L’amore
di una madre
Ogni cucciolo, a qualunque specie
appartenga, è un tesoro preziosissimo, unico e irripetibile.
E non c’è amore più grande di
quello che unisce una madre al suo piccolo.
E’ un legame così forte, così
totale, che fa passare in secondo piano qualunque altro sentimento: perfino
l’istinto di sopravvivenza.
Era
una mattina tranquilla a casa Potter.
Una
mattina come tante altre per intenderci.
Un
mattina di fine ottobre.
Una
mattina che sarebbe stato l’inizio della fine.
-James
tesoro, mi potresti portare i pannolini puliti- la voce di una giovane donna
riusuonò nella casa.
-Si-
la risposta secca le arrivò all’orecchio e la fece sorridere, era così
tipico di James.
Un
uomo con i capelli color pece perennemente in disordine, gli occhi castani e un
sorrisino beffardo dipinto sulle labbra sbucò nella camera dove la signora
Potter stava pulendo il loro bimbo, si avvicinò a Lily e le scoccò un tenero
bacio sulle labbra, proprio in quel momento il piccolino iniziò a far pipì,
bagnando quasi completamente la madre che sbuffò esasperata.
-Piccolo
malandrino, non si fanno queste cose- borbottò accarezzandogli teneramente il
capo
-Beh…
è proprio figlio di suo padre, capelli neri, pestifero, però gli occhi sono
tuoi Lily e sono bellissimi come quelli di sua madre, vero Harry?- disse
affettuosamente il giovane ridacchiando
-Non
c’è nulla da ridere Potter, sarò così costretta a togliere altri dieci
punti a Grifondoro, spero sarai contento- rispose la ragazza stizzita imitando
la voce della prefettina perfetta che era stata a Hogwarts… o almeno lo era
stata prima di conoscere Potter
-Evans…
non vorrai ricominciare?- le chiese usando il vecchio cognome della moglie
-No,no,no
hai sbagliato come tuo solito Potter il mio cognome è Potter, sciocchino- lo
corresse con un sorrisetto dolcissimo dipinto sulle labbra
-Ehi,
‘sta sera è Hallowen, dai invitiamo Sirius- propose il bel moro sorridendo
-Ma…
‘sta sera dovevamo andare dai miei- rispose la ragazza ben contenta di
scampare una sera con la sorella, ma dall’altro canto non voleva darla vinta
al marito senza lottare
-Dai,
ti prego- la scongiurò James con quegli occhioni che la fecero scoppiare a
ridere
-E
va bene… hai sentito Harry viene il tuo padrino sei contento?- domandò
rivolta al bimbo
-Paino…ti,
ti paino ‘ius- mormorò il piccolo Harry scalciando
-Si,
piccolo malandrino, viene Sirius- disse James
E
nessuno seppe mai che il non andare dai genitori di Lily fosse stato un errore,
un terribile errore
Intanto
in una valle a sud del famoso cerchio di pietre…
-Bravo
Codaliscia, bravo, stasera ucciderò il piccolo Potter e niente si opporrà al
mio potere. Ha ha ha ha ha- una risata maligna fece tremare una figura ansante
ai piedi della nera figura
-M-ma
i-io s-sarò a-al a-al sic-sicuro?- balbettò incerto l’uomo ai suoi piedi
-Si,
lo sarai, ma ora devo andare, i Potter mi stanno aspettando.
Quella
sera a casa Potter c’era aria di festa, nessuno si sarebbe mai aspettato che
la fine di due vite stava per avvenire.
-James,
ho un brutto presentimento- disse Lily abbracciando Harry.
-Dai,
è Hallowen, e poi qui siamo introvabili- la rassicurò James in un tenero
sorriso
-Sarà-
ma in quel momento un rumore inquietante dalla porta fece alzare James
-Dev’essere
Sirius, vado ad aprire- disse
Ma
Lily non era sicura, andò vicino alle scale. Era preoccupata. Chissà perché
ma sentiva che il suo piccolino era in pericolo e si sa l’istinto materno non
sbaglia mai.
James
aprì la porta e sbiancò.
Di
fronte a lui c’era il mago più oscuro e potente del mondo. C’era lui,
Voldemort
-Lily
scappa, prendi il bambino e scappa, lui è qui- urlò poi prese la bacchetta
-Tu
non farai del male alla mia famiglia- urlò ma non fece in tempo a dire altro il
lampo mortale l’aveva ucciso.
Lily
salì le scale, entrò in camera di Harry, lo mise dietro di se, ed estrasse la
bacchetta, Voldemort entrò poco dopo.
-Lily
dammi il bambino- disse gelido
-Mai-
urlò la donna, piangeva, era morto suo marito, ma avrebbe dato la vita per suo
figlio, perché lei lo amava, lo amava più di se stessa.
-Dammelo
e avrai salva la vita- continuò gelido
-E
per cosa dovrei salvarmi? Credi che avrebbe un senso la mia vita senza Harry, o
senza James, perché hai distrutto la mia famiglia?- urlo piangendo
disperatamente, sapeva che poteva vivere, ma doveva dare la cosa che più amava
al mondo e non lo poteva fare
-Lui
deve morire- disse Voldemort alzando la voce –E non sarà un madre Mezzosangue
a impedirlo, avrai salva la vita, ma dammelo-
-No,
NO!!!! Io, darò tutto per lui, anche la mia vita-
-Stupida,
potresti avere molto dalla vita Lily Evans…-
-Io
sono Potter, POTTER-
-Potter,
ha ha ha, ho ucciso tanti Potter, e tu non sarai ne la prima ne l’ultima se
dovrò ucciderti- disse scoppiando in una gelita risata –E ora spostati
stolta-
-Mai-
le lacrime avevano bagnato le guance e la maglietta –Non ti permetterò di uccidere
Harry-
Voldemort
la spinse di lato.
-Basta,
mi hai stancato…-
“Addio
Harry” pensò la giovane donna “Addio, ma ci rivedremo fra poco
Voldemort
puntò la bacchetta verso il bambino che scoppiò in lacrime
-Avada
Kedavr…- Lily si era buttata davanti al figlio il lampo verde la investì
cadde a terra,morta. Il suo cadavere,però, sorrideva. Sorrideva perché come
ogni madre aveva protetto il suo cucciolo, fino alla morte, aveva fatto il suo
dovere di madre, e ora avrebbe raggiunto James, ma una parte della sua anima
entrò in quel piccolo cuore, entrò nelle sue piccole vene, nella sua tenera e
rosea pelle, facendola diventare la dimora della più magica delle magie,
l’amore, l’amore di una madre che da tutto per il figlio, l’amore che va
oltre ogni cosa, l’amore così forte, così assoluto che sa sconfiggere anche
la morte. Era così l’amore che si era insediato in quel piccolo corpo, era
così l’amore che avrebbe salvato generazione, tutto era nato dall’amore di
una madre, una madre che aveva fatto ciò che era giusto, una madre che aveva
ritenuto il suo piccolo la cosa più importante, la cosa più importante della
sua stessa vita.
-A
noi due piccolo, di addio alla vita- con una risata il grande mago pronunciò
quelle parole
-Avada
Kedavra- e lanciò quella maledizione, ma quando colpì quel bimbo così
indifeso qualcosa cambiò, un fulmine si disegnò sulla fronte del piccolo e la
maledizione rimbalzò, una maledizione tre volte più potente, perché carica
d’amore, l’unico sentimento capace di distruggere l’odio e la
disperazione.
-Ma
cos…- non fece in tempo a finire la frase la luce lo avvolse e lo fece
sparire, non era morto certo ma c’era andato vicino. Tutto grazie a lei e a
lui, e a quel piccolo bimbo di un anno che ora piangeva di fianco al corpo della
madre che non si svegliava. Quello stesso bimbo che veniva posato davanti alla
casa degli zii. Quello stesso bimbo che ora scopriva tutto e li vendicava.
Tutto
era successo grazie all’ amore di una madre verso il suo cucciolo perché…
Ogni cucciolo, a qualunque specie
appartenga, è un tesoro preziosissimo, unico e irripetibile. E non c’è amore
più grande di quello che unisce una madre al suo piccolo.