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Autore: Leslie and Lalla    14/07/2010    4 recensioni
[Seguito di Drawing a SongAttenzione: può essere letta senza alcun problema anche da chi non ha letto il primo]
Sono passati sedici anni dall'incontro di Lori e Cleo, e ora tocca alle loro figlie fare i conti con il primo amore e le complicazioni che ne derivano.
Madelyn e Michelle sono due cugine adolescenti inseparabili eppure, alle volte, diverse: la prima è la fotocopia del padre, capelli castani, occhi verdi, terribilmente protettiva nei confronti della sorella più piccola e senza i libri, i quali le permettono di viaggiare di fantasia e quindi staccarsi per un po' da un mondo che sembra avercela con lei, non vivrebbe; la seconda il padre lo ha a malapena conosciuto, ha viaggiato in giro per il mondo armata di macchina fotografica e ora si sente un po' stretta nella piccola città di montagna dove l'hanno relegata.
A confronto di Michelle, Mad reputa indispensabili i ragazzi: le volte in cui ha preso una cotta per uno stronzo che aveva fretta di buttarla via senza curarsi dei suoi sentimenti sono incontabili, tanto che ora ha perso ogni speranza di trovare uno con la testa a posto ed è convinta che siano tutti come i suoi ex, cioè dei luridi vermi senza uno straccio di cuore. La cugina, invece, non ha mai pensato ai ragazzi come più che amici, non si è mai innamorata e dopo aver sentito le storie di sua madre, sua cugina e della sua migliore amica, ha paura che accada anche a lei.
Tuttavia le due ragazze, nonostante tutto, nel loro più profondo continuano a sognare la propria anima gemella, che sembra non essere poi così irraggiungibile...
[Scritta a quattro mani, con due punti di vista diversi: quello di Madelyn e quello di Michelle]
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'All of Drawing a Song and Sequels'
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capitolo 13 + note

13. I missed you




Lunedì 22 aprile

Madelyn's Pov.

«Che libro è?»
Sandra me lo alza senza nemmeno spiccicare una parola, troppo assorta nella lettura.
Io leggo il titolo. Mai sentito. «Com'è?»
Sandra storce il mento con aria annoiata, come per dire “passabile.”
Sorrido tra me e me.
Fa sempre così, con tutti i milioni di libri che ha letto – solitamente legge un libro al giorno, è peggio di me a divorare i libri –, pure con quelli che le sono piaciuti di più. Storce il mento e non risponde. Ma in cuor mio so che dentro di lei pensa molte cose. Sì, è fatta così. E' strana. Ma è proprio per questo che mi piace. E credo che sia una delle amiche più dolci, disponibili e attente che io possieda.
Intanto, il prof. di Filosofia sta spiegando la sua solita, monotona lezione. Oggi non ho proprio voglia di ascoltarlo. E poi ho decisamente altro a cui pensare.
Prima di tutto ieri, per tutto l'intero giorno, mia madre ha tenuto il muso ed era facilmente irritabile, e la cosa che più mi da fastidio è che non so esattamente il motivo. Insomma, qualche ipotesi ce le ho: potrebbe avere il ciclo – però non mi convince, di solito non si “trasforma” così tanto – oppure è successo qualcosa di più concreto. Forse ha litigato con papà... Oppure è arrabbiata con lui perché di punto in bianco ha deciso di andare a trovare la zia Cleo. Non lo so proprio.
In più, come se questo non fosse bastato a rovinarmi la giornata, anche Nicola ieri era strano. Prima di tutto non mi ha mai rivolto la parola – tolto a pranzo quando mi ha chiesto se potevo passargli l'olio per condire l'insalata – e poi ha passato tutto il pomeriggio fuori con i suoi amici, e non so neanche con esattezza con chi fosse. E questo mi ha alterata ancora di più. Il punto è che la spiegazione del suo comportamento è una sola: mi sta chiaramente evitando. Ma perché?! Io non gli ho fatto un emerito niente, maledizione. A parte essere tornata a casa in macchina con un perfetto sconosciuto... ma lui questo non lo sa. Insomma, potrebbe benissimo essere un mio normale amico. E allora perché fa così? Cioè vuol dire che, ora che sto con lui, non posso più vedermi con i miei amici? Okay, appena posso devo assolutamente parlargli.


Appena apro la porta d'ingresso, mi precipito in camera mia senza spiccicare parola. Anzi, a dire la verità, non mi accerto nemmeno che ci sia qualcuno in casa.
Oggi ho fatto educazione fisica a scuola e adesso sono sudata e puzzo come una capra. Ho un estremo bisogno di entrare in doccia – anche perché non voglio assolutamente che Nicola mi veda in queste condizioni pietose.
Apro il getto della doccia al massimo e intanto comincio a spogliarmi e a buttare nel cestino delle cose da lavare i vestiti.
Dopo pochi minuti, sono dentro con il getto puntato sulla schiena. L'acqua che mi bagna il corpo è tiepida, leggermente calda, proprio come piace a me. Nella mia mente parte la canzone You're beautiful. Non posso fare a meno di cantare, così abbozzo il ritornello a bassa voce.

You're beautiful, You're beautiful. You're beautiful, it's true.
I saw your face in a crowded place, And I don't know what to do,
'Cause I'll never be with you.

Riesco a sentire la chitarra e la voce di James Blunt che canta insieme a me. E' tutto così perfetto. Ad ogni secondo che passa mi sembra sempre più vero e, senza rendermene conto, alzo anche il volume della voce.
Quando ho finito di sciacquarmi il balsamo dai capelli, esco senza aspettare altro.
Mi avvolgo l'asciugamano sotto le ascelle in modo che mi copra quasi tutto il corpo, dopodiché apro la porta del bagno e mi dirigo in camera velocemente.
Mentre sto entrando nella mia stanza, mi sistemo anche il secondo asciugamano nei capelli, e per un momento chiudo gli occhi. Quando richiudo la porta, sento che due mani grandi mi afferrano i fianchi con forza. A quel tocco così forte e deciso sussulto.  
«Lasci una scia di profumo irresistibile, Mad.»
Non ho la forza di dire una sola sillaba.
«Sei bellissima» mi sussurra all'orecchio, poi inizia a baciarmi il collo con dolcezza.
Mille brividi mi percorrono come serpenti la schiena e allo stesso tempo lo stomaco.
«Nik, no...» finalmente mi decido a parlare e cerco di fermarlo, tra un sospiro e l'altro.
«Perché no? Ci siamo solo noi in casa» borbotta, iniziando a toccarmi il seno con le mani.
«Sì, ma...» mormoro, mentre l'ennesimo brivido mi fa sussultare.
«Non posso continuare così» fa lui, assumendo improvvisamente un tono di voce serio. Poi mi fa girare verso il suo viso in modo da guardarmi negli occhi. «Lo capisci che solo vedendoti inizio a eccitarmi? Cavolo, sei una cosa... non lo so, non l'ho mai provato con una ragazza. I tuoi occhi così profondi, la tua pelle liscia e chiara, il tuo corpo magro e perfetto...»
A queste ultime parole, sento un forte groppo alla gola che mi impedisce di parlare.
«Ti prego, Mad.»
Lo guardo interdetta per un po' e poi alzo un sopracciglio. Cos'ha intenzione di fare?
«Togliti l'asciugamano.»
Oh mio Dio. Non... non ci posso credere. Oddio, lo ha detto davvero? Oh Santa Madonna, è... è completamente fuori di testa, maledizione! Io non posso farlo. Non ce la faccio. Non così, non subito, non qui...
«Nik... io...» balbetto, iniziando a respirare affannosamente per l'agitazione.
«Sì, so che lo vuoi.»
Ma no, porco diavolo, che caspiterina ha capito?!
«No» ribatto, questa volta con più convinzione.
Lui rimane a fissarmi confuso. «Non...non vuoi?»
«No, Nik» ripeto per la centesima volta. «Non posso... non così. Io... insomma, io...»
«Tu...?» mi incoraggia lui, accarezzandomi una guancia.
Prendo un respiro bello profondo per farmi coraggio. «Io sono ancora vergine» sputo fuori, tutto d'un fiato.
Per numerosi secondi che a me sembrano infinite ore rimaniamo in silenzio tutti e due.
«Ah, ho capito» dice lui, annuendo. «E' che credevo che... non fa niente.»
«Cosa credevi?» gli domando, prendendogli il mento tra le dita.
«Che tu volessi» risponde, con un sospiro. «E onestamente pensavo anche che tu lo avessi già fatto. Insomma, sei... sei una bella ragazza e mi chiedo come i tuoi ragazzi prima di me abbiano fatto a resisterti.»
Sorrido, senza troppo entusiasmo. «Infatti non lo hanno fatto.»
Nicola annuisce un'altra vota, vagamente. «Ho capito» borbotta, facendosi cupo in volto.
«Scusa» aggiungo, con un fil di voce.
«No, scusami tu» afferma lui, poi si stacca da me rapidamente.
Io provo ad avvicinarmi a lui con il viso, per cercare di baciarlo, ma lui si scansa prima.
«No, io... devo andare» balbetta, dopodiché esce dalla porta a passi decisi.


«Cri, oggi pomeriggio cosa fai?» domando alla mia migliore amica, che è dall'altra parte della cornetta del telefono.
«Mmh, avevo in programma di esercitarmi in mate, visto che settimana prossima abbiamo la verifica. Però posso sempre rimandare.»
Faccio un sorriso che fa da un orecchio all'altro. «Perfetto.»
«Perché, cosa avevi intenzione di fare?» mi chiede lei, interessata.
Faccio finta di pensarci, ma in realtà so già cosa le dirò. «Beh, potremmo andare a fare un giro da qualche parte» butto lì, con finta noncuranza, poi aggiungo – buttando l'amo: «Ho così tanto da raccontarti.»
«Okay, dammi il tempo di finire di pranzare e sono da te.»
Abboccato.


«Non ho mai avuto un così forte bisogno di fumarmi una sigaretta.»
Cristina si volta verso di me e spalanca la bocca alla massima estensione. «Da quando fumi?!» sbotta, non credendo alle sue orecchie.
«Da quando la mia vita va a rotoli» rispondo, tranquilla.
«Ecco, mi devi raccontare che cosa sta succedendo» afferma lei, con convinzione.
Ecco un altro motivo per cui adoro Cristina: ti ascolta e non ti giudica.
«Troppe cose in troppo poco tempo» dico io, prendendo dalla borsetta il pacchetto di Winston Blu. «Non ho quasi il tempo di respirare, mi sento soffocata da tutto e tutti.»
«Va così male?» mi chiede lei, guardandomi seria negli occhi.
Annuisco un paio di volte. «Diciamo.»
«Dai, raccontami tutto.»
Io, prima di cominciare, accendo la sigaretta con un lungo tiro e poi rimetto in una tasca interna della borsetta l'accendino. «Beh, tu a che punto sei arrivata con Nicola?»
«Mmh» fa lei, pensandoci su. «Esattamente quando Chiara ti ha minacciato di “spezzarti le ossa”» l'ultima frase la pronuncia con una smorfia e facendo i segni delle virgolette con le dita.
«Oh, sei ben indietro allora» commento io, con un sorriso non del tutto entusiasta.
«Lo so.»
Io faccio un altro tiro, poi inizio a raccontare: «Beh, Nicola l'altro giorno l'ha mollata» con la coda dell'occhio vedo che Cristina allarga le palpebre, «e non è tutto, indovina con chi ci ha provato poi?»
«Oh mio Dio, Mad!» balbetta, sconvolta.
«Già» sospiro io. «E la cosa sarebbe fantastica, solo se non esistesse Chiara e se...» A questo punto mi blocco, non trovando le parole.
«E se?» mi incoraggia lei.
«E' che...» mormoro, facendo un forte respiro. «Ho paura che Nicola punti su una cosa.»
Cristina rimane imbambolata a fissarmi. Forse spera di aver capito male o che sia comunque un'altra cosa rispetto a quella che starà sicuramente pensando.
Io a mia volta rimango in silenzio, deglutendo forte e facendo un tiro di sigaretta dopo l'altro.
Finalmente Cristina si decide a parlare. «Vuole...?»
«Sì, vuole quella cosa» concludo io, con un tono improvvisamente neutro.
«Ma ne sei sicura?»
«Assolutamente sì.»
«E da cosa lo deduci, scusa?»
«Oh beh, si capisce benissimo!» esclamo, facendo una risata amara. «Prima di tutto, al nostro primo bacio mi ha messo le mani lì. Cosa che non mi era mai successa. Insomma, anche Giorgio stava con me solo per scoparmi, eppure al nostro primo bacio aveva avuto un minimo di riguardo. Nicola invece no, ed è questo che mi ha fatto restare completamente basita.»
Cristina rimane un'altra volta a guardarmi. Probabilmente anche a lei sfuggono le parole.
Io, con mio grande stupore, ho la forza di continuare: «Poi stamattina quando sono rincasata, sono entrata in doccia e lui mi ha visto in accappatoio e mi ha esplicitamente detto di spogliarmi.»
«Ma è un pervertito!» lo accusa lei, allucinata.
Io alzo le spalle, senza riuscire né a confermare né a negare. «Comunque un altro fatto strano è che ultimamente lui è stra taciturno. Insomma, domenica è stato tutto il tempo via e oggi, dopo che gli ho detto che non volevo fare le cose così in fretta, se n'è andato come se gli avessi appena ucciso il gatto. Cioè, io non so davvero che cosa fare.»  
«Ma gli hai chiesto chiarimenti?» chiede lei, inarcando le sopracciglia.
«Ho provato a fargli qualche domanda, e lui mi ha detto che credeva che non fossi vergine e cose così.»
«Quindi, in conclusione, lui era convinto che tu ci stassi.»
Io per tutta risposta annuisco.
«Non lo so Mad, secondo me se non riesci ad andare avanti così dovresti chiedergli esplicitamente cosa gli sta succedendo. Anche se sappiamo già quale sarà la sua risposta.»
«Sì, lo immagino già. Il punto è che non so se lo voglio sapere. Cioè, dev'essere proprio bello sentirsi dire dal proprio ragazzo “stavo con te solo perché volevo scoparti.” Almeno la relazione con Giorgio e gli altri l'avevo finita io. Okay, avevo sofferto, però almeno non sono stata mollata. Insomma, ho un po' di orgoglio anche io, eh.»
Cristina annuisce. «Allora tesoro, forse dovresti mollarlo.»
Distolgo lo sguardo, colta da un'improvviso nodo alla gola. Gli occhi, ad ogni secondo che passa, diventano sempre più umidi e non voglio che mi veda nessuno piangere. Odio piangere davanti alle persone.
E' vero, non ci avevo ancora pensato a porre fine a tutto. Ero troppo sicura che lui avrebbe capito, che mi avrebbe perfino detto che non ci avrebbe provato più e che avremmo continuato a stare insieme in ogni caso. Ma, d'altronde, è sempre la stessa storia che si ripete: io, la innocente ragazzina vergine che si rifiuta di darla al proprio ragazzo, che rimango sola.
Con Nicola però sono stata insieme solo due stramaledetti giorni, porca troia.
«Stai tranquilla, vedrai che lo troverai, un ragazzo con la testa a posto» afferma Cristina, abbracciandomi con affetto.
Io rimango inerte tra le sue braccia, quasi rifiutando la sua pietà. Non voglio. Non voglio essere presa ogni volta per la vittima.
Dopo pochi secondi mi stacco dalla sua presa e butto la sigaretta per terra per poi spegnerla con il piede.
«No, mi farò andare bene questo» affermo, serrando i pugni.


Appena rientro, trovo mia madre in cucina che sta preparando la cena. Quando si accorge che sono rientrata, non mi saluta nemmeno.
«E' successo qualcosa?» domando, interdetta.
«No» mi risponde lei, con un tono che non ammette repliche. «Fammi un favore piuttosto, dato che sono in ritardo.»
Io alzo gli occhi al cielo, però le dico “dimmi” senza ribattere.
«Vai a buttarmi lo sporco e quando ritorni apparecchia la tavola, che tra meno di un'ora dovrebbe essere qui papà.»
«Okay.»
Afferro il sacchetto della spazzatura accanto alla porta d'ingresso dopodiché esco stancamente. Mi avvio verso il cassonetto dall'altra parte della via canticchiando un motivetto improvvisato.
Dopo averlo buttato, mi volto verso casa e vedo che Nicola sta girando l'angolo della mia via.
Abbozzo un sorriso, pronta a dirgli il discorso che avevo preparato con cura insieme a Cristina.
Prima di avvicinarmi a lui però, mi accorgo che non è solo. Inarco un sopracciglio, confusa. Cosa ci fa al suo fianco Chiara?
Decido in fretta di nascondermi dietro il cassonetto, mentre il cuore aumenta i battiti.
Riesco a sentire a malapena quello che dicono, così affino l'orecchio e cerco di respirare senza fare rumore.
«Sì, è stato proprio un bel pomeriggio» dice lei, con il suo tono di voce acuto che si potrebbe benissimo paragonare a una torta con troppo zucchero e caramello. Sì, quella che ti fa venire il voltastomaco solo a guardarla. Figuriamoci assaggiarla.
«Anche io mi sono divertito» afferma Nicola, sorridendole per poi appoggiare le mani ai suoi fianchi. «E scusami ancora.»
Chiara si avvicina a lui con il viso e gli sussurra a fior di labbra qualcosa che non riesco a capire.
Il mio cuore perde un battito.
«Ci vediamo domani» dichiara poi lui, guardandola dritto negli occhi.
Lei si alza in punta di piedi e annulla la poca distanza che c'è tra la sua bocca e quella di Nicola.
Quell'immagine è esattamente come una coltellata dritta nello stomaco.
Subito dopo una lacrima mi scende lungo la guancia sinistra e appoggio completamente la schiena contro il cassonetto in modo da non guardarli più. Chi se ne frega se è sporco o se c'è puzza. In questo momento, poi, non riuscirei nemmeno a percepire gli odori.
Subito dopo numerose lacrime scorrono sulle mie gote, come un fiume in piena.
«Madelyn.»
Una voce che mi è familiare, ma che in questo momento non riesco proprio a identificare.
«Cos'è successo?»
Alzo lo sguardo, disperata.
E' Raffaele, che mi sta fissando con preoccupazione.
Io singhiozzo e tremo, non trovando la forza di sillabare una sola parola.
Lui si accuccia alla mia stessa altezza e inizia ad accarezzarmi i capelli.
«Dai, calmati, per favore.»
«Non... non ci... riesco» balbetto, reprimendo un gemito.
A questo punto apre le braccia e mi stringe forte a sé. Io mi rifugio dentro di esse e appoggio il viso al suo petto, sentendomi improvvisamente rassicurata.
«Ci sono qui io, piccola» dice lui, continuando ad accarezzarmi con dolcezza.
Rimaniamo così una decina di minuti, poi quando finalmente mi calmo un po', decido di parlare. L'unica frase che riesco a sillabare è “è sempre la stessa storia.”
Raffaele, non so come, capisce al volo e mi stringe ancora di più.
«Lo picchio, quel gay» afferma, con un tono di voce duro e sicuro allo stesso tempo.
Sorrido un poco. Ogni volta che un ragazzo mi fa soffrire il mio migliore amico gli da del gay e gli dichiara guerra – in segreto. E come sempre riesce a trasmettermi un po' di gioia. Raffaele è fatto così: spruzza allegria da tutti i pori e quando sono triste stare con lui è proprio la cura migliore.
«Grazie, Raff» mormoro, tirando su con il naso.
Lui traccia una linea immaginaria lungo la mia schiena e mi stampa un bacio sulla fronte. «Non dirlo nemmeno, è a questo che servono gli amici.»
«Già.»
Detto questo, riesco a staccarmi un poco da lui e gli chiedo se ha una sigaretta – lui è l'unico mio amico che fuma.
Adesso ho ancora più voglia di fumare rispetto a prima.
Raffaele la tira fuori dalla tasca dei jeans e me la porge insieme all'accendino senza fare domande. Anche lui per fortuna non è un tipo impiccione né che ha pregiudizi.
Io la accendo e gli ridò l'accendino. Lui mi fa un piccolo sorriso e a sua volta se ne accende una.
Ci fumiamo le sue Lucky Rosse in silenzio, senza aver bisogno di aggiungere altro.
Non so esattamente come, ma questo mi tira su un po' di morale.
«Lo sai però che non devi iniziare anche tu, vero?»
Annuisco una volta. «Sì Raff, tranquillo. E' solo un periodo un po' così.»
Lui mi mostra un tenero sorriso al quale non riesco resistere: gli scocco un bacio sulla guancia con affetto.
Dio, quanto gli voglio bene.


«Perché ci hai messo tanto?» mi attacca subito mia madre appena rientro in casa.
«Scusami, ho incontrato un mio amico e mi sono fermata a chiacchierare» le rispondo, acquisendo un tono di voce più o meno naturale. Per fortuna che sono riuscita a ricompormi abbastanza velocemente.
«Okay, però prepara alla svelta la tavola. Michele arriva tra dieci minuti.»
Annuisco, dopodiché vado in salotto e inizio a stendere con cura la tovaglia sul tavolo, in modo che aderisca completamente senza formare le solite ondine fastidiose.
«Aspetta, ti aiuto io.»
Alzo lo sguardo e mi ritrovo il viso di Nicola a un metro di distanza da me.
Decido che adesso non è esattamente il momento più adatto per tirare fuori l'argomento “Chiara.”
«No grazie, faccio da sola» replico, in tono neutro.
Dio, ultimamente mi sto stupendo di me stessa e del mio improvviso autocontrollo.
«Sicura?» insiste lui.
«Assolutamente.»
A questo punto, Nicola fa spalline e si abbandona stancamente sul divano accanto a Carlotta e Emanuele che stanno guardando uno stupido cartone animato alla tv.
«Emma dov'è?» chiedo ad alta voce, rivolta a mia madre.
«E' andata al supermercato, doveva comprare delle cose che mi mancavano per la cena, teoricamente è qui a momenti.»
Faccio un vago cenno di assenso con il capo, poi riprendo ad apparecchiare la tavola senza aggiungere altro.
Appena ho finito di appoggiare al suo posto l'ultimo piatto, faccio un profondo respiro e mi siedo sulla poltrona in parte al divano dove sono seduti gli altri.
Fisso lo schermo della televisione ma in realtà non mi concentro per niente sulle immagini. Dopo alcuni minuti, sento che la porta viene aperta e mi volto incuriosita. Emma sta cercando di entrare, ma a causa dei borsoni della spesa pesanti fa fatica a camminare.
Io scatto in piedi per aiutarla. Finalmente mi allontano da Nicola, non ne potevo più di sentire il suo sguardo puntato su di me.
«Grazie mille, tesoro» dice Emma, sorridendomi, grata.
Odio quando cerca di fare la dolce con me.
Io le mostro a mia volta un sorriso forzato.
Insieme portiamo i sacchetti ricolmi di roba in cucina e li svuotiamo, sistemando il cibo ognuno al posto che deve occupare.
«Per fortuna che è in ritardo» sospira la mamma, trafficando con il nastro adesivo di una confezione di carote.
Emma ed io ci limitiamo ad annuire.
Dieci minuti dopo, sentiamo la voce squillante di mio padre dal soggiorno che grida: «Sono a casa!»
Un sorriso entusiasta mi si dipinge sul volto e non posso trattenermi: corro immediatamente da lui e lo saluto praticamente saltandogli addosso. In questo momento un suo abbraccio è tutto – o almeno, quasi tutto – ciò di cui ho bisogno.
Lui mi stringe un poco a sé, poi, quasi subito, si stacca dalla mia presa. A questo punto mi guarda dritto negli occhi ed esclama: «Indovina chi c'è qui!»
Io, troppo spinta dalla curiosità, mi sporgo oltre le sue spalle per capire chi è questa persona misteriosa e, quando mi accorgo che Michelle e un altro ragazzo che non ho mai visto prima d'ora sono a qualche passo da me, lancio un urlo di eccitazione.
Mio papà fa una leggera risata, divertito dalla mia euforia, e dice: «Lo sapevo che saresti stata felice di questa inaspettata visita.»
Io annuisco circa dieci volte, poi senza pensarci una seconda volta, mi avvicino a mia cugina con grossi saltelli.
«Michelle!» urlo, e senza lasciarle il tempo di rispondere, la abbraccio con enfasi. «Mi sei mancata da morire» mormoro poi, percependo il profumo dello shampoo che usa. Dio, mi è mancato perfino sentire questo profumo. Ci sono così legata, forse perché mi ricorda un po' la mia infanzia.
Sento che Michelle ricambia il mio abbraccio con un po' più di forza. «Mi sei mancata anche tu» dice.
Dopo un paio di minuti ci stacchiamo e restiamo per un po' a guardarci negli occhi.
Lei mi sorride e appena esclama: «Fatti guardare!», si allontana di un poco per osservarmi meglio. «Sei una favola!» aggiunge, continuando a sorridermi.
Io arrossisco visibilmente e le mostro un timido sorriso. «Come sempre devi esagerare, tu!» esclamo. Poi la fisso nei dettagli e mi accorgo che lei è un po' cambiata. Per lo meno, adesso sembra molto più stanca e malmessa delle altre volte. Dentro di me faccio spalline, sarà sicuramente esausta per il viaggio che ha appena affrontato. Sì, è sicuramente questo il motivo.
«Uh, hai un nuovo amichetto!» faccio poi, con un sorriso malizioso.
Michelle si gira verso il ragazzo alle sue spalle e lui le sorride. Appena appoggia le valigie, fa qualche passo in nostra direzione.
«Daniel, ti ricordi di mia cugina Madelyn?» gli domanda lei, allegramente.
Lui le mostra un altro sorriso. «Certo, è bello rivederti» dice, lanciandomi un'occhiata.
Io spalanco gli occhi e mi rivolgo a lui: «Come?! Sei Daniel?» esclamo, sbalordita.
Oh mio Dio, quanto cavolo è cresciuto? Prima di tutto si è fatto altissimo – è ancora più alto di Nicola, che sarà almeno un metro e ottanta – e poi ha un fisico mozzafiato, completamente diverso dall'ultimo Daniel tutto-pelle-ed-ossa che avevo visto sette anni fa, a Parigi.
Lui, appena mi vede con quest'espressione alla “non ci posso credere che sei tu”, scoppia a ridere e Michelle gli sorride divertita.
«Colpevole. Ammetto di essere cresciuto un bel po'» dice, con un sorriso che va da un orecchio all'altro. «Ehi, ma anche tu non sei più la bambina che non voleva separarsi dal suo orsetto di pezza!» aggiunge, in tono ironico.
Oh sì, eccome che mi ricordo del mio orsacchiotto Balù. Ci ero molto affezionata a quel peluche: ci giocava prima di me mia madre e quando lei me l'aveva passato, lo aveva “ritoccato” un po' – aveva dei buchi e li aveva riparati con delle toppe. Rammento anche che mi aveva rassicurata dicendomi che era un “tocco di classe” ed io ci avevo creduto inesorabilmente. Da quella volta lo trattavo come un trofeo, e credo che questo a Daniel desse molto fastidio, infatti ne combinava di tutte pur di farmi un dispetto. Me lo rubava quando non c'ero e poi me lo nascondeva, oppure parlava praticamente sempre in francese con Michelle in modo che io non capissi che diavolo stessero dicendo.
Dio, quanti ricordi. Sono così felice che siano venuti a trovarmi.
«Comunque lo conservo tuttora in camera mia, quindi bada a non insultarlo di nuovo!» lo avverto poi, ridendo di gusto.
«Cercherò di trattenermi» si arrende lui, aggiungendosi alla mia risata.
Intanto Michelle continua a sorridergli e lui a ricambiare.
Mmh, ho la netta sensazione che tra loro ci sia qualcosa in più di una semplice amicizia. Anzi, ne sono praticamente certa.
«Prova a dare ancora fastidio a mia cugina e io le dirò del tuo di animale di pezza» lo minaccia Michelle, ironicamente.
«Provaci» risponde lui, guardandola dritto negli occhi.
A questo punto lei gli stampa un grosso bacio sulla guancia.
Okay, il mio sesto senso è insormontabile.
«Hey, voi due!» li interrompo io, alzando un poco la voce. «Avete intenzione di pomiciare ancora per molto?!» scherzo poi.
Michelle diventa tutta rossa e si scusa, sorridendo imbarazzata. «Piuttosto, dimmi di te» comincia dopo una piccola pausa, con un tono che riconosco all'istante. «Ho sentito che hai fatto amicizie interessanti.»
Questa volta sono io che arrossisco. «Mmh, può darsi» dico, vagamente. «Però non mi sembra esattamente il momento e il luogo più adatto per parlarne» mi affretto ad aggiungere. «Ti racconterò più tardi o magari prima di andare a dormire, okay?»
Lei annuisce, compiaciuta. «Perfetto» risponde. «Dove sono gli altri?» chiede poi, non stando più nella pelle.
«Sono dentro» le dico io dolcemente. «Eravamo pronti per cenare, ma credo che dovremo aggiungere un paio di posti a tavola» aggiungo, poi le prendendo la mano con entusiasmo. «Dai, entriamo!»
Mia cugina dice qualcosa che io non riesco a capire, ma io non ci bado molto e in pochi secondi siamo dentro. Lei rimane qualche istante a guardarsi intorno, persa in chissà quali pensieri, mentre Daniel ci raggiunge portando dentro con una facilità quasi sovrumana le valigie.
Intanto sento che mia madre e mio padre stanno discutendo abbastanza animatamente in cucina. Io corrugo le sopracciglia, confusa. Perché cavolo stanno litigando, ora?
Quando mia sorella salta in braccio a Michelle, decido di andare dai miei genitori per capire il motivo della discussione.
C'è anche Emma in cucina che li ascolta senza intervenire.
«E immagino che tu non ti sia nemmeno posto il problema dello spazio!» lo accusa mia madre, probabilmente per la centesima volta. Michele apre la bocca, ma la mamma non gli lascia nemmeno il tempo di ribattere: «Siamo già in sette in questa casa, e ora mi spieghi che diavolo hai intenzione di fare con Michelle e Daniel?»
«Volevo fare una sorpresa a Mad...» borbotta lui, però anche questa volta non riesce a terminare la frase.
«Ma a quanto pare non hai pensato alle conseguenze! Dio, Michele, a volte mi chiedo che miseriaccia hai in testa!»
«Loredana, forse ho una soluzione.»
Mia madre si volta verso Emma, con aria esausta. «Dimmi.»
«Io e i miei figli dopo cena possiamo benissimo prenotare una stanza in albergo» dichiara lei, alzando le spalle.
La mamma annuisce un paio di volte. «Si può fare.»
«Giusto» approva papà. «E poi Michelle e Daniel tornano a casa in treno mercoledì pomeriggio, quindi alla fine dovresti prenotare solo per stasera e per domani notte.»
«Ecco, è perfetto!» esclama Emma, sorridendo un poco.
Michele le ricambia il sorriso, grato.
Io a quel gesto alzo gli occhi al cielo – attenta a non farmi vedere.
«Bene, è tutto sistemato allora» fa mio padre, contento.
La mamma per tutta risposta gli lancia un'occhiataccia che potrebbe farlo incenerire - probabilmente avrà pensato “di sicuro non grazie a te” –, dopodiché non aggiunge altro e si avvia verso il salotto a salutare con entusiasmo Michelle e Daniel.
«Ma buonasera splendore!» esclama, rivolta a sua nipote, con un'improvviso buonumore che, onestamente, non so da dove sia spuntato fuori. «Come siamo diventate belle» aggiunge, con un sorriso.
«Mi dispiace di non aver avvisato» sento che dice Michelle, facendosi piccola piccola.
«Non preoccuparti, non è colpa tua se ho un marito che è peggio di un bambino» ribatte mia madre, stampandole un bacio sulla guancia. «E questo bel giovanotto non sarà mica Daniel?!» sbotta poi, guardandolo da capo a piedi. «Eri uno scricciolo l'ultima volta che ti ho visto!»
Daniel le sorride con imbarazzo. «È un piacere rivederla, la ringrazio molto per l'ospitalità.»
Con la coda dell'occhio noto che Michelle gli ha appena mollato una gomitata allo stomaco in fare ironico.
Io rido divertita tra me e me.
«Suvvia, non mi sembra di essere così vecchia da dovermi dare del Lei» obietta mia mamma, ridendo un poco. «E poi noi due già ci conosciamo.»
Lui annuisce una volta. «Giusto.»
«Come te la passi, zia?» chiede poi Michelle, allegramente.
«Beh, con tutti questi marmocchi in casa non molto bene» scherza, lanciandomi un'occhiata.
Io per tutta risposta faccio una smorfia.
Nicola, che è stato tutto il tempo appoggiato allo schienale del divano, esclama, ironicamente: «Ma non hai sempre detto che ci adori?!»
«Oh, immensamente» precisa lei, con una leggera risata.
Anche Michelle e Daniel si aggiungono alle risate generali.
«Direi che è ora di mangiare» faccio io, appena un brontolio di pancia mi ricorda che ho fame. «Con tutte queste chiacchiere ci siamo dimenticati che abbiamo una cena che ci attende.»
«Sì, hai ragione» afferma mia mamma, poi si precipita in cucina, facendomi notare che mancano due posti in tavola.
Io annuisco e Michelle si propone per aiutarmi, mentre Nicola va con Daniel al piano superiore per portare le valigie nelle camere.


«Bene, grazie mille per la cena» dichiara Emma, alzandosi dal tavolo. «Sono già le dieci, cavolo! E' meglio iniziare a preparare i vestiti per questi due giorni, Nico e Ema!»
Nicola annuisce due volte. «Okay, ti aiuto con le borse.»
A questo punto anche Emanuele si alza e raggiunge la madre e il fratello.
Dopo alcuni secondi salgono le scale di corsa per andare nelle proprie camere.
Proseguono pochi minuti di un silenzio più o meno imbarazzante, interrotto solo dal rumore delle posate che vengono appoggiate sui piatti e di alcuni respiri forse troppo pesanti.
«Allora» fa mia madre, schiarendosi la gola con un colpetto di tosse che non si avvicina nemmeno lontanamente a qualcosa di naturale. «Come va la vita a Merano? Il tempo è incerto come qui?»
«In effetti sì... o meglio, piove sempre» risponde Michelle, bevendo un sorso d'acqua.
Loredana fa un vago gesto di assenso con il capo. «Capito» dice poi. «E tua mamma come sta? Tutto bene, no?»
A questo punto cala un silenzio di tomba nella stanza. Il sorriso che Michelle aveva stampato in faccia fino a qualche secondo fa le muore tra le labbra, e dopo poco noto con la coda dell'occhio che Daniel le ha appena lanciato uno sguardo inquieto e mio padre si è immobilizzato all'istante.
Corrugo un sopracciglio, che diavolo sta succedendo?
Ad ogni istante che passa mia cugina inizia a tremare sempre di più. «Sì, scusate» dice poi in un sussurro appena percepibile all'orecchio umano.
Io appena vedo che ha gli occhi lucidi, sento il bisogno di intervenire; così cerco di incitarla a parlare, mormorando: «Michelle...?»
Detto questo, si alza dalla sedia e corre via, borbottando per la seconda volta un “scusate” e senza curarsi del tovagliolo che ha appena fatto cadere.
Alzo lo sguardo perplessa, e vedo che tutti si sono voltati a guardare mio padre, che rimane impassibile al suo posto senza muovere un muscolo.
Rimaniamo ancora in silenzio.
Odo appena il mio respiro che si è fatto irregolare e poi un gemito soffocato di mia madre. «Cos'ha Cleo?» domanda quest'ultima con disperazione.
«Cleo ha il cancro» sputa fuori tutto d'un fiato Daniel.
Io all'inizio faccio fatica a crederci; mi guardo un paio di volte attorno, forse sperando che da un momento all'altro spuntino fuori i cartelloni di “Scherzi a parte”, o qualcosa del genere. Purtroppo però non è così, infatti Daniel continua il discorso, scandendo bene le parole: «Ha già cominciato la chemioterapia, ma l'ha detto solo ieri, è per questo che Marie è venuta a trovarla... Michelle... lei non è ancora riuscita ad elaborare bene la cosa.»
Le ultime frasi sono come delle coltellate dritte nello stomaco. Forti, dirette e crude. Quelle che ti tolgono il fiato, che ti fanno temere il peggio e che ti fanno contorcere dal dolore.
«Vado da lei» aggiunge Dan, dopodiché si alza anche lui e si dirige a passo spedito al piano superiore, dove prima avevamo sentito Michelle salire le scale.
Proseguono altri minuti, interminabili minuti, di assoluto silenzio.
«Tu... tu lo sapevi?» balbetta mia madre a mio padre.
Michele annuisce appena, incapace di spiccicare parola.
Neanche io effettivamente ho la forza di aprire anche solamente la bocca. Adesso capisco perché Michelle era così malmessa e perché mio padre si comportava in modo strano quando è tornato. E tutto questo mi fa stare male. Mi fa crollare sempre più in basso, quasi come se stessi cadendo da un precipizio profondo diecimila metri. Deglutisco, sperando che con questo gesto riesca a scacciare queste cattive sensazioni. Ovviamente, è un desiderio irrealizzabile.
Credevo di essere arrivata al periodo più brutto della mia vita, con una mamma altamente irritabile e l'ennesimo ragazzo che mi trattava come se fossi un oggetto, ma ho presto scoperto che c'è sempre il peggio.
E adesso, cosa mi accadrà ancora?

















*** Spazio Autrici ***

Buondììì gente! Come butta? Dio, qui fa un caldo torrido. Non ce la faccio piùù T.T Spero che voi ve la passiate meglio di me <.<

Siamo arrivate all'ultimo aggiornamento dell'estate (no dai, non proprio l'ultimo. L'estate è praticamente appena iniziata **). Il prossimo credo che sia verso fine agosto (io non torno prima dal mare ^^'') o giù di lì.

Per quanto riguarda il capitolo: come avrete sicuramente capito, la sorpresa di cui vi avevamo parlato è proprio questa, cioè far passare a Mad e Michelle qualche giorno insieme (:  E beh, non è stato nè facile nè veloce come lavoro, infatti la parte dove sono insieme abbiamo dovuto scriverla insieme io e la mia socia, facendo combaciare sia le azioni che i dialoghi, ovviamente. Ci abbiamo impiegato un bel po' e non abbiamo neancora finito, fate un po' voi x) Speriamo almeno che sia uscita una bella cosa (e, soprattutto, che non risulti troppo noioso ndLeslie). Vi piace come idea?

Per la stesura siamo rispettivamente ai capitoli  17 e 18, e complessivamente, per ora, sono 108 pagine su Word *stappa la bottiglia di champagne (:
Comunque sappiamo già che, prima che io parta (cioè il 17 luglio), finiremo di scrivere la parte "condivisa" in modo da proseguire autonomamente e rispettando ognuna i propri tempi ^^

Beh, l'ultima cosa che mi rimane ora, oltre i ringraziamenti, è dirvi che la fotografia di Raffaele, il migliore amico di Mad purtroppo non riusciamo a farla perché Lindà è collegata con un altro pc e non ha il programma di grafica >.< Però nel prossimo capitolo la posteremo, sicuro ;)

Come sempre, grazie di cuore alle 17 persone che stanno seguendo la storia e alle altre 5 che l'hanno aggiunta nelle preferite! Grazie anche a chi l'ha letta semplicemente, le visite sono tantissime ^^


LaIKa_XD  sì, hai ragione: Lindù nello scorso capitolo è stata bravissima ^^ E sono felice che tu sia felice per il seguito di DS2, davvero :DD Per i dettagli più accurati, passo la linea alla mia socia (:  (hai ragione, povera Michelle xD mi sa che è uno dei personaggi con cui sono stata più cattiva, considerando anche tutto quello che succederà dopo *W*... naturalmente non ti anticipo nulla xD Sì, alla fine Fabio c'è stato quando Michelle ha avuto bisogno di lui, e posso dirti che ci sarà ancora. Non è mia intenzione spezzare cuori in questa fic, questo posso dirtelo (: grazie per i complimenti, ho sempre paura di risultare pesante scrivendo queste scene, ma a quanto pare non lo sono stata... ^^ ndLeslie) Grazie mille per le recensioni checi lasci sempre, per il supporto e per tutto il resto, sei un tesoro ^^ Buone vacanze anche a te! Un mega bacione <33

chiara84  già, Michelle non ha affatto una vita facile... però non tutto è perduto, aspetta di vedere come va avanti ;) (sì, Lindù cara, sto zitta, non dico altro u.u) (brava xD ndLeslie) Per il resto lascio l'onore a lei di risponderti ^^ (sìsì, è proprio come hai detto tu :D non ti anticipo nulla, però, se non magari che i momenti tristi non sono ancora finiti, ma potrai scoprire tutto nel prossimo capitolo ^^ ndLeslie) Beh, a questo punto non mi resta che salutarti e per ringraziarti di tutte le recensioni che ci lasci ** Grazie grazie grazieee! ^^ Buone vacanze allora, ci si sente verso fine agosto ;) Bacione <3

vero15star  oh tesoro, mi dispiace un casino, mi ha fatto davvero stare male leggere la recensione che ci hai lasciato nello scorso capitolo... io... non ho parole, veramente. Spero davvero con tutto il mio cuore che il momento "critico" sia passato, di solito è sempre così quando muore qualcuno... Però basta pensarci, voglio dire, così ti trasmetto tristezza anzichè felicità, e non va bene affatto u.u Tu lo sai già che in quest'estate dovrai divertirti divertirti e divertirti, vero? ^^ Perchè sul serio, l'unica è distrarsi e cercare di pensarci il meno possibile... e hai praticamente tutta l'estate davanti! (: Ricorda che ti sono vicina, tanto tanto <3 Okay, adesso dopo il momento da psicologa ferita dai problemi del paziente, lascio la parola a Lindù per i commenti allo scorso capitolo >.< (condivido tutto quello che ha scritto Lalla, e mi dispiace un sacco che questo capitolo sia arrivato al momento sbagliato. Per quanto riguarda Cleo e Davide posso consigliarti di avere fede, ma non posso anticiparti altro, anche se la voglia di spoilerare è tanta xD la spiegazione della sparizione di Davide arriverà presto comunque, anche se devi pazientare ancora un poco ^^ grazie mille per i complimenti *^* ndLeslie) Grazie un miliardo di volte per tutti i tuoi complimenti e per le continue recensioni che ci fanno stare solo bene *w* Buonissime vacanze, stella! E divertiti! ^^ Un bacione grande grande (LL)

nana_85  Sììì, Daniel è molto meglio di Fabio, anzi non c'è proprio paragone, vero? ^^'' Contenta che la pensi come mee (: Comunque sono felice che tu sia facile per il seguito di DS2, ci volevano questi commenti positivi ^______^ Per il resto ti passo la mia socia Lindù ;D (confesso che sono un po' allarmata, se lo scorso capitolo era tristissimo cosa mi direte nel prossimo? ** spero di non essere stata troppo crudele, a volte mi lascio prendere un po' la mano ^^" e sì, Dan è un tesoro, vedremo se Fabio riuscirà a recuperare xD ndLeslie) Grazie mille per tutto quello che fai per noi, te ne siamo assolutamente grate *ç* Buone vacanze, carissima! Un bacioneee <333


Beeene,  buone vacanze a tutti i nostri adorati lettori :)
Ci sentiamo verso fine agosto a questo punto x) Ci manchereteee :(
Baciii,
Lalla e Leslie
   
 
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