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Autore: LeggiStorie    10/07/2010    2 recensioni
Bella finalmente torna a casa, ma lei non ha dimenticato..e questo la uccide di un dolore talmente grande da cui non puō pių scappare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO I

Ero su un’aereo che mi avrebbe finalmente riportata a casa,dopo un’anno sarei riuscita a rivedere quelle facce?a tornare in quel luogo che tanto mi aveva fatto male?

Durante l’ultimo anno ero stata a New York da mia zia, in un grattacelo grandissimo e vicino al parco pių bello di tutta la cittā:Central park. Ero stata lontana da quella piccola cittā chiamata Forks, lontana dal ricordo pių doloroso, lontana da lui e dall’amore che IO provavo. Ovviamente ero anche stata lontana dalla mia famiglia,dalle mie amiche,dalla mia vita e questo faceva malissimo. Faceva male sentire mia madre al telefono piangere e pregarmi di tornare a casa. Faceva male leggere le e-mail di Angela e Mary che mi scrivevano che senza di me loro si sentivano male. Faceva male non rispondere alle telefonate ad Alice e Rose o alle loro e-mail. Certo tutto questo faceva malissimo,ma il dolore che avrei sentito se,girando per le strade di Forks mi fossi imbattuta in uno di loro due,o se per caso mi fossi ritrovata davanti a quella casa, ero sicura che sarebbe stato maggiore di qualsiasi dolore si puō provare in un’intera vita.

Per questo decisi di partire un anno fa,la grande mela mi ha fatta tornare pių o meno quella che ero..a volte ovviamente il pensiero tornava da lui ma riuscivo a tirarmi su e a dire “Ce la faccio”. Ho passato un anno a pensare al perché mi sono comportata cosė e al perché non ho affrontato la cosa. Solo dopo ho capito che non l’ho fatto perché avevo bisogno di crescere, di affrontare la vita. Io non potevo scappare dal problema perché non era cosė che si sarebbe risolto.

E quindi eccomi qua dentro l’ aereoporto di Seattle a correre pių veloce che posso verso l’uscita. Finalmente dopo un anno tornavo a casa, per affrontare qualcosa che avevo lasciato in sospeso. Dovevo crescere, non dovevo pių scappare, dovevo affrontare i problemi a testa alta. E io ce l’avrei fatta.

Ad aspettarmi fuori dall’ aereoporto c’erano i miei genitori e solamente due delle mie quattro migliori amiche. Angela e Mary. Angela era dolce e amorevole,timida e fragile. Mary invece era esattamente l’opposto,era una persona fantastica entusiasmante e solare,forte e spigliata. Mi faceva male sapere che ad aspettarmi non c’erano anche Alice e Rose, ma sapevo che era giusto cosė,almeno per me,almeno per ora. Alice era sua sorella,lei non avrebbe capito e Rose,amava Emmett pių della sua stessa vita e non volevo essere io la causa del loro allontanamento dal gruppo. Angela e Mary dopo la mia partenza non hanno pių frequentato ne lui, ne i nostri amici e lo hanno fatto per me,non volevo che questo accadesse ad Alice e Rose.

L’abbraccio pių forte che io abbia mai ricevuto mi fece tornare alla realtā, Mary e Angela mi erano praticamente saltate addosso e io ero felicissima cosė.

“Dio ragazze quanto tempo!!!..che bello rivedervi..siete fantastiche e mi siete mancate da morire ogni giorno!”

Le lacrime avevano lasciato i miei occhi e non ne volevano sapere di fermarsi.

“Anche tu Bella…Anche tu ci sei mancata da morire..non lasciarci mai pių ti prego!!” Angela non finė la frase che si mise a piangere.

“Dai ragazze basta piangere..ora Bella č qui e questo č l’importante!” la solita Mary, ma noi le volevamo bene per quello che era.

Sciolto l’abbraccio con le pių fantastiche delle amiche corsi dai miei genitori. Dio quanto mi erano mancati. Gli occhi di mia madre erano pieni di lacrime,per la prima volta dopo un anno erano lacrime di gioia..non mi disse niente..perchč tra me e lei era cosi non servivano le parole!

Mio padre invece mi baciō la guancia con una forza che non credevo possibile e una volta allontanato mi guardō negli occhi…i miei erano lo specchio dei suoi,due paia di occhi color cioccolato si guardavano lucidi.

“Ben tornata a casa bambina mia!”sussurrō al mio orecchio.

“Grazie papā!”

Il tragitto in macchina durō un paio d’ore…raccontai a tutti di New York, di quanta gente ci fosse,e nonostante tutto di quanto mi fosse mancata Forks.

  
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