“Bryan
alzati! O farai tardi
a scuola!” la voce della signora Becky lo destò
dal suo sonno. Aprì gli occhi
lentamente. Sbuffò. Non senza difficoltà si
alzò dal letto e andò a prepararsi.
Una volta finito scese a fare colazione in tutta fretta, rischiando di
cadere
per la tromba delle scale.
“La
ringrazio ancora signora
Becky per avermi permesso di stare qui fin tanto che vado a
scuola...” disse il
ragazzo con largo sorriso.
“Di
nulla giovanotto, essere
lontani da casa non è facile!Ah, Bryan, dopo scuola vai a
salutare i nuovi
vicini!” Bryan alzò la testa e la
osservò.
“Nuovi
vicini?” chiese perplesso.
“Esatto,
sono arrivati
stamane, si sono trasferiti qui di fronte!”
“Strano
che io non li abbia
sentiti...” disse fra se e se. Ma la signora Becky nonostante
l’età, aveva
ancora un buon udito. “Perché è
così strano?Quando dormi non senti mai nulla!”
lo rimproverò scherzosamente l’anziana donna.
“Hehe,
no nulla!” il ragazzo
si alzò e si avviò verso la porta dopo aver preso
lo zaino “Beh signora Becky,
io vado a scuola altrimenti rischio di far tardi!”
“D’accordo! Sta
attento!”
disse con fare amorevole la donna. La signora Becky era ormai come una
seconda
madre, l’aveva trovato un anno prima mentre cercava casa e
l’aveva invitato a
stare da lei. Bryan nonostante fosse dubbios dalla proposta di
quell’anziana
donna dai capelli riccioluti e da quella voce amorevole,
accettò di buon grado.
Da allora era sempre rimasto li, in attesa di finire, per
l’ennesima volta la
scuola. Uscito dalla porta osservò la casa di fronte, e vide
parcheggiata una
Mustang nera del 68, con due strisce bianche al centro.
Contemplò per alcuni
minuti quell’auto prima di riavviarsi verso scuola. Dopo
l’inizio delle lezioni
scolastiche, il tempo volò. Una fortuna visto che Bryan non
era mai stato
particolarmente amante della
scuola, nonostante fosse stato costretto a ripeterla più di
una volta, tutte
quelle chiacchiere sull’evoluzione della specie umana, della
fusione degli
atomi, o dell’effetto degli stafilococchi su un corpo umano,
non gli
interessavano affatto, per non parlare poi
“dell’arte del sezionare rane” o
così come la chiamava il suo professore di anatomia. Il
suono della campanella
fu per lui una liberazione. Le consuete cinque ore di scuola si
facevano sempre
più noiose man mano che passava il tempo. Dopo esser
arrivato fuori la porta di
casa, si ricordò di ciò che aveva detto la
signora Becky. Andare a salutare i
vicini. Posò lo zaino fuori la porta di casa, e si
avviò verso l’altro lato della
strada. Bussò un paio di volte e aspettò. Quando
la porta di casa si aprì, il
ragazzo si ritrovò davanti un’attraente donna dai
lisci capelli rossi, due
labbra rosee e due occhi azzurri e molto chiari. Ne fu subito colpito
ma uno
strano odore gli arrivò alle narici. D’altro canto
la donna, che aveva sorriso
quando aveva aperto la porta,aveva assunto un aria più che
seria, appena aveva visto
Bryan.
Si
scrutarono per pochi
secondi, fino a quando la donna non esordì con un suadente
“Si?”.
“Salve,
mi chiamo Bryan,
abito qui di fronte, ho saputo che vi siete appena trasferiti, quindi
volevo
darle il benvenuto da parte mia e della signora
Becky!”spiegò sorridendo il
ragazzo.
“Oh,
che gentili, la famiglia
Laudry vi ringrazia!” la donna rispose con un sorriso
tutt’altro che rassicurante,
quasi “assassino”.
Dall’altra
stanza si sentì la
voce di un uomo “Tesoro chi è?”, poco
dopo si presentò alla porta un uomo che
sembrava non avere età, i capelli erano neri, portati
all’indietro, un paio di
occhi neri come la pece e una carnagione piuttosto pallida.
“Sono
i vicini che ci danno
il benvenuto!” commentò ancora sorridente la donna.
L’uomo,
per un attimo, aveva
avuto più o meno la stessa espressione della donna nel
momento in cui l’aveva
visto. Ma subito dopo un sorriso gli si era formato sulle con labbra.
“Oh, vi
ringrazio per la gentilezza!”
“Piacere,
il mio nome è
Bryan” rispose il ragazzo
con un sorriso
nervoso “Beh credo che sia ora di andare, devo
studiare!”
“Aspetta!
Vai già via? Non
vuoi entrare per bere qualcosa?” chiese la donna con tono
dispiaciuto.
“Papà,
mamma, con chi state
parlando?” esordì una terza voce. Era la voce di
una ragazza. Poco dopo anche
lei comparve fra i tre.
“Oh,
lascia che ti presenti
mia figlia Selena!” disse l’uomo spingendo la
ragazza in avanti.
Lei
sorrise, ma il suo
sorriso non era affatto come quello “assassino” di
sua madre ne come quello
poco rassicurante, del padre. Quel sorriso era dolce, ed innocente e
Bryan
rimase molto colpito. La ragazza gli porse la mano.
“Piacere,
come ha già
preannunciato mio padre, io mi chiamo Selena!”.
“Piacere
mio...io sono Bryan”
rispose il ragazzo stringendole la mano. La osservò per
degli attimi che a lui
sembrarono infiniti.
Selena,
aveva dei capelli
neri, il viso era piccolo, ma abbellito da due profondi occhi neri. La
pelle
era liscia e bianca. Il fisico era piuttosto esile, doveva avere
più o meno 17
anni,o almeno era quella l’età che dimostrava.
Bryan sembrò incantato, almeno
fino a quando la madre non lo svegliò con un sonoro
“Beh, se proprio devi
andare!”
“Eh,
oh si certo...beh è
stato un piacere..hehe...alla prossima!”arrossì di
botto poi si
allontanò in fretta poi entrò dentro casa
e diede un ultimo saluto con un cenno della mano.
La
donna chiuse la porta
continuando a sorridere in modo sadico.
“Sarà
interessante...”
bisbigliò la donna.
“Eh
già...” rispose il marito
con fare piuttosto disinteressato, mentre tornava a leggere il suo
giornale.
La
ragazza ignorò quegli
strani commenti fra i suoi genitori. “Che strano tipo quel
Bryan...non più
strano di voi ovvio...però...devo fare la sua
conoscenza!”
“Farò
finta di non aver
sentito.... perché oggi non lo vai a trovare? Mi
è sembrato piuttosto scosso
quando ti ha visto!” commentò la madre.
“Beh
ci farò un pensierino!”
Intanto
Bryan, dopo essersi
sciacquato il viso, andò a distendersi sul letto.
D’un tratto gli era
completamente passata la fame, come se un blocco di mattone gli si
fosse
piazzato al centro dello stomaco, zittendo ogni brontolio, provocato
dai morsi
della fame. Quella strana famiglia... la ragazza sembrava essere
l’unica
normale in quella casa. Ciò che più gli aveva
fatto raggelare il sangue erano
stati gli occhi della donna dai capelli rossi. Poi quello strano odore
che gli
era prepotentemente entrato nelle narici. Quella famiglia gli metteva
paura, e
non era cosa semplice. Decise di riposarsi e di dormirci su. Non ci
volle molto
prima di cadere nella braccia di morfeo. Ancora una volta
però il suo sonno fu
interrotto dalla voce della signora Becky che lo chiamava con
insistenza.
Quando fu totalmente svegli iniziò a distinguere le parole,
che fino a qualche
minuto prima gli erano sembrate soltanto un mucchio di lettere messe a
caso in
una frase incompiuta.
“Bryan!
Svegliati! Abbiamo
visite!”
Quando
anche il suo cervello
fu completamente connesso con tutto il corpo riuscì
addirittura a parlare.
“Si...arrivo
subito!” non
sapeva se la sua voce annoiata fosse arrivata a destinazione, ma detto
questo
iniziò la procedura di connessione con le arti motorie,
ovvero l’alzarsi dal
letto. Tutto ciò gli risultò piuttosto
strano.Sembrava che il suo corpo non
volesse più reagire agli impulsi del cervello. Era
incredibilente lento.
Si
strofinò gli occhi
svariate volte, poi andò in bagno a darsi un aggiustata.
Nel
frattempo, la signora
Becky si stava scusando con l’ospite per la lentezza del
ragazzo.
“Mi
dispiace
signorina...Selena giusto? Non è mai stato così
lento”
“Non
si preoccupi, non ho
nulla da fare, poi è colpa mia, mi sono presentata
così all’improvviso...”
rispose la ragazza sorridente
“Sei
stata fortunata a
trovare me, se fosse stato da solo quel ragazzo non avrebbe sentito
neanche lo
scoppio di un ordigno nucleare!”
Finalmente
il ragazzo si
presentò sulla tromba delle scale,mentre infilava una
maglietta.
Solo
finita l’operazione si
rese conto di chi fosse l’ospite.
“Oh,
Selena...che ci fai
qui?Cioè, non che la tua visita sia indesiderata, non
intendevo questo, sono
solo sorpreso della tua visita ecco!” farneticò
nervosamente Bryan.
La
ragazza rispose con una
risatina “Non preoccuparti, avevo capito il senso! Sono
passata sia per
ringraziare la signora Becky del benvenuto, che per fare un giro
turistico del
vicinato!”
“Oh...vuoi
che ti
accompagni?”. “Ma certo
che vuole che
l’accompagni stupido altrimenti perché sarebbe
qui?” pensò il ragazzo.
“Mi
farebbe piacere!”Rispose
lei.
“Allora...andiamo!”.
“Ma come fa questa ragazza a
rendermi così
nervoso? E perché non l’ho nemmeno sentita
arrivare!Che diavolo sta
succedendo?”
I
due uscirono dopo aver
salutato la signora Becky. Iniziarono a camminare per il lungo viale,
ad
entrambi i lati della strada c’erano delle villette a schiera
con tanto di
giardino.
Bryan
spiegò alla ragazza,
quali erano gli abitanti da evitare perché troppo
fastidiosi, come i signori Brownie
che erano fastidiosi quanto una discoteca per un cane o quali quelli da
frequentare come la famiglia Delambert! Una famiglia francese, molto
per bene e
molto generosa, che di tanto in tanto chiedeva di falciare il prato,
per una
cospicua somma di denaro. Poi le raccontò di vari episodi
accaduti nel
quartiere, e di altri piccoli e irrilevanti dettagli. Per finire
andarono a
sedersi su un muretto.
“Spero
di averti detto tutto” concluse il ragazzo!
“Beh,
non tutto a dire la
verità!” rispose la ragazza, “ non mi
hai ancora parlato di te!”
“Beh
non sono molto
interessante...cosa potrei mai dirti?”
“Beh,
per esempio, quanti
anni hai, da dove vieni, cosa fai nella vita?”insistette la
ragazza.
“Ho
diciassette anni, vengo
dal Tennessee e studio! Spero sia una risposta esauriente!”
“Sembrano
risposte date così
per chiudere il discorso!” si lamentò lei.
“Non
mi piace molto parlare
di me...piuttosto dimmi tu qualcosa di più su di te, e sulla
tua famiglia!”
“Siamo
una semplice famiglia
venuta da lontano in cerca di tranquilità!Niente di
più...” rispose sorridendo.
“Adesso
sembra che sia tu a
voler chiudere il discorso!” rispose con aria da rimprovero
alla ragazza.
“Anche
a me non piace parlare
molto di me e della mia famiglia!”
“Capisco...”
guardando
l’orario si rese conto che erano le 6:30 passate
“Sono le 6:30 passate...oh!”
sorrise illuminato.
“Cosa?”
chiese perplessa.
“Ti
va di vedere una cosa?”
“Ok..”
rispose ancor più
perplessa.
“Bene
allora muoviamoci!” il
ragazzo scese dal muretto e iniziò a correre.
Lei
lo osservò poi sorridendo
gli corse dietro.
“Devo fare attenzione a non correre troppo
altrimenti rischio di
perderla” Bryan sbarrò gli occhi quando
vide che la ragazza l’aveva già
superato e sembrava correre velocissima. “Ma
che diavolo?”
Fu
costretto ad accellerare
per tenerle il passo, ma nonostante questo non riuscì a
starle dietro.
“Cavolo, per me che sono un Lycans dovrebbe essere
facilissimo
superarla, ma questa ragazza...non può essere
normale!”
Solo
sforzandosi al massimo
riuscì a superarla. Arrivarono a destinazione dopo pochi
minuti. Bryan aveva un
fiatone incredibile, mentre Selena sembra non aver nemmeno
l’ombra di
stanchezza.
“Non
ti facevo così fiacco,
per il fisico che ti ritrovi pensavo che tu fossi più
allenato!” commentò
sarcastica la ragazza.
Non
aveva torto, Bryan
persentava un fisico palestrato abbastanza muscoloso, ma non
esageratamente, in
più era alto almeno un metro e 80, rispetto a lei che era
una ventina di
centimetri più bassa!
“Ho
più
peso....da....portare...” tentò di giustificarsi,
mentre l’affanno prendeva il
sopravvento.
“Sisi
come no! Non riesci ad
accettare il fatto che una ragazza ti abbia battuto! Comunque
perché mi hai
portato qui?”
Il
ragazzo ancora abbattuto
dal fiatone, si limitò ad indicare l’orizzonte.
Selena rimase affascinata dallo
stupendo tramonto che vide dinanzi a se.
“Questo...posto,
è...famoso,
per i suoi tramonti...” solo ora il ragazzo si stava
riprendendo dal fiatone.
“Wow...è
davvero bellissimo.”
Commentò estasiata.
“Ma
dimmi una cosa...come fai
a correre così veloce?”
“Io?
Sono un vampiro!”
rispose sorridendo.
Bryan
sbarrò gli occhi... “Vampiro?”