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Autore: Lady Hime    11/07/2010    7 recensioni
SasuNaru} «Che ci fai tutto solo dobe? Cerchi la tua dolce metà?».
«Chi ti dice che non l’abbia già trovata?».
«Ceerto».
«Pff».
«Sali?».
«Giusto se mi preghi in ginocchio».
Genere: Azione, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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My Executioner

Il mio carnefice.

Lui odiava aspettare, era sempre stata una persona tagliata più per l’azione che per restare a pazientare speranzoso.
Sentiva un nauseante impulso di scappare via, lontano da quella stanza, ma non poteva, Kiba gli aveva seccamente detto che cercare una ragazza tra le vie di Tokyo era qualcosa di impossibile per chiunque, anche per un ragazzo con un forte spirito come lui.
Fissava quel telefono con speranza, in attesa di una qualsiasi chiamata; il silenzio assordante della stanza, interrotto soltanto dal costante muoversi delle lancette dell’orologio era soffocante.
Era così abituato a quell’unico rumore che quando il suono del campanello interruppe l’atmosfera grave che lo circondava, quasi cadde dalla sedia.
Balzò in piedi e barcollando aprì la porta.
Un corriere vestito di tutto punto gli consegnò un pacchetto; Naruto firmò e richiuse la porta alle sue spalle. Lo scartò con una certa fretta, come se avesse compreso il contenuto, ma c’era soltanto una busta, probabilmente fatta recapitare col corriere per evitare che andasse persa.
Si ritrovò tra le mani un messaggio composto ritagliando lettere da titoli di giornale, puro stile film e delle foto. I suoi occhi azzurri osservarono con orrore la figura di Hinata seminuda e legata ad una sedia, con un’espressione terrorizzata sul suo volto, i suoi gli occhi sembravano urlare.
Distogliendo lo sguardo da quelle foto, li riportò sul messaggio con lo stesso terrore.

 
«Se la rivuoi viva uccidi Neji Hyuuga».

 

Non aveva mai pensato che un giorno la vecchia pistola di suo padre gli sarebbe tornata utile e ancor meno, che ci avrebbe girato Tokyo in apparente tranquillità.
Stava andando ad uccidere una persona e non una a caso, stava per assassinare il cugino della sua ragazza. Non era stata casuale la scelta degli aguzzini di Hinata e Neji di costringere lui, essendo uno dei pochi che indisturbato avrebbe potuto avvicinarsi in vece di fidanzato della sua preziosa cugina, magari per parlare di un possibile matrimonio. La pistola bruciava sotto il giaccone di pelle, a lui sembrava quasi che suo padre gli stesse intimando di fermarsi.
Suo padre che era stato un poliziotto con una carriera brillante, che ci aveva rimesso la pelle quando lui era ancora un po’ troppo piccolo per capire; e tutto quello che era rimasto non erano né il corpo né i vestiti, soltanto la pistola di servizio, sui cui sua madre aveva pianto troppe volte.
Scese dall’autobus quando arrivò finalmente nelle aree più ricche della città, proprio dove villa Hyuuga sorgeva in tutta la sua grandezza.
La cameriera, una volta riconosciuto, lo condusse subito da Neji, nel suo studio. Naruto sapeva che era una delle poche stanze senza telecamere e in qualche modo di sentì anche peggio, perché avrebbe forse potuto farla franca eliminando la gentile cameriera che lo stava conducendo là.
Era stato tutto troppo facile, troppo, eppure era lì, immobile, davanti alla figura elegante del cugino della sua ragazza che lo guardava. Gli occhi azzurri di Naruto lo osservarono per un po’, in un misto di tristezza e esitazione, ma in fondo che cosa poteva fare?

«Naruto-kun a cosa devo la visita?».

Neji si girò verso la scrivania, cercando forse delle carte; Naruto estrasse la pistola con una lentezza indicibile; durante tutto quel tempo Neji avrebbe potuto girarsi, urlare aiuto ed attaccarlo, ma sembrò non accorgersi di niente, nemmeno quando il biondo caricò la pistola.
Il ‘click’ nel chiudere il tamburo dell’arma gli fece guadagnare un veloce sguardo da Neji, ma lui non sembro fare altro, quasi attendesse il momento.
Puntò la pistola su Neji incerto e quest’ultimo rivolse lo sguardo al cielo grigio visibile dalla finestra. Era certamente una pessima giornata per morire.
«L’hanno rapita per questo vero?».
Non annuì, non ce ne fu bisogno. La pistola vibrò nelle mani di Naruto quando premette il grilletto.
Neji Hyuuga cadde a terra, morto. Il rumore dello sparo, soffocato dal silenziatore, continuò a ripetersi nella testa di Naruto, che imbambolato rivolse lo sguardo al cielo.
Aveva ucciso una persona.
Non una qualsiasi, aveva appena ucciso una delle persone più famose di Tokyo per bellezza e fama, ma così avrebbe salvato la vita della sua preziosa fidanzata.
Avrebbe voluto sorridere, ma non ce la fece; si mise invece le mani sulle orecchie, ma il rumore dello sparo continuò rimbombargli in testa, ancora, ancora e ancora. 

Hinata aveva pensato seriamente di lasciarci la pelle, vista la situazione.
Ripensò rabbrividendo all’odore di cloroformio che le aveva invaso le narici quando era svenuta tra le braccia dei suoi rapitori.
Non l’avevano toccata quasi con un dito, almeno su quello poteva ringraziare Dio. L’avevano solo fatta spogliare in una stanza al suo risveglio, nemmeno del tutto e legata neanche troppo forte ad una sedia; avevano usato un’inusuale delicatezza, che di solito non si riserva ad una vittima.
Poi uno dei tizi aveva tirato fuori una pistola e Hinata, già terrorizzata e confusa, avrebbe voluto urlare se non gli fosse mancato il fiato.
Si era limitata a spalancare gli occhi e fissare con orrore la pistola, poi un flash l’aveva investita e la tensione a mille e forse più l’aveva portata in un sonno senza sogni.
Quando aveva riaperto gli occhi si era ritrovata stesa sulla panchina davanti a casa sua illesa, vestita e con le buste dello shopping fatte il giorno prima. Non aveva pensato nemmeno per un attimo che fosse stato tutto un sogno, la paura e la figura della pistola erano ancora vivide nella sua mente; aveva afferrato il cellulare e con irruenza inusuale aveva chiamato il suo ragazzo, ottenendo in risposta solo il ‘bip’ della segreteria telefonica.
Ed ora era lì, a correre a perdifiato verso casa di Naruto, con una terribile sensazione addosso. Arrivata davanti alla casa del biondo tirò fuori le chiavi dai meandri della borsa e con la mano tremante infilò la chiave nella toppa. Dopo i soliti due giri, la porta si aprì.
Sembrava tutto così normale ai suoi occhi, tutto come sempre; camminò lentamente fino al tavolo disordinato. La riconobbe subito, la scatola di finto d’oro dove Naruto custodiva la pistola del padre, gli aggeggi per pulirla e la scatola dei proiettili e poi, un po’ più in là una lettera e delle foto. Prese il tutto tra le mani, consapevole che se era fuori era stato tutto grazie a Naruto. Le infilò nel sacchetto dove giacevano i suoi ultimi acquisti, richiuse la scatola buttandoci tutto quello che Naruto aveva utilizzato e la ripose in un altro sacchetto.
Poi uscì, chiudendosi la porta alle spalle, senza nemmeno chiuderla. Non pianse, fece tutto con estrema freddezza. Naruto l’aveva salvata…
La fiammella dell’accendino sfiorò la lettera, tutto prese fuoco nel giro di un minuto, un enorme falò si alzò davanti ai suoi occhi e poi si spense nel medesimo modo; solo alcuni pezzi di metallo non sparirono in cenere, ma in fondo trovarli e ricondurli a Naruto sarebbe stato impossibile, perfino per un poliziotto determinato.
Proprio così, Naruto l’aveva salvata, ora era il suo turno.

TBC

Allora posso affermare che:
1- la storia non avrà più di una decina di capitoli secondo i miei calcoli.
2- La storia avrà ben poco di etero nonostante l'inizio.
3- Nel prossimo capitolo comparirà Sasuke.
4- Non so quando aggiornerò visto che parto.

Se è piaciuta fa piacere *^*

   
 
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