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Autore: Meiko    20/09/2005    0 recensioni
"odiami, sii triste per me, soffri a causa mia, uccidimi, disprezzami, dimenticami. ma ti prego...non amarmi, mai..."
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sha Gojio, Genjo Sanzo Hoshi, Kogaiji, Kanzeon Bosatsu, Cho Hakkai, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 2


Il villaggio era situato in una zona strategica sul fianco della montagna, e l’unico modo per raggiungerlo era una ripida strada in salita, poi una scalinata verso le prime case.
Su quelle scalinate si aveva una vista incredibile, da quel lato della montagna si poteva vedere una distesa verde di una foresta vergine, poi più in la si vedevano macchie bianche su distese scure, e piccole colline.
Un paesaggio mozzafiato, coperto dalla cupola azzurra del cielo.
Il cielo…
In quel punto della montagna il vento soffiava con forza, e in quel momento stava nervosamente agitando le ciocche castane della ragazza demone, che si era fermata ad ammirare il panorama, alcune ciocche offuscavano la vista, ma lei sembrava troppo presa dall’ammirare il paesaggio, era come essere in cima al mondo.
Gli venne una voglia matta di allargare le braccia e di spiccare il volo, mentre prendeva un profondo respiro, e si copriva le braccia nude con le mani, in modo anche di coprire la fascia bianca sotto quel brandello di stoffa della maglietta, l’aria entrava da li facendola gelare.
Immenso…
Una sensazione strana…come se ad ogni respiro…qualcosa uscisse fuori dal corpo…
Leggerezza…si sentiva leggera…
Una ventata le oscurò con la vista e fu costretta ad uscire da quello stato di catalessi, spostando con una mano parte della capigliatura castana, tenendo però gli occhi fissi in un punto preciso.
La linea d’orizzonte…
Terra e cielo si uniscono in quella linea…una linea immaginaria, che non esiste…
Non esiste…
-Bello?-
il demone si voltò, accanto a se la figura bionda di Meiko, con il fucile dietro la schiena e le mani nelle tasche più alte dei pantaloni, anche lei rivolta verso il panorama, solo che aveva lo sguardo più rivolto verso l’azzurro del cielo che verso la terra.
Il demone non gli rispose, limitandosi a tenere lo sguardo fisso sulla linea dell’orizzonte, mentre l’altra ragazza sorrideva.
-…sei una bugiarda…-
Meiko lanciò un’occhiata alla ragazza accanto se, che però non la degnava neanche di un’occhiata. Lei sorrise, divertita.
-Si, lo so-
chiuse il discorso li, mentre Gojio spingeva la ragazza demone, imponendogli così di salire la scalinata, Goku ormai era quasi in cima, mentre la bionda stava per incamminarsi, quando rivolse ancora lo sguardo al cielo, scendendo poi verso la terra.
Il cielo…azzurro…la terra nera…

I suoi occhi si socchiusero, mentre ignorò completamente la vista, riprendendo la salita verso il villaggio, affiancando il bonzo, che però sembrava non notarla nemmeno.
Meiko gli lanciò un’occhiata infastidita e innervosita.
-Ehi, bonzo, non potrai ignorarmi per sempre!-
-…-
-Tsk, ma tu guada che razza di bonzo doveva capitarmi!!-
Meiko si passò una mano tra i capelli,spettinandoli, mentre Sanzo si fumava la sigaretta.
Un’idea passò come un lampo negl’occhi di lei.
Velocemente salì qualche gradino e strappò di mano al bonzo la sigaretta, sorridendo con aria innocente.
-Non lo sai che fa male fumare? Ma che bonzo strano che sei-
Sanzo le lanciò un’occhiata omicida, mentre Meiko faceva un tiro con la sigaretta, formando dei cerchi di fumo sulla faccia del bonzo, che stava perdendo la pazienza.
-Hai voglia di morire, mocciosa-
-Mi chiamo Meiko, e se per parlarti sono costretta a morire, allora così sia, non ho paura-
gli occhi viola di Sanzo s’impiantarono in quelle rossicce di lei, che sorrise con aria divertita. Occhi tranquilli.

“Aveva occhi tranquilli…
Anche se non si ricordava di che colore…
Non si ricordava nemmeno il viso.
Ricordava solo il suo sguardo tranquillo…
Gli piaceva quello sguardo.
Però…
-…NON LASCIARMI!!-“


Sanzo osservò Meiko che si tenne la sigaretta tra le labbra in segno di sfida, per poi gettarla a terra e pestarla.
-Maledetta mocciosa…-
-Maledetta Meiko, vorrai dire…-
sembrò che tra i due ci fosse una bufera di neve, mentre gli altri si allontanavano tenendo più alla loro incolumità, poi Meiko sbuffò stufa della situazione, mettendosi le mani dietro la schiena avviandosi verso il villaggio, raggiungendo con balzi di due gradini Hakkay, mentre Sanzo restava in coda.
Il villaggio era in parte scavato nella roccia, e i tetti erano coperti oltre che con mattoni in argilla anche con della paglia.
Alla soglia del villaggio Meiko si alzò il cappuccio della maglietta nera, lanciando qualche occhiata preoccupata, affiancando i ragazzi e mettendosi le mani nelle tasche dietro, mentre la ragazza demone dopo un attimo bloccò il gruppo.
-Sentite, non so voi, ma io comincio sentire freddo ridotta in questo modo. E comunque non mi sembra educato lasciare una ragazza a seno scoperto e vestita della sola pelle-
all’ultime parole Goku diventò rosso come un pomodoro, e Meiko si trattenne a stento una risata con Gojio che le faceva compagnia, mentre Hakkay annuiva all’evidenza, infatti la ragazza demone aveva scoperto il punto dove la lama di Gojio aveva squarciato la maglietta larga, sotto portava una fascia bianca che appiattiva il seno, ma nonostante tutto era praticamente nuda sotto.
-Credo che voi abbiate ragione, signorina…-
-…Rika…-
un senso di soddisfazione raggiunse Goku, che sembrò memorizzare quel nome e quel volto, mentre la ragazza veniva affiancata dalla bionda.
-D’accordo, allora io e lei facciamo spese. Ci vediamo alla locanda-
“Anche perché è l’unica nel villaggio…”
Meiko e Rika si allontanarono, con la bionda che la portava verso un piccolo negozi di vestiti, mentre i ragazzi si avviavano verso la locanda, Gojio si fermò un attimo a riflettere.
“…ancora non ho capito come abbiamo fatto ad avere al seguito quelle due…”
-Va bene che io sono loro prigioniera, ma tu che c’entri?-
-? Riguardo a cosa?-
Meiko sbucò da un mucchio di vestiti piegati alla destra di Rika, che stava controllando una maglietta con scollatura.
-Non fare la finta tonta. Tu che vuoi da loro?-
Meiko si avvicinò alla ragazza, che rimise a posto la maglietta, tirandogliene fuori una rossa.
-Potrei rigirarti la domanda, che vuoi da loro?-
Rika scosse la testa, e la bionda piegò la maglietta, aiutandola a cercarne una decente.
-Lo sai che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda?-
-Mii, quanto sei rompiscatole!! Non te l’ha mi detto nessuno?-
Rika distolse lo sguardo dalla maglietta che aveva deciso di provare verso gli occhi di Meiko, che era davanti a lei.
-In effetti si, ce ne sono stati tanti, ma a me non è mai interessato-
-Oh, capisco…-
Rika entrò dentro una piccolissima e angustia stanza, meno male che non soffriva di claustrofobia, e si tolse la maglietta rovinata, osservando lo strappo.
“Quel bastardo…”
la lanciò dall’altra parte, dove anche Meiko constatò il danno.
-…mi sa che te ne devi prendere un’altra nuova di questa taglia…non si può più raggiustare-
-Per farci che? Ormai sanno che in realtà Rio è Rika-
Meiko era appoggiata con la schiena al muro vicino ala stanzina, con sul braccio la maglietta rovinata, il piede appoggiato la muro.
-Toglimi una curiosità…Rika: perché ti travesti da maschio? Non avrai qualche problema sessuale di tipo psicologico?-
-Eh?-
Rika uscì dalla stanzetta sistemandosi i capelli e lanciando un’occhiata scioccata a Meiko, che ridacchiava.
-Scusa…-
-Evita domande idiote, umana-
-Ah, come fai adesso? Sei ancora demone se non te ne sei accorta, e i capelli non potranno nasconderti per sempre quelle orecchie…e inoltre le tue unghie saltano agl’occhi…-
Rika si guardò le mano, in effetti le unghie affilate di demone avrebbero attirato lo sguardo, e le orecchie prima o poi si sarebbero andate a scoprire…
Demone…era un demone…

“Sorellina mia…”

Rika chiuse gli occhi, prendendo un profondo respiro, mettendosi poi una mano sulla spalla sinistra, e stringendola.
Sotto gli occhi tranquilli di Meiko, lentamente Rika acquistava sembianze più umane, le unghie da demone si accorciavano, così come le orecchie diventavano più rotonde sotto i capelli.
Quando Rika aprì gli occhi e tolse la mano, sulla spalla sinistra era apparso un tatuaggio a bracciale, una sorta di filo spinato che avvolgeva quel punto della pelle.
Meiko lo guardò meglio.
-E’ la prima volta che vedo un sistema di controllo del potere maligno così-
Rika non chiese ne disse nulla, voltandosi verso lo specchio che fino a quel momento aveva riflesso le sue spalle.
La maglietta che stava indossando mostrava l’ombelico e la carnagione chiara, ed era sbracciato con un elegante colletto alto, i colori erano azzurro e viola sui bordi.
Inoltre possedeva delle maniche staccate dalla maglietta, in modo da vedere le spalle, e coprivano in parte le mani, si vedevano solo le dita e un po’ di palmo.
Meiko annuì.
-Ok, è andata. Pago io, immagino che tu non abbia soldi…-
-Non aspettare che ti ringrazi-
-Figurati, non lo mai desiderato. E’ che non mi piaceva l’idea di lasciare morire di freddo una “sorella”-
sorrise ironica, andando verso la padrona del negozio per pagare, mentre Rika che si era voltata verso Meiko, si guardò di nuovo allo specchio, i lunghi capelli castani accarezzavano la schiena, un lembo di pelle scoperto dalla maglietta.
“Sono…umana?”
si voltò verso le specchio, guardandosi le mani, per poi, incerta, spostarsi un ciuffo di capelli. Un piccolo e rotondo orecchio sotto la chioma.
Umana…era umana…
Rika non poté fare a meno di sospirare, quasi togliendosi un peso, guardandosi ancora una volta, la sua immagine riflessa era magra ma forse un pochino bassa.
S’immerse nei suoi occhi azzurri, che in quel momento apparivano…vitrei


“Sorellina mia, come puoi lontanamente pensare di essere ancora…umana?”

“Gia…io non sono umana…non lo sono più…”
con un gesto sconfitto, Rika chiuse gli occhi, voltandosi in modo da dare le spalle allo specchio, dirigendosi poi verso Meiko che l’attendeva.
-Non eri convinta del tuo acquisto?-
la castana non parlò, affiancando la bionda e uscendo con lei dal negozietto, incappando di nuovo nell’aria fredda del vento che veniva dalla montagna.
Freddo…
Quel villaggio aveva il bruttissimo difetto di essere freddo!
Meiko si tirò il cappuccio nero della maglietta su, dato che l’aveva lasciato scivolare dentro il negozio, e alzò lo sguardo, la montagna in qualche modo sembrava reggere sulla punta, in bilico il sole.
…in bilico…
Meiko sbuffò, strofinando una mano guantata sul braccio scoperto, l’altro aveva la manica lunga della maglia nera che lo copriva.
-Forza, la locanda è proprio davanti a noi-
non c’erano turisti, non c’é n’erano mai stati, e pare che di viandanti in quella stagione non passassero, anche per la storia della valanga della vallata, tutti aveva preferito aspettare.
I ragazzi si dividevano due stanze, mentre le due ragazze si erano installate in una terza al piano di sopra, la finestra dava un vista sul cielo, dietro alla casa davanti c’era una macchi scura e verde.
Rika stava per rientrare nella stanza, quando Goku la bloccò all’ultimo secondo, il ragazzo si era precipitato da lei, sembrava avere fretta.
-Aspetta Rika!-
-Che vuoi?-
era arrossito di nuovo.
“Devo fargli un brutto effetto a sto povero ragazzo…”
-…E-Ecco vo-volevo chiederti s-scusa…-
-?-
Rika si girò completamente verso di lui, anche se con una mano teneva saldamente il pomello della porta.
Goku stava lentamente diventando imbranato, e faticava a parlare.
-Si…insomma…per quello che è successo al villaggio…-
-Volevi chiedermi scusa per avermi colpito?-
Fastidio…
-In effetti si…-
-Risparmiati le scuse, e poi io e te siamo nemici, non dovresti trattarmi con così tanta gentilezza, potrei approfittarne…-
le iridi azzurre di Rika si assottigliarono in una nota di fastidio, mentre Goku sembrava stupito di quella reazione.
La ragazza stava per entrare, quando Goku la fermò ancora.
-Senti, posso sapere perché ti travesti da maschio?-
Rika era…non sconvolta, diciamo stupita.
Sto ragazzo era un tantino tonto…
-Beh, per il semplice fatto che così posso combattere senza subire trattamenti speciali o stronzate di questo genere.
Io so combattere, e voglio combattere!-
-Infatti sei molto forte, mi sono divertito molto a combattere contro di te-
un sorriso…
Un sorriso tra l’allegro e l’infantile sul volto di quel ragazzo dagl’occhi d’oro.
Rika si stupì.
La prima volta…
-Sai, sei il primo che mi dici una cosa del genere…-
Goku la guardò stupito, adesso era lei che sorrideva tra lo stupito e il soddisfatto.
…blush!
Le guance di Goku sfumarono in un rosso ardente, e il ragazzo tornò a balbettare intimidito più che mai.
-A, va bene. A-Allora a dopo…-
e così dicendo si allontanò, rientrando in camera, dove lo aspettava un divertito Gojio che ridacchiava.
-Ooh, la stupida scimmia fa conquiste, eh?-
-Sta zitto KAPPA PERVERTITO!!-
Rika ridacchiò, divertita da quello strano ragazzo, ed entrò in camera, osservando la schiena nuda di Meiko, sotto la maglietta la ragazza aveva scoperto un gigantesco tribale, come due grandi ali nere che avvolgevano le spalle e la schiena della ragazza, delle grandi ali tribali, e in mezzo queste a caratteri grandi una scritta, un parola.

Erròris

Illusione.
Era un tatuaggio che toccava quasi il sedere, e rendeva la schiena più piccola ed esile.
Vide una mano di Meiko accarezzare una delle ali, e per un attimo Rika ebbe l’impressione che quelle ali si aprissero, e quel tatuaggio diventasse fuoco, che bruciava la carne chiara della schiena. Meiko si voltò verso Rika, e sorrise.
-Che c’è? Pensi sia troppo appariscente?-
Rika guardò gli occhi rossicci-arancioni di Meiko, che sorrise, mentre si puliva un po’ la maglia dalla polvere della vallata.
Il demone non aveva di che pensare, quella domanda stranamente l’aveva lasciata spiazzata, oltre al tono di voce usato.
Era tranquillo, molto tranquillo…e forse un po’…rassegnato…
-No…anzi…lo trovo…carino…-
Meiko rise, non poteva farne a meno.
Rika a quella risposta si avvicinò al suo letto tirando fuori i suoi Sai in modo da sedersi comoda.
Si, li aveva tutti e tre, inaspettatamente Meiko gli aveva ridato il terzo.
Togliendosi le scarpe da ginnastica, Rika si appoggiò al muro, le braccia che tenevano le gambe, i pinocchietti mostravano i calzini bianchi e le caviglie della ragazza, mentre Meiko prendeva dalla sacca che si era portata presso un maglione, a cui tirò le maniche.
-Scusami per la risata, ma la tua è stata la risposta più esilarante a tutte quelle che mi hanno dato-
-Davvero? Perché di solito come rispondono?-
Meiko si fermò da riordinare gli oggetti.
Gia, come le rispondevano…
…sorrise, amara.
-Di solito non mi rispondono. Sai…diciamo che dalle mie parti ho la mia fama…-
-Come quella di essere una bugiarda?-
Meiko alzò la testa sbuffando.
-Oooh, ma ho detto solo una piccola bugia…-
-Quindi sapevi delle gallerie sotto la montagna…-
-Certo, ma sapevo che ospitavano i tuoi compari, “sorella”-
-Ma guarda, ti lasci spaventare da qualche demone?-
come a rispondere, Meiko caricò il fucile, un bossolo tintinnò sul pavimento.
-Di me non mi preoccupo. Come ho gia detto, non ho paura di restarci secca-
“Anzi…”
-Ma mi preoccupo per gli altri-
con un cenno della testa indicò il muro, dall’altra parte c’erano le stanze dei ragazzi.
-Come siamo altruisti-
-Ah, questa è buon sorellina! Altruista io?-
Rika ricordò gli ultimi avvenimenti nel villaggio fantasma prima della valanga.
-E allora perché mi hai impedito di colpire il bonzo?-
-Perché io ho bisogno del bonzo vivo per compiere la mia missione, non mi va l’idea di aver fatto tanta strada per parlare con un morto!-
“Anche perché poi come avrei fatto a cavarmela…?”
-Che strano, mi era sembrato che tu ci tenessi quel bonzo…-
-Che strano, mi era parso che tu facessi gli occhi dolci con quel ragazzo…-
-Quale ragazzo?-
Meiko la guardò, con uno sguardo tra lo stupito e il dire “Oh no, ha contagiato anche te…”
-Ma come chi? Ma il balbuziente e perennemente rosso Goku. Ah, i giovani d’oggi…-
-Ehi, guarda che sono più grande di te!-
-Di un anno, io ho sedici anni, ma scommetto che tu ne hai diciassette-
-E allora dov’è il problema?-
-Io non vedo alcun problema, sorella…-
Meiko si voltò con il capo verso Rika, che era immobile in quella posizione di riposo.
-…anche per il tuo alter ego maschio. Come si dice? Viva l’amore libero!-
…ci furono cinque secondi di silenzio…
Rika afferrò uno dei Sai, puntandolo verso Meiko, che al tempo stesso afferrò il fucile carico e puntandolo sulla pancia di Rika.
Rimasero così, una puntava alla testa o al collo e l’altra alla pancia.
-Vediamo se sono più veloce di te e ti faccio un buco in pancia?-
-Provaci e io stacco la testa dal collo-
-Permalose?-
-Bugiarda?-
Meiko sorrise, poi rise, cominciò a ridere mentre toglieva quella pallottola in carica, abbandonando il fucile ma tenendolo saldo in mano, e Rika sbuffando infastidita tornava al suo posto.
-…sai, sei la prima che riesce a farmi divertire così tanto!-
-E ti aspetti che io sia felice di questo?-
Meiko, lentamente, fece morire la risata, continuando a sorridere, volgendo però la schiena Rika.
-…io non mi aspetto mi nulla dalla vita…dato che la vita non mi ha mai dato nulla…-
-Beh, almeno su una cosa siamo d’accordo…-
Rika osservò la schiena di Meiko, cercando di ricollegare la posizione del tatuaggio, mentre Meiko faceva scomparire il sorriso.
“D’accordo su questo?
Sorella, non siamo mai state più agl’antipodi di così…”
-Comunque, io quel ragazzo potrei ucciderlo in qualunque momento, se i tieni a saperlo-
-Vuoi avere sempre l’ultima parola, eh?-
Meiko la guardò si sbilenco, sorridendo con fare ironico.
-Io mica ti ho chiesto cosa vuoi fare con lui, ho solo espresso le mie idee sul rapporto tra te e Goku, niente di più…-
-Ma quale rapporto? Io e lui siamo nemici! Aspetto solo l’occasione giusta per ammazzarlo e compiere la mi missione-
-Ah, capisco…-
Meiko imitò un’aria pensosa.
-Quindi lo ammazzerai stanotte?
Allora è il caso di salutarci fin da ora-
Meiko fece un cenno di saluto con la mano, prima di uscire fuori dalla stanza per la cena e sedare li il discorso.
Rika guardò la figura di Meiko uscire dalla stanza, poi fissò la porta chiusa.
Ucciderlo quella notte…tornare a casa…compiere la missione…

Si alzò dal letto, uscendo anche lei dalla stanza.

“Non sono riuscita ancora a parlarci…”
“Non importa, basta che tu l’abbia raggiunto…hai ancora abbastanza tempo…”
“Si…”
“Qualcosa non va, Meiko?”
“…”
“Temi non mantenga la promessa? Fai male pensare così.
Ricordati chi sono.
Io manterrò la promessa…”

“Grazie…”
“Non ringraziarmi, almeno…non per ora…”
“Si”

Meiko aprì gli occhi, doveva essere notte fonda.
Non aveva dormito neanche per un momento.
E nemmeno Rika sembrava dormire…
Meiko era accanto alla finestra, e ne approfittò per dare un’occhiata fuori.
Il cielo…era sereno, incredibilmente sereno, pieno di stele, di luce…
Illuminava…
Eppure…
“Eppure mi sento così…oscura…mi sento circondata dal buio…
Non posso fare a meno di…continuare a pensarci…a pensare al patto, alla promessa…
E…sto male…
Il mondo è così bello…
Eppure…non mi ha accolto…la vita non mi ha accolto a braccia aperte…
…troppe cose…sono accadute troppe cose…ormai è inutile tentare di risalire…
Voglio…voglio sprofondare in quest’oscurità…che mi è tanto cara…
Credo…che sia l’unica soluzione…

…ah…”
Meiko si mise una mano sul cuore, restando seduta, in parte appoggiata al muro e al freddo vetro della finestra, la su ombra si stagliava verso il letto di Rika, dove la ragazza, girata verso il muro, osservava il profilo di Meiko.
Un profilo…
Il profilo di una persona…
Un persona che lei conosce…
Strinse in un pugno il lenzuolo…
“…ti odio…
Ho fallito la mia missione, e adesso dovrei scappare…
Eppure…penso ancora a te, e al fatto che ti odio…
Che mi hai ucciso, che mi hai abbandonata, che mi hai dimenticata…
Sei solo una sconosciuta, non voglio più vederti…
Se avessi portato a termine questa missione, poi mi sarei vendicata…
Mi hai strappato alla mia vera vita, a ciò che ero…
Te ne sei fregata di me, poi per la coscienza sporca…mi hai liberato…
Mi fai schifo…
Ti disprezzo…
Voglio…voglio che tu scompaia…
Sparisci…non voglio che tu mi guardi anche nei ricordi…
Scompari, incubo…
Svanisci, ricordi.
Vai via.
Vai via.
VAI VIAAA!!”
Rika strinse ancora di più il lembo di lenzuolo, tenendo gli occhi socchiusi, e cercando di dormire, mentre Meiko si preparava a passare la notte in bianco.


Fine 2° capitolo
  
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