Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |      
Autore: Fuyu    11/07/2010    1 recensioni
Due re, due regni, due popoli, un unico desiderio: Distruggere l'altro. Da vent'anni la guerra dei regni, Guisdo e Ksiow, perversava per le grandi praterie e i boschi circostanti, ma nessuna delle due fazioni riusciva prendere posizione. Il loro unico scopo era riuscire, ad espandere le terre per aumentare il proprio potere, mentre i regnanti si susseguivano. Diciassette anni dopo, i regnanti delle due fazioni decisero che la guerra era durata anche troppo e decisero, quindi, di firmare un armistizio per portare la pace, purtroppo il re della casata Guisdo, morì prematuramente lasciando il trono al figlio Jan, diciassettenne e immaturo per quel ruolo, ma unico erede al trono. Convinto purtroppo che la prematura scomparsa della madre, quando lui aveva solo cinque anni, fosse opera dei loro nemici. Decise di innescare un'altra guerra tra i due regni, non capendo la gravità della situazione. La nostra storia inizia in quell'infausto giorno.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
triste

Questa fanfic, è una storia che mi è venuta mentre ero nella fase, dei disegni infatti ho fatto parecchi disegni, sui due protagonisti, se li volete vedere potete andare sul mio account sul deviant'art, comunque giù c'è un collegamento all'immagine. La storia di per se finisce male, ma non mancheranno scene divertenti e sentimentali, quindi vi auguro buona lettura.

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

1° Capitolo: L'INIZIO DI TUTTO

Due re, due regni, due popoli, un unico desiderio: Distruggere l'altro.
Da vent'anni la guerra dei regni, Guisdo e Ksiow, perversava per le grandi praterie e i boschi circostanti, ma nessuna delle due fazioni riusciva prendere posizione. Il loro unico scopo era riuscire, ad espandere le terre per aumentare il proprio potere, mentre i regnanti si susseguivano. Diciassette anni dopo, i regnanti delle due fazioni decisero che la guerra era durata anche troppo e decisero, quindi, di firmare un armistizio per portare la pace, purtroppo il re della casata Guisdo, morì prematuramente lasciando il trono al figlio Jan, diciassettenne e immaturo per quel ruolo, ma unico erede al trono. Convinto purtroppo che la prematura scomparsa della madre, quando lui aveva solo cinque anni, fosse opera dei loro nemici. Decise di innescare un'altra guerra tra i due regni, non capendo la gravità della situazione. La nostra storia inizia in quell'infausto giorno.


"PAAAAAAADREEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!" urlò una voce nei corridoi reali del palazzo, dove erano in allestimento i preparativi, per la festa dei diciott'anni del principe.
"Principe si calmi, la prego! Così sveglierà, mezzo regno" cercò di calmarlo una cameriera, esasperata. Il principe Niweh: un ragazzo molto ben educato, essendo il futuro erede al trono, aveva avuto i migliori insegnanti: di bon ton, ballo, spada ecc, l'unica cosa che non sopportava era la fissa che suo padre, il re Ajak, aveva in quegli ultimi tempi. Trovargli moglie; non perdeva nessuna occasione per invitare a ballare ogni dama in età da marito del regno, solo per potergli lasciare il trono, ma il principe non se la sentiva ancora, ma questo il re lo ignorava blandamente.
Il principe spalancò la porta, della camera reale dove lacché, maggiordomi e sarti stavano, facendo i salti mortali per preparare uno, dei centomillesimi, vestiti di sua maestà.
"Oh, figlio! Qualcosa non va?!" chiese, guardandosi al grande specchio che aveva davanti.
"Padre! Mi anno portato i biglietti d'invito, per la festa di stasera" proclamò
"Bene, dalli ai messaggeri, li consegneranno a chi di dovere"
"Quella era la mia intenzione, ma........." si bloccò stritolando gli inviti che aveva in mano
"Ma, cosa figlio?" chiese girandosi, per guardarlo, in faccia
"Come mai, i biglietti, per i conti, i duchi e i marchesi, padri dei miei amici, non ci sono?" domandò. Il padre lo guardò stupito, come se la cosa fosse ovvia, e poi sorrise sornione, e al principe vennero i brividi "Padre! Non ditemi che..............!"
"Si, si! Ho fatto i biglietti per i nobili, che hanno figlie, FEMMINE" sottolineò l'ultima frase, con enfasi, finendo di mettersi il mantello "Quelli per gli altri nobili, sono da parte". Niweh sospirò, non ne poteva più, era già la terza volta in un mese, che il padre organizzava feste, solo con lo scopo di fargli trovare moglie
"Padre, ve lo già detto, non ho alcuna intenzione di sposarmi ora"
"Oh! avanti figliolo! Ormai hai diciotto anni, è ovvio che io ti voglia dare il trono, sono vecchio!"
"Siete ancora nel fiore degli anni, e poi non devo avere una moglie per salire al trono!" protestò il principe
"Vedi, prima trovi moglie e prima mi darai un nipotino"
Ed ecco che si arrivava al punto: il sovrano voleva semplicemente avere un nipotino, cosa che non passava neanche nell'anticamera del cervello, dell'erede al trono. Uscirono dalla camera, ancora discutendo con i servi che tenevano alto il mantello del re, mentre si avviavano alla sala del trono.


"Piuttosto padre, ho notato che avete invitato anche mio cugino!" cercò di sviare il discordo, sperando nella dimenticanza del padre.
"Beh, mi pareva ovvio! Se non avessi invitato tua zia, mi avrebbe linciato!" esclamò avvertendo dei brividi, lungo tutta la schiena. La zia del principe, sorella della regina defunta: donna forte e spavalda, non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, e infatti il sovrano continuava a chiedersi, come poteva aver trovato marito.
"Sire! La sala è pronta!" esclamò un maggiordomo aprendo la grande porta. La sala era agghindata a festa, con festoni, arazzi e simboli reali per tutto il perimetro, il trono si trovava dietro ad un grande tavolo, il quale si estandeva nella parete più corta, fino al limite delle colonne, che formavano un porticato. Dei tavoli tondeggianti erano disposti, simmetricamente da entrambi i lati, lasciando il posto per la zona ballo, mentre l'orchestra era posizionata accanto alla porta d'ingresso.
Il sovrano guardò con attenzione tutta la sala, esaminandola fino all'ultimo centimetro.
"Bene, è perfetta" asserì, facendo sorridere il maggiordomo
"Grazie altezza! Merito dei suoi consigli" elogiò guardando il sovrano allontanarsi
"Quante volte ve la fatta allestire, prima di ora?" domandò curioso il principe, sapendo perfettamente le manie di grandezza del padre
"Almeno cinque volte, solo oggi!" sussurrò il maggiordomo, facendo ridere il principe
"Tipico di mio padre" asserì.

L'invito arrivò a tutte le famiglie di nobili, e soldati del paese, e bussò anche alle porte della casata Eods. La figlia del duca: Saki una ragazza di diciott'anni, con i capelli aranciati, raccolti spesso in due code basse, con due ciuffi che ricadevano davanti alle orecchie e la frangia verso destra. Si stava giust'appunto finendo di vestire, con l'alta divisa da soldato, quale era. A quei tempi, in quel regno non c'erano distinzioni, tra donne e uomini, chiunque potesse permettersi delle armi aveva il diritto di entrare a far parte dell'esercito imperiale. L'età possibile per l'arruolamento variava dagli udic'anni per le reclute, fino ai trent'anni per gli esperti. Ad un certo punto un maggiordomo bussò alla grande porta bianca, unico accesso della stanza.
"Signorina! Suo padre la desidera" disse,inchinandosi. La ragazza si girò mostrando gli occhi verdi, stupiti, poi alzandosi. Camminò per i lunghi corridoi, della casa, fino ad arrivare alla grande biblioteca, dove suo padre era solito prendere il the.
"Mi avete fatto chiamare, padre?" chiese chiudendosi la porta alle spalle.
"Tu sai che giorno è oggi?" domandò, continuando a leggere, non curante della figlia
"Padre?" chiese lei.
"Il nostro, beneamato sovrano, ha mandato un invito a tutte le famiglie benestanti del paese, con l'intento di festeggiare, il diciottesimo compleanno del principe!" spiegò chiudendo, finalmente il libro "Naturalmente, l'invito è arrivato anche alla nostra porta" la guardò di sottecchi
"Questo lo so, ma non comprendo il vostro richiamo, cosa centro io?" chiese sempre più stupita
"Di solito, quando andiamo a qualche festa, tu ti vesti con l'alta uniforme, dell'esercito! Come ora"
"Si infatti! Essendo uno dei generali, è mio dovere andare così, alle grandi occasioni!" spiegò la ragazza. 
"Per stavolta preferirei, che tu andassi con un vestito, invece che da soldato!" esclamò il padre.
"Come vestito? Padre non ho mai provato ad andare con una gonna, e poi, se anche fosse, non ho un vestito!" protestò
"Per il vestito non ci sono problemi, ne indosserai uno di tua madre! Vai nell'armadio e scegli!" proclamò congedandola.
La povera ragazza, si incamminò verso la stanza della madre, assente ormai da settimane: per problemi politici con il venerabile zio, il conte di Nix. Sua madre era bravissima a portare a termine ogni trattativa, a differenza del padre il quale, anche se buono, non faceva nulla se non dare ordini ai quali lei doveva ubbidire. Entrata in camera, aprì il grande armadio, bianco che prendeva gran parte della stanza, trovando vestiti di ogni genere e colore. Oltre ad essere brava ne problemi politici, sua madre aveva dei gusti molto particolari, ma non per questo strambi, adorava i suoi vestiti: eleganti, semplici e comodi, il problema era indossarli; non aveva mai provato a metterli e con tutte quelle corde gli sembrava un'impresa ardua, più delle guerre o delle battaglie, alle quali aveva partecipato. Decise allora di farsi aiutare dalla governate che le stava dietro fin da bambina.


La celebrazione del suo compleanno avrebbe avuto luogo, tra due ore. Era appoggiato al parapetto di uno dei balconi, della sala a scrutare il suo pese: Era praticamente costruito sull'acqua, un grande fiume attraversa la capitale, sfociando in un lago poco distante dal castello con i cigni, esseri sacri per loro, tanto che erano diventati il simbolo reale, i quali aggiungevano bellezza al paesaggio della capitale. Non aveva la minima voglia di trovarsi ad inchinarsi, alle varie donne e damigelle arrivate li da tutto il paese, solo per provarci con lui. Perso nei suoi pensieri, per poco non crollò a terra quando si ritrovò due braccia al collo, ed un corpo più piccolo del suo, sopra la schiena.
"Cugino! Come va?"
Quella voce l'avrebbe riconosciuta a chilometri, era suo cugino Kash, figlio della sorella di sua madre. Aveva due anni in meno di lui, esuberante, come la madre, e un po' matto, ma piacevole da rivedere
"Kash scendi, cadremo in due"
"Guasta feste, sempre a puntualizzare!" si imbronciò il più piccolo, lasciando libero il collo, del cugino per poi prenderlo per mano e guidarlo dalla madre, la quale stava tranquillamente conversando con il marito, e il sovrano. "Madre, guardate chi ho trovato!" esclamò facendo girare i tre nobili
"Più che trovato direi accalappiato!" rise la madre, abbracciando il nipotino "Ah come passa il tempo, mi sembra ieri che sei nato"
"Zia, sto....soff..........soffocando" cercò di dire, e finalmente grazie all'intervento dello zio riuscì a liberarsi dalla morsa, letale della zia. "Grazie, zio"
"Di nulla nipote!" esclamò l'uomo. Pacato gentile, forse troppo, a momenti assomigliava più lui a sua madre che sua zia. Gli aveva insegnato quasi tutto, sull'arte del combattimento, non per nulla era uno dei pezzi grossi dell'esercito, al quale lui doveva ubbidire.


I festeggiamenti iniziarono con grande stile: Prima il banditore faceva entrere gli ospiti, dicendo il nome e il titolo o grado dell'esercito e poi tutti andavano a salutare i sovrani. Il grande tavolo dove era seduto il re, era riservato alla famiglia reale e ai capi dell'esercito, mentre i nobili e gli altri soldati si sistemavano ai tavoli rotondi. La tiritera era la stessa, ogni cinque secondi c'erano nobili che si inchinavano davanti al tavolo, insieme alla famiglia, quando finalmente cominciarono le danze. Il principe ballo con almeno la metà delle ragazze presenti in sala, sotto consiglio del padre, il quale ogni volta che cambiava ballerina era speranzoso, che ci trovasse qualcosa, ma nulla di nulla. Finita la prima parte della festa, Niweh uscì sulla veranda per prendere una boccata d'aria.
"Vi fanno male i piedi, altezza?" chiese una voce femminile, lui girandosi si fece coraggio per un'altro ballo quando si trovò davanti Saki, sottoposta di suo zio nell'esercito
"Ma come..... come ti sei conciata?" chiese, vedendola vestita con un abito azzurro pieno di fiocchi e pizzi. 
"Mio padre, ha insistito" rispose lei.
La conosceva fin da bambino, ormai non contava più le marachelle che facevano, insieme al cugino, quando avevano nove anni, era da sempre la sua migliore amica e la vedeva sempre vestita da soldato, ma ora vedendosela vestita da donna aveva cominciato a guardarla sotto un'altro aspetto. Andò verso di lei, in modo composto, porgendole la mano sinistra.
"Che vuol dire? Che dovrei fare?" domandò lei svampita
"A rigor di logica, mettere la tua mano destra sulla mia! È un invito a ballare!" spiegò, Saki gli diede la mano, e lui la condusse al centro della stanza.
Niweh andò dalla parte degli uomini, mentre Saki da quella delle donne, ci fu l'inchino e i cavalieri porsero le mani alle dame, cominciando a ballare al ritmo della musica, su un ballo tipico di quel regno. I passi erano facili e fluidi, e la melodia si espandeva per tutta la sala, intanto il sovrano fantasticava, con il signore di Eods, padre di Saki. Erano stati i due ad avere quell'idea, avevano notato che i figli erano affiatati e quale occasione migliore di un ballo, per conoscersi meglio.
"Volete vedere che sceglierà lei!" esclamò il sovrano al duca, chiedendogli di fermarsi per la notte
"Lo spero, sire! E accetto con piacere l'invito a restare"
"Conoscendo mio nipote, non credo che cederà così in fretta, in fondo sono amici d'infanzia, mi pare ovvio che l'abbia invitata" proclamò la sorella della regina
"Potresti essere un po' più d'aiuto" ringhiò il re sorridendo
"Non ci penso neanche!" fece di rimando
"Poveri noi" disse esasperato il marito della sorella, con il figlio che se la rideva.
La festa andò avanti per ore, quando ad un certo punto, fu interrotta dallo sbattere del portone principale. Un messaggero portò una lettera, da parte del re Jan Guisdo.

"Da mesi ho un chiodo fisso nella testa, quello di distruggervi, come voi avete distrutto il mio regno e mio padre, troppo ingenuo per vedere la vostra vera natura. Io so cosa avete fatto tre anni fa quando mio padre fu ucciso e so cosa, non avete fatto per aiutarlo, ma state tranquillo che questa sarà l'ultima notte che potrete dormire tranquillo. Voi avete ucciso mia madre, la persona che avevo di più caro al mondo e io farò lo stesso con voi"

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Primo capitolo, che dedico con gioia ad una mia amica: Krystal, la desideravi e finalmente l'ho cominciata, spero che tu ne sia contenta.

Come promesso questo è il link per l'immagine: LINK

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Fuyu