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Autore: JuliaSnape    14/07/2010    10 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction(e spero non sia l'ultima) ;)
La storia parla di Julia Piton, una ragazza orfana di 15 anni chiamata così perché quando fu trovata aveva un biglietto con scritto nome e cognome, che scopre di essere una strega e poiché è senza famiglia Silente decide che Severus sarà il suo tutore, proprio perchè sua omonima, facendola credere sua nipote agli altri studenti. Julia entrerà a Hogwarts al quarto anno, lo stesso in cui Harry ha affrontato il torneo tre maghi, a complicare il tutto sarà sopratutto la stretta amicizia che legherà la ragazza a Rebecca Lestrange anche lei entrata nello stesso anno. Spero che vi divertirete a leggere la mia storia e che lasciate un commento per farmi sapere che ne pensate :)
Dal primo capitolo:
"Senti oltre i libri, gradiresti un animale da compagnia? – Julia la guardo perplessa,a scuola era possibile tenere degli animali?-le regole della nostra scuola non vietano di tenere animali, a patto che siano tra i seguenti: ovvero gufi,topi,gatti e rospi. (Mentre li elencava gli venne in mente quello che gli aveva detto Severus al riguardo “Non fargli prendere animali, i topi sono poco igienici, i gatti senza offesa Minerva non mi sono troppo simpatici, senza togliere che lasciano il pelo ovunque, per i rospi non pensi che ci basta quello sprovveduto di Paciock,che si perde il suo in continuazione? Quanto hai gufi, a chi dovrebbe scrivere?” ma lei, contro il parere del collega, voleva offrire lo stesso la possibilità alla ragazza di possedere un animale) Pensaci dopo andremo a vederli se vuoi.”
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Benvenuti a tutti coloro che sono arrivati qui!Come ho già accennato questa è la mia prima fanfiction quindi una volta che l'avrete letta mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate sia che siano complimenti che critiche.Questa storia nasce da alcuni sogni che ho fatto e poi ho continuato da sveglia,sogni che mi hanno indotto a leggere tutti i libri di Harry Potter e a vedere i relativi,deludenti,film.Considerate che meno di due mesi fa ero rimasta al terzo film e non avevo letto per niente i libri... Dopo avervi annoiato un po’ con la mia prefazione,eccovi la storia buona lettura! -Tutti i personaggi della serie di Harry Potter sono della Rowling mentre gli altri sono di mia invenzione e proprietà,la storia non è scritta a fine di lucro ma per divertimento-

 


JP La Storia


 

Un Nuovo Giorno o Un giorno Nuovo


 

Era tutto così strano. Fissò fuori dal finestrino dove poteva vedere un’ allegra campagna autunnale che passava fuggevole al ritmo del treno. Prima di allora non vi era mai salita ma lo trovava un modo comodo per viaggiare; certo che rispetto a quello che era stato l’esito della giornata, usare per la prima volta il treno era sicuramente una cosa molto banale. Ancora non riusciva a crederci:lei,l’orfanella senza parenti e amici,era una strega!


I ricordi di quella mattinata l’assalivano,ma poiché voleva che i fatti di quel giorno fossero impressi per sempre nella sua memoria,decise di chiudere gli occhi e provare a rivivere ogni singolo evento ed emozione provata quel giorno, per far sì che neanche il più piccolo dettaglio le potesse sfuggire quando in futuro sarebbe andata a ricordare quel fatidico 29 agosto quando la sua vita era cambiata per sempre.


Quel sabato mattina era iniziato molto presto per Julia, per quanto fosse abituata ad alzarsi con le prime luci del sole dati i ritmi frenetici del istituto dove abitava, le pareva strano essere svegliata alle quattro del mattino quando ancora tutti dormivano.


“C’è una persona che vuole vederti urgentemente,vestiti e raduna la tua roba in questa borsa. Sbrigati” e cosi dicendo le diede una piccola borsa in mano.


 Julia fissò mezza addormentata la piccola donna che lavorava all’istituto come inserviente cercando di capire cosa le aveva appena detto. Chi era che la cercava urgentemente? E che ora era? Fissò il piccolo orologio blu appeso alla parete. Le quattro?! O era uno scherzo oppure stava sognando.
Ci ragionò su: sì,sicuramente era così, spesso le capitava anche di sognare a occhi aperti, quello che stava vivendo non era reale era solo frutto della sua fantasia (anche se di solito usava per fantasticare cose più divertenti e piacevoli della collaboratrice del piano).
Presto si sarebbe svegliata nel solito letto,della solita camera situata nel solito istituto che l’aveva ospitata sin dalla più tenera età e avrebbe capito di aver immaginato tutto e avrebbe avuto quindi la libertà di tornare a dormire facendo sonni più allegri…


“Ho detto che ti devi dare una mossa cara, sarà anche presto ma quella signora ti vuole ora e non sembra essere una tipa tanto paziente, spicciati!”


Non stava fantasticando, Dora, questo era il nome della donna addetta al piano, era davanti a lei e stava iniziando a dare segni d’impazienza, cosi Julia prese i suoi vestiti e andò a prepararsi. Dopodiché raccolse le sue cose (un paio di jeans, una maglietta con disegnata sopra una margherita e un libro “Le Cronache di Narnia” regalatole a Natale dal Babbo Natale di un’ associazione che ogni anno faceva dei doni agli orfani dell’istituto) scese silenziosamente le scale fino all’ingresso, era già capitato che le fosse detto di prepararsi e di scendere perché la cercavano possibili “acquirenti” con i quali aveva parlato la volta precedente che venivano a parlarle.
Spesso concludendo quegli incontri dicendo che sarebbero tornati presto,ma non tornavano mai.


Ma stavolta era diverso, non era mai successo prima di allora che l’avessero chiamata per scendere con tutte le sue cose e così presto per giunta. Senza considerare che non aveva fatto un colloquio per l’adozione da quattro anni ormai, quindi non sapeva chi o cosa doversi aspettare.


Scese l’ultimo gradino e si fermò a osservare la scena che si presentava davanti l’entrata dell’ufficio accanto alle scale, la direttrice dell’ istituto stava parlando con una signora abbastanza anziana con i lineamenti severi ma non su quelli si era soffermato lo sguardo di Julia, che infatti rimase perplessa per l’abito verde che portava la signora:era molto particolare considerando che mancava parecchio tempo a carnevale. Mentre pensava all’ eccentrico abito della donna si sentì chiamare dalla direttrice che, avendola vista davanti alla porta aperta, le disse di avvicinarsi.

La direttrice era una donna anziana, bassa ma abbastanza in carne, con i capelli a caschetto di color arancione acceso, in principio erano neri ma quando decise di tingerli “qualcuno” stabilì che il biondo non le si addiceva e mescolando lo shampoo con quello che trovò, fece in modo che cambiassero colore; non fu mai scoperto chi fosse stato, ma per punizione toccò a tutti un mese di stufato per cena. La direttrice aveva sempre sospettato che fosse stata Julia ma non aveva mai avuto le prove e a questo pensiero a Julia scappava sempre un sorriso.
Un’ abitudine odiosa che aveva Clara Codly, era questo il nome dell’ arcigna vecchiaccia, era di ripetere sempre  ‘gioia’ al suo interlocutore durante i suoi lunghi e noiosi discorsi.


Una volta entrata nella stanza le fu chiesto di accomodarsi su una sedia e dopodiché  la signora in verde iniziò a parlare:


“Innanzitutto mi scuso per l’orario e per avverti fatto destare così presto piccola.Il mio nome è Minerva McGranitt e lavoro come professoressa presso la scuola di Hogwarts. Tu se non vado errata invece sei Julia Piton e hai 15 anni giusto?”
Julia si limitò ad annuire,ancora incerta su quello che sarebbe accaduto “Bene –riprese la McGranitt- se sono qui oggi è per dirti che dal primo settembre tu verrai a frequentare la nostra scuola, che non è come quella che hai frequentato fino a questo momento e neanche come tutte quelle in Inghilterra. Infatti la nostra scuola insegna l’uso della magia in tutte le sue forme”
Julia la fissò perplessa.Di scherzi infami ne aveva ricevuti tanti,ma mai uno cosi stupido.Pensavano veramente che lei potesse credere nella magia? La magia non esiste.

Minerva proseguì “So che adesso non ti è facile da credere,ma ti posso assicurare che non è una beffa, è tutto vero.”


Julia finalmente si decise a parlare “Quindi lei vuole farmi veramente credere che io andrò a frequentare una scuola di magia e che quindi io di conseguenza sono una maga ?”


“Una strega per l’esattezza –disse la McGranitt- e sì,è quello che sto cercando di spiegarti ma visto che non vuoi crederci e non abbiamo tempo da perdere sarà meglio fare un esempio pratico” così dicendo estrasse una bacchetta dalla manica del suo vestito e con gesto rapido della mano fece fiorire la piccola piantina appassita che era sulla scrivania accanto a lei. Non  contenta si trasfigurò in un gatto per poi ritornare umana subito dopo.
La direttrice sbiancò di colpo,e per la prima volta da quando Julia la conosceva, mostrò uno sguardo spaventato,  mentre sul volto della ragazza si era dipinto un gran sorriso:ora ci credeva.


La McGranitt ricambiò il sorriso e le disse “Bene,visto che ora ne sei convinta sarà meglio che andiamo,ti spiegherò il resto strada facendo,credo che tu abbia già preso tutto.C’è qualcuno che devi salutare prima di andare?” Julia fece segno di no con la testa.
Chi avrebbe dovuto salutare?
Non aveva amici e chi le parlava lo faceva solo per prenderla in giro, ma naturalmente quella signora gentile non poteva saperlo.


La preside, che intanto si era ripresa disse “Questa è l’ultima volta che ci vediamo e che sei qui con noi gioia, loro si prenderanno cura di te e sono convinta che faranno un fantastico lavoro gioia. Da parte mia posso dire che si sentirà la tua mancanza,ma so che ti lascio in buone mani.Quindi fai buon viaggio della vita gioia !” e così dicendo le diede una piccola pacca sulla spalla, Julia fece un piccolo sorriso tirato: sapeva che quel discorso veniva fatto allo stesso modo a tutti gli orfani che trovavano casa e soprattutto sapeva che lei non sarebbe mancata a loro e loro non sarebbero mancati a lei,così ringraziò e salutò.


 Le sembrava strano uscire per sempre dall’ orfanotrofio che l’aveva cresciuta, certo in quel posto si trovavano tutti suoi brutti ricordi e le persone che l’avevano da sempre presa di mira facendola stare male per tanti motivi, però era stato da sempre il suo l’unico punto di riferimento e lasciarlo ora per una meta ignota le metteva comunque ansia.
“Chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quello che lascia ma non quello che trova” . Sì,era preoccupata lo ammetteva, ma aveva appena scoperto di essere una strega e quindi la sua vita sarebbe migliorata, giusto? Mentre pensava questo, si rese conto di una cosa fondamentale e scontata che avrebbe dovuto chiedere alla donna,così si fece coraggio e disse:”P-professoressa MgCranitt? Posso farle una domanda?”


 “E’ McGranitt, ma a parte questo dimmi pure”rispose la professoressa fermandosi a guardare Julia,che subito disse:
“Vede,non so come dirglielo ma io non ho mai fatto fiorire un fiore appassito né tanto meno mi sono trasformata in un animale,insomma io non ho mai fatto nessuna… magia” –l’ultima parola quasi la sussurrò-“Forse vi siete confusi con un'altra ragazza…”


“Ti posso assicurare che non ci siamo sbagliati, sei tu la ragazza che cerchiamo Julia Piton e-aggiunse la signora riprendendo a camminare- stai tranquilla è normale che tu non sia ancora capace di fare cose del genere, per quegli incantesimi ci vogliono anni di studio e perfezionamento. Se sappiamo che effettivamente tu sei una strega è per l’enorme quantità di magia che è stata rilevata in quell’ istituto. Dopo attente analisi in borghese sotto le vesti di comuni babbani -notando lo sguardo interrogativo di Julia si affretto a spiegare-coloro che sono privi di poteri magici sono detti babbani,-poi riprese-abbiamo capito che tutta quella magia veniva da te, quando hai mangiato per un mese stufato desiderando che il gusto fosse quello delle tue pietanze preferite, oppure quando le tue coperte sono diventate blu invece che il solito grigio dopo averle lavate ma soprattutto quando un po’ di tempo fa qualcuno si doveva tingere i capelli e tu volendo far diventare la tintura di colore arancione carota anziché biondo  platino e hai mescolato tanti saponi e senza sapere come, ci sei riuscita! Ora mi vuoi forse dire che queste sono tutte coincidenze?Il problema è un altro: vedi di solito i poteri in una strega o di un mago si manifestano nell’infanzia e in quelli più tardivi verso i dieci anni, undici al massimo che è proprio l’età in cui la scuola apre la porta ai nuovi studenti. Mai prima di te si sono rivelati a quindici anni. Tu sei il primo caso ma questo comporta che,dato il ritardo con cui si sono presentati, sono potenti tre volte in più rispetto alla media, e quindi più difficili da gestire. Non devi preoccuparti,una volta imparato come gestirli sarà tutto più facile e lentamente torneranno della giusta potenza.”


Julia mentre ascoltava tutto il lungo discorso della McGranitt non si era resa conto che avevano camminato tanto da arrivare fino a Londra, l’istituto era appena fuori la città, comunque era molto lontano soprattutto a piedi. La donna continuò:
“So che sono tante notizie tutte insieme e considera che non sono ancora finite. Poiché le prime classi a Hogwarts partono dagli undici anni come ti ho già detto,tu naturalmente non puoi stare con loro,dovresti stare al quinto anno per la tua età ma d’accordo con gli altri professori e con il preside, il professor Albus Silente,abbiamo deciso di metterti al quarto anno cosi avrai modo di imparare pian piano le basi. Naturalmente non ci aspettiamo che tu sia allo stesso livello degli altri che hanno alle spalle tre anni di studio,ma confidiamo di portarti a una buona conoscenza magica, quindi non ti preoccupare non pretendiamo di vederti recuperare in un anno quello che gli altri anno fatto in tre. Siamo tutti al corrente della tua situazione e quindi cercheremo di aiutarti,il che naturalmente non vuol dire favorirti. Ora Julia tu sai perché porti quel cognome?”


Una volta tanto Julia sapeva rispondere a una domanda personale da parte di un insegnante e così disse: “So solo che quando mi hanno trovato c’era un foglio con scritto il mio nome e cognome: ’Julia Piton’. Sono stata posta all’entrata del orfanotrofio il giorno stesso che sono nata e avevo già da allora questa collana –e così facendo mostro all’insegnante una piccola collana d’oro che aveva appesa al collo e che prima era nascosta sotto la maglietta.Era a forma di cuore e sopra vi erano disegnati due serpenti che andavano a formare un altro cuore e dentro questi vi erano due piccole lettere sbiadite ‘SL’-hanno provato a togliermela più volte ma non ci sono mai riusciti perché quando tentavano questa si restringeva oppure non si apriva proprio,così alla fine hanno lasciato perdere. L’oro gli faceva gola, anche se è così piccola che non avrebbero comunque ricavato niente… io comunque ci tengo molto, ha un valore affettivo per me. Non mi fa sentire sola...”


Minerva fisso la ragazza con misto di tenerezza e commozione, ma cercò di non darlo a vedere, iniziandole a dire: “ Vedi te l’ho chiesto perché trai nostri insegnanti c’è n’è uno in particolare che si chiama Severus Piton, lui non si è mai sposato e non ha figli, ma possiamo credere che tu sia una sua lontana parente. Prima di ieri neanche sapeva che esistessi, però ha accettato ugualmente di diventare il tuo tutore-fece una pausa per vedere lo sguardo meravigliato di Julia – pensiamo tu possa essere la cugina di secondo grado, anche se poi effettivamente per te sarebbe una specie di zio poiché è più grande.”

A Julia non interessava se fosse un cugino,uno zio o un bisnonno, era una persona che aveva deciso di prendersi cura di lei senza neanche conoscerla! Da anni aspettava qualcuno che l’avrebbe presa con sé dandole amore,fiducia e affetto cosa che in quindici anni nessuno le aveva dato e forse ora l’aveva finalmente trovata.

 “Davvero ha deciso di essere il mio tutore?” chiese con gli occhi che le brillavano

“Sì,sarà il tuo tutore a tutti gli effetti,ma sarà anche il tuo professore di pozioni e quindi non pensare che per questo…”

“Sarò avvantaggiata,lo so.” Era cosi contenta! I suoi sogni si erano avverati: prima la portavano via dal istituto,   poi scopriva di essere una strega (ok questo non era un suo sogno ma non guastava affatto!)e infine forse avrebbe coronato il desiderio di tutti gli orfani: trovare qualcuno d’amare, avere una famiglia.

“Oh ecco siamo arrivati” disse la professoressa di trasfigurazione, entrarono in un piccolo pub chiamato “Il paiolo magico” e subito il barista saluto le due donne.

“Buongiorno Minerva, molto mattiniera oggi, eh? Sono appena le sei e mezza, anche per un drink è troppo presto… E chi è questa giovane strega che ti accompagna? Una nipote in visita?”

“No,Tom.La signorina Julia è una studentessa di Hogwarts, è qui per acquisti,l’ho accompagnata perché non è molto pratica di Londra.”
Il barista non fece commenti sul fatto che la ragazza dovesse essere almeno al quinto anno e che se non aveva imparato ad arrivare a Londra in quegli anni,di certo non ne sarebbe stata capace nemmeno in futuro, ma anzi le sorrise gentile e aggiunse “Allora Julia gradisci un buon boccale di burrobirra o qualcos’altro? Ho anche del classico latte se vuoi”
Julia guardo la sua accompagnatrice incerta;aveva fame ma non sapeva come pagare il barista e poi come aveva chiamato la prima bevanda? Burrobirra?! Che diamine era? Comunque anche solo il “classico” latte le sarebbe andato bene…
“Allora Tom un bicchiere di latte con i tuoi biscotti speciali per Julia e per me un bicchiere di tè per favore” disse la McGranitt volgendo poi un sorriso alla streghetta e aggiungendo subito dopo “Prima sarà meglio fare colazione e dopo andremo a fare i tuoi acquisti scolastici, per i soldi non preoccuparti la scuola e tuo ehm zio hanno aperto un conto in banca a tuo nome. Dopo passeremo a ritirarne un po’. Senti oltre i libri,gradiresti un animale da compagnia? – Julia la guardo perplessa,a scuola era possibile tenere degli animali?-le regole della nostra scuola non vietano di tenere animali,a patto che siano tra i seguenti: ovvero gufi,topi,gatti e rospi. (mentre li elencava le venne in mente quello che aveva detto Severus al riguardo “Non farle prendere animali:i topi sono poco igienici, i gatti,senza offesa Minerva,non mi sono troppo simpatici,senza togliere il fatto che lasciano il pelo ovunque, per i rospi non pensi che ci basti quello sprovveduto di Paciock, che perde il suo in continuazione? Quanto hai gufi, a chi dovrebbe scrivere?” ma lei,contro il parere del collega,voleva offrire lo stesso la possibilità alla ragazza di possedere un animale) Pensaci dopo andremo a vederli se vuoi.”


Nel frattempo Tom portò al loro tavolo ciò che avevano richiesto concludendo il tutto con un breve inchino. Julia non aveva mai gustato dei biscotti così buoni con quelle piccole scaglie di cioccolato che li ricoprivano, quanto alla McGranitt sembrava anche lei aver gradito il suo tè.Dopo aver saldato il conto,si diressero verso l’uscita dove con un colpo di bacchetta sui mattoni del muro, si aprì l’entrata che conduceva a Diagon Alley.Mentre Julia era ancora stupefatta si recarono alla  Gringott. Una volta giunti all’ingresso Minerva le disse:
“Io ora entro a prendere il denaro che hanno depositato a tuo nome, per guadagnare tempo intanto potresti andare a prendere la tua bacchetta, il negozio del signor Olivander è qui dietro l’angolo, gli ho già parlato di te,tranquilla. Io arriverò il prima possibile ma in ogni caso rimani da lui anche se hai già finito. Ecco tieni, questi dovrebbero bastare per la bacchetta. Ora io vado ci vediamo fra un po’.” E dopo aver dato una manciata di galeoni a Julia entrò nell’ enorme edificio.


 La ragazza si mise i soldi in tasca e iniziò a guardare le insegne dei vari negozi in cerca di quello giusto.Una volta trovato quello che recava la scritta ‘Negozio di bacchette Olivander’ si fece coraggio ed entrò.

Il negozio era apparentemente vuoto, Julia provò ad annunciare la sua presenza con un ‘buongiorno ’ e subito un anziano signore fece capolino da sotto il bancone “Buongiorno a te, scusa ma stavo mettendo apposto” disse l’uomo, che subito prosegui “Tu se non sbaglio devi essere la signorina Piton, Minerva mi ha parlato di te, sei qui per la tua prima bacchetta non è così?-Julia annui- Bene prima cosa le misure” e cosi dicendo dei nastri presero vita e iniziarono a prenderle le misure, dopodiché l’uomo disse:
“Immagino che usi il braccio destro per la bacchetta vero?-la ragazza annuì di nuovo-allora prova con questa, devi agitarla un po’ naturalmente” e cosi dicendo estrasse una bacchetta da dentro una scatola e la porse a Julia.
“Su coraggio” la incitò. l’uomo.

Lei l’agitò  e questa fece cadere uno scaffale pieno di scatole dove erano riposte le bacchette,che caddero rumorosamente sul pavimento.
“Mi scusi! Io non volevo, ho solo agitato non pensavo di poter fare tanta confusione io…”


“Calmati non è colpa tua, soltanto non è quella giusta. Non devi scusarti. Ecco prova questa” disse, e così dicendo gliene porse un'altra. Julia la agitò lentamente e incerta con la paura di far ancora danni ma stavolta non successe niente. Olivander scosse la testa e gliene diede ancora un'altra, stavolta dalla bacchetta uscirono delle piccole fiammelle incandescenti.Julia impaurita lasciò andare la bacchetta e indietreggiò,spaventata.


“Bene,finalmente l’abbiamo trovata” esclamò Olivander sorridendo “allora è una dodici pollici e mezzo,legno di sorbo e piume di fenice. Molto flessibile e resistente, è una buona bacchetta, solo non devi avere paura ad utilizzarla, capito?”

“Sì grazie” disse la ragazza raccogliendo la bacchetta con una certa riluttanza “Ora per quanto riguarda il compenso non…” in quel istante entrò la McGranitt


“Buongiorno Olivander,allora avete finito?”


“Buongiorno a te Minerva!Sìstavo giusto dicendo alla signorina che vorrei che accettasse la bacchetta come un mio dono”

“Oh grazie signor Olivander ma non è il caso io…” disse la ragazza ma fu interrotta dallo stesso


“Per me è un onore regalarle la sua prima bacchetta signorina e sarei molto contento che accettasse”

Grazie mille signore” rispose la ragazza illuminandosi e la professoressa aggiunse:

 “Bene allora grazie lo apprezzo molto anch’io.Ora però sarà meglio muoverci, dobbiamo ancora andare a prendere il resto del materiale. Arrivederci Olivander”


“Arrivederci signore”
“Arrivederci a voi,è sempre un piacere avere gente così gentile nel mio negozio”disse il negoziante con gli occhi d’argento “E’ la bacchetta che sceglie il proprietario e non è mai una scelta casuale. La sua bacchetta è molto particolare, come la proprietaria del resto e avrà modo di vederlo a tempo debito” aggiunse quando ormai le due streghe erano fuori dal negozio e non lo potevano più sentire.


Dopo aver comprato i libri al ‘Ghirigoro’, la divisa su misura e tutto ciò che sarebbe servito a Julia per l’imminente inizio dell’ anno scolastico,si diressero alla stazione di Kings Cross


Il treno prima di poter portare gli studenti a Hogwarts il 1 settembre deve sempre fare un viaggio di controllo due giorni prima, infatti noi lo prenderemo oggi.”

 “Ma il treno non è un po’ banale come mezzo per dei maghi? Non usate, volevo dire non usiamo cose come scope o altri mezzi per muoverci? Usare il treno non è da babari?” Domandò la ragazza, e la professoressa rispose:


“Primo, si dice babbani e no non è un mezzo banale e personalmente lo trovo molto comodo. Secondo, naturalmente abbiamo altri mezzi per viaggiare, come la metropolvere che avrai modo di provare a suo tempo. Considerando che oggi hai preso conoscenza di tante nuove cose e che saresti arrivata alle cinque del pomeriggio molto stanca– anche se aveva trascorso una giornata piena e impegnativa Julia sembrava tutto meno che stanca, anzi sembrava sprizzare energia da tutti i pori, ma la professoressa cercò di ignorare questo particolare-abbiamo pensato d’accordo con gli altri professori di farti vivere l’esperienza dell’ Hogwarts Express piuttosto che usare la smaterializzazione. Ora dobbiamo raggiungere il binario 9 e 3\4.Oh eccoci qui” disse arrivando alla metà della corrispondenza del 9 e del 10.

“Bene adesso devi semplicemente prendere una rincorsa e attraversare il muro con il carrello. Su avanti” Julia fissò la professoressa. Cosa aveva appena detto? Attraversare il muro con il carrello? Ma si sarebbe schiantata! Deglutì e respirò profondamente.Dopo un occhiata alla donna che la guardava incoraggiante prese la rincorsa e… ce la fece! Riuscì a passare e tutta intera! Nel frattempo era uscita dal muro anche la McGranitt che le disse di sbrigarsi a salire sul treno. Una volta a bordo si misero nello scompartimento vicino a quello del capo vettura . Dopo un po’ la strega disse a Julia delle varie case di Hogwarts: Grifondoro,Corvonero,Tassorosso e Serpeverde, poi le spiegò le regole del quidditch, il gioco più famoso nel mondo dei maghi, e infine le parlò delle varie materie che avrebbe studiato in quell’ anno a Hogwarts. In seguito la professoressa si allontanò un attimo e quando ritornò nello scompartimento con una copia della ‘Gazzetta del Profeta ’ e dei dolcetti per la ragazza–cioccorane ,gelatine tutti i gusti +1 e delle Bolle Bollenti- la trovò addormentata con la testa appoggiata contro il finestrino.

Era stata una giornata lunga e piena di novità, aveva anche reagito meglio del previsto, pensò la McGranitt;i problemi maggiori sarebbero arrivati presto però, iniziare dal quarto anno sarebbe stato molto duro soprattutto per una ragazza che finora era stata cresciuta come una babbana, ma c’è la avrebbe fatta ne era sicura, la ragazza era forte questo traspariva.Oltre il problema della scuola rimaneva quello dell’affidamento:Severus sarebbe stato un buon tutore?

Per tutta la stima che aveva per il collega di pozioni non celo vedeva a diventare un genitore amorevole, ma sapeva che avrebbe imparato a esserlo. In fondo entrambi erano nella stessa situazione, erano soli ma insieme avrebbe formato una famiglia felice o almeno così l’aveva rassicurata Albus e sapeva che le sue previsioni si rivelavano sempre, o quasi, esatte. Tra poco l’avrebbe dovuta svegliare, erano prossimi al castello e non voleva certo toglierle quella bellissima sensazione nel vederlo alla luce del tramonto mentre il treno avanzava. Forse per Julia stava per iniziare una nuova vita, molto migliore della precedente e, come diceva spesso Silente,forse erano all’alba di nuovo giorno o di un giorno nuovo.

  
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