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Autore: Akane    16/09/2005    0 recensioni
Nobiltà d’animo è rispetto della vita, eleganza dello sguardo, sentirsi alla pari del più piccolo di tutti, mostrare l’anima senza farsi male. Raramente queste qualità corrispondono ad un nobile anche di nome. Ne nascono forse uno ogni 50 anni. Lì era successo. Un Principe di nome e di fatto
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO VIII:
CHE IRONIA

'Come far crollare ogni aspettativa e l'immagine dei reali? Basta poco... davvero.'

Tutto partì da una convocazione della regina a ‘sua altezza reale il principe William’. Tante cerimonie fecero presupporre facilmente le intenzioni di quella 'simpatica' anziana signora.
Entrò nello studio della nonna nel quale ogni mobilia valeva circa uno stipendio intero.
Il giovane rimase composto e attese, dopo aver educatamente salutato, che gli parlasse; si disse mentalmente che il fatidico momento era arrivato. Se fosse stato una persona come tanti avrebbe alzato gli occhi e l'avrebbe prevenuta facendo cadere ogni aspettativa, ma lui non era tipo, preferiva per rispetto lasciare che tutti si esprimessero facendo poi capire il suo punto di vista nel migliore dei modi possibili, indolore e diplomaticamente. Suo fratello Andrew semplicemente non ci sarebbe andato alla convocazione.
La donna di una certa età avanzata donò la sua attenzione al nipote ancora in piedi che paziente attendeva. Sorrise compiaciuta per il gesto e l'aspetto con cui si presentava. Cresceva sempre meglio e aveva tutto di un principe, a partire dallo sguardo per finire con la posa del corpo e la mano che teneva il dorso dell'altra, adagiata davanti a sé.
Un breve inchino e poi disse con la sua voce vellutata dal linguaggio cortese.
- Mi ha fatto chiamare? -
La regina sorrise doppiamente compiaciuta, suo nipote era nobile in ogni singola parte.
Era pronto.
Era arrivato il momento.
Non aveva ancora conosciuto la ragazza, ma dall'aspetto sembrava alla sua altezza. Non avrebbero sfigurato l'uno accanto all'altro ed essendo del loro stesso ceto sociale era sicuramente in gamba. Non se ne sarebbe pentita, ne era certa.
- Caro, è venuto il momento che tu prenda moglie. Non parliamo subito di nozze, ma di un semplice fidanzamento ufficiale. Certamente col tuo consenso che avverrà, non ho dubbio, quando avrai incontrato la nobile che ti proporrò. Penso ti piacerà.
Si tratta della principessa di un ducato minore al nostro, ma comunque il titolo è quello che importa.
Non ho intenzione di lasciare il tuo destino a tuo padre, mi prenderò cura io di te e questa volta davvero... -
William lo sapeva perfettamente, era preparato.
Accennò ad un sorriso indecifrabile e con la solita garbatezza si limitò a non ferirla subito, lo trovò inutile. L'avrebbe fatta contenta, avrebbe incontrato la ragazza e poi a modo gli avrebbe risposto che non intendeva ancora né fidanzarsi né sposarsi... e poi non sarebbe stato male per lui allontanarsi da quel mondo aristocratico pieno di serpi. Lui principe lo era nell'animo, inconsciamente, ma non per questo voleva diventare come Andrew; semplicemente agognava, come ogni essere umano, alla propria pace. Eppure sapeva che per ottenerla non doveva far venire meno quella degli altri che lo circondavano.
Il suo problema era che possedeva troppo rispetto.
Decisamente troppo.
- Qual è il suo nome? -
- Charlotte Chesfild. -
Non la conosceva. Se era stata scelta da sua nonna si immaginava una ragazza tipica aristocratica con la puzza sotto il naso che si pavoneggiava trattando poco gentilmente chiunque, una viziata e capricciosa. Bella ma detestabile. Insomma... più che detestabile, indifferente visto che non era a quel mondo per giudicare chi non conosceva.
Così sorridendo di circostanza, si congedò lasciando una sana illusione alla regina.

Quando pochi giorni dopo arrivò l'ospite, la principessa Charlotte, furono tutti in trepidante e composta attesa. Solenni come arrivasse la vera sposa del principe. Un corteo di servitù si era raccolto davanti all'ingresso principale del castello e la regina con accanto i due principi, obbligatoriamente anche Andrew per l'occasione. Questi erano vestiti e sistemati di tutto punto mentre il figlio della regina e la sua consorte erano assenti dal momento che non erano ancora tornati dal loro viaggio di nozze.
La lunga auto nera arrivò accostando davanti ad essi. Ognuno aveva in mente una classica immagine di principessa elegante e fine, sarebbe scesa con armonia e avrebbe gentilmente ringraziato dell'ospitalità esprimendo la sua gioia nella possibilità di conoscere il futuro fidanzato, un principe di un ducato più grande del suo, tutto questo con un inchino e un sorriso.
Ecco che la portiera fu aperta dall'autista, la ragazza uscì dall'auto e prima ancora di farsi vedere mise male un piede saltellando in avanti per non cadere. In precario equilibrio, tutta contorta, si drizzò portandosi i capelli all'indietro, erano disordinatamente raccolti e diverse ciocche sfuggivano da quell'acconciatura composta da un fermacapelli a molla, consisteva in un nodo mal riuscito che grovigliava i capelli castani molto lunghi.
La giovane si tolse gli occhiali da sole e aprì la bocca per parlare. Tutti col fiato sospeso per quanto avvenuto fin ora.
E parlò.
- Ma che viaggio di merda! -
Silenzio.
Ancora silenzio.
Un silenzio quasi mortale... e una risatina si levò dal principe minore dei due, quello dai corti capelli rossi.
La ragazza vestita di scuro con pantaloni e camicia mezza slacciata, stropicciata e disordinata aveva una bella bocca carnosa di natura, sopracciglia non molto sottili ma nemmeno esageratamente folte, occhi blu intenso e nemmeno un filo di trucco. I lineamenti erano particolari, come definire la sua bellezza? Grezza? Selvatica?
In poche parole: eleganza sotto i tacchi. La bella immagine della fanciulla aggraziata e fine andò a finire in un posto poco carino da nominare!
- Sua altezza reale la regina, il principe William e il principe Andrew. -
Una voce li annunciò e come di rito fecero un passo avanti con un cenno di saluto.
La ragazza li fissò avvicinandosi a sua volta, squadrò poco carinamente tutti e tre per poi con una smorfia chiara che diceva: 'che snob', presentarsi.
"Per lo meno se lo ricorda..."
Pensò William sperando che a sua nonna non venisse un infarto.
- Ciao, sono Charlotte... -
Un masso enorme insaccò le loro teste nel collo. Era come sentire chiaramente i battiti cardiaci della regina che aumentavano.
"Fa che non le venga un infarto..."
- Ciao... io sono Andrew, lui è William e lei è la regina... -
Prese in mano la situazione colui che caratterialmente sembrava più vicino alla... principessa.
Colui che si stava divertendo alla grande!
William dal canto suo non badò molto a questi dettagli, si preoccupò perché se la regina lasciava quel mondo proprio in quel momento, si sarebbe dovuto occupare lui del funerale e di tenere a bada i giornalisti, infine avrebbe dovuto dire il motivo e lì sarebbe stato imbarazzante, lui sarebbe andato in prima pagina e tutti avrebbero visto lui e Charlotte come sposi!
Freddamente tese la mano e quando se la strinsero il suo sorriso per le grandi occasioni fece suo sfoggio illuminandogli un volto di chi in realtà è distante.
- Piacere. Spero che, nonostante il viaggio, ti troverai bene qua... anche se credo che ci sia stato un errore... -
Lei alzò un sopracciglio. Da vicino non era male, bastava avere immaginazione e vedersela pettinata, ordinata, vestita bene e magari con un filo di trucco... tuttavia rimaneva lontana mille miglia dall'immagine che si era fatto e forse, in fondo, non era totalmente un male, l’ammise.
- Perché un errore? -
Aveva un tono di voce diretto e schietto, nel quale la garbatezza non era nemmeno di casa.
"Da chi è stata cresciuta?"
Pensò, suo malgrado rispose con diplomazia e serenità.
- Dubito che in questo loco sia presente colei con la quale ci eravamo accordati... -
Spalancò gli occhi mostrandoli più grandi di quel che sembrassero, l'abbronzatura invidiabile era l'unica nota positiva.
Stupita fece:
- Perché, chi vi aspettavate? -
Ecco un secondo sorriso e con la cortesia più alta del globo William rispose continuando a stringere la mano di Charlotte:
- Una principessa! -
Quando capì il senso della risposta, la ‘dolce fanciulla’ istintivamente, o forse molto di proposito, strinse il palmo dell'altro con forza per poi agire facendo la cosa più intenzionale di tutte: una pestata di piede.
Già, proprio così.
La splendida principessina, promessa sposa di William, per vendetta pestò irata il piede al suo futuro consorte, visti tali da tutti i presenti; questo a causa della battuta, a suo parere, di cattivo gusto.
Quel che si sentì dopo fu solo la risata del fratello Andrew che si liberò sopra tutti mentre l'autista ancora lì vicino coi bagagli della ragazza, corse per sorreggere la regina sentitasi male.


Proprio quella stessa giornata, con grande ironia della sorte dopo il pessimo scontro forzato, la famiglia reale fece un'altra scoperta.
Un informatore che lavorava a palazzo si preoccupò di informare il principe William.
- Signorino... in giro non si parla d'altro, su tutti i giornali e nelle trasmissioni. Facendo perno sul caso di sua madre, hanno preso di mira la neo coppia, suo padre e la consorte ora in viaggio di nozze e ignari. Malevoci che presto avranno le inevitabili conseguenze come abbiamo visto con sua madre grazie a foto compromettenti.-
Un attimo. Basta una sciocchezza, sempre, per far crollare quel poco di serenità che con fatica ognuno pensa di riuscire a crearsi. Tutti, anche la persona più detestabile, ne ha diritto. Eppure basta un nulla per far sfumare quello che per qualcuno può essere tutto.
Che ironia.

   
 
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