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Autore: Tati Saetre    15/07/2010    7 recensioni
Il Sotto Ufficiale Edward Anthony Masen è morto in azione.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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CONSIGLIO VIVAMENTE DI ASCOLTARE QUESTA CANZONE INSIEME ALLA LETTURA!

Thinking of you

Guardo il telegramma un'altra volta.
E poi un'altra.
E ancora un'altra.
Le mani tremano, e così il foglio si muove, impercettibilmente.
E' troppo, per me. Troppo.

Il Sotto Ufficiale Edward Anthony Masen è morto in azione.

E' morto in azione. E' morto per difendere il suo Stato, quello che amava tanto.

Prende le mie mani, e se le porta alle labbra.
« Miss Isabella, mi concede questo ballo? » Non voglio che mi chiami così, con tutti questi convenevoli.
E' il
mio Edward.
« Certo », e con mio sommo disappunto, mi alzo.
Lo sa. Ed io so che l'ha fatto di proposito. Odio ballare.
Stringo la sua mano, con una forza che non ho. Una forza che non ho mai avuto.
Ma c'è qualcosa di strano in lui, stasera. Non ha quello sguardo acceso e pieno di vitalità, anzi.
« Edward », sussurro, ma non faccio in tempo a finire, che mi stringe a se spasmodicamente. Alzo lo sguardo, stralunata.
« Bella, dobbiamo parlare ». Annuisco, convinta che non sia nulla di grave. Senza proferire parola mi prende la mano, scortandomi fino all'uscita della grande sala. Passiamo tra coppie che ancora danzano, e intravedo Mr Michael che danza con Miss Jessica. Lui fa un piccolo cenno del capo, io addolcisco gli occhi.
Una volta fuori, Edward continua a camminare. Si ferma dinnanzi ad una panca di legno. Una delle tante che ha costruito mio padre.
Charlie Swan: il falegname del paese.
« Oggi... » deglutisce, e guarda in basso. I suoi occhi sono lucidi. Prende un respiro lungo immensi secondi, prima di proferire parola. « Bells, mi hanno chiamato. Devo partire ».
Stringo di più le sue mani, senza capire.

Mi hanno chiamato, devo partire.
« Dove? » E' una parola, strozzata dalle lacrime.
« In guerra. »
In guerra.
Deve partire. Per combattere.
« Ti prego. Edward, ti prego ». Non mi può lasciare. L'ha promesso.
« Bella,
devo andare » E' irremovibile, ma ora sposta lo sguardo su degli alberi, alle mie spalle.
Abbasso lo sguardo, poggiano le labbra sulle sue mani. In una soffice e lieve carezza.
« Tornerò Bella. Tornerò e ci sposeremo. E' una
promessa ».

Una promessa, Edward. Una stramaledetta promessa che non hai mantenuto.
Quante notti ti ho sognato? Troppe.
Quante volte, prima di addormentarmi ho pensato e te? Troppe.
Quante volte, ho sperato che tornassi? Nemmeno le so più contare.
Ora, non so più cosa fare. Te ne sei andato, non ci sei più. Mi hai lasciata, sola.
Quante volte ho pensato a quell'ultima giornata insieme, su quel prato verde, e all'anello che ora è chiuso in quel cassetto.

« So quant'è difficile »
« Oh, Edward. Tu non sai proprio niente! Non sei tu che devi rimanere qui, in questo pesino sperduto, per giunta da sola! »
Sospira pesantemente.
« Bella, ti scriverò. Tutti i giorni ». Mi scriverà, tutti i giorni. Perché avrà il tempo di scrivere, lui.
Una risata amara, quella che esce dalle mie labbra.
« E dove pensi di trovarlo, il tempo per scrivermi? Dio, Edward! Sarai in guerra! E le parole, pensi che le parole servano a qualcosa? Io devo vederti, sentirti, toccarti! » Me la sto prendendo troppo, e ne sono consapevole.
Lui non c'entra nulla. Non è colpa sua se deve partire. Non è colpa sua se deve combattere. Non è colpa sua se deve lasciarmi.
« Scusa, Edward. Scusa. » Mi perdona, prendendo le braccia e stringendomi intorno alle sue gambe.
Sa che non è facile, nemmeno per me.
Mi prende il mento con due dita, alzandomi il viso alla sua altezza.
« Bells, devi promettermi un po' di cose. » Non sono in grado di dirgli di no.
Annuisco, e lui inizia a massaggiarmi la schiena. « Devi essere felice. Non devi pensare a me, almeno non sempre. Non chiuderti in casa, insieme alla servitù. Esci, divertiti. Vai a fare compere al negozio dei Weber, fai lunghe passeggiate con Miss Angela e Miss Jessica, ma non chiuderti in te stessa. Non piangerti addosso. »
Ha ragione. Devo distrarmi. E le mie distrazioni non devono comprendere lui nei miei pensieri.
Annuisco un'altra volta, e Edward continua. « E... Bella, se qualcosa dovesse andare storto, fatti un'altra vita. Vai avanti, sposati, sii felice, con molti bambini. »
Questa volta faccio un cenno negativo con la testa.
Non posso essere felice, non senza di lui.
« Edward, non dire sciocchezze ». Non parla, continuando a massaggiarmi la schiena con una mano, cullandomi come se fossi un neonato.
« Non sto scherzando, Isabella. E se qualcosa andasse storto, voglio che tu abbia questo ». Lascia per un attimo la mia schiena, e dalla tasca che ha sopra la giacca tira fuori una scatolina blu.
La apre, mostrandomi un anello.
« Era l'anello di mia madre. Prendilo tu, in segno del mio amore. Del nostro amore. Fanne ciò che vuoi, ma finché non troverai un'altra persona, tienilo. »

Io l'ho mantenuta quella promessa.
Sono uscita a fare lunghe passeggiate con Miss Angela e Miss Jessica. Accompagnavo mia madre a fare compere al negozio della famiglia Weber.
Ma la sera, non riuscivo a non pensare a te.
Ai tuoi capelli ramati, che con il vento si muovevano sinuosamente. Ai tuoi occhi verdi, così espressivi e pieni di vita.
Ho tenuto l'anello sul mio anulare, per tre lunghi anni. Poi mia madre mi ha costretta a toglierlo.
Nessun ufficiale, nessun uomo veniva a bussare alla mia porta, chiedendo la mia mano.
Con quell'anello al dito io ero promessa. A te, Edward.
Ma ora non c'è più. A occupare quel piccolo posto c'è un anellino d'oro, piccolo e fino.
Nulla a confronto del diadema che avevo prima.

Continuo a tenere il telegramma in mano, senza dire niente.
Non riesco a piangere. Non riesco a parlare.
Posso solo pensare a te. A tutti quei bei momenti passati insieme, a quando ci siamo conosciuti.
Alle promesse non mantenute.
C'è un altro uomo con me, ora.
Un uomo che amo, ma non come ho amato te.
Asciugo l'unica lacrima che scende lenta sulla mia guancia, e mi alzo.
Ti amo, Sotto ufficiale Edward Anthony Masen.

NON SO COSA DIRE, VE LO GIURO. 
UNA ONE SHOT NATA ASCOLTANDO LA CANZONE DI KATY PERRY. 
SPERO VI SIA PIACIUTA

   
 
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