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Autore: Red Death    08/07/2010    1 recensioni
«Va' all'inferno, strega!» mi urlano, con odio.
Sorrido con commiserazione e, improvvisamente le parole mi tornano sulle labbra.
«Ma è proprio da lì che vengo»
Genere: Triste, Malinconico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto di nuovo correndo sul prato. Sono passati dieci anni dall'ultima volta che ho potuto farlo.
Le gambe non mi reggono, non sono più abituate ad uno sforzo così enorme. Ho passato dieci anni chiusa nell'ultima stanza di una torre con la sola compagnia della mia tomba.
Ho passato dieci anni ad accendere ogni giorno la candela che mi veniva passata da sotto la porta.
Ho passato dieci anni a guardare la mia stessa faccia attaccata alla lapide con il mio nome.
Ho passato dieci anni a chiedermi quando in quella tomba ci sarebbe stato qualcuno.
E adesso, dopo dieci anni, sono di nuovo all'aria aperta, respiro di nuovo dell'aria pulita che non filtra dalla grata dove mi passano il cibo, ma è tutto intorno a me, riesco a sentirla contro la pelle, fresca, come un balsamo.
Non riesco più a correre. Le gambe mi tremano e il respiro è rotto. Devo ancora ringraziare di essere arrivata fino a qui.
Sento i loro passi dietro di me. Mi ammazzeranno, ci hanno provato per tutto questo tempo senza riuscirci ma adesso lo faranno davvero. Almeno ho rivisto la luce del sole, ho sentito di nuovo l'erba sotto i piedi e il vento sul viso. Gli occhi mi bruciano, non sono più abituati a tutta questa luce.
Sono sempre più vicini. Proprio come dieci anni fa, quando mi hanno bendato, mi hanno preso di peso e mi hanno chiuso in quella torre. Sono stata sola per dieci anni. Non mi ricordo più come si parla.
Non ricordo più come si scrive.
Non ricordo più come si legge.
Non ricordo più come si ama.
Non ricordo più come si vive.
Ma, soprattutto, non ricordo più come si muore. So solo pensare, so solo commiserarmi.
Morirò tra poco, i loro passi sono vicini e le loro urla e imprecazioni mi arrivano in faccia come schiaffi.
«Eccola! È laggiù!»
Vorrei muovermi, vorrei scappare ancora, vorrei andare lontano per poter trovare ciò che ho perso in questi anni.
Ma, soprattutto, vorrei poter evitare la freccia che mi sta arrivando addosso.
Un tempo l'avrei distrutta semplicemente guardandola, adesso sono completamente impotente davanti a questa punta di metallo che mi sta arrivando addosso. Il dolore che provo quando si pianta nel mio petto non è quello triste e remoto che ho provato quando ho capito che non sarei mai più uscita dalla torre.
È un dolore reale, è un dolore infernale.
È il dolore del diavolo che sta per accogliermi.
«Va' all'inferno, strega!» mi urlano, con odio.
Sorrido con commiserazione e, improvvisamente le parole mi tornano sulle labbra.
«Ma è proprio da lì che vengo»
Mi hanno colpito al cuore. E la freccia era avvelenata, lo sento dal dolore ancora più acuto che mi colpisce in questo momento.
La vita mi abbandona.
È curioso: ho vissuto dieci anni davanti alla mia tomba e morirò senza vederla.
  
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