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Autore: yuki    17/09/2005    3 recensioni
Mirko e Michele...due persone totalmente diverse, ma con qualcosa che li unisce...la loro amicizia nata in chat. Cosa succederà quando i due si incontreranno grazie a uno scherzo del destino?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per la terza volta risento la porta aprirsi

I miei giorni in ospedale

 

Per la terza volta risento la porta aprirsi. Saranno i miei genitori. Chissà cosa penseranno di me. Mi odieranno dopo quello che ho appena fatto?

Apro di nuovo gli occhi.

Mia madre mi si avvicina, sta allungando la mano, forse mi vuole dare uno schiaffo. Istintivamente chiudo gli occhi, ma mia madre non mi picchia, al contrario mi accarezza il viso.

Come può non avercela con me dopo quello che ho fatto? Non posso essere giustificato. Apro gli occhi. Mia madre è seduta sul mio letto ed ha gli occhi lucidi, Luca e sul suo grembo e mio padre è seduto su una sedia vicino mia madre.

 

-Mamma…scusa…io- non riesco a concludere la frase. Le lacrime mi impediscono di continuare a parlare. Vorrei dire tante cose, vorrei chiederle scusa, vorrei abbracciare tutta la mia famiglia, ma non ci riesco.

Mia madre fa scendere Luca dal suo grembo e si avvicina a me e mi abbraccia.

-Shh…non parlare. Sei troppo debole. Non è successo niente. Mi spiace solo non esserti stata vicina in questi giorni. Perdonami-

Rimaniamo abbracciati a lungo fino a quando la mia piccola peste non comincia a parlare.

-Mamma, Milko quando tolna a casa?-

Mia mamma mi aiuta a farlo salire sul letto e io posso così accarezzargli il viso.

-Ehi piccolino!Io torno presto ok?-

-Va bene- Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra –Mi sei mancato tanto- e detto questo mi dà un bacio sulla guancia.

 

I miei stanno con me fino a quando non termina l’orario delle visite. Verranno a trovarmi domani pomeriggio e io li aspetterò con ansia.

Sono ormai le sette di sera e un’infermiera viene a portarmi delle pillole e la cena. Entra cantando…non sembra neanche un’infermiera di come è vestita. Gonna corta, tacchi alti e un top da urlo. Sicuramente è così felice che non riesce a non manifestare la sua gioia.

Sorrido.

Forse questa ragazza è capace di trasmettere la sua felicità.

Dopotutto anche con Luca era sempre così. Lui mi sorrideva e, anche se il mondo mi era appena caduto addosso, non riuscivo a trattenermi dal sorridere anch’io. Quanto mi mancherà…

Scende una lacrima…

No! Non posso piangere qui adesso mentre ci sono altre persone in questa stanza. Non posso…

-Tieni!-

Alzo gli occhi e vedo che la ragazza mi sta porgendo un fazzoletto. Lo prendo e asciugo le mie lacrime.

-Grazie-

Il tempo di dire queste parole e comincio a dare origine ad un pianto dirotto. Lei mi si avvicina e si siede sul mio letto. Istintivamente l’abbraccio e comincio a raccontare in un ordine confuso tutti i miei pensieri, le mie paure.

Le parlo di Luca, della scuola, di Michele, del perché ho tentato il suicidio. Di tutto.

Chissà perché con una sconosciuta è più facile confidarsi.

Lei mi osserva, ma non dice una parola. E non sa quanto gliene sono grato…

Passo una buona mezz’ora a parlare di tutto quello che m passa per la testa e alla fine riesco a calmarmi.

-Grazie. E scusami se ti ho fatto perdere tempo. Sicuramente il tuo ragazzo ti starà aspettando.-

Stavolta è lei a chiudere gli occhi e sul suo viso sparisce quel bel sorriso che mi aveva

tanto colpito. Cosa ho detto di male?

-Senti…è tardi e hai ragione devo andare…scusami. Volevo solo avvertirti che domani verrai trasferito in un’altra camera. …io vado…-

-Grazie. Tu eri solo venuta a portarmi le pillole e io t ho fatto perdere tempo. Scusami-

Lei si gira, mi guarda e se ne va, chiudendosi la porta alle sue spalle.

Mentre mangio ripenso all’incontro con la ragazza. Che ho detto di male?

Dopo aver finito di cenare,poso il vassoio sul comodino e, dopo aver constatato che in tv non c’è un cazzo come al solito, mi stendo sul letto e cerco di riordinare nella testa tutti gli avvenimenti successi in meno di 24 ore.

Vorrei capire il perché del bacio di Michele. Perché l’ha fatto e dopo non mi ha detto niente? Forse non l’ha fatto apposta o forse…ha paura! Forse potrebbe essere così. Insomma…quando io ho scoperto di essere omosessuale ho avuto un po’ di paura, ma poi, grazie all’aiuto della mia famiglia, sono riuscita a superarla e sono riuscito ad essere me stesso.

Ma all’inizio avevo paura…paura di non essere accettato.

Passerà un po’ di tempo prima di capire se lui prova qualcosa per me, ma io sono disposto ad aspettare.

Con questi pensieri in testa mi addormento e quando mi sveglio sono le sette de mattino. Mi viene portata in camera la colazione e successivamente vengo trasferito in una stanza con altri due ragazzi. Mi guardo intorno. Un ragazzo, il moro ha una frattura alla gamba, mentre il rossiccio penso abbia una frattura alla mano. Però devo ammettere che il rossiccio non è niente male. Mi piacerebbe conoscerlo, ma non ho la sfacciataggine di presentarmi lì e fare amicizia.

Accanto, sul mio comodino, trovo dei libri. Ne prendo uno e comincio a leggere. Smetto solo quando la ragazza con cui la sera prima avevo parlato entra nella mia stanza. Riposo gli occhi sul libro, ma non leggo. La osservo. Sembra stia cercando qualcuno.

I nostri occhi si incontrano un solo istante, perché io mi volto subito da un’altra parte. Piano piano mi giro ad osservarla. Sta venendo dalla mia parte. Che vorrà?

-Ciao.-

E’ rossa in volto. Chissà cosa vorrà.

-Ciao.-

-Posso sedermi?-

-Certo accomodati-E le faccio spazio per sedersi.

-Grazie. Senti…io mi vorrei scusare con te per quello che è successo ieri. Sono stata una maleducata, mi sono arrabbiata con te quando tu no ne avevi colpa-

Io rimango in ascolto. Capisco che lei vuole parlare senza essere interrotta.

-Il fatto è che….-Abbassa la voce- Io ieri non andavo da un ragazzo ma da….-

Le metto un dito in bocca. So quanto le costa parlare e non voglio sforzarla.

-Basta così. Ho capito non ti preoccupare. E poi pochi ti potrebbero capire come me. Io sono… gay.-

A queste parole arrossisco. Non rivelo spesso il mio segreto a molte persone.

Lei sorride e io ricambio il sorriso. Capiamo che ci possiamo fidare l’uno dell’altra. Infatti lei comincia a raccontarmi la sua vita.

E’ una ragazza bisessuale, ma lei non ha avuto la fortuna di avere genitori che la capivano, anzi appena i suoi l’hanno scoperto l’hanno buttata fuori di casa.

-Dicevano che ero una vergogna, che non dovevo più tornare in quella casa, a meno che non dicevo di avere sbagliato e di avere capito. Ma io non sono più tornata perché non ho fatto niente di male. Sono semplicemente me stessa. Dopo che i miei genitori mi hanno buttato fuori di casa mi sono data da fare per trovarmi un lavoro e alla fine sono riuscita ad ottenere il posto di infermiera. Con i soldi dello stipendio sono riuscita ad affittare una camera che condivido con la mia ragazza.-

Continuiamo a parlare fino a quando a lei non comincia il turno di lavoro e mi deve salutare.

-Appena posso passo. Mi piace stare con te-

-Anche a me.-

Le mando un bacio e lei fa finta di acchiapparlo.

Questa ragazza è veramente una forza. Ha un coraggio inimmaginabile…e pensare che ha fatto tutto da sola.

A mezzogiorno arriva il pranzo, con contorno di medicine e subito dopo mi riaddormento. In questi giorni sono troppo debole.

 

 

Ragazzi…scusate se v confondo le idee cambiando i capitoli…sn una casinara…va …spero che qst capitolo sia + piacevole…se devo essere sincera m piace molto d + d quello di prima….e a voi piace?

Mi raccomando…recensite!!!

  
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