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Autore: Folle_camille    12/07/2010    3 recensioni
Sono in grado di modulare la voce in un modo assolutamente tenero e Remus non mi resiste mai, così la mia salvezza è assicurata e posso tornare a fare cazzate. Sospira nel momento esatto in cui sapevo lo facesse e si passa una mano sulla faccia bagnata, reprimendo un moto di rabbia mescolato ad uno di palese tenerezza.
E se i Marauders decidessero di fare una vacanza al mare? :)
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Peter Minus | Coppie: Remus/Sirius
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Disclaimer ~ 
Il personaggio è della Rowling, che Dio la benedica! Storia scritta per puro svago, senza alcuno scopo di lucro.
Note ~
• Il rating è dovuto ad una scena violenta.
• Please, commentate! Sono molto legata a questa storia, l'ho scritta in un momento di follia e la condivido qui sperando che vi regali le stesse emozioni che ha regalato a me durante la stesura! Buona lettura :)
                 ~ Al bambino piaceva la luna.
Quella sera di marzo un bambino non riusciva a dormire. 
Le lenzuola pendevano pigre e pesanti dal letto, l'acchiappasogni vicino alla finestra regalava all'aria immobile un occasionale dolce tintinnio.
I capelli castani del bambino poggiavano sparsi su un cuscino di cotone e questi giaceva impassibile con gli occhi spalancati nel buio, come se credesse che il sonno si sarebbe appropriato di lui solo se restava fermo. Quando la notte sembrava troppo lunga, il bambino era solito osservare i disegni di luce proiettati sul soffitto dai fari delle macchine, inventando piccole storie di personaggi inesistenti, o ricordando le storie che suo padre gli aveva letto poche ore prima; aspettava l'alba con serenità e sorrideva quando il tramestìo di pentole e l'odore della cioccolata calda lo avvertivano che era ora di scendere in cucina.
Aveva sei anni e si chiamava Remus. Il suo nome gli piaceva perché non era inglese; sua madre gli aveva spiegato che era il nome latino di uno dei fondatori di una città lontana di cui il bambino non riusciva a ricordare il nome. 
Quella sera, il bambino ascoltava il rumore del vento che scuoteva le foglie dei meli e pensava ai bambini con cui avrebbe giocato l'indomani. Pensava alle altalene del parco, alle panchine di vernice scrostata; ai giornali degli anziani, su cui erano scritte cose che non riusciva ancora a capire. 
Giaceva sereno, pensando a tutto quello. Non si accorse di ciò che stava accadendo fuori; voltò la testa verso la finestra una sola volta, quando un debole ululato gli fece venire in mente uno dei titoli dei giornali dei grandi, di cui era riuscito a leggere solo una parola. C'era scritto "lupi" e c'era la foto di una luna piena. Al bambino piaceva la luna.
Tornò a fissare il soffitto, pensando ai giornali e alle panchine e ai buffi sguardi dei vecchi che si concentravano sulle pagine fresche di stampa.
Passarono diversi minuti prima che si accorgesse di essere osservato. Guardò nuovamente la finestra e si stupì quando i suoi occhi incrociarono quelli di un animale notturno. Quello lo fissava senza sosta con le pupille dilatate e le iridi gialle. Lentamente scostò le lenzuola dal suo corpo fragile e poggiò i piedi sul pavimento freddo. Si avvicinò alle iridi dorate tendendo una mano, forte della sua innata curiosità.
-Cosa sei?-
Mormorò nel buio, e la sua voce risuonò cortese e tenue nell'eco della notte.
L'animale sconosciuto mosse un passo verso la finestra aperta e sguainò i denti bianchi in un ringhio. In un attimo fu sopra di lui e il bambino ebbe solo il tempo di gridare e di coprire il volto con le braccia, prima che il calore del suo stesso sangue lo inondasse e gli procurasse un fiotto di nausea. Lottò gridando con il lupo, piangendo alla vista di quegli artigli che gli laceravano la pelle, rendendola rossa e vivida e bruciante.
Fu un attimo prima che i suoi genitori entrassero nella stanza sbattendo la porta e il bambino riuscì a vedere tre cose prima di svenire, riuscì a vedere le lacrime che bagnavano il volto di sua madre, un lampo di luce che fece scappare la bestia e una ferita incandescente e sanguinante che gli smembrava la spalla destra.
Quando si risvegliò nell'ospedale dei maghi, i suoi genitori giacevano angosciati al suo fianco.
-Mamma?- riuscì a dire.
Si rese conto del dolore lancinante che permaneva sulla sua spalla e delle lenzuola macchiate e bagnate in cui era avvolto.
-E' un miracolo che tu sia ancora vivo- suo padre si sforzò di dire, con la testa abbassata e le mani sulla faccia. Non aveva mai visto suo padre piangere.
Il bambino apprese poco dopo l'accaduto, capì che nulla sarebbe più stato come prima. Pensò di nuovo alle panchine scrostate, pensò ai bambini con cui non avrebbe mai più potuto giocare.
Pensò alla luna. Al bambino piaceva la luna, ma non l'avrebbe mai più potuta guardare con gli stessi occhi. La luna gli era ormai ostile.

Disclaimer ~ Ancora loro. I malandrini della Rowling. Sì, vorrei tanto che questi personaggi mi appartenessero, ma beh. La storia è stata scritta solo per intrattenimento, senza alcuno scopo di lucro.

Note ~
• Ho scelto un rating alto per via di alcune espressioni un po' volgari, ma la storia è comunque adatta a tutti :)
• Come ho anche scritto nel mio profilo, lo stile di questa storia è completamente diverso dai miei canoni. Spero l'apprezzerete comunque!
• Il tutto è ambientato durante un'immaginaria vacanza estiva; ecco il perché dell'"Alternate Universe". Come al solito è gradito ogni tipo di commento (suvvia, suvvia! Commentate e fatemi felice :3)


              
                      ~ Di vacanze e follie estive.


-Gwah-
Appena apro gli occhi realizzo due cose: ho la bocca impastata ed una guancia palesemente bagnata e appiccicosa. Mi premuro di fare una smorfia di disgusto, la peggiore che la mia mimica facciale possa permettermi. E mi fa un male cane il gomito. Che poi: non ho idea di dove cazzo sia. Merlino, non ricordavo fosse così orribile svegliarsi dopo una sana bevuta.
-Spostati- biascico nei capelli di James e subito dopo mi accorgo di trovarmi in un'orgia di corpi addormentati. James non si muove, quell'idiota, ma qualcuno affianco a me sospira.
-Rem?- provo.
-Mmm- mi risponde quello. 
Lo sento stiracchiarsi. -Dannato whisky incendiario; e dannato te che me ne hai fatti bere lit... awhg- Rem si alza di scatto e corre verso il bagno, scivolando su una pantofola solitaria.
Esce un minuto dopo, di un pallore straordinario, con la barba sfatta e due occhiaie notevoli.
-Sexy-
-Fottiti-
Decido di alzarmi, sì, mi sembra un'ottima idea. Ma non ho fatto i conti con il mal di testa. Cazzo, non credevo che i miei capelli pesassero tanto. Domani li taglierò. 
Trascino i piedi verso il bagno dove un attimo prima Remus ha regalato alla tazza le sue consumazioni alcoliche notturne. L'acqua della doccia è fottutamente fredda e decido di sdrammatizzare emettendo versi striduli da uccello tropicale. L'idea però non garba Remus, che mi richiama dall'altra stanza con un soave: -Se non la smetti ti uccido a morsi-
Mi rendo conto troppo tardi di aver scordato l'asciugamano chissà dove e faccio la mia trionfale entrata in salotto gocciolando acqua sul pavimento e ondeggiando le anche con fare sensuale.
Rem alza un sopracciglio. 
-Infantile- mi fredda, lasciandosi cadere pesantemente su un divano.
-Suvvia, Moony, come puoi resistere al mio fascino selvaggio?- gli chiedo ammiccante, allargando le braccia in un gesto di ovvietà.
Remus decide di non rispondermi, supino sul divano ad osservare il soffitto con aria sonnolenta. E decide di rubarmi la scena canticchiando, intonato, una canzone commerciale.
Lui sa quanto io ami essere al centro dell'attenzione, di conseguenza sa che ignorarmi è una spietata dichiarazione di guerra.
-Marrano!- urlo solennemente, gettandomi su di lui e soffocandogli la testa nel petto.
-AAAH! Ah! Mollsgrhf...!-
-Mollsgrhf?- ripeto ridendo.
E lui riesce, incredibilmente, a spingermi via e a metter su un'espressione di odio profondo, prima di lanciarsi su di me e atterrarmi.
-Maledetto sacco di pulci- mi apostrofa ridendo, mentre schiva un pugno e si rotola sul pavimento per cercare scampo alla mia amichevole violenza post-sbornia.
-Posso partecipare a questo affettuoso scambio di coccole?- James si è finalmente svegliato e giace mollemente in piedi, grattandosi la testa con un gesto stanco.
-James, mio unico amore!- urlo con il tono di una ragazzina fanatica e gli salto addosso, per poi azzeccargli un bacio sulla bocca cercando di fare più rumore possibile.
James si scansa velocemente -Levati di mezzo, maledetto pervertito nudo!-
-Quanta enfasi, Jim- Osserva Remus dal pavimento.
-Tu non hai il diritto di parlare, visto che un minuto fa stavi scopando con un cane sul pavimento di una casa presa in affitto-
Prima che Remus possa ribattere ci giunge la voce assonnata e curiosa di Peter. 
-Chi scopa?- 
-Parli di sesso e spunta Peter-
-Wormtail, torna a dormire, sei troppo giovane per ascoltare tali nefandezze-
-Moony, ho un anno più di te-
-Ah-
-Piccolo Moony, mi passeresti quella pantofola?- James allude a quell'obbrobrio polveroso e morente che spunta dalla porta del bagno.
-Solo se giuri di non chiamarmi mai più Piccolo Moony-
-Su Godric- è la pronta risposta, che non gli risparmia lo schianto della pantofola sulla sua faccia sfatta.

 

 

   
 
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