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Autore: DarkSide_of_Gemini    17/07/2010    4 recensioni
Una AU scritta a quattro mani da Makochan e KanondiGemini96. In una Atene moderna i SAINT sono una squadra speciale al servizio della giustizia che combattono il crimine senza usare poteri speciali ma con le tecniche dell'indagine scientifica. Ognuno di loro ha un ruolo: Sion è il capo della SAINT, Saga lo psicologo, Death Mask il medico legale, Kanon un... hem... collaboratore di giustizia, Aphrodite il tossicologo ecc... Tra incomprensioni e colpi di scena i dodici eroi faranno del loro meglio per risolvere casi difficili e sconfiggere il narcotrafficante Julian Kevines. Ps: i personaggi sono un pò tutti ma non riesco a metterlo... buona lettura ^-^
Genere: Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'SAINT'
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Capitolo 8: quid pro quo (I parte)

 

Le previsioni di Kanon riguardo Lukas Vassilakis e suo figlio si rivelarono esatte il giorno dopo.

Camus si rifiutò di uscire dal suo laboratorio per tutta la mattina e rispondeva solo a monosillabi a chiunque cercasse di avvicinarlo.

 

:-Guarda che non serve a niente fare il broncio come un moccioso-:

 

Gli aveva detto Milo.

 

:-E tu sai tutto sui bambini, non è vero?-:

 

Gli aveva risposto lui acido.

Milo aveva evitato di ribattere solo perché sapeva che Camus era come una pentola a pressione: era assolutamente inutile cercare di

convincerlo a ragionare, quando si arrabbiava bisognava solo aspettare che sbollisse.

 

“Oggi devono dimenticare pure il mio nome! Non ho intenzione di uscire e sentirmi l’ennesima solfa su quanto siamo stati fortunati che

Kanon ci abbia avvertiti in tempo!”

 

Invece, contro tutti i suoi programmi, Camus uscì dal laboratorio venti minuti dopo attirato da una serie di urla isteriche che facevano tremare i vetri.

Nell’atrio c’era una donna che gridava da spaccare i timpani e due agenti facevano fatica a trattenerla.

Chiese a Milo cosa stesse succedendo.

 

:-A quanto pare è la madre del bambino che abbiamo trovato davanti alla porta. E ci sta denunciando per rapimento-:

 

:-CHE COSA!!! Razza di imbrogliona! Adesso io vado e…-:

 

:-No! Tu non vai da nessuna parte ci sta già pensando Aioros a sistemare tutto-:

 

:-Sistemare un cavolo! Io la prendo a schiaffi!-:

 

:-No, Camus!-:

 

Milo lo placcò appena in tempo e per evitare spiacevoli incidenti diplomatici lo trascinò dentro la stanza più vicina: l’ufficio di Saga.

 

:-Adesso noi restiamo qua dentro finché quella scema non se n’è andata, ok? Riflettici: se esci adesso e fai l’isterico quei poliziotti penseranno

che abbiamo qualcosa da nascondere, e quelli non sono dei nostri, quelli sono della statale-:

 

Camus fece un bel respiro cercando di calmarsi.

 

:-Ok, d’accordo-:

 

Passarono un paio di minuti e quando Shura passò davanti alla porta e Camus cominciò a battere disperatamente sul vetro per attirare la

sua attenzione.

 

:-Che sta dicendo quella strega?-:

 

Gli chiese.

 

:-Cose assurde! Meno male che Aioros ha dimostrato che il bambino sta bene! Pensa, ha detto che due di noi lo avevano portato via e chissà

dove lo avevano nascosto-:

 

:-CHE COSAAA?!!! Ma io la strangolo!-:

 

:-Accidenti, Shura, ma non puoi tenere la bocca chiusa?-:

 

Lo spagnolo capì il casino che aveva fatto e si dileguò sbattendo la porta sul naso di un Camus fuori da tutte le grazie.

 

:-LO AVEVAMO NASCOSTO?! -:

 

Milo fu costretto a placcarlo di nuovo.

 

:-Camus, vuoi stare zitto? Ti stai comportando peggio di lei!-:

 

Pochi secondi dopo, quando Saga decise di entrare e riappropriarsi del suo ufficio, questa fu la scena che si trovò davanti:

Camus premuto contro il muro, Milo premuto contro Camus e tutti e due ansimanti per la lotta.

 

:-Ma che cavolo fate?! Questa non è la vostra stanza da letto!-:

 

Urlò anche lui fuori da umani sentimenti.

 

:-No, non è come pensi!-:

 

:-Non interessano i dettagli! Adesso andate a preparare i vostri laboratori perché sta arrivando un cadavere!-:

 

                                       *

Death Mask entrò al poligono incurante del rumore e si fiondò a recuperare Seiya, in quel momento impegnato a capire come tenere

una pistola evitando di finire a terra per il contraccolpo.

 

:-Scusa tanto dolcezza, ma devo rubarti l’allievo per due o tre ore-:

 

Lo trascinò fuori senza troppi complimenti.

 

:-Due o tre ore? E che dobbiamo fare in tanto tempo?-:

 

Chiese Seiya.

 

:-Oh, niente di speciale, tranquillo… solo una normale autopsia!-:

 

E gli occhi di Death brillarono di una luce sinistra.

Seiya deglutì rumorosamente, pallido pallido.

 

:-No, aspetta… un autopsia… vera?  Con un cadavere… serio?-:

 

Il ghigno di Death Mask si fece ancora più crudele.

 

:-Senti moccioso, ti assicuro che i cadaveri sono tutti seri! Io ho visto decine di cadaveri in otto anni che lavoro qui, e nessuno di loro mi ha mai

raccontato una barzelletta!-:

 

Arrivati in laboratorio gli consegnò tutto l’equipaggiamento (tuta sterile, mascherina, camice di carta e guanti monouso)

 

:-Tu vestiti che io vado a prendere il corpo. E mettiti la mascherina… non si sa mai cosa può uscire da un cadavere in decomposizione!-:

 

Seiya diventò ancora più pallido e cominciò a vestirsi stando bene attento a non sfiorare assolutamente nulla in quel laboratorio dove tutto gli

faceva impressione almeno quanto il suo proprietario.

Il suo “maestro” tornò dieci minuti dopo spingendo una barella d’acciaio con un sacco nero alto quasi quanto Seiya e si vestì per l’operazione

in meno di trenta secondi.

 

:-Sei pronto?-:

 

:-No!-:

 

:-Benissimo!-:

 

Death Mask tirò giù la cerniera e Seiya si girò dall’altro lato.

 

:-Oh, avanti, non è poi così brutto! Se questo ti fa impressione vuoi spiegarmi come fai a guardarti allo specchio tutte le mattine?-:

 

Seiya aprì un occhio giusto per gettare uno sguardo al cadavere.

Era un ragazzo un po’ più giovane di lui e non era affatto vero che non faceva impressione: aveva una smorfia di puro dolore impressa sul

volto pallido.

 

:-E dai, matricola, questo è ancora l’esame preliminare! Ora ascoltami bene perché a me non piace per niente ripetere le cose.

Allora, un autopsia completa si articola in un esame esterno ed uno interno. Adesso noi, se la smetti di tremare coma una foglia,

faremo l’esame esterno, quindi per prima cosa dobbiamo togliere i vestiti-:

 

L’operazione fu lunga e difficile perché Seiya non era abituato a toccare le cose con i guanti e, anche se lo fosse stato,

non aveva mai toccato un cadavere.

 

:-Bene, i vestiti si esaminano a parte, adesso, per tua gioia, concentriamoci sul corpo. Durante un autopsia è bene registrare

tutto quello che si dice per eventuali confronti-:

 

Death Mask prese un piccolo registratore tascabile, premette il tasto rosso di REC e cominciò a parlare.

 

:-Esame preliminare su soggetto non identificato.

Maschio, razza caucasica, altezza centosettantanove centimetri, peso ottantatre chili e quattrocento grammi. Nessuna cicatrice o segno

particolare di grandi dimensioni. Nessuna ferita visibile-:

 

Si fermò un attimo per scostare le palpebre.

 

:-Ah-ah! Emorragia petecchiale sulla mucosa della palpebra inferiore e superiore. Morte per soffocamento. Rigidità dei muscoli indipendente

dal rigor mortis. Troppo accentuata in rapporto all’ora della morte. Sembrerebbe un attacco di tetano-:

 

Seiya lo guardava a bocca aperta come una cozza davanti ad un satellite spaziale.

 

:-Hem… Death Mask… ma cosa stai dicendo?-:

 

:-Non stai capendo niente, non è vero? Bene, adesso ti spiego. Quando i muscoli sono sotto sforzo producono acido lattico, che si accumula

nelle fibre striate. L’acido lattico viene normalmente smaltito dal sangue, ma se nel frattempo sopraggiunge la morte il sistema circolatorio si

blocca e l’acido lattico rimane dov’è, causando rigidità muscolare.

In questo ragazzo tutti i muscoli sono contratti, il che mi fa pensare a due possibili cause di decesso: Bacillus Taetanis, oppure una neuro-tossina,

più precisamente stricnina, che da gli stessi sintomi… no, anzi! Decisamente una tossina! Ci sono segni evidenti di punture con ago ipodermico

nella fossa cubitale sinistra. Alcune vecchie di qualche settimana di cui rimane solo l’ematoma come traccia, una sola recente-:

 

Passò un'altra ora in cui Death Mask esaminò ogni millimetro del cadavere annotando tutti i particolari, poi arrivò il momento peggiore,

almeno per Seiya.

 

:-Adesso è arrivato il momento di aprirlo-:

 

Disse Death come se parlasse di un pacco di patatine.

 

:-Aprirlo?! No, aspetta, che vuol dire aprirlo?!-:

 

Il bisturi nelle mani dell’anatomopatologo era più che eloquente.

 

:-Vuol dire incisione ad ipsilon, mio caro assistente!-:

 

Peccato che appena Death Mask poggiò la lama sullo sterno del “paziente” Seiya crollò a terra svenuto.

 

                                      *

Tre ore dopo i Saint erano riuniti nella postazione elettronica di Shaina.

Kanon andò ad incastrarsi in un angolino lontano da Saga ed aspettò che qualcuno cominciasse a dire qualcosa.

 

:-Suppongo che ci siano delle novità sul ragazzo che hanno trovato nel vicolo. Prego, Death Mask-:

 

L’interpellato si alzò e cominciò a sfogliare una cartelletta con il referto completo.

 

:-Il ragazzo è morto stanotte verso le quattro o le cinque e la causa del decesso è soffocamento. I muscoli intercostali sono stati bloccati

da una tossina, che probabilmente si è iniettato da solo con una siringa. La mia ipotesi è che questo tizio si facesse pesantemente fino a

qualche tempo fa, poi per qualche arcano motivo ha dovuto smettere e quando ha ripreso gli è andata male. A questo punto ci potrà dire

di più Aphrodite -:

 

Lo svedese prese a sua volta il rapporto sull’analisi tossicologica.

 

:-Confermo l’ipotesi di Death Mask: nel sangue c’erano cocaina e stricnina, oltre a polvere di gesso e talco-:

 

A quel punto tutti avevano capito con cosa avevano a che fare.

Kanon sentiva che i pensieri di tutti convergevano su di lui come tanti puntatori laser ma si rifiutò ostinatamente di abbassare gli occhi,

sfidando chiunque ad incrociare il suo sguardo in quel momento.

 

:-Va bene, per ora credo che sia tutto quello che possiamo ricavare. Tu, Shaina, cosa volevi farci vedere?-:

 

:-Ecco, finalmente! Allora, mi sono inserita nei database di tutte le telecamere a circuito chiuso della città e posso dirvi esattamente dov’è

stato questo ragazzo prima di morire-:

 

Sion sgranò gli occhi.

 

:-Tu hai fatto cosa ? Shaina, ottenere riprese senza l’autorizzazione è illegale!-:

 

:-Lo so. Ma tanto nessuno lo scoprirà mai!-:

 

Intanto sullo schermo era apparsa un’immagine in bianco e nero ripresa dalla telecamera di un Bancomat dove c’era il ragazzo che stava sul

tavolo di Death Mask, solo che era ancora vivo e stava nascondendo qualcosa nella tasca del giubbotto di jeans.

 

:-Guardate qua-:

 

Shaina fermò il video,  ingrandì il dettaglio della mano e della tasca e fece alcuni passaggi di denoise per migliorare la qualità dell’immagine.

 

:-Io non sono una persona maligna, ma una bustina di polvere bianca nascosta furtivamente alle quattro di notte per me vuol dire solo una cosa-:

 

Disse Shaina incrociando le braccia.

 

:-Va bene, ci sei stata di grande aiuto-:

 

Sion si girò a guardare Kanon.

 

“La pace sta per finire”

 

Pensò lui, però rimase ostinatamente in silenzio.

 

:-Quel Bancomat è in via Diodakis, nella zona di Atene nord-est. Tu, Kanon, sei sicuro di non avere niente da dire in proposito?-:

 

A qual punto tutti gli sguardi si puntarono su di lui.

 

:-No, niente-:

 

Rispose con un alzata di spalle.

Dalla parte opposta della stanza vide Saga scoccargli uno sguardo assassino.

 

:-Credevo di aver fatto un patto con te. E credevo di potermi fidare-:

 

Gli disse Sion.

 

:-Ma che fidare! Io te lo avevo detto che ci avrebbe portato solo guai!-:

 

Sbottò Saga all’improvviso.

 

:-Vieni a ripeterlo più vicino-:

 

Gli ringhiò Kanon.

Saga si staccò dal muro e si piazzò di fronte a lui.

 

:-Ho appena detto che portarti qui è stata una pessima idea! Non ci possiamo fidare di te adesso come non ci potevamo fidare cinque anni fa.

Tu non hai nessuna intenzione di collaborare, ti servivamo solo per farti uscire di galera!-:

 

:-Dove tu hai provveduto a sbattermi!-:

 

:-Dove ho fatto benissimo a sbatterti!-:

 

Stavolta Kanon gli rispose con un pugno e Saga, tempo di riprendersi dal colpo, gli mollò una ginocchiata nello stomaco.

Avrebbero anche continuato a pestarsi ma tutti gli altri non glielo permisero e li separarono.

 

:-Adesso basta! I pugni non sono il modo giusto per risolvere i problemi!-:

 

Urlò Sion.

Si sforzava di essere imparziale in quella lite, però in realtà cominciava a chiedersi se Saga in fondo non avesse ragione.

 

:-Kanon, ti ricordi qual’era il nostro accordo? Io ti sto dando fiducia, quindi se davvero vuoi aiutarci questo è il momento giusto per dimostrarlo-:

 

“Dannazione, Sion riesce sempre a fregarmi!”

 

Pensò Kanon.

 

:-E va bene! Volete parlare di Atene nord est? Parliamo di Atene nord-est, però io vi posso dire com’era ai miei tempi, non so quanto è cambiato

dopo cinque anni! In via Diodakis si aprono tre vicoli, ma si spaccia in uno solo, ed ogni sera è uno diverso. E voi non saprete mai quale perché

chi vuole veramente comprare roba pesante si fa riconoscere con un segnale. L’uomo che c’è nel vicolo controlla tutti quelli che si avvicinano attraverso gli specchi che ci sono sopra i segnali di STOP, quelli per aiutare gli automobilisti a vedere dietro angoli difficili. Se chi c’è nel vicolo

non vede il segnale o ne vede uno sbagliato sparisce e non lo vedete neanche, se è giusto lo trovate là e comprate quello che volete-:

 

Tutti lo ascoltavano a bocca aperta.

 

:-Il vicolo… il trucco degli specchi…? Kanon, ci serve un campione di quella droga e se è tutta contaminata dobbiamo toglierla di mezzo!

Tu sai come entrare là dentro?-:

 

Chiese Sion.

 

:-Li ho inventati io, ovvio che so come entrare se tutto è come prima! Ma non ve lo dirò-:

 

:-Alla faccia della collaborazione!-:

 

Sbottò ancora Saga.

 

:-Ho detto che non dico a voi come entrare, non che non voglio collaborare! Tanto per essere chiari, caro fratellino, anche io so che la cocaina

tagliata male è pericolosa-:

 

:-Però la spacciavi lo stesso!-:

 

:-La mia era pulita!-:

 

:-Balle! Non esiste cocaina pulita!-:

 

:-E tu che ne sai?! Guarda che per me spacciare era un accordo come quello che ho fatto con voi!-:

 

Saga lo guardò sconcertato.

 

:-Tu non sei solo un criminale, sei anche completamente pazzo!-:

 

:-Se ti fa piacere pensarlo non sarò io a convincerti del contrario. Tu bada solo a non intrometterti nella mia vita perché

ti ci sei già intromesso abbastanza!-:

 

Sion si mise di nuovo tra i due per impedire che si pestassero.

 

:-Ora calmati, Kanon, non ti stiamo accusando di niente. Voglio solo capire perché parli di “accordo”-:

 

Kanon fece una smorfia.

 

:-Sarà difficile da capire per voi che avete tanti buoni principi. La questione è semplice: nessuno fa niente per niente, anche le cosiddette buone

azioni prevedono un tornaconto personale.

Quid pro quo. Qualcosa in cambio di qualcos’altro.

È una logica cinica e spietata, ma è così che funziona il mondo e tanto per tornare all’accordo non è difficile da capire in fondo.

Se ci sono persone che vogliono drogarsi lo fanno in piena libertà di scelta, quindi smettetela con l’ipocrisia che i mostri siano gli spacciatori.

Io non ho mai costretto nessuno a comprare, persuaso magari sì, ma vi assicuro che non ho mai dovuta fare pressioni più di tanto, ed in ogni

caso mi pagavano, quindi, visto che con i loro soldi mi facevo una fortuna,

il minimo con cui potevo ricambiarli era dargli quello che volevano, cioè coca tagliata senza veleno per topi.

Non fatene una questione sentimentale: a me non ha mai fatto pena nessuno di loro, solo che nessuno è così scemo da uccidere i suoi clienti-:

 

Quando smise di parlare tutti lo fissavano senza muovere un muscolo.

 

“Bene, benissimo! Adesso mi riportano a Sounion a calci!”

 

Pensò Kanon stizzito.

Uno dei motivi per cui odiava arrabbiarsi era che l’ira gli faceva perdere il controllo su quello che faceva e diceva,

ed in quel momento aveva detto decisamente troppo.

Il primo a rivolgergli la parola fu Sion.

 

:-Non mi importa del passato, a me importa di adesso. Se dici di voler collaborare con noi ma non ci vuoi dire come entrare nel vicolo

devo allora hai uno strano concetto di collaborazione. Vuoi forse impedirci di entrare?-:

 

:-Esattamente. Voglio impedirvelo perché chiunque di voi entrasse rovinerebbe tutto-:

 

:-Siamo tutti poliziotti, Kanon, e tutti sappiamo fare il nostro lavoro, cos’è che dovremmo rovinare?-:

 

Kanon scosse la testa.

 

:-No, non è così che funziona, lì non si gioca con le vostre regole. Se entrate e trovate qualcuno la dentro lo arresterete, no?

Io so chi c’è e so perché non lavora in ufficio come tutte le brave persone, e non posso permettervi di arrestarlo.

Quid pro quo, Sion, se fai entrare me hai la possibilità di togliere almeno un chilo di coca dalle strade di Atene,

se no puoi anche decidere che non sto collaborando e mi riporti in prigione-:

 

”Ed i problemi con Kevines te li risolvi da solo”

 

Avrebbe voluto aggiungere, ma ovviamente lo tenne per se.

Aveva già rischiato abbastanza.

 

:-Questo più che un accordo mi sembra un ricatto, comunque sia voglio fare una prova… va bene, andrai tu stasera stessa. Ti serve qualcosa?-:

 

Kanon tirò un sospiro di sollievo.

Per un attimo si era rivisto addosso la divisa arancione da carcerato.

 

:-Datemi mezz’ora di tempo e cento euro-:

 

                                     *

A mezzanotte Kanon, Sion, Saga, Marin ed Aioria erano in macchina parcheggiati dietro l’angolo di via Diodakis.

Kanon scese dalla macchina e si strinse addosso il giubbotto.

La bottiglia di alcol etilico nella tasca interna pesava ed era incredibilmente scomoda, ma lui non poteva assolutamente permettere

che Saga scoprisse che l’aveva fregata dal bagno, anche perché non voleva assolutamente spiegargli a cosa gli serviva.

Cominciò a camminare lentamente controllando anche lui negli specchi quale fosse il vicolo che stava cercando, e nel frattempo si mise a

fischiettare allegramente il motivetto più famoso della Carmen tenendo la banconota bene in vista tra due dita.

 

“Sì, è questo il segnale. Una cosa così banale che nessuno ci penserebbe mai”

 

Svoltò nel secondo vicolo.

 

“Adesso hai paura, non è vero, Saga? Ora che non puoi controllarmi a vista hai paura che me la svigni in un modo o nell’altro

e che metta in pericolo per la seconda volta la tua preziosa carriera di poliziotto? Non preoccuparti, per ora non ho intenzione di tagliare

la corda: tutto sommato, data la mia situazione attuale credo che rimanere con voi SAINT sia il male minore”

 

In fondo al vicolo c’era un uomo, come cinque anni prima, e come cinque anni prima l’uomo era Petros Mytè.

 

:-Felice di rivederla, signore-:

 

:-Anche per me è un piacere rivederti, Petros-:

 

Gli strinse la mano come se non si vedessero da solo una settimana.

 

:-Posso chiederle cosa è venuto a fare?-:

 

:-Oh, niente di particolare, solo passavo di qui ed ho pensato di venire a vedere come stavi. Hai una sigaretta da offrirmi?-:

 

Petros lo squadrò sospettoso, poi estrasse un pacchetto di Assos dalla tasca e gliele porse.

 

:-Grazie. Come sta tuo figlio?-:

 

:-Nikolas cresce, adesso ha sedici anni. Dopo quattro anni di chemioterapia sembra che il cancro sia scomparso,

ma lei sa come vanno queste cose… ogni tre mesi deve fare un controllo-:

 

Kanon annuì e tirò una boccata.

 

:-Sono felice che stia bene. E tu? Come te la passi con la nuova gestione? Sai, il nuovo Sea Dragon… -:

 

:-I tipi come me devono adattarsi e basta per sopravvivere, ma se vuole una risposta sincera le dico che il nuovo capo non ha il carattere

che aveva lei. Signore, lei non ha per caso intenzione di… tornare?-:

 

:-Mi dispiace, credo di non poterlo proprio fare. Kevines non mi vorrebbe, ed in ogni caso hai letto i giornali, no?

Ormai io sono dall’altra parte della barricata-:

 

Petros sembrò parecchio deluso dalla risposta.

 

:-Allora è vero, lei lavora con i SAINT… è venuto qui per arrestarmi?-:

 

:-No, sono venuto proprio per impedirti di finire dietro le sbarre. Ascoltami bene, io consegno ai SAINT tutta la roba ed in cambio loro

faranno finta di non vedere te quando te ne vai, hai capito? Fai conto che abbia comprato io tutta la partita, e se qualcuno ti chiede conto

tu rispondi che l’ho fatto come favore personale a te, di Poseidon non me ne importa niente.

Mi raccomando, Petros, voglio che sappiano che non ho più niente a che fare con loro-:

 

Gli mise in mano la carta da cento prestata da Sion.

 

:-Lo sta davvero facendo come favore per me?-:

 

:-Certo. Adesso esci da questo posto. Gli altri arriveranno tra venti minuti-:

 

Petros decise che era il momento di svignarsela e sparì con un ultimo grazie.

Kanon aspettò che se ne fosse andato, poi impiegò altri dieci minuti a mettere in atto il suo piano: esattamente come ricordava lui, sotto

una grata in un angolo, c’era una borsa con tutte le bustine di polvere, lui le svuotò una per una in due sacchetti per raccogliere le prove

ed ammucchiò di nuovo le bustine vuote nella borsa, poi stappò la bottiglia di alcol senza troppi complimenti e la vuotò sulla plastica.

Gli restavano otto minuti.

Fece altri due tiri dalla sigaretta e poco prima che si consumasse definitivamente buttò anche quella nella borsa per bruciare il tutto.

Non che non si fidasse di Sion, però preferiva che le impronte di Petros non rimanessero in giro.

 

                                         *

Aphrodite fece le analisi quella notte stessa e quella partita di droga risultò effettivamente contaminata da un’alta percentuale di stricnina e

materiale inerte, così il giorno dopo la televisione avrebbe riportato un altro successo della SAINT.

 

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Angolo di Makochan:

Salve a tutti! Non avete idea di quanto tempo mi ha portato via questo capitolo! Spero almeno che sia venuto bene ^-^

Kanon sembra un essere cinico e spietato, non è vero?

“Chi? Io?” ndr Kanon con aria innocente

“Eh, sì… proprio tu >_>” ndr me

 

La filosofia del quid pro quo, mi spiace ammetterlo, ma non è farina del mio sacco: avete mai visto “il silenzio degli innocenti”?

Se la risposta è no guardatelo e capirete cosa intendo!

 

Oh, che bello: la so®cia oggi non c’è e posso rispondere io!

 

Lady Katjie: Ciao! Benvenuta ufficialmente alla SAINT! Sono contenta che ti piaccia la storia… Milo che vuole mettere alla porta il marmocchio

è assolutamente da approvare XD ma forse non se ne è completamente liberato… eheheh…

 

Aries_no_nike: Fai bene a tenerti buono Death Mask… guarda come si comporta con Seiya! Sì, sì, decisamente Mu sarà più calmo, guarda che

non è uno scherzo che sarai la sua assistente… aspetta e vedrai!  *me va via con aureola ed aria innocente*

 

Diana924: Sì: I bambini sono sempre un pericolo in qualunque forma e luogo si manifestino! Povero Camus che si è dovuto rassegnare =’( 

ma… mai dire mai!

Sì, povero Kido, sembra che lo odio… adesso il suo fantasma mi perseguiterà come Banquo che perseguita Macbeth!

 

Charm_Strange: “Visto! Sono utile! Tiè!” ndr Kanon

“Non mi importa!” ndr Saga

“Via, sciò, sparite tutti e due!” ndr Me

Sì, sono proprio tranquilli e rilassati, non c’è che dire >_>

In ogni caso Saori non è il capo di tutta la SAINT: cioè, anche in “Lost Canvas” c’è Atena ma c’è anche il Sacerdote, e lo stesso è qui… e poi

figurati, Saori che si mette a dare ordini seri… seeee, domani!

 

 

 

 

 

 

  
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