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Autore: MatteoMongy94    12/07/2010    1 recensioni
Quando i propri sentimenti si scontrano con la gelosia, allora non c'è nulla che possa fermare i terribili pensieri dell'animo umano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6:CHI TROVA UN AMICO NON SEMPRE TROVA UN TESORO

Maria Carla Bossi era davanti al detective Blissard. I lunghi capelli ricci e biondi scendevano fino alle spalle. Gli occhi castani guardavano spaventati intorno a sé. Le gambe e le braccia le tremavano. Blissard le domandò subito: -Ha da accedere?- con in mano ancora la sigaretta precedente. La Bossi guardò nella sua borsa e ne tirò fuori un accendino, che prestò al detective.
-Grazie mille. E adesso, iniziamo. Lei è Maria Carla Bossi,diciassette anni,alta un metro e sessantadue per cinquantotto chili, frequentante ragioneria all’Istituto Boccaccio di Casale Monferrato.Giusto?-
-Si, detective.-
-Come ha conosciuto la vittima? Ed era in buoni rapporti?-
-In piscina. Diventammo subito amici. Spinsi la mia migliore amica ha fidanzarsi con lui per vederlo più spesso. E divertirmi anche un po’ con lui.-
-Nel senso di…-
-Scopare, se a questo vuole arrivare.- La donna tirò fuori dalla borsetta un pacchetto di Camel, ne prese una e la accese. Spirò, e numerose boccate di fumo le uscirono dalla bocca.
-All’epoca ero fidanzata. Quando mi sono mollata ho iniziato a volerlo possedere tutto per me. Ma c’era Beatrice di mezzo. E allora, quando si ubriacava e litigava con lei, mi chiamava e andavo a casa sua e ci divertivamo.-
-Dunque lei sapeva delle liti fra Beatrice e Geffri?-
-Ovvio, ma dovevo fingere di no, e la prego di non dirlo alla mia amica. La prenderebbe male, molto.-
-Credo che farebbe solo bene.-
-Dunque glielo dirà?-
-No. Non mi immischierò in questa faccenda. Ma si ricordi che l’onestà è la base di una solida amicizia.-
-Non mi faccia la morale. Voglio solo che risolva in fretta questo caso!!!-
-Si calmi! Mi dica. Qualcuno sapeva di questa relazione? E alla vittima stava bene?-
-Nessuno sapeva nulla. Ma Beatrice sospettava. Mi disse una volta Luca che aveva lasciato incustodito il cellulare, e Beatrice aveva letto alcuni messaggi. Nulla di incriminante, ovvio, ma cose… pericolose ecco… A Luca ormai però non stava più bene. Nell’ultima settimana non ha più toccato neppure un bicchiere d’alcolico. Voleva recuperare il suo fidanzamento. Ma me non stava bene.- Diede un altro tiro alla sigaretta.
-Mi dispiace dirlo, ma ormai lo volevo solo per me. Tutto mio. Ho almeno qualche sera. Così lo “ricattavo”; -
Un strana espressione si disegnò sul volto della ragazza.
-E dunque l’ha fatto fuori.-
-Assolutamente!- disse dando un altro tiro alla sigaretta, ormai finita, schiacciandola nel posacenere, e accendendosene un’altra -mi divertivo troppo. E le sue minacce erano stupide e poco credibili.-
-Che genere di minacce?-
-Diceva che avrebbe detto tutto a Beatrice per riconquistare la sua fiducia.-
-E la ragazza secondo lei avrebbe accettato?-
-Sicuramente. Avrebbe tagliato i ponti con me, ma con lui sarebbe rimasta. Per sempre.-
La ragazza se ne andò, su invito del detective Blissard.
Nello stesso tempo entrava in stanza un giovane poliziotto con gli occhi marroni, i capelli radi in testa. Aveva esile corporatura ed era abbastanza basso.
-Ecco qui detective le analisi del medico sulla vittima. Trentatrè pugnalate, di diversa entità. Un po’ da destra verso sinistra, un po’ da sinistra verso destra. Ha subito due importanti contusioni alla testa. Una probabilmente cadendo, l’altra non sappiamo di cosa. Probabilmente l’oggetto in vetro rinvenuto vicino al cadavere. Ed ecco qui le foto del luogo della tragedia.
-Ora del delitto approssimativa?-
-3.22. L’orologio della vittima nella colluttazione col pavimento si è spaccato ed è rimasto invariato.-
Il detective osservava con attenzione tutte le foto.
-Le pugnalate dove sono state sferrate?-
-12 alla schiena, 21 davanti.-
-Chiunque potrebbe averle date?-
-Si. Il medico dice che anche un bambino o una donna di esile forza potrebbe averlo colpito. Ma alcune ferite sono più profonde, altre no. Come se mani diverse avessero attaccato.-
-Più assassini?-
-Può darsi. Ma il problema è uno! Tutti hanno alibi.-
-Lasci stare le indagini di Genot. Mi porti tutti i nastri! Tutti!. E avete già fatto analizzare l’arma del delitto?-
-Nessun impronta sull’elsa. Solo il sangue della vittima sulla lama. Sono stati usati dei guanti.-
-Che ovviamente quell’imbecille di Genot non ha cercato. Vero?-
-Vero, detective.-
  
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