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Autore: EveryWhere    09/07/2010    0 recensioni
Eva é, all'apparenza, una diciassettenne come tante altre. Tranquilla, solare, intelligente, carina. Alcuni direbbero banale, nella media, uno dei tanti puntini neri che formano la massa di ragazzi e adulti del Liceo Classico "Zucchi" di Monza. Ma Eva é molto più di questo. Eva é una sognatrice, che spera ancora che l'amore non sia solo una parola senza alcun significato, un subdolo e squallido sistema utile per vendere fiori e cioccolatini durante la festa di San Valentino, che spera ancora che il suo migliore amico corra da lei e le riveli che il suo amore é pienamente ricambiato, che pensa a lei giorno e notte, notte e giorno, in un susseguirsi interminabile di secondi, minuti, ore che l'hanno portato a perdere il senso del tempo e di ciò che lo circonda. (...) Eva sogna, spera, e spera e sogna, all'infinito. E avrebbe continuato a farlo, probabilmente, se qualcosa non avesse completamente sconvolto la sua routine, ormai perfezionata da anni simili tra loro, senza alcun passo in avanti o indietro, senza alcun evento degno di nota giunto a scombinare i suoi piani nella vita. E per Eva non conta più nulla, nulla di tutto quello che, fino a quel momento, ha contato qualcosa per lei. Libri, musica, film, amiche, scuola, studio, non sono più che pallidi riflessi, schegge infinitesimali di ciò che avevano sempre rappresentato. Vede solo Lui, desidera solo Lui, sogna solo Lui. E lo rivuole accanto a sé, Lui che ora le ha voltato le spalle ed é scappato di fronte ai suoi sentimenti, al suo amore, se così vuole -può- ancora considerarlo.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Primo_Il Piano Di Eva

 

" And I'd give up forever to touch you
Cause I know that you feel me somehow
You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now "

 

Distolgo lo sguardo disgustata dalla scena che mi si presenta di fronte non appena varco la soglia del mio liceo. Il vento scompiglia con leggerezza i miei capelli, che finiscono a formare una sorta di barriera tra i miei occhi e ciò che mi circonda. Angela mi abbraccia, cercando di trasmettermi un po' di forza, giusto quella necessaria per dirigermi in classe senza voltarmi indietro.

"E' la cosa più disgustosa che  abbia mai visto. Sembrava che si volessero mangiare la faccia a vicenda."

Angie fa finta di rabbrividire e io abbozzo un sorriso.

"Certo che bisogna essere proprio cretine per cascarci. Lo sa tutta la scuola come tratta le ragazze Matteo."

Il mio pseudo-sorriso scompare dal mio volto in un secondo, e Angela capisce che quello che ha detto era proprio l'ultima cosa che doveva dire, e proprio all'ultima persona al mondo a cui doveva dirlo.

"Cioè, non intendevo certo includerti fra le sue "ragazze", tu non sei certo una di loro...oddio...Evie..."

"Stai tranquilla"

Guardo la mia migliore amica dritto negli occhi e per la prima volta nella mia vita non le dico la verità. E' più forte di me, e per quanto mi vergogni di mentire proprio a lei, che mi ha sempre confortata e aiutata, non posso fare altrimenti. Non capirebbe mai. Per quanto possa sforzarsi di accettare una cosa simile, cercherebbe di impedirmi di fare ciò che ho in mente.

"Sto bene, Angie. Sto benissimo, probabilmente sto meglio ora che negli ultimi dodici anni della mia vita. Sono pronta a lasciar perdere Matteo, e tutti i suoi casini, e i suoi rimorsi, sensi di colpa e vari annessi e connessi."

Le sorrido, cercando di apparire serena e pienamente convinta di ciò che ho appena detto. La mia migliore amica mi guarda, dubbiosa, indecisa se credermi o meno, ma alla fine propende per la seconda, probabilmente sperando sia vero.

"Andiamo in classe? Alla prima ora abbiamo la Bianchi, lo sai che da quando ha ottenuto il divorzio é diventata una belva e scatta per un nonnulla, figurati per un nostro ulteriore ritardo"

"Vai tu...ti raggiungo subito. Devo chiedere a Martina gli orari per il corso di martedì."

"Sei ancora convinta di volerci andare? Insomma...a cosa ti serve frequentare un corso di tennis a diciassette anni? E poi tu detesti praticare sport, il tuo motto non era guardare gli altri faticare sdraiata su un divano?"

Il suo sguardo si fa sempre più dubbioso, e mi affretto a risponderle prima che mi impedisca di andare.

"Nella vita si cambia Angie, non l'hai mai sentito dire?"

Sotto lo sguardo per metà sconvolto e per metà rassicurato dal mio sorriso della mia migliore amica inizio a correre fra gli studenti, diretta a una zona della scuola molto ben conosciuta.

 

" And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight "

 

Mi faccio largo tra i fumi tossici di sigaretta e preferisco non sapere che cos'altro cercando fra le varie teste quella a me più familiare. Finalmente lo trovo, circondato da ragazze ben poco vestite che gli si strusciano addosso senza alcun ritegno. E' possibile che ovunque vada veda solo scene di questo genere?

Mi avvicino a lui, che non appena nota la mia presenza -cosa molto strana data la sua situazione- arcua un sopracciglio e sfodera il suo solito ghigno di strafottenza e tracotanza, riservato solo a me naturalmente.

Con un gesto secco liquida le sue ammiratrici e si dirige verso di me, sicuramente per rivolgermi qualche stupida e volgare battutina del suo repertorio. ma non appena mi arriva vicino inizio a trascinarlo fuori da quel caos verso un luogo più tranquillo dove poter parlare senza essere al centro dell'attenzione di tutti. Con un sorrisetto veramente irritante dipinto sul volto mi da corda e mi segue fino a un corridoio, ormai deserto. La campanella deve essere suonata da un po' ormai. La Bianchi questa non me la fa passare liscia.

Continua a guardarmi, senza alcuna intenzione di parlare, evidentemente. E a ben ragione, dovrei essere io a dirgli perché l'ho trascinato qui.

Inspira. Espira. Inspira. Espira.

Alzo lo sguardo su di lui. Ora sul suo volto non c'è più spazio per ghigni o sorrisetti derisori. Vi leggo solo una sorta di...preoccupazione?Dubbio?Sconcerto?

Non saprei come definirlo.

" Fabio...mi serve il tuo aiuto. "

Se possibile il suo sopracciglio destro ha ormai raggiunto l'attaccatura dei capelli. Ora sì, che sembra sconvolto.

" Aiuto...Aiuto per che cosa di preciso? "

" Penso che tu lo sappia bene "

Ecco che torna a mettere sul suo viso la sua solita espressione sarcastica e menefreghista made-in-Fabio.

" Per caso c'entra il nostro comune amico? "

Non poteva pronunciare questa frase in un modo più derisorio. Non riesco più a sostenere il suo sguardo e volto i miei occhi, concentrando il loro utilizzo su una macchia di vernice che sporca immancabilmente il bianco della parete, per il resto immacolato.

" Se non vuoi nemmeno starmi a sentire...Se non vuoi aiutarmi... "

" Ho per caso detto questo? "

 

" And I don't want the world to see me
Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am "

 

*Flashback* Dodici Anni Prima

Mi é sempre piaciuta la pioggia. La pioggia che scende delicata e dolce e riveste ogni cosa che incontra lungo il suo percorso. La nonna dice che la pioggia é magica, e che se solo chiudi gli occhi forte forte, ed esprimi un desiderio sotto una lieve pioggerellina primaverile questo si avveri.

Ma questo non succede in questo momento. Il mio desiderio non si avvera e io sono sola, in una strada che non conosco, per giunta bagnata fradicia proprio a causa della pioggia, che invece dovrebbe aiutarmi a trovare aiuto. Non so che direzione prendere, in verità non so nemmeno se sarebbe meglio stare ferma o muovermi da qui. Chissà cosa mi sarà venuto in mente, di allontanarmi dall'asilo. Anche se papà non era venuto -deve aver avuto qualche impegno con la-sua-passione, come dice la mamma, sarei dovuta restare lì. Magari ora lui o la mamma mi stanno cercando lì e sono preoccupati. No, é più probabile che abbiano mandato Tanja, per certe cose la babysitter é molto più indicata...ma forse Tanja sarà preoccupata, e si starà bagnando tutta, e casa se la prenderà con me...se mai riuscirò a tornare a casa. Ma cosa mi é venuto in mente? Io non sono una bambina grande, non posso andare in giro da sola...ed ecco la mia lezione.

Mi siedo sul bordo del marciapiede e metto la testa tra le ginocchia. Sento che non riuscirò a trattenere le lacrime ancora a lungo. A un tratto sento un tocco gentile sulla mia spalla. Faccio un balzo, sorpresa e impaurita. Un bambino -avrà circa la mia età, forse qualche anno in più- mi guarda curioso, accovacciato davanti a me. Indossa un impermeabile blu, dello stesso colore dei suoi occhi. I suoi capelli sono biondo scuro, e alcune ciocche, che fuoriescono dal cappuccio, sono appiccicate al volto. Ha uno sguardo rassicurante, e rimango incantata a guardarlo.

" Io sono Matteo, tu come ti chiami? "

Sento il sangue che inonda le mie guance...non avevo mai provato nulla di simile fino a ora.

" E...Eva...Sono Eva "

Lui mi sorride, in modo dolce molto dolce.

" Piacere di conoscerti Eva, hai bisogno di aiuto? Io e il mio amico ti abbiamo visto dalla finestra della mia stanza e abbiamo pensato che ti fossi persa...a proposito, lui é Fabio. "

Dopo minuti che mi sembrano attimi distolgo i miei occhi dal bambino accovacciato davanti  a me e vedo che dietro di lui, un altro bambino mi guarda curioso. La sua però non é la curiosità di Matteo, il  suo sembra uno sguardo di compassione e di scherno, e sono sicura che non mi sarà mai simpatico. Fabio, mi pare che il bambino biondo abbia detto questo nome, ha capelli  nerissimi, lunghi fino al collo, e occhi ancora più neri. Il suo sguardo mi rende insicura. Rimango a fissarlo per un lunghissimo istante, poi riesco a spostare i miei occhi dai suoi e mi rivolgo al bambino biondo.

" Mi sono persa...puoi...aiutarmi a tornare a casa? "

Lui mi sorride, e prendendomi per mano mi conduce verso casa sua, probabilmente per chiedere aiuto a qualche adulto. Il suo tocco é delicato, ma forte allo stesso tempo. Mi fa sentire protetta. L'altro bambino ci segue qualche passo indietro, ma non voglio più incontrare il suo sguardo.

 

" And you can't fight the tears that ain't coming
Or the moment of truth in your lies
When everything seems like the movies
Yeah you bleed just to know your alive  "

 

" And I don't want the world to see me
Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am "

 

 

* Goo Goo Dolls - Iris

 

Angolo dell' "Autrice" xD:

Allora...primo capitoletto, introduttivo e poco interessante, lo so, ma mi serviva per presentare i personaggi ^^

Per la protagonista mi sono ispirata ad Alexis Bledel, attrice che mi piace molto

 

 Per Matteo invece avevo in mente Chad Michael Murray ^^

Angela é Sophia Bush ^^

 E Fabio é Ian Somerhalder

 

Naturalmente questi sono quelli che ho pensato io, chiunque può vederci altre persone al loro posto =)

Spero che qualcuno legga la storia e magari lasci un commentino ^_^ Le critiche sono molto ben accette =) Grazie mille a Chiara84 e a LadyDramione per le loro recensioni ^^ spero che il capitolo vi abbia interessato

Bye

*Soph*

 

  
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