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Autore: Mrcctld    08/07/2010    4 recensioni
Questo è il primo capitolo della mia brutta storia. Benchè sia ambientata a Londra durante il periodo vittoriano, inizia in Africa. Qui si svolge l'infanzia dell'inquietante protagonista: il Bamboliere.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il giorno dopo, Joseph andò nello studio di Sir Mortimer, pensando già a quale pratica sessuale avrebbe dovuto subire. Il vecchio, però, al suo arrivo lo fece sedere e iniziò a parlargli, come aveva già fatto numerose altre volte.
"Ieri sei stato bravissimo!" - si complimentò - "Continua così e avrai una bella sorpresa."
"Non ho fatto nulla, è stato lei a svolgere tutto." - rispose Joseph con indifferenza.
"Non dire coosì, pensiamo ad altro però. Al compimento dei tuoi sedici anni, dovrai andare via da qui, come hanno già fatto numerosi ragazzi prima di te. Ovviamente non ti lascerò andare senza soldi."
"Ah!" - esclamò il nero.
"Io uso questo sistema per determinare il lascito finale. Più sarai bravo a servire, interessato alle mie lezioni e disponibile alle mie visite, più avrai denaro. Parto sempre da cinquantamila sterline. Soltanto i due mulatti hanno guadagnato questa cifra, non valevano niente!"
"Sasha e Irina quanto hanno ricevuto?" - chiese con rinnovato interesse.
"Loro hanno raggiunto il massimo, duecentomila sterline a testa! Erano eccezionali, unici" - Sir Mortimer si stava commuovendo a parlare di loro - "Ma ora basta, voglio soltanto dirti di impegnarti il massimo possibile! So che hai le capacità e la volontà!"
"Grazie, cercherò di fare il mio meglio."

Sir Mortimer non lasciò andare Joseph. Si intrattenero tutta la giornata. Oltre a fare sesso, il vecchio ppropose al ragazzo di imparare un antico metodo di conservazione cinese. Sir Mortimer lo usava per fabbricare quei bellissimi pupazzi che piacevano tanto a Joseph. Accettò volentieri.
Seguendo il conte per corridoi, scale e cunicoli, giunse ad una piccola cantina, dove al centro troneggiava un paiolo di  appeso al soffitto e sotto di esso ardeva vivacemente un fuoco.
"Cosa c'è dentro il paiolo?" - chiese Joseph con curiosità.
"Cera fusa, dove ora sta bollendo un fagiano. Devi sapere che quando scomparivo per diversi giorni era per cacciare gli animali da trasformare in peluche."
Joseph si avvicinò all'enorme pentola e vide la carcassa dell'animale che sussultava a causa dei moti convettivi della cera bollente. Rimase affascinato a fissarla per diversi minuti, fino a quando Sir Mortimer non lo richiamò per fare di nuovo l'amore. Decise che avrebbe seguito le lezioni di soldificazione con impegno e costanza. Stava già pensando a quali soggetti immortalare per l'eternità...

Negli anni seguenti Joseph seguì le lezioni di Sir Mortimer, imparando le tecniche e i segreti di quest'arte che ormai era diventata la sua passione. Ogni tanto, dentro al paiolo, immaginava il corpo squartato del vecchio che bolliva, ma rimuoveva subito il pensiero. Tuttavia gli sarebbe piaciuto adoperare la sua testa per fabbricare un bel pallone da calcio.
Il ragazzo continuava a venire abusato e ormai sapeva quali posizioni piacevano al conte. Non piangeva più, talmente era abituato ai rapporti. Non ne rifiutò mai uno e venne sempre complimentato al termine di essi. Sperava di guadagnare il più possibile per il suo futuro, che tuttavia gli sembrava sempre incerto. Non aveva idea di cosa avrebbe fatto nel mondo esterno e di come avrebbe campato da vivere. L'unica cosa certa è che avrebbe cercato Irina e Sasha, il cui ricordo era sempre vivo nella memoria. Li immaginava ricchi e felici, soddisfatti dalla loro vita e non più traumatizzati come nel loro ultimo incontro.
Gli altri bambini, a cui si era aggiunto un cinesino di otto anni, crescevano spensierati, consci del loro destino con Sir Mortimer. La piccola Maria stava per compiere dodici anni e avrebbe sostituito Joseph. Il negro spesso le fissava il seno e le altre curve, che erano fiorite e prosperate.
"Chissà come piacerebbero a Sir Mortimer da strizzare!" - pensava, mentre un sorriso beffardo compariva sulle sua labbra.

I sedici anni arrivarono velocemente. Sir Mortimer il giorno del suo compleanno lo chiamò nel suo studio per l'ultima volta. Fecero l'amore con disperata passione.
"Mi mancherai, tanto, ti amo" - diceva durante il rapporto, per la prima volta con le lacrime agli occhi. Joseph era impassibile come sempre, desideroso di finire al più presto.
Sir Mortimer alla fine si rivestì con cura e si sedette di fronte a Joseph, che rimase totalmente nudo.
"Sei stato il migliore che io abbia mai avuto, davvero, mi mancherai" - disse commosso - "Meriti cinquecentomila sterline. Ho già aperto un conto a tuo nome alla Royal Bank di Londra. Stasera un cocchiere ti porterà lì e poi, buona fortuna!"
Joseph, stupito dalla cifra, ringraziò il vecchio e gli diede, per la prima volta spontaneamente, un baciò in bocca. Poi tornò nella sua camera, dove si vestì e preparò le valigie. Guradandosi allo specchio vide l'uomo che era diventato, bello e forte, ma anche intelligente e volenteroso. Provava gratitudine nei confronti di Sir Mortimer, il vecchio conte che lo aveva cresciuto.
Di sera venne davanti al portone una carrozza
trainata da un grosso omone. Joseph ci salì sopra e partì diretto verso il mondo esterno, caotico e disordinato, dove le sue qualità sarebbero emerse. Alla finestra dello studio Sir Mortimer lo salutò piangente con un cenno della mano e venne ricambiato con lo stesso gesto.
La carrozza di allontanava sempre più nella scura campagna, mentre Joseph teneva lo sguardo fisso su quella villa che forse non avrebbe più rivisto.

Dopo circa un'ora di viaggio, la carrozza si fermò all'improvviso. Era ferma in mezzo alla foresta in prossimità di un ponticello su un fiume. Era tutto buio e immerso nel silenzio. Joseph sentì dei passi e percepì delle ombre.
"Cosa sta succedendo!" - gridò impaurito.
"Stai tranquillo, tra poco sarà tutto finito!" - il cocchiere si girò verso il ragazzo, puntandogli una pistola al petto. Era un uomo possente, barbuto, con lo sguardo maligno e avido. Joseph sbiancò dal terrore, ma non si fece prendere dal panico. Pensò rationalmente in che modo poterlo fermare, ma all'improvviso un'altra mano lo afferrò alle spalle e lo spinse fuori dalla carrozza, facendolo sbattere a terra con la pancia. Lo stesso criminale lo stava già per colpire con un calcio, ma Joseph si rialzò subito in piedi.
Si ricordò di quanto fosse agile e potente in Africa, sempre impegnato in lotte per la vita. Il pericolo gli affinò i riflessi...
Il carrozziere aveva appena sparato un colpo, ma il nero lo evitò e centrò il cuore dell'altro aggressore, che morì subito. Joseph corse verso l'uomo barbuto e in un'abile mossa riuscì a prendergli l'arma, con la quale poi gli sferrò una testata stordendolo leggermente.
"Sdraiati a terra!" - urlò inferocito - "Pancia all'insù!"
L'uomo, terrorizzato dalla rabbia del ragazzo, obbedì. Il negro si strappò un lembo della camicia e glielo legò alle mani come se fosse una catena.
"Prima di vedere cosa fare con te, ti chiederò un paio di cose" - disse beffardo.
"Ok, ok, basta che non mi fai male. Ti dirò tutto ciò che vuoi, te lo giuro" - rispose piangente l'uomo.
"Bene! Per primo, chi ti ha mandato per uccidermi?"
"Sir Mortimer Bradlaugh!"

Scusate il ritardo con il quale ho pubblicato questo capitolo, ma non riuscivo a scrivere qualcosa di decente, benchè avessi in mente le idee. Spero che questa versione vi piacerà... Eccezionalmente ho dovuto dividere il capitolo in due per motivi di spazio, non so quando riuscirò a postare la seconda parte, che pensò sarà molto interessante. Infine volevo ringraziare tutti i miei fedeli lettori che seguono la storia fin dal primo capitolo e che hanno scritto delle bellissime recensioni.



  
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