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Autore: Thoas Pensiero    07/07/2010    2 recensioni
Luccicano, solo per lui.
Come un faro nella nebbia devono farsi trovare.
Luccicano mostrando un vuoto,
mostrando di essere speciali.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cimitero

Thoas fece un respiro profondo, poi cancellò dalla mente tutte le preoccupazioni, le indecisioni, rilassando la mente nel miglior modo che poteva in un tram. Il trambusto era sempre stato pesante, ma al ragazzo sembrava molto di più in quel momento. Aveva coinvolto Rebecca nel suo mondo proibito, decisamente anormale. Non aveva il coraggio di dirle che probabilmente sua madre sarebbe rimasta coinvolta e che la sua vita sarebbe cambiata in peggio. Si certo, un’esperienza del genere chiunque l’avrebbe considerata fantastica ed emozionante, ma l’idea era immediatamente abbandonata dal periodo in cui si svolge il tutto.
“Devo concentrarmi” si diceva Thoas, ma non era facile con tutta quella responsabilità che gli vorticava nella testa. All’improvviso intorno a lui percepiva solo luci, piccole e sfavillanti luci che volavano dentro il tram, solo che Thoas teneva gli occhi chiusi. Le persone erano rappresentate da sagome sulle quali le luci si posavano, chi di più, chi meno. Infine, lo vide, un bambino con la madre. Il piccolo era il piano d’appoggio di decine di luci, abbastanza da condurli direttamente dentro il cimitero. Thoas si concentrò sulle luci ed esse staccandosi dal bambino, avvolsero il giovane completamente che senza perder tempo afferrò il braccio della sagoma di Rebecca. Le luci aumentarono la luminosità fino a dominare tutto intorno ai due. Quando riaprì gli occhi si trovava in mezzo ad un verde prato pieno di lapidi.
Rebecca era al suo fianco, quando si rese conto del cambiamento di paesaggio si guardò attorno preoccupata e incredula.
- Che succede? Dove…come..?- tentò di domandare senza parole- Eravamo sul tram…invece adesso…-
Thoas la prese per le spalle e con delicatezza la scosse.
- Rebecca, calma. All’inizio può sorprendere, ma passa. Siamo al cimitero, abbiamo risparmiato tempo.- la ragazza guardò sospettosa l’orologio.
- Non è vero, sono le nove e cinque. Siamo saliti sul tram alle otto e un quarto. Quindi o mi spieghi che accade o non mi muovo da qua.- disse spazientita puntando i piedi nel terreno.
Thoas era impaziente, non c’era tempo di spiegarle tutto l’ambaradam degli avvenimenti che stavano per verificarsi.
- Il tempo è relativo.- disse il ragazzo voltandosi verso il  fulcro del cimitero
- Come sarebbe a dire? Cosa intendi con il tempo è relativo?- disse la ragazza non muovendosi di un passo.
- Qui sul mondo tutti vedono il tempo scorrere in maniera diversa. Chi si annoia crede passi più lentamente, viceversa il divertimento sembra finisca troppo presto. Io ho scambiato la mia visione con quella di un bambino euforico.-
- Ma è giusto?-  chiese dubbiosa la ragazza. Thoas sorrise.
- Ho fatto a quel bambino un favore, il suo divertimento, oltre a essere arrivato prima, durerà molto di più  prendendogli solo una mezz’oretta. Che per lui durerà circa il triplo percettibilmente parlando.- Rebecca lo guardava con stupore e allo stesso tempo affascinata.
- Perché mi guardi così?- chiese il ragazzo arrossendo sotto lo sguardo di Rebecca
- No niente, solo che…penso sia carino quello che hai fatto per quel bambino.-
- Chi meglio di noi può capire queste cose: sperare di restare in un momento speciale della nostra vita senza che passi mai?- disse sorridendo.
- Adesso cosa facciamo? Dobbiamo trovare il tuo amico…Ardol?- chiese Rebecca ricordandosene all’improvviso.
- Si esatto, e anche alla svelta, fra breve saranno qui.- disse ricominciando a camminare
- Parli sempre di quello stormo di uccellacci?- una risata di sarcasmo sfuggì al ragazzo per quella domanda.
- Quelli servono solo per individuarci, il vero pericolo sono i Fantokki.-
- I cosa?- chiese Rebecca tra le nuvole. Thoas spospirò.
- Capisco che ora tutto ciò sembra fuori dal tuo controllo e che ti sembra di impazzire, ma non temere…è assolutamente fuori dal tuo controllo non stai impazzendo.- disse sorridendo per il suo umor nero lasciando la ragazza senza parole.
- Andiamo. Ardol dovrebbe essere vicino adesso…- non fece in tempo a terminare la frase che un piccolo ometto  uscì da dietro una lapide urlando come un pazzo facendo balzare  sull’attenti Thoas.
- Che diamine!- disse il giovane mettendosi una mano sul cuore. Il piccoletto continuava a ridere e Rebecca tentava di trattenere le risate con scarso successo.
- In nome del cielo e di tutto ciò che è indiscreto a questo mondo ti prego di non rifarlo mai più!-
- Avresti dovuto fare l’assicurazione sulla vita, così almeno sarebbe meno facile farti venire un infarto.- disse il folletto continuando a deriderlo.
- Senti non abbiamo molto tempo. La mia amica Rebecca ed io dobbiamo nasconderci. Puoi farci sparire dalla loro visuale?-
- Quanta vuoi che ne abbiano? Il capo è uno spirito, i suoi servi sono dei tonti. Cosa succede Thoas? Ti sei fatto inseguire da uno stormo di Rapaluci?- Thoas si morse il labbro svelando allo sveglio ometto la verità.
- Oh per tutte i lumicosi di Gnuth, non vorrai dirmi che ti sei seriamente fatto inseguire da quelle bestiacce…fino a qui?- sussurrò incredulo il piccoletto
- Non è che ho molto con cui distrarli. Loro seguono le lucciole…e qui c’è una lucciola. Cosa pretendi?- l’ometto si mosse veloce e si arrampicò su di un albero spoglio. Si mise in posizione di avvistamento, o almeno così suppose Thoas poiché vide l’olivastra carnagione sbiancarsi per qualche istante. Quando tornò dai ragazzi era ancora più agitato.
- Che mi vai a combinare ragazzo? Uno stormo intero ti ha seguito fin qui!-
- Infatti abbiamo poco tempo prima che arrivino anche i Fantokki. Non credo sia necessario avere un colloquio con quelle marionette insensibili.-
- Seguitemi allora, presto.- strillò il piccoletto cominciando a correre tra le lapidi.
I ragazzi lo seguirono fino a giungere davanti ad un grosso tombino.
- E ora dove si va? Non è il momento di fare degli scherzi Ardol!- disse spazientito Thoas sentendo avvicinarsi il gracchiare dei rapaci.
- Quale scherzo, dovete andare per di qua.-
- Io non ci penso neanche.- informò Rebecca.
-Un conto è farsi un giro da Reggio a Coviolo, un altro è infilarsi in un puzzolente e stretto tombino.-
- Non è il momento di fare i permalosi.- la zittì Thoas fermando le lamentele sul nascere.
- Ardol, tu conosci la strada. Portala dai Querciarosa, loro sapranno proteggerla. Intanto cerco di distrarre i Fantokki il più possibile.- Ardol annuì con preoccupazione.
- Occhi aperti, non sappiamo fino a che punto sono capaci di arrivare quei mammalucchi.-


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Spazio dell'autore

Scusate per il ritardo impiegato per aggiornare la storia, ma ho avuto problemi con la storia e quindi vi informo che aggiornerò ogni Mercoledì.
Un solo giorno alla settimana è il prezzo da pagare a causa del mio scarso Pensare in queste due settimane.
Grazie per la pazienza e buona lettura.

Thoas Pensiero
  
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