-Giusy,
l’ho visto con un’altra.
Una lacrima sul viso. Il
tonfo del telefono
sul pavimento. Qualcosa che si spezza: il mio cuore.
Utilizzando non so
quali forze arrivo al divano e mi lascio cadere.
Dopo tutto quello
che abbiamo passato per poter stare insieme... mio padre, Gonzalo...
No, mi
correggo, tutta la fiducia che IO ho riposto in lui.
Ho voglia di
piangere. E non ho affatto voglia di frenare le lacrime che mi rigano
le
guance.
Io credevo in noi,
nel nostro amore. Pensavo che per Guido fosse lo stesso.
Mi accarezzava, mi baciava.
Mi ha fatto
credere di essere importante per lui.
E io ci sono
cascata.
Ora capisco... tutto ciò che diceva, ogni volta che parlava
del bambino... erano solo un mucchio di bugie.
E io ci sono
cascata...
Compromessi e
controsensi si agitano nella mia mente, senza trovare una via
d’uscita.
Quasi stizzita la
rilancio dentro e mi dirigo verso la mia cabina armadio per prendere
una
bracciata di vestiti, medesimo proprietario, che getto nella valigia
seppellendo la cartellina.
-È finita.
– dico,
probabilmente a me stessa.
Cose che pensavo
di conoscere, di poter condividere, che speravo potessero appartenere
al mio
futuro. Tante, troppe cose.
Trascino la
valigia fino alla cima delle scale, troppo spossata per portarla fino
al piano
di sotto, e lascio che i pensieri si sedimentino.
L’ultima ora
e
mezza è stata decisamente piena pur sembrando
superficialmente tranquilla.
Non ho avuto il
tempo di riflettere lucidamente sull’accaduto: prima colta di
sorpresa dalla
rivelazione, poi presa dalla frenesia della determinazione che,
d’altra parte,
sembra mi caratterizzi.
Poso la mani a
coppa sul viso, e spazzo via le ultime lacrime dalle guance. Intanto
rientro in
camera, e inevitabilmente, il mio sguardo si posa sui cassetti aperti e
sulle
ante dell’armadio spalancate. Ovunque si soffermino i miei
occhi non vedo altro
che l’improvvisa e inaspettata assenza di Guido, il suo non
voler fare parte
della mia vita.
Sento di nuovo
delle piccole gocce salate bagnarmi le guance e ancora una volta mi
chiedo come
ho fatto a non accorgermi di nulla, a non sospettare nemmeno
lontanamente che
Guido... fatico anche solo a pensarlo... avesse un’altra.
Esausta, mi
allungo sul letto e stringo tra le braccia un cuscino lilla,
posandomelo sotto
la testa.
Una moltitudine di
pensieri si addensa, si rincorre e si confonde nella mia testa, senza
che possa
capire bene quello che realmente accade.
Cerco di
riflettere, prendendomi il tempo necessario ad assorbire le emozioni...
Sento di dover
cambiare, di dover crescere più di quanto non abbia
già fatto negli ultimi
mesi.
In fondo,
già
troppe volte ho sacrificato la mia felicità per qualcosa che
non volevo; di
solito lo facevo proprio per Guido.
L’unica
volta che
non ho dovuto sacrificarmi... me la ricordo benissimo.
Quando ho scoperto
di essere incinta. Mi è bastato adattarmi ad un ruolo che
sin dai primissimi
momenti sentivo come mio.
Ma tutte le altre
sofferenze... solo per lui.
Ho sedici anni e
ho già sperimentato sulla mia pelle mille emozioni che,
positive o negative che
siano, hanno contribuito a creare la persona che sono.
Mi ha reso felice, mi
ha fatto arrivare alle stelle e poi sulla cima di una montagna; ma mi
ha
lasciato lì senza sapere come scendere. E poi, proprio
quando stavo per
lasciarmi cadere, mi è venuto a riprendere...
Non la semplice malinconia che si prova quando
non si vede per qualche giorno la persona amata; ma la tristezza
bruciante,
quella che ad ogni secondo che passa ti strappa via la voglia di vivere.
Se rievoco la paura, ricordo solo macchie nere e
sfocate sovrapposte alle voci dei miei amici che cercano di
incoraggiarmi: si,
in quei momenti avevo paura.
Sono triste,
perché non pensavo potesse succedermi una cosa del genere...
Separarmi da
Guido, seppur volontariamente, mi provoca un dolore inimmaginabile...
Ho paura... Non so
che fare, non so come sarà il mio domani, mi sento persa...
Ma non ho alcuna
intenzione di arrendermi.
Se Guido si
aspetta che cada ai suoi piedi e lo implori di tornare solo da me, si
sbaglia
di grosso. Al suo ritorno troverà una nuova Giusy,
più forte, più orgogliosa e
più determinata che mai.
-Ce la devo
fare... – sussurro
Mi tiro a sedere e
lascio che le mani scivolino sul pancione. Quasi improvviso, un
brontolio sotto
le dita mi fa sorridere. Di nuovo.
-Stai tranquillo,
piccolo mio, la mamma lo fa per te.
Come vedete anche
questa volta ne sono uscita viva XD!
Mi sono
concentrata solo su Giusy, e su quelle che possono essere le sue
reazioni e i
suoi pensieri, scrivendo una specie di flusso di coscienza.
Ho lavorato soltanto sulla psicologia di un personaggio che
adoro nella sua complicatezza, spegnendo il cervello e creando una
serie più o
meno definita di affermazioni, che ritengo vere.
Mi è piaciuto
scrivere questo capitolo... Non dico che mi sono divertita,
perché la mia vena
sentimentale mi ha impedito di ragionare lucidamente, ma ho conosciuto
un lato
della scrittura mai sperimentato prima.
Sono arrivata a compiacermi di me
stessa -.-" per alcuni
dettagli, e mi sono letteralmente odiata per altri.
Ma basta con
questi discorsi seri... ora passiamo alle recensioni!
Okay non
divaghiamo... Sapevo che avresti adorato il comportamento di Patty,
l’ho fatto
apposta HIHI! Il comportamento dei ragazzi è in effetti il
tema centrale di
tutto il capitolo, che mi serviva più che altro per
riempire...
Come ho già detto
a Claudia sopra, per ora non confermo ne smentisco il comportamento di
Luciana
e Pia, ma nei prossimi chappy vedrete!
Grazie ancora per
le bellissime parole che mi hai scritto, a questo punto è
solo merito tuo se la
storia andrà avanti... Mi hai aperto gli occhi e sono
riuscita a capire il
punto di vista del lettore, oltre
a
quello dello scrittore... oh, no di nuovo la vena psicologica XD! Ciao
tesoro,
fammi sapere che ne pensi!
Per quanto riguarda MSN... sono la sfigata di turno
che ancora non ce l’ha...
Ma appena avrò un contatto o una pagina FB sarò
ben
felice di dirlo a tutti i miei lettori! Bacioni :*
Domani sarà il compleanno di mio padre quindi non avrò sicuramente nemmeno un minuto da dedicare alla scrittura.
Forse
riuscirò a ritagliarmi uno spazio di tempo tra
venerdì e sabato ma domenica parto...
Starò via una settimana, quindi non potrò
aggiornare, ma forse scriverò qualcosa.
Il punto è
che la
mia non è una vera vacanza: ho una borsa di studio per uno
stage di danza a
Pescara quindi la mia famiglia andrà al mare mentre io
starò chiusa in una sala
tra plié e coreografie... magari potrei scrivere la notte...
XD
La cosa buona
è
che ho già un’idea per l’evoluzione
della storia. Ma tra il dire e il fare c’è
di mezzo... in questo caso non il mare, ma l’incazzatura di
Giusy e la reazione
Vi voglio bene, un
bacio FEDE