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Autore: Mex    13/07/2010    2 recensioni
Una storia ambientata nella campagna inglese qualche anno dopo la sconfitta definitiva di Napoleone.
Una ragazza che si mimetizza in una società soffocante ed un uomo che trasgredisce ogni regola del viver civile, si scontreranno in un ambiente assolutamente parziale.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
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Capitolo 11

Aveva scelto proprio una giornata perfetta per festa campestre. Peccato che il suo umore non fosse altrettanto sereno. Aveva passato le ultime due settimane come un leone in gabbia. Aveva ricevuto notizie preoccupanti da Lord Sinclaire, non poteva rimanere rilegato in campagna, ma così gli era stato ordinato.
La sua facciata di figliol prodigo redento non era del tutto completa.   

Rimanete tranquillo Redbourne, o meglio, Richmond, Joshua penserà alla faccenda.
Voglio sentire parlare di voi come un eccentrico, tranquillo, dolce Duca.
Quando il Parlamento riaprirà, nessuno deve considerarvi un percolo.
Godetevi la campagna e le vostre figlie.

Come se Joshua Simons avesse anche solo potuto sostituirlo!
Ma gli ordini erano gli ordini e quindi si era dedicato alle sue bambine e a sé stesso. All’alba si alzava e si esercitava con il suo cameriere-marinaio nel pugilato e nella scherma nella stanzetta che avevano ricavato nelle stalle. L’esercizio fisico lo aiutava a rilassarsi.
Dopo faceva il bagno e appena le figlie si alzavano facevano insieme colazione, per poi dedicare a loro tutta la giornata, che fosse una nuotata al lago, una passeggiata a cavallo o qualsiasi cosa desiderassero, compreso il piccolo micino randagio, spelacchiato e brutto come la fame, che in quel momento si stava strofinando sui suoi stivali lucidi.
Eh, sì sei proprio bruttino, Fritjof.
Si abbassò per dare una grattata dietro alle orecchie a quell’animaletto poco più grande della sua mano: “Allora, pensi che sia stata ben organizzata?”
In effetti la governante ed il maggiordomo avevano fatto davvero del loro meglio, aiutati da Maya.
Grandi padiglioni erano stati eretti in modo tale da trasformare il prato davanti alla casa in un’enorme e coloratissimo patchwork a sfondo verde.
Sotto ognuna di esse era stati ricreati scorci di paesi che l’ospite aveva visitato. Perciò a distanza di pochi metri si poteva passare da una elegante veranda della Sicilia, circondata da enormi vasi di piante di limoni ed arance, ad una stanza dell’oriente decorata con colori sgargianti e con grandi cuscini che sostituivano le sedie.
Una postazione di tiro con l’arco, delle barche pronte per fare un giro del lago, un angolo in cui aveva fatto ammucchiare i vecchi materassi e un recinto in cui c’erano un paio di pony dovevano contribuire a svagare i bambini dei vicini e quelli dei suoi lavoratori con età inferiore ai quattordici anni.
I loro schiamazzi risuonavano nell’aria, andandosi a mescolare con le chiacchere delle donne e degli uomini.
Erano arrivati praticamente tutti. Il vicario con la moglie e la loro numerosa prole, quasi tutte le famiglie del vicinato e l’onnipresente famiglia Johnson. Quando erano andati a salutarlo erano tutti tesi ed imbarazzati, anche chi non aveva assistito la scenata di sua madre era stato ben presto informato da qualche amico premuroso, andava anche aggiunto lo sfoggiare sfacciato che faceva delle sue figlie bastarde alle critiche che gli venivano mosse. Ma, dopotutto, lui era un Duca e oltretutto aveva organizzato una così bella festa e i due spiriti più intransigenti erano miglia e miglia lontano.
“Papà?” Logan distorse lo sguardo dal prato per riportarlo alla figlia che lo stava chiamando tirandogli i pantaloni chiari.
“Dimmi, Zaira”
“Quando arriverà Miss Flanigan con i suoi cugini?”
“Sì, papà quando arriveranno?- Anjuli prese in braccio il micio spelacchiato- Avevano detto che avremmo giocato insieme”
Le due bambine fin dalla mattina che se le era portato dietro quando era andato a presentarsi agli zii di Amelia, non avevano fatto altro che aspettare il momento in cui avrebbero rivisto i figli degli Stevenson. Era così inusuale per loro stare con persone della loro età che avrebbero accettato chiunque. Purtroppo i loro approcci con i bambini che erano presenti non avevano dato i loro frutti. I figli dei fittavoli e della gente del villaggio si tenevano lontani delle figlie del Duca sia che fossero stati avvertiti dai loro genitori di portare rispetto o di evitare la loro presenza malevola.
“Non lo so. Sono in ritardo. Avranno avuto un contrattempo. Vedrete, scimmiette, arriveranno presto”
Anjuli riprese: “Miss Flanigan è molto simpatica, vero papà? E anche i suoi zii. Quando siamo andati a trovarla è stato molto gentile,ci ha fatto assaggiare quei dolci tanto buonissimi!”
Suo padre le tirò un orecchio per scherzo. La figlia si mise a ridere, il gatto nervoso soffiò: “Dai, papà! Sto facendo un discorso molto serissimo! Non si è messa a fare tutte le boccacce come oggi la signorina con tutti quei fiocchini nei capelli”
Logan nascose un sorriso e scosse la testa. La sua bambina si riferiva alla più grande delle figlie Johnson che da quando le avevano presentato le bambine era tutta moine e carezze. Un trucco sicuramente per attirare il padre. La corte che gli faceva quella ragazza, sorretta dalla madre, era davvero ridicola.
Non che avesse niente contro la Johnson, era vero che la sua testolina era persa in sogni romantici ma dopotutto era molto giovane ed era anche una giovane molto attraente e per bene. Un giorno sarebbe diventata un’ottima moglie per un signorotto di campagna, se la madre non le avesse montato troppo la testa.
“Eccoli, papà! Finalmete!”
Sette persone si avvicinarono a loro. I signori Stevenson procedevano a braccetto, lui con il suo passo rigido e appena zoppicante, lei raggiante come un fiore nel pieno del suo splendore. I quattro bambini si trattenevano a stento, aspettando il momento di correre ad unirsi ai giochi.
Dietro di loro procedeva l’altro suo problema vestito di azzurro acqua marina. Amelia Flanigan era diventata una sorta di incubo per lui, anche se la notte prima non era stato proprio un incubo quello che lo aveva fatto svegliare sudato ed ansimante nel suo letto.
Una donna complice ed elegantemente sensuale aveva diviso con lui un letto di pellicce davanti a fiamme scoppiettanti. La sensazione di fare l’amore con lei era stata imprevedibilmente vivida ed eccitante e l’eccitazione era aumentata ancora di più quando aprendo gli occhi nel sogno aveva riconosciuto nel volto arrossato dall’amore il viso della sua vicina, la sua Gorgone.
Il risveglio era stato brusco e per calmarsi era dovuto andare sul balcone ed esporre la pelle alla brezza fresca.
Del tutto incomprensibile. O forse no.
Guardandola avvicinarsi con la sua postura rigida e l’incedere controllato non avrebbe mai immaginato che avrebbe anche solo potuto guardarla, come aveva si era detto la prima volta che l‘aveva vista. Questo però prima di conoscere il suo sopracciglio alzato in segno di disapprovazione, le sue mani sui fianchi quando, furiosa, gli urlava contro, prima di aver visto il desiderio illuminarle gli occhi e soprattutto quei innumerevoli nei che le ricoprivano la pelle e che la sua cameriera faceva di tutto per nascondere con la cipria, quasi invisibili.
Quasi, però. Possibile che nessun altro si sia mai accorto che c‘è della passione e, forse se ben guidata, anche della sensualità in questa donna?
L’autocompiacimento e il suo ego maschile gli suggerì che lui era stato l’unico a farla venire fuori.
“Benvenuti!”
“Scusate il ritardo. Abbiamo avuto un piccolo contrattempo”  
“Non preoccupatevi, Colonnello. I vicini non hanno ancora finito il buffer, o almeno credo. È ancora presto, le donne non sono arrivate neanche a metà dei loro pettegolezzi, gli uomini non hanno finito di elogiare i loro strumenti da caccia, qualunque essi siano,e il maialino non è stato ancora liberato”
Fred si fece avanti: “Allora è vero che ci sarà la caccia al maialino!”
Anjuli e Zaira gli risposero in coro seccamente: “Certamente! Noi non diciamo mai bugie”
Logan le prese ciascuna sotto il mento e alzò loro il viso per guardarlo:“Quando vi fa comodo, scimmiette. Ma adesso sbrigatevi o ci sarà la coda per far la lotta sui materassi”
I quattro bambini guardarono i loro padre che fece un secco assenso. Salutarono affrettatamente e si slanciarono in avanti. Fu come il via ad una corsa di cavalli. I piccoli Stevenson partirono tutti e quattro insieme lanciandosi sfide di ogni genere. Furono seguiti a ruota da Zaira ed Anjuli che aveva prontamente passato il gatto al padre.
Charlotte si guardò intorno: “Avete organizzato una festa davvero deliziosa. Avrete fatto la gioia del vicinato e, soprattutto, quella dei bambini”
Logan, accarezzando il gatto per calmarlo, fece un gesto indifferente: “Ho pensato che almeno qualcuno si sarebbe dovuto divertire”
Lanciò un’occhiata a Amy per vedere come si stesse comportando. Era rigida e fredda come una suora.
La signora Stevenson si avvicinò ancora di più al marito: “Andiamo Paul, ho notato alcuni piatti che mi farebbe piacere assaggiare.- si girò un poco verso la nipote- Ci vediamo dopo Amy” e trascinò il Colonnello verso la “zona italiana”.
Amelia fu lasciato sola con il Duca.
Mia zia è impazzita! Non doveva farmi questo.
Si lisciò il vestito a disagio. La verità era che il ritardo era dovuto a lei, o meglio, a sua zia. Era pronta e vestita con il suo abito giallo, quando la signora Stevenson aveva fatto irruzione nella sua stanza, aveva criticato il suo abito di cotone leggero, glielo aveva sbottonato in un lampo e le aveva buttato sul letto mezzo guardaroba, per poi puntare su quello di mussolina acqua marina e lasciando il compito di finire l’opera a Jane, che si era messa all’opera ben volentieri.
Adesso si ritrovava con un vestito leggerissimo, molto scollato e con una pettinatura che la torturava con la sua miriade di forcine.
Imbarazzata, ecco come si sentiva, ma anche ansiosa … sì ansiosa di essere completamente in ordine e …
Oddio Amelia Flanigan ammettilo, vuoi piacergli! L’importante è che nessuno se ne accorga, che rimanga per sempre un segreto. Come tutto il resto, dopotutto. Un po’ di vanità femminile non ha mai fatto male a nessuno. Fortunatamente zia Elizabeth non è qui.
“Bene, Miss Flanigan, vedo che nel tempo che non ci siamo visti siete regredita alla fase primitiva” il tono della frase che voleva essere arrabbiato e minaccioso fu completamente rovinato dal micio che aveva iniziato la scalata alla sua giacca verdone e che in quel momento tentava di completare l’opera saltandogli sulla testa e, sistematosi bene sulla sua postazione, si mise comodo come una piccola sfinge.
Amy non poté resistere e le scappò un risolino, subito seguito dalla una sonora risata di Logan. “Non credo che sia stato molto minaccioso, vero? Però aiutatemi, questo animale pulcioso, mi sta strappando il cuoio capelluto” Si abbassò quel tanto che bastava perché lei riuscisse a togliergli dalla testa il gatto spaventato.
“Povero, micino. Vedete che ho ragione io? Siete insopportabile e tiranno anche per questa piccola palla di pelo”
Lui si passò le mani tra i capelli scompigliandosi i capelli ancora di più di quanto non avesse fatto il gatto. L’oro dell’orecchino comparve tra le ciocche.
“Quel maledetto coso non ha fatto altro che arrampicarsi sugli alberi e rimanerci finché non lo si andava a prendere con una scala. E come ti ringrazia quell’innocentino? Graffiandomi tutte le mani!”
Lei sollevò come al suo solito un sopracciglio.
Fallo un’altra volta e mando all’aria le convenzioni e ti bacio qui davanti a tutti! Poi ti carico su una spalla e saliamo nella stanza padronale. E da lì non esci prima di un paio di settimane! Logan che diavolo stai pensando?!
“Allora perché lo tenete. Sembra un comune gatto di stalla”
Lui le lanciò un’occhiataccia, distogliendosi dal pensiero che gli frullava per la testa “È un comune gattaccio di stalla. Ma le mie figlie si sono affezionate e allora …” fece un gesto vago con la mano.
Amelia gli sorrise.
Un uomo che andrebbe contro al mondo intero non riesce a resistere al più piccolo capriccio delle sue figlie
Lui le diede il braccio: “Andiamo a vedere cosa combinano quei bambini. Dopo faremo un giro in barca, cosa ne dite?”
“Un giro in barca? Oh, Milord mi avete letto nel pensiero. Jane vieni, il Duca propone un giro in barca”
I due si voltarono e videro che Lady Johnson si era avvicinata in silenzio fino a quel momento in cui non aveva parlato. Accanto a lei c’era la figlia, rossa per la mortificazione e l‘inseparabile amica della madre, Penelope Blake. Quest’ultima uscita della madre era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Le guance e il suo collo della ragazza erano diventate rossissime e un’espressione di profonda mortificazione si era dipinta sul suo volto e un principio di pianto isterico era negli occhi.
Senza dubbio l’indomani sarebbe diventata lo zimbello dell’intero vicinato, la madre aveva parlato a voce talmente alta che quasi tutti gli invitati avevano sentito.
Amelia era rimasta a bocca aperta. Cercava di trovare una soluzione per fare uscire decentemente quella povera ragazza da quella situazione. Prima ancora di arrivarci anche solo lontanamente, il problema fu risolto da Logan.
“Miss Johnson eccovi, finalmente. Avevo incaricato vostra madre di trovarvi per fare un giro in barca. Grazie, Lady Johnson, siete stata provvidenziale- si chinò per un secondo verso Amy- Ci vediamo dopo, noi due”
Lei gli strinse il braccio di sfuggita “Siete un brav’uomo, Milord”
“Ognuno ha i suoi difetti e le sue debolezze- porse il braccio a Jane- Andiamo Miss Johnson, vediamo se riesco ancora a remare come si deve”
Quando si allontanarono Lady Johnson si rivolse ad Amy: “Miss Flanigan, non pensate che farebbero una così bella coppia? Lui certo è un po’ strano e sua madre l’ha praticamente tagliato fuori dalla buona società, per non parlare di quelle bambinette. Ma sono sicura che una volta sposato si riuscirebbe a riportarlo sulla retta via e quanto alle figlie, i collegi sono pieni di figli bastardi dei nobili. Ma ci pensate? Jane Duchessa”
Amelia strinse i pugni e fece un sorriso tirato: “Non saprei. Se volete scusarmi” Fece una veloce riverenza e quasi scappò via.
Maledizione! Pensa che sia manovrabile come quel galoppino di tuo figlio? Se nell’improbabile ipotesi che la povera Jane riesca a farsi sposare, ho paura che avrà una vita impossibile se cercherà di influenzarlo in qualche modo.
Girandosi e vedendo che la barca si allontanava sicura dalla riva ebbe comunque una fitta al cuore osservando la figura slanciata coperta dall’ombrellino di Jane e quella ben più possente del Duca insieme.
Sono una sciocca, ecco cosa sono. E tu micino, non avere paura non è tanto orco come sembra, a volte.
Ricominciò ad accarezzare il gatto.
“Fritjof ecco dov’eri!” le due gemelle le andarono incontro. Erano bellissime con i loro vestitini gialli, identici. Era vero, però, che con quegli abiti perdevano molto del loro carattere sbarazzino e libero. Ingabbiate in quei metri di stoffa svolazzante sembravano quasi due bambine inglesi, quasi comuni, ma l’abbronzatura smentiva questo pensiero.
Zaira la raggiunse di corsa, seguita dalla sorella“Miss Flanigan, ci dispiace vi abbiamo appioppato il gatto”
Amy sorrise alle gemelle: “Non vi preoccupate, Milady”
Anjuli e Zaira si misero a ridere e quest’ultima le disse: “No, chiamateci per nome. È così stranissimo darci del voi come i grandi. Ma noi abbiamo solo così di anni, quattro- e le mostrò le quattro di dita tese- Scommetto che non riuscirete a distinguerci, solo Maya e papà ci riescono.”
Amelia le osservò per un po’, era impossibile distinguerle per qualcuno che le conoscesse così poco. A caso disse indicandole i nomi.
Entrambe scoppiarono a ridere, aveva sbagliato.
Anjuli chiamò nuovamente il gatto che le saltò sulla spalla
“Che nome insolito per un gatto”
Fu ancora Zaira a risponderle: “Glielo ha dato papà. Significa ladro della pace in norvegese o una roba del genere. Ci chiamava sempre così, un marinaio di papà”
I cugini di Amelia le raggiunsero e proposero una passeggiata nel boschetto.
Si allontanarono in mezzo agli alberi.

Alcune barche, nel frattempo, attraversavano il lago. Ma solo su una il silenzio era quasi assoluto, se non fosse stato per il motivetto che Logan stava canticchiando.
Si era tolto la giacca per remare e la camicia e il panciotto di ottima fattura erano come una seconda pelle. Jane faceva ruotare l’ombrellino vorticosamente. Era imbarazzata per quello che era accaduto, molto affascinata da quello che vedeva e riconoscente per averle evitato una brutta figura, ma lui non faceva cenno di attaccare discorso.
“Milord, volevo ringraziarvi. Io le sono immensamente riconoscente”
Lui sollevò le spalle: “Nessun problema. Una damigella in difficoltà va aiutata, o così mi hanno insegnato, in qualche modo”
Riprese a canticchiare e ricadde il silenzio.
Jane si guardò attorno per un poco. Non era certo facile relazionarsi con un uomo che non conversa come qualsiasi altra persona, come le era stato insegnato a parlare.
“Milord …”
Lui distolse lo sguardo dalla riva e lo appuntò su di lei. Quello sguardo la intimidì molto “Milord … io”
“Papà!”
“Papà, mamma!”
Degli urli lancinanti attraversarono l’aria. Logan riconoscendo la voce delle sue figlie, sia alzò immediatamente in piedi, allarmato, facendo ondeggiare pericolosamente la barca e facendo urlare di paura Jane che si aggrappò ai bordi.
“Anjuli, Zaira. Cosa succede?”
Dall’altra barca anche il Colonnello urlò ai suoi figli cosa stesse succedendo.
“Papà, Miss Amy è caduta!”
“Mamma, Amy, è caduta da un albero. Non si muove più!”
I Stevenson sbiancarono di colpo e dall’altra barca si sentì Logan James Redbourne Duca di Richmond ruggire e buttarsi nel lago per arrivare prima a riva.




Ringraziamenti:

-vasq: Grazie per la comprensione! Neanche io riuscirei a resistere, Amy ha una forza di volontà di ferro, anche se non sembrerebbe.
-Elfa Sognatrice: Eccoci di nuovo (tardi) non vedo l'ora di leggere ancora le tue ipotesi!
-_Elisewin_: Grazie per la recensione. I due non si sbilanciano, ma prima o poi uno dei due deve crollare! Soprattutto se uno dei due si metterà seriamente di impegno
-Melikes: La recensione più bella che abbia mai ricevuto (che in effetti non sono tantissime:)) Sto arrossendo ancora adesso, tutti questi splendidi complimenti in una volta sola! Vanità di scrittrice! La tua analisi, mi ha fatto sentire veramente brava. ehehe. E poi ti devo ringraziare anche per aver proposto "Amy" tra le storie scelte! Scrivimi come vedi quest'ultimo capitolo di passaggio. Veramente grazie ancora!

Ciao a tutti...
  
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