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Autore: Berenike    17/07/2010    3 recensioni
Forse, pensò, Inu Yasha era un po' come il suo piumone. La faceva sentire protetta, a casa.
Kagome rise tra sé. La stanchezza giocava davvero brutti scherzi. Forse era il caso di fare una passeggiata e di schiarsi un po' le idee..
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due: Non sei solo

Kagome era lì. Era bellissima nel suo pigiama azzurro, così diverso da quelli della sua epoca.. Prima di tutto era disegnato e lasciava.. così poco spazio all'immaginazione!
Il mezzo-demone cercò di riprendersi. Doveva rimanere concetrato.
Non doveva assolutamente farsi deconcentrare dal fatto che lei fosse lì, seduta su una roccia ai pedi del fiume. Sembrava pensierosa, mentre con le dita della mano destra toccava l'acqua fredda. Sembrava infreddolita, ma non sembrava importarle. Forse anche lei non riusciva a dormire, forse anche lei era lì per farsi un bagno.
L'idea lo terrorizzò. Sentì un brivido corrergli lungo la schiena, fino alla punta delle dita. Non doveva vedere nuda Kagome per nessuna ragione. Dovevano passare ancora molto tempo insieme, e lei non l'avrebbe mai perdonato.
Lei non l'aveva visto, era ancora in tempo per girarsi e tornare a dormire..
-Inu Yasha? - Maledizione. Come aveva fatto a vederlo? Lui si fermò e analizzò la situazione: poteva scappare e negare il tutto il giorno successivo, o comportarsi da uomo, uscire da dietro l'albero e fare la figura del maniaco sessuale. Fece per scappare quando Kagome fece l'unica cosa che pregava non facesse..
-A CUCCIA! - Inu Yasha si ritrovò a terra, completamente schiacciato contro il terreno.
Maledizione!
Sentì dei passi avvicinarsi. Erano i passi leggeri di Kagome che gli andavano incontro. Il profumo della sua pelle riempì l'aria.
-Cosa ci fai qui? Mi stavi spiando? - Inu Yasha non era ancora stato capace di riprendere fiato, era ancora per terra quando lei si avvicinò con sguardo minaccioso. Ecco, ora era arrabbiata.
-No, non è come pensi. - Il mezzo-demone si mise seduto. Con tutti i lividi e le botte che aveva, gli mancava solo il gesto di Kagome, che di sicuro non migliorò la situazione.
E fu solo allora che si ricordò.
I lividi. I vestiti. I lividi. I lividi. Maledizione!
Non fece nemmeno tempo a dirlo che.. -Cosa sono tutti questi lividi? - Lo sguardo di Kagome cambiò da minaccioso a curioso in un attimo. I suoi occhi prima si posarono sul torso di Inu Yasha, vestito solo di un indumento per coprire ciò che era meglio (molto meglio) non vedesse, poi si posarono sulle tante chiazze nere che gli ricoprivano le gambe, le braccia, il torso.. I muscoli..
Kagome, concentrati si ordinò la ragazza.
-Sono lividi. Per la battaglia. - Rispose lui, stanco e preoccupato per la situazione. Almeno lei sembrava aver notato il suo fisico demoniaco... Non era il momento di scherzare. Kagome non era una di quelle ragazze che si fanno sviare dai muscoli.
-Li.. li hai sempre? - chiese l'umana, così piccola e fragile a suo confronto. La voce le tremava, era chiaro che non si aspettava questo risvolto.
-Si, sempre. Ero venuto per farmi un bagno, quando ti ho vista stavo per tornare indietro per.. -
-Io non riuscivo a dormire – disse lei per giustificarsi. Non sapeva come funzionasse in quell'epoca, ma nella sua non era certo conveniente che una ragazza rimasse da sola, di notte, in pigiama, accanto ad un fiume buio e senza protezione.
-Non ti preoccupare, me ne stavo andando. - Inu Yasha era sicuro che il giorno dopo ci sarebbe stato dell'imbarazzo tra di loro. Lui era seminudo, lei in pigiama, ed aveva scoperto il suo piccolo segreto..
Il mezzo demone iniziò ad allontanarsi. Passò l'albero dove fino a qualche minuto prima si era nascosto, girò l'angolo quando una mano piccola e fredda, toccò la sua, così grande e calda, e la strinse forte.
-Inu Yasha aspetta. Non te ne andare. - I loro occhi si incontrarono. Da una parte lui, desideroso di stringerla forte a sé, di proteggerla e di non farla mai andare via, dall'altra lei, incapace di dormire perché troppo occupata ad immaginare scene come quella che proprio ora stava vivendo..
-Seguimi.. - Sempre mano nella mano, lei lo portò accanto al fiume, lo fece sedere nella pietra su cui poco prima era seduta lei e gli fece cenno di non preoccuparsi. Lui la seguiva senza porre domande, curioso di scoprire la prossima mossa.
Kagome prese dell'acqua dal fiume e iniziò a passarla sopra le ferite del mezzo-demone. Sapeva che doveva bruciare sulle ferite aperte, ma l'acqua salata era un buon disinfettante e per questo era sicura che avrebbero solo giovato. Anche se le ferite erano di natura demoniaca.
Prima passò dell'acqua sulle gambe, facendo attenzione a delle ferite precedenti che si stavano chiudendo. Toccò piano i lividi, per paura di fare peggio, e poi passò alle braccia. Accarezzò prima le sue braccia calde e muscolose, e poi con profonda dedizione, portò dell'acqua fino ad esse, e gli portò sollievo, per il poco che poteva fare. Guardò poi la ferita all'avambraccio e gliela fasciò strappandosi una parte del suo pigiama, dall'orlo finale.
Quando ebbe finito,guardò Inu Yasha negli occhi e fece una cosa che probabilmente nessuno dei due si aspettava.
Lo abbracciò.
Semplicemente, gli si avvicinò e lo strinse forte, come per non lasciarlo mai più andare via.
Finalmente, tra le sue braccia, si sentiva sicura e felice, proprio come quando era a casa, abbracciata al suo piumone. Anche meglio.
Inu Yasha davvero non se lo aspettava. Appena Kagome toccò il suo corpo ancora umido, lui provò una fitta alle costole per le ferite, ma non si tolse all'abbraccio.
Era forse l'atto più dolce che qualcuno avesse mai fatto nei suoi confronti. Kagome era così viva, così vera, così.. sua. Apparteneva al suo cuore, per sempre.
-Grazie – riuscì finalmente a sussurrarle Inu Yasha dopo qualche minuto di silenzio.
Kagome alzò gli occhi, lo guardò come se potesse guardare fino al profondo della sua anima e gli rispose con la cosa che più voleva digli dopo tutto quel tempo che trascorrevano insieme:
-Tu ti prendi cura di me ogni giorno. Anche io voglio prendermi cura di te, per non farti sentire mai solo. Perché qui ci sono io, sono qui per te. -
Si alzò e andò verso la sua camera. Inu Yasha rimase lì ancora qualche minuto, prima di addormentarsi lì dov'era, su quel masso dove aveva scoperto di non essere solo, lì dove finalmente aveva trovato l'amore.
   
 
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