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Autore: TonyCocchi    15/07/2010    2 recensioni
Fic comica di puro sollazzo estivo! Nanao e Matsumoto ingegnano un sistema per salvarsi da una nostra cresciuta conoscenza! Tuttavia ad ostacolare le cose interverrà un insospettabile gelosone! Buona lettura e buona estate!
Genere: Commedia, Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kusajishi Yachiru, Un pò tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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yachirufic

Ehilà a tutti dallo squagliato NaruXHina!

CALDO! Troppo caldo! Capisco che l’estate lo richiede e mi andava pur bene… prima che si sudasse anche stando fermi! Ora è troppo!

Se anche voi dunque soffrite il caldo come me, mi auguro che la mia lettura possa “rinfrescarvi” un po’ la giornata con un po’ di sana e divertente lettura ^__^

La cena è un momento fondamentale di un appuntamento: bisogna dimostrarsi brillanti ed evitare brutte figure… ma sarà possibile in un appuntamento con Yachiru Kusajishi, che per giunta ha fatto da calamita a ben tre incomodi? Scopriamolo!

Buona lettura, spero vi piaccia!

 

PS: ICHIGO X RUKIA ORA E SEMPRE!

PPS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

Lo shinigami, travestitosi, si ritrovò nelle cucine, che attraversò con perfetta nonchalance, senza dare minimamente nell’occhio: nessuno dei cuochi, comunque occupati ai fornelli, o dei camerieri veri, lì a rifornirsi di cibarie da portare ai tavoli, si accorse della sua faccia nuova.

Appena fuori la cucina c’era un piccolo corridoio che si apriva sul lato sinistro della lunga sala, al cui fondo, rispetto a lui, c’era la porta da cui erano entrati i due, con tanto di ragazza immagine in yukata a dare il benvenuto. I tavoli erano bassi e i clienti stavano seduti comodamente su dei cuscini colorati poggiati direttamente sul pavimento in lucido legno chiaro.

<< Eccoli! >>

Erano a circa metà della sala: troppo lontani per essere ascoltati, ma in un posto perfetto per essere osservati! Per fortuna il locale non era molto pieno.

Si risistemò il gilet e il cappellino della sua divisa da cameriere ed entrò in scena!

Yumichika: “Buonasera signori, benvenuti al ristorante…”

Peccato che non si fosse scomodato a leggere il nome sull’insegna…

“Al nostro ristorante!” -riparò poi, aggiungendosi un bel sorriso di circostanza!- “Volete già ordinare?”

Yachiru contemplava il menù con l’intensità con cui Nanao studiava i suoi moduli: “Mmm…”

Hanataro: “Credo ci servano un altro paio di minuti.”

Yumichika lo squadrò meglio ora che ci si trovava vicino: il vestito poteva andare, peccato per la faccia da scemo. Ma non era lì per commentare, bensì per controllare e fare rapporto.

Yumichika: “Oh, fate con calma! È un appuntamento il vostro non è vero?”

Hanataro: “Eh eh eh, pare proprio di si.”

Yumichika: “E che ci fa un tofu come te con un risotto al curry come lei?”

Hanataro pensò di non aver capito: “Come scusi?”

In fondo, visto quel che stava facendo passare a lui e Ikkaku, quel tipo aveva finito per risultargli suo malgrado un po’ antipatico in fin dei conti! E poi anche lui teneva alla piccola Yachiru, come tutti nella sua divisione, come si vuol bene al proprio tenente o alla propria mascotte.

Yumichika: “No, sul serio, come hai fatto? A meno che non sia stata lei: in tal caso sei fortunato che abbia dei gusti così particolari.” gli bisbiglio, cattivello, all’orecchio.

Hanataro: “Scusi, ma lei di che si impiccia?!”

Era riuscito a fargli alzare la voce, un bel traguardo.

Yachiru: “Mhm… Sa che lei mi è familiare? Ci siamo già visti?”

Yumichika: “UGH!”

Si allontanò immediatamente dal giovane: “No no! Non vedo come sia possibile, mi hanno appena assunto…”

Yachiru: “Eppure lei mi ricorda qualcuno…”
Yumichika: “……”

In momenti come quello, si disse l’esteta dell’Undicesima Divisione, il vero uomo mantiene la calma e coglie al volo l’occasione per defilarsi.

Agguantò, non visto, una scodella dal vassoio di un cameriere che gli passava vicino in quell’istante e la poggiò al centro del tavolo.

Yumichika: “Omaggio della casa!”

Yachiru: “GAMBERETTIIIIII!!!”

Già sgusciati, senza il fastidio di sporcarsi le mani per pulirli, come piacevano a lei!

Il suo appuntamento si rigirò sorpreso, ma quello strano cameriere già era sparito.

Hanataro: “Ehi, se ne è andato senza prendere le ordinazioni… Secondo me c’è qualcosa di strano in quel cameriere…”

Yachiru (bocca pienissima): “Gnam! Gnom! Gnom! Sarà, ma è stato gentilissimo! Gnom! Gnom!”

Hanataro: “Ehm, sono buoni?”

Yachiru: “Oh, si! Gnom! Gnam! Tranquillo, te ne ho lasciati un po’!”

Era vero, sospinse verso di lui la scodella che conteneva ancora ben tre gamberetti di cui uno morsicato!

Hanataro: “……”

Yachiru (musetto sporco di gamberetto): “Qualcosa non và?”

Hanataro: “Eh? Oh, no, io… pensavo solo…”

Yachiru: “Si?”

Hanataro: “Ecco…”

Yachiru mise il broncetto: “Su, spiaccica qualche parola in più…”

Stava pensando che il suo appetito era mostruoso, ma non poteva certo dirglielo così. Doveva fare il gentiluomo e rigirare la frittata dal lato positivo.

Hanataro: “Pensavo che per avere un bell’appetito sei… molto fine… di fisico intendo.”

Yachiru: “… Ah, è un complimento? Se è così grazie!”

Hanataro: “Ehm, si è proprio così!”

 

Yumichika: << C’è mancato poco… Tsk, guardalo, si vede lontano un miglio che è a disagio con lei, è così poco virile… però per il momento sembra le vada ancora a genio… >>

Si sentì chiamare dal tavolo dietro di lui: “Scusi, cameriere, qui vorremmo ordinare.”

Yumichika: “Ehm… non sono in servizio!”

Si voltò e fece per defilarsi verso la cucina, ma dopo due passi sbatté contro una voluminosa pancia.

A giudicare dall’età e dal piglio incavolato doveva essere il capo-cameriere, o il capo cuoco. In effetti era entrambi.

Proprietario: “Allora?”

Yumichika: “……”

La risposta ce l’aveva, pronta in mente: “Stavo giusto andando a prendere una penna nuova per tornare a prendere le ordinazioni di quei signori”.

Ma la sua lingua non si mosse, era incantato dall’aspetto arcigno, dal viso sudaticcio e dalle mani unte di quel signore di mezza età, la fronte solcata da lunghe rughe d’espressione e non… Ovviamente, lavorando in un ristorante, tra cucina e tavoli, e non in un salone di acconciature, non faceva caso se i pochi capelli gli si scompigliavano, se le mani profumavano di sushi e non di sapone alla lavanda, o se il vestito era appena un po’ macchiato.

Ma per uno come Yumichika, che credeva nella ferma necessità di essere ben presentabili in ogni occasione, che nei combattimenti badava a non spettinarsi e a raggiustarsi subito dopo, la sua vista era come un pugno in un occhio.

Capo: “Ehi, sto parlando con te! Sei nuovo?”

Yumichika: “Per mia fortuna si, lei invece è alquanto stagionato vedo.”

Capo: “CHE COSA HAI DETTO?!?!?”

Yumichika: “Ehi, ehi, non si avvicino è troppo bru… brusco! Spazio personale insomma!”

Capo: “Io sono un tipo paziente, quindi farò finta che questa conversazione cominci ora! Vai subito a raccogliere quelle ordinazioni!”

Yumichika si forzò a sorridere: “C-certo! Con piacere, capo!” << Dannazione, ora ci si mette anche questo vecchiaccio a complicarmi il lavoro! Se spera di spaventarmi con la sua brutturia o di impedirmi di farmi i fatti di Yachiru e del suo flaccido appuntamento si sbaglia di grosso! >>

 

Intanto, Yachiru aveva agguantato (letteralmente) un altro cameriere. Nonostante l’imbarazzo, Hanataro ordinò a sua volta, mettendoci un quinto del suo tempo...

Hanataro: << Più che un ordinazione sembra una lista della spesa! Sigh! E a me tocca offrire… >>

Doppio imbarazzo quindi: era uscito con una ragazza che chiamava i camerieri scuotendoli per le caviglie (approfittando dell’essere seduti sul pavimento) e che era una mangiona senza pari!

In attesa che fosse tutto pronto, avevano dunque un bel po’ di tempo per conoscersi meglio.

 

Hanataro: “Tu sei la presidentessa dell’Associazione Femminile Shinigami?! Wow! Pensavo che fosse il tenente Ise dell’Ottava Compagnia.”

Yachiru scosse la capoccia: “Ih ih, no no! Però è lei che si occupa delle cose noiose, sai… la contabilità, l’organizzazione, le tessere delle socie, la rappresentanza... Quindi possiamo dire che di fatto è lei, anche se la presidentessa vera e propria sono io e mi occupo della parte divertente dell’esserlo!”

Hanataro: “Cioè?”

Yachiru: “Provare le nuove poltrone vibranti che arrivano in sede ad esempio! O organizzare party! Oppure sedere sulla sedia presidenziale…”

Hanataro: << Le piace perché le da una sensazione di potere scommetto… >>

Yachiru: “… Ha le rotelle e ruota! Posso correrci per i corridoi o girarci fino a farmi venire il capogiro! Ih ih!”

Hanataro: “……”

Yachiru: “Tu invece mica fai parte dell’Associazione Maschile Shinigami, vero?”

Hanataro: “A dire il vero no.”

Yachiru incrociò le braccia: “Oh, meno male! Hanno un organizzazione molto scadente quelli e si divertono poco…”

Forse era perché loro, le donne, si ciucciavano i soldi destinati ai maschietti?

Yachiru: “Inoltre, non vorrei dire nulla di offensivo, però… insomma, una combriccola di soli uomini che si riuniscono per andare contro le donne… Ih ih ih! Insomma, fa un po’ “fri-fri” se capisci che intendo! Ih ih!” disse lei sperando di trovarne la complicità…

Ma inaspettatamente…

Hanataro: “Beh, del resto anche l’Associazione Femminile fa lo stesso: si riunisce e va contro gli uomini. A seguire la tua logica, anche il vostro club è un po’… Eh eh eh!”

Yachiru: °___°

Hanataro sbiancò!

Ora l’aveva detta grossa!

Yachiru: -___- “Questo non è stato molto carino!”

Hanataro Interiore (strappandosi i capelli): << Sigh! Ma come mi è venuto in mente di dire quello che mi passava in testa? Pensavo di riuscire a fare una bella battuta una volta tanto! Ora si arrabbia con me, è certo! >>

Hanataro: “S-scusami! Io non…”

 

“… Mpf… Mpffff!!! IH IH IH IH!”

 

Non credeva alle proprie orecchie!

Yachiru: “Ora che mi ci fai pensare… hai un po’ ragione! Ah ah ah!”

Hanataro non focalizzò inizialmente, ma poi si rilassò e, per la prima volta, rise insieme a lei.

<< Yachiru non è una despota come credevo. Anzi, sa stare benissimo agli scherzi altrui. >>

Per la prima volta era riuscito a far ridere una ragazza, segnando finalmente un punto in suo favore. Inoltre, aveva scoperto che Yachiru, per quanto stramba, era quel genere di persona con cui puoi essere, liberamente, te stesso.

Incredibile come troppa informazione, tra l’altro tutta veritiera, possa far nascere così tanta disinformazione sul conto di qualcuno!

 

Yumichika: << Non ci credo, è riuscito a farla ridere… >>

E quello era un colpo da 1000 punti in un appuntamento, lo sapeva bene!

Era tornato a spiarli, stavolta da dietro un vaso da cui si innalzava una grossa pianta, le cui foglie larghe facevano proprio al caso suo.

Punto d’osservazione un po’ più discreto, ma non impenetrabile.

“Scusi, che sta facendo?” chiese un bambino seduto al tavolo giusto accanto.

“Ehm… sto giocando a nascondino con gli altri camerieri, per favore non farmi scoprire!”

“Ah, ok!”

Tirò un sospiro di sollievo. Tuttavia era rischioso trattenersi lì troppo a lungo, meglio girovagare un altro po’ tra i tavoli con aria indaffarata.

Uscì da dietro il vaso e fece qualche passo, ma dal corridoio che portava alla cucina sbucò di nuovo il capo cameriere.

“Non dirmi che stai di nuovo ciondolando!”

“Ma no! Cosa dite? Io… stavo solo andando in bagno!”

“Attento, guarda che ti tengo d’occhio!” fece passando oltre.

“Umpf! Faresti bene, sono di sicuro una delle cose più belle che hai mai visto in vita tua… zotico…”

L’ultima parola l’aveva detta sussurrando e guardando in altra direzione, ma lui si era già fermato e girato nella sua!

“Stammi a sentire, ancora una…”

Ma un cameriere arrivò di corsa dalla sala interrompendoli.
“Capo, al tavolo quindici si lamentano che i loro gamberetti al vapore non sono arrivati!”

“Cosa?! Ma se li ho cucinati io stesso!?”

Yumichika sghignazzò: “Sarà l’età.”

“GRRR! Come se non bastassero quei due ragazzi al tavolo sei che hanno ordinato da mangiare per un esercito o l’ordinazione del tavolo dodici che misteriosamente scompare!”

Yumichika assunse l’aria più innocente che poteva: aveva preso lui l’ordinazione di quel tavolo subito dopo essere stato ripreso la prima volta… ma poi non sapendo che farne l’aveva appallottola e gettata via!

L’uomo grugnì e si grattò i pochi capelli in testa, congedando il vero cameriere e quello falso: “E va bene, me ne occupo io! Ma in quanto a te, combinane un'altra e sbatto te e quella tua aria da fighetto spocchioso fuori di qui in men che non si dica!”

Lo shinigami in incognito capì che, per quanto quel bruto gli stesse rompendo le scatole, doveva fare buon viso a brutto gioco: era pur sempre una missione quella,  Yachiru doveva essere monitorata fino all’uscita, o il capitano Kenpachi non sarebbe stato felice di rivederlo…

Yumichika: “Non si preoccupi capo, mi rimetto subito in riga!”

Appena fu lontano dalla portata delle sue orecchie…

“Brutto villico antipatico! E poi, meglio fighetti che con quelle sopracciglia disgustose e tutte quelle rughe! Bleah!”

Bando alle ciance, ora aveva da sorvegliare e fare da vero cameriere per non dare nell’occhio, doveva impegnarsi il doppio!

 

Yachiru: “ITADAKIMASU!”

Hanataro (gocciolone dietro la testa): “Ehm, gentile da parte tua augurare buon appetito anche agli altri tavoli…” fece sarcastico al suo gridolino una volta arrivato tutto quel ben di Dio al tavolo!

Nonostante l’inizio imbarazzante, Yachiru non mangiava né rumorosamente né in modo esageratamente veloce, anche se il confronto coi modi di Hanataro, seduto davanti a lei, accentuava comunque la sua golosità!

Yachiru: “Ehi, Hana-chan…” –mandò giù il boccone- “Se ti piace qualcosa prendi pure, non fare complimenti!”

Almeno era generosa, pensò Hanataro, sconcertato, fermo con le bacchette a stringere un bocconcino di riso a mezz’aria…

Una vocina piombò nel suo orecchio: “Mhmm, quanta roba… Dì un po’, ce li hai abbastanza soldi per pagare poi?”

Hanataro si girò di scatto: di nuovo quel cameriere impiccione.

Yumichika: “Non sarebbe una bella figura finire a lavare i piatti, specialmente per lei.”

Hanataro: “Ma cosa…?! Ma lei non ha altri tavoli da tormenta… cioè, da servire?”

Il cameriere lo trasse a sé e lo squadrò bieco negli occhi: “Sentimi bene, sarà meglio per te che tu non faccia storie al momento del conto: una giovincella a posto come lei non si merita certe figuracce solo perché è uscita con un imbranato.”

Sarebbe stato a dir poco indecoroso se il primo appuntamento di Yachiru fosse stato ricordato per una figuraccia tale, e sarebbe stato un immenso piacere per il suo capitano “aggiustare” le cose in tale opportunità!

Il rumore delle mandibole di Yachiru si arrestò: “Mhmm… eppure lei mi ricorda qualcuno…”

Yumichika si sollevò, adocchiò il primo cameriere che gli transitava e se ne uscì al solito modo.

Yumichika (allontanandosi con calma): “Omaggio della casa.”

Yachiru: “DANGO!!!”

Deliziose palline di pastella ricoperte di sciroppo infilzate in un lungo stuzzicadenti: impossibile resistere!

Hanataro seguì Yumichika con la coda dell’occhio: “Certo che sono alquanto generosi in questo ristorante…”

Yachiru (bocca strapiena): “Gnom… Già! Che bello!”

Hanataro: “Li hai già finiti?!?!?”

Yachiru: “Oh, no, tranquillo, te ne ho rimasti due!”

Gli spinse davanti il piattino con due stuzzicadenti, per un totale di sei palline,

Yachiru: “Su, provali!”
Hanataro: “Ecco… a dire il vero non so se va bene mangiare il dolce prima di aver finito, non ti rovinerà l’appetito?”

Yachiru per tutta risposta si leccò il contorno delle labbra, macchiato di sciroppo zuccherato: “A me no… Su, Hana-chan, non dirmi che non hai mai desiderato mangiare il dolce per primo!”

Hanataro guardò quegli gnocchi rotondi attenderlo e invitarlo con la lucentezza della glassa che li ricopriva. Effettivamente, imparare a rispettare le regole a tavola è fondamentale, ma se ti dimentichi di avere il diritto di infrangerle diventano opprimenti!

Hanataro: “Sai che ti dico? Hai ragione!”

E portò alla bocca uno gnocco intero in un colpo solo, ed erano belli grossi!

Yachiru: “Ih ih ih, così si fa Hana-chan! Bravo!”

Ad Hanataro fece piacere la sua approvazione… tuttavia il suo sorriso si trasformò in una smorfia su una faccia blu!

Yachiru: “Ti stai strafogando?”

Hanataro (facendo di si con la testa): “UGH!”

Yachiru gli riempì un bicchiere d’acqua, bagnando anche la tavola perché le risultava difficile centrare il bicchiere mentre rideva a crepapelle!

Hanataro: “Anf.. anf…” << Chiedo perdono, non dovevo ribellarmi! >>

Yachiru: “Hai fatto una faccia troppo divertente, ih ih ih! Puoi farlo di nuovo?”

Hanataro: “CHE COSA?!?!?”

Yachiru: “Sto scherzando! Ih ih ih!”
Hanataro: “… Eh eh!”

In fondo si era trattato solo di un dango: quello era ormai nel suo stomaco, e lui lì a respirare ancora, e ad osservare come certi incidenti con una donna funzionino molto più di un bell’abito o di un’aria sicura.

 

Tornato in cucina, Yumichika passò con nonchalance vicino il “bruto” intento a tagliare delle verdure a tocchetti.

“Ehi, capo, prepari altri dango: ho l’impressione che tra poco qualcuno si lamenterà.”

“CHE COSA?!?!? OUCH!”

Leccandosi il dito tagliato rivolse uno sguardo incollerito a quel novellino, chiedendosi come mai proprio quando compariva lui si sentiva così stressato!

 

 

Svuotato tutto, dall’ultima scodella all’ultimo piattino, Yachiru sospirò soddisfatta!

“Uuuuuuhh… tutto ottimo!”

Si distese, tenendosi su con le braccia: avrebbe voluto schiantare a terra, approfittando di tutti i cuscini disponibili attorno a lei, ma non voleva metterlo ulteriormente in imbarazzo avendo visto che si trattava di un ragazzo a modo.

Anche Hanataro aveva la pancia piena e i piatti vuoti (anche perché i suoi pochi avanzi se li era pappati Yachiru!): “Wow… Era da un po’ che non mangiavo così tanto…”

La capitana Unohana sarebbe stato contenta: gli diceva sempre di mangiare di più perché voleva vederlo meno sciupato e più robusto!

“L’hai visto che il dolce all’inizio non ti rovina l’appetito?”

“Al massimo ti uccide…”

“Ah ah ah!”

Incredibile: forse era solo perché era una tipa gioviale di suo, ma quella sera di battute gliene uscivano parecchie. Forse che non aveva più tanta soggezione come all’inizio?

Yachiru: << Questo appuntamento comincia a piacermi! >>

“Chiediamo il conto?” domandò lui.

“Si, ma lo pago io!” proclamò lei con fierezza, lasciandolo di stucco.

“Ma… ma no! Non si fa così, è il ragazzo che paga…”

“Umpf! Francamente dovreste ribellarvi, è una fregatura.”

“Ma è questione di essere gentiluomini.”

“Ma io ho ordinato tanta roba da dar da mangiare agli elefanti! Non puoi pagarla tutta tu!”

Ma lui, guardandola bene negli occhi, mise mano al portafoglio: “Invece no, pago io: non ti preoccupare…”

Yachiru sbuffò. Però c’era da dire che quel tipo così remissivo sapeva tirare fuori la grinta quando voleva…

“Non è un problema per me.”

E tirò fuori una banconota di quelle lunghe e “pesanti” che se ne vedi una vuol dire che hai vinto alla lotteria o che è giorno paga!

“WAAAAAAHH!!! NON HO MAI VISTO TANTI SOLDI TUTTI INSIEME!!!”

L’urlo aveva gettato Hanataro a gambe all’aria!

“Ehm… ma come? I tenenti hanno un stipendio più alto mi sembra…”
Yachiru arrossì: “Si, ma io non sono esattamente una risparmiatrice… quando ho troppi soldini non so che farne o li sciupo subito, così li affido a Ken-chan così se ne occupa lui…”

Hanataro invece, anche guadagnando meno, era un oculato e morigerato amministratore delle proprie finanze, e poteva dunque permettersi di fare il galantuomo!

Yachiru: << Allora è vero che i medici guadagnano molto. >>

Hanataro domandò il conto al primo cameriere che vide passare, e che per fortuna non era quell’impiccione profumato e incipriato.

“Hai detto che ti ricordava qualcuno?” le domandò, così per conversare un altro po’ in attesa del conto.

“Si, un mio compagno di divisione, ma ora che ci penso mi sarò sbagliata: lui è più brutto e ha un aria più da… “estetista”, come dice lui.”

Hanataro aveva smesso di ascoltare a “compagno di divisione” per via di un fastidioso brivido lungo tutta la schiena…

“…… Eh eh… ma pensa…”

 

Yumichika tornò in cucina con gli occhi strabuzzati… Vedere tutta quella valuta concentrata in un singolo pezzo di carta nelle mani di un bamboccio gli aveva provocato un forte trauma!

<< Pazzesco! Ora comincio a pensare che quel tipo, per avere tanti soldi, sia sul serio qualcuno di pericoloso! Magari è un ladro, o un truffatore! Forse il capitano fa bene a preoccuparsi! >>

Una voce lo ridestò:

“Il conto del tavolo sei è pronto. Lo metto qui, vicino i biscotti della fortuna.”

Uno dei camerieri aveva poggiato un piattino sul banco vicino la parete su cui venivano poggiate le ordinazioni pronte.

“… Uh uh uh!”

Si avvicinò. Prima lesse il conto emettendo un fischio di meraviglia, poi notò i due biscotti: evidentemente in quel ristorante la casa qualcosa la offriva sul serio. Avevano un lungo buco cilindrico che traforava la pasta da una parte all’altra: lì andava messo il bigliettino arrotolato.

E, guarda caso, i foglietti erano proprio lì, a sua disposizione, insieme a una penna!

<< Eh eh eh! Scriverò io gli oracoli! E saranno talmente orrendi e minacciosi che farò scappare quel danaroso fessacchiotto a gambe levate! >>

 

“Ecco a voi! Il conto e un omaggio della casa.”

Yachiru: “Wow! Ma allora siete generosissimi!”

Il cameriere andò via ridacchiando, e stavolta più che arrabbiarsi, Hanataro rabbrividì.

<< Possibile che… >>

Yachiru: “Che cosa sono?”

Hanataro: “Eh? Oh… sono biscotti della fortuna. Prima di mangiarli devi estrarre il bigliettino e vedere che c’è scritto. Può essere divertente.

Yachiru inghiottì: “Ehm… bigliettino?”

Hanataro (°__°): “Ti sei mangiata la predizione?!?!?!?”

Yachiru (^__^”): “… Ih ih!”

 

Yumichika (dietro il solito angolo): “Tsk! Accidenti! Dovevo aspettarmelo!”

“EHI, TU!”

“……” Si girò con le braccia cascanti: sapeva benissimo di chi si trattava…

Capo: “Ancora a battere la fiacca, lavativo?!”

Yumichika si passò nervosamente le mani sulla faccia: “E lei è ancora qui a rompermi le scatole? Ma non ha niente di meglio da fare che sorvegliarmi?!”

Capo: ???

Yumichika: “Da quando sono arrivato qui non fa altro che impedirmi di fare quello per cui sono qui, comparendo all’improvviso alle mie spalle con quella sua dannata faccia da bulldog! Vuole levarsi dai piedi una volta tanto?!”

Alcun persone, tra cuochi e lavapiatti uscirono dalla cucina attirati dalle urla.

Cuoco: “Qualche problema capo?”

Capo: “Si! Chi diavolo lo ha assunto questo spocchioso?”

Lavapiatti: “A dire il vero è la prima volta che lo vediamo…”

Capo: “Non sarai un infiltrato?”

Yumichika applaudì ironico: “Uh, ma che bravo! Era ora che tu e quei fessi dei tuoi compagni ve ne accorgeste: quindi oltre che brutti siete anche scemi!

Le reazioni andarono dalla semplice sgranchita di nocche al rimbocco di maniche fino all’apparire di mestoli, forchettoni, matterelli, e varie altre mazze non convenzionali…

Yumichika: “Uh, ma che paura! Mi hanno scoperto e ora si sono arrabbiati! Bah! Figurarsi se temo un branco di villici senza gusto e senza eleganza come voi! Ora vi sistemo io e torno a…”

Aveva portato la mano al fianco, come per estrarre qualcosa, ma aveva stretto nient’altro che l’aria…

“… UH!”

 

Fuori dal locale, nel vicolo da cui erano entrati, erano rimasti Ikkaku e Kenpachi. I due, aspettando la fine della cena dei due piccioncini e il ritorno del loro compagno si erano seduti a terra, entrambi appoggiati al muro con le braccia dietro la testa per stare comodi. Appena accanto Ikkaku, poggiata con loro, c’era una spada infoderata.

La zampakutou di Yumichika, Fujikujaku, che aveva affidato all’amico non potendo essere credibile come cameriere armato di fendi-spiriti…

 

Yumichika guardò in silenzio quei tanti sorrisetti sadici puntati su di lui…

“…… Parliamone!”

 

Nel frattempo, al tavolo, Hanataro stava leggendo il bigliettino del proprio biscotto.

 

Deludere le aspettative di una ragazza non è bello, e non sai mai cosa potrebbe capitarti dopo…

 

Hanataro: “……”

Yachiru, con la sua faccia da gattina si sporse per sbirciare: “Che c’è scritto? Che dice il futuro?”

Hanataro: “…… A dire il vero non lo so… è stato scritto con una grafia incomprensibile!”

Yumichika, oltre che un bell’aspetto, voleva possedere anche una bella scrittura ovviamente, una calligrafia tutta sua: per tale motivo i suoi ideogrammi e i suoi kana erano così arzigogolati ed “artistici” da risultare incomprensibili!

Hanataro: “Sembra che dica di stare attenti alle conseguenze di qualcosa…”

Conseguenze… come non ci avesse pensato già abbastanza dal momento stesso in cui gli era stato riferito che lui e Yachiru Kusajishi sarebbero diventati pappa e ciccia!

<< Prima quel cameriere così strano, ora questa predizione… >>

Yachiru: “Conseguenze… Beh, se devono arrivare arrivano, è inutile farci attenzione, poi finisci col divertirti di meno!”

Hanataro: “Per certi versi… hai ragione!”
Accartocciò il bigliettino e poggiò i soldi vicino al conto. Yachiru provvide poi ad aggiungerci una cospicua mancia, grata a quel cameriere così generoso che gli ricordava tanto Yumichika!

 

In cucina…

Yumichika (legato a una sedia): “AAAARGH! Maledetti! Che cosa volete fare?”

Il capo-cuoco gli si presentò davanti con un recipiente di vetro contente olio extravergine d’oliva e un grugno vendicativo.

Yumichika: “Ehi ehi! Che cosa avresti intenzione di fare con quello?... Oh, no! No! Non sui miei bellissimi capelli! I capelli no! NOOOOOOOOOOOOOOOO!!!”

 

Yachiru e Hanataro uscirono salutati dall’inchino della ragazza immagine.

Non era tardi, la strada era ancora animata da uomini e donne, animali e carri, suoni e rumori; e più avanti lungo la via c’erano molti bei posti dalle insegne lucenti in cui divertirsi!

La rosa prese una bella boccata d’aria: “Aaah, che bello, dentro faceva caldo! In compenso devo aggiungere questo posto nella mia lista dei promossi, tu che ne dici Hana-chan?”

Hanataro: “In effetti…”

Un piccolo rumore, non molto educato, per quanto consono al momento, lo costrinse a coprirsi in fretta la bocca.

Hanataro: “Oh, cielo, che vergogna! M-mi dispiace, mi è scappato!”

Yachiru: “BURP!”

Hanataro (O_O): “……”

Yachiru, ridendo, gli diede una spintarella alla spalla: “Che c’è? Può capitare a tutti, no? Non è il caso di scusarsi tanto, l’avevo a malapena sentito!”

In compenso il suo l’avevano sentito un bel po’ di persone lì intorno!”

Hanataro: “Sigh!”

Yachiru: “Andiamo: l’importante è chiedere scusa.”

Si riaffacciò all’interno del ristorante: “Scusate tanto, ih ih! Buona serata!”

Clienti: O.O

Hanataro (rosso): << Che figura! È incredibile da qualcosa di così piccolo possano uscire certi mostri! >>

Meglio squagliarsela!

Hanataro: “Ehm… ci facciamo una passeggiata?”

Yachiru: “Ok! Però sai, non serve che ti imbarazzi e fai tante storie per un semplice ruttino! Almeno non davanti a me… Dai, fanne un altro!” e gli batté una mano dietro la schiena! Una volta, due volte…

Hanataro: “Ohi! Ya-Yachiru-chan, per favore…” provò a scansarla, ma quella gli veniva dietro senza sentire storie!

Yachiru: “Dai, dai, fanne uscire un altro, a me non importa, lo prometto!”

Hanataro: “Ouch! Così al massimo mi farai uscire un segno rosso sulla schiena!”

Yachiru: “Ih ih ih!”

Allontanandosi velocemente non vennero notati dal capitano Kenpachi e dal suo terzo seggio dallo scintillante cranio, troppo annoiati a guardare davanti a sé la porta della cucina.

Kenpachi ringhiò scontento: “Ci sta mettendo del tempo…”

Ikkaku: “Che seccatura…” -disse sbadigliando- “Scommetto che anche Yumichika si starà annoiando parecchio.”

In quell’esatto momento la porta si spalancò!

Kenpachi e Yachiru: ?!?!?!?

Neanche il tempo di alzarsi e quattro uomini gettarono di peso in aria il loro infiltrato, facendolo atterrare sul morbido… dei sacchi d’immondizia del cassonetto qualche metro più in là! Dopodiché, ristabilita la pace e la serenità sul posto di lavoro, richiusero sonoramente la porta.

I due si guardarono perplessi, poi andarono a vedere che ne fosse stato del quinto seggio, ma questi emerse spontaneamente dal lungo cassonetto, in preda come a una crisi isterica.

“AAAARGH! CHE AFFRONTO! IO, COSÌ STUPENDO, COSÌ LINDO, COSÌ MAGNIFICO… GETTATO TRA I RIFIUTI! Brutti bruti bruttissimi bruttoni, me la pagherete cara!”

Poi qualcuno, dall’aria molto seccata, gli comparì accanto, anche lui dai rifiuti… Era il cameriere a cui Ikkaku aveva dato una testata, e di cui ora portava i vestiti…

Questi, senza una parola, chiuse il coperchio del cassonetto, chiudendosi dentro con lo shinigami!

Cassonetto (tutto vibrante e sballottato): “AHI! OUCH! NO! INDIETRO! AAAAAAARGH!”

Kenpachi: “……”

Ikkaku: “……”

Quando i rumori di colpi sul metallo (battuto probabilmente con una testa) cessarono, il cameriere, di nuovo coi suoi vestiti, uscì vivo e ancora incavolato dal cassonetto e rientrò nel ristorante.

Ikkaku provvide a tirar fuori i miseri resti in mutande dell’amico: entrato bello, pulito, in gamba, con l’aria da perfetto agente segreto, ed uscito malmenato, coi capelli unti, un paio di bernoccoli, e impregnato degli effluvi del cassonetto.

Ikkaku: “Credo che la colpa di tutto ciò sia sua.”

Kenpachi: “Bah! Ehi, tu, riprenditi e poi fa rapporto, il nostro lavoro non è ancora finito.”

Yumichika (faccia a terra, sconfitto su tutta la linea): “… Capitano… con questa storia di Yachiru lei… ci condorrà… alla rovina…”

Ikkaku si affrettò a toccare ferro: “Perché “ci”?”

 

 

 

Yumichika se la sarà andata a cercare, ma del resto le sue intenzioni non erano neanche troppo buone sin dall’inizio… Da ciò, il caro Kenpachi imparerà che volersi impicciare nella vita di una teenager, specie se si tratta di Yachiru, porta inevitabilmente a dei guai?

Temo di no…
Quali altre sventure si abbatteranno sui tre spioni?

Di contro, l’appuntamento di Yachiru e Hanataro sembra essersi sbloccato! Mangiando i due hanno avuto occasione di conoscersi e capirsi un po’ meglio, ed hanno dato a noi l’occasione di farci ridere e intenerire. Ma c’è ancora una lunga serata davanti a loro!

Al prossimo capitolo quindi, che non so quando verrà dato che ho da studiare davvero parecchio ora come ora… ^__^”
Commentate, e buona estate a tutti voi!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

  
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