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Autore: KonataChan    17/07/2010    5 recensioni
"Naturalmente una foresta non ha sentieri battuti alla perfezione, anzi. In contemporanea, infatti, Suigetsu e Karin inciamparono. O, per meglio dire, entrambi incontrarono sulla loro strada un sasso delle proporzioni necessarie a piegare un piede senza rompersi a sua volta. Poiché, ancora una volta, si dimostrarono opposti nella reazione." SuiKa. O almeno credo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Karin, Suigetsu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Se lo picchi ha diritto a baciarti.

Come Suigetsu e Karin si conoscessero era noto.

Il pellegrinaggio del minore degli Uchiha, il Vendicatore Sasuke, li aveva portati sulla stessa strada.

Ma, ciò che invece era decisamente alla mercé di tutti, era che qualsiasi affermazione dell’una veniva smentita dall’altro e viceversa. Per farla breve, i due non si sopportavano.

Tuttavia il team procedeva senza troppi intoppi perché, mentre Juugo rimaneva statico e totalmente indifferente alle lunghe discussioni della donna-energumeno e dell’uomo-pesce, c’era chi, nonostante la fredda riservatezza e la distaccata compostezza, dopo circa cinque minuti cominciava ad alterarsi.

Così, camminando distrattamente, Sasuke imponeva il silenzio.

Ora, lettori, è necessario che vi spieghi l’importante ruolo del genio per i due ragazzi litigiosi.

Per Karin, la "camminata distratta" equivaleva ad una sfilata da modello e la parlata tranquilla e disinteressata una soave musica.

Così, arrossendo e sistemandosi gli occhiali neri sul naso, obbediva la comando, civettuola.

L’immagine di Suigetsu invece era quasi totalmente diversa.

I movimenti erano sempre menefreghisti e altezzosi con il puro intento di provocarlo – e ricordava di averlo visto lanciargli qualche occhiata di sfida, di tanto in tanto – mentre la voce era secca e irritante.

Come se fosse lui a comandare, qui.

E con questo pensiero fisso nella mente non riusciva mai ad eseguire l’ordine. A meno che, ovviamente, una rossa e scompigliata chioma non si fosse voltata verso di lui e, dietro al riflesso delle lenti lucide, mostrasse un luccichio omicida.

Non oserebbe disubbidirgli. E non permetterebbe a me di farlo.

Così, sbuffando, l’acquatico ragazzo si zittiva.

Ma è proprio del giorno in cui Sasuke decise di tacere di cui vi voglio parlare.

Stavano puntualmente camminando nel bosco e, il cielo limpido si era fatto scuro ma vivo di stelle. *

Naturalmente una foresta non ha sentieri battuti alla perfezione, anzi.

In contemporanea, infatti, Suigetsu e Karin inciamparono. O, per meglio dire, entrambi incontrarono sulla loro strada un sasso delle proporzioni necessarie a piegare un piede senza rompersi a sua volta.

Poiché, ancora una volta, si dimostrarono opposti nella reazione.

Nel momento in cui Hozuki incontrò la pietra egli si era liquefatto la gamba, procedendo senza intoppi.

La ragazza, di carne, inciampò e cadde.

Quando rialzò il viso dal terreno aveva naso e guance coperte di terriccio che, a loro volta, nascondevano malamente il rossore purpureo sul viso della sfortunata kunoichi che vide il giovane e bel Uchiha guardarla, indifferente. Mentre il ragazzo accanto sghignazzava mostrando i denti acuminati.

Juugo, nella sua pacata gentilezza, le porse una mano, offrendosi per aiutarla ad alzarsi.

Karin, tuttavia, schiaffò via la mano e si alzò velocemente.

- Che ti ridi, pinna blu? – aveva affermato con il chiaro tentativo di offendere.

- Sei rossa d’imbarazzo e marrone di terra. Dovresti vederti! Sei buffissima! – replicò invece il ragazzo.

Indignata alzò il pugno colpendo fulmineamente una guancia d’acqua.

La mano s’allontanò e il viso di Suigetsu si ricompose in fretta.

- Una kunoichi che si fa atterrare da un sasso! – aveva continuato a ridere l'uomo-tritone.

- Ma vaffan.. – cominciò la ragazza, attaccandolo decisa.

Ma, come sempre il corpo si disfò ma, al posto di cadere a terra come pensava avrebbe fatto, lo spadaccino la sorresse, portando i loro visi ad una distanza minima.

Sospirò sulle sue labbra e Karin capì che il suo nemico sapeva di menta pungente.

La stessa fragranza che le giunse sempre più forte al naso.

Aprì gli occhi, che aveva chiuso per il mancato impatto con il suolo ritrovandosi davanti degli occhi saccenti fucsia, che la guardavano con aria di sfida.

Lei aggrottò le sopracciglia e fece per insultarlo nuovamente ma si trovò la bocca ostruita dalla menta.

Fulmineamente collegò.

Facendo pressione sulle spalle larghe del ragazzo davanti a lui si staccò immediatamente e riuscì –miracolosamente- a colpirlo con un calcio ben assestato al ventre.

Per poi risistemarsi gli occhiali che, lucenti, non mostravano il suo volto furioso.

Si voltò verso Sasuke, cambiando repentinamente espressione.

- Stai tranquillo, Sasuke-kun – aveva detto, con voce acuta – Non provo niente per lui!-

Eppure, pensarono sia Suigetsu che Karin, sembrava una frase rivolta a convincere se stessi più che Sasuke.

 

* Concedetemi una licenza poetica, nata in un momento di particolare ispirazione.

Ok, Ok!

Piccola Anguria a sè, a cui, devo dirlo, sono particolarmente affezzionata.

Nessuna domanda, non so nemmeno io perchè.

Forse perchè sia Suigetsu che Karin mi stanno estremamente simpatici. E l'Uchiha no. Non c'entra niente, ma ribadirlo non fa mai male.

Ce ne sarebbe un'altra, che non c'entra assolutamente niente con questa. E la pubblicherò, eh. Lo farò.

Non mi sembra che nessuno dei personaggi citati sia eccessivamente OOC, e ne sono anche sufficientemente felice.

Apprezzo le critiche, quindi demoralizzatemi, se ci riuscite *mangia fetta d'anguria gialla*.

KonataChan

  
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