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Autore: ShadowFeanor    07/07/2010    1 recensioni
A dispetto del titolo non spaventatevi, non ci saranno spargimenti di sangue. O per lo meno non saranno questi i protagonisti. Questa è una fanfiction sui legami parentali e non, che possono essere o fortissimi o praticamente inesistenti.
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Hina-Ichigo, Shinku, Suigintou
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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XXIX)  Coloro che non ci sono più…

 

Stanotte non riesco proprio a prendere sonno. Fuori piove a dirotto e tuona spesso, ma non sono i fulmini ad impedirmi di dormire.

 

Non so perché, ma ho uno strano senso di inquietudine. Come se stesse succedendo qualcosa, ma non capisco cosa…

 

Visto che già so che mi ci vorrà molto per sentire i primi accenni di sonno esco dalla camera e scendo per andare in cucina. Almeno inizio a preparare qualcosa da mangiare per Koyomi, domani la sua classe andrà a visitare qualche museo e voleva che le preparassi il pranzo…

 

Una volta giù noto che Ryu non è sul divano, e questo è insolito. Oggi ha lavorato da Enju, e se fosse uscito con qualcuno me lo avrebbe detto, almeno credo…

 

Mi accorgo di un sottile fascio di luce proveniente da una porta che, però, non so cosa contenga. L’unica volta che ho tentato di entrarci era chiusa a chiave, e questa cosa mi rende estremamente curiosa…

 

Mi avvicino ed apro lentamente. Ryu è in piedi davanti ad un mobiletto, ma appena sente la porta cigolare si volta verso di me. Ha gli occhi lucidi e sul mobiletto c’è una bottiglia di limoncello lasciata a metà.

 

Il ragazzo inizia a muoversi verso di me. Dal mio canto io non riesco a fare altro che irrigidirmi e chiudere gli occhi. Non so cosa intenda fare né voglio immaginarlo. Anche se in effetti so cosa potrebbe farmi…

 

Dovevo dare retta a mamma ed infilarmi uno di quegli orrendi pigiami di flanella!

 

L’unica cosa che però sento è il chiudersi della porta alle mie spalle.

 

Ryu: Come mai sei sveglia a quest’ora?

 

Sentirlo parlare mi calma un po'. Per lo meno ha ancora la mente lucida…

 

Suigintou: Ecco… non riuscivo a dormire ed allora…

 

Ryu: Per fortuna non c’era Koyomi al posto tuo…

 

Mi guardo attorno, ma non c’è molto da guardare. In pratica è un ripostiglio con una piccola finestra in cima. Oltre ad una cassapanca, un divanetto ed il mobiletto le uniche cose che noto sono due foto ed una piuma rossa.

 

Suigintou: Che stanza è questa?

 

Ryu: Una stanza che preferirei rimanesse segreta, almeno per ora.

 

Suigintou: Come mai?

 

Ryu: Ho i miei motivi.

 

Suigintou: E Koyomi? Lei ha mai visto cosa c’è?

 

Ryu: No. Durante il trasloco Koyo era con gli amici, perciò non sa cosa ci sia qui. Le ho detto che questa è la stanza per la manutenzione delle tubature, perciò non si interessa di entrarci, ma per sicurezza la tengo chiusa e nascondo la chiave.

 

Suigintou: Non capisco… da come ne parli mi pare quasi sia una tradizione…

 

Ryu: In un certo senso lo è.

 

Suigintou: E perché Koyo non dovrebbe entrare qui?

 

Ryu non mi risponde. Si limita a prendere una delle foto lasciate sul mobiletto ed osservarla.

 

Ryu: Perché qui nascondo ricordi che celo quasi a tutti.

 

Mi avvicino al ragazzo, ormai senza timore che possa succedermi qualcosa, e scruto le due persone raffigurate nell’immagine.

 

Mi basta vedere l’abito bianco della donna per capire a cosa si riferisce, e soprattutto il motivo.

 

Suigintou: Loro… loro sono i tuoi genitori?

 

Ryu: Già…

 

Prendo in mano la foto e la osservo con calma. Se non fosse per il colore degli occhi ed il taglio di capelli Ryu e suo padre sarebbero due gocce d’acqua.

 

Sua madre però è quella che mi lascia senza parole.

 

Nell’immagine sembra una persona estremamente delicata, che potrebbe frantumarsi appena la si tocca, ma, non so, forse è questo senso di fragilità che la fa sembrare davvero stupenda.

 

Infine è proprio un particolare della donna a catturarmi.

 

I suoi occhi.

 

Rossi.

 

Come quelli di Ryu.

 

Come i miei.

 

 Forse è per questo che non si fa problemi a dirmi che gli piacciono i miei occhi. Perché nel mio sguardo rivede quello di sua madre…

 

Suigintou: Tua madre… è davvero bellissima.

 

Ryu: È quello che ho pensato anche io quando l’ho vista la prima volta.

 

Suigintou: Se… se non ti dà fastidio, ecco… vorrei sapere qualcosa su di loro… e su di voi due. Riguardo alla vita che facevate prima di trasferirvi qui…

 

Entrambi ci sediamo sul divanetto. Probabilmente non ha mai fatto parola di quello che è accaduto prima d’ora, e non mi stupirei se non volesse parlarmene.

 

Ryu: Se proprio ci tieni lo farò, ma devi promettermi che non ne farai parola con nessuno.

 

Suigintou: Va bene. Te lo prometto.

 

Ryu: Ok… da dove dovrei iniziare?

 

Suigintou: Direi… dall’inizio. Da come si sono conosciuti.

 

Ryu ridacchia, anche se si capisce che non ha molto di cui essere lieto.

 

Ryu: Hai scelto bene. Immagino sia la parte più bella del racconto. In effetti è l’unica che mi piace. Allora… mamma e papà si sono conosciuti al liceo. Mio padre era nel club di fotografia, dove incontrò Mitsu, la mamma di Kana.

 

Suigintou: Che strana coincidenza… ecco perché ha detto che somigliavi a qualcuno a carnevale.

 

Ryu: Lei e papà erano molto amici, anche perché condividevano la stessa passione per la fotografia. Mamma era compagna di classe di Mitsu e molte volte era costretta a farle da modella per le foto. È così che mio padre la conobbe, attraverso alcune foto che la sua amica gli mostrò. Mitsu gli stava illustrando tutto ciò che aveva fatto per ottenere gli effetti luce e riflesso che voleva, ma lui non la stava proprio ascoltando. La fotografa si accorse che era assente e capì anche il perché, perciò lo stuzzicò un po' dicendogli che, se voleva, poteva fargli conoscere la modella. Inutile dirti che non se lo fece ripetere due volte. Mio padre poi è sempre stato un tipo che non si tiene per sé nulla e cercò da subito di ritagliarsi uno spazio speciale nel cuore di mia madre, ma non gli fu affatto facile. Non che a mamma non piacesse papà, ma… beh, aveva un suo problema…

 

Suigintou: Davvero? Sai, almeno all’apparenza non mi pare. Per caso non si piaceva?

 

Ryu: No, non era lei il problema, o meglio, il suo problema era qualcosa che nessuno vorrebbe.

 

Suigintou: Parla chiaro o non capisco.

 

Ryu: Mamma era gravemente leucemica, per questo non voleva stringere molti legami con gli altri.

 

 

Qualcosa mi dice che devo smetterla di chiedergli di parlare chiaramente. Ogni volta che lo faccio rischio di subire un infarto!

 

Suigintou: Mi dispiace… ma… come hanno fatto i tuoi a sposarsi?

 

Ryu: Beh, posso dire di aver preso un paio di cose da papà. Era un testone, terribilmente ostinato e persistente, ma questa qualità gli è servita e, come avrai visto, la sua persistenza ce l’ho anche io. Per più di un anno dal loro primo incontro tentò e stratentò di convincerla per lo meno ad uscire con lui, in ogni modo e con ogni mezzo. Mamma allora tentò di dissuaderlo dicendogli della sua malattia. Chiunque avrebbe avuto dei ripensamenti, almeno qualcuno di sano di mente, ma lui no. Mia madre si aspettava un momento di spaesamento da parte sua, ma ci fu tutt’altro. Ne approfittò per darle il suo primo bacio, spiazzandola del tutto, e le disse “E allora? Se davvero potresti lasciare questo mondo in ogni istante non sarebbe meglio viverli tutti a pieno? Non so quando potrà accadere, ma quando accadrà vorrei essere al tuo fianco e dirti “Sono qui, e sono felice di aver vissuto con te ciò che non avrei mai voluto vivere con altri.”.

 

Suigintou: Tua madre deve aver avuto un colpo quando è successo.

 

Ryu: Un colpo è poco. Era così shockata che non riusciva nemmeno a pensare. Alla fine però si trovò costretta a cedere. Papà mi disse che la loro vita cambiò del tutto mentre frequentavano l’università. Mamma studiava letteratura e lingue straniere e si era appassionata all’Europa, ma in particolar modo all’Italia, perciò quando ci furono le vacanze partirono. In questa stanza ci sono praticamente tutti i loro ricordi del loro viaggio. Quando poi arrivarono a Roma riuscirono, non so come abbiano fatto, a far si che il loro matrimonio fosse celebrato dal papa!

 

Suigintou: Ora capisco da chi hai preso… i tuoi dovevano essere capaci di realizzare l’impossibile!

 

Ryu: Lo credo anche io. Peccato che non mi ricordi molto… soprattutto di mamma…

 

Suigintou: Perché, quand’è che sono morti?

 

Ryu: Mia madre è morta poco dopo che sono nato. Seppi tutto da mio padre quando lo trovai in una stanza simile a questa che aveva preparato lui nei mesi dopo la morte di mamma. Mi fece vedere per la prima volta una foto di lei e mi disse che ogni anno, durante l’anniversario della sua morte, si chiudeva in quella stanza a ricordarla. Sai, durante la loro vacanza-viaggio di nozze mamma scoprì l’esistenza del limoncello e le piacque così tanto che finì con l’ubriacarsi da quanto ne bevve. Non contenta di ciò ne fece una buona scorta, anche se finora ne è stata aperta solo una.

 

Suigintou: Quindi tuo padre ricordava tua madre guardando le sue foto e bevendo il suo liquore preferito.

 

Ryu: Esatto. Quando poi entrai anche io in questa specie di rituale papà prese l’abitudine di lasciare in un bicchierino una pallina di gelato al limone dopo cena e farla sciogliere prima di chiuderci nella stanza. Ora però anche lui non c’è più, perciò… diciamo che ho deciso di fare le sue veci. Non so come, ma mescolare il gelato con il liquore che beveva lui in un certo senso mi fa sentire più vicino ad entrambi, a comprenderli meglio, soprattutto mio padre…

 

Suigintou: Ed io che pensavo ti stessi scolando tutta la bottiglia…

 

Ryu: In effetti dal tuo punto di vista è facile fraintendere… è già successo una volta in effetti…

 

Suigintou: Cioè ti hanno visto? E chi?

 

Ryu: La risposta è lì.

 

Ryu indica il mobiletto, anche se credo voglia intendere la seconda foto. La prendo e la osservo. Ritrae una Koyo decisamente più piccola e paffutella, Ryu ed un ragazzino biondo con un fazzoletto rosso piuttosto familiare al braccio.

 

Suigintou: Chi è lui?

 

Ryu: Si chiama Yoake. Era il mio miglior amico prima che mi trasferissi. Anche se forse è meglio dire che fosse l’unico amico che avessi.

 

Suigintou: Quindi è lui quello che ti ha scoperto prima di me.

 

Ryu: Infatti. Quattro anni fa venne a casa mia e decise di rimanerci tutta la notte., guarda caso era proprio questo giorno. Normalmente avrei aspettato che si addormentasse come facevo con Koyomi, ma… era una di quelle persone che hanno grossi problemi a prendere sonno ed ancor di più ad alzarsi al mattino, e questo mi causò non pochi problemi. Cercai di non dare nell’occhio e feci finta di andare in bagno mentre lui guardava un film, ma si accorse che stavo prendendo la chiave da… dove l’avevo messa quella volta? Beh, non importa. Fatto stà che mi beccò e fui costretto a dirgli tutto. Da allora condivise con me questo rituale, anche se lui si asteneva anche dal provare il liquore. Non amava le cose aspre. Mi ricordo che ogni anno poggiava davanti alla foto dei miei genitori quella piuma…

 

Lo sguardo mi cade sulla piuma rossa lasciata sul mobiletto. Anche lei allora ha un significato particolare…

 

Ryu: … e si metteva a pregare. Credeva appartenesse ad una fenice ed il suo scopo era invocarla affinché usasse le sue piume per resuscitare mamma e papà.

 

Predo delicatamente la piuma e la rigiro tra le dita.

 

Suigintou: Come lo capisco… abbiamo entrambi la convinzione che…

 

Mi zittisco un attimo, anche se probabilmente mi sono tradita, lo so già. Finora solo io, Shinku e Megu sappiamo di… beh, quella cosa ed è già imbarazzante di suo…

 

Ryu: Che convinzione?

 

Suigintou: Niente! Chi ha detto qualcosa?

 

Ryu: Fammi indovinare, ha a che fare con quel cofanetto che hai preso nella cassaforte di casa tua, vero?

 

Suigintou: … Come hai fatto a…

 

Ryu: Avevi detto che era una cosa personale e che non avrei potuto capire, quindi immagino sia un ricordo d’infanzia o qualcosa del genere…

 

Direi che ha davvero indovinato stavolta…

 

Ryu: Di cosa si tratta?

 

Mi alzo dal divanetto ed esco dalla stanza, diretta a quella che, momentaneamente, anche se momentaneamente probabilmente si trasformerà in un “fino a tempo indeterminato”, è la mia camera. Una volta dentro prendo il mio cofanetto e lo porto giù, quindi lo porgo a Ryu.

 

Suigintou: Apri.

 

Il ragazzo aspetta un po’, poi, confermato che voglio davvero sappia cosa contiene, apre il cofanetto.

 

Una piuma bianca.

 

Ecco cosa nascondo praticamente a tutti, forse più per vergogna che per altro. O forse perché vorrei che questo mio ricordo rimanga inalterato, come la prima volta…

 

Ryu: Una piuma anche tu? Che significa?

 

Suigintou: Anch’io come il tuo amico credevo che questa piuma fosse qualcosa di più di quello che appare. Quando ero piccola questa piuma scese dal nulla e mi si poggiò in testa. Furono Megu e Shinku ad accorgersene mentre giocavamo. Non so perché, ma ho sempre pensato fosse una delle piume del mio angelo custode… infantile, vero?

 

Ryu: Non è infantile, è bello credere in queste cose. A volte ti rendono la vita migliore di quello che è…

 

Suigintou: Come mai non parli mai di lui? È il tuo migliore amico in fondo, scommetto che alle altre piacerebbe conoscerlo.

 

Ryu: Direi che è più esatto dire che sarebbe piaciuto anche a loro…

 

Suigintou: … Non dirmi che anche lui…

 

Ryu: Non sapeva nemmeno lui di essere malato. Aveva la stessa malattia di mamma. I suoi genitori non gli avevano detto nulla perché volevano che vivesse normalmente, come tutti gli altri ragazzi della sua età. Mi dissero tutto solo dopo il suo funerale, e furono loro a darmi la piuma ed il suo fazzoletto. Per lui significavano davvero molto… Fu allora che vendetti casa e ci trasferimmo qui.

 

Ryu prende un bicchiere dal mobile di fronte a noi e versa del liquore al suo interno, per poi porgermelo.

 

Suigintou: Che c’è, vuoi farmi entrare nel tuo rituale personale?

 

Ryu: Veramente volevo sapere che ne pensavi…

 

Suigintou: Siamo entrambi minorenni, lo sai?

 

Ryu: Questo non è bere per ubriacarsi, è solo un modo per ricordare qualcuno. Almeno lo è per me.

 

Prendo il bicchiere e lo svuoto. Ha un sapore un po’ aspro, ma nonostante ciò non è affatto male. Comunque rimane troppo forte per una che non ha mai bevuto in vita sua alcolici.

 

Suigintou: Ora capisco perché tua madre si è ubriacata. Deve essere stato troppo per lei.

 

Ryu: Probabilmente hai ragione. Si è fatto tardi ormai, credo sia meglio andare a dormire o domani dormiremo in classe.

 

Ryu chiude nuovamente la porta a chiave ed io torno di sopra. Mi butto sul letto, ma mi viene difficile prendere sonno.

 

Un altro elemento del passato di Ryu è affiorato, e questo mi lascia senza parole e mi distrae dal sonno. È davvero un ragazzo incredibile, non credo che ci siano molte persone capaci di sopportare questo genere di cose senza fare affidamento sugli altri.

 

C’è una cosa però che non mi quadra. Koyomi ha sei anni in meno di Ryu, però lui ha detto che sua madre è morta poco dopo la sua nascita.

 

È probabile che nemmeno lui ricordi bene quei momenti della sua infanzia. In fondo è comprensibile. Non può chiamarsi infanzia, una come la sua…

 

NDA: Chiedo venia se in questi mesi non ho aggiornato, ma ero davvero preso da un potentissimo calo di ispirazione… spero di poter aggiornare più frequentemente da ora in poi ^^’.

   
 
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