Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Rogi    10/07/2010    6 recensioni
Un codardo, si questo sono, un vile codardo. Ti guardo da lontano, ti ammiro da lontano, lascio vagare il mio sguardo sul tuo delicato e bellissimo corpo. Ti sogno, ti sogno sempre più spesso la notte, sogni così realistici che mi sveglio sudato e tremante nel mio letto. Mi vergogno di tali sogni, di tali desideri , ma ora più che mai si fanno sentire.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Codardo

CODARDO

 

 

Un codardo, si questo sono, un vile codardo. Ti guardo da lontano, ti ammiro da lontano, lascio vagare il mio sguardo sul tuo delicato e bellissimo corpo. Ti sogno, ti sogno sempre più spesso la notte, sogni così realistici che mi sveglio sudato e tremante nel mio letto. Mi vergogno di tali sogni, di tali desideri , ma ora più che mai si fanno sentire. Ma nonostante tutto non mi avvicino.

È successo tutto così all’improvviso, perché improvvisamente siamo stati divisi e io sono stato catapultato nella solitudine più totale, beh come tutti noi del resto. Mi sono sentito incompleto, smembrato, vuoto. La mia famiglia, la mia stramba famiglia, era scomparsa all’improvviso e io mi sono perso con lei. È stato terribile ritrovarsi di nuovo soli dopo tanto tempo. Ma soprattutto è stato terribile capire ciò che provavo, ciò che provo, per te quando ci siamo divisi.

All’inizio tutti mi sono mancati, anche quel dannato cuoco lo ammetto, mi mancavano le nostre litigate. Ma più avanti nel tempo ho capito che mi mancavi tu. Si perché non sei stata tra gli ultimi con cui mi sono ritrovato, e prima di rivederti mi ero sentito sempre incompleto. Credevo che quel vuoto fosse dovuto al fatto che non avevo ritrovato tutta la mia famiglia, ma mi sbagliavo.

Quando ti ho rivista giuro che stavo per scoppiare in lacrime, ma mi sono trattenuto, l’orgoglio è una bestia difficile da uccidere. Ma tu no, tu l’hai sconfitta e sei corsa verso di me con le lacrime agli occhi e ti sei gettata tra le mie braccia. In quell’istante, in quel preciso istante, quando i nostri corpi si sono toccati, mi sono sentito di nuovo completo. Una cosa del tutto assurda dato che all’appello mancava ancora qualcuno.

Si, l’ho capito solo in quel momento. Sono un idiota, lo so, ma che ci posso fare se per capire quanto qualcuno sia importante per me prima lo devo perdere?

Si perché ti ho persa, e sono stati i giorni peggiori della mia vita. Per poco non sapevo neanche più chi ero. Ho giurato a me stesso che mai più sarei rimasto separato da te, e così è stato. Solo che ora non mi basta più.

Non posso più mentirmi, non posso più fingere.

Io ti amo e ti voglio.

Manco fossi un bambino capriccioso e viziato, ma è così. Ti desidero come mai ho desiderato qualcuno, ti desidero quasi più del mio sogno.

Tu ti giri e mi scopri a fissarti.

Scosto lo sguardo e torno ai miei pesi, sperando che tu tornassi in camera a dormire. Ma io mi sbaglio sempre.

“Che ci fai ancora sveglio?” chiedi con il sorriso sulle labbra.

Ti guardo negli occhi e i sogni che infestano le mie notti mi colpiscono. Rabbrividisco e abbasso lo sguardo.

“Non si vede?” 

Ti siedi vicino a me e io non posso far altro che allontanarmi. Ho paura di non riuscire più a controllarmi, di farti qualcosa che tu non vuoi. Mi detesterei alla follia se ti sfiorassi con un solo dito, ma questa minaccia risuona vana contro il desiderio che si è impossessato di me in questi giorni.

Mi allontano ancora un po’ per sicurezza.

Mi guardi con un sopracciglio alzato “Che ti prende?”
“Niente” rispondo brusco.

“Non mi risulta di avere la lebbra sai?”

Sorrido amaramente, se tu sapessi cosa mi ronza in testa scapperesti all’istante.

“Neanche a me”

“E allora perché ti allontani?” chiedi infastidita.

Forse è meglio farti arrabbiare, così magari te ne andrai con una delle tue solite uscite teatrali e saresti al sicuro.

Ma a che punto sono arrivato? Come posso essere diventato un mostro da un giorno all’altro?

“Mocciosa vai a dormire per favore” è una supplica e tu ti stupisci ancora di più.

“Mi vuoi dire cos’hai?”

Non rispondo e non ti guardo, so benissimo cosa succederebbe se lo facessi.

Beh se non te ne vai tu…

Mi alzo “Buona notte”

Prima che potessi fare il primo passo tu mi sei già davanti. Alzò lentamente lo sguardo, godendomi tutti i tratti del tuo corpo. Diamine quanto sei bella. Quel desiderio impuro si risveglia dentro di me, facendo accelerare le pulsazioni del mio cuore.

“Tu non te ne vai di qui fino a quando non mi dirai che succede” sei troppo testarda e io ho perso del tutto il mio autocontrollo.

Il mio corpo si muove da solo, trainato da quella dannata voglia di te. Assaggio le tue labbra e ti trascino con forza verso di me, stringendo i tuoi fianchi in una morsa. Sento il tuo corpo caldo e morbido contro il mio, e desidero toccarti ed esplorarti. Ma la mia attenzione e tutta sul tuo sapore, sei buona Nami, sai di mandarini e di salsedine, hai un gusto inebriante che risveglia del tutto quel peccaminoso desiderio.

Con un barlume di lucidità mi accorgo che anche tu mi hai abbracciato e che sei tu che stai cercando la mia lingua con le tua. Non ti sei ribellata, anzi sembra che non aspettavi altro.

Con una forza di volontà che non credevo di avere, stacco le mie labbra dalle tue e ti guardo. Hai il viso arrossato e sei senza fiato, come me.

“Chi ti ha detto di fermarti?” sussurri contro le mie labbra.

Non mi serve altro. Mi riattacco famelico alle tue labbra, assaporandole di nuovo. Non credo a ciò che sta accadendo, ti sto baciando, ti sto baciando e tu ricambi con la stessa passione che mi infiamma il petto.

Scivoliamo lentamente per terra, tra le foglie dei tuoi mandarini.

Mi stacco dalle tue labbra e scendo con i baci, assaporo il tuo mento, il tuo collo, mentre con le mani ti sfilo la maglietta.

“Zoro..” gemi e mi fermi portando il mio viso all’altezza del tuo.

Mi guardi negli occhi e mi accarezzi il viso “Era questo che ti tormentava?”

Te n’era accorta. Non riesco a crederci, tu ti eri accorta di quello che mi stava logorando.

“Si” ammetto “Mi sono accorto che ti voglio”

Sorridi “Anche io ti voglio”

Il mio cuore sussulta non riuscendo a credere alle mie orecchie. Ti bacio di nuovo. Scendendo con le mie mani su tutto il corpo. Tu tremi, ma non hai freddo, è lo stesso fremito che sento dentro di me. Mi levi la maglietta e con le tue piccole mani mi accarezzi la lunga cicatrice. Una scia infuocata rimane sulla mia pelle e ti cerco ancora con le labbra.

Le mie mani scivolano verso la tua minigonna e preso dal desiderio quasi te la strappo via. Tu ridi e il tuo respiro mi colpisce sul viso.

“Che ardore” dici tra un bacio e l’altro.

Non so come, ma sei riuscita e togliermi i pantaloni. Ora le nostre pelli si sfiorano, sfregano l’una contro l’altra. La differenza tra di noi è abissale, tu sei morbida e io ruvido, tu sei chiara e io scuro, tu sei delicata mentre io sono quasi indistruttibile.

Ora i nostri vestiti sono tutti intorno a noi e perdo il mio sguardo sul tuo corpo.

Neanche uno dei miei sogni più impuri ti aveva reso giustizia. Sei bellissima e la tua pelle sembra risplendere alla luce della luna, che insieme alle stelle assiste alla nostra passione.

Siamo due pezzi di un puzzle che combaciamo alla perfezione, ma ne rendo contro quando scivolo lentamente dentro di te. Una tua mano si avvinghia alla mia schiena mentre l’altra mi stringe i capelli.

Ho paura di farti male, sei così delicata che ho paura che ti dissolvi come una bolla di sapone.

Mi baci con forza, un chiaro invito a continuare. Non mi faccio pregare, preso ormai da tutti gli istinti che si annidavano dentro di me. Lentamente inizio a muovermi dentro di te, cerco di essere delicato ma non credo di esserne molto capace. Ma tu non ti lamenti, gemi di piacere insieme a me. I miei orecchini tintinnano, quasi vogliano scandire il ritmo di questa danza che accelera sempre di più. Sembriamo un solo corpo che si muove a ritmo di musica.

Ti bacio, mangiandomi quasi le tue labbra, sentendo il piacere farsi più intenso.

Tremo quando mi libero dentro di te.

Tu respiri pesantemente sussurrando il mio nome. Chiudi gli occhi godendo di quel piacere che ha colto entrambi.

Ti accarezzo una guancia con il naso e tu apri gli occhi. C’è una luce nuova nei tuoi occhi, è così bella che ne rimango abbagliato. Mi accorgo che stai aspettando qualcosa e mi do dello scemo da solo capendo di non avertelo ancora detto.

“Ti amo” sussurro.

L’orgoglio si era dissolto contro le tue labbra, e ora mi sentivo davvero meglio. Avevo confessato e tu non mi avevi respinto.

Tu sorridi maliziosa “Lo so”

Sorrido anche io impossessandomi di nuovo delle tue labbra.

Ricominciamo quella danza sfrenata, ma ormai sono leggero, felice e completo.

Perché tu sei mia, mia soltanto.

 

ANGOLO DI ROGI

Sinceramente non so perché l’ho scritta, dopotutto all’una di notte e pensieri non hanno un senso compiuto. Spero che vi sia piaciuta!! Lasciate qualche recensione, anche costruttiva, dato che con queste parti sono alle prime armi e diciamo che l’ho scritta per allenamento.

Un abbraccio a tutti!!

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Rogi