Film > Sherlock Holmes
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Autore: Alkimia    14/07/2010    17 recensioni
"[...]elementare mio caro Watson... me lo faccia dire qui perché già prevedo che nel film non potrò dirlo e gli appassionati dei romanzi ne faranno una tragedia che a confronto l'Effetto Serra sembrerà una bazzecola!”
Come mai tante fanfiction slash nel fandom sul film di Sherlock Holmes? E' un mistero assai sfuggente, anche per la mente del più brillante investigatore di tutti i tempi...
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Punto primo: il fatto che la fanfiction sia piena di sarcasmo riguardo al film non vuol dire che il suddetto film non mi sia piaciuto, anzi l'ho adorato!
Punto secondo: con la presente fan-fiction, l'autrice non intende offendere altri autori né i loro lavori, semplicemente mi “perplime” il fatto che in questo fandom le storie siano quasi tutte slash e mi era venuto in mente di scherzarci un po' su.
Tuttavia, la critica è un diritto sacrosanto, indi sentitevi pure libere di esercitarlo come meglio credete.

Sherlock Holmes e il mistero del pairing scomparso


PRIMA DELL'USCITA DEL FILM


Sherlock Holmes correva a perdifiato per le strade buie e spoglie di Londra. Si era lasciato alle spalle il cigolio della carrozza di Lestrade già da un pezzo ma poco male, voleva dire che tutti quei mesi di allenamenti erano serviti a qualcosa.
No, non per la boxe.
Si, Holmes si stava allenando, voleva arrivare preparato allo scontro con quella presenza malefica e oscura che irretiva le fanciulle.
No, non Blackwood.
Nella suddetta carrozza intanto, l'ispettore stava tamburellando nervosamente le dita sul fondo della sua bombetta.
«Perché mai non è venuto con noi come se forse una persona normale?» domandò accigliato osservando Watson seduto di fronte a lui. Il dottore si limitò a sorridere: accostare l'aggettivo normale a Homes era come tentare di mescolare insieme l'acqua e l'olio, persino a una mente limitata come quella di Lestrade la cosa avrebbe dovuto apparire ovvia.
«Vede ispettore- disse pazientemente il dottore dopo qualche istante di silenzio- da quando ha saputo del film la sua ehm, la sua originalità si è nettamente acuita».
Ah, il film! Certo!

Poche scene dopo...

Mrs. Hudson si rese conto che il tintinnio di stoviglie proveniente dalle porcellane che reggeva sul vassoio era un chiaro segno di quanto il suo esaurimento nervoso avesse sforato la vette della fobia.
Watson, richiamato dal suono di uno sparo, mandò a casa il suo ultimo paziente della giornata e raggiunse la donna sul pianerottolo.
«Io lì dentro non ci metto piede!- dichiarò la governate- Come farò quando lei sarà andato via, dottore? Chi mi aiuterà a tenerlo a bada?»,
Watson allargò un sorriso gentile e rassicurante, ripetendo per l'ennesima volta la giustificazione che usava da mesi per chiarire il comportamento del suo vecchio amico,
«E' solo esagitato per questa storia del film, signora. Quando tutto sarà finito, il suo ego tornerà a posto, come pure il suo cervello». Che il cervello di Holmes fosse mai stato a posto era una questione sulla quale tutti avevano seri dubbi, ma Watson preferì non indugiare in simili riflessioni e bussò alla porta della stanza.
«Chiedo il permesso di accedere all'arsenale» borbottò in tono sarcastico di rimprovero
«Concesso» sibilò una voce roca dal fondo di quello che sembrava essere un antro buio in cui una creatura mitologica si era rifugiata per cercare riparo da qualche castigo divino.
«Che cosa sta facendo, Holmes?!» esclamò Watson scrutando nella penombra la sagoma del suo compagno di avventure avvolto in una vestaglia logora, con la pistola ancora tra le mani.
«Mi era sembrato di averne vista una, Watson. Lo sa bene cosa accadrà quando il film sarà nelle sale, la sa bene che dovremo difenderci da loro, da tutte loro...» asserì Holmes in tono grave,
il dottore scosse energicamente la testa in un cenno spazientito, poi andò a scostare le tende alle finestre permettendo alla grigia luce di Londra di entrare nella stanza, rivelando un ambiente più simile alla camera di un adolescente che non all'alloggio di un noto personaggio della letteratura.
«Lei ha bisogno di distrarsi, Holmes, di pensare ad altro. Questa storia del film la sta ossessionando. Perché non si trova un caso?» propose Watson recuperando dal pavimento un giornale mezzo sommerso dalla fuliggine e con le pagine macchiate da qualche sostanza non ben identificata,
«Ecco, che ne dice della sparizione dei neuroni dell'autrice di questa triste fanfiction?»
Holmes inarcò le sopracciglia con aria di sufficienza
«E' presto detto, la ragazza è nata bacata, c'è poco da indagare» sentenziò con un'alzata di spalle,
Watson alzò gli occhi al cielo e voltò la pagina alla ricerca di qualcosa che potesse interessare al suo  amico ma in quel momento il suo sguardo intercettò la sagoma del loro cane riverso a terra con una spanna di lingua che penzolava fuori dal muso tozzo,
«Che cosa ha fatto a Gladstone?!» gracchiò il dottore, ormai era prossimo all'isteria
«Ho tentato di testare un veleno per essere sicuro che quando lo userò su di loro funzionerà!» rispose tranquillo il suo amico,
Watson sbuffò e lanciò via il giornale,
«Holmes, io voglio capire chi sono queste LORO da cui ritiene di doversi proteggere quando il film sarà uscito nelle sale!»
«Le Mary-Sue, elementare mio caro Watson... me lo faccia dire qui perché già prevedo che nel film non potrò dirlo e gli appassionati dei romanzi ne faranno una tragedia che a confronto l'Effetto Serra sembrerà una bazzecola!», 
il dottore strabuzzò gli occhi davanti alla dichiarazione del compagno,
«Lei ritiene di doversi proteggere dalle Mary-Sue? Ma l'ha letta la sceneggiatura?» chiese con una risatina isterica. A dirla tutta non era nemmeno troppo sicuro che il suo amico ritenesse le Mary-Sue un pericolo, era troppo perverso per non considerare la prospettiva quanto meno divertente. Però quella benedetta sceneggiatura avrebbe dovuto leggerla. 
«Non l'ho ritenuto necessario, il mio intuito e la mia capacità di applicare una logica ferrea ad ogni situazione mi hanno reso del tutto prevedibile il contenuto di quell'ammasso di pagine che gli scribacchini di quel luogo collinare amaericano hanno ritenuto di dover scrivere» borbottò Holmes
«E il suo intuito e la sua logica le hanno suggerito che dopo l'uscita della pellicola saremo invasi dalle Mary-Sue?»
«Naturalmente. Ha visto le quotazioni dei due tizi che ci interpretano? Saremo sommersi dalle Mary-Sue, mi creda! Persino lei che è fidanzato con la donnicciuola di cui al momento mi sfugge il nome, ma non importa tanto la signorina serve solo a farmi rovesciare addosso un calice di vino rendendo intensamente esilarante la scena di me che mangio una bistecca fiorentina mentre mi cola lambrusco emiliano dai capelli!»
«Cosa c'entrano il lambrusco e la fiorentina?!»
«Nulla, ma l'autrice della fanfiction non sapeva che altre pietanze citare...».
Watson si stropicciò il viso con le mani, ormai la sua espressione era affranta e desolata.
«Come suo amico e come suo medico, Holmes, le consiglio caldamente di leggere quella sceneggiatura!» concluse alzando la voce di diverse ottave per fan intendere al compagno che la questione era assai seria per il bene di tutti.

Alla sera...

Holmes si chiese come e quando era accaduto che il suo amico lo avesse convinto a partecipare a quella cena in compagnia di Mary, la sua impeccabile fidanzata. Tuttavia pensò che potesse essere un buon modo per tentare di impressionare la donnicciuola. Oh guarda, lei gli aveva appena chiesto di usarla da cavia per mostrare a tutti fin dove poteva spingersi con la sua arguzia.
«Lei è un'educatrice. Il suo allievo è più alto di lei, le ha tirato un calamaio di inchiostro e la madre del ragazzino per scusarsi del fatto di non aver saputo educare il marmocchio le ha prestato i gioielli che ora ha indosso» commentò l'investigatore guardando Mary con aria saccente
«Oh ma lei è veramente arguto, mister Holmes!- esclamò la donna ammirata- E ha capito tutto questo solo guardandomi in faccia?»
«No, mia cara, ho cominciato a leggere la sceneggiatura, come il mio pignolo, pedante e asfissiante amico mi aveva suggerito» ammise Holmes tirando fuori un plico di fogli sgualciti e sventolandolo sotto gli occhi di Watson che arricciò il naso con aria infastidita,
«L'ha letta tutta?» domandò il dottore come se stesse chiedendo a un suo paziente se avesse preso tutte le dosi di una medicina dal pessimo sapore,
«No, sono arrivato solo alla scena della boxe e quella scena in particolare conferma la mia teoria: è in arrivo un esercito di Mary-Sue!».
Mary rise allegramente agitando la mano a mezz'aria
«Mister Holmes,- disse nel tono in cui si sarebbe rivolta a un suo alunno- lei dovrebbe sapere che una sceneggiatura va letta tutta, un film va giudicato solo dopo averlo visto...».
Silenzio. Di quello da film horror, di quello che non prevede niente di buono.
L'investigatore sgranò gli occhi nel sentirsi riprendere come se fosse un ragazzino, lui era un personaggio cardine della letteratura! Un'icona del genere! Una celebrità su carta stampata! Immortale, sempreverde come un cipresso!
«Il suo fidanzato è al corrente del fatto che in un precedente film lei faceva la prostituta insieme a Johnny Depp?» chiese Holmes serafico.
E si ritrovò da solo, a mangiare un fiorentina, con il lambrusco che gli gocciolava dai capelli.

In seguito...

Dall'olezzo che si spandeva in quel cortile, l'intuito e la logica di Sherlock Holmes gli suggerirono che i simpatici signori, quelli che pascolavano attorno a lui e al suo amico con l'aria di squali che accerchiano due cuccioli di foca, non avessero l'abitudine a prendersi abbastanza cura della propria persona. Ma al momento i due amici avevano guai ben peggiori...
«Holmes, le ho già detto di non starmi così vicino e di smettere di usare la mia spalla come se fosse un appendiabiti! Altrimenti penseranno male!» borbottò Watson
«Chi penserà male?» chiese l'investigatore perplesso. La logica ferrea, l'intuito... si, si, come no!
«Gli spettatori! Gli spettatori potrebbero... ehm, farsi un'idea sbagliata»
«No, non si preoccupi amico mio, gli spettatori saranno troppo impegnati a notare l'imperfezione dell'accento inglese dell'attore che mi interpreta»
il dottore si batté i pugni sulle ginocchia,
«Mio Dio, ma cosa ci faccio qui?» piagnucolò gettando un'altra occhiata ai fiorellini di campo che li accerchiavano,
«Ma Watson! Da quando in qua soffre di amnesia?- esclamò Holmes- Dunque, le rammento l'accaduto. Io ero andato a indagare nella casa del nano, lei non ha saputo resistermi, non è riuscito a starmi lontano, perché lei è troppo legato a me, siamo l'uno parte dell'altro e...»
«Holmes, non usi queste espressioni! Sennò le Mary-Sue se le può anche scordare!»
l'investigatore assunse per un attimo un espressione ebete non capendo dove l'amico volesse andare a parare, poi proseguì.
«Comunque sia, dicevo, lei mi ha seguito perché da che mondo è mondo si sa che John Watson è il cagnolino fedele di Sherlock Holmes, lo dice anche il cattivo nel film, vede che l'ho letta la sceneggiatura!... mi ha seguito, dicevo, poi sono arrivati gli scagnozzi del cattivo, no non Balckwood, quell'altro, quello che non hanno fatto vedere in faccia perché non sanno ancora a chi farlo interpretare nel sequel e mantenere alta la suspense è tutta pubblicità guadagnata... lei mi ha seguito dicevo, e ci siamo ritrovati a combattere contro gli scagnozzi mandati dal cattivo, poi, come in uno dei migliori episodi di Mr. Bean io sono stato capace di correre in maniera rocambolesca per mezza Londra, accalappiarmi con un bestione, smantellare un cantiere navale e far sganciare una nave mezza rotta da un bacino di costruzione sul Tamigi e per questo ci hanno arrestati e condotti qui. Tutto chiaro?».
Watson scoppiò a piangere e l'amorevole Holmes cominciò a raccontargli barzellette sugli agenti di Scotland Yard per farlo riprendere...

Qualche pagina di sceneggiatura più in là...

La camera d'albergo sembrava una stanza della Casa dei Sogni di Barbie. Holmes aveva tentato di forzare la serratura con una forcina rinvenuta nel fondo di un cassetto di Watson. Il fatto che Watson fosse in possesso di una forcina per capelli avrebbe dovuto far scattare qualche suggerimento nella mente del noto investigatore, ma l'arguzia di Holmes doveva essere andata in vacanza dal momento che tra qualche minuto si sarebbe ritrovato a farsi fregare allegramente da Irene Alder, bevendo senza alcun sospetto il Tavernello invecchiato che lei gli aveva servito e che conteneva in realtà conservanti chimici, insaporitori industriali e due dita di sonnifero, di quello che usano i bracconieri per addormentare gli elefanti e strappargli le zanne (altrimenti non spiega come mai la sceneggiatura prevede che la donna riesca a spogliarlo, portarlo fino al letto e ammanettarlo in una posizione da pellicola pornografica sadomaso senza che lui si svegli).
«Perchè non puoi semplicemente venire via con me?!» piagnucolò Irene mentre il sonnifero di cui sopra cominciava a fare effetto.
La donna, il cui comportamento nella codesta scena l'avrebbe resa uno dei personaggi femminili meglio riusciti della storia del cinema degli ultimi anni, in realtà con quella frase avrebbe voluto aiutare il suo amato Sherlock a sottrarsi alla triste sorte che gli sarebbe toccata una volta che il film sarebbe uscito nelle sale, perché lei sapeva che non erano le Mary-Sue il vero pericolo... perché lei la sceneggiatura l'aveva letta tutta e poteva rispondere alla logica ferrea e all'intuito infallibile dell'investigare privato più famoso della letteratura, eccetera eccetera, con una generosa dose di sesto senso femminile.
Ma le cose non vanno sempre come vorremmo. Non c'è bisogno di leggere le sceneggiature dei film per saperlo!
Poco dopo Holmes si sarebbe svegliato ammanettato nudo in mezzo al letto con un cuscino di raso  lì dove, per rendere ancora più comica la scena, ci sarebbe stata bene una foglia di fico.
Il fatto che le chiavi delle manette fossero nascoste dietro al suddetto cuscino di raso diventava un particolare drammatico su cui l'investigatore avrebbe sorvolato visto che ancora più drammatico sarebbe stato l'effetto che quella scena avrebbe avuto sulle spettatrici.
Ormai era certo: la sua buona dose di Mary-Sue non gliela avrebbe tolta nessuno, già si vedeva nella clinica per ex-personaggi fighi vessati dalle fangirl... l'unica speranza che gli restava era quella di finire in camera con Jack Sparrow, perché se gli fosse toccato quel ragazzino spocchioso di Harry Potter come compagno di stanza si sarebbe di certo annoiato a morte...      

Altre pagine di sceneggiatura più in là...

Sul molo c'era odore di acqua stagnante e alghe marce. Oddio, erano appena usciti da una sala dove macellavano maiali con una sega a nastro che c'era da pensare che avessero buttato qualche foglio della sceneggiatura di Saw: l'enigmista in mezzo al copione del film sul più noto investigatore privato della letteratura e tutto il resto.
«Holmes!» gridò Watson con aria allarmata, tese la mano in avanti per intimargli di stare indietro ma l'investigatore non lo sentì, era troppo impegnato ad ascoltare le lamentele di Irene.
«Dunque, io riesco a mettere nel sacco il grande Sherlock Holmes, vengo appesa insieme ai quarti di bue, mi salvo miracolosamente da un'esplosione, aiuto l'eroe a risolvere la questione, gli lascio gli indizi sul suo futuro nemico... sono l'unica donna per cui quel misogino prova interesse eppure vengo snobbata! SNO.BBA.TA!».
Per fortuna l'esplosione la tacitò.
Il gesto di Watson, la faccia da quarto di bue di Holmes e tutto quello che seguirà dopo avrebbe dovuto nuovamente suggerire al nostro investigatore privato famoso e tutto il resto che non era delle Mary-Sue che si sarebbe dovuto preoccupare, ma nessuno è perfetto...

DOPO L'USCITA DEL FILM

Watson e Mary entrarono nello studio di Holmes. La donna guardò davanti a sé e gridò sconvolta nel vedere il corpo dell'investigatore penzolare da un cappio legato a una trave del soffitto.
«Non temere mia cara, è troppo innamorato di sé stesso per farlo» disse Watson lanciando all'impiccato uno sguardo che trasudava arguzia come un tronco di pino trasuda resina.
«Sei sicuro John?» chiese Mary avvicinandosi al cadavere e pungolandolo con il dito
«Assolutamente si. Credimi, nessuno conosce quest'uomo meglio di me»
«Se lo dici tu...».
Watson si aggirò tranquillamente nello studio, sperando di trovare in mezzo a quel disordine, il taccuino che aveva dimenticato.
«Ehm... John, è diventato viola...» osservò Mary
«Tranquilla mia cara, è uno dei suoi trucchi non ti devi preoccup... OMMIODIO! Le ha lette!»,
l'espressione raccapricciata di Watson era puntata su un oggetto rettangolare aperto a portafoglio sul  piano dello scrittoio.
Mary sbatté le palpebre e osservò il misterioso oggetto. Un'ala del portafoglio era luminosa, come una fotografia a colori traslucida posta davanti a una lampada. La parte che poggiava sullo scrittoio, invece, era coperta da quadratini con tutte le lettere dell'alfabeto, numeri e strani simboli e sigle.
Mentre la donna osservava il curioso arnese... una delle diavolerie di Holmes, ci avrebbe giurato, Watson stava impiegando tutte le sue abilità mediche per far rinvenire il suo vecchio amico.
Dopo diversi tentativi, finalmente Holmes riaprì gli occhi ed emise un sordo gemito sputando via un foglio appallottolato che gli era rimasto incastrato in gola, e forse proprio l'ammasso di carta aveva impedito al cappio di strangolarlo del tutto.
Con sguardo allucinato, l'investigatore spinse via il dottore allontanandolo con un gesto brusco.
«Mi stia lontano!- soffiò come un gatto sulla difensiva- Le ha viste? Le ha lette?»
«Si, Holmes, ne ero al corrente. Non l'ho informata solo perché sapevo quanto la cosa l'avrebbe turbata, adesso si rilassi...»
«Rilassarmi?! Non c'è una Mary-Sue nemmeno a pagarla oro!».
In quel momento una risata acuta e giuliva risuonò nell'aria. Mary era riversa sulla scrivania con le lacrime agli occhi dal troppo ridere. Per un attimo Watson ebbe la sensazione che quella pacchianata di anello che le aveva regalato non sarebbe servito a salvaguardare il suo onore, lui e Holmes si scambiarono uno sguardo affranto.
«Ho sentito di una clinica- sussurrò il dottore con voce tremula- un ricovero per ex- personaggi fighi usurati dallo slash»
«Ma sarà un postaccio...» piagnucolò Holmes
«Non saprei, Jack Sparrow e Harry Potter ci sono stati, dicono che non è poi così male».

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Il film in cui l'attrice che interpreta Mary "fa la prostituta insieme a Johnny Depp" è The Libertine.
L'autrice è consapevole che l'esatta divisione in sillabe della parola snobbata sia: snob-ba-ta.
   
 
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