Tornerò. Per te
Naruto era pensieroso mentre osservava il sole che
si avvicinava all'orizzonte prima del tramonto. Dopo lo scontro con Pain si era
dedicato anima e corpo alla ricostruzione di Konoha e non si era fermato a
pensare, forse intenzionalmente, ma ora che i lavori erano finiti doveva
partire, e finire ciò che aveva iniziato, distruggere l'Akatsuki.
Ma in quel
momento pensava ad altro, pensò allungo a quanto aveva rischiato di perdere
quel giorno, a tutti coloro che erano rimasti gravemente feriti e chi era
addirittura morto, e si sentiva impotente. Come aveva potuto permetterlo? A un
certo punto aveva anche rischiato di liberare il Kyuubi proprio in quel punto!
Questo
pensiero gli fece tornare in mente il motivo della sua trasformazione.
Hinata......
Perché lo aveva
fatto? Aveva creduto che fosse morta ed era impazzito di rabbia... forse per le
parole che gli aveva detto prima di essere ferita...
"Non mi
importa di morire se è per proteggerti, questo perché..." .
Faticava
ancora a crederci, "Io ti amo", aveva detto. E da molti anni da
quanto diceva! Come aveva potuto non accorgersene?! Eppure ora che ci pensava
era evidente! Pensò a ciò che provava ogni volta che Sakura lo respingeva, lui sorrideva
o faceva una battuta, ma in realtà era doloroso... ma per lo meno Sakura lo
aveva capito! Chissà com'era stato triste per Hinata giorno dopo giorno vederlo
ignorare come si sentiva! Non era neanche potuta venire a salutarlo quando era
partito per il suo addestramento, solo il suo team aveva potuto, ma se lo
avesse saputo sarebbe andato lui a salutarla dannazione! E poi quando era
tornato era svenuta di colpo subito dopo averlo visto. Ciò che provava non era
cambiato... E lui? Poteva dire lo stesso? Era davvero per amicizia che andava
alla ricerca di Sasuke? Era davvero per amore che continuava a consolare
Sakura? Non ne era più sicuro... non era
più sicuro di niente... l'unica certezza ormai sembrava il fatto che finché
fosse rimasta in vita Hinata lo avrebbe aspettato...
Scosse la
testa – aaahhh che razza di pensieri! domani mattina presto sarò di nuovo via, che
diritto ho di...?!- si voltò, qualcuno si stava avvicinando.
-Ciao
Naruto...-
Quando era
arrivata? Perché non se n'era accorto? Aveva solo pensato o aveva parlato ad
alta voce? E dov’era finito il –kun?
Mentre
Naruto cominciava ad andare nel pallone, Hinata decise di sedersi accanto a
lui, arrossì lievemente ma stavolta era determinata e non aveva alcuna
intenzione di svenire.
-Ehm... ciao
Hinata come stai? sei già guarita sembra, ne sono molto felice - Era molto
imbarazzato a causa del ricordo di ciò che era successo proprio lì vicino
-"siamo nello stesso punto - pensò, -e ora che faccio? cosa dico?!?!?!”-.
Ma non ebbe
bisogno di trovare le parole, Hinata, osservando il sole che aveva appena
toccato la linea dell'orizzonte, parlò ancora.
-Ho saputo
che domani partirai...- -eh? Ah si, domani all'alba- si stava rilassando
-"meno male non mi ha sentito"- tirò un sospiro di sollievo.
-Sarà
un'altra di quelle missioni pericolose non è così? Rischierai ancora di morire
vero?- Sembrava molto agitata, aveva abbassato lo sguardo e teneva le ginocchia
tra le braccia e la fronte appoggiata ad essi.
-non andare...-
la sua voce era un sussurro .
-Co_?- - NON
ANDARE!!- ecco lo aveva detto, ora tutto sarebbe cambiato. Ciò che era successo
con pain poteva anche essere tradotto come un gesto disperato e niente più ma
ora era totalmente allo scoperto, si stringeva le ginocchia al petto, mentre
una lacrima aveva iniziato a scenderle sulla guancia…
-Hinata…- -
Non devi partire! Se dovesse succederti qualcosa io…-
Capiva
perfettamente ciò che Stava provando ma non poteva semplicemente starsene lì
con le mani in mano … se lo avesse fatto …
-Io “devo”
partire- disse - Non posso permettere
che succeda ancora un incidente come quello di Pain ! Non potrei vivere col rimorso
di non essere riuscito ad evitarlo … -
Lei, che
aveva iniziato a piangere sommessamente con la testa tra le ginocchia, iniziò
adesso a piangere a dirotto, singhiozzando forte.
Naruto fu colto
di sorpresa e non riuscì a capire subito
cosa stesse succedendo - “Oh no no no no
no no !! Non doveva andare così!!! Che faccio ora???”- pensò solo per un
secondo- “ Ok, Sono stato io a farla piangere e io devo farla smettere!”-
Le mise una
mano sulla spalla e guardandola iniziò - Hinata, io …- non completò mai la
frase, Hinata, in preda ad un pianto disperato, si era girata di scatto e
cogliendolo ancora una volta di sorpresa gli si gettò tra le braccia piangendo
sempre più forte sul suo torace! –“ Wa wa wa wa!!”- Naruto era in preda al
panico, non si aspettava una reazione simile, dov’era la timida Hinata che
conosceva ?!
A quel punto
lei si aggrappò alla sua maglia e nel vederla così fragile e disperata la
abbracciò istintivamente, sorprendendo anche sé stesso, -“ che sto facendo
sembra quasi…”- tuttavia sembrò funzionare, Hinata stava cominciando a
calmarsi, singhiozzava meno e piangeva più piano.
Lui colse
l’occasione per cercare di rassicurarla,-
non preoccuparti per me ci vuole più di un paio di criminali per farmi
fuori, ricordati che sono un sannin anche io ora, tornerò sicuramente, non mi
farò uccidere- respirò affondo non appena la sentì tranquillizzarsi, ma non sapeva a cosa andava incontro.
Lei sollevò
il viso, lui la osservò, quando era diventata così bella? Le donavano persino
le lacrime che le contornavano il viso, aveva gli occhi pieni di lacrime,
spendevano nella luce del tramonto come bianchi cristalli, si sorprese a
pensare.
La osservò
solo pochi istanti perché le sue parole lo riportarono alla realtà.
Lei lo
guardava negli occhi, intensamente, sembrava incerta ma parlò ugualmente, era
meno di un sussurro, parlava piano come se stesse per svenire.
-Naruto
voglio un figlio da te ….-
Il cervello
di Naruto smise di dare segni di vita *the sistem has crashed a fatal error has occurred when it was
processing the data*
-
Co…e…i…
O_O – ma lei lo interruppe, parlando
sempre in un sussurro
-
-voglio
vederti tornare da noi, da me, e con un figlio, e me, ad aspettarti, saresti costretto a tornare, ti obbligherei a non
morire, e quando tutto sarà finito potremo stare insieme se tu lo vorrai…..-
-Ma… io…
tu…non…ecco…è che…- ma lei lo interruppe ancora dicendo, - ti prego, non respingermi
adesso, potrei non avere mai più il coraggio di chiederlo…..-
- ma…ma…ma…-
-Ti prego
non farlo- disse lei sollevandosi e posandogli un bacio dolce e puro sulle
labbra-
Non capendo
bene cosa faceva lui rispose al bacio stringendola leggermente tra le braccia.
Stavolta fu
Hinata a essere sorpresa, perché Naruto le fece girare la testa, trasformando
quel bacio così dolce, nel bacio adulto che Hinata aveva sempre desiderato.
Si strinse a
lui, con forza, colui che tanto e tanto allungo aveva amato.
Si accorse
di stare scivolando nell’incoscienza, ma la stretta e un tocco, di lui, con la mano sulla guancia,
riescì a permetterle di riprendersi e ricambiare qual bacio con ardore.
Decise di
prendere l’iniziativa, lo spinse
dolcemente all’indietro fino a distenderlo sul prato poi gli si sdraiò sopra,
ma in men che non si dica senza neanche capire come fosse successo si ritrovò
sotto di lui. Stava cominciando a sorpassare il suo limite di sopportazione.
Stava, con
enorme sforzo, immobile sopra di lei, rosso
e con le braccia tese, fissandola e diventando paonazzo le lanciò uno sguardo
che poteva avere un solo significato.
Lei si portò
i pugni chiusi alla bocca, e lo guardò intensamente rispondendo. –Se_sei
sicura?-disse lui mentre lei riuscì solo a dire -si-.
Non
riuscendo più a star fermo si abbassò premendo il prioprio corpo su quello
infuocato di lei.
“Calda e
morbida, sembra un bambola, cedevole
sotto le mie mani”. Questo pensò Naruto in quel momento, non immaginando che
anche lei stava pensado cose molto simili.
Quando intuì
che lui stava per iniziare socchiuse gli occhi, e non appena iniziò a scendere
si coprì il viso con le mani, -c’è… c’è qualcosa che non và?- chiese lui
preoccupato – no è tutto apposto- disse pensando a quanti ragazzi aveva
rifiutato sognando quel momento, e chiedendosi se si sarebbe accorto che l’aveva
aspettato, e come avrebbe reagito.
Mentre lei
pensava questo lui la spogliava, subito dopo iniziò la sua opera, lei gemette,
mentre a lui si annebbiò la vista nel sentirla, le prese la mano che stava
tendendo, senza fermarsi.
Lei si
sentiva in paradiso, quante volte lo aveva sognato? Ne aveva perso il conto.
Mentre
invece lui non perdeva tempo, inebriato
da lei, dalla sua espressione, dalla sua voce dolce ma eccitata, dal suo
profumo, dalla sua pelle, non le dava
tregua, e sorrideva pensando a quante volte aveva fantasticato sulla sua prima
volta, con Sakura,
anche
durante gli anni d’allenamento con ero-sannin si era sempre fermato prima di
arrivare al punto, ed era diventato molto bravo, come Hinata stava avendo
proprio in quel momento modo di constatare .
Poi decise
che era il momento di farle vedere cos’era ingrado di fare, iniziò ad usare la
mano libera e a fare movimenti più complessi e avvolte più energici.
Lei smise di
pensare, e lasciò la sua mano, che andò immediatamente ad aiutare l’altra, acarezzandogli i capelli, poi lui decise di farle vedere i suoi trucchi
migliori, facendola impazzire, si dimenava, gemeva, gli afferrava la testa, ma
era lui a comandare, e la teneva ferma.
Non credeva
che esistesse una sensazione simile. Proprio in quel momento Naruto lanciò
l’ultimo affondo dove lei era più
sensibile.
Così forte,
così intenso, inarcando la schiena venne con tutte le sue forze, poi rimase
immobile ansimando forte.
Lui si
sentii molto soddisfatto del suo operato, e proprio in quel momento decise che
la sua prima volta sarebbe stata con Hinata non con Sakura come aveva smepre
fantasticato, sentendosi stupido per aver atteso tanto per poi cambiare idea,
ma era tuttavia risoluto.
Lei era
distesa ansimante sul prato mentre lui la guardava in estasi, era combattuto,
continuare ad osservarla, con quella sua meravigliora espressione sul viso,
oppure vedere come sarebbe cambiata quando…
Mentre lui
pensava, lei aveva recuperato un minimo di lucidità
Diventando
un fuoco. Naruto aveva fatto tutto da sé e lei era rimasta completamente alla
sua mercée tutto il tempo. Si vergognava ma non poteva che essere felice, e
voleva ardentemente quell’uomo, non più un ragazzo, come quando se ne era
innamorata, ma un’uomo, e voleva che quell’uomo la rendesse donna.
Arrossì
ancora più furiosamente quando si accorse che lui la stava fissando con sguarlo
languido.
Lei
arrossiva ogni secondo di più lì distesa sotto di lui, ancora tremante e col
fiato corto. L’avrebbe mangiata a morsi tanto era dolce, non era quasi più in
sé e “qualcuno” si stava ribellando con
“crescente” furore. Anche Hinata se ne accorse e arrossì ancor di più se
possibile.
Questo era
il colpo di grazia non riuscì più a trattenersi, tra Hinata che “Lo” fissava
attraverso le mani che aveva portato sugli occhi, la “pressione”, L’espressione
irresistibile sul volto di lei e l’eccitazione accumulata, perse completamente
il controllo.
Iniziò a
spogliarsi, era talmente accecato dall’eccitazione che non si accorse neanche che Hinata lo
stava aiutando! Lui si spogliava dalla vita in su lei provvedeva al resto, il
tutto mentre si baciavano più volte fugacemente e con passione, fino a che non
si trovò nudo sopra di lei, nuda dalla vita in giù.
Quella felpa
era tra i piedi, la tolse lentamente e gentilmente ma con trepidazione, mentre
lei fremeva in attesa.
Quando anche
lei fu nuda rimase incantato a guardarla, il suo corpo ancora tremante era
perfetto, aveva lunghe e stupende gambe, e le ginocchia incrociato ora che
aveva potuto distenderle, il suo ventre piatto si alzava ed abbassava al ritmo
del suo respiro ancora un po’ affannoso, i suoi lunghi capelli neri e lucenti
erano sparsi sull’erba, e aveva un’espressione che minacciava di fargli perdere
ancora il controllo, come se non bastasse, il suo seno era più prosperoso di
quanto non avesse mai pensato, e ora che era visibile la sua eccitazione era
ancora più evidente.
E nel
frattempo lei guardava lui,fisico scolpito, abbronzato, tutti i muscoli tesi, pronti all’imminente sforzo, i suoi
occhi la scrutavano con eccitazione e desiderio, ma anche con dolcezza e ciò la
rendeva estremamente felice.
Nel
guardarlo nudo davanti a sé iniziò a
sentirsi debole, troppe emozioni tutte insieme, stava per svenire, rovinando
tutto, e la vista di una “cosa” che la attendeva non migliorò la situazione.
Si costrinse
a riprendersi, - “non stavolta”- si disse, ora però aveva smesso di guardarlo e
aspettava, non sapeva che fare, arrosendo dinuovo.
Fu Lui a
toglierla dal dubbio facendo la prima mossa, iniziò ad avvicinarsi mentre le
toccava una guancia, poi la baciò ed entrò in contatto, lei lo sentì mentre
rispondeva subito con passione al bacio e cingendolo con le braccia.
Naruto non
perse questa occasione inaspettata, e iniziò subito a massaggiarle i seni,prima
lievemente, quasi sfiorando, poi con forza, eccitandola sempre di più. Lei lo
strinse a sé e lui entrò.
Smise di
baciarla e si fermò, lei aveva spalancato gli occhi, e temeva di farle male.
Si, sentiva
dolore ma non come le avevano sempre detto, era quasi impercettibile in quel
momento così magnifico ed importante per lei , forse proprio perché si trattava
di lui… decidette che non le importava, voleva solo sentiro di più, più suo, e
strinse dinuovo.Le sfuggì un gridolino e rimase senza fiato quando lui andò più
in fondo.
-Tutto
apposto?- chiese lui allarmato. –non… ti fermare- rispose lei. Ansimava e tremava, dentro e fuori, e sapendo che non
poteva impedire che sentisse male, essendosi accorto che era vergine, andò fino in fondo, entrando completamente, non
appena lei si rilassò un po’. Ma invece lei non sentì alcun male, solo una grandissima
eccitazione che le cresceva dentro, anche se una piccola lacrima le solcò la
guancia per un istante, lei lo stinse dinuovo a sé, stavolta più forte,
fancedolo andare ancora più in profondità, dove non sarebbe arrivato che con il
suo aiuto. Non riuscì più a regolare la voce quando lui, accortosi che andava
tutto bene, iniziò a muoversi, prima molto lentamente poi sempre più veloce.
Lei non
riuscì più a formulare nessun pensiero, la sua mente era completamente bianca, vedeva solo l’uomo, che tanto amava,
ricambiarla con tutto se stesso, esisteva solo lui.
Da parte
sua, lui, era sempre stato convinto che con tutto quell’addastramento non
avrebbe avuto alcun problema neache la prima volta, ma fu costretto a
ricredersi, era già sul punto di esplodere, e sarebbe stata un’umiliazione
troppo grande per lui, specialmente con lei. Resistette, ma si avvicinava
pericolosamente al punto critico,
rallentò per darsi un po’ di tempo extra, aprì gli occhi e la guardò. Aveva uno
sgurado vagamente interrogativo come “perché rallenti?”, e non poteva sopportarlo, quindi visto che
lui non poteva aspettare, decise che sarebbe stata lei ad anticipare. Reiniziò
a massaggiarle i seni ed a toccarla dove si univano, mentre la baciava con
foga, ed anche se aveva rallentato ancora di più il ritmo, riuscì a coglierla
di sorpresa, facendogli inarcare ancora la schiena, in estasi.
-Vado a
fuoco, sto per impazzire- pensò lei.
Lui si
accorse che le stava facendo raggiungere velocemente il limite, e ricominciò ad accelerare il ritmo che nel
frattempo aveva quasi fermato.
Lei in preda
ad un’eccitazione senza precedenti gli
artigliò la schiena, ma lui non se ne accorse neanche mentre si muoveva in modo
frenetico senza sbagliare un solo movimento. Voleva che lo ricordasse fino al
suo ritorno quando avrebbe potuto aggiungere altri ricordi.
Lei era al
limite, si sentiva come non si era masi sentita, come se stesse per esplodere,
non si riconosceva nemmeno mentre gemeva,
ansimava, si muoveva insieme a lui, ed inacava la schiena ad ogni tocco.
Poi entrambi
superarono il limite, lui strinse i denti ma era troppo tardi non poteva più
fermarsi ed emise una spece mugolio indistinto, lei lo arpionò alla schiena con
tutte le sue forze e gemette con tutta se stessa, un gemito nel quale non
riusciva a riconoscere la sua voce.
Vennero
contemporaneamente, come non gli era mai successo prima, con tale
intensità da lasciarne il ricordo
marchiato a fuoco nelle loro menti.
Lei si abbandonò
del tutto sull’erba, tremante, ansimante, senza fiato e con la mente ancora
vuota se non per una parola, il suo nome, - Naruto-.
Con le
energie rimaste lui la baciò con dolcezza poi si lasciò andare accanto a lei.
Rimasero immobili qualche istante per riprendere fiato.
-Non
lasciarmi, non andare-
disse lei ad un tratto e con un filo di voce. – Non posso, soprattutto dopo questo, non
voglio mai più vedervi, vederti, nello stato in cui ti aveva lasciato Pain, non
potrei sopportarlo.- si fermò, per voltarsi verso di lei, poi sorridendo disse
- Ma ora non posso più morire, ho qualcuno da cui tornare, sono costretto a
restare in vita, no? Non ti lascerò mai sola-.
Lei stava
già piangendo piano, ma contemporaneamente sorrideva come lui, mentre lo abbacciava e si accoccolava sul suo torace ascoltanto ul
suono del suo cuore che batteva. Non aveva potuto convincerlo, ma ora aveva un
posto, qualcuno, da cui tornare, aveva lei, aveva detto che non l’avrebbe lasciata
sola, e così distesa sul prato mentre osservava le ultime luci del crepuscolo abbracciata all’uomo che amava, smise di
piangere e sorrise serena.