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Autore: Little Firestar84    19/07/2010    2 recensioni
Red John? Caso chiuso. Lisbon e Jane? Fidanzati, con un agente FBI e con Kristina. Ma il diavolo ci mette lo zampino, e al suo matrimonio, la loro ex collega Toni tenta di fare ciò che le riesce meglio: mentire e manipolare per dare una spinta agli eventi nella giusta direzione...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tradizione vuole che...

Toni si mise al centro del giardino, con intorno i tavoli del rinfresco, chiaramente a disagio e leggermente imbarazzata; lanciare il bouquet non era un problema, ma la tradizione della giarrettiera l’aveva sempre seccata parecchio. Dava la schiena a Don, che era proprio dietro di lei, mani sulle sue spalle, neanche lontanamente imbarazzato dal dannato “rituale”. La donna si guardò intorno, mentre le donne single si mettevano da una parte e gli uomini non accasati da un’altra, e scrutò con attenzione ciò che la circondava per cogliere quella cascata di capelli castano-neri che sapeva appartenere alla sua migliore amica.

Bingo! Pensò col sorriso compiaciuto non appena vide Teresa, tutta sola, accanto a uno dei tavoli, senza nessuna single in cerca di bouquet nelle vicinanze. Chiaramente, Teresa non era ben predisposta, ma era evidente che non c’era traccia di eccessiva sofferenza nel suo sguardo; più che sofferente, sembrava seccata, come se la rottura fosse stata una seccatura o un problema, e non la fine di una relazione durata oltre un anno. E comune, avesse mai sbagliato mira, aveva avuto la rassicurazione delle sorelle che avrebbero fatto del loro meglio per afferrare loro il coque (per caso, logicamente) e tirarlo, molto per caso, all’indirizzo dell’agente Lisbon… non che dubitasse della sua mira; dopotutto, suo fratello, Joseph Junior, era stato un cecchino nei marines, ed era stato lui ad insegnarle a sparare…

Prendendo un sospiro, Toni si voltò, e, occhi chiusi ma faccia a faccia con Don, lanciò il bouquet; uno stuolo di donne fuori di testa fece per tentare di afferrare il mazzo di rose, alzando le mani al cielo, per rimanere deluse una volta consce che i fiori stavano volando nella direzione opposta, per atterrare davanti a… Bingo! Lisbon, che, senza riflettere, terribilmente imbarazzata ma con un leggero rossore sulle guancie, li prese tra le mani, annusando il delicato profumo che emanavano, stringendo forte la composizione nemmeno fosse un tesoro, (anche se dubitava fortemente che sarebbe riuscita a sposarsi entro l’anno, visto e considerato che il suo compagno l’aveva appena lasciata), nascondendo praticamente la faccia dietro di essa.

Voltatosi a guardare a cosa fosse dovuto tutto il baccano e a chi fossero rivolti gli applausi e le felicitazione delle signore presenti, Jane vide Teresa nel suo angolo, il viso nascosto dai fiori, e i loro sguardi si incontrarono; lui alzò il bicchiere, ormai vuoto, in direzione della donna, un leggero sorriso, un po’ timido, sul volto, che si ampliò quando si rese conto che Teresa stava arrossendo per quella semplice azione. Forse ho ancora qualche speranza pensò tra di sé, senza mai distaccare gli occhi da quelli di lei forse Toni non ha solo detto delle idiozie. Insomma, con i criminali ci azzeccava quasi sempre.

“Ok Donnie, adesso vedi di guadagnarti la luna di miele - Sul palco, Toni sogghignava mentre guardava i due “piccioncini” scambiarsi sguardi d’amore nemmeno tanto segreti; messa la gamba destra sulla sedia bianca in paglia di Vienna e scopertala fino a sopra il ginocchio, guardò Don con tono accusatorio; se si fosse solo azzardato a togliere la maledetta cosa coi denti come aveva fatto il suo migliore amico al suo matrimonio l’anno prima, lo avrebbe chiuso fuori dalla loro camera per tutte le due settimane che avevano libere. Don sembrò capire, anzi, molto probabilmente, considerato come la guardava, non aveva mai avuto intenzione di fare una cosa del genere; fece scivolare la giarrettiera, gialla come l’abito da sposa, lungo la gamba, e poi si voltò, come aveva fatto la moglie poco prima, pronto a gettarla – Patrick Jane è al tavolo del bar. Cerca di prenderlo, per cortesia.”

Come se lei non glielo avesse detto prima cosa doveva fare: lo aveva ripetuto circa un milione di volte. Senza troppe cerimonie, guardandola piuttosto seccato, mentre lei gli faceva gli occhi da cerbiatta, Don appallottolò il capo di biancheria intima in pizzo, e lo tirò dove sapeva essere Jane. Si chiese se anche uno solo dei presenti credesse che era stato un caso…

“ma che diavolo…” Jane prese tra le mani ciò che glie era letteralmente piovuto in testa dal cielo, e lo esaminò senza capirci niente per un attimo, poi…

“Ehi, amico, la damigella aspetta solo te!” Gridò Don dal suo posto al centro del giardino. Jane guardò Teresa, leggermente imbarazzato, Teresa guardò Jane, divenendo paonazza in volto, entrambi si voltarono verso Toni, ed ebbero una conversazione molto interessante fatta di soli sguardi.

Ti avevo detto di non intrometterti!

Per favore, credevi che avrei resistito, sul serio?

Stronza

Questa stronza ti ha appena fatto un favore, cocco.

Voglio morire, voglio morire, voglio morire.

Melodrammatica.

Questa me la paghi.

Un giorno mi ringrazierai per questo.

“Ehy, Jane, devi mettere la giarrettiera a Lisbon!”

Fantastico, adesso pure Rigsby… pensò lui quando la raggiunse, a metà strada, dove qualcuno prontamente portò una sedia “Ecco, io credo che…”

“Sì, sì, lo so, insomma, è la tradizione” Teresa si sedette sulla sedia, leggermente imbarazzata, guardando altrove, il bouquet ancora in mano, e accavallò le gambe, cosicché, una volta inginocchiatosi a terra, Jane ebbe meno difficoltà a metterle l’indumento di pizzo giallo.  Lo fece scivolare piano lungo la coscia, e mentre sentiva le dita dell’uomo sulla pelle, Teresa divenne bollente. Dio, non sta accadendo, non sta accadendo, non sta accadendo.

“Sapevi che l’usanza del lancio della giarrettiera è nata nella Francia del quattordicesimo secolo?” le chiese lui, mentre ancora le sue mani erano sulla sua pelle.

“Ah sì?” Teresa ancora guardava altrove, ma per un qualche motivo sentì il bisogno di guardarlo negli occhi. E quando lo fece, non riuscì più a staccare lo sguardo dal suo viso.

“C’è chi dice che l’uomo che prende la giarrettiera sposerà la donna che ha preso il bouquet nell’arco dei 12 mesi seguenti…” faceva fatica a sostenere il suo sguardo. Aveva paura. Le sue parole erano, sostanzialmente, una dichiarazione d’amore e d’intenti, l’espressione di ciò che provava per la donna minuta davanti a lui. Donna di cui lui non conosceva i sentimenti.  

“Baciala, idiota!” urlò qualcuno tra la folla, mentre lui faceva alzare Teresa dalla sedia. “avanti, cosa aspetti?” “bacio, bacio!”

“Ehy Jane, non avrai mica paura del capo?” urlò di nuovo Rigsby, che venne guardato da Teresa con un’espressione che lasciava poca immaginazione al suo significato: Per questo numeri ti becchi lavoro d’ufficio per un mese e appostamenti notturni.

“Non credo che dovremmo deluderli, vero Teresa cara?” le chiese lui sorridendo e prendendola un po’ in giro, le mani sulle sue spalle.

“Non chiamarmi “Teresa cara”, Jane!”

“Patrick”  la corresse lui subito prima di chinarsi su di lei e catturare le labbra della donna in un breve ma intenso bacio, a cui Teresa però non riuscì a replicare, troppo presa alla sprovvista; una volta staccatosi da lei, Teresa lo studiò, e sorridendo decise di farsi coraggio, e mettendosi sulle punte dei piedi, lo baciò, un bacio, veloce quanto aveva fatto lui.

“Adesso pretendo che tu mi chiami Patrick! E pretendo di chiamarti Teresa!” lei gli diede un colpetto sul braccio, però sorridendo divertita, con un solo pensiero nella testa: la dannata busta adesso poteva anche andare al macero…

 

 

Alcuni mesi dopo….

Sdraiata sul divano del loro appartamento di Manhattan, Toni prese tra le mani la posta che Don aveva appena preso dal portiere del loro stabile; seduto sul tappeto, sollevò l’orlo della camicetta della moglie e poggiò il viso sul pancione, già piuttosto prominente, di sette mesi della compagna, coprendolo di baci mentre lei apriva le missive a lei indirizzate. Una in particolare colse la sua attenzione: era rettangolare, carta piuttosto spessa, con una leggera filigrana dorata, sembrava carta di riso dalla composizione, e proveniva da Sacramento…. La aprì, sentendo già cosa conteneva, ed estrasse il cartoncino, scritto in una delicata calligrafia con stilografica di colore nero, tenendolo tra le mani quasi fosse stato un tesoro.

 

Patrick Michael Jane e Teresa Samantha Lisbon

Sono lieti di invitarvi alle loro nozze

Il  21 maggio 2011 alle  ore undici nella Cattedrale di Sacramento

 

   P.S. TERESA CHIEDE SCUSA PER NON AVERTI DETTO CHE AVEVAMO FISSATO LA DATA, MA VOLEVAMO FARTI UNA SORPRESA. SPERIAMO DI RIVEDERE TE E DON, E CHE PORTERAI LA BAMBINA CON TE. SI’, SO CHE NON LO SAI ANCORA, MA TE L’HO DETTO GIA’ AL MATRIMONIO- AVRAI UNA BAMBINA. VUOI SCOMMETTERE CHE HO RAGIONE? PATRICK
P.P. S  NON DARGLI RETTA E NON FARE A CASO A QUELLO CHE DICE- OVVERO: FAI COME ME. TERESA.

 

“Sai, non mi ero reso conto che stavo sposando Machiavelli”  Toni rise alla battuta del marito. Teresa e Patrick potevano dire quello che volevano, ma l’invito non era inatteso, né lo era la busta. Come aveva detto ai suoi colleghi quando avevano scommesso anni prima, era solo una questione di tempo; se Rigsby adesso le doveva 200 dollari la colpa era solo sua, lei lo aveva avvertito che quei due prima o poi avrebbero finito con lo stare insieme. e sarebbero vissuti per sempre felice e contenti. Ecco una fiaba che avrebbe racconatato al suo neonato...

   
 
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