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Autore: annina94    14/07/2010    1 recensioni
- Buongiorno signori Jonas. – disse Anna, non lasciando trapelare dal suo tono, il nervosismo che s’infrangeva contro le sue labbra, desideroso di uscire. - Buongiorno a te! Io mi chiamo Denise, piacere.- disse la donna porgendole la mano. Il suo tono era caldo ed esprimeva felicità. - Anna, il piacere è mio.- classiche formalità, noiose ma utili. Il suo dubbio si rimpossessò della sua mente, quando la signora pronunciò il suo nome. “ Se è lei la Denise che penso io, allora ci sarà da ridere. Vediamo come si chiama il padre, e il gioco è fatto.” Pensò Anna, che non osava pensare alle conseguenze di nove mesi passati al loro fianco. - Io sono Paul Kevin Sr., benvenuta- si presentò l’uomo, porgendo anch’egli la mano. “ Bingo”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 20

Credo di essere anche in anticipo.

O beh, non c'è male.

Allora, questo capitolo mi è costato lacrime sudore e sangue, ma è il mio preferito.

Mi è piaciuto scrivere “Dirty Diana”, ma questo è ad un livello decisamente superiore.

Ahh, sono esaltata!!

Ok, cercherò di contenere l'entusiasmo:

jonas_princess: oh cara, vedi la piega di questo capitolo... mi dispiace che non ci sia ancora tu, ma sarebbe diventato troppo lungo. Tu non ti sei mai voluta sentire questa canzone, ma credimi se ti dico che se ti guardi prima il video e poi leggi il cap svieni. Anzi, ti consiglio di fare così, rende meglio il contrasto Nicholas/tuttociòcheluirinnega. Fa 'stesso anche se non hai aggiornato, almeno potrai leggere questo quando tornerai. Un bacio e goditi le vacanze!

Cussolettapink: Grazie mille! Fa sempre piacere avere lettrici che commentano. Effettivamente hai ragione riguardo i discorsi di Anna, ma è un tipo talmente orgoglioso, che dice solo quello di cui si sente sicura. Non si sognerebbe mai e poi mai di mettersi a parlare di cose che richiederebbero termini che lei non conosce. Grazie ancora!




Capitolo 20: Blood On The Dance Floor


Era un tranquillo pomeriggio di metà dicembre e Anna stava cambiando canzone dal suo iPod, dato che aveva voglia di ballare un po'.

Così da “Hard For Me To Say I'm Sorry”, dei Chicago, partì “Ghosts”, ovviamente di Michael.

Muovendo la testa a ritmo, uscì dalla sua camera per andare in bagno a prendere un elastico per legare i capelli.

Quando rientrò, si trovò davanti Denise e Paul Sr.

Sollevando un sopracciglio, piegò la testa di lato, chiedendo silenziosamente il motivo della loro inaspettata “visita”.

- Anna, volevamo proporti una cosa. - iniziò la donna, voltandosi verso di lei.

- Ditemi pure. -

- Ecco, noi avevamo intenzione di passare il Natale in New Jersey, come tutti gli anni, dai nostri familiari.. - continuò Paul, che venne però interrotto dalla moglie.

- E ti volevamo invitare a passare queste vacanze con noi! - concluse la donna, sorridendo amichevolmente.

La ragazza rimase un attimo spiazzata da quella proposta.

Insomma, passi il fatto che era la loro coinquilina – e aveva il sospetto che per i signori Jonas fosse quasi una di famiglia – ma addirittura essere invitata a trascorrere il Natale in compagnia della famiglia Jonas allargata le sembrava un'azione un po' affrettata.

Ad interrompere i suoi ragionamenti fu Paul Sr. che le fece gentilmente presente che se non avesse voluto accettare l'offerta, l'avrebbero accompagnata a casa, in Italia e poi sarebbero venuti a riprenderla.

Però l'idea di passare una Natale con i ragazzi non era poi così folle..

E poi non voleva che si disturbassero nell'accompagnarla e riportarla in America.

Quindi decise di accettare, ringraziandoli per la loro gentilezza.

Sorridendo misteriosamente, entrambi ringraziarono lei, anche se la diretta interessata non ne comprese il motivo.


***


- Ricordatemi ancora una volta perché ho deciso di assumervi come stiliste personali. - sbuffò una seccata Anna, alzando gli occhi al cielo.

- Che memoria da elefante che ti ritrovi! - la riprese Keira ridacchiando, piegandole la testa in avanti, per poter chiudere con un fiocco dietro la nuca il vestito.

- È che non ho ancora capito come diavolo abbiate fatto a convincermi e la cosa è preoccupante. - rispose la cinerea, puntando gli occhi sulla sua scollatura.

- Capirai, ogni volta che c'è una festa sei tu a vestire me, lasciami provare il gusto di essere dall'altra parte, per una volta. - la rimbeccò Alex, appoggiandosi allo stipite della porta della camera della cinerea con la spalla.

- Ti ricordo che ti ho vestita io due volte, non duecento. E poi, non so se tu e la tua collaboratrice – borbottò, rialzando il capo e facendo un cenno verso Keira – lo abbiate notato, ma questo vestito è troppo scollato. - si lamentò, guardandosi allo specchio.

Alex alzò le mani e cercò di mantenere la calma, mentre le si avvicinava e si fermava a pochi passi dalla sua immagine riflessa.

Alzando un sopracciglio, squadrò la sua “creazione” e poi spostò lo sguardo sulla figura dell'amica.

- Non dire cazzate, che ti sta benissimo. - la rimbeccò, guardandola con aria da “non-arrampicarti-sugli-specchi”.

Sorridendo sarcastica, la bionda guardò di sottecchi prima l'una e poi l'altra e fece un commento molto eloquente.

- Ti ricordo che io non ho la seconda ben disegnata di seno, ho la terza venuta male. E poi ti rinfresco la memoria, elefantessa: io al ballo ci vado con Nicholas, un santo vivente, e se mi vede in questo stato mi sviene sulle scarpe – che mannaggia a te mi tocca indossare 'sti cosi – e poi chi lo riporta a casa, dato che io non ho la patente? - commentò, sorridendo senza allegria, tornando a concentrarsi sulla propria immagine.

Keira sapeva che quella era una fase della crescita, ci era passata anche lei qualche anno addietro, quindi le si avvicinò e le cinse le spalle con un braccio.

- Credo sia inutile dirti che non devi pensare queste cose, quindi credo che per riuscire a farti andare a quel benedetto ballo con il sorriso, debba ragionare come te. - disse, guardandola nello specchio.

La reazione della cinerea era ormai scontata: l'alzata del sopracciglio sinistro e l'aria neutra.

- Figurati l'immagine delle tue compagne dei corsi in questo momento: cosa staranno facendo, come si sentiranno? - continuò la mora.

Anna sollevò lo sguardo e rifletté sulle parole di Keira.

Decise poi di seguire il suo consiglio e si immaginò le possibili sclerate delle sue compagne di corso.

Non passarono neanche due minuti, che la ragazza cominciò a ridere sommessamente.

Presa dalla curiosità, Alex accennò un sorriso e le chiese quale fosse il motivo di tanta ilarità.

Riprendendosi un attimo, Anna prese un respiro profondo e poi disse

- Beh, mi sono immaginata Natasha alle prese con un vestito rosa shocking, che si è strappato sulla schiena.. immaginati la scena.. ihihihih. -

Visionatasi l'immagine dell'amica, anche Alex scoppiò a ridere.

TOC TOC

sentendo bussare alla porta, Keira si avvicinò di scatto. Non voleva assolutamente che Nicholas vedesse la sua accompagnatrice senza che lei avesse fatto prima un'entrata con stile.

- Che c'è? - domandò cauta, non aprendo la porta.

- Tutto bene lì dentro? Alex, è arrivato Nate – le informò la voce di Kevin, lasciando intendere anche che era un po' preoccupato.

Ignorando la capriola che il suo cuore aveva fatto nel sentire la sua voce, si affrettò a rispondere

- Noi qui abbiamo finito, dite ai due di aspettare un attimo, che li raggiungono subito. - disse, cercando di far apparire la voce normale.

- Ok. -

Quando capì che se ne era andato, si accasciò alla porta, esalando l'aria che aveva trattenuto.

- Io avrò anche problemi con il mio fisico, ma tu.. non puoi andare in iperventilazione anche se ci parli attraverso una porta, cara la mia ragazza. - le fece notare Anna, ridacchiando.

- Io non vado in iperventilazione. - rispose con troppa foga la mora, sentendosi punta sul vivo, arrossendo.

Sia Alex che Anna la guardarono come l'aria di chi la sa lunga, incrociando le braccia.

Sentendosi in difficoltà sotto il peso dei loro sguardi, Keira sbottò

- Ok, forse un pochino, ve lo concedo. Ma voi non dovevate andare ad un ballo? - disse, deviando il discorso dall'argomento “Kevin”.

- Noi ce ne andiamo, ma non credere che sia finita qua. - le rispose Alex, voltandosi verso l'amica e facendo un cenno con la testa alla porta, chiudendosela alle spalle, dopo averle fatto l'occhiolino.

- Dai andiamo, Nicholas e Nate staranno aspettando. -

Annuendo, la cinerea si avvicinò alla porta e, lanciando uno sguardo malizioso a Keira, sparì lungo il corridoio, affiancata da Alex.


Nick e Nate erano nell'atrio di casa Jonas ad aspettare le loro due donzelle.

- Uff, ma quanto ci impiegano? - sbuffò il secondo, visibilmente nervoso.

Non aveva mai considerato Alex, ma da quando frequentava Nicholas aveva scoperto che quella ragazza era un'autentica forza della natura.

Non che fosse attratto d lei, ma stava bene in sua compagnia e per questo aveva deciso di invitarla al ballo.

- Beh, Kevin ha detto che stavano arrivando.. - non riuscì a concludere la frase, che vide le due ragazze in cima alla rampa delle scale.

Era ufficiale: ogni volta che vedeva Anna con addosso un vestito, i suoi neuroni andavano in vacanza, mentre i suoi ormoni festeggiavano alla grande.

Non poté fare a meno di notare anche Alex, ma come per il compleanno di suo fratello, si ritrovò a fissare la cinerea a bocca aperta.

Al contrario dell'amica, Anna era fasciata da un abito azzurro chiaro estremamente semplice, ma anche scollato – per lui, s'intende – che però le calzava bene.

Anche se, per le poche volte che l'aveva vista con un vestito, secondo lui stava sempre bene.

Con il tacco delle sue argentatissime scarpe, arrivava all'altezza di Alex e la superava.

Aveva anche una sorta di cardigan bianco di ricami, molto leggero, che avrebbe tolto una volta arrivata a scuola.

Ma il tocco di classe glielo donavano i guanti bianchi, lunghi fino al gomito, il cerchietto azzurro fra i capelli appena tagliati e gli orecchini brillanti.

(http://www.polyvore.com/anna_natale/set?id=20548548)

Anna percepì il suo sguardo su di sé e dissimulò stringendo i denti anche il rossore che immaginava si sarebbe impossessato delle sue gote.

Nate ebbe più o meno la stessa reazione di Nicholas, solo che lo diede meno a vedere.

E poi lui era concentrato sulla sua invitata, che per l'occasione sfoggiava un abito rosso dal corpetto leggermente rifinito e una graziosa gonna di tulle a strati.

Per le scarpe aveva deciso di rimanere sul sobrio, quindi un paio di ballerine semplici nere.

Il bracciale che portava al braccio destro era grigio a forma di rose, per rimanere in tono con il vestito.

La collana e gli orecchini erano decisamente eleganti, ma si armonizzavano perfettamente con l'eleganza differente del vestito e delle scarpe.

(http://www.polyvore.com/alex_natale/set?id=20555878)

Decidendo che si erano fatte rimirare anche troppo, le due ragazze scesero dalle scale, e si avvicinarono ai rispettivi accompagnatori.

Scambiandosi sguardi imbarazzati, tutti e quattro uscirono da casa Jonas dopo aver salutato il resto della famiglia.

Da bravi galantuomini, Nick e Nate aprirono le portiere delle due ragazze e le richiusero.

Avevano deciso di venire con due macchine separate, nel caso una delle due coppie fosse voluta ritornare a casa prima dell'altra.

Il tragitto per Anna e Nicholas fu molto diverso da quello di Alex e Nate; infatti, a differenza di questi ultimi, che se la ridevano per qualsiasi cazzata venisse loro in mente, i primi due rimasero in silenzio.

Non era tutta colpa dell'imbarazzo, ormai chiacchieravano scioltamente di quasi tutto, piuttosto della tensione.

Lei, perché non era assolutamente abituata a festeggiare la vigilia di Natale in quel modo, lui, perché non ne aveva mai avuta l'occasione.

O meglio, ce l'aveva avuta, ma era circondato da star del suo calibro, non da comuni liceali.


Una volta giunti a scuola, si diressero verso la palestra, organizzata a regola d'arte dalle cheer-leader per l'evento.


Alex e Nate erano già dentro e la cinerea si apprestava a seguirli, ma la mano di Nicholas si strinse gentilmente attorno al suo polso, chiedendole silenziosamente di aspettare qualche secondo.

Corrugando la fronte, la diciassettenne espresse la sua curiosità.

Sorridendo per mascherare l'imbarazzo, Nick frugò all'interno della tasca interna della sua giacca, alla ricerca di qualcosa.

Ad Anna vennero in mente diversi spezzoni di film, nei quali lui tira fuori una scatoletta vellutata e, inginocchiandosi al cospetto di lei, le apre il cofanetto, rivelando un bellissimo anello, per chiederle di sposarlo.

Scacciò quei pensieri dalla mente, ma non fece in tempo a concentrarsi su quello che stava facendo il ragazzo, che sentì i suoi passi dietro si sé.

Non si era accorta che nel frattempo Nick si era spostato alle sue spalle, assorta com'era nei suoi pensieri.

Ebbe l'istintiva reazione di voltare la testa, ma la mano del diciassettenne si posò delicatamente dietro il suo orecchio, invitandola a non voltarsi.

Non avendo idea di quello che il riccio avesse intenzione di fare, si limitò a rimanere ferma, assecondandolo quando le chiese di chiudere gli occhi.

Dopo due secondi, sentì un peso appena accennato e freddo all'altezza della congiunzione delle clavicole.

Percepiva chiaramente che il Jonas stava armeggiando sulla sua nuca e quando la sua mano entrò in contatto con la pelle del suo collo, tese involontariamente tutti i muscoli della schiena.

Il suo cuore prese a battere ad un ritmo sostenuto senza che lei potesse fare nulla per impedirlo.

- Ora puoi aprire gli occhi. - la vellutata voce di Nicholas raggiunse le sue orecchie, ma prima che le sue parole arrivassero al cervello e venissero messe in pratica, passarono tre secondi.

Quando capì che il riccio le aveva legato una collana, abbassò la testa in modo da poter vedere.

Era un cordoncino di caucciù nero semplice e semplice era il Triskell che fungeva da pendente.

Non era niente di particolarmente prezioso, ma Nick si era torturato per tre giorni alla ricerca di una

collana che potesse piacere ad Anna.

(http://empimg.com/pics/300_168026a.jpg)

La ragazza rimase molto sorpresa da quel gesto.

Prese in mano il piccolo pendente per poterlo vedere meglio e subito se ne innamorò.

In un certo senso rispecchiava il suo carattere, essenziale ma completo allo stesso tempo.

Sorrise al pensiero di Nicholas e alla bellezza e significato di quella piccola attenzione.

Alzò lo sguardo verso di lui e lo guardò intensamente negli occhi, sapendo che non sarebbero servite troppe parole.

Quindi gli sorrise sincera e, colta da un improvviso slancio di affetto molto poco da lei, gli si avvicinò e lo abbracciò; quello era un abbraccio che esprimeva l'amicizia che Anna provava verso di lui, che a parole non sarebbe mai riuscita a esprimere.

Quando si staccò, nessuno dei due parlò e si diressero velocemente verso l'entrata della struttura.

Entrambi sapevano perfettamente che si sarebbero beccati occhiatacce e commenti velenosi quella sera, ma né l'uno né l'altra avevano intenzione di farsi rovinare la festa.

Appena prima di entrare, si guardarono, si sorrisero complici e Nicholas offrì il suo braccio alla sua dama.

La loro entrata fu spettacolare: erano radiosi e sembrava che emanassero luce.

Ovviamente tutti gli sguardi erano puntati su Nick Jonas, la star e Anna Dal Fuoco, la ragazza che aveva fatto tacere Natasha.

Perfettamente consapevoli di essere al centro dell'attenzione, avanzarono fieri fino alla folla e aspettarono che Jack, il DJ della serata, facesse ripartire la musica, che si era interrotta al loro arrivo.

Jack non era sorpreso, in quanto Alex lo aveva avvisato e fece subito partire una canzone.

Sorridendo come un conte del '700, Nicholas invitò Anna a ballare.

Rispondendo al sorriso, lei acconsentì, sentendo chiaramente lo sguardo di fuoco di Natasha che cercava di trapassarle le scapole.


***


I quattro ragazzi se ne erano andati da cinque minuti e Keira stava raccattando le proprie cose per tornare a casa.

Si era tanto divertita a sentire tutte le imprecazioni della cinerea contro Alex nella sua lingua madre per via del vestito e delle scarpe, ma non era sicura che tutti gli insulti fossero diretti solo alla mora.

Scuotendo la testa con il sorriso ancora sulle labbra, non si accorse che Kevin le era sopraggiunto alle spalle e la stava osservando con uno sguardo intenerito.

La trovava adorabile in quel momento rilassata com'era, che non poté fare a meno di fermarsi senza farsi vedere, per poterla osservare di nascosto.

Alzando la testa velocemente, scorse la figura del ventiduenne davanti a sé e arrossì irrimediabilmente.

Kevin lo notò e pensò che era dolcissima, ma non aveva fatto i conti con la sua indole timida e subito arrossì anche lui.

Sapendo che se non avesse parlato subito sarebbero rimasti in silenzio finché non fosse venuto qualcuno a svegliarli, si schiarì la gola e le offrì un passaggio per tornare a casa, dato che l'aveva accompagnata Alex fino a casa loro.

Keira ci pensò un attimo su e poi accettò con un sorriso.

Viveva vicino al supermercato dove l'aveva conosciuto, non vicino a casa sua.


Dieci minuti dopo erano tutti e due nel suv del cantante, diretti verso l'appartamento della ragazza.

Una volta che furono arrivati, la tensione mista all'imbarazzo regnavano nell'abitacolo.

- Ehm.. beh sì, grazie del passaggio Kevin... - mormorò lei, abbassando lo sguardo e piantandosi le unghie nei palmi delle mani.

- Non c'è di che, Keira.. - rispose il ventiduenne, imbarazzato almeno quanto lei.

In quei momenti desiderava intensamente essere come suo fratello Joe, che sapeva sempre come uscire da quel tipo di situazioni con la sua immancabile battuta pronta.

Oh insomma basta! Sono stufa di arrossire continuamente come una ragazzina alle prime armi! Ho vent'anni dopotutto, non quattordici! Solo perché Kevin mi piace, non significa che le nostre conversazioni debbano essere composte da monosillabi!” Keira era decisamente stufa di avere in continuazione quelle reazioni infantili davanti a lui, quindi decise di mettere da parte la timidezza e, sfoderando un grande sorriso, invitò il ragazzo a salire su da lei per un po', per ringraziarlo del passaggio.

Notando il repentino cambio di atteggiamento nella ragazza, il Jonas si sorprese, ma il suo invito non gli dispiaceva per niente, quindi acconsentì.

Una volta su, Kevin notò come quel piccolo appartamento risultasse accogliente e carino.

Da brava padrona di casa Keira lo fece accomodare nel soggiorno, chiedendogli se volesse qualcosa da bere.

Avendo risposto che avrebbe gradito dell'acqua, si avviò verso la cucina per prenderne due bicchieri.

Tornata di là, ne diede uno al ragazzo e così cominciarono a parlare.

Senza che se ne accorgessero, erano passate due ore.

- Davvero?! - domandò Keira incredula.

Kevin le stava raccontando alcuni divertenti aneddoti su di lui e i suoi fratelli, contento che la facessero ridere a crepapelle, specialmente quelli su Joe.

- Ti giuro! Poi quando la mamma è venuta a saperlo.. ti lascio indovinare! - rispose lui, ridendo con lei.

- Ah però! Guarda che ore si sono fatte! Le 22.30. Credi che si stiano divertendo alla festa? - chiese la ragazza, sorridendo ancora.

- Secondo me Anna è ancora tutta bella che composta.- ipotizzò il maggiore, alzando gli occhi al cielo.


***


In quello stesso istante..


Sentiva il respiro affannoso di Anna, così simile al suo e vedeva il sorriso di sfida e vittoria illuminarle ancora gli occhi.

Sentiva il suo busto, attaccato al proprio, affannarsi alla ricerca d'aria e le sue gambe tremare impercettibilmente per l'adrenalina che sfrecciava prepotentemente nelle loro vene.

Lui non era mai stato il tipo da lasciarsi coinvolgere in cose appassionate – ma soprattutto passionali e sensuali – come quella che aveva appena fatto, ma doveva ammettere che il sorriso di vittoria ce l'aveva anche lui in bella mostra, stampato in faccia.

- Credo che questa sia stata la cosa più folle ed esaltante degli ultimi dieci anni. - le confessò in un orecchio, avvicinandosi quel poco che gli occorreva. Non che dovesse fare questa gran fatica, erano praticamente bocca contro orecchio, ma il contatto con il suo corpo era una cosa alla quale non era in grado di resistere, benché avesse al dito quella promessa opprimente.

- Felice di avervi contribuito. - rispose lei, soffiando nel suo orecchio la risposta.


Era già da un po' che ballavano e Anna aveva la sensazione che prima o poi Alex e Jack le avrebbero giocato un tiro mancino.

Tanto per confermare i suoi timori, vide l'amica avvicinarsi al DJ e parlottare sommessamente con lui.

E la cosa non le piacque per niente.

Mi sa che è meglio aspettare che le acque si calmino, prima di ripresentarsi.” pensò, congedandosi da Nicholas, dicendo di dover andare in bagno e a riposare i piedi stanchi.

Lui la lasciò fare senza porre domande, immaginando che volesse un po' di privacy.

Saggio ragazzo.”

Aspettò qualche minuto, prima di azzardarsi a mettere la testa fuori dal bagno.

Vedendo che non c'erano problemi, ritornò sorridente in palestra, convinta che la burrasca fosse passata.

Quello che non sapeva era che Jack stava aspettando proprio lei, per mettere su un bel lento.

Infatti come la vide entrare, aspettò che Nicholas le si avvicinasse per far partire “It Is You (I Have Loved)” la colonna sonora di Shrek.

Quando il ricciolino si rese conto che il ballo al quale l'aveva appena invitata era un lento, arrossì fino alla punta delle unghie dei piedi.

E per una volta, Anna arrossì con lui, non così vistosamente, ma lei se ne accorse, sperando che lui fosse troppo impegnato a maledire il suo amico per notarlo.

Non era per il fatto di ballare attaccata Nick, era per il fatto di ballare attaccata ad un ragazzo.

Vedeva il Jonas come amico, non come qualcosa di più, quindi non era la sua presenza a metterle addosso tutto quell'imbarazzo.

Si guardarono negli occhi per un lungo istante, prima di pensare che se non si fossero messi a ballare avrebbero avuto ancora più occhi addosso e naturalmente anche più gossip.

Di tacito accordo, si avvicinarono, fino ad essere l'uno davanti all'altra.

Cancellando l'indecisione e la lentezza dai suoi occhi e dai suoi movimenti, la ragazza mise il braccio destro sulla spalla di Nick e la mano libera in quella che il ragazzo le offriva.

Provò una sensazione strana quando lui le circondò la vita col braccio sinistro, facendo aderire i loro corpi.

Ora arrivava la parte difficile per Anna: doveva appoggiare la testa sul petto di Nick e lasciarsi cullare e guidare da lui.

Impresa titanica per lei, in quanto era sempre stata abituata ad essere il comandante, non la comandata. Ma per quella volta doveva rispettare le regole del mondo, non le sue.

Così smise di lottare contro il suo orgoglio e si abbandonò completamente fra le braccia del diciassettenne, il quale sperava che i battiti cardiaci diminuissero in fretta la loro frequenza, perché Anna dalla sua posizione poteva benissimo sentirne l'intensità e non ci avrebbe messo molto a collegare i pezzi e capire cosa gli stava succedendo.

Per sua fortuna la ragazza parve non accorgersene e ballarono lentamente a ritmo di quelle dolci note.


Non seppero come, ma erano finiti nel bel mezzo della palestra dopo essere andati almeno tre volte contro Natasha e Mark.

Entrambi interpretarono la necessità che la coppia cheer-leader/fustacchione di football esprimeva nel voler stare a tutti i costi al centro della pista come astinenza da perpetua presenza nel mezzo della scena, quindi non diedero neanche tanto peso agli scontri, sempre più frequenti, che avevano con gli altri due.

Ma lo spirito combattivo di Anna ebbe la meglio sul buon senso e proprio mentre la canzone finiva, la coppia si spostò con una maniera strategica nel centro esatto del campo da basket delineato sul pavimento.

Quando la musica finì, sia Anna che Nicholas si guardarono, soddisfatti del proprio operato.


Alex e Nate avevano assistito allo “scontro” fra le due coppie e ora sorridevano malignamente.

Non credevano che si sarebbero tirati la zappa sui piedi da soli così ingenuamente.


Improvvisamente una luce bianca proveniente dal soffitto li investì in pieno, costringendoli a socchiudere le palpebre per proteggere le pupille, abituate al buio dell'atmosfera precedente.

- Ma che diavolo.. - cominciò Anna, abbassando il capo.

- Bene bene! Ecco la coppia di quest'anno che vince il premio! - annunciò la squillante voce di Jack.

- Di che razza di premio va blaterando, quello svalvolato di un tuo amico? - sibilò Anna, in modo che la sentisse solo Nick.

- Non ne ho la più pallida idea, credimi. - le rispose lui, preso alla sprovvista.

- Immagino che nessuno dei due sappia in che cosa consiste la nostra sorpresa, quindi ve lo dico subito. - annunciò nel microfono, sorridendo diabolicamente.

- Quel sorriso non mi piace neanche un po'. - disse la diciassettenne, sciogliendo l'abbraccio di Nick e voltandosi verso Jack.

- Vedete, la coppia che alla fine del lento rimane nel fascio di luce, deve ballare una canzone che sceglie il DJ, in questo caso io, e ballarla davanti a tutta la scuola. - illustrò lui, come se fosse la cosa più divertente e naturale del mondo.

L'espressione dei due diciassettenni era più o meno così → O.O

Ripresasi un attimo dallo shock Anna fece un rapido calcolo: ora capiva perché Natasha voleva assolutamente essere al centro della pista da ballo.

Averlo saputo l'avrei volentieri lasciata, ma ora non mi posso assolutamente tirare indietro; considerando il fatto che non me lo lascerebbero comunque fare, non voglio per nulla al mondo che quell'arrampicatrice sociale creda che io non sia in grado di ballare. Quindi Nicholas o no, io ballo.”

Notò che tutti i ragazzi si erano andati a sedere sulle tribune, lasciando lei e Nick da soli sulla pista da ballo.

Lo guardò negli occhi e per una volta vide una bruciante determinazione negli occhi di quel santo.

Sorridendo malignamente, fece un segno a Jack, che divertito dalla sua reazione, mise su la famigerata canzone.

Come partirono le prime note, Nicholas ebbe un tuffo al cuore.

Conosceva quella melodia, l'aveva sentita centinaia di volte.

Guardò la ragazza davanti a sé e si lasciò andare a quel ritmo travolgente.

Il brano era ritmato come una salsa, solo più passionale e proibito, quasi dannato.

Blood On The Dance Floor.

(Vi scongiuro, andatela a sentire.. senza non vi immedesimate in quello che c'è scritto dopo → http://www.youtube.com/watch?v=V-D7WoX60KM)

Per una volta, quello che dovevano fare coincideva perfettamente con quello che volevano fare.

Senza perdere troppo tempo, si avvicinarono e assunsero la posizione della salsa.

Come il primo intro finì, presero a ballare, la voce non era ancora partita.

Mani nelle mani, l'unico punto di incontro costante.

I corpi si avvicinano e si allontanano a ritmo, risvegliando gli istinti, in un gioco sfuggente.

Gli occhi esprimono e malizia, per invogliare il partner a essere ancora più grintoso.

La bocca tesa perennemente in un sorriso di sfida, ma lascia sfuggire alcune parole del testo della canzone.

Le spalle si muovono poco per permettere al bacino di utilizzare tutte le movenze necessarie ad essere sensuale.

Le gambe alternano velocità e grinta a lentezza e malizia, in uno dei giochi più belli.


Entrambi ci stavano mettendo l'anima, in quei passi.

Nessun rimorso, nessun ostacolo, nessun freno inibitore, nessuna paura di quello che sarebbe successo dopo, niente di niente.

Ballavano come se fosse l'ultima cosa che potessero fare prima di morire o come se nessuno dei due sapesse fare altro.

Non c'era Nicholas il ragazzo riflessivo e timido, non c'era Anna la ragazza fredda e acida;

ora c'erano due ragazzi travolti dalla potenza delle note e delle loro emozioni, lanciati irreversibilmente in una danza molto sensuale e passionale.

Sorridevano alle parole

Susie got your number

And Susie ain't your friend

Look who took you under

With seven inches in


(Trad:

Susie ha il tuo numero

E Susie non è tua amica

Guarda che ti ha ucciso

Con sette pollici dentro)

Spesso erano spalla contro spalla, ma ancora più spesso erano bacino contro bacino.

Non c'era nessuno a parte loro in quella palestra, solo Nicholas, Anna e la Musica.

Le loro movenze erano provocanti nei confronti dell'altro, ma mai volgari.

Non si erano accorti che il pubblico, che era rimasto attonito per i primi trenta secondi, ma ora partecipava calorosamente alla loro esibizione, aveva percepito la mancanza di volgarità nelle loro mosse e questo risultò ancora più esaltante ai loro occhi.


Poco alla volta la melodia andò scemando, fino a finire del tutto.

La palestra era calata in un silenzio carico di staticità, benché fino a pochissimo tempo prima, fosse immersa nell'energia pulsante di tutta la scuola.

I due ballerini tornarono nel mondo reale, affannati e sudati, ma assolutamente soddisfatti.

- Credo che questa sia stata la cosa più folle ed esaltante degli ultimi dieci anni. -

- Felice di avervi contribuito. -

  
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