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Autore: NonSense    15/07/2010    3 recensioni
Sei pronto, Suigetsu? – gli domandò malizioso Orochimaru, entrando nella stanza in cui lo (proteggeva) teneva prigioniero.
Si leccò le labbra con la lingua, tracciandone il profilo lentamente e si avvicinò piano al contenitore di vetro per osservarlo meglio. Era come un animale selvaggio (uccellino) in trappola (gabbia di vetro) pronto ad andarsene (prendere il volo) se solo qualcuno (lui) glielo avesse permesso.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Orochimaru, Suigetsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di leggere questa fanfiction, volevo solo precisare che gli incisi( cioè le parole tra parentesi XD) rapparesentano i pensieri dei protagonisti.

Dedico questa fan fiction a Beat, che mi ha consigliato di pubblicarla.
Grazie di tutto *O*



Preda e predatore

- Sei pronto, Suigetsu? – gli domandò malizioso Orochimaru, entrando nella stanza in cui lo (proteggeva) teneva prigioniero.
Si leccò le labbra con la lingua, tracciandone il profilo lentamente e si avvicinò piano al contenitore di vetro per osservarlo meglio. Era come un animale selvaggio (uccellino) in trappola (gabbia di vetro) pronto ad andarsene (prendere il volo) se solo qualcuno (lui) glielo avesse permesso.
Ma un carceriere (predatore) non lascia mai fuggire il proprio prigioniero (preda).
Aveva messo appositamente il contenitore di vetro al centro della stanza, così da avere una visione migliore di ciò che gli si presentava davanti.
Era una camera buia, spoglia di tutto, tranne che di lui.
Ma questo gli bastava.
Osservò (come sempre) la carnagione azzurrina del ragazzo, notando come fosse liscia la sua pelle, proprio come quella di un bambino (ragazzo) e il desiderio di verificare (baciarlo) se effettivamente fosse così, crebbe man mano che continuava a guardarlo.
I suoi occhi rossi lo trafiggevano, orgogliosi, arroganti e, se avessero potuto, l’avrebbero incenerito.
Sapeva che il ragazzo l’odiava.
Per il modo in cui lo guardava (desiderava), lo toccava (esplorava senza il suo permesso ogni piccolo centimetro del suo corpo) e lo baciava.
Ma questo non faceva che eccitarlo.
Suigetsu lo guardò con sfida (come faceva sempre) e fece altrettanto quando lui lo liberò dalla sua prigione.


Suigetsu rimase fermo davanti a lui, aspettando che lo torturasse (approfittasse di lui) com’era solito fare.
Era disgustoso, ma non poteva farci niente.
Lui non era che una preda e finché il predatore non si fosse stancato di lui (non sarebbe mai successo, questo), era in suo potere e non gli rimaneva che comportarsi come un animaletto obbediente.
L’aveva liberato e si era allontanato di un metro, per tenerlo sotto controllo, per osservare ogni suo minimo movimento, ogni suo stato d’animo, ogni suo battito di ciglia.
Tutto di lui.
Detestava il modo in cui osservava il suo corpo nudo, privo di difese.
- Avvicinati, Suigetsu. – lo invitò con la sua voce melliflua.
Lui si spostò (malvolentieri) nella sua direzione e quando a separarlo furono solo pochi centimetri, si lasciò toccare da quelle mani ruvide (da vecchio).

Disgustoso.


Orochimaru si abbassò fino alla sua altezza, mentre la sua lingua cominciava a percorrere i contorni del suo collo, facendolo rabbrividire al solo contatto.
Le sue mani invece andarono a posarsi sui suoi fianchi, scostando quelle di Suigetsu.

Rivoltante.


- Ti piace, vero? – gli domandò ghignando.
Lo sapeva che l’odiava, ma non gli importava niente di ciò che pensava lui.
Del resto perché avrebbe dovuto? Lui non era che un prigioniero (preda).

Ripugnante.


Poi si abbassò ancora di più, quasi a mettersi in ginocchio, e cominciò a baciare il suo petto scoperto.
Tutto, di lui, era scoperto.

Nauseabondo.


E infine arrivò lì; la sua lingua fu sul punto di andare ancora più in giù, ma una mano del ragazzo lo fermò.
- Ti prego no. – sussurrò Suigetsu, gemendo al contatto della sua lingua.

Nauseante.


Orochimaru alzò la testa per guardarlo meglio occhi: il Sannin sembrava arrabbiato (insoddisfatto).
- E perché mai dovrei farlo? – gli domandò curioso, ghignando.
Lo sapeva; non avrebbe mai smesso e sarebbe andato fino in fondo come faceva sempre.
- Solo per questa volta. – lo supplicò.
- Non saprei. Sono venuto per divertirmi, non perché qualcuno mi dica di smetterla. –
- La prossima volta farò tutto ciò che vuoi. - provò nuovamente, con la speranza di persuaderlo.
- Fammi pensare... hai proprio detto tutto quello che voglio? E quando lo voglio, vero? -
- Sì. - rispose con un filo di voce.
- Ma io posso già ottenere tutto ciò che voglio e quando lo voglio da te. -
Lo immaginava, non erano valse a niente le sue suppliche.
Avrebbe per l'ennesima volta usato il suo corpo come avrebbe voluto, senza tenere in considerazione i suoi sentimenti.
- Comunque va bene. - lo informò il Sannin, alzandosi in piedi - Ma ricordati, la prossima volta faremo tutto quello che voglio io. -
Suigetsu sospirò: era andata.
Poteva davvero ritenersi fortunato: in genere non era così propenso a seguire le sue richieste.
E sapeva che non ci sarebbe stata una prossima volta.
Quando sarebbe nuovamente venuto, non sarebbe stato un suo no, a fermarlo.

Note dell'Autrice
Ringrazio tutti coloro che hanno letto^^!
Non ho grandi pretese nella fanfiction, ma spero che vi piaccia.
  
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