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Autore: likemma    19/07/2010    0 recensioni
Scesi dall’auto, frastornata. Era stata la serata più brutta della mia vita. Ringraziai Alice per il passaggio. Lei era l’unica che era stata almeno un po’… gentile? con me. Da quando Lola era partita era l’unica persona che mi capiva. La macchina sgommò, ed io, piangendo, aprii la porta di casa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seduti sulla sabbia morbida, uno accanto all’altra, abbracciati.

Romantico.

Peccato che non fosse proprio una situazione romantica.

Avevo appena finito di raccontare a Scott la mia vita.

Di come io, Destiny e nostro padre avevamo dovuto lasciare New York per trasferirci a Los Angeles; di come avevo conosciuto Lola, la mia migliore amica; di come tutto era finito con il mio unico vero fidanzato, James; di come mi sentivo sola nell’ultimo periodo, senza una madre con cui condividere la mia adolescenza.

E lui mi aveva ascoltato, senza porre domande, senza interrompermi mai. Come un vero amico avrebbe dovuto fare.

Quando terminai il mio racconto, una lacrima scese dal mio occhio. E poi un’altra, e un’altra ancora. Stavo piangendo a dirotto, lì, vicina a Scott.

Lui mi abbracciò, dolcemente. Sentivo il suo profumo, così delicato, come lui.

Era bello stare lì, senza pensare a niente. All’improvviso mi venne una voglia improvvisa di baciarlo, ma mi trattenni. Non potevo.

Quando finalmente ci staccammo, io mi asciugai le lacrime con la mano e incitai Scott di raccontare la sua, di storia.

«Sì. Allora, ho un fratello più piccolo, Nate, ma non credo che t’interessi molto adesso. Da sempre amo la musica: canto, suono, scrivo testi… io, Frank e Jack – i miei due migliori amici - abbiamo formato una band, i Like Brothers, speriamo che un giorno sfondi.

«Poi, beh, che dire? Ho conosciuto Emily qualche anno fa… è una persona stupenda, credimi, è solo che… l’hai trovata in un momento sbagliato, ecco».

Non ci credevo molto, ma rimasi in silenzio ad ascoltare la voce rassicurante di Scott.

«E… insomma… sono otto mesi che stiamo insieme… io le voglio molto bene, e so che lei ne vuole altrettanto a me, ma in questo periodo, non so… diciamo che… che non siamo più in sintonia come prima: lei è gelosa di ogni mia amica, non usciamo più insieme da giorni… pensa che l’ultimo bacio ce lo siamo dati tre settimane fa.

«Io non so cosa mi prende, ma credo che sia arrivato il momento di rompere. Però non ce la faccio. Emily è affezionata a me in modo esagerato e quindi non so come lasciarla. Ho paura di farle troppo male. Io… io sono molto sensibile per queste cose…»

«Sai» gli dissi, «non è facile trovare ragazzi così sensibili. Altri ti scaricano e basta, dopo cinque mesi e mezzo… con un sms…»

E di nuovo lacrime. Fiumi di lacrime in piena.

E di nuovo un abbraccio, ancora più caldo, ancora più dolce, ancora più romantico.

«Scusa» sussurrai, staccandomi. «Scusami, Scott. Io…»

«Emma» disse lui dolcemente, «tu non devi scusarti di nulla. E’ naturale soffrire per amore, sarebbe strano che tu non piangessi ricordandolo. Adesso sfogati, su».

Mi prese di nuovo fra le sue braccia, mentre io continuavo a versare lacrime su lacrime.

Restammo così per ore… o almeno così mi sembrava.

Lui mi accarezzava, mi coccolava, mi dava tiepidi baci sulla fronte, per tranquillizzarmi…

«Wow».

…mi cullava al ritmo delle onde…

«Ho detto, wow».

…mi sussurrava parole confortanti nelle orecchie…

«Ehm ehm… W-O-W».

Ci girammo.

Una bella ragazza, con denti perfetti e capelli scuri si stagliava di fronte a noi, con un’espressione disgustata.

«Bene, Scott. Vedo che Emily aveva ragione: la stai veramente tradendo con un’altra ragazza. Complimenti, complimenti».

«Alice… noi siamo solo amici! Tu sai che io sono sincero! Alice!» le disse Scott, preoccupato.

L’espressione della ragazza si era intenerita.

«Scott, io ti conosco da molto» iniziò a dire Alice, «e so che tu non dici molte bugie, ma, se tu fossi nei miei panni, cosa penseresti vedendoti abbracciato ad un’altra ragazza, dandole dei baci sul viso, coccolandola… insomma, io sono la migliore amica di Emily, è per il suo bene».

A quel punto decisi di intervenire. Scott mi aveva aiutato troppo per fare la fine del traditore.

«No, ehm… Alice, giusto?» cominciai.

Lei annuì.

«Oh, ecco, bene» ripresi. «Intanto io sono Emma, piacere. Bene, ho conosciuto Scott solo oggi e tra noi non c’è assolutamente niente. E’ solo che parlando mi è venuta a mente la mia ultima storia ed ho avuto il bisogno di… sfogarmi in qualche modo. E Scott mi ha consolato abbracciandomi. Non c’è niente tra di noi».

“Purtroppo” avrei voluto aggiungere.

Alice non era del tutto convinta, ma si vedeva che il mio discorso era servito a qualcosa. Per fortuna.

Mi asciugai le lacrime rimaste sul mio volto, ed invitai Alice a sedersi con noi.

«Certo!» rispose lei.

Così ci mettemmo a parlare. Parlammo, tutti e tre, per ore e ore, del più e del meno.

Scoprii tante cose di Alice: amava cantare anche lei; lei e Emily erano amiche fin da piccola; adorava vestirsi bene come me; aveva paura del pubblico; e, cosa più importante, era molto simpatica.

Parlando io e lei ci trovammo sempre più in sintonia, scoprimmo di avere in comune le stesse cose, di avere gli stessi gusti… di essere perfettamente compatibili.

Senza accorgersene passò tutta la serata, le ombre si erano fatte scure, la luna aveva preso il posto del sole.

«Che ore sono?» chiesi ad un certo punto, per la prima volta in quella giornata.

«L’una e un quarto» rispose Alice, tirando fuori l’iPhone dalla borsa.

«Che cosa?» esclamai.

Era tardissimo, il mio coprifuoco scadeva alle undici, come una bambina.

Tirai fuori il mio cellulare: otto chiamate non risposte, undici SMS e cinque messaggi nella segreteria telefonica.

Il silenzioso! Come avevo fatto a dimenticare di disattivare la modalità silenziosa?

«Io sono fritta» dissi.

«Perché?» chiese Scott.

«Portami immediatamente a casa, ti prego».

«Certo» rispose lui.

Salutammo Alice e ci precipitammo in macchina.

Diedi velocemente le istruzioni per arrivare alla mia abitazione a Scott, e partimmo a velocità della luce.

Troppo tardi.

Un’auto della polizia era proprio davanti a casa mia.

  
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