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Autore: Elly93    16/09/2005    5 recensioni
E' una ff un po' triste che parla della morte di Lily, e ciò che secondo me è successo e perchè, espresso con parole che mi sono venute fuori al momento.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’amore di una madre

 

 

Ogni cucciolo, a qualunque specie appartenga, è un tesoro preziosissimo, unico e irripetibile.

E non c’è amore più grande di quello che unisce una madre al suo piccolo.

E’ un legame così forte, così totale, che fa passare in secondo piano qualunque altro sentimento: perfino l’istinto di sopravvivenza.

 

Era una mattina tranquilla a casa  Potter.

Una mattina come tante altre per intenderci.

Un mattina di fine ottobre.

Una mattina che sarebbe stato l’inizio della fine.

-James tesoro, mi potresti portare i pannolini puliti- la voce di una giovane donna riusuonò nella casa.

-Si- la risposta secca le arrivò all’orecchio e la fece sorridere, era così tipico di James.

Un uomo con i capelli color pece perennemente in disordine, gli occhi castani e un sorrisino beffardo dipinto sulle labbra sbucò nella camera dove la signora Potter stava pulendo il loro bimbo, si avvicinò a Lily e le scoccò un tenero bacio sulle labbra, proprio in quel momento il piccolino iniziò a far pipì, bagnando quasi completamente la madre che sbuffò esasperata.

-Piccolo malandrino, non si fanno queste cose- borbottò accarezzandogli teneramente il capo

-Beh… è proprio figlio di suo padre, capelli neri, pestifero, però gli occhi sono tuoi Lily e sono bellissimi come quelli di sua madre, vero Harry?- disse affettuosamente il giovane ridacchiando

-Non c’è nulla da ridere Potter, sarò così costretta a togliere altri dieci punti a Grifondoro, spero sarai contento- rispose la ragazza stizzita imitando la voce della prefettina perfetta che era stata a Hogwarts… o almeno lo era stata prima di conoscere Potter

-Evans… non vorrai ricominciare?- le chiese usando il vecchio cognome della moglie

-No,no,no hai sbagliato come tuo solito Potter il mio cognome è Potter, sciocchino- lo corresse con un sorrisetto dolcissimo dipinto sulle labbra

-Ehi, ‘sta sera è Hallowen, dai invitiamo Sirius- propose il bel moro sorridendo

-Ma… ‘sta sera dovevamo andare dai miei- rispose la ragazza ben contenta di scampare una sera con la sorella, ma dall’altro canto non voleva darla vinta al marito senza lottare

-Dai, ti prego- la scongiurò James con quegli occhioni che la fecero scoppiare a ridere

-E va bene… hai sentito Harry viene il tuo padrino sei contento?- domandò rivolta al bimbo

-Paino…ti, ti paino ‘ius- mormorò il piccolo Harry scalciando

-Si, piccolo malandrino, viene Sirius- disse James

E nessuno seppe mai che il non andare dai genitori di Lily fosse stato un errore, un terribile errore

 

Intanto in una valle a sud del famoso cerchio di pietre…

-Bravo Codaliscia, bravo, stasera ucciderò il piccolo Potter e niente si opporrà al mio potere. Ha ha ha ha ha- una risata maligna fece tremare una figura ansante ai piedi della nera figura

-M-ma i-io s-sarò a-al a-al sic-sicuro?- balbettò incerto l’uomo ai suoi piedi

-Si, lo sarai, ma ora devo andare, i Potter mi stanno aspettando.

 

Quella sera a casa Potter c’era aria di festa, nessuno si sarebbe mai aspettato che la fine di due vite stava per avvenire.

-James, ho un brutto presentimento- disse Lily abbracciando Harry.

-Dai, è Hallowen, e poi qui siamo introvabili- la rassicurò James in un tenero sorriso

-Sarà- ma in quel momento un rumore inquietante dalla porta fece alzare James

-Dev’essere Sirius, vado ad aprire- disse

Ma Lily non era sicura, andò vicino alle scale. Era preoccupata. Chissà perché ma sentiva che il suo piccolino era in pericolo e si sa l’istinto materno non sbaglia mai.

James aprì la porta e sbiancò.

Di fronte a lui c’era il mago più oscuro e potente del mondo. C’era lui, Voldemort

-Lily scappa, prendi il bambino e scappa, lui è qui- urlò poi prese la bacchetta

-Tu non farai del male alla mia famiglia- urlò ma non fece in tempo a dire altro il lampo mortale l’aveva ucciso.

Lily salì le scale, entrò in camera di Harry, lo mise dietro di se, ed estrasse la bacchetta, Voldemort entrò poco dopo.

-Lily dammi il bambino- disse gelido

-Mai- urlò la donna, piangeva, era morto suo marito, ma avrebbe dato la vita per suo figlio, perché lei lo amava, lo amava più di se stessa.

-Dammelo e avrai salva la vita- continuò gelido

-E per cosa dovrei salvarmi? Credi che avrebbe un senso la mia vita senza Harry, o senza James, perché hai distrutto la mia famiglia?- urlo piangendo disperatamente, sapeva che poteva vivere, ma doveva dare la cosa che più amava al mondo e non lo poteva fare

-Lui deve morire- disse Voldemort alzando la voce –E non sarà un madre Mezzosangue a impedirlo, avrai salva la vita, ma dammelo-

-No, NO!!!! Io, darò tutto per lui, anche la mia vita-

-Stupida, potresti avere molto dalla vita Lily Evans…-

-Io sono Potter, POTTER-

-Potter, ha ha ha, ho ucciso tanti Potter, e tu non sarai ne la prima ne l’ultima se dovrò ucciderti- disse scoppiando in una gelita risata –E ora spostati stolta-

-Mai- le lacrime avevano bagnato le guance e la maglietta –Non ti permetterò di uccidere Harry-

Voldemort la spinse di lato.

-Basta, mi hai stancato…-

“Addio Harry” pensò la giovane donna “Addio, ma ci rivedremo fra poco

Voldemort puntò la bacchetta verso il bambino che scoppiò in lacrime

-Avada Kedavr…- Lily si era buttata davanti al figlio il lampo verde la investì cadde a terra,morta. Il suo cadavere,però, sorrideva. Sorrideva perché come ogni madre aveva protetto il suo cucciolo, fino alla morte, aveva fatto il suo dovere di madre, e ora avrebbe raggiunto James, ma una parte della sua anima entrò in quel piccolo cuore, entrò nelle sue piccole vene, nella sua tenera e rosea pelle, facendola diventare la dimora della più magica delle magie, l’amore, l’amore di una madre che da tutto per il figlio, l’amore che va oltre ogni cosa, l’amore così forte, così assoluto che sa sconfiggere anche la morte. Era così l’amore che si era insediato in quel piccolo corpo, era così l’amore che avrebbe salvato generazione, tutto era nato dall’amore di una madre, una madre che aveva fatto ciò che era giusto, una madre che aveva ritenuto il suo piccolo la cosa più importante, la cosa più importante della sua stessa vita.

-A noi due piccolo, di addio alla vita- con una risata il grande mago pronunciò quelle parole

-Avada Kedavra- e lanciò quella maledizione, ma quando colpì quel bimbo così indifeso qualcosa cambiò, un fulmine si disegnò sulla fronte del piccolo e la maledizione rimbalzò, una maledizione tre volte più potente, perché carica d’amore, l’unico sentimento capace di distruggere l’odio e la disperazione.

-Ma cos…- non fece in tempo a finire la frase la luce lo avvolse e lo fece sparire, non era morto certo ma c’era andato vicino. Tutto grazie a lei e a lui, e a quel piccolo bimbo di un anno che ora piangeva di fianco al corpo della madre che non si svegliava. Quello stesso bimbo che veniva posato davanti alla casa degli zii. Quello stesso bimbo che ora scopriva tutto e li vendicava.

Tutto era successo grazie all’ amore di una madre verso il suo cucciolo perché…

 

Ogni cucciolo, a qualunque specie appartenga, è un tesoro preziosissimo, unico e irripetibile. E non c’è amore più grande di quello che unisce una madre al suo piccolo.

E’ un legame così forte, così totale, che fa passare il secondo piano qualunque altro sentimento: anche l’istinto di sopravvivenza
  
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