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Autore: Ikigai01    15/07/2010    3 recensioni
Bella è appena arrivata a Forks e vive con suo padre in una piccola casa. I primi giorni di scuola ha l'occasione di conoscere dei suoi coetanei, uno di questi è un misterioso ragazzo biondo dagli occhi ambrati. Tra i due nasce subito una strana e insana amicizia, e Bella è quasi convinta di essere innamorata. Tutto accade velocemente e in modo sereno, fino a quando un incidente non la costringe a farsi visitare in ospedale. Sarà proprio lì che Bella capirà che Edward non è esattamente l'uomo destinato a lei.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Aprì il frigo un'altra volta, lanciando un'ultima occhiata alla bottiglia vuota di coca cola e poi lo richiuse. Aveva una gran voglia di bere qualcosa di dolce e zuccherato, ma in quella casa sembrava non esserci niente. Infilò alcuni quaderni nella borsa già strapiena, poi prese una biro a cui mancava il tappo e la lanciò tra i fogli dei quaderni. Non ci pensò un granchè, l'avrebbe cercata dopo. Rientrò in cucina a passi pesanti e riaprì il frigo annoiata, osservando i ghiaccioli scendere lenti e monotoni lungo le pareti.

-Bells, è inutile. Sei abbastanza grande da sapere che la cola non si riproduce da sola- Charlie girò velocemente alcune pagine di giornale, ignorando la sezione spettacolo e passando direttamente al meteo del giorno dopo. -Il meteo dice che domani nevica- sussurrò più a sé stesso che alla ragazza, -Ah, e per la cronaca le bottiglie vuote non si buttano via spontaneamente-. L'uomo accavallò le gambe e fece l'occhiolino alla figlia, strappandole un sorriso tirato.

Bella sbuffò bevendo un po' di caffè dalla tazza e poi si pulì le labbra con la manica. Osservò la macchia marroncina con occhi furiosi, strofinandola senza risultati con un panno bagnato -Oddio papà! Sono dannatamente nervosa già di mio, gradirei che tu stessi in silenzio. Dio, è il mio primo giorno di scuola in questa città e già sono stressata!- Passò davanti allo specchio e pettinò frettolosamente con le dita il mucchio di capelli castani, cercando di dargli una forma decente.

Charlie sorrise divertito; la ragazza afferrò la borsa e poi prese le chiavi, soffiò un bacio a Charlie ed entrò nel pickup che le era stato regalato qualche giorno prima. Lanciò la borsa sul sedile del passeggero e dimenticò di allacciarsi la cintura. Mise in moto e senza riflettere accese la radio al massimo, osservando distrattamente i passanti.

 

They've got all the right things in all the wrong places
Someday, we're going down
They've got all the right moves and all the wrong faces
Someday, we're going down

Tamburellò con le dita sul volante, piacevolmente impegnata ad ascoltare la musica.Sterzò a destra di colpo per evitare un cucciolo di un qualcosa che non aveva avuto il tempo di capire, e andò a colpire con la fronte lo specchietto retrovisore. Frenò istintivamente, imprecando contro l'animale che ormai era già fuggito nel bosco, e contro sé stessa. Doveva calmarsi; in fondo erano anni che affrontava i primi giorni di scuola, e non era mai morta. Con il cuore a mille proseguì per un rettilineo i cui lati erano ricoperti da una folta vegetazione. Non c'era nemmeno un cartello e la cosa non le piaceva per niente. Non conosceva bene Forks, quando da piccola andava a far visita a Charlie divideva il tempo stando a casa e giocando con altri bambini nel parcogiochi lì vicino.

 

Just paint a picture of a perfect place
They've got it better than anyone's told you
They'll be the king of hearts and you're the Queen of Spades.
And We'll fight for you like we were your soliders


Attraversando le strade deserte della città si ricordo improvvisamente di Jacob e lei giocare insieme nel piccolo giardino di casa. Jacob era il ragazzo dai capelli lunghi che aveva riparato il suo pickup. Sorrise ripensando ai flash di vecchi ricordi che le attraversavano la mente in quel momento. Era diventato decisamente carino, anche se con i capelli lunghi sembrava tanto una scimmia. Rise divertita, immaginando il ragazzo con un taglio a spazzola e i muscoli più pronunciati. Se solo avesse avuto qualche anno in più... Si morse il labbro. -No, i ragazzi sono già stupidi alla mia età, provarci con uno più giovane non sarebbe un'idea saggia-.

I know we've got it good
But they've got it made
And the grass is getting greener each day
I know things are looking up
But soon they'll take us down.
Before anybody's knowing our name

Senza accorgersene si trovò davanti a un grande edificio di un grigio scolorito che poteva competere con il cielo per il grado di deprimenza. Una pioggia leggera cadeva sulle teste degli studenti, tutte attirate dal rombo assordante del pickup. Spense la radio e girò le chiavi. Si allungò per recuperare la borsa e uscì goffamente dal pickup cercando di ignorare gli sguardi divertiti che le rivolgevano tutti.

-Ehi, bella macchina!- un ragazzo di colore fece una smorfia guardandola, e lei rispose con un cenno della testa.

Si coprì con la borsa per evitare di bagnarsi e si avviò a passo veloce verso la segreteria. Quando entrò, la signora seduta dietro il bancone le sorrise allegra. -Tu devi essere Isabella Swan, la ragazza nuova.- Cercò con foga tra un mucchio di scaffali, poi soddisfatta aprì un quadernone e iniziò a sfogliare tra una decina di cartelline. -Ti sei già ambientata al nostro clima?-

Senza aspettare una risposta le porse una cartellina blu contenente diversi fogli, molti dei quali riguardanti i corsi che avrebbe dovuto seguire e le informazioni necessarie sui suoi professori.

Girando a vuoto per l'edificio si ritrovò finalmente nel corridoio giusto, e davanti a lei apparve un ragazzo biondo con le lentiggini che le cinse energicamente una spalla.

-Ehi! Io sono Mike, piacere.- allungò la mano per stringere quella di Bella e lei per tutta risposta tolse il braccio che era troppo vicino e stava totalmente superando i suoi limiti di sopportazione, poi prese la mano del ragazzo e la strinse per nemmeno un secondo. -Piacere. Bella.- Non aveva mai dato troppa confidenza agli sconosciuti, soprattutto se erano ragazzi, ma la maleducazione non era nel suo stile.

Lui sgranò gli occhi e sorrise caloroso: -Oh, direi che è proprio azzeccato il tuo nome! Sei bellissima-.

Bella abbassò lo sguardo imbarazzata, scosse la testa e tornò a guardare i fogli. -Potresti aiutarmi a trovare l'aula 23? Credo di essere già in ritardo..-

Mike le posò una mano sulla schiena e l'accompagnò fin dentro a un'aula spaziosa dove una ventina di ragazzi rideva e chiaccherava allegra. Tranne uno. Era seduto accanto alla finestra e non aveva un compagno. Guardava la pioggia scendere silenziosa tra le foglie degli alberi, e muoveva le iridi ambrate a destra e sinistra, come se stesse leggendo qualcosa. Rivolse un ultimo sguardo a Mike che stava avanzando felice verso una ragazza e poi ritornò a guardare il ragazzo biondo della finestra. Chiuse un attimo le palpebre e indietreggiò di un passo; il suo sguardo era posato su di lei e non aveva intenzione di spostarsi. Le sembrava maleducato da parte sua, fissare una persona non è mai una cosa bella, soprattutto se non la si conosce. Il biondo aggrottò le sopracciglia e così fece anche lei, stupita dalla cattiveria e dalla frustazione che riusciva a leggere nei suoi occhi.

Dei passi alle sue spalle la distrassero e quando si rese conto di essere in piedi nel bel mezzo di un'aula sorrise imbarazzata; si levò una risatina e Bella a occhi bassi consegnò al professore i moduli di iscrizione. Lui si sistemò gli occhiali sul naso, leccò il dito e sfogliò distrattamente i fogli.

-Bene, Isabella. Lì c'è un posto libero-. Osservò il dito dell'uomo fino ad incrociare nuovamente gli occhi del ragazzo della finestra e dopo aver attraversato la classe si sedette vicino a lui, tenendo le distanze di sicurezza. Non riusciva a capirne il motivo, ma lui la spaventava; il suo corpo le urlava di scappare, di stare il più lontano possibile da quella... creatura. Mosse impercettibilmente il viso, in modo da poterlo osservare con la coda dell'occhio. Il suo avambraccio era teso quasi stesse stringendo i pugni in una morsa letale, ma le sue mani erano perfettamente rilassate. Bella si sentì improvvisamente in colpa, comprese che la sofferenza di quel ragazzo era provocata da lei, ma non capiva come e soprattutto non ne capiva il perchè.

Distolse lo sguardo dal braccio e lo posò per un momento soltanto sul suo viso, prima di sentire lo stomaco stringersi. La stava guardando ancora, ancora più ferocemente di prima, e si accorse con orrore che le sue iridi erano diventate nere come la pece; nere come una notte senza luna e senza stelle. Il ragazzo aprì le labbra e le bagnò con la lingua, poi fece una smorfia disgustata e si girò dall'altra parte. Il suo istinto di sopravvivenza si risvegliò di nuovo, e lei si spostò sull'orlo dello sgabello con le mani ben fisse allo spigolo del tavolo, pronta a scappare se ce ne fosse stato bisogno. Non sapeva perchè ma capiva che difendersi da lui sarebbe stato inutile. Se lo avesse incontrato di notte in un vicolo buio era sicura non avrebbe nemmeno tentato di colpiro con calci e pugni, sembrava troppo forte.

-...Ripassate a casa quello che abbiamo visto oggi sul libro-. Bella alzò la testa di scatto accorgendosi di non aver seguito nulla della lezione e di aver passato tutto il tempo facendo quel terrificante 'gioco di sguardi' con il suo nuovo compagno di banco. Rabbrividì, e quandò il trillo della campanella risuonò nei suoi timpani respirò a pieni polmoni rilassandosi un attimo. Si girò alla sua destra ma il biondo era già uscito dalla classe, inspiegabilmente.

   
 
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