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Autore: ___will    07/07/2010    2 recensioni
Una ragazza di Los Angeles si trova ad un certo punto della sua vita, sola, terrorizzata e delusa. Un ragazzo della Norvegia, intanto, sta per abbandonare la sua vita e incominciarne una nuova, che non porterà altro che problemi. Possibile che i due, tanto uguali ma tanto diversi, possano in qualche modo condizionarsi?
Il ragazzo aveva una faccia terribile. Dire che era spaventato era dir poco. Era diventato pallido. Gli occhi erano sgranati e fissavano il vuoto. Si potevano quasi vedere le rotelle nella sua mente che giravano mentre pensava. «Nicky» disse dopo alcuni minuti. La guardò negli occhi e Nichole si rispecchiò nel terrore e nella disperazione che aveva provato negli ultimi giorni, da quando era venuta a sapere la notizia. Non era una bella sensazione. Il cuore della ragazza ricominciò a battere. Forse Josh non era poi così sicuro sul da farsi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Ce l’hai fatta.>>
l’affermazione arrivò in ritardo per via dello spesso strato di dormiveglia in cui era avvolto il ragazzo. Steso sul letto, nella sua camera imperiale, a guardare il soffitto a volta pensando al suo futuro. Non si era nemmeno accorto che suo padre era entrato in camera sua e si era seduto sul bordo del letto. Quando parlò, il ragazzo si ‘risvegliò’ e sussultò. Si mise a sedere sul letto e aspettò che il padre gli diede spiegazioni ulteriori.
«I Dromskog hanno acconsentito. Hanno firmato il contratto. Hanno deciso di darti in sposa Agnes, la secondogenita.>>
La rivelazione lo colpì addosso. Dire che fu il trauma più grande della sua vita era dir poco.
E’ vero, suo padre aveva sempre deciso per lui. Ma questa volta era convinto di poterla scampare: anche se il padre aveva ‘fatto la corte’ ai Dromskog per parecchio tempo, a lui erano sembrati molto convinti a rifiutare. Eppure, chissà come, il padre era riuscito a convincerli. Chissà cosa gli aveva dato in cambio.
Il ragazzo abbassò lo sguardo pensando alle conseguenze. Giusto cinque minuti prima pensava a tutti i viaggi che avrebbe potuto fare, in Cina, in Australia, in Messico… a tutte le cose che avrebbe potuto vedere, comprare, fare… a tutte le esperienze che doveva ancora vivere. E ora, capì fissando i rigidi occhi gialli del padre, non poteva fare altro che abbassare la testa e dire: «è magnifico, padre.>> ma in realtà dentro di sé stava odiando suo padre come mai.
«E’… magnifico, padre. A quanto il matrimonio?>> chiese il ragazzo docilmente. Respirò cercando di calmare la rabbia e ignorò il magone che gli si era creato in gola.
«Credo che dovrai attendere sei o sette mesi. Ci sono affari da sbrigare, prima.>>
Il padre appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo, sussurrando un «sono fiero di te>>. Il ragazzo abbassò lo sguardo e fece un piccolo sorriso forzato. Poi, l’uomo uscì dalla stanza.
«Questa è la sensazione che ti pervade quando il mondo ti crolla addosso.>> constatò il ragazzo ad alta voce. Poi, senza pensarci due volte, chiamò il maggiordomo.
«Non puoi. Alex… non puoi farlo. È… folle.>>
«Credi che sia meno folle sposare una donna che non ho mai visto e che come minimo mi sposa solo perché mio padre è andato a letto con lei e gli ha proposto fior di quattrini? No, grazie. Preferisco crearmi un’altra personalità e scappare. E tu mi aiuterai.>>
Alex guardò il maggiordomo con occhi duri. Nonostante il verde splendente, si poteva intuire bene che sotto a quel dolce colore, di dolcezza ce n’era davvero poca in quel momento.
«Alex ascoltami. Non puoi decidere tutto ad un tratto di cambiare vita. Sei il principe della Norvegia, futuro re! È già stata data la notizia del tuo matrimonio, tutto il mondo ti conosce! Non riuscirai a scamparla!>>
«Con l’intelligenza si può fare tutto.>> il maggiordomo aprì la bocca per parlare, poi la richiuse.
«E poi mi sono stancato di vivere la vita rinchiuso in un castello. Conosco a memoria ogni centimetro di questo posto. Non ce la faccio più a stare qui! Ho bisogno di andarmene, di cambiare vita… io odio essere il principe. Voglio essere una normale persona, magari anche povera, ma voglio godermela questa vita.>>
Il maggiordomo lo guardò con apprensione. Sospirò. «Dove vuoi andare?>>
Alex sorrise. «Grazie. Sei il mio migliore amico>>
«Già. Allora?>>
«America. Il mio sogno. Voglio andare a Los Angeles. Cosa fanno le persone di vent’anni in America?>>
«Vanno al College. E tu non hai idea di cosa sia un college e nemmeno sai una parola di inglese.>>
«Imparerò, non preoccuparti. Quello che importa ora è di iscrivermi a questo… Collegge.>>
«Si dice College.>>
«College. E poi procurami dei documenti falsi al mercato nero.>> il maggiordomo sospirò guardandolo male. Alex fece spallucce.
«Che c’è? Credi davvero che lo lascerei fare a te se mio padre mi facesse uscire di qui?>>

Il maggiordomo sospirò e uscì dalla camera. Alex si stese sul letto e ricominciò a immaginare lasua futura vita.

College. Con una G.

- Capitolo 3 -

«Ce l’hai fatta.»
L’affermazione arrivò in ritardo per via dello spesso strato di dormiveglia in cui era avvolto il ragazzo. Steso sul letto, nella sua camera imperiale, a guardare il soffitto a volta pensando al suo futuro. Non si era nemmeno accorto che suo padre era entrato in camera sua e si era seduto sul bordo del letto. Quando parlò, il ragazzo si ‘risvegliò’ e sussultò. Si mise a sedere sul letto e aspettò che il padre gli diede spiegazioni ulteriori.
«I Dromskog hanno acconsentito. Hanno firmato il contratto. Hanno deciso di darti in sposa Agnes, la secondogenita.» La rivelazione lo colpì addosso. Dire che fu il trauma più grande della sua vita era dir poco.E’ vero, suo padre aveva sempre deciso per lui. Ma questa volta era convinto di poterla scampare: anche se il padre aveva ‘fatto la corte’ ai Dromskog per parecchio tempo, a lui erano sembrati molto convinti a rifiutare. Eppure, chissà come, il padre era riuscito a convincerli. Chissà cosa gli aveva dato in cambio.Il ragazzo abbassò lo sguardo pensando alle conseguenze. Giusto cinque minuti prima pensava a tutti i viaggi che avrebbe potuto fare, in Cina, in Australia, in Messico… a tutte le cose che avrebbe potuto vedere, comprare, fare… a tutte le esperienze che doveva ancora vivere.
E ora, capì fissando i rigidi occhi gialli del padre, non poteva fare altro che abbassare la testa e dire: «è magnifico, padre.» ma in realtà dentro di sé stava odiando suo padre come mai.
«E’… magnifico, padre. A quanto il matrimonio?» chiese il ragazzo docilmente. Respirò cercando di calmare la rabbia e ignorò il magone che gli si era creato in gola.
«Credo che dovrai attendere sei o sette mesi. Ci sono affari da sbrigare, prima.»
Il padre appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo, sussurrando un «sono fiero di te.»
Il ragazzo abbassò lo sguardo e fece un piccolo sorriso forzato. Poi, l’uomo uscì dalla stanza.

«Questa è la sensazione che ti pervade quando il mondo ti crolla addosso.» constatò il ragazzo ad alta voce. Poi, senza pensarci due volte, chiamò il maggiordomo.

«Non puoi. Alex… non puoi farlo. È… folle.»
«Credi che sia meno folle sposare una donna che non ho mai visto e che come minimo mi sposa solo perché mio padre è andato a letto con lei e gli ha proposto fior di quattrini? No, grazie. Preferisco crearmi un’altra personalità e scappare. E tu mi aiuterai.» Alex guardò il maggiordomo con occhi duri. Nonostante il verde splendente, si poteva intuire bene che sotto a quel dolce colore, di dolcezza ce n’era davvero poca in quel momento.
«Alex, ascoltami. Non puoi decidere tutto ad un tratto di cambiare vita. Sei il principe della Norvegia, futuro re! È già stata data la notizia del tuo matrimonio, tutto il mondo ti conosce! Non riuscirai a scamparla!»
«Con l’intelligenza si può fare tutto.» il maggiordomo aprì la bocca per parlare, poi la richiuse.
«E poi mi sono stancato di vivere la vita rinchiuso in un castello. Conosco a memoria ogni centimetro di questo posto. Non ce la faccio più a stare qui! Ho bisogno di andarmene, di cambiare vita… io odio essere il principe. Voglio essere una normale persona, magari anche povera, ma voglio godermela questa vita.»
Il maggiordomo lo guardò con apprensione.
Sospirò.
«Dove vuoi andare?»
Alex sorrise.
«Grazie. Sei il mio migliore amico»
«Già. Allora?»
«America. Il mio sogno. Voglio andare a Los Angeles. Cosa fanno le persone di vent’anni in America?»
«Vanno al College. E tu non hai idea di cosa sia un college e nemmeno sai una parola di inglese.»
«Imparerò, non preoccuparti. Quello che importa ora è di iscrivermi a questo… Collegge.»
«Si dice College.»
«College. E poi procurami dei documenti falsi al mercato nero.»
Il maggiordomo sospirò guardandolo male. Alex fece spallucce
.«Che c’è? Credi davvero che lo lascerei fare a te se mio padre mi facesse uscire di qui?» Il maggiordomo sospirò e uscì dalla camera.
Alex si stese sul letto e ricominciò a immaginare la sua futura vita.
 

College. Con una G.

 

  
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