capitolo 1
è forse normale andare alla ricerca di un vampiro?...beh...forse non lo era prima di quella notte...quella dannata, fottuta notte.
All’inizio si era presentata come la mia giornata perfetta…ero stata interrogata in matematica, la materia in cui scarseggio, e grazie alle formule che fortunatamente ricordavo, e alla grazia della mia professoressa mi ha messo un bel “7”. Il pomeriggio avevamo la riunione con i genitori, e a parte la professoressa di inglese che ha detto che chiacchiero sempre, tutti i professori hanno detto che me la cavo. Come premio mio padre mi ha lasciato andare a casa di Serena, la mia migliore amica e mi disse che potevo fare l’orario che volevo dato che domani avevamo sciopero.
Ero davvero contenta di quella strepitosa giornata…finche, non arrivò l’ora si andare a casa:
<< vuoi che ti accompagni Michela? >> mi chiese la madre di Serena.
<< no grazie Rosa tanto è qua vicino >> dissi con un sorriso stampato sulla faccia…avevo davvero poco da sorridere se avessi saputo cosa sarebbe successo dopo. Lei insistette ancora ma la rassicurai e mi avviai.
Percorsi una ventina di metri prima di svoltare nella mia via, mancavano davvero pochi metri. Forse una decina…riuscivo addirittura a vedere il cancello di casa mia. Poi una volata d’aria mi passò vicino come se qualcuno avesse corso tanto veloce da spostare questa massa d’aria. Mi immobilizzai mi guardai intorno e ricominciai a camminare…una voce da dietro concentrò la mia attenzione.
<< hai un buono odore sai? >>
<< chanel numero 5 caro >> risposi senza voltarmi
<< non mi pare di averti detto che buon profumo…ho detto che buon odore…il profumo lo copre soltanto. >>
Non capii bene cosa volesse dire ma lasciai stare, non sono persona da pesare tanto le parole a meno che non mi colpiscano particolarmente…poco dopo mi sentivo il suo respiro addosso…era dietro di me un po’ di lato…riuscivo a vederlo. Un ragazzo abbastanza alto…sui sedici\diacesse…all’incirca la mia età.
<< ma dico la finisci di seguirmi!!! >>
Gli diedi una gomitata, ma l’unica a farsi male fui io. Mi presi con la mano sinistra il gomito dolorante maledicendolo. << ma che cosa hai al posto dell’addome?!?! >> dissi continuando a tenermi il gomito e premendolo. In un attimo mi aveva afferrato il polso e me lo stringeva a tal punto che per il dolore non mi ressero le gambe e caddi in ginocchio. Si chino vicino a me e mi sussurrò. << in genere sono un tipo che si trattiene davanti a una tentazione…anche perché sennò darei troppo nell’occhio…però…questo odore che mi entra nelle narici non lo reggo >>
E detto questo mi morde la mano, ci mise un po’ a staccarsi finche con un colpo secco non la levò dalla sua bocca.
<< non ti voglio uccidere…ma ammetto che è stato difficile sottrarmi a tale desiderio >>
Mi lasciò per terra mentre io gridavo per il dolore…mi contorcevo e cercavo di non gridare troppo ma era difficile faceva malissimo. Cercai di rialzarmi, non ci riuscivo. Mi aiutai con il muro appoggiandomi li, continuavo a gridare avevo la mano chiusa in un pugno con il sangue che sgocciolava da sotto, poi l’aprii anche se le dita si contraevano, cercai di tenermi in piedi anche con l’altra mano che strusciandola sulla parete lasciò una lunga impronta. Poi caddi a terra. Vidi qualche luce del vicinato accendersi e sentire delle voci, finalmente una donna uscì, appena mi vide a terra si precipitò verso di me...forse ancora non aveva visto quel morso che mi aveva fatto gridare tanto, mi prese il polso con delicatezza e cerco di farmi aprire la mano. Ma già alla vista del sangue gridò a suo marito di chiamare qualcuno. Una decina di minuti il vicinato era quasi tutto fuori compresi i miei genitori…il dolore si stava attenuando…o forse ero io che stavo perdendo conoscenza. Optai di più per la seconda quando non vidi altro che buio. Mi risvegliai con una luce al neon sparata in faccia. Avevo attaccata una flebo al braccio. Me la tolsi e scesi dal lettino d’ospedale. Era giorno ormai all’incirca le “8:02” mi guardai allo specchio, e feci un balzo all’indietro.
<< ehyyy!!!...la mia abbronzatura…dov’è finita!!! >> mi avvicinai meglio per guardare la mia pelle ormai pallida.
<< i mie occhi!!!...sbaglio o erano verdi un tempo?!?!?!? >> mi precipitai fuori dalla stanza percorsi tutto il corridoio correndo a una velocità non umana, vedevo la gente che guardava sconcertata lo spostamento d’aria creatomi mentre correvo, senza notare che fossi passata.
<< MAMMA SONO UNA MORTA CHE CAMMINA!!! >> dissi in maniera critica.
<< tesoro non dire idiozie tu non sei morta >>.
<< mamma la mia pelle…è bianca pallida!!!! I mie occhi erano verdi ora sono grigi!!!...sto morendo…dillo che sono radioattiva!!! >>.
Mia madre mi guardò con aria preoccupata. Poi si rivolse al dottore che era appena uscito dal suo ufficio con una cartella in mano.
<< dottore mia figlia sta delirando. >>
<< non sto delirando… >>.
<< abbiamo pensato, che il morso che hai sia da parte di una bestia >>.
<< ma lei è una bestia se pensa che questo sia fatto da un animale…sono denti umani se non più appuntiti. >> gridai levandomi la fasciatura fatta e portandogli a distanza ravvicinata la mia mano dai suoi occhi.
<< Michela!!! >> mi rimproverò mia madre.
Solo allora mi accorsi di essere stata poco gentile nei modi. << oh mi scusi…però almeno ho dato del lei >>dissi per giustificarmi.
<< non ti preoccupare piccola >> mi disse il dottore.
Me ne andai e tornai in quella camera, mi guardai nuovamente allo specchio.
<< ehy ma non erano grigi prima….perchè ora sono marrone d’orato?!?!? >> mi affacciai alla finestra e vidi una donna che aveva in mano delle fiale di sangue umano. Non me lo spiegai ma mi venne l’acquolina in bocca, poi entrò il dottore lo guardai a mo’ di tigre tenuta a digiuno per giorni e dissi…<< ho fame!!!! >>

AUTRICE: BUON GIORNOOO!!!...insomma pomeriggio dato che ho finito ora. Questa è la prima fanfic basata sui vampiri (teoricamente preferisco i misti) kmq…spero vi sia piaciuta =]e mi metto subito all'opera per scrivere il secondo capitlo... non ho molto da dire xDD vbbè arrivederci e al prossimo capitolo xDD…waka-waka passo e chiudo.