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Autore: annina94    07/07/2010    1 recensioni
- Buongiorno signori Jonas. – disse Anna, non lasciando trapelare dal suo tono, il nervosismo che s’infrangeva contro le sue labbra, desideroso di uscire. - Buongiorno a te! Io mi chiamo Denise, piacere.- disse la donna porgendole la mano. Il suo tono era caldo ed esprimeva felicità. - Anna, il piacere è mio.- classiche formalità, noiose ma utili. Il suo dubbio si rimpossessò della sua mente, quando la signora pronunciò il suo nome. “ Se è lei la Denise che penso io, allora ci sarà da ridere. Vediamo come si chiama il padre, e il gioco è fatto.” Pensò Anna, che non osava pensare alle conseguenze di nove mesi passati al loro fianco. - Io sono Paul Kevin Sr., benvenuta- si presentò l’uomo, porgendo anch’egli la mano. “ Bingo”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 19

Quanto sono in ritardo?

Beh dai, neanche tanto, considerando che ho aggiornato il 25 giugno.

Mi sono fatta una splendida settimana all'isola d'Elba, poi andrò in Corsica, ma prima di allora posterò il ventesimo capitolo.

Devo dirvi una cosa, però: questo capitolo non ci doveva essere, perché mi è venuto in mente ieri.

È una sorta di transizione e mi interesserebbe sapere cosa ne pensate del flash back.

È stato strano scriverlo, ma allo stesso tempo maledettamente appagante.

Oh, ridendo e scherzando, siamo arrivati a 15 pagine (di cazzate, ma pur sempre 15 pagine)

Beh, passiamo ai ringraziamenti:


jonas_princess: Beh, capirai che ringraziamento, ci sei solo tu.. beh, dai che magari prima della fine delle vacanze compari XD ho messo una canzone di Michael che ti piace, anche se immagino che non la ascolti molto spesso.. spero che ci si riesca a vedere oggi pomeriggio, perché ho voglia di farmi due chiacchiere. Un bacio e aggiorna anche tu!



Capitolo 19: Dirty Diana.


- Ma certo che Nick lo chiederà a te Natasha! Dopotutto sei la ragazza più carina e popolare della scuola! - cinguettò Sharon, una delle due amichette oche di Natasha, facendo un gesto ridicolo con la mano in direzione dell’amica.

- Avete ragione, se non me, chi Nick potrebbe invitare al ballo di Natale? – confermò la reginetta, sorridendo soddisfatta e scostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

E si misero tutte a ridere come dei topi.

No, aspetta. Non offendiamo i topi, che sono citati in una canzone di Michael.

Mmm, come delle iene; sì le iene mi piace.

Anna stava imitando le cheer-leader nel loro momento di massima dimostrazione di ocheria, come la definiva lei.

- Oddio, ricordami di non mangiare prima di una delle tue scenette.. Ahahaha… perché io qua rischio di rimanerci secca! – disse Alex, cercando di riemergere dalla sedia nella quale era sprofondata per il troppo ridere.

- Guarda che io non aggiungo nulla agli originali. Riproduco solo fedelmente. – commentò l’altra, ritornando al suo contegno, aggiustandosi il colletto della camicia con fare professionale.

- Beh, un giorno facciamo starin’&laughin’. – propose la mora, asciugandosi una lacrima dall’occhio destro, lasciandosi sfuggire un sorrisino malefico.

- Sai che potremo fondare un club? Occhiate raggelanti e sorrisi perfidi. By Alex&Anna. Che ne dici? – rispose Anna, accavallando le gambe sotto al banco – Ma che cos'è questo starin'&laughin'? - domandò poi, aggrottando le sopracciglia, guardando Alex.

L'altra la guardò compiaciuta, mettendo le gambe sulla sedia di fronte a sé.

- Il nome la dice lunga, eh? Comunque la disciplina dello starin'&laughin' consiste nell'appostarsi vicino al tavolo delle duck-leader, ovviamente senza farsi vedere o fingendo di passare di la per caso, e assistere alla loro giornata tipo. Io sono tre anni che lo faccio, ma essendo da sola non mi sono mai divertita appieno. - spiegò la mora – Ma con te.. immagina se fossimo insieme quante risate ci faremmo! - disse alzando un po' la voce e un braccio in segno di vittoria.

Anna la guardava con un misto di perplessità e ammirazione negli occhi.

Infondo, ci avrebbe solo guadagnato: risate assicurate, la presenza di Alex e il suo simpatico sarcasmo e poter ricattare Natasha in caso di necessità.

Rifletté qualche secondo e poi sorrise malignamente.

- Benvenuta, socia fondatrice del club Occhiate raggelanti e sorrisi perfidi. - ridacchiò Alex, battendole il cinque.



Nello stesso momento..


- E tu Nick? Chi hai invitato? – chiese Natan, uno degli amici nuovi di Nicholas.

Arrossendo fino alla punta dei ricci, Nick cercò di nascondere il rossore chinando il capo.

- Ehm… -

Ormai mancava poco e lui non aveva ancora rivelato ai suoi amici chi aveva invitato al ballo.

Anzi, non aveva proprio detto che lo aveva chiesto a qualcuno. Era sempre rimasto sul vago andante.

- Hai intenzione di invitare Natasha? Sai che lei ne è convinta al 200%, vero? – continuò Jack, sporgendosi dal suo banco, sul quale stava seduto in attesa dell’arrivo della professoressa.

- Jack ha ragione, mi sa che se non la inviti, te ne pentirai per il resto dei tuoi giorni. – confermò Ryan, indicando con il pollice Jack.

Nicholas sapeva perfettamente che se non avesse invitato la bella cheer-leader, gli avrebbe dato parecchio filo da torcere, ma non aveva intenzione di essere strumentalizzato solo per il suo nome da una finta bionda.

Perché lo sapeva: Natasha si voleva mettere con lui, ma non perché lo conoscesse, solo per il fatto che lui fosse Nick Jonas dei Jonas Brothers, un motivo in più di cui vantarsi.

E poi l’aveva già chiesto ad Anna.

Alzò lo sguardo verso il soffitto, appoggiando il mento sul palmo chiuso.

- Oh, se non ci andassi con chi ci vado, credo che sarebbe impossibile dire quanto peggio per me sarebbe… - pensò, ma non si accorse di averlo detto a voce abbastanza alta, almeno tanto che i suoi amici lo sentissero.

Jack sobbalzò sul banco, Natan cascò dalla sedia e Ryan si strozzò con la Red Bull che stava bevendo.

Solo dalla reazione dei tre, Nicholas capì di aver pensato ad alta voce.

Maledizione!” pensò allarmato. Aveva intenzione di dire ai suoi amici che aveva invitato Anna, ma in una maniera e in un luogo estremamente diversi.

La situazione era immobile.

I ragazzi avevano pensato all’evenienza che Nicholas avesse potuto invitare Anna al ballo – era l’unica persona a parte Alex, che il moro avrebbe invitato e di cui si sarebbe pentito se non avesse rispettato il suo impegno – ma quella ragazza riusciva ad apparire simpatica e solare in certi momenti, ma anche austera e inquietante in altri.

L’avevano vista appena arrabbiata solo una volta e avevano giurato a loro stessi che non sarebbero mai stati la causa di una sua arrabbiatura.


Natasha la stava punzecchiando come al solito, cercando di ottenere una sua particolare reazione per poi andarsi a rifugiare tra le braccia di Nick, con la scusa che quella ragazza fosse violenta e impulsiva.

Ormai aveva quasi esaurito tutti gli argomenti: il fisico, la provenienza, il caratteraccio, ma tutto si fermava alle battute acide dell’italiana, che manteneva sempre la sua compostezza, spuntandola sempre.

Ma la bionda aveva serbato la sua carta vincente fino ad allora, apposta per quell’occasione: il successo con i ragazzi.

Lì non c’era battuta acida che reggesse.

Natasha aveva sempre goduto di un successo e di un apprezzamento fra il popolo maschile, che poche prima di lei avevano ottenuto.

E Anna non era certo la persona che avrebbe potuto rubarle la corona.

Così, non sapendo come ribattere, la cinerea le aveva intimato di sparire, pur sapendo che questo avrebbe solo compiaciuto l’ego della bionda, cosa che appunto accadde.

Continuando a pavoneggiarsi delle proprie conquiste inorgoglita del silenzio dell’altra, aveva fatto crescere nella cinerea una rabbia ceca, repressa a stento dalla forza di volontà.

Ma sia Nicholas che Alex sapevano che la pentola stava per scoppiare, solo che non potevano intervenire, non volendo essere a loro volta travolti dall’ira di Anna.

E poi venne la battuta che fece traboccare il vaso.

- Capisco se portasse l’anello della purezza, ma a diciassette anni compiuti essere ancora vergine…Chi vuoi che se la accolli una così? –

In quel momento tutto si fermò e i colori si sbiadirono.

Oltre alle parole intrise di cattiveria e il tono di scherno, la voce era modulata con acidità, per umiliarla ancora di più, in quanto l’acidità era una prerogativa dell’italiana.

Dopo un minuto, lentamente Anna si alzò, tenendo il capo basso e poggiò i palmi delle mani ai lati del banco.

Quando fu completamente alzata, rimase qualche secondo immobile, aumentando la tensione già alle stelle.

Con la stessa lentezza con la quale si era rizzata in piedi, sollevò anche la testa, aprendo solo allora gli occhi verdi.

Ma quel verde non aveva nulla a che fare con quello che era solitamente.

Ora Natasha non sorrideva più.

Certo, era lo stesso colore di sempre, ma era facilmente percepibile la rabbia e l’umiliazione della ragazza.

Tutti si sentivano come se fossero stati nella sua testa, come se fossero stati loro stessi a subire le cattiverie della cheer-leader.

Era come se Anna avesse lasciato che ciò che provava uscisse dal suo corpo e si espandesse nella classe, saturando le menti e i corpi dei presenti.

Perfino la professoressa Stuart era rimasta in religioso silenzio, congelata al suo posto.

Nemmeno Nicholas e Alex riuscivano più a muoversi; la pressione psicologica che Anna stava non tanto involontariamente esercitando sulle menti dei compagni era tale che si rifletteva sul fisico, irrigidendo e rendendo statici gli arti.

A poco a poco quei due sentimenti rispecchiati negli occhi si unirono, fino a crearne uno decisamente più pericoloso: la vendetta.

Sembrava un film: se ci fosse stato uno spettatore, si sarebbe aspettato che Anna saltasse addosso a Natasha e la riempisse di ceffoni, fino a spedirla all’ospedale.

Ma non accadde nulla di tutto ciò.

Anzi, successe l’ultima cosa che ci si aspettava: Anna cominciò a recitare un testo.


Non mi farai restare

Quindi levati dai piedi

Conosco tutti i tuoi trucchi

Allora perché non mi lasci in pace?

Sono stato qui tempo fa

Ma ero troppo ceco per vedere

Che tu seducevi tutti gli uomini

Ma questa volta non mi sedurrai


Lei dice “Va bene

Fa’ quello che preferisci

Io ho la cosa che cerchi

Io sono quello che ti serve”

Lei mi ha guardato profondamente negli occhi

Mi ha toccato così per cominciare

Lei dice “Non si torna indietro”

Mi ha intrappolato nel suo cuore


Le piacciono i ragazzi della band

Sa quando tornano in città

Ogni fan dei musicisti

Quando cala il sipario

Lei aspetta alla porta del backstage

Quelli che hanno prestigio

Chi promette ricchezza e fama

Una vita senza problemi


Lei dice “Va bene

Fa’ quello che vuoi

Sarò il tuo oggetto d’amore per questa notte

Sarò il mostro che potrai deridere

Non mi importa quello che dici

Io voglio andare troppo lontano

Sarò il tuo “tutto”

Se mi farai diventare un star


Lei dice “Devo andare a casa

Perché sono stanca lo vedi

Ma odio dormire da sola

Perché non vieni con me?”

Io rispondo “La mia ragazza è a casa

Probabilmente stanotte è preoccupata

Non l’ho chiamata per dirle che sto bene”


Lei cammina verso di me

Dice “Sono tua stanotte”

Allora io corro verso il telefono

Dicendo “Amore sto bene

Però lascia la porta aperta

Perché ho dimenticato le chiavi”

Lei dice “ Lui non tornerà, perché sta qui con me.”


Quando Anna finì di parlare, Natasha aveva abbassato lo sguardo da un po’, incapace di sopportare quello serio della diciassettenne.

- Vedi se per terra insieme alla tua cattiveria ritrovi anche la tua verginità, arrampicatrice sociale. – disse lapidaria la cinerea, prima di sedersi sulla sua sedia, sciogliendo la tela ti pressione che aveva creato.



Ripresosi un attimo dallo sconcerto, Natan ebbe il coraggio di parlare.

- Tu… hai… invitato… Anna?! -

- Ehm… sì.. – mormorò Nick, alzando le spalle.

- Quella Anna? Quella che vive con te e che sarebbe capace di incenerire un ghiacciolo con uno dei suoi sguardi alla Jack lo Squartatore? Proprio lei? - domandò Jack, sbarrando gli occhi.

- Quante altre Anna conosci che io potrei invitare? - gli fece notare retoricamente Nick, guardandolo storto.

- Ma quella ragazza è pericolosa! - sbraitò l'altro, dimenando le mani.

- Ma tu non ci vivi assieme da quasi quattro mesi, io sì. - ribatté il moro, sulla difensiva.

- Direi che posso considerarmi fortunato per questo. - infierì il castano, cercando di smuovere l'amico dalla sua posizione.

Preso da un attacco di rabbia Nicholas si alzò di scatto dalla sedia e si piazzò davanti a Jack, guardandolo duramente.

- Senti, ci sono voluti due mesi e due giorni di mutismo per la mia stupidità, ma alla fine ha deciso di aprirsi, almeno in parte, con me. È una ragazza assolutamente riservata, ma da come mi ha parlato ho capito che non è poi tanto diversa da me o da te o da chiunque altro. Considera poi che nulla di tutto ciò che la circonda è normale per lei, dato che viene dall'Italia e da una città piuttosto piccola. Qui simo a Los Angeles, negli Stati Uniti, in America, che è un altro continente, ti rendi conto? È vero che ci sono tanti ragazzi che vanno all'estero a studiare, ma non siamo tutti uguali e Anna, come avrai capito, nasconde alla perfezione quello che prova. Ed è proprio per questa sua introversione che quando le ho offerto la mia disponibilità se avesse voluto parlare, ho avuto una reazione rovinosa, perché lei aveva accettato. - disse tutto d'un fiato, stanco che nessuno a parte lui e i suoi familiari potessero capire la ragazza.

Espirando rumorosamente, si lasciò cadere sulla sedia.

Guardando il pavimento imbarazzato, Jack si scusò.

- Hai ragione Nick. Non dovevo permettermi di giudicare Anna solo per quello che fa vedere di sé. - si fermò e poi riprese – anzi, non la dovevo proprio giudicare. È che come hai detto tu, non è facile indovinare quello che le passa per la testa e quindi siamo spaesati. - concluse, prendendosi la testa fra le mani.

Immaginando di aver un po' esagerato, Nicholas rimediò.

- Non lo faccio per me, è solo che anche io devo continuamente convivere con lei senza sapere se quello che fa o che dice è fine a se stesso oppure fa parte di un meccanismo più complesso. Però ti dico, un giorno è venuta in camera mia, al mio consenso si è seduta sul letto e ha cominciato a parlarmi della sua vita in Italia. Da allora si è sempre sforzata di essere più aperta a parlare di sé, anche con gli altri. -

- Questo l'ho notato. - commentò Jack. Poi, ritornando alla sua solita vivacità aggiunse – Ma allora tutti gli Italiani sono chiusi e scorbutici? -

Questo scatenò una risata collettiva.

Ryan si grattò il mento con aria pensierosa e poi disse

- Beh, tornando all'argomento ballo: onore al merito per il fatto che tu abbia invitato lei, questo non te lo toglie nessuno; e questo in un certo senso ti garantisce una certa immunità da Natasha, ma dall’altra ti sei ficcato nei casini. Perché tu lo sai che razza di rapporto c’è tra quelle due. -

- Certo che lo so e può sembrare che l’abbia invitata per fare un torto a Natasha, ma non è così, ora lo sapete. Se ho invitato lei è perché volevo invitare lei, punto. – subito dopo aver parlato si rese conto che le sue parole potevano essere intese per un altro verso, quindi cercò la frase più veloce e adatta alla situazione per chiarire le idee.

Certo, aveva chiesto ad Anna di andare al ballo con lui perché gli piaceva, ma preferiva che nessuno venisse a conoscenza di quel piccolo particolare. Fortunatamente per lui, Ryan volle essere clemente e lo salvò da quella situazione imbarazzante.

- Beh, ma almeno lei ha accettato? -

Subito anche Jack e Natan si voltarono verso il riccio con aria da “Ha-ragione-lui”.

Ora Nick si sentiva decisamente in imbarazzo. Non ne capiva il motivo, ma sentiva il sangue affluirgli alle gote, imporporando il viso.

- Diciamo che ho un po’ dovuto prenderla per sfinimento, ma alla fine ha ceduto. – annunciò con troppo entusiasmo.

- Eeeh, il nostro Nicky è riuscito a scalfire il cuore di piobanto della nostra Anna! – saltò Jack, ridendo come un matto.

- Piobanto? E che cosa dovrebbe essere, di grazia? – chiese una voce estranea al quartetto.

I ragazzi si voltarono di scatto e videro Anna appoggiata allo stipite della porta, con le braccia conserte, che li guardava rilassata.

Sperando con tutto il cuore che non avesse sentito nulla della loro conversazione, Jack si affrettò a spiegare.

- Ehm.. è una lega formata dal piombo e dall’amianto. -

- Ah. – disse lei, alzando un sopracciglio – Quindi secondo voi il mio cuore sarebbe una lega praticamente invulnerabile, che però è stata scalfita da Nicholas. - constatò, avvicinandosi lentamente ai quattro, mantenendo la posizione delle braccia.

Immaginando di dover dare spiegazioni che li avrebbero messi nei casini, Natan, Ryan e Jack, con grande spirito di solidarietà, decisero di abbandonare Nick al proprio destino, defilandosi con le classiche scuse di dover andare in bagno.

Quindi si alzarono e se ne andarono con andatura nervosa, sotto lo sguardo allibito del Jonas.

Anna si era immaginata una reazione simile, quindi non diede segni di essere sorpresa.

- Sembra che io abbia la peste. - disse, voltandosi verso Nicholas, quando i suoi amici furono lontani – ogni volta che compaio, i tuoi amici se ne vanno con le scuse più banali che esistono. - argomentò, sedendosi sul banco dove fino a poco tempo prima stava Jack.

Il povero ricciolino stava cercando qualcosa di sensato da dire per coprire la fuga precipitosa di quei tre traditori, ma era troppo nel panico per pensare razionalmente.

Notando l'agitazione del ragazzo, Anna decise di lasciar perdere la loro conversazione, concentrandosi sui particolari del ballo.

- Non voglio sapere di cosa stavate parlando, anche se a quanto pare l'argomento principale dei vostri discorsi ero io, preferisco anelare nell'ignoranza. - disse, chiudendo gli occhi.

Nick sentiva di dover tirare un sospiro di sollievo, ma fece di tutto per trattenerlo, per evitare che Anna ricostruisse la loro conversazione.

- Nicholas, guarda che non intendo approfondire le ricerche riguardo i vostri discorsi da uomini, quindi tira questo benedetto sospiro, che stai diventando viola.- gli permise infine lei, ridacchiando divertita.

Di colpo il ricciolo esalò tutta l'aria repressa, respirando affannosamente.

- Mi hai tolto un peso dall'anima. - confessò, una volta ripresosi.

- Beata ignoranza. - mormorò Anna in italiano.

Nicholas non lo sapeva, ma lei aveva ascoltato tutta la loro conversazione, solo che voleva evitare di metterlo troppo a disagio.


***

Non credevo che qualcuno avrebbe mai preso le mie difese davanti a i propri amici.

Eppure Nicholas l'ha fatto, rischiando di passare per un pazzo.

Io lo avrei fatto, ma sarebbe stata una cosa diversa, in quanto lui è un ragazzo buono per natura, che si merita di essere difeso.

Ma io?

Io sono una ragazza chiusa, che si mostra sempre sicura di sé, senza debolezze o pecche, anche se non è così. Ho bisogno di fidarmi ciecamente di una persona, prima di rivelare l'altra parte del mio carattere. Certo, sono una persona forte, ma non sempre riesco ad esserlo. E in quei momenti ho bisogno di una spalla su cui piangere. Questo non l'ho ancora raccontato a Nicholas.. ma credo che dopo oggi lo farò. Se lo merita.

E io?

Mi merito la sua comprensione?

Dam.


***



Ormai mancavano due giorni al fatidico ballo e la scuola era in fibrillazione.

Le ragazze giravano a gruppetti di quattro o più elementi, avide di sapere se quello aveva già chiesto a quella di andarci con lui o se l’avesse lasciata a bocca asciutta perché ci andava con quell’altra all'ultimo momento; gli altri argomenti delle conversazioni femminili erano i vestiti. Chi ce l’aveva lungo, chi corto, chi firmato, chi sobrio, chi appariscente…

- Mio Dio! A me lo ha chiesto Chris, del mio corso di biologia! Credo che mi trovi carina.. sarà merito dei miei bellissimi capelli biondi –

- A me lo ha chiesto Bryan, del corso di inglese –


I ragazzi non erano poi così distanti.

- Ah, io ho invitato quella bionda figa del mio corso di biologia –

- Io Lily del corso di inglese –

E cose del genere.





Ah, mi sono dimenticata di dirvi che il testo che Anna recita è la traduzione di Dirty Diana, di Michael – Ma dai? Non lo avrei mai detto Nd Michael..


Secondo me prima o poi ti tireranno dietro il pc.

Perché dovrebbero farlo?

Perché stai stressando loro l'anima con me e le mie canzoni.

-.-' Te non sei mica normale, sai?

Come mai?

Hai anche il coraggio di chiedermelo?

Evidentemente sì.

Cioè, tu dovresti essere solo contento di comparire così spesso in una mia fic, e ancora stai dalla parte delle lettrici?

Io son una persona buona e altruista, non come te, sadica e approfittartice. E poi il cliente ha sempre ragione.

Se, e te che vendi, panetti?

Come fai a vantarti del tuo cervello, quando non lo usi.. era un esempio.

Mi sembri un po' confusa..

Naaah, non ti preoccupare, è normale.

E tu che diavolo ci fai qui, Joseph?

Dici che è normale? A me non sembra.. oddio, ogni tanto la sento parlare da sola, ma per lei è normale, oh?

Ehi, io non parlo da sola!

Guarda, lei non lo vuole ammettere, ma io ho le prove!

Ma quali prove e prove! Io non parlo da sola e basta!

Prove? Davvero? E quali sono?

Ma tu gli credi anche?! Ti rendi conto che stai parlando con Joe Jonas? È un babbuino graziato che parla solo perché ha la bocca!

Beh, non so se lo sai, ma qualche mese fa lei ha scritto una shot..

Ti riferisci a quella shot?

Mmm, ne ha scritte tre o quattro, ma non le ho lette.

Perché non hai mai voglia.

In pratica, leggeva in greco, ad alta voce.

Quello ogni tanto lo fa.. e ogni volta mi chiedo con chi stia parlando. Poi capisco che

legge in greco.

Certo, perché è normale parlare una lingua morta da millenni correntemente. Ovvio. E poi sono io quella che non usa il cervello.

Eh, ma nella shot lei leggeva e poi parlava da sola. O meglio si lamentava perché non sapeva come tradurre.

Ero in crisi. Tu parli da solo continuamente, scusami eh. E poi io non stavo parlando da sola.

Avevo dei sospetti che non appartenesse alla razza umana.

Taci, Jackson! Proprio tu fai discriminazioni?! E il “Don't you black/wrong or white/right me” che fine ha fatto?!

Ma non credere che sia finita qui!

C'è dell'altro?!

Eccome!

Ma la volete piantare di parlare come se io non ci fossi?!

Mi ha anche detto che non stava parlando da sola.

Ha avuto il coraggio di smentire?

Alla faccia! Mi ha detto, testuali parole “Taci Jonas. Io non parlo da sola, dialogo indirettamente con la mia versione, non parlo da sola.”

Hai toccato veramente il fondo. Mi hai deluso.

Tsé, capirai. Che è, ora non mi parli più perché secondo te ho detto una bugia?

Oh, andiamo Mike!

Ahahahah

Jooonas? Non è che tu sei venuto solo per seminare zizzania, vero?

Io? Ma non lo farei mai!

Vedi cosa ti faccio fare nel prossimo capitolo, oh sì..

Non lo farai...

Oh sì.


  
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