THE SHADOW OF THE PAST

-In the name of hearth-

PROLOGO

3000 a.C. ca. Egitto, Valle del Nilo.

-Cenere alla Cenere

Spirito allo Spirito

Prendi la sua anima

Esilia questo Demone!-

La sua voce risuonò chiara e forte per tutta la vallata, trasportata dal vento ancor più lontano.

Un muro di polvere si sollevò a nascondere quello che avveniva ad altri occhi…

Le sue bianche vesti furono percorse da una violenta folata di vento. Tenne lo scettro con mano ferma puntandone l’estremità circolare davanti a lei.

-No!-urlò  –Non puoi farlo!-gridò ancora. Ira, ira cocente gli cresceva nell’animo… Rabbia. Frustrazione. Vendetta. Odio.

Cercò di divincolarsi, ma i lacci dell’incantesimo erano troppo forti, stava per arrendersi a quell’energia divenuta tutta ad un tratto più potente della sua, che l’aveva vinto.

-Posso, invece!-rispose –Lo sto già facendo!- aggiunse –Sei una minaccia e non posso far altro che imprigionarti…pentiti e hai la mia parola che ti libererò!- la sua voce apparve ancora sicura, i suoi occhi quanto mai decisi.

Gli parvero pugnalate quelle parole: lui pentirsi? –Mai!-urlò di rimando –Ti ho amato ma tu mi hai rifiutato preferendo qualcun altro a me…-sentenziò e puntò le iridi scure come una notte senza stelle su due figure alle sue spalle, che ferme, osservavano quello che avveniva. –Anche per questo ora ti odio!-esclamò –Ma ti odio ancor più profondamente perché mi neghi la libertà! – Con uno slancio di collera avanzò di un paio di passi, la guardò da capo a piedi –Questa prigione non potrà trattenermi per sempre! Io tornerò e ti giuro che mi vendicherò!- la sua voce era impregnata di malvagità –Mi vendicherò di te e di loro!-urlò prima che si levasse una grossa luce su di lui.

-E io ti giuro che qualora tu dovessi trovare il modo di tornare, io sarò lì, pronta a vincerti ancora!- rispose e sollevò il suo scettro di splendente oro bianco.

Fu investito da un’onda di energia potentissima e luminosa, paralizzante. Si sentì attirare inesorabilmente verso quella che sarebbe stata la sua prigione da quel momento in avanti…si abbandonò non potendo in alcun modo contrastare quella forza, i suoi poteri gli erano stati bloccati, sopiti dalla magia bianca, lui che della magia nera era il padrone più assoluto non aveva potuto

far nulla… -Nefertiti…-sussurrò prima del Vuoto assoluto.

Con un gesto lento ed elegante riportò lo scettro parallelamente alla sua persona, la luce che l’oggetto aveva emanato poco prima si spense in un bagliore bianco e lei guardò il risultato del suo operato…una gemma d’ametista giaceva sulla sabbia rovente, nessun segno della sua presenza, nessuna traccia della sua Ombra, lui era stato imprigionato…Si voltò, lentamente, raggiunse i due che ancora l’aspettavano.

- E’ finita…-disse uno dei due, coronato da oro ben lavorato, il Faraone. –Cosa intendi fare con quella pietra?-chiese poi

-Farò in modo che nessuno possa trovarla e liberarlo…-rispose tornando a posare lo sguardo sulla gemma –Spiriti che vivete nelle roventi sabbie del deserto, e voi, Spiriti che custodite le acque benefiche del Nilo, celatelo alla vista, che in questa terra mai più ritorni…-disse piano, chiudendo gli occhi e invocando le forze della natura.

Alla sua invocazione, come per ubbidirle, le acque del Nilo investirono la gemma e le sabbie del suo fondale la inghiottirono.

-Credi che possa liberarsi?-chiese ancora il Faraone

-No…-rispose lei –Almeno non in questo tempo…

-Andiamo adesso….non c’è più motivo di restare qui, torniamo a palazzo…-interloquì l’altro uomo

-Hai ragione, Gran Sacerdote…qui non abbiamo più niente da fare…-confermò lei

-Nefertiti…-la chiamò il Faraone

Lei posò i suoi penetranti occhi grigi, tanto inconsueti tra la gente d’Egitto, sul volto dell’uomo in attesa del resto delle sue parole.

-La tua magia è divenuta ancor più potente…-concluse il sovrano.

Sorrise, come sempre il suo fu un sorriso caldo, affascinante. –Lo credi davvero?-chiese in risposta.

Il Faraone annuì con convinzione.

-Era necessario usare tutti i miei poteri se volevo vincerlo…-disse lei. Sospirò. –Adesso il sole può tornare a splendere incontrastato: non vi più alcun Ombra a minacciarlo…

La polvere che prima si era levata adesso era sparita, l’aria era tornata di nuovo limpida e i raggi dorati del disco del sole investirono i tre.

E lei, Nefertiti, la più bella di tutte le Regine d’Egitto, parve brillare tutt’ad un tratto, i suoi lunghissimi capelli castani, anch’essi inconsueti tra le fanciulle egiziane che possedevano chiome scure, e le sue bianche vesti si mossero ad un gentile soffio di vento, la cinta che pendeva sui suoi fianchi, la preziosa collana intarsiata, il lungo bracciale che le si attorcigliava attorno al braccio destro, il suo lungo scettro, e il diadema posato sulla sua fronte forgiati in oro bianco rifletterono i raggi solari per un attimo, facendola apparire come una creatura ultraterrena agli occhi dei due uomini ai suoi fianchi.

Non dissero nulla, ma ripresi i loro cavalli si diressero verso il Palazzo, lasciandosi alle spalle i giorni della dura lotta contro l’Ombra.