Una short senza troppe pretese, scritta giusto perché non avevo nulla da fare xD Sto rileggendo il Prigioniero di Azkaban ed ho deciso di buttare giù qualcosa sul primo incontro tra Lupin e Harry.
Fatemi sapere se vi piace o no =)
elyl
Si
prospettava un anno interessante…
Tutto si era svolto in pochissimi istanti. Un
momento ero nel dormiveglia, quello dopo ero in piedi, la bacchetta puntata
contro il Dissennatore, la paura che iniziava a farsi sentire. Pensai
immediatamente a Sirius e James, ai momenti che avevamo passato insieme, ed
urlai “Expecto Patronum!”. Immediatamente dalla mia bacchetta si sprigionò una
fitta nebbiolina argentea che si trasformò in un lupo e si scontrò contro il
guardiano della prigione di Azkaban, catapultandolo fuori dallo scompartimento.
Uscii in corridoio e sotto lo sguardo curioso di molti studenti ordinai al
patronus di attaccare nuovamente. Questi si avvicinò al Dissennatore che subito
si rimise in piedi e fluttuando tetramente uscì dal vagone, sparendo nel buio
della sera. Immediatamente il gelo svanì, la paura se ne andò, la luce tornò e
tutti si sentirono meglio. Sospirai, lasciai cadere il braccio lungo il corpo e
chiusi gli occhi, stanco, mentre il patronus svaniva.
Feci un respiro profondo, passai una mano tra i
capelli e tornai nel mio scompartimento. La ragazza, che da quanto avevo capito
si chiamava Hermione, e il ragazzo, sicuramente Ron, l’ultimo figlio maschio di
Molly ed Arthur, avevano fatto sdraiare Harry, che ancora non aveva ripreso
conoscenza.
“Harry, Harry,
svegliati!” Diceva Hermione preoccupata, stringendogli la mano.
“Lasciagli spazio, Hermione! Se gli stai così
appresso gli togli tutta l’aria!” Ribattè Ron, pallido.
Sorrisi teneramente, poi mi avvicinai.
“Per favore…”
I due ragazzi sobbalzarono e subito si fecero di
lato.
“Professore, è svenuto, non sappiamo cosa fare!”
Iniziò subito Ron, sempre più pallido.
“Non ci sono problemi, tranquilli.” Sorrisi
rassicurante.
Mi inginocchiai accanto ad Harry e gli scostai i
capelli neri dalla fronte.
“Harry, svegliati. Svegliati.” Lo chiamai
dolcemente. “Svegliati, è tutto finito.”
Sentii un mugolio e Harry si mosse, poi aprì
lentamente gli occhi.
“Che cosa…che cosa è successo?” Chiese confuso.
“Dov’è finita quella cosa? E chi è che ha urlato?”
“N-nessuno ha urlato.” Balbettò Ron nervosamente,
scambiandosi un’occhiata eloquente con Hermione.
“Ma io…io ho sentito qualcuno che urlava.” Ribadì
Harry.
“Tranquillo, è tutto a posto.” Gli sorrisi
rassicurante e mi misi in piedi, massaggiandomi la schiena. “Ce la fai a
sederti?”
Harry si sistemò gli occhiali bene sul naso e si
sedette, portandosi una mano alla testa.
“Tutto ok?” Gli domandai prendendo la mia valigia.
“S-sì.” Strinse gli occhi e li riaprì. “Mi gira
solo un po’ la testa.”
“Tranquillo, è normale.” Mi sedetti, posai la
valigetta sulle mie ginocchia e la aprii. “Presto ti sentirai meglio.” Lo
rassicurai. “Ora mangia un po’ di cioccolato.” Scartai la barretta e gliela
porsi.
“Non ho fame.”
“Mangia, fidati: ti sentirai meglio.” Gliela
allungai.
Mi guardò titubante, si scambiò un’occhiata con gli
amici ed infine l’afferrò, ne staccò un pezzetto e se lo portò alla bocca.
“Grazie.” Sorrise riconoscente, riacquistando un
po’ di colore, porgendomi il cioccolato.
“Oh no, mangiatelo voi.” Richiusi la valigetta e la
rimisi al suo posto. “Io non ne ho bisogno.” Sorrisi. “Anche voi due, eh.”
Harry mi guardò, poi passò la barretta ai due amici
che ne presero un pezzetto.
“State meglio?”
I tre annuirono.
“Bene.” Sorrisi di nuovo. “Allora vi lascio e vado
a parlare con il macchinista. Tra poco saremo ad Hogwarts, quindi è meglio se
vi cambiate.” Non aspettai risposta ed uscii dallo scompartimento, chiudendomi
la porta alle spalle.
Iniziai a camminare per il corridoio, sempre più
velocemente, fino a quando mi ritrovai all’entrata della locomotiva. Chiusi la
porta alle mie spalle e mi appoggiai alla porta. Chiusi gli occhi e respirai
profondamente, cercando di calmarmi.
Non l’avevo riconosciuto dalla cicatrice. No, non
ce n’era bisogno, l’avrei riconosciuto anche se non l’avesse avuta. Era uguale
a James: gli stessi capelli, la stessa espressione, le stesse smorfie. Era
uguale a James, ma gli occhi erano di Lily: verde smeraldo, inconfondibili. Era
il figlio del mio migliore amico e di sua moglie, morti dodici anni prima. Fin
da quando avevo accettato il lavoro sapevo che l’avrei incontrato, ma non mi
aspettavo tanta somiglianza con James.
James, James, James. Pensavo
spesso a lui, soprattutto da quando Sirius era evaso da Azkaban. Come aveva
potuto tradirli? Come aveva potuto! Era il suo migliore amico! Erano come
fratelli! Eravamo come fratelli. Avrei tanto voluto catturarlo io stesso,
quello che gli avrebbero fatto i Dissennatori era nulla in confronto a quello
che io gli avrei fatto. Speravo vivamente si avvicinasse ad Hogwarts, magari in
una notte di luna piena.
Sospirai, aprii gli occhi e mi decisi ad andare a
parlare con il macchinista.
Si prospettava un anno interessante.