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Autore: Meiko    22/09/2005    4 recensioni
Si dice che la mente umana viene controllata da cinque sentimenti: colpa, odio, vergogna, dolore, amore. Anno 0009. Comincia la guerra
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico, Mistero, Romantico, Sovrannaturale, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 9

La tana dei Bai Hu Zu era un vecchio edificio ormai distrutto e fatiscente, abbellito da una grande quantità di rami i fiore, radici, erba e fiori che spuntavano un po’ dappertutto, una serie di liane dividevano ogni stanza l’una dall’altra, mentre era d’obbligo lasciare la scarpe nella prima stanza, li dove c’erano dei cespugli spinosi quasi a voler proteggere le calzature dai ladri, intorno ad Ive c’erano una quantità incredibile di arbusti, erbe di vario genere e fiori, rami sopra la sua testa facevano da tetto, mentre negl’angoli c’erano dei ragazzi che dormivano ,altri stavano fumando.
La ragazza in quel momento aveva di fronte a se il vice del capotribù, Lai, che parlava sommessamente con Rei, mentre dietro di se aveva quella montagna di ragazzo che chiamavano Gao, e lei si limitò a calare meglio il cappello con visiera che continuava a tenere per proteggere parte del volto, mentre i suoi occhi viola si muovevano nervosi da una parte all’altra della stanza, soffermandosi su una coppia che dormiva tranquilla abbracciata.
Avvertì un moto di tristezza scuoterle il cuore, mentre li tenne d’occhio, per poi raggiungere l’ennesima stanza, dove si fermarono, di fronte a lei una serie di gigantesche radici sembravano portare e al tempo stesso bloccare il passaggio per un’altra stanza, in questo caso la sala era davvero enorme, una volta doveva essere la sala principale, mentre per arrivare alla stanza dovevano esserci state delle scale, ora scomparse e sostituite da quelle radici.
Rei con un balzo si mise comodo su una di quelle radici, seguito da Mao e da Salima, la ragazza gli si avvicinò di più, scoccando un’occhiata d’insufficienza alla Humans sotto di se, in pochi minuti ognuno dei Kids della Bai Hu Zu si era messo al suo posto, sui muri coperti da rampicanti cominciarono a mettersi comodi gli altri ragazzi appartenenti al settore e soprattutto alla Banda, ne erano davvero tanti.
Rei osservava quella ragazza con curiosità, gli occhi dorati si muoveva lungo il suo corpo fino ad arrivare al volto, coperto però da quella visiera.
Il ragazzo ebbe l’istinto di togliergli il berretto, ma si limitò ad osservarla ancora, sorridendo con aria furbesca, mentre sotto di lui Ive aspettava in silenzio quello che avrebbero deciso di fare quel gruppo li sui rami, era incredibile quella natura selvaggia, davvero tutto questo era opera del Guardiano?...allora non poteva sottovalutarlo affatto...
-Solitamente noi non facciamo entrare elementi esterni al settore ovest o al Quartiere.
Tanto meno degli Humans, sai come si dice...la prudenza non è mai troppa-
Gli occhi di Rei brillarono per qualche istante, e davanti ai piedi della ragazza bionda apparve all’improvviso una rampicante, che si alzava verso l’alto senza bisogno di sostegni, aggrovigliandosi su se stesso, sulla punta aveva un bocciolo, che all’altezza del volto di Ive si aprì, rivelando uno splendido fiore dai petali scarlatti, verso l’interno diventavano bianchi, mentre la punta era di un viola forte, i pistilli del fiore però irrigidirono la ragazza.
Salima sorrise divertita, mentre la ragazza bionda constatava che quelli non erano pistilli, ma frecce...e di sicuro erano avvelenate.
Quel fiore...era stato creato dal ragazzo...
Rei intanto continuava a fissarla, mentre con il gesto della mano creava altri fiori dello stesso tipo, Ive lentamente mise la mano sul manico del serramanico, osservando con aria concentrata il ragazzo che continuava a parlare.
-Perciò spero non ti dispiaccia...se ti metto alla prova...-
la ragazza non fece finire di parlare Rei, che scattò in avanti, evitando le prime frecce, per poi piegarsi all’indietro e cadere a terra, il piede era stato quasi sfiorato da quelle punte.
Scattò lateralmente, mentre i fiori sparavano, per poi richiudersi ei scomparire di nuovo nella terra, al loro posto ne spuntavano altri, mentre Ive si trovò a pochi centimetri da uno di quei fiori, e d’istinto lo potò, tagliandolo via con un gesto secco, mentre questo sembrava uggiolare, rintanandosi nella terra, ed Ive prendeva fiato.
Rei socchiuse gli occhi, quasi infastidito, mentre fece compiere un altro gesto alla mano, e di colpo una liana afferrò la gamba di Ive, che si sentì trascinare via, cacciando d’istinto un’imprecazione che scatenò le risatine di qualcuno, Rei compreso; a ragazza tagliò via la liana, osservando poi quel baccello spalancare quella che sembrava una “bocca”, lanciando poi un’altra serie di liane, due afferrarono il braccio e la gamba di Ive, che si sentì ancora trascinare via, sotto di lei la terra anche se erbosa faceva attrito.
Lanciando un grido di guerra, la ragazza affondò il serramanico nel baccello, che uggiolò, mollandola, Ive, si staccò ringhiando, per poi voltarsi e scattare verso Rei, intenzionata a tagliargli la gola, e lo avrebbe fatto, dato che il ragazzo non sembrava raccogliere la sfida, il berretto intanto le scappò, rivelando la chioma lunga e bionda.
Si ritrovò con il volto di lui a pochi millimetri dal suo, ansimava leggermente per lo sforzo, il coltello appoggiato sul collo, mentre lui socchiudeva gli occhi, e Salima puntava contro la ragazza una specie di canna di pistola che era uscita dal suo braccio, mentre Mao aveva rivelato gli artigli, puntandoli contro la testa della ragazza.
I capelli biondi di Ive incorniciarono il suo volto, gli occhi d’ametista scrutarono con un senso di rabbia e durezza quelli di Rei, che alzò lo sguardo, rivelando le iridi dorate...ricolme di una tristezza che lasciò di stucco la ragazza.
...tristezza...una tristezza che tocca il cuore e fa piangere l’anima...
...no, non doveva crederci...quello che aveva davanti...era il suo nemico...
La ragazza si allontanò, restando sulla radice dov’era seduto Rei, il ragazzo sorrise con aria divertita e furba, per poi applaudire, copiato dal resto del clan, mentre Mao faceva riassorbire gli artigli nelle unghie e nella pelle delle dita, e la canna di Salima ritornava all’interno del suo braccio, suscitando l’attenzione della ragazza che la guardò attenta, mentre la rossa le lanciava solo un’occhiata infastidita.
Rei ri-attirò la sua attenzione.
-Davvero brava. Ma dimmi, perché ti dovrei accogliere nel mio clan?-
Ive lo fissò con aria tranquilla anche se distaccata.
-Perché sono uno Humans, e posso infiltrarmi tra i miei simili, potrei esservi utile come Spia-
-Di spie noi ne abbiamo a sufficienza-
Ive si permise un sorriso di provocazione verso Salima, quella tipa la stava innervosendo con il suo modo di fare.
-A quanto mi risulta le vostre spie sono sempre state attaccate dalle difese elettroniche della città.
Se non mi sbaglio...si tratta del programma “Beast”-
Salima si morse il labbro inferiore, mentre dentro di Rei scattava qualcosa, i ragazzo si alzò in piedi, attirando su di se lo sguardo di Ive, in quel momento gli apparve una specie di ferita che si rivelava sul corpo del ragazzo, mentre gli occhi dorati apparivano ansiosi...quasi spaventati...
Di colpo quelle iridi s’indurirono, mentre Rei balzava su un altro ramo, attirando l’attenzione di tutti, per poi voltarsi verso la ragazza, allargando le braccia e alzando la voce.
-Da questo momento sei una di noi.
Avrai un luogo dove stare, ma sappi che ora sei prigioniera in questa gabbia.
Tu sei una Humans, sappi che verso di te avrai di fronte un’atteggiamento diffidente e distaccato, inoltre verrai sempre tenuta sotto d’occhio.
E se cercherai di fare la furba o di scappare, non impedirò a nessuno di ucciderti-
Ive annuì con forza, mentre stringeva i pugni nel sentire certe parole, erano così simili a quando i parlamentari discutevano e lanciavano commenti razzisti sui Metamorphi, non era una situazione tanto diversa.
O forse si.
Perché qui ci si comportava così per sopravvivere.
Li gli Humans...lo facevano solo per paura...
Rei mosse un a mano, e da terra il cappello di Ive prese il volo, muovendosi verso la ragazza e atterrando fra le sua mani, mentre il ragazzo sorrideva con aria amichevole, la biondina lo fissò con aria stupita.
Poi il ragazzo si diresse verso la porta bloccata dai rami, questi aprirono un varco per farlo passare, mentre Mao e gli altri davano il benvenuto alla nuova arrivata, e Salima le lanciava un’occhiata di odio profondo, una minaccia per lei e per i suoi piani...doveva tenerla a bada.
Mao osservò la rossa allontanarsi, e subito la sua attenzione si spostò verso la stanza dove si era nascosto Rei, raggiungendo il tappo di rami e battendo la mano su una di queste, era in qualche modo la più nodosa e grossa.
-Sono Mao, posso entrare?-
per tutta risposta la radice si mosse, aprendo un varco abbastanza largo da farci passare la ragazza, che atterrò con i piedi nudi soffocati da un manto erboso piuttosto alto e soffice, c’erano anche trifogli e piccole margherite di campagna.
Rei era su un’amaca fatta da liane e rami molto elastici, il ragazzo era letteralmente avvolto da quegl’elementi naturali, come un bimbo avvolto dal feto materno, in un abbraccio dolce e affettuoso, nell’aria si respirava un profumo di lavanda, mentre la ragazza si muoveva in silenzio, un ramo le si avvicinò per farla sedere, mentre una sua mano raggiungeva il volto di Rei, il ragazzo aveva gli occhi chiusi, e in quel momento li aprì leggermente, rivelando le iridi dorate brillanti di stanchezza.
-Sei stanco?-
-Un pochino, niente di che. Vuoi dirmi qualcosa?-
-Ecco...io sono preoccupata per te. Da quando abbiamo incontrato quella suora sei triste-
lo era sempre stato, ma lo nascondeva alla ragazza dai capelli rosa, che in quel momento appariva come una bambina piccola, il moto di affetto spinse Rei ad allungare una mano e ad accarezzarle il volto.
-Mi spiace di farti preoccupare. Ma non posso farci niente-
la sua era una colpa, una colpa che grava sul suo corpo, sulla sua anima.
Forse poteva ottenere il rispetto, ma non avrebbe ottenuto facilmente il perdono...
No, non lo avrebbe ottenuto mai...
Anche se continuavano a ripeterglielo, anche se ormai sembrava essere passata...quella colpa...sarebbe rimasta dentro di lui per molto, troppo tempo...
Mao lo vide prende un profondo respiro, e si allungò, sfiorandogli le labbra con le sue, per poi approfondire il bacio con la lingua che accarezzava leggermente le labbra di Rei, e toccargli la sua, per poi guardarlo negl’occhi, entrambi con quel colore ambrato nelle iridi.
-Sappi che io ti amerò sempre-
-...lo so...-
Mao annuì, adesso era imbarazzata, le guance erano imporporate, mentre Rei sorrideva affettuoso, vedendola poi allontanarsi da lui e uscire dalla stanza, i ragazzo socchiuse di nuovo gli occhi, ri-accucciandosi in quella posizione fetale, mentre accanto a lui nasceva un fiore, un piccolo fiore dai petali d’ametista, che emanava un dolcissimo profumo.
Un fiore che aveva creato lui...

Takao con una pressione scaraventò via il pannello di legno che lo intralciava, mentre teneva sulle spalle il braccio e parte del corpo di Kei, i due si erano ritrovati nell’eco violento del pannello, e poi nel silenzio pesante di quella chiesa ormai rovinata e dimenticata, c’erano ancora delle panche, e l’altare con una statua li dietro erano integri, anche se i ragni ormai si avevano costruito casa.
Il ragazzo dai capelli blu fece sedere Kei su una delle panche, anche se all’ultimo momento un gesto violento del ragazzo lo allontanò via da lui, Takao restò stupito, rabbuiandosi, notando la ferita alla gamba peggiorare, anche quella alla spalla sanguinava copiosa, doveva fare qualcosa.
In quel momento si accorse che l’altare aveva ancora la tovaglia candida anche se impolverata appoggiata sopra, e si affrettò a prenderla, per poi notare una pozza d’acqua non troppo distante da un buco nella muratura, doveva essersi spaccato un tubo da cui usciva l’acqua.
Il ragazzo strappò via un pezzo di tovaglia, imbevendola d’acqua, mentre Kei continuava a d ansimare, la spalla non riusciva a muoverla, e la gamba pulsava di dolore, i suoi occhi in silenzio si misero a cercare nervosi la figura del ragazzo dai capelli blu, trovandolo mentre si avvicinava a lui con quella benda bagnata, iniziando una pulizia alla gamba che fece lamentare Kei, il suo tono di voce era affaticato ma tagliente.
-Lasciami stare-
-No, non posso. La ferita rischia di peggiorare-
-Ti ho detto di lasciare stare-
-NO INVECE!-
l’eco aumentò la voce di Takao, che alzò lo sguardo verso un Kei stupito, quegl’occhi blu erano colmi di paura che scemava e diventava acqua salata che rischiava di scendere dagl’occhi.
Gli provocò un intenso fastidio, più bel bruciore della sua ferita, mentre Takao cominciava a pulire la ferita alla gamba, il proiettile sembrava aver trapassato la gamba, e questa continuava a sanguinare, mentre Kei ansimava affaticato, il sudore scivolava via dal viso, sentiva le forze venir meno.
In quel momento il suo sguardo cadde sul ragazzo sotto di lui, che cercava di trattenere a forza un pianto, tirando leggermente su con il naso, mentre le mani continuavano a pulire la ferita, fino a quando di sangue rimase solo la crosta, e Takao cominciò a ad applicare un bendaggio, la benda era ancora fresca quando il ragazzo completò la fasciatura.
Era intenzionato ora a pulire la ferita sulla spalla, ed in un tacito anche se un po’ scocciato assenso Kei si levò la maglietta, scatenando il rossore sulle guance di Takao, il ragazzo dai capelli grigi lo osservò inarcando leggermente il sopracciglio e sorridendo con aria cattiva, mentre l’altro si riprendeva, iniziando la pulizia, le sue mani erano magre e delicate mentre puliva, e l’acqua fredda scatenò un brivido lungo la schiena di Kei, che si limitò a guardare la statua sopra l’altare, era una Vergine in Trono con Bambino, e la donna sembrava esprimere un amore dolce e delicato, mentre il piccolo era in parte coperto dal drappo che la donna teneva con una mano, non presentava i soliti tratti che avevano le statue come quella.
Era stranamente diversa.
Takao intanto stava osservando con una punta di dolore il buco alla spalla, il proiettile stavolta sembrava essere rimasto dentro, ed avvertì una sensazione di sconforto, era stata colpa sua se ora Kei era ferito, perché era scappato, spaventato troppo da quegl’occhi rossi che sembravano volerlo bruciare.
Ma lui...era terrorizzato dal fuoco...quello alto, che non si può contrastare, era come se la sua mente stesse rispolverando qualcosa, ma lo facesse in modo violento, facendolo spaventare ogni volta che quelle iridi lo fissavano.
Ma prima...prima aveva desiderato vedere quegl’occhi, incrociarne lo sguardo.
Aveva desiderato che Kei lo venisse a salvare, non aveva voglia di morire, e non voleva nemmeno provare dolore, voleva solo...rivedere quegl’occhi e vedere il ragazzo che li possedeva salvarlo.
E lui era venuto.

-Quando torno in questa stanza non ti voglio trovare…e sappi che se tu tornerai a casa…io non mi fermerò come ho fatto oggi-

E allora che poteva fare?
Dove poteva andare?
Quella ragazza lo aveva quasi ucciso, senza provare pietà, e l’idea che lei potesse riprovarci lo spaventava, come lo spaventavano un sacco di cose...il mondo che lo circondava, fino alle cose più futili...ma quando si era svegliato, quel giorno, e si era ritrovato davanti quelle iridi rosse fuoco, era stato catapultato in una verità a lui estranea dal nucleo della baracca di quello che lo aveva schiavizzato.
Un mondo pieno di nero e pericoli, e lui si trovò ad essere veramente piccolo ed insignificante di fronte a ciò che gli accadeva li intorno, il sostegno di Meiko adesso sembrava non bastare più e tutta la sua fiducia crollava di fronte a ciò che vedeva intorno a lui: la morte, la paura, la rabbia, l’odio.
....la follia...
In un baratro nero che ti risucchia e ti incatena al suo interno, senza riuscire più a pensare, a sperare, o anche vedere qualcosa, diventi cieco, e dentro di te qualcosa di frantuma, per poi addormentarsi.
A quel punto...cosa ti resta da fare?

“Non c’è amore…
Non esiste più…
Adesso…buonanotte fratellino…”


Takao era spaventato...spaventato dal mondo che gli era apparso davanti...spaventato da quelle visioni...spaventato da ciò che era...spaventato da tutto...anche sapere che Kei era ferito lo spaventava...perché era stata colpa sua se era ferito.
Era stata colpa sua.
Stavolta non poté trattenere le lacrime, che scesero dalle guance del ragazzo, scivolando sul mento, mentre nella bocca avvertiva la saliva aumentare e diventare salata, ingoiandola a fatica, i singhiozzi che tentava di trattenere gli facevano male alla gola, mentre Kei lo osservava con fare stanco e serio, ora appariva di fronte a lui un bambino delicato.
Quel ragazzo si stava dimostrando forte, ma al tempo stesso terribilmente fragile e sensibile.
Kei prese un profondo respiro, cercando di tornare a guardare la statua della madonna con bambino.
-Perché sei scappato?-
il ragazzo dai capelli blu cercò di asciugarsi le lacrime, cercando di concentrarsi sulla ferita, mentre parlava con la voce rotta, se ne vergognava.
-Io avevo paura...paura di quello che succedeva intorno a me...di quello che mi stava succedendo...e...ho paura di te...-
aveva ancora paura, quegl’occhi rossi gli sembravano sempre così freddi e letali, sembrava che il fuoco a loro interno volesse bruciarlo vivo, e lui ne era spaventato, aveva paura del fuoco, di come bruciava, di come scottava...
Kei lo osservò in silenzio, per poi sbuffare, alzando la testa verso l’alto, la chiesa gotica era alta, e sul soffitto il tetto interno in legno era stato distrutto, ora nella pietra apparivano dei buchi.
Aveva paura di lui...beh, non doveva stupirlo...forse la cosa che gli faceva male dentro di lui nel sapere queste parole, era solo la sua ferita.
Ma lui era curioso...curioso di conoscere il ragazzo che ora lo stava curando in silenzio, le lacrime sembravano essere finite, mentre le scie si seccavano sulle guance.
-...mi dispiace...-
Takao girò stupito lo sguardo, le iridi di Kei in quel momento sfumavano il colore rosso rubino che di solito aveva, portando per un grigio; stava svanendo...di fronte al ragazzo la fiamma del ragazzo stava svanendo, rivelando qualcosa di nascosto dentro l’anima di Kei, qualcosa...che forse in quel momento aveva visto solo lui...

All Is Full Of Love...
All Around You…


Le iridi di Takao brillavano ancora di azzurro, quando una mano si allungò verso il volto di Kei, questo rimase stupito, mentre il ragazzo davanti a lui avvicinava il volto al suo, appoggiando la sua fronte fresca su quella calda, bollente di Kei, che socchiuse gli occhi, una sensazione dolce che sapeva di arancio lo avvolse con dolcezza, mentre Takao assaporava il calore di quel corpo, lui invece adesso si sentì improvvisamente freddo.
-Sei caldo...devo abbassare la tua temperatura-
il ragazzo si avviò di nuovo verso l’acqua ristagnante, all’ultimo secondo il braccio di Kei lo bloccò, il ragazzo aveva il respiro lento ma rilassato, in quella posizione semi sdraiata sulla panca le ferite sembravano aver smesso di fare male.
Gli occhi del ragazzo erano ancora in quella sfumatura rossa e grigia, mentre Takao aveva cambiato il colore dei suoi occhi, l’azzurro era stato velocemente sostituito dal caldo del marrone, mentre Kei sussurrava per la mancanza di forze.
-Non scappare più-
Takao rimase stupito a quelle parole, avvertendo l’agitazione prendergli il sopravvento, per poi annuire, tenendo il capo chino, e aspettando che l’altro lo lasciasse andare, Kei lo tenne sempre d’occhio, quando lascio che il panno assorbisse un po’ d’acqua, quando glielo passò sulla fronte calda, quando si mise vicino a lui, dopo aver controllato ogni angolo della chiesa per verificare che non ci fosse nessuno, fino a vederlo addormentarsi sfinito sulle sue gambe, senza però toccargli quelle malata.
Kei allungò una mano, accarezzando il volto liscio e tiepido e i capelli blu, tastandone la consistenza tra le dita, restando in silenzio.
...
-Bello...-
poi chiuse gli occhi, addormentandosi anche lui, dal suo corpo in quell’istante una fiammella scappò via, librandosi in aria, la sua luce fioca e a tratti lampeggiante...la rendeva simile...ad una lucciola...
In quegl’istanti, l’acqua sembrò ribollire, lentamente una mano uscì dalla pozza d’acqua, una specie di ragazzo ne uscì fuori, guardandosi intorno e camminando lentamente, i suoi passi erano silenziosi, e lasciava dietro di se una scia d’acqua, lo stesso liquido di cui era composto egli stesso, che lanciò un’occhiata ai due ragazzi, e sembrò sorridere, per poi svanire via, ritornando ad essere una semplice pozza.

Max aprì gli occhi in quell’istante, era sdraiato su quella specie di divano a sdraio, era tutto bagnato, e sotto di lui l’acqua aveva aumentato di spessore, adesso raggiungeva la mano abbandonata all’esterno e le dita erano immerse, mentre l’acqua continuava a gocciolare dal soffitto e a scivolare sui muri, i suoi vestiti erano zuppi così come i suoi capelli, eppure non sembrava avvertire freddo, mentre la mano si muoveva di nuovo, compiendo un movimento circolare, l’acqua a quel comando cominciò a vorticare, mentre il ragazzo teneva gli occhi socchiusi.
-...Max! La mamma ti ama tantissimo!-
delle voci...uscivano delle voci dal vortice, voci di donna che si accavallavano uno sull’altra, mentre il ragazzo teneva gli occhi chiusi, ascoltando in silenzio.
-Max, la mamma ti guarirà!-
-Ti voglio bene-
-Si tesoro-
-Max, NO MAX!!-
-MAAAX!-
all’ultimo urlo il vortice si chiuse con uno scatto, generando una serie di spruzzi che caddero sul viso di Max, alcuni di questi scivolavano dai suoi occhi, o forse...
Emily in quel momento era in cucina, quando vide dal rubinetto uscire un getto d’acqua che sotto i suoi occhi assumeva le fattezze di una bocca, non aveva voce, ma dal labbiale la ragazza capì.
“Vieni da me”
la ragazza salì velocemente le scale, aprendo la porta si trovò addosso ai piedi tutta l’acqua della stanza, mentre Max giaceva disteso sulla poltrona sdraio, la ragazza allarmata raggiunse velocemente i ragazzo, controllandogli la respirazione e il battito cardiaco, era incredibilmente freddo.
-RICK! MICHAEL!! PRESTO!-
i ragazzi, richiamati, videro la cascatella che scendeva giù dalle scale, Wish abbaiò con aria divertita iniziando a giocare con l’acqua, mentre i due ragazzi correvano verso la stanza di Max, allarmata dall’urlo della ragazza Mariam uscì fuori dalla sua camera, osservando stupita i due ragazzi sollevare il ragazzo impallidito di colpo che respirava a fatica e che sembrava un cadavere, mentre Emily faceva strada a i due, tenendo lontano Wish in modo che il cucciolo non venisse calpestato.
La ragazza si affacciò dal corrimano, vedendo Max che veniva fatto sdraiare sul divano, la ragazza velocemente dal tavolino basso ne tirava fuori un cavo, collegandoselo alla testa, facendo così socchiudere la bocca a Mariam che restava in silenzio ad osservare, due ventose vennero attaccate sul petto di Max, mentre Emily iniziava la sua operazione di controllo.
-Per ora il battito cardiaco c’è...dobbiamo dargli la medicina-
-Tieni-
Michael allungò la pasticca con l’acqua, mentre Rika sollevava il ragazzo, mentre i tre davano la medicina a Max, Mariam si sporse verso la sua camera, l’acqua continuava ad uscire da questa, i muri ed il soffitto continuavano a gocciolare, ma non c’era più lo strato d’acqua di prima, solo una patina, ed ora il cuoio nero e morbido del divano sdraio si stava bagnando.
La ragazza si guardò intorno, prima di sedersi sul divano, una mano si posizionò sull’acqua, mentre lei faceva una faccia sofferente, odiava dover utilizzare quei metodi, ma essere un Metamorpho aveva i suoi vantaggi. Sotto di lei l’acqua tremolava, per poi alzarsi in una colonna, mentre la ragazza la teneva d’occhio, mormorando tra le labbra.
-Mostrami ciò che ha visto-
l’acqua a quel comando formò un vortice sospeso, mentre il liquido sembrava prendere delle sembianze, e Mariam lentamente spalancava gli occhi, davanti a lei si rivelava il volto di una donna che urlava con lo sguardo terrorizzato, non si sentiva alcuna voce, ma da quello sguardo “trasparente” si leggeva la paura più pura che scrollò la ragazza.
Sotto, Max riprendeva lentamente conoscenza, avvicinando a se Rick.
-Avverti Meiko, Kei...e Takao...sono in pericolo...-

Fine Capitolo 9
  
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