Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: carrozzella    13/07/2010    1 recensioni
Anno 1214. Fine Battaglia di Bounvines, tra Francesi e fiamminghi, ossia inglesi.
Due ragazzine si trovano intrappolete nella storia, etichettate come temibili avversarie e ora prigioniere, ma...
Questa è una ff mia e della mia amica, spero vi piaccia!!
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2 chappy 1214 a voi CAPITOLO 2
 
Nadia stava fissando il soffitto appoggiata sul muro umido della cella, pensando a dove era finita la sua amica. Non sapeva come fosse capitata in quel posto sconosciuto quanto sinistro, ma in quel momento i problemi erano altri. Come  era arrivata lì? Che fosse solo un sogno era escluso, troppo realistico.                                                 

 In quel momento si toccò la lunga ferita sul braccio. Dolorante cercò di strapparsi un pezzo di quella stana divisa che aveva addosso per fasciare il taglio profondo (lo aveva visto fare in un film di azione, non era granché come imitazione ma tanto vale provare no?).                                                                                                       
 Dopo aver stretto la fascia intorno al braccio si perse ancora nei suoi pensieri. Ricordava vagamente la giornata precedente,  come le altre, si presumeva.                                                                                                                     
Era andata a scuola, aveva parlato con i suoi compagni, Mo aveva anche litigato(per l’ennesima volta) con il suo vicino di banco e lei aveva perfino preso una nota per un compito non fatto. Poi tutto buio, non ricordava più niente. No, aspettate, una cosa se la ricordava.
Lei e Mo erano andate in un mercatino nel paese vicino ma poi non sapeva cosa fosse successo.  Sbuffò rumorosamente, stava anche iniziando ad avere fame e della sua amica neanche l’ombra. Nadia sentì una voce flebile provenire dall’altra cella. Si girò di scatto spaventata, anzi letteralmente terrorizzata. Quello che vide se lo ricordò per tutta la vita.                                                                           
Un uomo sulla sessantina, magro e gracile stava dall’altra parte delle sbarre che dividevano la cella in due.          
<< D-dice a me? >> chiese lei balbettante. L’uomo si sedette meglio sotto la luce della luna facendo vedere le profonde ferite sparse in tutto il corpo, probabilmente provocate da frecce. Nadia sussultò.                                    
<< Cos’è, sei diventata una pappamolle dopo l’ultima battaglia?Ieri non avresti di sicuro avuto paura davanti a ferite peggiori >>  Affermò lui con voce roca e stanca.<< Scusi ma io non so chi siate >> Si giustificò la ragazza. Ogni secondo che passava le sembrava una vita all’inferno.                                                                                                                                                                               
<< Ha ha, oggi fai anche del sarcasmo arciere Nadia Rennes. Sarai anche brava con l’arco ma non prenderti gioco di un vecchio che sta morendo come me >> Nadia impallidì ancora di più se è possibile.Come stava morendo? Non scherziamo, lei stava già per avere un infarto, dirle che quell’uomo era in fin di vita per lei era come avergli regalato un biglietto solo andata per l’altro mondo. << Sai, credevo che quando sarebbe arrivata la mia ora la tua sfacciataggine sarebbe scomparsa, … bhè mi devo ricredere! Ma meglio così, mi avresti deluso se non ti fossi comportata in questo modo – Si fermò per prendere fiato – saresti stata troppo prevedibile, cosa non da te >> Nadia era scioccata. Quell’uomo l’avrà di certo scambiata per un’altra persona. E poi questa Rennes chi doveva essere?                                                         

<< Senta io … >> La ragazza si fermò. Ok, facciamo un passo indietro! Lei stava parlando in inglese senza fare errori, e per di più anche con l’accento giusto? A malapena riusciva a prendere 5 nei compiti in classe. << Oddio ma io sto parlando in inglese >>                                                 
<< No guarda in aramaico, ma stai bene? >> Chiese l’uomo adesso seriamente preoccupato per la salute mentale della ragazza. "L’arciere”non ascoltò le parole del vecchio e continuò a blaterale da sola << La prof sarebbe orgogliosa di me! >> Poi la ragazza si girò verso il vecchio accorgendosi di aver fatto una figura di merda parlando da sola. << Ehm, scusi, ma io davvero non so chi sia lei, e per di più dove siamo? >> Il vecchio la guardò stranito. << Ma allora ti sei presa proprio un brutto colpo alla testa!Comunque siamo nelle celle sotterranee dei nostri nemici, precisamente non so, ma così su due piedi direi nel castello vicino al confine di Belga -Si toccò la ferita sulla spalla e sospirò – Ed io sono il tuo capitano, insieme a Magem >> Dicendo quelle parole il suo volto si fece fiero e rispettoso.                                                                                                                                      
<< Chi? >>                                                                                                                                                                             

<< L’incredibile capitano che, anche se non so come, è amica tua >> I due si fissarono intensamente.                            
<< Ma chi Monica? >>                                                                                                                                                                    
<< Bene stiamo facendo passi  avanti,vedo che ti ricordi anche il suo nome! >> Il suo volto,però, si piegò in una smorfia dolorosa per poi iniziare a tossire senza tregua. Nadia era letteralmente spaventata. << Ok,ok adesso chiedo di portarti dell’acqua e vedrai che tu non muori, Parola di Nadia … ehm Rennes >> Non aveva mai detto tante cazzate una dietro l’atra. L’uomo la guardò e fece un sorriso amaro, a parer suo la botta in testa era dovuta essere un bella batosta per conciarla così.                                                                               
<< Si, e adesso dimmi! Se ci sarebbe la minima possibilità che mi diano l’acqua io adesso non l’avrei già chiesta da un pezzo? >> La ragazza doveva ammettere che il ragionamento non faceva una piega. Cacca, ma lei di queste cose del medioevo non sapeva niente, era stata sempre Mo quella che sapeva tutto al riguardo. << Si in effetti hai ragione, comunque tu non muori ok? Non sei poi ridotto così male >>                                                        
<< Se spetta e spera >> Borbottò il capitano. Passarono 2 ore, a detta di Nadia interminabili,finche l’uomo non borbottò qualcosa di incomprensibile. Era peggiorato molto in quelle poche ore e ormai le ferite si erano infettate. Non c’era più speranza.                                                                                                                             
L’arciere si avvicinò al presunto capitano e attraverso le sbarre gli prese la mano destra. Era fredda, troppo fredda. << Giuro non mi sarei mai aspettato che gli ultimi istanti su questo mondo li avrei passati con te. Sai speravo di farlo nel mio letto accanto a mia moglie e le mie piccoline. >>
Ormai non riusciva più a parlare da quanto stava male, probabilmente si stava sforzando. A Nadia scese una lacrima. Lei quell’uomo non lo conosceva neanche, ma portava un enorme rispetto e ammirazione per lui. << No ti prego non morire adesso! Tu sei l’unica certezza della mia vita! Ok? Dato che quella là non si fa più vedere da ore! >> Nadia ne era estremamente convinta. Il vecchio strinse improvvisamente la presa sulla mano, provocando un leggero dolore alla ragazza. Le sue pupille di strinsero fino a formare una fessura, ormai l’occhio sembrava formato solo dalle sue iridi chiare.                
E poi fine.                                                                                                                                                                                     
Si era chiesta molte volte come era vedere una persona morire, ma adesso che lo sapeva avrebbe voluto non scoprirlo. La mano stretta nella sua si era fatta pesante, ormai era finita, gli sarebbe solo piaciuto sapere qualcosa di più su quel vecchio. Si asciugò le lacrime che rigavano ancora il suo viso e allungò la mano, attraversando le sbarre, per chiudergli gli occhi. Sembrava addormentato.Restò alcuni minuti ad osservare il morto finché non si decise ad entrare in azione. Ormai non c’era più posto per la tristezza, ma solo rabbia. Ok l’uomo aveva detto che erano lì perché avevano perso una battaglia. Perfetto, ma contro chi? Si alzò di scatto, incurante della ferita ancora dolorante sul braccio, e si trascinò davanti alla porta che chiudeva la cella.
<< EHY TU! >> Nadia si rivolse ad un soldato sulla quarantina che, grazie alla piccola finestrella nella porta, poteva vedere benissimo.
Questo la guardò come se non avesse capito niente di quello che gli aveva detto, e in effetti era così. Allora come si voleva dimostrare questi non parlavano inglese, se non sbagliava quel Harbur qualcosa aveva uno strano accento.                                                                                                                                                                      Francese.                                                                                                                                                                                                  
Ok, diciamo pure che Nadia e le lingue non andavano molto d’accordo visto che anche in francese non arrivava al 6.
<< Nadia sta calma, andrà tutto bene! Insomma cosa ci vorrà per fare una misera frasetta in francese? >> La ragazza borbottò fra sè.
<< Demander  pardon >>*    E questo dove era saltato fuori? Forse era come l’inglese, improvvisamente sapeva non una lingua ma ben due.Il soldato si girò come per proseguire il discorso.                                                                                                     
<< Desidererei andar in bagno, è urgente >>Balla, era solo un modo per uscire di lì.                                                              
<< Non puoi sei un prigioniero e come tutti o te la fai addosso o te la tieni per i prossimi 5 anni >> Nadia non ci vide più.    
<< Senti francese dei mie stivali! Forse tu non sai con chi parli. Io sono l’arciere Rennes e so io come lo sai tu che potrei uscire di qui in meno di un millisecondo! Volevo solo risolvere la cosa diplomaticamente ma mi vedo costretta ad usare le maniere forti! Allora, a te la scelta, o mi lasci andare in bagno o io qui faccio una strage >> Chissà dove gli erano saltate fuori quelle parole. Sapeva benissimo che non poteva fare niente ma meglio tentare no?                                                                                                                                                                    
<< Ehm, ok esci ma ti accompagnerò io >> Con suo grande stupore il soldato la assecondò. Che pollo.                   
<< Scusa e come faccio a uscire da sola? Cos’è, volo? >> Sbraitò la ragazza per incutere ancora più terrore, ma in realtà quella più terrorizzata era lei.                                
Uscirono in silenzio dai sotterranei. Le scale che portavano alla superficie erano umide e purtroppo Nadia rischiò più volte di cadere e farsi ancora più male di quanto se lo era già fatta chissà quando nella battaglia. Quando uscirono fu sovrastata da un’aria fresca e pulita, gli ci voleva proprio una bella arietta per sentirsi meglio. L’erba era umida, segno che era piovuto da poco, e si potevano scorgere i primi raggi di sole. Camminarono per 10 minuti massimo per poi fermarsi davanti ad una specie di casetta fatta in legno larga 4 metri per 4.                                     
<< E questo che è? >>                                                                                                                                                                      
<< Il bagno >> Affermò il soldato ancora impaurito.                                                                                                             
<< Perfetto, iniziamo bene! >> Borbotto ha bassa voce l’arciere.                                                                                                          
Si avvicinarono, e il soldato iniziò a confabulare con i suoi colleghi appostati anche l’oro davanti al “bagno”. << Come mai anche voi qui? >> Chiese.
<< Quella peste è li dentro da due ore, e non ci fa entrare >> Stavano di sicuro parlando di una bambina.              

<< Donne, e chi le capisce >> Affermò un altro.                                                                                                                
<< Credete che sia saggio mandare dentro anche quell’altra? magari non esce neanche lei poi >>                         
<< Oppure escono tutte e due no? Vale tentare, al massimo chiamiamo i capi >> Ma di chi parlano?                                     
<< Ok ragazzina, entra, ma vedi di uscire presto che non abbiamo tutto il tempo del mondo! >>Disse il soldato che l’aveva fatta uscire.
                                                                                ***                                                                                                              
Era da quasi 3 ore chiusa in quella casetta maleodorante, ma non voleva uscire per niente al mondo. Per cosa poi? Sentirsi dire ancora della femminuccia? Mai. Sentì delle voci provenire dall’esterno del bagno, ma non capì cosa dicevano. Aveva perfino scoperto di parlare due lingue, ma purtroppo le voci erano troppo basse per essere udite. La porta scricchiolò rumorosamente, segno che qualcuno stava entrando.                                                                   
<< ESCI IMMEDIATAMENTE ,MALEDUCATO, SE NON VUOI CHE TI FACCIA SECCO >> Aveva notato che queste persone avevano un’enorme paura di lei, per questo cercava di impaurirli più possibile.                                            
<< Ma sei impazzita o cosa sono io idiota, Nadia! >>                                                                                                           
<< Nadia? >>Affermò quando vide la figura della sua amica davanti.                                                                                                                                                                                        
<< Si caro il mio capitano, e adesso mi vuoi spiegare perché sei rinchiusa in questa letamaia, o cosa? >>                  
<< Ehm, storia lunga e pallosa, raccontami invece tu come sei finita qui >> Disse Mo.                                                   
<< Nella cella c’era un capitano che mi ha spiegato che abbiamo perso una battaglia – Si fermò un istante – e ha detto che anche tu sei un capitano mentre io un arciere! Poi mi chiamava con una specie di cognome, mi sembra Rennes >> Confessò triste Nadia. << Perfetto adesso ritorniamo nelle celle e gli chiediamo di più >>                                                                                                       
<< È morto >>                                                                                                                                                                                            
<< Chi è morto? >> Chiese preoccupata Mo.                                                                                                                           
<< Secondo te? Quell’uomo no? >> Nadia era visibilmente scocciata.                                                                                        
<< Ah >>                                                                                                                                                                                 

<< Comunque parliamo d’altro! Perché sei rinchiusa qui dentro? >>                                                                                           
<< Uff, stavo pensando come scappare >> Affermò il capitano.                                                                                              
<< E per questo devi stare qui dentro per ben 3 ore? >>                                                                                                             
<< Questo posto mi aiuta a pensare, e poi fuori tutti dicono che sono una femminuccia, e sai che io mi innervosisco >> Mo sembrava seria.
<< Dai usciamo di qui se no mi sento male - La ragazza si portò la mano sinistra sul naso, per poi fare una faccia disgustata – l’odore qui dentro è nauseante >>
<< Dopo un po’ ci si abitua te lo dico io >>                                                                                                                           
<< MONICA HO DETTO USCIAMO! >> e quando Nadia dice un ordine bisogna eseguirlo.
                                                                                       ***
In seguito non erano tornate nelle celle, anzi si trovavano dinanzi ad una porta. Mo l’aveva già vista, poche ore prima. << Ma dove cacca di muflone sia mo?>> Chiese Nadia confusa.
<< Uff, adesso vedrai il demente in persona >> Disse Mo con fare arrabbiato.                                                                     
<< Ma … >> La ragazza non poté finire la frase che la porta si spalancò.                                                                           
Davanti a loro, il ragazzo dai capelli rossi si fece avanti, seguito da uno sbuffo da parte di Monica.                       
<< Ah ecco l’altra guerriera del gentil sesso, che piacere fare la vostra conoscenza >> Questo iniziava proprio con il piede sbagliato, mai dire ad una donna cose del genere, può diventare aggressiva.                                       
<< Mmmh, si un bel terzetto: io, Mo e … lei! Dai che lo sappiamo tutti del vostro segreto, sarebbe anche ora di dirlo che non è del tutto un uomo >> (COSA?? N.D. Mo)
Il ragazzo divenne rosso in viso, assomigliava molto ad un pomodoro. Tenne la mano ferma sull'elsa della spada a stento.                  
<< Vi è andata di fortuna che sono un uomo molto paziente, a quest’ ora avreste patito la frusta – In quel preciso istante le due ragazze sbadigliarono contemporaneamente – e adesso ascoltatemi >> Le due si fecero attente.
 <
< Devo ammettere a malincuore che siete davvero incontenibili. Spero solo non sia maleducazione. Dato che senza i “vostri agi” non potete vivere, vi propongo il nostro metodo di esame per comandanti. Delle prove, insomma. Ovviamente dovete vincerle. Se invece fallirete mi dovrete dire tutto >> Affermò il  ragazzo.
<< E se anche perdessimo non volessimo dirti niente? >> Chiese Mo. << Verrete uccise voi e i vostri soldati >>
Ed indicò l comandante. << Ci sto! >> Affermò Nadia. << Non sono una tipa che si ritira dalle scommesse. >> I tre si guardarono intensamente.
<< Allora affare fatto? >> Disse il ricciolino.                                                                                                                            
<< Affare fatto >> Mo allungò la mano per stringerla al capitano nemico, che ricambiò felice.                                        
<< Spero di non dovervi uccidere >>Disse lui.                                                                                                                           
<< Non vi preoccupate, non succederà >> Detto ciò l’uomo se ne andò scomparendo dietro la porta. Ritornarono nella cella, consapevoli della cazzata che avevano appena fatto.
<< Tu lo sai che ne io ne te sappiamo come usare un’arma, vero? >> Disse Nadia.                                                                           
<< Si >>                                                                                                                                                                                                               

<< E visto che perderemo non potremmo comunque dire niente, e quindi ci uccideranno >>                                     
<< Certo >>                                                                                                                                                                        

<< Siamo fottute >>                                                                                                                                                             
<< Esattamente >>                                                                                                                                                                               

E sconsolate aspettarono la loro ora.


Fineeeee! Bhè, che vi è parso? Aspettiamo recensioni e qualcuno che sappia usare la spada, magari un piccolo aiutino O.O. Allora, ringraziamo calorosamente secretdyary e Black87 che hanno recensito... solo che quando abbiamo postato c'era un piccolo problemino html, e sinceramente Non so che abbiate letto, però siamo contente che vi sia piaciuto^^ se non aveta capito qualcosa, meglio che rileggete! XD
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: carrozzella