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Autore: Phoenix_cry    17/07/2010    2 recensioni
Dopo la morte di diversi Vulcaniani Spock incomincia a comportarsi aggressivamente fino a che l'equipaggio comincia ad avere paura del leale Vulcaniano. é presto chiaro che Spock non è l'unico Vulcaniano affetto e ciò che resta della sua specie potrebbe essere in serio pericolo.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek Series'
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Capitolo 19

 

“Jim?”

 

“Sì, Bones?”

 

“Hai avuto un sacco di brutte idee in passato…ma questa è di sicuro la peggiore.”

 

“Hey, non sei obbligato a venire. Partecipare al salvataggio non era un ordine.”

 

“Saremo di certo cacciati a calci nel sedere dalla Flotta Stellare per questo.”

 

“Sempre che non ci calcino prima i Vulcaniani.” Ridacchiò Kirk.

 

“Se fossi in loro ci ucciderei.”

 

“Beh per fortuna non sei un Vulcaniano.”

 

“Ringraziamo lo Spazio per questi piccoli favori.”

 

“Non che tu non stia bene con quelle orecchie appuntite.” Lo stuzzicò Kirk.

 

“Non…un’altra…parola.”

 

McCoy si grattò inconsciamente le false punte che aveva applicato alle orecchie. Il peggio era stato rimuovere metà delle loro sopracciglia per far sì che si incurvassero. La parrucca nera completava il loro travestimento. Non sarebbero di certo riusciti ad ingannare nessuno se li avessero controllati attentamente, ma non era quello il punto, il punto era non essere notati immediatamente su Natala.

 

Avevano entrambi preso un permesso per motivi personali e avevano lasciato l’Enterprise prima che la Flotta Stellare avesse il tempo di fare domande. Se fossero stati sorpresi su Natala non invitati, anche solo a vagabondare per le strade, la Flotta Stellare non sarebbe stata in grado di aiutarli col casino diplomatico che ne sarebbe conseguito. Se fossero stati presi nel bel mezzo del segreto dei Vulcaniani nessuno li avrebbe mai più rivisti.

 

“Jim, tutti questi edifici sono uguali.”

 

“Lo so, ma quello che cerchiamo dovrebbe essere davanti a noi.”

 

“Perché questa città è così grande?” Meditò Bones. “Non ci sono abbastanza Vulcaniani nemmeno per illuminare questa parte della città.”

 

“Non lo so, sembra strano in effetti. Guardiamo rapidamente in giro.”

 

Era già passata la mezzanotte su Natala e nonostante fossero arrivati praticamente al centro della città non avevano notato nessun segno di vita. Anche il tricorder li informava che erano soli per un quarto di miglia in ogni direzione. Kirk sgattaiolò attraverso le tenebre fino all’entrata di uno degli edifici. La porta era chiusa, ma provò il codice che Saavik gli aveva dato. Anche se quello non era l’edificio che stavano cercando la porta si aprì.

 

“È vuoto.” Notò Bones guardando all’interno.

 

“L’edificio è solo apparenza.”

 

“Ma perché?”

 

“Non lo so, proviamone un altro.”

 

I seguenti tre edifici erano esattamente uguali. Tutti rispondevano allo stesso codice, e non avevano niente al loro interno. Le strutture non erano neanche state costruite per essere funzionali, non c’erano piani all’interno, solo un ampio spazio vuoto dal pavimento al soffitto diverse centinaia di piedi più in alto. Non c’erano finestre che potevano essere viste da terra quindi l’illusione era perfetta da fuori.

 

“Questa cosa è inquietante. Perché i Vulcaniani si circondano di edifici che non hanno uno scopo?”

 

“Non lo farebbero.” Disse Kirk. “Non è logico.”

 

“Deve esserci una spiegazione logica, a meno che l’intera specie non sia impazzita.”

 

“Sai…i Vulcaniani hanno richiesto una grande quantità di fondi alla Federazione destinati alla ricostruzione un anno fa circa dopo la distruzione di Vulcano. Doveva esserci una città di dimensioni più appropriate qui.”

 

“Credi che abbiano costruito tutto questo per far sembrare che stessero usando i soldi per ‘far ritornare Vulcano all’antica gloria’ mentre invece li stavano usando per costruire quel laboratorio sotterraneo?”

 

“È un pensiero.”

 

“Ma questo significa che i Vulcaniani erano a conoscenza di questo problema da anni.”

 

“Esattamente.”

 

“Diavolo, sono una specie dannatamente testarda.” Sbuffò Bones.

 

“Fino alla fine.” Concordò tristemente Kirk.

 

“Beh, andiamo a prendere quello per cui siamo venuti e andiamocene da qui.”

 

Kirk annuì e uscì dall’edificio vuoto. Anche se non c’era segno di vita restarono nell’ombra mentre si facevano strada per la città deserta. Alla fine giunsero all’edificio che stavano cercando. Kirk digitò il codice universale sulla porta principale. Guardò all’interno e notò che questo edificio serviva a qualcosa.

 

“Niente guardie,” notò Bones “proprio come ha detto Saavik.”

 

“I Vulcaniani non hanno mai fatto la guardia a niente, sono stati pacifici e senza segreti per così tanto tempo che penso non gli sia mai venuto in mente che qualcuno avrebbe cercato di intrufolarsi qui dentro.” Disse Kirk. “I codici alle porte sono probabilmente il più alto livello di sicurezza che hanno mai usato.”

 

“In effetti tendono a farsi i fatti loro.” Concordò Bones. “Voglio dire se solo in pochi sanno cosa sta succedendo, gli altri non sembrano minimamente curiosi.”

 

“Come direbbe Spock ‘la curiosità è un’emozione umana’.” Ridacchiò Kirk.

 

“Va tutto a nostro favore, no? E ora?”

 

“Questa è un’uscita d’emergenza, gli ascensori saranno monitorati. Quindi dobbiamo prendere le scale.”

 

Kirk indicò un buco nel mezzo del pavimento circondato da una ringhiera di metallo. Si avvicinarono ad esso e guardarono giù nell’apertura. La scala scendeva giù a spirale nelle profondità del terreno fino a scomparire nell’oscurità. Era impossibile dire quanto a fondo andasse nelle profondità del pianeta, ma faceva venire le vertigini solo a guardarla.

 

“Hai voglia di prendermi in giro?” Si lamentò Bones.

 

“Sembra essere la nostra unica strada per scendere.”

 

“Scendere non è poi così male, ma non riusciremo mai a ritornare su…specialmente se inseguiti dai Vulcaniani.”

 

“Fortunatamente potremo usare l’ascensore per tornare su dato che non ci importerà gran che essere scoperti.”

 

“Moriremo tutti laggiù.”

 

“Sei davvero un campione in quanto a ottimismo, Bones.”

 

“Hey, sono un dottore, non uno psicoterapista.”

 

“Ovvio. Andiamo.”

 

La discesa fu più difficile di quanto avessero previsto. L’aria calda di Natala non semplificava le cose. Diverse volte furono costretti a sedersi per riprendere fiato. Le tradizionali vesti Vulcaniane che indossavano si dimostrarono pericolose quando facevano gli scalini ed erano costretti a tirarle su per non inciampare e rotolare giù per chissà quanto tempo.

 

Dopo quelle che parvero ore arrivarono alla fine della scala. La catacomba in cui si trovarono era sistemata secondo un  preciso ordine. In accordo con le mappe che avevano ricevuto vi era un laboratorio nell’area centrale dal quale partivano i corridoi che si diramavano come i raggi di una ruota. Correntemente erano alla fine di uno dei raggi e dovevano dirigersi dall’altra parte.

 

Le luci erano state abbassate per simulare la notte e non c’erano suoni. Mentre camminavano per il corridoio Kirk notò i campi di forza neri che coprivano le porte ai lati talmente bene da sembrare invisibili. Incapace di trattenere la curiosità si avvicinò ad uno dei campi di forza e digitò il codice per farlo schiarire.

 

“Mio Dio…” Sussurrò Bones in preda all’orrore.

 

Dalla parte opposta della porta vi era un giovane Vulcaniano che si era spogliato fino alla vita. Guardarono mentre continuava a masticare il suo già abusato braccio per aprire un’altra ferita. Quando il sangue verde cominciò a scorrere vi intinse il dito e continuò il murale al quale stava lavorando. I muri della sua cella erano coperti di dipinti con il sangue di volti Vulcaniani intrappolati in diverse emozioni. L’incredibile abilità e senso artistico rendevano il tutto ancora più terrificante.

 

L’artista cominciò a dipingere il viso di un bambino fra gli altri. A metà del suo capolavoro si fermò e si voltò lentamente. Sembrava che avesse sentito di essere osservato. Camminando verso il campo di forza fissò vagamente Kirk e McCoy. Sollevando la mano sporca di sangue eseguì il tradizionale saluto vulcaniano e la premette contro la barriera invisibile. Parlò, ma capirono che il campo di forza serviva a bloccare anche i suoni.

 

Diversamente dai campi di forza nelle celle dell’Enterprise questo non dava la scossa ai suoi prigionieri. Il Vulcaniano tolse la mano, lasciando l’impronta della sua mano a galleggiare nel nulla. Con improvviso ardore intinse di nuovo le dita nel suo sangue e cominciò a dipingere il Capitano e l’Ufficiale Medico Vulcanianizzati. Kirk sobbalzò quando McCoy gli toccò la spalla.

 

“Forza, Jim, dobbiamo trovare Spock.”

 

Kirk annuì anche se continuò a fissare il dipinto di sé stesso mentre veniva realizzato nei minimi dettagli dall’artista. Detestava dover opacizzare di nuovo lo schermo e lasciare lo sconosciuto Vulcaniano alla sua pazzia. Tuttavia, Bones lo scosse di nuovo e ripristinò lo schermo. Arrivarono al laboratorio centrale e McCoy si interessò immediatamente.

 

“Hanno certamente una tecnologia impressionante.”

 

“Eppure non sono ancora riusciti a risolvere questo problema.”

 

Bones notò una fiala contenente un liquido porpora su un tavolo e se la mise in tasca. Kirk notò il furto, ma non disse niente. Continuarono a camminare per i corridoi senza incontrare nessuno. Era tutto più facile di quello che si erano aspettati, ma di certo non si sarebbero lamentati.

 

Arrivati alla fine del corridoio si fermarono davanti all’ultimo campo di forza. Kirk digitò il codice e fece schiarire lo schermo. Il cuore gli si fermò quando vide il suo amico. Anche nel sonno Spock appariva incredibilmente malato. Il suo petto si alzava con sforzo mentre lottava per continuare a respirare.

 

“Ha un aspetto terribile, Jim.” Disse tristemente Bones. “Non riusciremo mai a farlo salire per quelle scale.”

 

“No, probabilmente no.” Concordò Kirk. “Ma non lasciarti ingannare, potrebbe essere ancora pericoloso. Sta pronto a sedarlo se necessario.”

 

McCoy annuì e tirò fuori la siringa che si era portato dietro. Quando fu sicuro che il dottore era pronto Kirk abbassò il campo di forza. Entrarono nella cella con cautela. Non era mai saggio svegliare un Vulcaniano addormentato e in questo caso sarebbe equivalso al supplicare per guai. Kirk stava per toccare Spock sulla spalla, ma alla fine ci ripensò.

 

“Spock?” Sussurrò Kirk.

 

Avendo il sonno leggero per natura Spock si svegliò immediatamente. Guardò Kirk e corrugò le sopracciglia confuso. Kirk sorrise cercando di farsi riconoscere dal suo amico anche attraverso il travestimento da Vulcaniano. Prima che una qualsiasi scintilla di riconoscimento potesse attraversare i suoi occhi Spock saltò in piedi. Kirk indietreggiò e Bones si preparò a sedare l’obbiettivo della loro missione di salvataggio.

 

Molto lontano dall’attaccarli Spock scomparì nel piccolo bagno. McCoy e Kirk si scambiarono uno sguardo preoccupato mentre ascoltavano Spock che vomitava. Non ci volle molto perché Spock tornasse e si unisse a loro. La maglia aderente che indossava non faceva che evidenziare la drastica perdita di peso che aveva sofferto nelle ultime due settimane. Si avvicinò ai suoi amici e li ispezionò a turno senza fare commenti. Kirk spostò il peso da una gamba all’altra a disagio per il prolungato silenzio.

 

“Spock?”

 

“Capitano, lei non è un Vulcaniano convincente.” Disse Spock seriamente prima di voltarsi verso Bones. “Lei, tuttavia, Dottore sembra recitare il suo ruolo naturalmente.”

 

“Ricordami perché stiamo rischiando la nostra vita e le nostre carriere per riportare questo diavolo alla nostra nave?”

 

“Perché, questo diavolo è il miglior Primo Ufficiale della flotta ed è nostro amico.” Sorrise Kirk.

 

“Giusto.” Sospirò Bones. “Possiamo andarcene ora?”

 

“No.” Replicò Spock.

 

“No?”

 

“Non me ne andrò senza Saavik.”

 

“Giusto, quella che ci ha mandato il messaggio?” Chiese Kirk.

 

“Esatto.” Annuì Spock.

 

“Spock,” disse Bones “cosa penserà Uhura?”

 

“Non capisco.”

 

“Le donne si ingelosiscono, potrebbe non prendere affatto bene il fatto che tu abbia portato una puledra Vulcaniana a bordo.”

 

“Saavik è solo per metà Vulcaniana.”

 

“Lo sapevo!” Urlò Bones in segno di trionfo.

 

“Dottore…ha per caso qualche malattia mentale?” Chiese seriamente Spock.

 

“Spock,” si intromise Kirk “non pensavo ci fossero altri mezzi Vulcaniani.”

 

“Nemmeno io, suo padre era Romulano. Tuttavia, non riesco a capire come questo sia rilevante. Saavik ha rischiato la sua vita per la mia e non verrà lasciata indietro.”

 

“Concordo.” Annuì Kirk. “Dove possiamo trovarla?”

 

“Ci incontrerà al laboratorio.” Replicò Spock.

 

“Posso chiedere come fa a sapere di dover venire?” Chiese Bones.

 

In risposta Spock mostrò l’interno del colletto della sua maglia. Vi era un piccolo disco argentato con una luce blu lampeggiante.

 

“L’ho attivato immediatamente quando vi ho riconosciuto, allerterà Saavik.”

 

“Allora non facciamo aspettare la signorina.” Sorrise Bones.

 

Spock annuì e uscì dalla cella come se stesse semplicemente lasciando la sua stanza. Bones scambiò uno sguardo con Kirk, ma il Capitano scrollò le spalle. McCoy scosse tristemente la testa ed entrambi seguirono Spock per il corridoio. Quando arrivarono al laboratorio Saavik li stava aspettando. Aveva un piccolo dispositivo fra le mani.

 

“Saavik,” la salutò formalmente Spock “questi sono il Capitano James T. Kirk e il Capo Medico Leonard McCoy. Signori questa è Saavik.”

 

“Sono onorata di fare la vostra conoscenza.” Saavik chinò leggermente la testa.

 

“Altrettanto.” Replicò Bones.

 

“Grazie per il tuo aiuto.” Aggiunse Kirk.

 

“Forse voi sarete in grado di aiutare la specie Vulcaniana in cambio.” Disse seriamente Saavik. “Spock per favore dammi la tua mano sinistra.”

 

Spock offrì la sua mano a Saavik senza esitazione. Lei premette il piccolo dispositivo che aveva in mano al centro del suo palmo. La punta causò la fuoriuscita di alcune gocce di sangue. Dopo qualche secondo tolse la punta tirando via anche un piccolo disco di metallo.

 

“Che cos’è?” Chiese Kirk.

 

“Un localizzatore.” Replicò Saavik. “È stato impiantato a tutti i Vulcaniani a loro insaputa durante il censimento mentre veniva preso un campione di sangue. Ho tolto anche il mio.”

 

“Possiamo usare uno degli ascensori per ritornare in superficie?” Chiese Kirk.

 

“Sì, potrebbe attirare l’attenzione su di noi. Tuttavia, c’è una buona probabilità che nessuno si accorga della nostra fuga fino a che non sarà mattino.”

 

“Devo ammettere che questo salvataggio è stato più facile di quello che pensavo.”

 

“Questo perché ciò che ha fatto è impensabile per la mente Vulcaniana.” Spiegò Spock.

 

“Perché?”

 

“Ho fatto ciò che sentivo essere giusto,” rispose Saavik “ma non ciò che era più logico. Deve essere il mio sangue Romulano che mi permette di eseguire questo atto di tradimento.”

 

“Mi piace.” Sorrise Bones.

 

“Dovremmo andare.” Pressò Kirk.

 

Saavik annuì e li guidò. Quando arrivarono al corridoio con gli ascensori Saavik disse agli altri di rimanere indietro un attimo. C’era un Vulcaniano appostato davanti all’ascensore. Saavik fu capace di camminare fino a lui senza venire sospettata e con la velocità di un serpente gli premette un punto fra il collo e la spalla facendolo collassare sul pavimento.

 

“Abbiamo ventidue minuti prima che si svegli e allerti gli altri.” Annunciò Saavik al suo ritorno.

 

“Abbiamo una piccola navicella poco fuori città, se corriamo…”

 

“Spock è incapace di correre.” Lo infirmò Saavik.

 

“È vero, Capitano.”

 

“Bones ed io andremo avanti e verremo a prendervi.”

 

Avendo stabilito un piano entrarono nell’ascensore e tornarono in superficie. Spock rimase in piedi, ma era già ricoperto di sudore. Bones automaticamente si allungò e premette la punta delle dita contro la gola di Spock.

 

“Il tuo battito è così rapido che non riesco a contarlo.”

 

“Il mio battito è elevato, ma non pericolosamente. Non si preoccupi per me.”

 

“È difficile non preoccuparsi per te quando sembra che tu stia morendo.”

 

“Non sembra che io stia morendo, Dottore, io sto morendo.”

 

Spock aveva semplicemente espresso un fatto, me era lo stesso raggelante sentirlo ammettere la gravità delle sue condizioni così liberamente. Una volta in superficie Saavik e Spock camminarono lentamente fino ai confini della città mentre Kirk e Bones correvano verso lo navicella. Avevano deciso di incontrarsi in un parco vicino dove la navicella poteva atterrare.

 

Kirk e Bones arrivarono alla lucida navicella e salirono a bordo. Sedendosi al posto del pilota Kirk si tolse la parrucca nera e così fece anche Bones. Volando fino al parco videro che Spock aveva dovuto sedersi sull’erba. Una volta a bordo Spock si ricompose immediatamente anche se sembrava che stesse per svenire da un momento all’altro.

 

Kirk faceva ancora fatica a credere a quanto fosse stato facile salvare Spock. Diresse la punta della navicella verso l’alto e si diresse a tutta velocità verso lo Spazio. Avevano lasciato l’Enterprise in orbita a otto ore di distanza dalla navicella a velocità massima. Tuttavia, quando erano da meno di dieci minuti nello Spazio ricevettero una comunicazione sub-spaziale codificata.

 

“Questa è la Flotta Stellare.” Notò Bones.

 

“Beh…non ci hanno messo molto.” Sospirò Kirk.

 

Accettando la chiamata Kirk indossò il sorriso migliore che aveva per la piccola immagine che apparì. L’Ammiraglio Pike lo guardò freddamente attraverso lo schermo.

 

“Capitano.”

 

“Ammiraglio.”

 

“Si sta divertendo in ‘licenza’?”

 

“In effetti…”

 

“Non importa, ho solo ricevuto una chiamata piuttosto esigente da Natala. Hanno l’impressione che lei abbia rapito uno dei pazienti e che stiate dando rifugio ad un fuggitivo. Richiedono che li restituiate immediatamente.”

 

“Ammiraglio, posso spiegare.”

 

“Sto ascoltando.”

 

Kirk si lanciò in una spiegazione completa di cosa era successo. Spiegò la malattia che aveva colpito la specie Vulcaniana e citò come esempi gli avvenimenti della Base Stellare 17 e dell’Accademia. Fece a Pike un rapporto completo fino al momento in cui l’Ammiraglio li aveva contattati mentre stavano tornando all’Enterprise. Kirk accentuò particolarmente tutto quello che Saavik aveva fatto per assicurare il ritorno di Spock.

 

“La ringrazio per il rapporto, Capitano. Comandante Spock?”

 

“Sì, Ammiraglio?”

 

“Spock, dato che la Flotta Stellare è orgogliosa del non discriminare nessuno per sesso, razza o specie abbiamo già informato l’Alto Consiglio Vulcaniano che lei è prima di tutto un Ufficiale della Flotta Stellare e dopo un Vulcaniano. Pertanto non può essere forzato a tornare su Natala.”

 

“Grazie, Ammiraglio Pike. Posso chiedere cosa ne sarà di Saavik?”

 

“Parlerò con lei direttamente. Saavik?”

 

“Sì, Signore?”

 

“Dato che lei non è un membro della Flotta Sellare non posso trattarla come Spock…”

 

“Ammiraglio, la prego, se non fosse stato per Saavik…” Lo interruppe Kirk.

 

“Lasciami finire, James.” Disse Pike. “Saavik, sfortunatamente lei ha infranto diverse leggi di Vulcano è pertanto è stata chiesta l’estradizione.”

 

“Capisco, Signore.” Annuì Saavik. “Non è inaspettato.”

 

“No, tuttavia, dato che le sue azioni sono risultate con la liberazione di uno dei nostri preziosi Ufficiali, la Flotta Stellare desidera offrirle il diritto di asilo per quella che noi crediamo sarebbe una ingiusta persecuzione su Natala.”

 

“Grazie, Ammiraglio, accetto il diritto d’asilo.”

 

“Eccellente. Capitano?”

 

“Sì, Signore?”

 

“Accetterebbe Saavik secondo i termini dell’asilo a bordo dell’Enterprise?”

 

“Certo.”

 

“Allora la sua salvezza è sua responsabilità quanto quella del resto del suo equipaggio.”

 

“Capito, Signore.” Annuì Kirk. “Signore, la prossima missione dell’Enterprise…”

 

“In questo momento l’Enterprise dovrà dedicarsi completamente alla risoluzione del mistero riguardo la crisi di Vulcano.”

 

“Agli ordini, Signore.”

 

“Ammiraglio?” Chiese Spock.

 

“Sì, Comandante?”

 

“Il Consiglio Vulcaniano ha chiesto l’aiuto della Federazione in questa faccenda?”

 

“No, devono ancora ammettere di avere un problema, ma faremo tutto il possibile per aiutare.”

 

“Temo, Ammiraglio, che non si possa fare niente. Anche se venisse trovata una cura la specie Vulcaniana è stata ormai distrutta irreparabilmente.”

 

“Spock?” Chiese Kirk preoccupato.

 

“La logica è stata abbandonata anche da coloro che non sono infetti….e senza logica noi non siamo niente.”

 

 

Grazie a coloro che hanno letto e recensito e ovviamente anche a coloro che hanno aggiunto questa storia tra le preferite^^

  
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