuto problemi di ragazzi – che si trascinano spesso dietro malignità, ipocrisie e gelosia - pensò Edward, dandosi poi dell’adolescente. Offesa atroce, per un vampiro secolare.

Trasportò Renesmee, ancora saldamente stretta tra le sue braccia gelide e bianche, fino a Bella, e le accolse entrambe nel proprio abbraccio.

Se non fosse che Renesmee smaniava dalla voglia di riabbracciare Jacob e di sposarsi finalmente con lui, sarbbero potuti rimanere là per sempre.

I genitori la liberarono districandosi dall’abbraccio quando lei inviò loro l’immagine nitida di Jacob.

"Ti accompagno, Jacob non è nelle vicinanze" le disse Edward, dopo aver cercato senza successo la voce della mente del suo futuro genero.

"Bene, gli avevo raccomandato di tornare a casa e non ero sicura che l’avrebbe fatto!" commentò Renesmee. La sua voce era adamantina, nonostante l’uso relativamente scarso che ne faceva.

Bella aveva già il cappotto addosso – utilità puramente estetica – e fermò gentilmente Edward.

"La accompagneremo insieme, devo assolutamente vedere Jake."

Renesmee toccò il volto di Bella con la mano e tra i pensieri della madre comparve casa Cullen.

"Solo se tu lo deisderi" rispose Edward per tutti e due, avendo visto nella mente di Renesmee la stessa immagine.

Lei annuì convinta.

"Allora da là andremo a La Push in auto" decise il padre prendendo le chiavi della sua vecchia Aston Martin.

"Guido io" aggiunse, ma con voce poco convinta e senza nutrire grandi speranze.

Difatti, la risposta di Bella arrivò rapida come lui se l’aspettava.

"Non credo proprio, tu guidi come un pazzo" sorrise Bella porgendogli la mano aperta in attesa delle chiavi.

Come se lei non guidasse in modo più spericolato di lui.

Edward la guardò sconsolato, ma le sorrise di rimando. Ci aveva fatto l’abitudine.

"Sì, perdonaci, andiamo!" rispose Edward alla domanda mentale della figlia, e partì raggiungendo casa Cullen prima delle altre.

Alice si era affacciata alla porta.

Ti ho visto arrivare! Immagino che stia per giungere anche Nessie, perché fino ad un minuto fa non riuscivo a vedere nulla.

"C’è anche Bella con lei" sorrise Edward "Sai il motivo della nostra visita?"

Alice si sforzò ancora una volta. Nulla. Riguarda Nessie, allora?

Edward sorrise enigmatico, ma Alice lo notò appena perché le vide arrivare in quell’istante.

"Eccole!" esclamò poi a voce alta, destando l’attenzione dei famigliari nella casa.

Il cuore di Renesmee che batteva era un suono impossibile da ignorare; molto, molto più rumoroso dei sospesi passi di Bella.

Gli altri Cullen erano scesi in salotto ad attendere gli ospiti, tutti – perfino Alice – all’oscuro della notizia che stavano per ricevere.

Renesmee attraversò l’uscio con leggadria quasi pari a quella della madre, che la seguiva senza fretta.

Tutti i Cullen, radunati in salotto in attesa, le sorrisero raggianti in risposta al suo visibile entusiasmo, impossibile da non percepire.

Renesmee si avvicinò a Rosaline e le sfiorò con delicatezza il volto.

Rosaline percepì delle scuse, ma solo quando Renesmee proiettò l’immagine di lei e Jacob che si scambiavano gli anelli ne comprese il motivo.

"No!"

"Sappiamo tutti che sarebbe successo, prima o poi. Hai avuto molto tempo per fartene una ragione, Rose" commentò Edward, abbastanza severamente. Ma non poteva fare a meno di sorridere per la sensazione mista di desolazione e felicità che irradiava dalla figlia. Edward sapeva che sarebbe quesi stata capace di far attendere Jacob fino a quando non fosse riuscita ad ottenere il consenso di tutti i Cullen e i Quileute.

"Penso che dovrò farmene una ragione… Ma dì al cane che se osa farti soffrire mi preoccuperò personalmente di spezzargli tutte le ossa" commentò infine Rosaline.

Renesmee le trasmise un sincero ringraziamento mentale, tramite quel magico contatto.

Edward percepì che le menti dei sui familiari stavano velocemente giungendo alla corretta deduzione del perchè della visita di Renesmee.

"Vi sposate!" esclamò Alice, raggiante.

"Ci sposiamo!" confermò Renesmee, accogliendo l’abbraccio della zia.

"Neanche hai finito di crescere e Jake già vede bene di legarti al suo letto per l’eternità… Molto saggio!" scherzò Emmett, che dopo aver depositato un dolce bacio sulla fronte arrossita della nipote andò ad abbracciare la moglie, consapevole del fatto che lei avesse bisogno di un po’ di tempo per sbollire. Era un peccato che lei fosse gelosa di Jake, perchè dal proprio canto egli aveva scoperto che era molto divertente giocare a massacrarsi col lupo.

"Che atmosfera straordinaria che hai creato, Nessie!" commentò Jasper, saggiando anche con il suo potere gli stati d’animi di tutti i presenti. Non avrebbe potuto trovare un complimento per lei più congeniale.

Carlise ed Esme andarono a stringerla insieme tra le loro braccia.

"Ho solo qualche secolo e diventerò già bisnonno!"

Renesmee, toccandogli la guancia, trasmise al nonno una sua proiezione mentale di lei e Jacob che cullavano una dolce creatura tra le loro braccia, mostrandogli così di approvare il suo commento.

"Potrò aiutarti ad organizzare il matrimonio, vero Nessie?" si informò poi Alice, con un tono d’urgenza nella voce, come se non desiderasse fare altro per i prossimi cent’anni.

Edward cominciò a ridacchiare comprendendo quale sarebbe stata la prossima affermazione della sorella, e guardò la moglie divertito.

"Oh, e dovremo trovare un vestito adatto! Potremmo andare a cercarlo in Europa, non trovi, Bella? E chissà quante altre meravigliose cose potremo comprare! Ti regalerò un guardaroba nuovo per le nozze, Nessie!"

Renesmee, accarezzandole la guancia, le mostrò l’intero arsenale di acquisti fatti a Seattle, interdetta.

Alice liquidò l’immagine con un gesto che significava all’incirca Tranquilla, quello non era nulla al confronto di ciò che ho in mente!

"Mie amate donne, temo che nessuna tra voi due potrà sottrarsi a questa tortura! Mi dispiace Bella, - aggiunse Edward rivolto alla moglie – ma non puoi abbandonare Nessie alle grinfie di Alice quando è necessario compiere una scelta come il vestito da sposa! In effetti, Alice ti sta vedendo insieme a lei in attesa davanti ad un camerino di una boutique francese…"

Bella e Renesmee si scambiarono uno sguardo disperato.

 *************************

 

Non sono sicura che proseguirò questa storia aggiungendo un secondo capitolo, perchè temo che qualsiasi cosa aggiunga risulterà troppo banale… Sono quasi certa che non vi racconterò di Alice, Renesmee e Bella alle prese con lo shopping, ma forse non mi dispiacerebbe raccontare del matrimonio (e dintorni)… Comunque, se dovessi aggiungerlo probabilmente potrei cambiare titolo alla storia, chiamandola "Come accadde che Edward desiderò di non saper leggere nel pensiero" (relativamente ad una scena stampata nella mia mente che dovrei assolutamente inserire!).

Fatemi sapere cosa ne pensate!!! Grazie! ps noterete che ad un certo punto c'è uno strano ;">, ovviamente è l'HTLM, ma non riesco a levarlo... spero non me ne vogliate!

   
 
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