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Autore: Diddlina_4ever    21/09/2005    5 recensioni
Matteo. Evie. Diventano compagni di scuola. Fanno amicizia, iniziano a conoscersi. Fino a quando lei si innamora di lui alla follia. Lo pensa ogni momento, lo desidera, fa di tutto ma.. Lui ha paura. La illude, la disillude, la fa contenta, la ferisce. Non si capisce cosa vuole. Ma si diverte effettivamente a illuderla o ha solo paura di affermare i suoi sentimenti davanti ai suoi amici? Una storia d'amore che forse non avrà un lieto fine come tutte le altre. Una storia verosimile. La mia seconda ff, non vi assicuro niente ma.. incoraggiatemi! - DOPO DUE ANNI PUBBLICATO L'ULTIMO CAPITOLO!!!!-
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13

 

“Sei sicura di voler eliminare il file?” La scritta appariva chiaramente sulla schermata del computer.

 

“Sì”

 

E così anche il sesto tentativo di incominciare il tema “La scomparsa degli ambienti naturali ti sembra uno stupido capriccio degli ecologisti o è un problema che riguarda da vicino tutti noi?” era andato a farsi benedire.

Basta, stop. Doveva calmarsi un attimo. Un respiro profondo e.. Doveva ricominciare a scrivere il tema. Seriamente però. Si concentrò più che potè, analizzando attentamente il primo punto della scaletta: “Scrivo una breve introduzione al problema da analizzare nel testo”.

No. Basta. Così non sarebbe andata da nessuna parte. Doveva fare un attimo un pausa e poi avrebbe ripreso. Perché con quei pensieri che la assillavano da quella mattina neanche Eistein sarebbe riuscito a trovare l’ispirazione e la concentrazione giusta.

Poi improvvisamente l’angoscia riprese il controllo di lei, come quella mattina quando era appena tornata dall’ “appuntamento” con Giorgio.

Si precipitò in bagno sentendo gli occhi inumidirsi poco alla volta, cosciente che era sul punto di piangere ancora. Fece giusto in tempo a girare la chiave nella toppa della porta e la prima lacrima le solcò il viso.

Si guardò un attimo allo specchio. Aveva un’aria stravolta, stanca, triste. Non era la Evie di sempre. Quella con un sorriso pronto per ogni occasione. Si accosciò contro il muro bianco e i ricordi le impossessarono la mente..

 

FLASHBACK

 

Driin.. Driin..

Tutto era iniziato, così, con lo squillo del suo cellulare. Si era precipitata a rispondere, sperando di vedere magari apparire sulla schermata “Matty cell”. Ma come al solito aveva dovuto ricredersi. “Giorgio cell” diceva lo schermo un po’ appannato.

Trasse un respiro profondo e facendosi coraggio rispose al telefono.

- Pronto? – domandò piuttosto scocciata continuandosi a ripetere mentalmente “che diavolo vorrò questo??”

Giorgio era un ragazzo robusto, di 15 anni, né alto né basso e piuttosto bruttino. Da qualche giorno sosteneva di essersi perdutamente “innamorato” di Evie e.. questo lei avrebbe potuto anche accettarlo. Insomma, lo sapeva per esperienza che “al cuor non si comanda” e che a volte l’amore si impossessa di noi senza che noi possiamo fare finta per fermarlo. E anche se a lei non piaceva, avrebbe cercato di andargli incontro. Insomma se c’era una cosa che odiava fare era ferire le persone. Certamente non avrebbe illuso Giorgio, gli avrebbe esposto chiaramente che per lui lei non provava nulla, ma magari gli avrebbe potuto offrire la sua amicizia.

Ma con Giorgio non era così. Non poteva essere così. Per il semplice fatto che lui prima di dichiararsi perdutamente innamorato di Evie ci aveva provato con Giulia, Lara, Giada, Martina e una miriade di altre ragazze. Sostenendo sempre le stesse identiche cose. Insomma lui ci provava con qualsiasi ragazza gli capitasse sotto tiro con la speranza che prima o poi qualcuna avrebbe accettato la sua proposta. E questo le faceva venire una rabbia tremenda. Odiava le persone così.. Così stupide, così banali, così insopportabilmente superficiali.

- Ciao Evie! Senti.. Volevo chiederti se per caso stamattina hai qualcosa da fare.. No sai perchè volevo sapere se magari tra una mezz’oretta andiamo un attimo a fare un giro.. Non tanto! Solo dieci/quindici minuti.. Ti devo parlare -

“Qui si mette male..!” Pensò cercando di inventarsi mille scuse per non andare a quella sottospecie di “appuntamento”.

- Ok, va bene.. – Stava pensando di tutto, tranne quello che poi effettivamente disse. Ok, va bene’ aveva risposto. Ma era sicura di star bene? Gli aveva detto che sarebbe uscita con lui! Sarebbe dovuta uscire con Giorgio!

Si odiava a volte. Odiava quell’angioletto che ogni tanto le impossessava la mente costringendola a fare quelle che chiamava “buone azioni”. Odiava quella incapacità di ferire la gente. Quante ragazze al suo posto non ci avrebbero messo neanche un secondo a dire “Te lo scordi! Tu non mi piaci e basta..!”. Ecco cosa le mancava. Quel pizzico di faccia tosta che non guasta mai.

Sempre a preoccuparsi degli effetti che avrebbero avuto le sue azioni su chi le stava accanto.. persino gente di cui sinceramente non gliene importava niente! Quando poi gli altri, la maggior parte delle volte, agivano come meglio credevano fregandosene altamente di quello che lei avrebbe potuto provare.

Il bello era che non avrebbe mai avuto il coraggio di non presentarsi a quel maledetto appuntamento. No. Non avrebbe mai avuto la faccia tosta di fare come dicevano le sue amiche “Non ci andare.. che cosa te ne frega!”. Ci sarebbe andata. Lo sapeva. Sapeva come era fatta. Ed era certa che se non si fosse presentata il “suo angioletto” glielo avrebbe fatto pesare sulla coscienza per tempo. Era fatta così.. Nessuno poteva farci niente!

Fatto sta che mezz’ora dopo era pronta a subirsi Giorgio, davanti alla gelateria “Da Giovanni”. Il ragazzo era arrivato all’appuntamento in anticipo e appena l’aveva vista aveva iniziato a farle segni strani con le braccia. Come se lei non l’avesse visto.

Erano andati avanti a parlare per tutto il tempo del più e del meno. Scuola, amici, oratorio… Tutto tranne che quell’argomento.

Che cosa diavolo stava aspettando? Voleva andarsene a casa, dannazione! Giurava che non ci sarebbe mai uscita con lui.. Quindi o si muoveva a dichiararsi o poteva tenersi tutto dentro! Così prese le redini della situazione.

- Mi dispiace.. Ma ora devo proprio tornare a casa! Sai devo studiare e se no poi mia mamma rompe.. Sai i genitori come sono fatti! – Sorrise al pensiero di quanto la scusa “Mia mamma vuole che..” oppure “Mia mamma non vuole che..” tornasse comoda in certe situazioni quando invece era lei che non voleva fare una determinata cosa.

- Ah ok.. Ti lascio subito andare.. Volevo solo dirti una cosa.. Insomma.. – Si fermò un attimo. – Visto che tu sei carina.. Ti vuoi mettere con me? –

Doveva proprio dire che quel ragazzo era proprio un incapace a dichiararsi. Avrebbe avuto voglia di dirgli di tutto. Mille scuse le frullavano nella testa. “Mi dispiace, ma sono occupata”, “Mi dispiace, non mi piaci” oppure ancora più soft “Non ci conosciamo ancora bene. Oppure avrebbe potuto metterla sul drammatico, facendo una finta scena isterica e mettendosi a urlare “Lo sapevo che c’era sotto qualcosa.. Sei come tutti gli altri maschi!! E io che in questo momento avevo bisogno di un amico.. Pensavo che tu fossi il ragazzo che stavo aspettando! E invece sei come tutti gli altri.. Mi sono sbagliata. La vostra amicizia non è mai gratuita.. Mirate sempre a qualcosa altro!” Iniziando poi a correre, facendo finta di piangere. Certamente avrebbe fatto il suo effetto e sarebbe stato molto divertente, ma non era il genere di ragazza da fare quelle cose.

- Non so io.. – Balbettò incerta. – Ci devo pensare. – Aggiunse rapidamente.

E così era riuscita a rovinare tutto. Aveva illuso quel “povero” ragazzo semplicemente perché non riusciva a dirgli di no. Perché non voleva vederlo soffrire. Perché odiava sapere che era stata lei a ferire qualcuno.

Si salutarono e si avviò verso casa. “Poverino però.. Mi fa quasi pena! Non so perché non riesco a mandarlo a quel paese.. A dirgli che non solo non mi piace, ma non voglio neanche essere sua amica. Già.. Penso che sono sua amica per pura e semplice compassione”

Fu un attimo. Un flash. Quella frase che si era detta mentalmente “Penso che sono sua amica per pura e semplice compassione!” le impossessò la mente. E qualcosa le venne in mente. Qualcosa di confuso inizialmente, che però la ferì profondamente.

Pensò a Giorgio, pensò a lei, a Matteo e di nuovo a lei. Quel quartetto aveva qualcosa di comune.

Giorgio era “lo sfigato” della situazione che le andava dietro. A lei non piaceva e se manteneva la sua amicizia era solo per semplice pena. Anzi la irritava parecchio il suo modo di andarle dietro.. Insomma se non le piaceva, non le piaceva! Non capiva perché doveva insistere.. Era assillante. Già. Assillante era la parola giusta.

E poi la sua attenzione si spostò su Matteo e lei.

Lei, in quel caso, era “la sfigata” della situazione che gli andava dietro da parecchio tempo anche. A lui lei non piaceva, glielo aveva detto anche, e… magari anche lui manteneva la sua amicizia solo per semplice pena. Forse anche a Matteo lei irritava parecchio. Anche lui pensava che se  lei non gli piaceva, non gli piaceva e basta! Forse nemmeno lui non capiva perché doveva insistere.. Era assillante. Già. Si lamentava tanto di Giorgio. Quando poi lei stava facendo la stessa identica cosa.

Fu peggio di cento pugnalate al cuore. Lo sapeva che quella era una cosa piuttosto scontata ed anzi non riusciva a capire come aveva fatto ad arrivarci solo in quel momento. Ma non aveva mai visto la situazione da quel punto di vista. E le fece un male tremendo.

Perché per la prima volta la verità, pura e semplice, le si era presentata davanti agli occhi. “TU A MATTEO NON PIACI. PUNTO E BASTA. NON PIACI. LUI PROBABILMENTE NON SA COME LIBERARSI DI TE PERCHÉ GLI FAI PENA! È SOLO PER QUESTO, EVIE, CHE MANTIENE LA TUA AMICIZIA! SEI ASSILLANTE. PROBABILMENTE NEANCHE TI SOPPORTA! NON GLI PIACI. NON GLI PIACI. E NON PUOI CAMBIARE QUESTA SITUAZIONE”

Perché per la prima volta mettendosi nei suoi panni le era sembrato di vedere le cose proprio dai suoi occhi. Di capire tutto.

Non era mai riuscita ad accettare la realtà. Forse il profondo del suo cuore lo sapeva, ma lei aveva cercato di ignorarla facendo finta di niente. Aveva continuato a rincorrere Matteo perché qualcosa le diceva che non era vero che a lui lei non piaceva. Ma in quel momento le sembrava di aver capito tutto.

Matteo non era innamorato di lei, non avrebbe mai potuto esserlo.

Matteo era suo amico probabilmente solo perché le faceva pena. Compassione.

Questa era la realtà. Questa era la dura e cruda verità. E lei avrebbe dovuto imparare a conviverci ed ad accettarla poco alla volta.

 

 

FINE FLASHBACK

 

Era andata così quella mattina. Ed era anche quello il motivo per cui in quel momento se ne stava lì accoccolata in un angolino del bagno a piangere.

Lei, che si credeva padrona del mondo. Lei, che pensava che insistendo avrebbe potuto cambiare il destino. Lei, che credeva di poter manipolare a suo piacimento i sentimenti altrui. Che si era nascosto dietro un muro per paura di accettare la realtà. Che si era rifiutata di superare quell’ostacolo che la vita le aveva presentato. Che aveva preferito nascondersi in un mondo di illusioni, sogni, bugie piuttosto che farsi entrare in testa la cruda verità.

“Io non gli piaccio e lo devo accettare” Si ripeteva mentalmente, continuamente.

Ma quello che la faceva piangere in quel momento era la coscienza che non sarebbe riuscita a dimenticarlo così su due piedi. Avrebbe potuto andare avanti a ripetersi quella stupida frasetta all’infinito, ma sapeva che non sarebbe stata capace di lasciare in pace Matteo. Di lasciargli vivere la sua vita. Di lasciargli compiere le sue scelte, senza che lei fosse lì in mezzo.

Non sarebbe mai e poi mai stata capace di fingere di non amarlo più. Di non provare ancora con tenacia a rincorrerlo sperando che un giorno qualcosa sarebbe cambiato. Non era capace di non essere più assillante. No. Lei non ci sarebbe mai riuscita. Perché lo amava. Tanto. Troppo. E fingere il contrario la avrebbe annientata.

La vita non è come un film o come un romanzo. Sai quei film o quei libri in cui succede di tutto. I due protagonisti che si amano alla follia che devono passare mille peripezie prima di potersi amare in pace. Ma alla fine riescono a coronare il loro sogno. Oppure quei libri nei quali uno dei due rincorre l’altro per una vita e alla fine però riesce a conquistarlo, a farsi uno spazio nel suo cuore.

Nella vita la trama potrà anche essere simile, ma quello che cambia è il finale. La trama della sua vita era così: “Lei rincorreva lui per una vita e alla fine si rendeva conto che non avrebbe mai potuto conquistarlo. E soffriva in silenzio, con il cuore a pezzi”

Era questo il suo romanzo.

Era rimasta per lungo tempo drogata di sogni, di speranza, di illusioni. Con la speranza che la vita avrebbe potuto essere come uno di quei film visti al cinema o a casa delle amiche in un pomeriggio di inverno.

La vita però purtroppo non era così. E questa volta avrebbe dovuto accettarlo. Per forza.

Cercò di asciugarsi le lacrime e ritornò davanti allo schermo vuoto del computer sul quale appariva ancora il titolo del tema. Fece un respiro profondo e iniziò a concentrarsi.

Facendo finta di niente. Cercando di mettere a tacere il suo cuore ferito.

Ma in fondo al suo cuore quel diavoletto diabolico continuava a ripetere:

“Gli fai solo pena.

Non gli piaci.

Tu non gli piacerai mai.

Sei assillante.

Non gli piaci”

Quella parole che annientavano poco alla volta quel cuore spezzato, quel cuore drogato di sogni, di illusioni, di speranze. Era quella la cruda realtà. E avrebbe dovuto iniziare ad accettarla. Da quel momento.

 

FINE CAPITOLO 13

 

E finalmente il “tanto atteso” capitolo è arrivato.. Vi ho fatto aspettare, vero? Vi chiedo scusa ma tra inizio della scuola, ripresa degli allenamenti ecc.. ho avuto molto da fare! Comunque vi ringrazio tanto.. Un bacione a tutti i miei lettori che ogni capitolo diventano sempre più numerosi.. Grazie!! A presto! (Questa volta vi prometto che non vi farò aspettare tanto nd_diddly  Dicono tutti così.. nd_tutti)

Grazie mille ancora..!!

Bacioni

Diddllina_4ever

 

P.S. Lo so come capitolo è un po’ triste.. Non datemi dell’insensibile o della spietata! Ma la storia deve essere anche un po’ così.. no?

  
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