Capitolo 8:
quid pro quo (I parte)
Le
previsioni di Kanon riguardo Lukas Vassilakis e suo figlio si rivelarono esatte il giorno
dopo.
Camus
si rifiutò di uscire dal suo laboratorio per tutta la mattina e rispondeva solo
a monosillabi a chiunque cercasse di avvicinarlo.
:-Guarda
che non serve a niente fare il broncio come un moccioso-:
Gli
aveva detto Milo.
:-E
tu sai tutto sui bambini, non è vero?-:
Gli
aveva risposto lui acido.
Milo
aveva evitato di ribattere solo perché sapeva che Camus era come una pentola a
pressione: era assolutamente inutile cercare di
convincerlo
a ragionare, quando si arrabbiava bisognava solo aspettare che sbollisse.
“Oggi
devono dimenticare pure il mio nome! Non ho intenzione di uscire e sentirmi
l’ennesima solfa su quanto siamo stati fortunati che
Kanon
ci abbia avvertiti in tempo!”
Invece,
contro tutti i suoi programmi, Camus uscì dal laboratorio venti minuti dopo
attirato da una serie di urla isteriche che facevano tremare i vetri.
Nell’atrio
c’era una donna che gridava da spaccare i timpani e due agenti facevano fatica
a trattenerla.
Chiese
a Milo cosa stesse succedendo.
:-A
quanto pare è la madre del bambino che abbiamo trovato davanti alla porta. E ci
sta denunciando per rapimento-:
:-CHE
COSA!!! Razza di imbrogliona! Adesso io vado e…-:
:-No!
Tu non vai da nessuna parte ci sta già pensando Aioros a sistemare tutto-:
:-Sistemare
un cavolo! Io la prendo a schiaffi!-:
:-No,
Camus!-:
Milo
lo placcò appena in tempo e per evitare spiacevoli incidenti diplomatici lo trascinò
dentro la stanza più vicina: l’ufficio di Saga.
:-Adesso
noi restiamo qua dentro finché quella scema non se n’è andata, ok? Riflettici:
se esci adesso e fai l’isterico quei poliziotti penseranno
che
abbiamo qualcosa da nascondere, e quelli non sono dei nostri, quelli sono della
statale-:
Camus
fece un bel respiro cercando di calmarsi.
:-Ok,
d’accordo-:
Passarono
un paio di minuti e quando Shura passò davanti alla porta e Camus cominciò a
battere disperatamente sul vetro per attirare la
sua attenzione.
:-Che
sta dicendo quella strega?-:
Gli
chiese.
:-Cose
assurde! Meno male che Aioros ha dimostrato che il bambino sta bene! Pensa, ha
detto che due di noi lo avevano portato via e chissà
dove
lo avevano nascosto-:
:-CHE
COSAAA?!!! Ma io la strangolo!-:
:-Accidenti,
Shura, ma non puoi tenere la bocca chiusa?-:
Lo
spagnolo capì il casino che aveva fatto e si dileguò sbattendo la porta sul
naso di un Camus fuori da tutte le grazie.
:-LO
AVEVAMO NASCOSTO?! -:
Milo
fu costretto a placcarlo di nuovo.
:-Camus, vuoi stare zitto? Ti stai comportando peggio di
lei!-:
Pochi
secondi dopo, quando Saga decise di entrare e riappropriarsi del suo ufficio,
questa fu la scena che si trovò davanti:
Camus
premuto contro il muro, Milo premuto contro Camus e tutti e due ansimanti per
la lotta.
:-Ma
che cavolo fate?! Questa non è la vostra stanza da letto!-:
Urlò
anche lui fuori da umani sentimenti.
:-No,
non è come pensi!-:
:-Non
interessano i dettagli! Adesso andate a preparare i vostri laboratori perché
sta arrivando un cadavere!-:
*
Death
Mask entrò al poligono incurante del rumore e si fiondò a recuperare Seiya, in
quel momento impegnato a capire come tenere
una
pistola evitando di finire a terra per il contraccolpo.
:-Scusa
tanto dolcezza, ma devo rubarti l’allievo per due o tre ore-:
Lo
trascinò fuori senza troppi complimenti.
:-Due
o tre ore? E che dobbiamo fare in tanto tempo?-:
Chiese
Seiya.
:-Oh,
niente di speciale, tranquillo… solo una normale
autopsia!-:
E gli
occhi di Death brillarono di una luce sinistra.
Seiya
deglutì rumorosamente, pallido pallido.
:-No,
aspetta… un autopsia… vera? Con un cadavere… serio?-:
Il
ghigno di Death Mask si fece ancora più crudele.
:-Senti
moccioso, ti assicuro che i cadaveri sono tutti seri! Io ho visto decine di
cadaveri in otto anni che lavoro qui, e nessuno di loro mi ha mai
raccontato
una barzelletta!-:
Arrivati
in laboratorio gli consegnò tutto l’equipaggiamento (tuta sterile, mascherina,
camice di carta e guanti monouso)
:-Tu
vestiti che io vado a prendere il corpo. E mettiti la mascherina…
non si sa mai cosa può uscire da un cadavere in decomposizione!-:
Seiya
diventò ancora più pallido e cominciò a vestirsi stando bene attento a non
sfiorare assolutamente nulla in quel laboratorio dove tutto gli
faceva
impressione almeno quanto il suo proprietario.
Il
suo “maestro” tornò dieci minuti dopo spingendo una barella d’acciaio con un
sacco nero alto quasi quanto Seiya e si vestì per l’operazione
in
meno di trenta secondi.
:-Sei
pronto?-:
:-No!-:
:-Benissimo!-:
Death
Mask tirò giù la cerniera e Seiya si girò dall’altro lato.
:-Oh,
avanti, non è poi così brutto! Se questo ti fa impressione vuoi spiegarmi come
fai a guardarti allo specchio tutte le mattine?-:
Seiya
aprì un occhio giusto per gettare uno sguardo al cadavere.
Era
un ragazzo un po’ più giovane di lui e non era affatto vero che non faceva
impressione: aveva una smorfia di puro dolore impressa sul
volto
pallido.
:-E
dai, matricola, questo è ancora l’esame preliminare! Ora ascoltami bene perché
a me non piace per niente ripetere le cose.
Allora,
un autopsia completa si articola in un esame esterno ed uno interno. Adesso
noi, se la smetti di tremare coma una foglia,
faremo
l’esame esterno, quindi per prima cosa dobbiamo togliere i vestiti-:
L’operazione
fu lunga e difficile perché Seiya non era abituato a toccare le cose con i
guanti e, anche se lo fosse stato,
non
aveva mai toccato un cadavere.
:-Bene,
i vestiti si esaminano a parte, adesso, per tua gioia, concentriamoci sul
corpo. Durante un autopsia è bene registrare
tutto
quello che si dice per eventuali confronti-:
Death
Mask prese un piccolo registratore tascabile, premette il tasto rosso di REC e
cominciò a parlare.
:-Esame
preliminare su soggetto non identificato.
Maschio,
razza caucasica, altezza centosettantanove centimetri, peso ottantatre chili e
quattrocento grammi. Nessuna cicatrice o segno
particolare
di grandi dimensioni. Nessuna ferita visibile-:
Si
fermò un attimo per scostare le palpebre.
:-Ah-ah! Emorragia petecchiale sulla mucosa della palpebra
inferiore e superiore. Morte per soffocamento. Rigidità dei muscoli
indipendente
dal rigor mortis.
Troppo accentuata in rapporto all’ora della morte. Sembrerebbe un attacco di
tetano-:
Seiya
lo guardava a bocca aperta come una cozza davanti ad un satellite spaziale.
:-Hem… Death Mask… ma cosa stai
dicendo?-:
:-Non
stai capendo niente, non è vero? Bene, adesso ti spiego. Quando i muscoli sono
sotto sforzo producono acido lattico, che si accumula
nelle
fibre striate. L’acido lattico viene normalmente smaltito dal sangue, ma se nel
frattempo sopraggiunge la morte il sistema circolatorio si
blocca
e l’acido lattico rimane dov’è, causando rigidità muscolare.
In
questo ragazzo tutti i muscoli sono contratti, il che mi fa pensare a due
possibili cause di decesso: Bacillus Taetanis, oppure una neuro-tossina,
più precisamente
stricnina, che da gli stessi sintomi… no, anzi!
Decisamente una tossina! Ci sono segni evidenti di punture con ago ipodermico
nella
fossa cubitale sinistra. Alcune vecchie di qualche settimana di cui rimane solo
l’ematoma come traccia, una sola recente-:
Passò
un'altra ora in cui Death Mask esaminò ogni millimetro del cadavere annotando
tutti i particolari, poi arrivò il momento peggiore,
almeno
per Seiya.
:-Adesso
è arrivato il momento di aprirlo-:
Disse
Death come se parlasse di un pacco di patatine.
:-Aprirlo?! No, aspetta, che vuol dire aprirlo?!-:
Il
bisturi nelle mani dell’anatomopatologo era più che eloquente.
:-Vuol
dire incisione ad ipsilon, mio caro
assistente!-:
Peccato
che appena Death Mask poggiò la lama sullo sterno del “paziente” Seiya crollò a
terra svenuto.
*
Tre
ore dopo i Saint erano riuniti nella postazione elettronica di Shaina.
Kanon
andò ad incastrarsi in un angolino lontano da Saga ed aspettò che qualcuno
cominciasse a dire qualcosa.
:-Suppongo
che ci siano delle novità sul ragazzo che hanno trovato nel vicolo. Prego,
Death Mask-:
L’interpellato
si alzò e cominciò a sfogliare una cartelletta con il referto completo.
:-Il
ragazzo è morto stanotte verso le quattro o le cinque e la causa del decesso è
soffocamento. I muscoli intercostali sono stati bloccati
da
una tossina, che probabilmente si è iniettato da solo con una siringa. La mia
ipotesi è che questo tizio si facesse pesantemente fino a
qualche
tempo fa, poi per qualche arcano motivo ha dovuto smettere e quando ha ripreso
gli è andata male. A questo punto ci potrà dire
di
più Aphrodite -:
Lo
svedese prese a sua volta il rapporto sull’analisi tossicologica.
:-Confermo
l’ipotesi di Death Mask: nel sangue c’erano cocaina e stricnina, oltre a
polvere di gesso e talco-:
A
quel punto tutti avevano capito con cosa avevano a che fare.
Kanon
sentiva che i pensieri di tutti convergevano su di lui come tanti puntatori
laser ma si rifiutò ostinatamente di abbassare gli occhi,
sfidando
chiunque ad incrociare il suo sguardo in quel momento.
:-Va
bene, per ora credo che sia tutto quello che possiamo ricavare. Tu, Shaina, cosa volevi farci vedere?-:
:-Ecco,
finalmente! Allora, mi sono inserita nei database di tutte le telecamere a
circuito chiuso della città e posso dirvi esattamente dov’è
stato
questo ragazzo prima di morire-:
Sion
sgranò gli occhi.
:-Tu hai fatto cosa ? Shaina, ottenere riprese senza
l’autorizzazione è illegale!-:
:-Lo
so. Ma tanto nessuno lo scoprirà mai!-:
Intanto
sullo schermo era apparsa un’immagine in bianco e nero ripresa dalla telecamera
di un Bancomat dove c’era il ragazzo che stava sul
tavolo
di Death Mask, solo che era ancora vivo e stava nascondendo qualcosa nella tasca
del giubbotto di jeans.
:-Guardate
qua-:
Shaina
fermò il video, ingrandì il dettaglio
della mano e della tasca e fece alcuni passaggi di denoise per migliorare la qualità
dell’immagine.
:-Io
non sono una persona maligna, ma una bustina di polvere bianca nascosta
furtivamente alle quattro di notte per me vuol dire solo una cosa-:
Disse
Shaina incrociando le braccia.
:-Va
bene, ci sei stata di grande aiuto-:
Sion
si girò a guardare Kanon.
“La
pace sta per finire”
Pensò
lui, però rimase ostinatamente in silenzio.
:-Quel
Bancomat è in via Diodakis, nella zona di Atene
nord-est. Tu, Kanon, sei sicuro di non avere niente da dire in proposito?-:
A
qual punto tutti gli sguardi si puntarono su di lui.
:-No,
niente-:
Rispose
con un alzata di spalle.
Dalla
parte opposta della stanza vide Saga scoccargli uno sguardo assassino.
:-Credevo
di aver fatto un patto con te. E credevo di potermi fidare-:
Gli
disse Sion.
:-Ma
che fidare! Io te lo avevo detto che ci avrebbe portato solo guai!-:
Sbottò
Saga all’improvviso.
:-Vieni
a ripeterlo più vicino-:
Gli
ringhiò Kanon.
Saga
si staccò dal muro e si piazzò di fronte a lui.
:-Ho
appena detto che portarti qui è stata una pessima idea! Non ci possiamo fidare
di te adesso come non ci potevamo fidare cinque anni fa.
Tu
non hai nessuna intenzione di collaborare, ti servivamo solo per farti uscire
di galera!-:
:-Dove
tu hai provveduto a sbattermi!-:
:-Dove
ho fatto benissimo a sbatterti!-:
Stavolta
Kanon gli rispose con un pugno e Saga, tempo di riprendersi dal colpo, gli
mollò una ginocchiata nello stomaco.
Avrebbero
anche continuato a pestarsi ma tutti gli altri non glielo permisero e li
separarono.
:-Adesso
basta! I pugni non sono il modo giusto per risolvere i problemi!-:
Urlò
Sion.
Si
sforzava di essere imparziale in quella lite, però in realtà cominciava a
chiedersi se Saga in fondo non avesse ragione.
:-Kanon, ti ricordi qual’era il nostro accordo? Io ti sto
dando fiducia, quindi se davvero vuoi aiutarci questo è il momento giusto per
dimostrarlo-:
“Dannazione,
Sion riesce sempre a fregarmi!”
Pensò
Kanon.
:-E
va bene! Volete parlare di Atene nord est? Parliamo di Atene nord-est, però io
vi posso dire com’era ai miei tempi, non so quanto è cambiato
dopo
cinque anni! In via Diodakis si aprono tre vicoli, ma
si spaccia in uno solo, ed ogni sera è uno diverso. E voi non saprete mai quale
perché
chi
vuole veramente comprare roba pesante si fa riconoscere con un segnale. L’uomo
che c’è nel vicolo controlla tutti quelli che si avvicinano attraverso gli specchi
che ci sono sopra i segnali di STOP, quelli per aiutare gli automobilisti a
vedere dietro angoli difficili. Se chi c’è nel vicolo
non
vede il segnale o ne vede uno sbagliato sparisce e non lo vedete neanche, se è
giusto lo trovate là e comprate quello che volete-:
Tutti
lo ascoltavano a bocca aperta.
:-Il vicolo… il trucco degli specchi…?
Kanon, ci serve un campione di quella droga e se è tutta contaminata dobbiamo
toglierla di mezzo!
Tu
sai come entrare là dentro?-:
Chiese
Sion.
:-Li
ho inventati io, ovvio che so come entrare se tutto è come prima! Ma non ve lo
dirò-:
:-Alla
faccia della collaborazione!-:
Sbottò
ancora Saga.
:-Ho
detto che non dico a voi come entrare, non che non voglio collaborare! Tanto
per essere chiari, caro fratellino, anche io so che la cocaina
tagliata
male è pericolosa-:
:-Però
la spacciavi lo stesso!-:
:-La
mia era pulita!-:
:-Balle!
Non esiste cocaina pulita!-:
:-E
tu che ne sai?! Guarda che per me spacciare era un accordo come quello che ho
fatto con voi!-:
Saga
lo guardò sconcertato.
:-Tu
non sei solo un criminale, sei anche completamente pazzo!-:
:-Se
ti fa piacere pensarlo non sarò io a convincerti del contrario. Tu bada solo a
non intrometterti nella mia vita perché
ti ci
sei già intromesso abbastanza!-:
Sion
si mise di nuovo tra i due per impedire che si pestassero.
:-Ora
calmati, Kanon, non ti stiamo accusando di niente. Voglio solo capire perché
parli di “accordo”-:
Kanon
fece una smorfia.
:-Sarà
difficile da capire per voi che avete tanti buoni principi. La questione è
semplice: nessuno fa niente per niente, anche le cosiddette buone
azioni
prevedono un tornaconto personale.
Quid pro quo.
Qualcosa in cambio di qualcos’altro.
È una
logica cinica e spietata, ma è così che funziona il mondo e tanto per tornare
all’accordo non è difficile da capire in fondo.
Se ci
sono persone che vogliono drogarsi lo fanno in piena libertà di scelta, quindi
smettetela con l’ipocrisia che i mostri siano gli spacciatori.
Io
non ho mai costretto nessuno a comprare, persuaso magari sì, ma vi assicuro che
non ho mai dovuta fare pressioni più di tanto, ed in ogni
caso
mi pagavano, quindi, visto che con i loro soldi mi facevo una fortuna,
il
minimo con cui potevo ricambiarli era dargli quello che volevano, cioè coca
tagliata senza veleno per topi.
Non
fatene una questione sentimentale: a me non ha mai fatto pena nessuno di loro,
solo che nessuno è così scemo da uccidere i suoi clienti-:
Quando
smise di parlare tutti lo fissavano senza muovere un muscolo.
“Bene,
benissimo! Adesso mi riportano a Sounion a calci!”
Pensò
Kanon stizzito.
Uno
dei motivi per cui odiava arrabbiarsi era che l’ira gli faceva perdere il
controllo su quello che faceva e diceva,
ed in
quel momento aveva detto decisamente troppo.
Il
primo a rivolgergli la parola fu Sion.
:-Non
mi importa del passato, a me importa di adesso. Se dici di voler collaborare
con noi ma non ci vuoi dire come entrare nel vicolo
devo
allora hai uno strano concetto di collaborazione. Vuoi forse impedirci di
entrare?-:
:-Esattamente.
Voglio impedirvelo perché chiunque di voi entrasse rovinerebbe tutto-:
:-Siamo
tutti poliziotti, Kanon, e tutti sappiamo fare il nostro lavoro, cos’è che
dovremmo rovinare?-:
Kanon
scosse la testa.
:-No,
non è così che funziona, lì non si gioca con le vostre regole. Se entrate e
trovate qualcuno la dentro lo arresterete, no?
Io so
chi c’è e so perché non lavora in ufficio come tutte le brave persone, e non
posso permettervi di arrestarlo.
Quid
pro quo, Sion, se fai entrare me hai la possibilità di togliere almeno un chilo
di coca dalle strade di Atene,
se no
puoi anche decidere che non sto collaborando e mi riporti in prigione-:
”Ed i
problemi con Kevines te li risolvi da solo”
Avrebbe
voluto aggiungere, ma ovviamente lo tenne per se.
Aveva
già rischiato abbastanza.
:-Questo
più che un accordo mi sembra un ricatto, comunque sia voglio fare una prova… va bene, andrai tu stasera stessa. Ti serve
qualcosa?-:
Kanon
tirò un sospiro di sollievo.
Per
un attimo si era rivisto addosso la divisa arancione da carcerato.
:-Datemi
mezz’ora di tempo e cento euro-:
*
A
mezzanotte Kanon, Sion, Saga, Marin ed Aioria erano in macchina parcheggiati
dietro l’angolo di via Diodakis.
Kanon
scese dalla macchina e si strinse addosso il giubbotto.
La
bottiglia di alcol etilico nella tasca interna pesava ed era incredibilmente
scomoda, ma lui non poteva assolutamente permettere
che
Saga scoprisse che l’aveva fregata dal bagno, anche perché non voleva
assolutamente spiegargli a cosa gli serviva.
Cominciò
a camminare lentamente controllando anche lui negli specchi quale fosse il
vicolo che stava cercando, e nel frattempo si mise a
fischiettare
allegramente il motivetto più famoso della Carmen tenendo la banconota bene in
vista tra due dita.
“Sì,
è questo il segnale. Una cosa così banale che nessuno ci penserebbe mai”
Svoltò
nel secondo vicolo.
“Adesso
hai paura, non è vero, Saga? Ora che non puoi controllarmi a vista hai paura che
me la svigni in un modo o nell’altro
e che
metta in pericolo per la seconda volta la tua preziosa carriera di poliziotto?
Non preoccuparti, per ora non ho intenzione di tagliare
la
corda: tutto sommato, data la mia situazione attuale credo che rimanere con voi
SAINT sia il male minore”
In
fondo al vicolo c’era un uomo, come cinque anni prima, e come cinque anni prima
l’uomo era Petros Mytè.
:-Felice
di rivederla, signore-:
:-Anche
per me è un piacere rivederti, Petros-:
Gli
strinse la mano come se non si vedessero da solo una settimana.
:-Posso
chiederle cosa è venuto a fare?-:
:-Oh,
niente di particolare, solo passavo di qui ed ho pensato di venire a vedere
come stavi. Hai una sigaretta da offrirmi?-:
Petros lo
squadrò sospettoso, poi estrasse un pacchetto di Assos
dalla tasca e gliele porse.
:-Grazie.
Come sta tuo figlio?-:
:-Nikolas cresce, adesso ha sedici anni. Dopo quattro anni
di chemioterapia sembra che il cancro sia scomparso,
ma
lei sa come vanno queste cose… ogni tre mesi deve
fare un controllo-:
Kanon
annuì e tirò una boccata.
:-Sono
felice che stia bene. E tu? Come te la passi con la nuova gestione? Sai, il
nuovo Sea Dragon… -:
:-I
tipi come me devono adattarsi e basta per sopravvivere, ma se vuole una
risposta sincera le dico che il nuovo capo non ha il carattere
che
aveva lei. Signore, lei non ha per caso intenzione di…
tornare?-:
:-Mi
dispiace, credo di non poterlo proprio fare. Kevines non mi vorrebbe, ed in
ogni caso hai letto i giornali, no?
Ormai
io sono dall’altra parte della barricata-:
Petros
sembrò parecchio deluso dalla risposta.
:-Allora
è vero, lei lavora con i SAINT… è venuto qui per
arrestarmi?-:
:-No,
sono venuto proprio per impedirti di finire dietro le sbarre. Ascoltami bene,
io consegno ai SAINT tutta la roba ed in cambio loro
faranno
finta di non vedere te quando te ne vai, hai capito? Fai conto che abbia
comprato io tutta la partita, e se qualcuno ti chiede conto
tu
rispondi che l’ho fatto come favore personale a te, di Poseidon
non me ne importa niente.
Mi
raccomando, Petros, voglio che sappiano che non ho
più niente a che fare con loro-:
Gli
mise in mano la carta da cento prestata da Sion.
:-Lo
sta davvero facendo come favore per me?-:
:-Certo.
Adesso esci da questo posto. Gli altri arriveranno tra venti minuti-:
Petros
decise che era il momento di svignarsela e sparì con un ultimo grazie.
Kanon
aspettò che se ne fosse andato, poi impiegò altri dieci minuti a mettere in
atto il suo piano: esattamente come ricordava lui, sotto
una
grata in un angolo, c’era una borsa con tutte le bustine di polvere, lui le
svuotò una per una in due sacchetti per raccogliere le prove
ed
ammucchiò di nuovo le bustine vuote nella borsa, poi stappò la bottiglia di
alcol senza troppi complimenti e la vuotò sulla plastica.
Gli
restavano otto minuti.
Fece
altri due tiri dalla sigaretta e poco prima che si consumasse definitivamente
buttò anche quella nella borsa per bruciare il tutto.
Non
che non si fidasse di Sion, però preferiva che le impronte di Petros non rimanessero in giro.
*
Aphrodite
fece le analisi quella notte stessa e quella partita di droga risultò
effettivamente contaminata da un’alta percentuale di stricnina e
materiale
inerte, così il giorno dopo la televisione avrebbe riportato un altro successo
della SAINT.
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Angolo di Makochan:
Salve a tutti! Non
avete idea di quanto tempo mi ha portato via questo capitolo! Spero almeno che
sia venuto bene ^-^
Kanon sembra un essere
cinico e spietato, non è vero?
“Chi? Io?” ndr Kanon
con aria innocente
“Eh, sì… proprio tu >_>” ndr me
La filosofia del quid pro quo, mi spiace ammetterlo, ma
non è farina del mio sacco: avete mai visto “il silenzio degli innocenti”?
Se la risposta è no
guardatelo e capirete cosa intendo!
Oh, che bello: la so®cia oggi non c’è e posso rispondere io!
Lady Katjie: Ciao! Benvenuta
ufficialmente alla SAINT! Sono contenta che ti piaccia la storia…
Milo che vuole mettere alla porta il marmocchio
è assolutamente da
approvare XD ma forse non se ne è completamente liberato…
eheheh…
Aries_no_nike: Fai bene a tenerti buono Death Mask…
guarda come si comporta con Seiya! Sì, sì, decisamente Mu sarà più calmo,
guarda che
non è uno scherzo che
sarai la sua assistente… aspetta e vedrai! *me va via con
aureola ed aria innocente*
Diana924: Sì: I bambini sono sempre un pericolo in qualunque forma
e luogo si manifestino! Povero Camus che si è dovuto rassegnare =’(
ma… mai dire mai!
Sì, povero Kido, sembra che lo odio… adesso
il suo fantasma mi perseguiterà come Banquo che
perseguita Macbeth!
Charm_Strange: “Visto! Sono utile! Tiè!” ndr Kanon
“Non mi importa!” ndr
Saga
“Via, sciò, sparite
tutti e due!” ndr Me
Sì, sono proprio
tranquilli e rilassati, non c’è che dire >_>
In ogni caso Saori non
è il capo di tutta la SAINT: cioè, anche in “Lost Canvas” c’è Atena ma c’è anche il Sacerdote, e lo stesso è qui… e poi
figurati, Saori che si
mette a dare ordini seri… seeee, domani!