Ehilà a tutti dallo squagliato NaruXHina!
CALDO! Troppo caldo! Capisco che l’estate lo
richiede e mi andava pur bene… prima che si sudasse anche stando fermi! Ora è
troppo!
Se anche voi dunque soffrite il caldo come me, mi
auguro che la mia lettura possa “rinfrescarvi” un po’ la giornata con un po’ di
sana e divertente lettura ^__^
La cena è un momento fondamentale di un
appuntamento: bisogna dimostrarsi brillanti ed evitare brutte figure… ma sarà
possibile in un appuntamento con Yachiru Kusajishi, che per giunta ha fatto da
calamita a ben tre incomodi? Scopriamolo!
Buona lettura, spero vi piaccia!
PS: ICHIGO X RUKIA ORA E SEMPRE!
PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
Lo shinigami, travestitosi, si ritrovò nelle
cucine, che attraversò con perfetta nonchalance, senza dare minimamente
nell’occhio: nessuno dei cuochi, comunque occupati ai fornelli, o dei camerieri
veri, lì a rifornirsi di cibarie da portare ai tavoli, si accorse della sua
faccia nuova.
Appena fuori la cucina c’era un piccolo corridoio
che si apriva sul lato sinistro della lunga sala, al cui fondo, rispetto a lui,
c’era la porta da cui erano entrati i due, con tanto di ragazza immagine in
yukata a dare il benvenuto. I tavoli erano bassi e i clienti stavano seduti
comodamente su dei cuscini colorati poggiati direttamente sul pavimento in
lucido legno chiaro.
<< Eccoli!
>>
Erano a circa metà della sala: troppo lontani per
essere ascoltati, ma in un posto perfetto per essere osservati! Per fortuna il
locale non era molto pieno.
Si risistemò il gilet e il cappellino della sua
divisa da cameriere ed entrò in scena!
Yumichika: “Buonasera signori, benvenuti al
ristorante…”
Peccato che non si fosse scomodato a leggere il
nome sull’insegna…
“Al nostro ristorante!” -riparò poi, aggiungendosi
un bel sorriso di circostanza!- “Volete già ordinare?”
Yachiru contemplava il menù con l’intensità con
cui Nanao studiava i suoi moduli: “Mmm…”
Hanataro: “Credo ci servano un altro paio di
minuti.”
Yumichika lo squadrò meglio ora che ci si trovava
vicino: il vestito poteva andare, peccato per la faccia da scemo. Ma non era lì
per commentare, bensì per controllare e fare rapporto.
Yumichika: “Oh, fate con calma! È un appuntamento
il vostro non è vero?”
Hanataro: “Eh eh eh, pare proprio di si.”
Yumichika: “E che ci fa un tofu come te con un
risotto al curry come lei?”
Hanataro pensò di non aver capito: “Come scusi?”
In fondo, visto quel che stava facendo passare a
lui e Ikkaku, quel tipo aveva finito per risultargli suo malgrado un po’
antipatico in fin dei conti! E poi anche lui teneva alla piccola Yachiru, come
tutti nella sua divisione, come si vuol bene al proprio tenente o alla propria
mascotte.
Yumichika: “No, sul serio, come hai fatto? A meno
che non sia stata lei: in tal caso sei fortunato che abbia dei gusti così
particolari.” gli bisbiglio, cattivello, all’orecchio.
Hanataro: “Scusi, ma lei di che si impiccia?!”
Era riuscito a fargli alzare la voce, un bel
traguardo.
Yachiru: “Mhm… Sa che lei mi è familiare? Ci siamo
già visti?”
Yumichika: “UGH!”
Si allontanò immediatamente dal giovane: “No no!
Non vedo come sia possibile, mi hanno appena assunto…”
Yachiru: “Eppure lei mi ricorda qualcuno…”
Yumichika: “……”
In momenti come quello, si disse l’esteta
dell’Undicesima Divisione, il vero uomo mantiene la calma e coglie al volo
l’occasione per defilarsi.
Agguantò, non visto, una scodella dal vassoio di
un cameriere che gli passava vicino in quell’istante e la poggiò al centro del
tavolo.
Yumichika: “Omaggio della casa!”
Yachiru: “GAMBERETTIIIIII!!!”
Già sgusciati, senza il fastidio di sporcarsi le
mani per pulirli, come piacevano a lei!
Il suo appuntamento si rigirò sorpreso, ma quello
strano cameriere già era sparito.
Hanataro: “Ehi, se ne è andato senza prendere le
ordinazioni… Secondo me c’è qualcosa di strano in quel cameriere…”
Yachiru (bocca pienissima): “Gnam! Gnom! Gnom!
Sarà, ma è stato gentilissimo! Gnom! Gnom!”
Hanataro: “Ehm, sono buoni?”
Yachiru: “Oh, si! Gnom! Gnam! Tranquillo, te ne ho
lasciati un po’!”
Era vero, sospinse verso di lui la scodella che
conteneva ancora ben tre gamberetti di cui uno morsicato!
Hanataro: “……”
Yachiru (musetto sporco di gamberetto): “Qualcosa
non và?”
Hanataro: “Eh? Oh, no, io… pensavo solo…”
Yachiru: “Si?”
Hanataro: “Ecco…”
Yachiru mise il broncetto: “Su, spiaccica qualche
parola in più…”
Stava pensando che il suo appetito era mostruoso,
ma non poteva certo dirglielo così. Doveva fare il gentiluomo e rigirare la
frittata dal lato positivo.
Hanataro: “Pensavo che per avere un bell’appetito
sei… molto fine… di fisico intendo.”
Yachiru: “… Ah, è un complimento? Se è così
grazie!”
Hanataro: “Ehm, si è proprio così!”
Yumichika: << C’è mancato poco… Tsk, guardalo, si vede lontano un miglio che è a
disagio con lei, è così poco virile… però per il momento sembra le vada ancora
a genio… >>
Si sentì chiamare dal tavolo dietro di lui: “Scusi,
cameriere, qui vorremmo ordinare.”
Yumichika: “Ehm… non sono in servizio!”
Si voltò e fece per defilarsi verso la cucina, ma
dopo due passi sbatté contro una voluminosa pancia.
A giudicare dall’età e dal piglio incavolato
doveva essere il capo-cameriere, o il capo cuoco. In effetti era entrambi.
Proprietario: “Allora?”
Yumichika: “……”
La risposta ce l’aveva, pronta in mente: “Stavo giusto andando a prendere una penna
nuova per tornare a prendere le ordinazioni di quei signori”.
Ma la sua lingua non si mosse, era incantato
dall’aspetto arcigno, dal viso sudaticcio e dalle mani unte di quel signore di
mezza età, la fronte solcata da lunghe rughe d’espressione e non… Ovviamente,
lavorando in un ristorante, tra cucina e tavoli, e non in un salone di
acconciature, non faceva caso se i pochi capelli gli si scompigliavano, se le
mani profumavano di sushi e non di sapone alla lavanda, o se il vestito era
appena un po’ macchiato.
Ma per uno come Yumichika, che credeva nella ferma
necessità di essere ben presentabili in ogni occasione, che nei combattimenti
badava a non spettinarsi e a raggiustarsi subito dopo, la sua vista era come un
pugno in un occhio.
Capo: “Ehi, sto parlando con te! Sei nuovo?”
Yumichika: “Per mia fortuna si, lei invece è
alquanto stagionato vedo.”
Capo: “CHE COSA HAI DETTO?!?!?”
Yumichika: “Ehi, ehi, non si avvicino è troppo
bru… brusco! Spazio personale insomma!”
Capo: “Io sono un tipo paziente, quindi farò finta
che questa conversazione cominci ora! Vai subito a raccogliere quelle ordinazioni!”
Yumichika si forzò a sorridere: “C-certo! Con
piacere, capo!” << Dannazione, ora
ci si mette anche questo vecchiaccio a complicarmi il lavoro! Se spera di
spaventarmi con la sua brutturia o di impedirmi di farmi i fatti di Yachiru e
del suo flaccido appuntamento si sbaglia di grosso! >>
Intanto, Yachiru aveva agguantato (letteralmente)
un altro cameriere. Nonostante l’imbarazzo, Hanataro ordinò a sua volta,
mettendoci un quinto del suo tempo...
Hanataro: << Più che un ordinazione sembra una lista della spesa! Sigh! E a me tocca
offrire… >>
Doppio imbarazzo quindi: era uscito con una
ragazza che chiamava i camerieri scuotendoli per le caviglie (approfittando
dell’essere seduti sul pavimento) e che era una mangiona senza pari!
In attesa che fosse tutto pronto, avevano dunque
un bel po’ di tempo per conoscersi meglio.
Hanataro: “Tu sei la presidentessa
dell’Associazione Femminile Shinigami?! Wow! Pensavo che fosse il tenente Ise
dell’Ottava Compagnia.”
Yachiru scosse la capoccia: “Ih ih, no no! Però è
lei che si occupa delle cose noiose, sai… la contabilità, l’organizzazione, le
tessere delle socie, la rappresentanza... Quindi possiamo dire che di fatto è
lei, anche se la presidentessa vera e propria sono io e mi occupo della parte
divertente dell’esserlo!”
Hanataro: “Cioè?”
Yachiru: “Provare le nuove poltrone vibranti che
arrivano in sede ad esempio! O organizzare party! Oppure sedere sulla sedia
presidenziale…”
Hanataro: << Le piace perché le da una sensazione di potere scommetto… >>
Yachiru: “… Ha le rotelle e ruota! Posso correrci
per i corridoi o girarci fino a farmi venire il capogiro! Ih ih!”
Hanataro: “……”
Yachiru: “Tu invece mica fai parte
dell’Associazione Maschile Shinigami, vero?”
Hanataro: “A dire il vero no.”
Yachiru incrociò le braccia: “Oh, meno male! Hanno
un organizzazione molto scadente quelli e si divertono poco…”
Forse era perché loro, le donne, si ciucciavano i
soldi destinati ai maschietti?
Yachiru: “Inoltre, non vorrei dire nulla di
offensivo, però… insomma, una combriccola di soli uomini che si riuniscono per
andare contro le donne… Ih ih ih! Insomma, fa un po’ “fri-fri” se capisci che
intendo! Ih ih!” disse lei sperando di trovarne la complicità…
Ma inaspettatamente…
Hanataro: “Beh, del resto anche l’Associazione
Femminile fa lo stesso: si riunisce e va contro gli uomini. A seguire la tua
logica, anche il vostro club è un po’… Eh eh eh!”
Yachiru: °___°
Hanataro sbiancò!
Ora l’aveva detta grossa!
Yachiru: -___- “Questo non è stato molto carino!”
Hanataro Interiore (strappandosi i capelli):
<< Sigh! Ma come mi è venuto in
mente di dire quello che mi passava in testa? Pensavo di riuscire a fare una
bella battuta una volta tanto! Ora si arrabbia con me, è certo! >>
Hanataro: “S-scusami! Io non…”
“… Mpf… Mpffff!!! IH IH IH IH!”
Non credeva alle proprie orecchie!
Yachiru: “Ora che mi ci fai pensare… hai un po’
ragione! Ah ah ah!”
Hanataro non focalizzò inizialmente, ma poi si
rilassò e, per la prima volta, rise insieme a lei.
<< Yachiru
non è una despota come credevo. Anzi, sa stare benissimo agli scherzi altrui.
>>
Per la prima volta era riuscito a far ridere una
ragazza, segnando finalmente un punto in suo favore. Inoltre, aveva scoperto
che Yachiru, per quanto stramba, era quel genere di persona con cui puoi
essere, liberamente, te stesso.
Incredibile come troppa informazione, tra l’altro
tutta veritiera, possa far nascere così tanta disinformazione sul conto di
qualcuno!
Yumichika: << Non ci credo, è riuscito a farla ridere… >>
E quello era un colpo da 1000 punti in un
appuntamento, lo sapeva bene!
Era tornato a spiarli, stavolta da dietro un vaso
da cui si innalzava una grossa pianta, le cui foglie larghe facevano proprio al
caso suo.
Punto d’osservazione un po’ più discreto, ma non
impenetrabile.
“Scusi, che sta facendo?” chiese un bambino seduto
al tavolo giusto accanto.
“Ehm… sto giocando a nascondino con gli altri
camerieri, per favore non farmi scoprire!”
“Ah, ok!”
Tirò un sospiro di sollievo. Tuttavia era
rischioso trattenersi lì troppo a lungo, meglio girovagare un altro po’ tra i
tavoli con aria indaffarata.
Uscì da dietro il vaso e fece qualche passo, ma
dal corridoio che portava alla cucina sbucò di nuovo il capo cameriere.
“Non dirmi che stai di nuovo ciondolando!”
“Ma no! Cosa dite? Io… stavo solo andando in
bagno!”
“Attento, guarda che ti tengo d’occhio!” fece
passando oltre.
“Umpf! Faresti bene, sono di sicuro una delle cose
più belle che hai mai visto in vita tua… zotico…”
L’ultima parola l’aveva detta sussurrando e
guardando in altra direzione, ma lui si era già fermato e girato nella sua!
“Stammi a sentire, ancora una…”
Ma un cameriere arrivò di corsa dalla sala
interrompendoli.
“Capo, al tavolo quindici si lamentano che i loro gamberetti al vapore non sono
arrivati!”
“Cosa?! Ma se li ho cucinati io stesso!?”
Yumichika sghignazzò: “Sarà l’età.”
“GRRR! Come se non bastassero quei due ragazzi al
tavolo sei che hanno ordinato da mangiare per un esercito o l’ordinazione del
tavolo dodici che misteriosamente scompare!”
Yumichika assunse l’aria più innocente che poteva:
aveva preso lui l’ordinazione di quel tavolo subito dopo essere stato ripreso
la prima volta… ma poi non sapendo che farne l’aveva appallottola e gettata
via!
L’uomo grugnì e si grattò i pochi capelli in
testa, congedando il vero cameriere e quello falso: “E va bene, me ne occupo
io! Ma in quanto a te, combinane un'altra e sbatto te e quella tua aria da
fighetto spocchioso fuori di qui in men che non si dica!”
Lo shinigami in incognito capì che, per quanto
quel bruto gli stesse rompendo le scatole, doveva fare buon viso a brutto
gioco: era pur sempre una missione quella,
Yachiru doveva essere monitorata fino all’uscita, o il capitano Kenpachi
non sarebbe stato felice di rivederlo…
Yumichika: “Non si preoccupi capo, mi rimetto
subito in riga!”
Appena fu lontano dalla portata delle sue
orecchie…
“Brutto villico antipatico! E poi, meglio fighetti
che con quelle sopracciglia disgustose e tutte quelle rughe! Bleah!”
Bando alle ciance, ora aveva da sorvegliare e fare
da vero cameriere per non dare nell’occhio, doveva impegnarsi il doppio!
Yachiru: “ITADAKIMASU!”
Hanataro (gocciolone dietro la testa): “Ehm,
gentile da parte tua augurare buon appetito anche agli altri tavoli…” fece
sarcastico al suo gridolino una volta arrivato tutto quel ben di Dio al tavolo!
Nonostante l’inizio imbarazzante, Yachiru non
mangiava né rumorosamente né in modo esageratamente veloce, anche se il
confronto coi modi di Hanataro, seduto davanti a lei, accentuava comunque la
sua golosità!
Yachiru: “Ehi, Hana-chan…” –mandò giù il boccone-
“Se ti piace qualcosa prendi pure, non fare complimenti!”
Almeno era generosa, pensò Hanataro, sconcertato,
fermo con le bacchette a stringere un bocconcino di riso a mezz’aria…
Una vocina piombò nel suo orecchio: “Mhmm, quanta
roba… Dì un po’, ce li hai abbastanza soldi per pagare poi?”
Hanataro si girò di scatto: di nuovo quel
cameriere impiccione.
Yumichika: “Non sarebbe una bella figura finire a
lavare i piatti, specialmente per lei.”
Hanataro: “Ma cosa…?! Ma lei non ha altri tavoli
da tormenta… cioè, da servire?”
Il cameriere lo trasse a sé e lo squadrò bieco
negli occhi: “Sentimi bene, sarà meglio per te che tu non faccia storie al
momento del conto: una giovincella a posto come lei non si merita certe
figuracce solo perché è uscita con un imbranato.”
Sarebbe stato a dir poco indecoroso se il primo
appuntamento di Yachiru fosse stato ricordato per una figuraccia tale, e
sarebbe stato un immenso piacere per il suo capitano “aggiustare” le cose in
tale opportunità!
Il rumore delle mandibole di Yachiru si arrestò:
“Mhmm… eppure lei mi ricorda qualcuno…”
Yumichika si sollevò, adocchiò il primo cameriere
che gli transitava e se ne uscì al solito modo.
Yumichika (allontanandosi con calma): “Omaggio
della casa.”
Yachiru: “DANGO!!!”
Deliziose palline di pastella ricoperte di
sciroppo infilzate in un lungo stuzzicadenti: impossibile resistere!
Hanataro seguì Yumichika con la coda dell’occhio:
“Certo che sono alquanto generosi in questo ristorante…”
Yachiru (bocca strapiena): “Gnom… Già! Che bello!”
Hanataro: “Li hai già finiti?!?!?”
Yachiru: “Oh, no, tranquillo, te ne ho rimasti
due!”
Gli spinse davanti il piattino con due
stuzzicadenti, per un totale di sei palline,
Yachiru: “Su, provali!”
Hanataro: “Ecco… a dire il vero non so se va bene mangiare il dolce prima di
aver finito, non ti rovinerà l’appetito?”
Yachiru per tutta risposta si leccò il contorno
delle labbra, macchiato di sciroppo zuccherato: “A me no… Su, Hana-chan, non
dirmi che non hai mai desiderato mangiare il dolce per primo!”
Hanataro guardò quegli gnocchi rotondi attenderlo
e invitarlo con la lucentezza della glassa che li ricopriva. Effettivamente, imparare
a rispettare le regole a tavola è fondamentale, ma se ti dimentichi di avere il
diritto di infrangerle diventano opprimenti!
Hanataro: “Sai che ti dico? Hai ragione!”
E portò alla bocca uno gnocco intero in un colpo
solo, ed erano belli grossi!
Yachiru: “Ih ih ih, così si fa Hana-chan! Bravo!”
Ad Hanataro fece piacere la sua approvazione… tuttavia
il suo sorriso si trasformò in una smorfia su una faccia blu!
Yachiru: “Ti stai strafogando?”
Hanataro (facendo di si con la testa): “UGH!”
Yachiru gli riempì un bicchiere d’acqua, bagnando
anche la tavola perché le risultava difficile centrare il bicchiere mentre
rideva a crepapelle!
Hanataro: “Anf.. anf…” << Chiedo perdono, non dovevo ribellarmi!
>>
Yachiru: “Hai fatto una faccia troppo divertente,
ih ih ih! Puoi farlo di nuovo?”
Hanataro: “CHE COSA?!?!?”
Yachiru: “Sto scherzando! Ih ih ih!”
Hanataro: “… Eh eh!”
In fondo si era trattato solo di un dango: quello
era ormai nel suo stomaco, e lui lì a respirare ancora, e ad osservare come
certi incidenti con una donna funzionino molto più di un bell’abito o di un’aria
sicura.
Tornato in cucina, Yumichika passò con nonchalance
vicino il “bruto” intento a tagliare delle verdure a tocchetti.
“Ehi, capo, prepari altri dango: ho l’impressione
che tra poco qualcuno si lamenterà.”
“CHE COSA?!?!? OUCH!”
Leccandosi il dito tagliato rivolse uno sguardo
incollerito a quel novellino, chiedendosi come mai proprio quando compariva lui
si sentiva così stressato!
Svuotato tutto, dall’ultima scodella all’ultimo
piattino, Yachiru sospirò soddisfatta!
“Uuuuuuhh… tutto ottimo!”
Si distese, tenendosi su con le braccia: avrebbe
voluto schiantare a terra, approfittando di tutti i cuscini disponibili attorno
a lei, ma non voleva metterlo ulteriormente in imbarazzo avendo visto che si
trattava di un ragazzo a modo.
Anche Hanataro aveva la pancia piena e i piatti
vuoti (anche perché i suoi pochi avanzi se li era pappati Yachiru!): “Wow… Era
da un po’ che non mangiavo così tanto…”
La capitana Unohana sarebbe stato contenta: gli
diceva sempre di mangiare di più perché voleva vederlo meno sciupato e più
robusto!
“L’hai visto che il dolce all’inizio non ti rovina
l’appetito?”
“Al massimo ti uccide…”
“Ah ah ah!”
Incredibile: forse era solo perché era una tipa
gioviale di suo, ma quella sera di battute gliene uscivano parecchie. Forse che
non aveva più tanta soggezione come all’inizio?
Yachiru: << Questo appuntamento comincia a piacermi! >>
“Chiediamo il conto?” domandò lui.
“Si, ma lo pago io!” proclamò lei con fierezza,
lasciandolo di stucco.
“Ma… ma no! Non si fa così, è il ragazzo che
paga…”
“Umpf! Francamente dovreste ribellarvi, è una
fregatura.”
“Ma è questione di essere gentiluomini.”
“Ma io ho ordinato tanta roba da dar da mangiare
agli elefanti! Non puoi pagarla tutta tu!”
Ma lui, guardandola bene negli occhi, mise mano al
portafoglio: “Invece no, pago io: non ti preoccupare…”
Yachiru sbuffò. Però c’era da dire che quel tipo
così remissivo sapeva tirare fuori la grinta quando voleva…
“Non è un problema per me.”
E tirò fuori una banconota di quelle lunghe e “pesanti”
che se ne vedi una vuol dire che hai vinto alla lotteria o che è giorno paga!
“WAAAAAAHH!!! NON HO MAI VISTO TANTI SOLDI TUTTI
INSIEME!!!”
L’urlo aveva gettato Hanataro a gambe all’aria!
“Ehm… ma come? I tenenti hanno un stipendio più
alto mi sembra…”
Yachiru arrossì: “Si, ma io non sono esattamente una risparmiatrice… quando ho
troppi soldini non so che farne o li sciupo subito, così li affido a Ken-chan
così se ne occupa lui…”
Hanataro invece, anche guadagnando meno, era un
oculato e morigerato amministratore delle proprie finanze, e poteva dunque
permettersi di fare il galantuomo!
Yachiru: << Allora è vero che i medici guadagnano molto. >>
Hanataro domandò il conto al primo cameriere che
vide passare, e che per fortuna non era quell’impiccione profumato e
incipriato.
“Hai detto che ti ricordava qualcuno?” le domandò,
così per conversare un altro po’ in attesa del conto.
“Si, un mio compagno di divisione, ma ora che ci
penso mi sarò sbagliata: lui è più brutto e ha un aria più da… “estetista”, come dice lui.”
Hanataro aveva smesso di ascoltare a “compagno di divisione” per via di un
fastidioso brivido lungo tutta la schiena…
“…… Eh eh… ma pensa…”
Yumichika tornò in cucina con gli occhi
strabuzzati… Vedere tutta quella valuta concentrata in un singolo pezzo di
carta nelle mani di un bamboccio gli aveva provocato un forte trauma!
<< Pazzesco!
Ora comincio a pensare che quel tipo, per avere tanti soldi, sia sul serio
qualcuno di pericoloso! Magari è un ladro, o un truffatore! Forse il capitano
fa bene a preoccuparsi! >>
Una voce lo ridestò:
“Il conto del tavolo sei è pronto. Lo metto qui,
vicino i biscotti della fortuna.”
Uno dei camerieri aveva poggiato un piattino sul
banco vicino la parete su cui venivano poggiate le ordinazioni pronte.
“… Uh uh uh!”
Si avvicinò. Prima lesse il conto emettendo un
fischio di meraviglia, poi notò i due biscotti: evidentemente in quel
ristorante la casa qualcosa la offriva sul serio. Avevano un lungo buco
cilindrico che traforava la pasta da una parte all’altra: lì andava messo il
bigliettino arrotolato.
E, guarda caso, i foglietti erano proprio lì, a
sua disposizione, insieme a una penna!
<< Eh
eh eh! Scriverò io gli oracoli! E saranno talmente orrendi e minacciosi che
farò scappare quel danaroso fessacchiotto a gambe levate! >>
“Ecco a voi! Il conto e un omaggio della casa.”
Yachiru: “Wow! Ma allora siete generosissimi!”
Il cameriere andò via ridacchiando, e stavolta più
che arrabbiarsi, Hanataro rabbrividì.
<< Possibile
che… >>
Yachiru: “Che cosa sono?”
Hanataro: “Eh? Oh… sono biscotti della fortuna.
Prima di mangiarli devi estrarre il bigliettino e vedere che c’è scritto. Può
essere divertente.
Yachiru inghiottì: “Ehm… bigliettino?”
Hanataro (°__°): “Ti sei mangiata la predizione?!?!?!?”
Yachiru (^__^”): “… Ih ih!”
Yumichika (dietro il solito angolo): “Tsk!
Accidenti! Dovevo aspettarmelo!”
“EHI, TU!”
“……” Si girò con le braccia cascanti: sapeva
benissimo di chi si trattava…
Capo: “Ancora a battere la fiacca, lavativo?!”
Yumichika si passò nervosamente le mani sulla
faccia: “E lei è ancora qui a rompermi le scatole? Ma non ha niente di meglio
da fare che sorvegliarmi?!”
Capo: ???
Yumichika: “Da quando sono arrivato qui non fa
altro che impedirmi di fare quello per cui sono qui, comparendo all’improvviso
alle mie spalle con quella sua dannata faccia da bulldog! Vuole levarsi dai
piedi una volta tanto?!”
Alcun persone, tra cuochi e lavapiatti uscirono
dalla cucina attirati dalle urla.
Cuoco: “Qualche problema capo?”
Capo: “Si! Chi diavolo lo ha assunto questo
spocchioso?”
Lavapiatti: “A dire il vero è la prima volta che
lo vediamo…”
Capo: “Non sarai un infiltrato?”
Yumichika applaudì ironico: “Uh, ma che bravo! Era
ora che tu e quei fessi dei tuoi compagni ve ne accorgeste: quindi oltre che
brutti siete anche scemi!
Le reazioni andarono dalla semplice sgranchita di
nocche al rimbocco di maniche fino all’apparire di mestoli, forchettoni, matterelli,
e varie altre mazze non convenzionali…
Yumichika: “Uh, ma che paura! Mi hanno scoperto e
ora si sono arrabbiati! Bah! Figurarsi se temo un branco di villici senza gusto
e senza eleganza come voi! Ora vi sistemo io e torno a…”
Aveva portato la mano al fianco, come per estrarre
qualcosa, ma aveva stretto nient’altro che l’aria…
“… UH!”
Fuori dal locale, nel vicolo da cui erano entrati,
erano rimasti Ikkaku e Kenpachi. I due, aspettando la fine della cena dei due
piccioncini e il ritorno del loro compagno si erano seduti a terra, entrambi
appoggiati al muro con le braccia dietro la testa per stare comodi. Appena
accanto Ikkaku, poggiata con loro, c’era una spada infoderata.
La zampakutou di Yumichika, Fujikujaku, che aveva
affidato all’amico non potendo essere credibile come cameriere armato di
fendi-spiriti…
Yumichika guardò in silenzio quei tanti sorrisetti
sadici puntati su di lui…
“…… Parliamone!”
Nel frattempo, al tavolo, Hanataro stava leggendo
il bigliettino del proprio biscotto.
Deludere le
aspettative di una ragazza non è bello, e non sai mai cosa potrebbe capitarti
dopo…
Hanataro: “……”
Yachiru, con la sua faccia da gattina si sporse
per sbirciare: “Che c’è scritto? Che dice il futuro?”
Hanataro: “…… A dire il vero non lo so… è stato
scritto con una grafia incomprensibile!”
Yumichika, oltre che un bell’aspetto, voleva
possedere anche una bella scrittura ovviamente, una calligrafia tutta sua: per
tale motivo i suoi ideogrammi e i suoi kana erano così arzigogolati ed
“artistici” da risultare incomprensibili!
Hanataro: “Sembra che dica di stare attenti alle
conseguenze di qualcosa…”
Conseguenze… come non ci avesse pensato già
abbastanza dal momento stesso in cui gli era stato riferito che lui e Yachiru
Kusajishi sarebbero diventati pappa e ciccia!
<< Prima
quel cameriere così strano, ora questa predizione… >>
Yachiru: “Conseguenze… Beh, se devono arrivare
arrivano, è inutile farci attenzione, poi finisci col divertirti di meno!”
Hanataro: “Per certi versi… hai ragione!”
Accartocciò il bigliettino e poggiò i soldi vicino al conto. Yachiru provvide
poi ad aggiungerci una cospicua mancia, grata a quel cameriere così generoso
che gli ricordava tanto Yumichika!
In cucina…
Yumichika (legato a una sedia): “AAAARGH!
Maledetti! Che cosa volete fare?”
Il capo-cuoco gli si presentò davanti con un
recipiente di vetro contente olio extravergine d’oliva e un grugno vendicativo.
Yumichika: “Ehi ehi! Che cosa avresti intenzione
di fare con quello?... Oh, no! No! Non sui miei bellissimi capelli! I capelli
no! NOOOOOOOOOOOOOOOO!!!”
Yachiru e Hanataro uscirono salutati dall’inchino
della ragazza immagine.
Non era tardi, la strada era ancora animata da
uomini e donne, animali e carri, suoni e rumori; e più avanti lungo la via c’erano
molti bei posti dalle insegne lucenti in cui divertirsi!
La rosa prese una bella boccata d’aria: “Aaah, che
bello, dentro faceva caldo! In compenso devo aggiungere questo posto nella mia
lista dei promossi, tu che ne dici Hana-chan?”
Hanataro: “In effetti…”
Un piccolo rumore, non molto educato, per quanto
consono al momento, lo costrinse a coprirsi in fretta la bocca.
Hanataro: “Oh, cielo, che vergogna! M-mi dispiace,
mi è scappato!”
Yachiru: “BURP!”
Hanataro (O_O): “……”
Yachiru, ridendo, gli diede una spintarella alla
spalla: “Che c’è? Può capitare a tutti, no? Non è il caso di scusarsi tanto,
l’avevo a malapena sentito!”
In compenso il suo l’avevano sentito un bel po’ di
persone lì intorno!”
Hanataro: “Sigh!”
Yachiru: “Andiamo: l’importante è chiedere scusa.”
Si riaffacciò all’interno del ristorante: “Scusate
tanto, ih ih! Buona serata!”
Clienti: O.O
Hanataro (rosso): << Che figura! È incredibile da qualcosa di così piccolo possano uscire
certi mostri! >>
Meglio squagliarsela!
Hanataro: “Ehm… ci facciamo una passeggiata?”
Yachiru: “Ok! Però sai, non serve che ti imbarazzi
e fai tante storie per un semplice ruttino! Almeno non davanti a me… Dai, fanne
un altro!” e gli batté una mano dietro la schiena! Una volta, due volte…
Hanataro: “Ohi! Ya-Yachiru-chan, per favore…”
provò a scansarla, ma quella gli veniva dietro senza sentire storie!
Yachiru: “Dai, dai, fanne uscire un altro, a me
non importa, lo prometto!”
Hanataro: “Ouch! Così al massimo mi farai uscire
un segno rosso sulla schiena!”
Yachiru: “Ih ih ih!”
Allontanandosi velocemente non vennero notati dal
capitano Kenpachi e dal suo terzo seggio dallo scintillante cranio, troppo
annoiati a guardare davanti a sé la porta della cucina.
Kenpachi ringhiò scontento: “Ci sta mettendo del
tempo…”
Ikkaku: “Che seccatura…” -disse sbadigliando-
“Scommetto che anche Yumichika si starà annoiando parecchio.”
In quell’esatto momento la porta si spalancò!
Kenpachi e Yachiru: ?!?!?!?
Neanche il tempo di alzarsi e quattro uomini
gettarono di peso in aria il loro infiltrato, facendolo atterrare sul morbido…
dei sacchi d’immondizia del cassonetto qualche metro più in là! Dopodiché,
ristabilita la pace e la serenità sul posto di lavoro, richiusero sonoramente
la porta.
I due si guardarono perplessi, poi andarono a
vedere che ne fosse stato del quinto seggio, ma questi emerse spontaneamente
dal lungo cassonetto, in preda come a una crisi isterica.
“AAAARGH! CHE AFFRONTO! IO, COSÌ STUPENDO, COSÌ
LINDO, COSÌ MAGNIFICO… GETTATO TRA I RIFIUTI! Brutti bruti bruttissimi
bruttoni, me la pagherete cara!”
Poi qualcuno, dall’aria molto seccata, gli comparì
accanto, anche lui dai rifiuti… Era il cameriere a cui Ikkaku aveva dato una
testata, e di cui ora portava i vestiti…
Questi, senza una parola, chiuse il coperchio del
cassonetto, chiudendosi dentro con lo shinigami!
Cassonetto (tutto vibrante e sballottato): “AHI!
OUCH! NO! INDIETRO! AAAAAAARGH!”
Kenpachi: “……”
Ikkaku: “……”
Quando i rumori di colpi sul metallo (battuto probabilmente
con una testa) cessarono, il cameriere, di nuovo coi suoi vestiti, uscì vivo e
ancora incavolato dal cassonetto e rientrò nel ristorante.
Ikkaku provvide a tirar fuori i miseri resti in
mutande dell’amico: entrato bello, pulito, in gamba, con l’aria da perfetto
agente segreto, ed uscito malmenato, coi capelli unti, un paio di bernoccoli, e
impregnato degli effluvi del cassonetto.
Ikkaku: “Credo che la colpa di tutto ciò sia sua.”
Kenpachi: “Bah! Ehi, tu, riprenditi e poi fa
rapporto, il nostro lavoro non è ancora finito.”
Yumichika (faccia a terra, sconfitto su tutta la
linea): “… Capitano… con questa storia di Yachiru lei… ci condorrà… alla
rovina…”
Ikkaku si affrettò a toccare ferro: “Perché “ci”?”
Yumichika se la sarà andata a cercare, ma del
resto le sue intenzioni non erano neanche troppo buone sin dall’inizio… Da ciò,
il caro Kenpachi imparerà che volersi impicciare nella vita di una teenager,
specie se si tratta di Yachiru, porta inevitabilmente a dei guai?
Temo di no…
Quali altre sventure si abbatteranno sui tre spioni?
Di contro, l’appuntamento di Yachiru e Hanataro
sembra essersi sbloccato! Mangiando i due hanno avuto occasione di conoscersi e
capirsi un po’ meglio, ed hanno dato a noi l’occasione di farci ridere e
intenerire. Ma c’è ancora una lunga serata davanti a loro!
Al prossimo capitolo quindi, che non so quando
verrà dato che ho da studiare davvero parecchio ora come ora… ^__^”
Commentate, e buona estate a tutti voi!
PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!