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Autore: LaNana    19/07/2010    2 recensioni
Liz ha ventidue anni, è solare, spigliata, bella e simpatica. Un giorno il destino le mette sulla strada il suo Mito: Dani Silva, famoso, dannatamente bello, allegro e gioviale, insomma, l'uomo dei sogni. Da lì un susseguirsi di situazioni esilaranti, comiche e nostalgiche. Che ne sarà di loro?
Dal primo capitolo.
Arrivata in corridoio, percorrendolo, incrocio altri due uomini FIFA e lì il mio cuore si ferma. Poi scalpita. Poi si ferma di nuovo. Poi…poi non lo so, so che sono rimasta impalata, bocca spalancata, lingua a terra e occhi fuori dalle orbite. Danilo Ricardo Dias Barros De La Silva. Meglio conosciuto come Dani Silva, portiere del Barcellona e della nazionale brasiliana. Non che il mio più grande sogno erotico, lo ammetto.
- Dani Silva.- bisbiglio più per autoconvincermi che sia lui che per altro. Mi passa a fianco e mi sorride. Sorriso bianco latte a duecentosettantasette denti. Ottantamila punti gratis per lei signor Dani Silva. Lo seguo con lo sguardo. Occhi neri e profondi, capelli corti e sempre spettinati, viso da Maschio, mascella squadrata, un metro e novantadue di muscoli e agilità, e tutto il resto che sbavo solo a pensarci. No non ce la posso fare.
- Ciao.
Mi sta salutando?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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The Chance
Segui il cuore.


Chapter two.
No, not Today.

 

Apro gli occhi. Anzi, li spalanco. Non sono nel mio letto, non sono a casa mia. Dove quindi?
Sento delle mani abbracciarmi e accarezzarmi il fianco. Ora giocare con l’elastico delle mutandine. Tirarlo e lasciarlo facendolo schioccare contro la pelle.
- Ahia!- una risata cristallina mi rilassa – Harry minha querida
- Non iniziare a parlare in brasiliano vecchia ciabatta, non ti capisco, soprattutto se vengo da una cazzo di sbornia atomica come ieri sera.- si siede sul letto stropicciandosi gli occhi.
- Ma stai zitta, mi hai fatto spaventare con il tuo scherzetto delle mutande.
- Se ti fossi messa il perizoma sarebbe andata peggio, ritieniti fortunata.
- Scema.- mi giro su un fianco riconoscendo la cameretta di Harry: i muri azzurrini e i mobili in noce chiari, nonché gli ippopotami sparsi qua e la. Ebbene, Harriett Moore ha un amore spassionato per gli ippopotami, siamo essi di peluche, di legno o di qualsiasi altra cosa. È stata capace di fare sesso orale ad un appuntamento con compagno di scuola per farsi dare una statuina in bronzo vinta al luna park. Avevamo diciassette anni e ancora adesso se le si chiede la provenienza dell’oggetto risponde “Non ricordo, ne ho troppi!” per la troppa vergogna.
- Dimmelo che mi vuoi bene e che rimango la tua migliore amica.- mi copro la testa con un cuscino mentre lei mi abbraccia teneramente. Lo ammetto, Harry è la mia migliore amica, possiamo dire che è come una sorella, stiamo sempre insieme da quando eravamo piccole e abbiamo sempre condiviso tutto, anche i fidanzatini. O almeno finché non ha puntato gli occhi su Owen e messo la testa a posto.
- Sì, basta che la smetti di torturarmi brutta serpe.
- Anche io te ne voglio bella morettona che non sei altro.- si alza dal letto e si infila la vestaglia al volo – Ah. Ho mollato Owen, mi sa che mi vedrò un po’ con Mark.- ok come non detto.
- Mark?
- Sì l’ho conosciuto ieri sera alla festa, gioca nel Southampton.
- Southampton?
- Southampton.
- E Owen?
- Ma sì, fa niente.- la guardo e lei inizia a ridere.
- Guarda che io non ti sposo se rimani zitella.- scendo dal letto sorridendo mettendomi la vestaglia che mi presta ogni volta che rimango da lei. Cioè tutti i weekend.
- Ehi, ehi, vacci piano con le parole immigrata. Guarda qua.- si apre la vestaglia e fa una giravolta – Chi si farebbe scappare sto ben di Dio? E guarda che culetto!- scoppiamo a ridere, smettendo immediatamente.
- Non è una buona idea ridere dopo una sbornia.- annuisce – E’ già pronta la colazione?- annuisce – Ottimo.
Dopo una lauta colazione, una doccia rinvigorente, ci dirigiamo al campo da calcio, dove ci alleniamo ogni santissimo giorno, tranne il lunedì, e dove giochiamo la domenica se le partite sono in casa.
Ad attenderci un Luke un po’ sottotono, vittima anche lui dei bagordi della sera precedente. Ci raduniamo tutte e ci sediamo per terra, ma senza le divise da gara: è l’incontro informale dei lunedì per analizzare la partita.
- Ci siamo tutte ragazze?- cappellino calcato in testa ed occhio appannato.
- Manca Isabel. È a casa a cercare di ricordarsi il suo nome.- da un paio di occhialoni scuri arriva la voce impastatissima di Rachel.
- Nottataccia?- la stuzzico.
- Taci, ho pure ballato sul cubo ieri sera.- ridiamo tutte, la discoteca è il suo peggior incubo.
- Eri fantastica tesoro, ho quasi invidiato le tue autoreggenti.- la ragazza rivolge un insulto un po’ colorito a Harry che non sta mai zitta.
- Bene, ragazze oggi faremo alla svelta. I commissari FIFA sono ancora qui, vogliono un colloquio individuale con ognuna, fate le brave.

I commissari FIFA sono ancora qui? Anche Dani?

- Scusa Luke…- mi alzo e lo raggiungo qualche passo più un là -…per commissari FIFA intendi…
- Sì c’è anche Dani Silva, il tuo amato Dani. Ora scusami Liz ma ho un mal di testa terribile, vado in sala pesi, mi trovate lì.- si gira verso il gruppo - La partita è andata bene, ne riparleremo un'altra volta. Harriett, vai sei la prima, il signor Donovan ti aspetta all'ingresso spogliatoi .- e se ne va piantandomi immobile sull'erba del campo. Harry mi piomba addosso da dietro facendomi cadere a terra e lei, ovviamente, su di me.
- Liz vado, augurami buona fortuna.
- Che ti venga un cagotto fulminante!
- Grazie!- e mi stampa un bacio in fronte per poi correre dall’altra parte del campo dove c’era un uomo alto e brizzolato ad aspettarla. Si stringono la mano presentandosi. Vedo Harry tutta eccitata, più allegra e sorridente del solito, i capelli biondi al vento, il sorriso apertissimo mentre parla. Poi spariscono in corridoio. Vedo Rachel avvicinarsi a me e sdraiarsi a pancia in su, esattamente come sono io.
- Se non la scelgono perché è brava, la scelgono perché è una figa da paura la nostra Harry.- rido.
- Dipende se hanno degli ippopotami da offrirle in cambio.- ride insieme a me, mentre lentamente arriva Isabel.
- Zitte, non commentate. Non voglio sentire una mosca ronzare nel raggio di mille miglia.- stramazza a sedere vicino a noi e si toglie il berretto. Lunghi e vistosi capelli verdi le circondano il viso arrossato dal primo sole.
- Isa…!- si leva un leggero coro.
- Stanotte ho deciso di farmi mora con una tinta per capelli, ma ero sbronza. E ora son verde.- ridiamo tutte – Zitte cazzo, zitte.- esclama. Vediamo Harry tornare indietro di corsa sorridente. La guardiamo tutte.
- Kim tocca a te.- il numero uno della squadra si alza e va, perplessa in volto.
- Allora?- la incalzo.
- E’ andata bene.- sorride e si sdraia.
- Sì, ma bene come?- le chiede Rachel.
- Bene nel senso di bene!- le strattono un braccio.
- Spiegati Madonna mia!
- Ehi, calma! Mi han proposto una stagione all’estero, gli sono piaciuta. Germania, Italia o forse Francia.- si sdraia di nuovo stiracchiandosi, mentre noi ci fissiamo sbalordite.
- Però! Complimenti.- commenta Serena Johnson capitano della squadra.
- Ho rifiutato.
- COSA?- un urlo collettivo.
- Ragazze, - si mette a sedere – non posso mollare i miei ora come ora, poi non credo che a quarant’anni vivrò ancora di calcio, dai usate la testa. È un hobby e rimarrà tale.- sfodera un sorriso enorme – Anche se Dani Silva era una bella tentazione, non so se qualcuno riuscirà a dire di no.- e mi da una gomitata. Ridiamo tutte e ci fissiamo negli occhi.
- Sarà dura salutarci.- guardo Serena.
- Già.- conferma Rachel – Ormai lo sappiamo, qualcuna se ne andrà. Sarà brutto.- Harry l’abbraccia di slancio.
- E noi rimarremo qui a Portsmouth invidiose, mogli e madri di tre figli, a commentare la carriera delle alte per poi accoglierle con un sorriso smagliante quando torneranno.- centrocampista e difensore si sorridono. Due amiche si sorridono.
- Serena, è il tuo turno.- il capitano si alza e corre lentamente verso l’uomo alto e brizzolato, per poi sparire in corridoio.
- Non me ne vado. Mi han detto che son brava ma ho ancora della strada da fare, magari tra due anni.- un sorriso remissivo si Kim ci scioglie. È la più giovane della squadra, appena diciottenne e gioca con il cuore.
- Un abbraccio collettivo!- urla Harry e tutte e ventuno ci abbracciamo e ci stringiamo. Stiamo lì ferme, mezze sdraiate, mezze sedute, a coccolarci tutte insieme…sono momenti che vorresti non finissero mai.
- Ragazze.- ci voltiamo tutte. Luke e Serena sono in piedi vicino a noi – Fatevi coraggio, siete un gruppo, delle amiche, non delle mercenarie. Siete quasi tutte nate e cresciute qui vi conoscete da anni, state su non è la fine del mondo.- Serena ci guarda e guarda Luke.
- Lascio la squadra ragazze, me ne vado a Londra.- cala il silenzio.
- L…Londra?- balbetta Sarah, attaccante. Vent’anni, bionda, occhi verdi e una sensibilità estrema. Inizia a piangere e noi come un gregge di pecore, tutte dietro a lei. Mi tengo in disparte, disarmata ed in silenzio, senza saper che fare e come comportarmi. Ad una ad una le ragazze vanno e tornano, rimangono tutte a Portsmouth tranne Serena e Isabel che se ne vanno a Londra, ma sempre in Inghilterra. Insomma, la squadra fa a meno del difensore più forte che abbiamo, nonché nostro capitano, e del terzino sinistro.
- Vai Liz, sei l’ultima tocca a te.- Luke mi da una pacca sulla spalla facendomi uscire una lacrima ed un sospiro. È dannatamente difficile questa cosa.
- Io…- Harry mi abbraccia.
- Vai Liz, siamo tutte con te, rendici fiere.- mi spinge e mi incammino a passo svelto.
- Signorina Hall, molto piacere sono Jack Donovan delegato FIFA.
- Elizabeth Luna Amaral Hall, piacere mio.- l’uomo alto e brizzolato ride, una risata profonda da compagnone.
- Immagino il codice fiscale!
- MRLLBT…
- Stavo scherzando Liz, scherzavo!- mi riavvio i capelli lunghi e neri – Coraggio vieni, non essere tesa.- mi apre la porta del corridoio per farmi passare.
- Grazie.- sussurro.
- Dai fatti coraggio, c’è anche Dani Silva in saletta.- mi passa una scarica elettrica nel corpo, un brivido da testa a piedi al solo sentire il suo nome. Dani Silva.
Arriviamo alla saletta e mi fa entrare. È la stanza dove il presidente Cumberg ci fa firmare i contratti, alle pareti appese nostre foto di squadra, trofei, medaglie e targhe in ottone.
- Buongiorno Elizabeth.- pesante accento francese – Sono Pierre Gaillard. Delegato francese FIFA. Alla mia destra il signor Roberto Scapparati e Jack Donovan, rispettivamente delegato italiano e inglese FIFA. Alla mia sinistra come ha già avuto modo di conoscere, il signor Danilo Ricardo Dias Barros De La Silva, portiere del Barcellona, designato come osservatore temporaneo. Si sieda.- mi siedo sulla sedia di fronte all’uomo che si mette un paio di occhialetti da lettura – Come sta?
- Mi sembra di rifare la maturità, ma sto bene, grazie.- in sala si diffonde il gelo. Mi riavvio i capelli, tic di nervosismo. Secondi che sembrano minuti.
- Bene,- interviene Donovan – come dire Liz, ci hai colpito. In un modo o nell’altro ci hai veramente fucilato tesoro.- abbassa gli occhi su alcuni incartamenti – Nella tua squadra sei quella che meno perde palla e specialista dei calci piazzati. Non hai uno scatto particolare e i colpi di testa non sono proprio il tuo forte, ma quando hai la palla tra i piedi viene fuori la brasiliana che è in te piccola. Samba signori!- e ride, Jack Donovan ho capito che ride sempre.
- Devo ammettere che non c’è un mercato particolare nel quale inserirti, o meglio, tutti andrebbero bene, tutti vogliono una come te.- Scapparati mi guarda negli occhi – La Torres di Sassari cerca una come lei.
- Io trovo che debba calmarsi un po’, magari partire da serie più basse non dalla serie A in Italia, signor Scapparati. Un ottimo inizio internazionale potrebbe essere la RC St-Etienne.
- Io credo che debba solo scegliere, dovunque va bene. In serie massima, in serie minori. Dipende da lei.- si girarono tutti verso Dani Silva – Sì, insomma l’avete vista, corre, gioca, si diverte, ci mette il cuore non è solo un hobby per lei. Metterla in seconda divisione in Francia è come tagliarle le gambe Monsieur Gaillard, una come lei sarebbe fondamentale al Barcellona di quest’anno, sono arrivate quinte, non hanno più una bandiera dopo che la Rubio si è ritirata.
- Io sono d’accordo.- rincara Donovan – Ce la vedo bene in blaugrana.- gli sorrido e guardo Gaillard negli occhi.
- Io…veramente non saprei, non…non capisco quali possibilità ho.
- Barcellona.
- RC St-Etienne.
- Torres di Sassari.
- Dovunque vuoi, tesoro. In Inghilterra dove vuoi io ti ci mando.
- Io…non…
- Senta Elizabeth, i treni passano una volta sola nella vita. Due sue compagne li hanno presi al volo e ne vanno a Londra. Lei cosa vuole fare? Diventare moglie e madre senza essersi realizzata, accontentatasi di un lavoro modesto e rimanere al palo, o vuole cogliere l’occasione della sua vita, la possibilità che qualcosa si muova?- Gaillard si sporge in avanti sul tavolo – O forse non lo vuole abbastanza?
Forse più una provocazione che altro, ma ci cado con tutte le scarpe e non faccio nemmeno in tempo a fermare le parole che mi escono dalle labbra.
- Barcellona.- si tira su con stizza e riposiziona gli occhiali sul naso, scarabocchiando qualcosa.
- Barcellona sia!- gioisce Donavan.
- Barcelona Liz, devi cominciare ad imparare lo spagnolo adesso.- commenta il delegato italiano.
- Grazie. Grazie a tutti.- mi alzo in piedi e stringo le mani agli uomini uno dopo l’altro.
- Obrigado.- sussurro stringendo la mano a Dani e lui trattiene la mia tra le sue.*
- De nada. Falta gente como você.- gli sorrido poi corro fuori dalla stanzetta e dal corridoio sentendolo poi aggiungere - Particularmente com aquelos seios...**
- Porco.- scuoto la testa e sbuco in mezzo al campo e vedo le ragazze strette intorno alla Johnson e ad Isabel, le due in partenza per Londra.

E ora come faccio a dire che me ne vado in Spagna?

Rallento la corsa e mi avvicino camminando, si voltano tutti verso di me. Harry sorride, già ha capito, mentre Luke si incupisce.
- Te ne vai pure tu brutta stronza.- guardo Rachel.
- Barcellona.- Harry si alza e mi abbraccia, stringendomi forte.
- Sono fiera di te Liz, tanto.- aumenta la stretta – Mi mancherai un casino.
- Non parto mica ora.- mi sciolgo e la stringo forte a me.
- Vieni con me.- Luke mi prende per un braccio e mi allontana dal gruppo di una decina di metri.
- Cosa…?- mi tiene il viso tra le mani, fissandomi negli occhi.
- Liz ci hai pensato bene, ci hai pensato abbastanza? Hai ragionato su tutte le possibilità? Hai pensato davvero a tutto?- ha un’espressione accigliata, tesa.
- Io non…
- Quali scelte avevi?
- Barcellona…
- Sì, oltre alla Spagna.- sbuffa nervoso.
- Torres di Sassari, St-Etienne in Francia e l’Inghilterra intera.
- Dimmi perché hai scelto Barcellona, e ti prego non mi dare Danilo Silva come motivazione.- corruga le sopracciglia, gli tremano leggermente.
- La Torres è la prima del campionato non ha bisogno di rafforzarsi…la St-Etienne è in seconda divisione non crescerei…il Barcellona è in serie A ma è arrivata quinta.
- Perché non l’Inghilterra?- rimango in silenzio. Perché non l’Inghilterra?
- Non capisco Luke, dovresti essere contento.
- Sono felice se lo fai per la tua carriera, non per inseguire un idiota.
- Dani non è un idiota.- mi lascia il viso e mi fa un sorriso sconsolato.
- Mi chiedo come fai a non capire.- laconico. Si allontana piano.
- Luke!- lo chiamo.
- A casa ragazze, ci vediamo domani, domenica abbiamo l’ultima di campionato! Lo sforzo finale su!- batte le mani e si dirige verso gli spogliatoi.
Ok, non ci capisco niente.

I giorni seguenti stanno andando normali, ci alleniamo, sudiamo, ci stiamo preparando per l’ultima partita contro le ragazze della Sheffield.
Tutte le volte che ho cercato di parlare con Luke ha inventato ogni scusa plausibile per andarsene, mi evita. Harry dice che non lo si può biasimare dopo che gli ho spezzato il cuore, io invece vedo più probabile la delusione della mia partenza, penso si aspettasse che rimanessi. Harry dice che è innamorato di me, io le rispondo che rimane la fascia destra scoperta. La nostra società ha qualche problema finanziario, non so se reggeranno la campagna acquisti, ma ovviamente secondo Harriett non è questo il punto.

È domenica mattina, breve allenamento e briefing pre partita. Ora siamo tutte in riga e il presidente Aaron Cumberg passeggia avanti e indietro.
- Serena Johnson, Debra Hampton, Rachel Woods, Anne Lee Cox, Darleen Bell, Sarah Lloyd, Jane Butler, Harriett Moore, Jane Mills, Justine Matthews, Kim Walker, Laurie King, Elizabeth Luna Amaral Hall, Clara Stagni, Hilary Steel, Sarah Lewis, Tara Price, Zoe Carter, Morgan Johnson, Vivienne Lacroix, Kristin Creep, Lula María Ávila Grados, Tanya Jackson. Grazie a tutte per questa stagione, siete state fantastiche. C’è chi a settembre se ne va e chi resta, rimane comunque il fatto che siete giocatrici e donne eccezionali e avete la mia più completa stima. Ora però scendete in campo e divertitevi, dimenticate tutto, i problemi, le gioie, pensate a spassarvela e a nient’altro.- tutte battiamo le mani, qualcuna grida di esultanza.
- Dateci dentro ragazze.- lo sguardo di Luke si ferma nei miei occhi e poi scuote la testa.
- Cosa c’è?- mi avvicino abbassando il tono di voce. Mi accarezza dolcemente una guancia.
- C’è che non hai mai capito niente tu.- passa il pollice sulle mie labbra – Sei sempre stata troppo assorbita dal calcio per vedere me. Ed ora un Dani Silva qualunque ti porta via.- ok, ok, ok. Aiutatemi, cosa intende dire?
- Luke cosa…non…- mi da un bacio sulla fronte, un bacio sofferto e doloroso, per poi stringermi tra le braccia.
- Sei bella e brava Liz, il mondo è ai tuoi piedi, sappi solo che a Portsmouth c’è uno stupido ragazzo che allena una squadra femminile che ti aspetta. Non per molto ma ti aspetta.- appoggia il mento sulla mia testa – Ora và.- mi lascia e mi spinge via – Vai a giocare come sai fare.
Mi tolgo la felpa e lo seguo, appoggiandola sulla panchina, mi fermo a fianco a lui guardandolo negli occhi.
- Grazie Luke.- mi sorride.
- Vai Samba, corri ora prima che non ti lascio più andare.
Formazioni in campo, palla nostra. Cerchio centrale, io e Rachel ci sorridiamo, è l’ultima partita insieme, che groppo alla gola.
- Andiamo.- annuisco e c’è il fischio d’inizio.
Non saprei dire se è l’emozione per la doppietta, non saprei se è far parte della squadra più forte della League, non saprei se è lasciarle, ma non so distinguere quali gocce siano lacrime e quali sudore, o per lo meno non oggi.

*Grazie
**Di niente. c'è bisogno di gente come te. [...] Soprattutto con quelle tette.

PICCOLO SPAZIO LaNana

Siamo al secondo capitolo, le cose cominciano a delinearsi: abbiamo la nostra Liz in partenza, Harry sua migliore amica felice e spensierata, la squadra un po' sottotono ed un allenatore innamorato della bella Liz. E poi questo Dani Silva che fa l'eroe, un po' maniaco ma eroe, le propone infatti una grande scelta, importante per la carriera, occasione che lei coglie al volo.
Non ho ricevuto recensioni quindi non saprei dirvi se la FF va bene, vi piace o meno, ma ringrazio AlterSiby, broncino e Cristie per averla comunque messa tra le seguite!
Spero in qualche recensione e vi auguro una buona lettura!!
Grazie a tutti!
LaNana

   
 
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